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Pavimentazioni Stradali in Calcestruzzo - Federbeton

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Le pavimentazioni stradali <strong>in</strong> calcestruzzo<br />

12 Riciclaggio<br />

Il riciclaggio del calcestruzzo demolito da una<br />

pavimentazione prevede che il materiale fresato<br />

venga trattato, anche <strong>in</strong> sito, attraverso apposita frantumazione<br />

e vagliatura al f<strong>in</strong>e di ottenere varie classi<br />

granulometriche da impiegare nella realizzazione<br />

della nuova <strong>in</strong>frastruttura.<br />

Gli aggregati <strong>in</strong> calcestruzzo riciclato costituiscono<br />

una delle materie di maggiore <strong>in</strong>teresse <strong>in</strong> campo<br />

stradale, avendo caratteristiche fisiche, chimiche e<br />

meccaniche spesso superiori a quelle degli aggregati<br />

naturali riciclati e potendo essere impiegati nel<br />

confezionamento di nuovo calcestruzzo. Anziché<br />

impiegare nuovi materiali, con conseguenti costi di<br />

trasporto e spesso difficoltà di reperimento, il<br />

metodo prevede il riciclo della pavimentazione<br />

dismessa. In questo modo i materiali di solito dest<strong>in</strong>ati<br />

al conferimento a discarica sono reimpiegati nel<br />

rifacimento dello stesso tratto stradale lungo il quale<br />

avviene l’<strong>in</strong>tervento.<br />

Il riciclo riduce l’impatto ambientale causato dai metodi<br />

tradizionali di costruzione e manutenzione delle<br />

pavimentazioni: non vengono estratti e lavorati i materiali<br />

granulari, si riduce il trasporto di materiale nel<br />

e dal cantiere e/o verso la discarica, con vantaggi per<br />

l’ambiente e per il traffico stradale. [18]<br />

La tecnica è stata adottata con successo all’estero,<br />

ad esempio <strong>in</strong> un cantiere a nord di Hannover nel<br />

2001 e più recentemente nei lavori di rifacimento<br />

della pista 4 e di alcune vie di circolazione dell’aeroporto<br />

Orly di Parigi. [19]<br />

Il riciclaggio delle pavimentazioni dismesse è obbligatorio<br />

<strong>in</strong> Austria, dove f<strong>in</strong>o ad un massimo del 30%<br />

di aggregato grosso riciclato è ammesso nei nuovi<br />

strati di pavimentazione non superficiali. [4]<br />

La tecnica risulta idonea alla realizzazione di<br />

pavimentazioni “dual layer” o “two lift”, nelle quali il<br />

consumo di aggregati di elevate caratteristiche è<br />

limitato al solo strato superficiale, con ovvi benefici<br />

di tipo economico e ambientale.<br />

In Belgio le pavimentazioni <strong>in</strong> calcestruzzo a doppio<br />

strato permettono di utilizzare f<strong>in</strong>o al 60% di<br />

calcestruzzo riciclato come aggregato per il confezionamento<br />

di calcestruzzo fresco da impiegare per<br />

la costruzione dello strato <strong>in</strong>feriore. [20] Il reimpiego<br />

del materiale è sempre subord<strong>in</strong>ato a verifiche di idoneità<br />

chimica, fisica e meccanica: ad esempio, <strong>in</strong><br />

Germania il calcestruzzo dismesso per problemi di<br />

durabilità legati alla presenza di reazione alcali-silice<br />

non può essere impiegato nella miscela delle lastre,<br />

ma solo come materiale <strong>in</strong>erte per la fondazione. [4]<br />

Riduzione dei volumi di materiale impiegato<br />

Nelle strade con elevato traffico di mezzi pesanti, la<br />

resistenza meccanica del calcestruzzo rende possibile<br />

la costruzione di pacchetti di pavimentazione più<br />

sottili rispetto a quanto non si avrebbe con una<br />

soluzione <strong>in</strong> conglomerato bitum<strong>in</strong>oso.<br />

L’elevata rigidezza della superficie <strong>in</strong> calcestruzzo, sia<br />

essa una lastra o una striscia di lunghezza <strong>in</strong>def<strong>in</strong>ita,<br />

permette una migliore distribuzione dei carichi<br />

applicati <strong>in</strong> superficie, per cui a parità di sollecitazione<br />

le tensioni si distribuiscono sul sottofondo su<br />

superfici più ampie e con <strong>in</strong>tensità m<strong>in</strong>ori rispetto a<br />

quanto non si avrebbe con pacchetti bitum<strong>in</strong>osi<br />

di spessore anche maggiore, come evidenziato nella<br />

seguente figura. (Fig. 7)<br />

3.000 kg 3.000 kg<br />

Pressione < 0.2 MPa<br />

MPa = megapascal<br />

Pavimentazione rigida<br />

<strong>in</strong> calcestruzzo<br />

Pressione = 2.0 MPa<br />

Pavimentazione flessibile<br />

<strong>in</strong> conglomerato bitum<strong>in</strong>oso<br />

Fig. 7 Distribuzione dei carichi<br />

<strong>in</strong> pavimentazioni rigide e flessibili<br />

La riduzione dei volumi di pavimentazione comporta<br />

m<strong>in</strong>ori spese e consumi energetici <strong>in</strong> fase di<br />

costruzione e riciclaggio della sovrastruttura.<br />

In particolari casi, quali sottopassi o gallerie, la<br />

costruzione di una pavimentazione rigida può<br />

risultare decisiva per garantire i franchi m<strong>in</strong>imi<br />

prescritti. L’ambiente di progetto tipico di una<br />

galleria stradale, privo di forti escursioni termiche

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