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Rapporto segnale rumore ottico - InfoCom

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I sistemi a singola tratta con<br />

amplificazione ottica


Singola tratta con amplificazione (1/2)<br />

Questi sistemi sono caratterizzati dalla presenza di<br />

un amplificatore <strong>ottico</strong> all’ingresso del ricevitore,<br />

detto pre-amplificatore di ricezione


Singola tratta con amplificazione (2/2)<br />

il RUMORE proviene da DUE<br />

fonti:<br />

l’amplificatore elettronico<br />

il pre-amplificatore <strong>ottico</strong>


IL <strong>rumore</strong> ASE prevale (1/2)<br />

Tipicamente il pre-amplificatore di ricezione ha<br />

un guadagno molto elevato, tale da rendere la<br />

potenza in arrivo sul fotodiodo Pfo (t) grande a<br />

piacere.<br />

Se il ricevitore è ben progettato, Pfo (t) è così<br />

elevata che il <strong>rumore</strong> dell’amplificatore<br />

elettrico diventa completamente<br />

trascurabile.


IL <strong>rumore</strong> ASE prevale (2/2)<br />

In tal caso, le prestazioni sono<br />

determinate unicamente dal <strong>rumore</strong> ASE<br />

del pre-amplificatore <strong>ottico</strong>, che è:<br />

gaussiano;<br />

bianco;<br />

additivo sul campo <strong>ottico</strong> in arrivo<br />

(non sulla potenza ottica).


Il campo <strong>ottico</strong> trasmesso (1/2)<br />

Dal momento che il <strong>rumore</strong> è additivo sul campo <strong>ottico</strong>,<br />

ci conviene esprimere il <strong>segnale</strong> trasmesso in campo<br />

<strong>ottico</strong>, piuttosto che in potenza ottica.


Il campo <strong>ottico</strong> trasmesso (2/2)<br />

Visto come campo <strong>ottico</strong>, il <strong>segnale</strong> trasmesso<br />

vale:<br />

Campo <strong>ottico</strong><br />

istantaneo emesso<br />

dal TX<br />

∑<br />

E () t = P ast ( −nT)<br />

TX TX peak n<br />

n<br />

potenza ottica<br />

di picco<br />

emessa dal<br />

TX<br />

bit trasmesso<br />

nello n-esimo<br />

intervallo di<br />

segnalazione,<br />

0 o 1<br />

andamento<br />

temporale<br />

dell’impulso<br />

luminoso<br />

trasmesso, in<br />

campo <strong>ottico</strong><br />

(non potenza)


Modello del preamplificatore<br />

Il modello equivalente, a livello del campo <strong>ottico</strong>,<br />

del pre-amplificatore con il filtro di ricezione è:


Segnale all’uscita del preamplificatore<br />

Il <strong>segnale</strong> ricevuto, dopo avere attraversato il<br />

pre-amplificatore, diviene, all’ingresso del filtro<br />

<strong>ottico</strong> di ricezione:<br />

∑<br />

E () t = AGP a s( t− nT) + n () t<br />

amp TX peak n ASE<br />

n<br />

Attenuazione totale<br />

del collegamento<br />

Guadagno del<br />

preamplificatore<br />

Rumore ASE<br />

gaussiano


<strong>Rapporto</strong> <strong>segnale</strong>-<strong>rumore</strong> <strong>ottico</strong>


<strong>Rapporto</strong> <strong>segnale</strong> <strong>rumore</strong> <strong>ottico</strong> (1/4)<br />

Per sistemi privi di amplificazione ottica, come si<br />

è visto, le prestazioni, ed in particolare il BER,<br />

vengono espressi in funzione della potenza<br />

media all’ingresso del ricevitore.<br />

Al contrario, per i sistemi con pre-amplificatore<br />

<strong>ottico</strong>, il BER è generalmente espresso in<br />

funzione di un parametro chiamato “OSNR”.


<strong>Rapporto</strong> <strong>segnale</strong> <strong>rumore</strong> <strong>ottico</strong> (2/4)<br />

L’acronimo sta per “Optical Signal-to-Noise-Ratio”<br />

o “rapporto <strong>segnale</strong> -<strong>rumore</strong> <strong>ottico</strong>”.<br />

Prima di approfondire l’argomento del BER dei<br />

sistemi ottici con pre-amplificatore <strong>ottico</strong>, è<br />

necessario dunque definire con precisione<br />

il parametro OSNR.


<strong>Rapporto</strong> <strong>segnale</strong> <strong>rumore</strong> <strong>ottico</strong> (3/4)<br />

Definiamo il rapporto <strong>segnale</strong> -<strong>rumore</strong> <strong>ottico</strong><br />

come:<br />

dove:<br />

OSNR<br />

è la potenza media del <strong>segnale</strong> di<br />

informazione all’uscita del pre-amplificatore<br />

di ricezione;<br />

=<br />

Pamp<br />

P<br />

P<br />

amp<br />

N


<strong>Rapporto</strong> <strong>segnale</strong> <strong>rumore</strong> <strong>ottico</strong> (4/4)<br />

P N è la potenza di <strong>rumore</strong> ASE del preamplificatore;<br />

Essa deve essere raccolta da un filtro passabanda<br />

<strong>ottico</strong> di test con banda equivalente<br />

di <strong>rumore</strong> BN pari al bit rate RB , centrato<br />

sulla frequenza di portante ottica del <strong>segnale</strong>:<br />

BN =<br />

RB


Dove si misura l’OSNR?<br />

il filtro di test che è utilizzato per definire e<br />

misurare l’OSNR, non ha alcuna<br />

relazione con<br />

il filtro di ricezione impiegato dal<br />

ricevitore.


Come si misura l’OSNR?<br />

Idealmente la procedura di misura di P N richiede che<br />

l’uscita del pre-amplificatore sia sconnessa dal resto del<br />

ricevitore ed inviata al filtro di test, seguito da un<br />

misuratore di potenza ottica


Banda equivalente di <strong>rumore</strong> (1/2)<br />

La banda equivalente di <strong>rumore</strong> B N di un filtro è, per<br />

definizione, quella quantità tale per cui:<br />

dato un processo gaussiano bianco (come il <strong>rumore</strong> ASE) in<br />

ingresso al filtro, con densità spettrale di potenza piatta e<br />

pari ad N 0 /2, la potenza di <strong>rumore</strong> in uscita dal filtro è pari<br />

a:<br />

N<br />

P = 2B<br />

=<br />

N B<br />

2<br />

0<br />

N N 0 N


Banda equivalente di <strong>rumore</strong> (2/2)<br />

Ricordiamo inoltre che, dato un qualunque filtro<br />

con funzione di trasferimento H (f ), la sua banda<br />

equivalente di <strong>rumore</strong> risulta essere:<br />

+∞<br />

H( f)<br />

BN= ∫<br />

df 2<br />

H<br />

0 max<br />

2


OSNR e polarizzazioni del <strong>rumore</strong><br />

Gli amplificatori ottici emettono <strong>rumore</strong> ASE su entrambe le polarizzazioni<br />

della fibra.<br />

I due processi corrispondenti sono entrambi gaussiani e bianchi, hanno la<br />

stessa densità spettrale N 0 /2 e sono statisticamente indipendenti tra di loro.<br />

I filtri ottici non distinguono fra le due polarizzazioni e pertanto, dato un filtro<br />

<strong>ottico</strong> di test di banda equivalente di <strong>rumore</strong> B N =R B , la potenza totale di<br />

<strong>rumore</strong> da esso raccolta raddoppia pertanto l’OSNR vale in definitiva:<br />

Pamp<br />

OSNR =<br />

2NR<br />

0<br />

B


Il filtro di test ideale<br />

Ad esempio, P N potrebbe idealmente essere valutata come segue:<br />

1. si spegne il <strong>segnale</strong> di informazione<br />

2. si misura la potenza del <strong>rumore</strong> ASE che<br />

transita attraverso un filtro rettangolare<br />

avente: altezza 1 larghezza R B frequenza centrale f 0 uguale a quella del<br />

<strong>segnale</strong> di informazione:<br />

2 f + R /2<br />

+∞<br />

0 b<br />

H( f)<br />

B = df = 1df<br />

= R<br />

∫ ∫<br />

N 2<br />

B<br />

0 H max<br />

f −R<br />

/2<br />

Anche se la banda utilizzata non è RB è<br />

tuttavia possibile usare un fattore correttivo<br />

per tenere conto della non idealità.<br />

0<br />

b


Il <strong>rumore</strong> ASE emesso dal pre-<br />

amplificatore e la cifra di<br />

<strong>rumore</strong>


Rumore ASE negli EDFA (1/2)<br />

Lo spettro del <strong>segnale</strong> <strong>ottico</strong> subito dopo il preamplificatore<br />

di ricezione, per un tipico sistema WDM, ha il seguente aspetto:<br />

Lo spettro di potenza del <strong>rumore</strong> ASE è approssimativamente piatto<br />

(“bianco”) su di una banda pari a 25-30 nm(c.a 3-3.5 THz), compresa<br />

fra 1530 e 1560 nm.<br />

Tale banda è detta generalmente “banda C”.


Rumore ASE negli EDFA (2/2)<br />

Il valore di N 0 /2, corrispondente alla densità spettrale di potenza ASE su<br />

ciascuna polarizzazione, è:<br />

N0 hν = ( G−1) n<br />

2 2<br />

Il fattore n sp (chiamato “fattore di emissione spontanea”) non può fisicamente<br />

scendere sotto il valore 1.<br />

Ponendo n sp =1 , si ottiene il cosiddetto limite quantico del <strong>rumore</strong><br />

dell’amplificatore.<br />

sp


La cifra di <strong>rumore</strong><br />

Nella pratica, n sp varia generalmente tra 1.5 e 2, ma sono ottenibili, in speciali<br />

condizioni, valori dell’ordine di 1.1.<br />

Pertanto, EDFA di uso pratico possono fornire una<br />

prestazione molto vicina al limite quantico.<br />

Al posto di n sp , spesso si utilizza la cosiddetta “cifra di <strong>rumore</strong>” per<br />

caratterizzare la rumorosità di un amplificatore.<br />

Le due quantità sono approssimativamente legate<br />

dalla semplice relazione:<br />

F =<br />

2nsp


Il <strong>rumore</strong> del preamplificatore (1/2)<br />

La potenza di <strong>rumore</strong> PN all’uscita del preamplificatore<br />

risulta pertanto essere:<br />

due polarizzazioni<br />

N hν<br />

P B G n B<br />

2 2<br />

0<br />

N = 2 2 N = 2 ( −1)<br />

sp2 N<br />

banda totale di <strong>rumore</strong>:<br />

il fattore 2 tiene conto delle<br />

“frequenze negative”<br />

Semplificando e sostituendo ad n sp la cifra di <strong>rumore</strong> F, la formula può essere<br />

riscritta come segue:<br />

P = hν( G−1) F<br />

N


Il <strong>rumore</strong> del preamplificatore (2/2)<br />

In dB, la formula diventa additiva e si può scrivere:<br />

Dove:<br />

P = P + F + 10log ( G−1)<br />

N , dB base db<br />

10<br />

m<br />

P =<br />

10log hνB base 10 N<br />

In questo tipo di sistemi si approssima G-1 con G, dal momento che i<br />

valori tipici di G sono compresi nel range 100-1000 (20-30 dB).


Il <strong>rumore</strong> del preamplificatore (2/2)<br />

Il rapporto <strong>segnale</strong> <strong>rumore</strong>, in dB, all’uscita del<br />

pre-amplificatore, diviene dunque:<br />

OSNR = P −P ≈ P −P −F −G<br />

dB amp, dBm N , dB amp, dBm base db db<br />

dove P base è calcolata per B N =R B .<br />

È comodo esprimere l’OSNR in relazione alla<br />

potenza di ingresso dell’amplificatore, che coincide<br />

con quella in ingresso all’intero ricevitore.<br />

m<br />

P = P + G<br />

amp, dBm RX dB<br />

OSNRdB ≈ PRX −Pbase −Fdb


Il BER dei sistemi con il pre-<br />

amplificatore <strong>ottico</strong>


BER del ricevitore ottimo (1/2)<br />

Anche per i sistemi con pre-amplificatore <strong>ottico</strong> la codifica del <strong>segnale</strong> in<br />

trasmissione è di tipo on-off, altresì detta ASK unipolare.<br />

A differenza dei sistemi non-amplificati, però, il <strong>rumore</strong> è gaussiano<br />

additivo sul campo <strong>ottico</strong>, invece di essere additivo su di un <strong>segnale</strong><br />

proporzionale alla potenza ottica.<br />

Senza amplificazione ottica<br />

Amplificazione ottica<br />

st () = P () t + nt ()<br />

RX<br />

∑<br />

E () t = AGP a s( t− nT) + n () t<br />

amp TX peak n ASE<br />

n


BER del ricevitore ottimo (2/2)<br />

Dalla teoria delle trasmissioni numeriche, discende che il ricevitore ottimo per<br />

questo <strong>segnale</strong> fornisce un BER pari a:<br />

1<br />

BER = erfc OSNR<br />

2<br />

( )<br />

L’argomento della “erfc” è proporzionale alla radice della potenza ottica<br />

ricevuta, ovvero è del tipo:<br />

( γ ) RX<br />

1<br />

BER =<br />

erfc P<br />

2<br />

Ciò a differenza dei sistemi non-amplificati dove è direttamente proporzionale<br />

alla potenza ottica ricevuta. La ragione è di nuovo il fatto che il <strong>rumore</strong> è<br />

gaussiano sul campo <strong>ottico</strong> piuttosto che su di un <strong>segnale</strong> proporzionale alla<br />

potenza ottica.


Realizzabilità del ricevitore ottimo<br />

Tuttavia, il ricevitore ottimo richiederebbe:<br />

demodulazione coerente sincrona con conversione in banda base del <strong>segnale</strong><br />

<strong>ottico</strong>;<br />

necessità di un oscillatore locale <strong>ottico</strong> per effettuare tale demodulazione;<br />

allineamento di polarizzazione tra <strong>segnale</strong> ed oscillatore locale, etc.<br />

IMPORTANTE:<br />

attualmente non è economicamente proponibile la realizzazione di un<br />

ricevitore <strong>ottico</strong> ottimo.<br />

Nella pratica, i ricevitori impiegati sono subottimi e le loro prestazioni di BER<br />

sono inferiori a quelle della formula:<br />

1<br />

BER =<br />

erfc OSNR<br />

2<br />

( )


Il ricevitore a rivelazione diretta<br />

I ricevitori pratici utilizzano, dopo il pre-amplificatore ed il filtro, un semplice<br />

fotodiodo per demodulare il campo <strong>ottico</strong>:<br />

Il fotodiodo converte la potenza ottica in <strong>segnale</strong> elettrico e realizza ciò che<br />

viene definito “demodulazione incoerente di inviluppo”.<br />

In gergo <strong>ottico</strong>, tale ricevitore viene chiamato a “rivelazione diretta”, o<br />

“direct-detection”, volendo così indicare che non viene effettuata una<br />

demodulazione, o rivelazione, coerente.<br />

Questa strategia di demodulazione è subottima e il BER, a parità di OSNR,<br />

risulta maggiore, ma al momento non vi sono alternative.


Ricevitore ottimo a rivelazione diretta (1/2)<br />

Ci concentriamo pertanto su ricevitori a rivelazione diretta.<br />

Il miglior ricevitore a rivelazione diretta richiede, come per il caso della<br />

rivelazione coerente, un filtro <strong>ottico</strong> di ricezione adattato alla forma<br />

dell’impulso in arrivo.<br />

Da notare che con un filtro <strong>ottico</strong> adattato il ricevitore non necessita di un<br />

filtro elettrico dopo il fotodiodo.<br />

Al contrario, l’impiego di un ulteriore filtro elettrico dopo il fotodiodo peggiora<br />

sempre le prestazioni.<br />

La formula del BER per il ricevitore ottimo a rivelazione diretta contiene<br />

funzioni speciali e non è agevole da utilizzare. Un’ottima approssimazione al<br />

risultato esatto è fornita da:<br />

1<br />

BER e<br />

2<br />

−<br />

=<br />

0.98OSNR


Ricevitore ottimo a rivelazione diretta (2/2)


Tecnologia e filtri ottici<br />

I ricevitori commerciali non utilizzano, in generale, un filtro <strong>ottico</strong> adattato.<br />

La ragione è che, da un punto di vista tecnologico, è estremamente difficile e<br />

costoso realizzare un filtro <strong>ottico</strong> adattato, ovvero:<br />

che abbia la forma precisa richiesta<br />

una banda tipicamente molto piccola (paragonabile al bit-rate).<br />

Inoltre il filtro dovrebbe essere stabilizzato accuratamente alla frequenza<br />

centrale ottica di trasmissione, cosa anch’essa piuttosto ardua.<br />

Infatti:<br />

i filtri ottici pratici divengono molto costosi sotto i 100 GHz di banda;<br />

tipicamente hanno una forma gaussiana o super-gaussiana mentre è molto<br />

difficile ottenere forme specifiche particolari;<br />

la stabilizzazione in frequenza di detti filtri è molto difficoltosa.


Filtro super-Gaussiano


Filtro di post-rivelazione<br />

L’uso di filtri ottici di ricezione non adattati, a banda larga, causa delle forti<br />

penalità rispetto al ricevitore ottimo a rivelazione diretta.<br />

Fortunatamente, la maggior parte di tali penalità può essere eliminata inserendo<br />

dopo il fotorivelatore (e l’amplificatore elettronico) un filtro elettrico<br />

passabasso opportuno, detto “filtro di postrivelazione” (o “post-detection filter”).<br />

Tipicamente si tratta di un filtro di Bessel a 4-6<br />

poli, con banda pari a c.a 0.7RB.


Penalità (1/2)<br />

Per “penalità” si intende :<br />

quanto debba essere incrementato l’OSNR rispetto al valore che consente di<br />

ottenere un certo BER dal ricevitore di riferimento, per riottenere lo stesso BER<br />

dal ricevitore in esame.<br />

È possibile darne una stima sulla base del<br />

rapporto r fra la banda a –3dB del filtro <strong>ottico</strong><br />

di ricezione ed il bit rate:<br />

ρ =<br />

Nelle slides seguenti verrà fornito un grafico di penalità, che assume il caso<br />

tipico di un filtro <strong>ottico</strong> supergaussiano di ordine 2 ed un filtro elettrico<br />

di Bessel a 5 poli.<br />

La banda del filtro elettrico di post-rivelazione dovrebbe essere ottimizzata in<br />

funzione di ρ:<br />

sopra ρ =2.5 tende al valore 0.65 RB;<br />

sotto, si allarga progressivamente;<br />

per un filtro <strong>ottico</strong> molto stretto o adattato, il filtro elettrico deve essere rimosso<br />

(la sua banda ottima tende ad infinito).<br />

B<br />

R<br />

opt<br />

B


Penalità (2/2)<br />

Esempio:<br />

un ricevitore a rivelazione diretta con ρ = 2 ha bisogno di un OSNR di 13.6 dB<br />

per operare a BER=10 -9 . Per il ricevitore ottimo a rivelazione diretta è sufficiente<br />

un OSNR di 13.1 dB. La penalità è dunque 0.5 dB.


Ulteriore cause di penalità<br />

Oltre alle penalità dovute alla rivelazione diretta ed all’uso di filtri ottici nonadattati,<br />

i ricevitori pratici possono avere penalità per varie ragioni:<br />

il <strong>rumore</strong> dell’amplificatore elettronico è così elevato da non essere trascurabile;<br />

il circuito di sincronizzazione di clock non è ideale;<br />

il posizionamento della soglia di decisione non è ottimale;<br />

Tutte queste penalità possono alla fine ammontare a svariati dB.<br />

Misurando l’OSNR ed il BER di un ricevitore è possibile determinare quanto<br />

questo sia subottimo, ovvero quanto si discosti dall’ottimo:<br />

per esempio, se si misura BER =10 -9 , con OSNR = 18 dB, ciò significa che il<br />

ricevitore è subottimo di 4.9 dB, cioè ha bisogno di 4.9 dB di OSNR in più per<br />

funzionare a BER = 10 -9 , rispetto al ricevitore ottimo a rivelazione diretta che<br />

necessita di soli 13.1 dB.


Il limite quantico per sistemi<br />

con pre-amplificatore <strong>ottico</strong>


Il limite quantico<br />

Qual è la massima possibile sensitivity per un ricevitore a rivelazione<br />

diretta con pre-amplificatore <strong>ottico</strong>?<br />

Assumendo che l’amplificatore elettronico abbia <strong>rumore</strong> trascurabile, il <strong>rumore</strong> è<br />

unicamente di tipo ASE, prodotto dal pre-amplificatore e di origine<br />

quantistica.<br />

Il minimo livello di <strong>rumore</strong> ASE fisicamente compatibile si ottiene ponendo:<br />

n sp =1, oppure F=2.<br />

Assumiamo inoltre di utilizzare un filtro <strong>ottico</strong> adattato, cosicché il ricevitore è<br />

ottimizzato.<br />

In queste condizioni ideali si ottiene il cosiddetto “limite quantico” per i ricevitori a<br />

rivelazione diretta con preamplificatore <strong>ottico</strong>. Come sappiamo, la formula che si<br />

applica a questo ricevitore è:<br />

1<br />

BER e<br />

2<br />

−<br />

=<br />

0.98OSNR


Il limite quantico<br />

Considerando (con F=2)<br />

Si ha<br />

OSNRdB ≈ PRX −Pbase −Fdb<br />

1<br />

BER e<br />

2<br />

−<br />

=<br />

Che è il LIMITE QUANTICO (QL) per un ricevitore a rivelazione diretta con<br />

pre-amplificatore <strong>ottico</strong> e filtro adattato.<br />

Nel caso di ricevitore non pre-amplificato<br />

N<br />

0.98<br />

2<br />

Perciò, questo nuovo QL è 6 dB peggiore del limite quantico di un ricevitore<br />

non-amplificato. Per ottenere BER=10 -9 abbiamo adesso bisogno di 41 fotoni per<br />

bit invece di 10. C’è però una grande differenza: i ricevitori amplificati pratici<br />

riescono ad arrivare fino a 2-3 dB dal QL, mentre quelli non amplificati<br />

funzionano a 20-30 dB di distanza da esso.<br />

RX<br />

1<br />

BER e<br />

2<br />

−<br />

=<br />

2N<br />

RX<br />

N<br />

RX<br />

PRX PRXT = =<br />

hνR hν<br />

B

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