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new moon: il backstage <strong>del</strong> film<br />
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Ritornare al mondo di Bella presentava la<br />
tipica sfida di ogni sequel: lasciare le cose<br />
come stanno e al tempo stesso cercare di<br />
renderle diverse.<br />
Per The Twilight Saga: New Moon il regista<br />
Chris Weitz ha immag<strong>in</strong>ato una tavolozza di<br />
colori caldi e si è ispirato alla Confraternita dei<br />
Preraffaelliti, sette giovani pittori <strong>in</strong>glesi che<br />
nel 1848 fondarono una comunità artistica <strong>in</strong><br />
nome di un sogno. 7 «Dal punto di vista estetico<br />
Chris Weitz è uno dei registi più smaliziati che<br />
io conosca; ha un grande <strong>in</strong>teresse nonché una<br />
profonda conoscenza <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’arte», dice<br />
David Brisb<strong>in</strong>. «Aveva un’idea molto precisa di<br />
come dovesse essere il mondo cromatico, visivo<br />
e atmosferico <strong>del</strong> film. Ci siamo allontanati dai<br />
colori di Twilight perché avevamo a che fare con<br />
un’altra fase <strong>del</strong>la storia e qu<strong>in</strong>di ci sembrava<br />
giusto spostarci <strong>in</strong> un ambiente cromatico<br />
diverso. Per l’aspetto formale <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>tero film,<br />
Weitz ci ha <strong>in</strong>dicato come riferimento la pittura<br />
<strong>del</strong>l’età vittoriana, <strong>in</strong> particolare le opere dei<br />
preraffaelliti, Dante Gabriele Rossetti e Edward<br />
Burne-Jones».<br />
«L’idea rompe visivamente con il primo film<br />
<strong>del</strong>la saga», aggiunge il direttore <strong>del</strong>la fotografia<br />
Javier Aguirresarobe. «In questo film abbiamo<br />
fatto a meno dei toni blu che permeavano il<br />
precedente. Chris Weitz voleva lavorare con un<br />
altro tipo di estetica e questo ci ha portato a usare<br />
dei colori più caldi, i toni dorati (<strong>del</strong>l’arancio,<br />
dei gialli e dei verdi) e quelli neutri (<strong>del</strong> grigio<br />
e <strong>del</strong> nero). Il cambiamento implicava che<br />
tutti i reparti lavorassero nella stessa direzione.<br />
Abbiamo trovato ispirazione nei pittori italiani e<br />
la nostra scelta di colori è servita da base aff<strong>in</strong>ché<br />
si operasse tutti di concerto, dal supervisore<br />
<strong>del</strong> design al guardaroba, f<strong>in</strong>o alla fotografia,<br />
naturalmente. È un film dall’aspetto molto più<br />
caldo e più vic<strong>in</strong>o al l<strong>in</strong>guaggio romantico».<br />
Gli stessi preraffaelliti rappresentano non<br />
solo un’estetica, ma una visione romantica <strong>del</strong>la<br />
vita che si accorda col sostrato emozionale dei<br />
romanzi di Meyer. «Erano pittori <strong>in</strong>glesi di epoca<br />
vittoriana che cercavano ispirazione nella pittura<br />
medievale italiana per quanto riguarda i simboli,
la composizione e il colore», spiega Weitz. «Le<br />
loro opere presentano quelle t<strong>in</strong>te smaltate simili<br />
a pietre preziose che trovi nei dip<strong>in</strong>ti medievali,<br />
d’altronde avevano un modo molto sentimentale<br />
di guardare al passato. La stessa epoca vittoriana<br />
era romantica e passionale, proprio come i<br />
romanzi di Meyer. La tavolozza che abbiamo<br />
usato rende le immag<strong>in</strong>i più brillanti. Volevamo<br />
davvero una vasta gamma di colori e di neri<br />
<strong>in</strong>tensi, <strong>del</strong>le t<strong>in</strong>te molto sature, per distanziarci<br />
da questa tendenza attuale di desaturare il colore,<br />
che <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i pittorici equivale a stendere una<br />
pat<strong>in</strong>a di vernice sulle cose. In un certo senso il<br />
nostro è un film molto retrò».<br />
luna solitaria<br />
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new moon: the official illustrated movie companion<br />
38<br />
Questo approccio richiedeva anche l’uso<br />
di colori specifici <strong>in</strong> certi punti <strong>del</strong>la storia. Per<br />
esempio, benché la casa di Jacob sia rossa e ci sia<br />
una coperta rossa sul letto di Bella, il colore non<br />
diventa dom<strong>in</strong>ante f<strong>in</strong>o alla scena <strong>del</strong>la piazza<br />
<strong>in</strong> festa, che si svolge <strong>in</strong> una cittad<strong>in</strong>a italiana,<br />
durante la parte di storia che riguarda i Volturi.<br />
«A quel punto i rossi <strong>in</strong>ondano letteralmente la<br />
piazza», nota il regista. «Questo dimostra quanto<br />
eravamo consapevoli <strong>del</strong>l’aspetto visivo <strong>del</strong> film».<br />
La natura retrò <strong>del</strong>la produzione <strong>in</strong>clude<br />
l’uso <strong>del</strong>la pellicola al posto <strong>del</strong>le c<strong>in</strong>eprese<br />
digitali. L’arsenale di Javier Aguirresarobe ne<br />
comprendeva due Panavision per le riprese<br />
pr<strong>in</strong>cipali, una Arri 435 ad alta velocità, <strong>in</strong><br />
grado di riprendere 150 fotogrammi al secondo,<br />
e una Steady manovrata da David Crone (che<br />
Weitz descrive come «uno dei migliori operatori<br />
di Steady nel mondo») e c<strong>in</strong>eprese VistaVision<br />
per il girato con effetti visivi. Come la scelta<br />
di determ<strong>in</strong>ati colori, anche l’uso di diverse<br />
c<strong>in</strong>eprese e apparecchiature per le riprese è al<br />
servizio <strong>del</strong>la storia.<br />
«Ho deciso molto presto che le c<strong>in</strong>eprese<br />
si muovessero <strong>in</strong> maniera differente a seconda<br />
<strong>del</strong>la relazione che stavo filmando», spiega Weitz.<br />
«Così quando Bella è con Edward la c<strong>in</strong>epresa si<br />
muove con una dolly montata su rotaie, e i suoi<br />
spostamenti sono sempre molto rigidi, lungo<br />
l<strong>in</strong>ee rette, come <strong>in</strong> un sistema di assi cartesiane,<br />
perché la loro relazione è caratterizzata da v<strong>in</strong>coli<br />
e restrizioni. Quando Bella è con Jacob abbiamo<br />
usato una Steady, i cui movimenti sono più<br />
fluidi e naturali, mentre quando sta con i suoi<br />
compagni di scuola le riprese sono più manuali,<br />
come se la c<strong>in</strong>epresa parlasse una sorta di slang
«Ricordo come fosse ieri la<br />
proiezione di film <strong>in</strong> Technicolor<br />
nella mia città, Éibar [<strong>in</strong> Spagna],<br />
immag<strong>in</strong>i di pirati e storie di<br />
avventure che mi affasc<strong>in</strong>avano. Appena ho potuto<br />
mi sono trasferito a Madrid, e quando ho raggiunto<br />
l’età giusta mi sono iscritto alla Scuola Ufficiale di<br />
C<strong>in</strong>ematografia. Alcuni direttori <strong>del</strong>la fotografia sono stati e cont<strong>in</strong>uano<br />
a essere per me dei maestri, ma arriva il momento <strong>in</strong> cui è più importante<br />
dimenticarsi di questa o quella tendenza, o pers<strong>in</strong>o di quello che potrebbe<br />
essere di moda, e trovare la propria strada personale. Mi piace immergermi<br />
completamente nella storia e lasciarmi ispirare».<br />
Il regista Chris Weitz (a s<strong>in</strong>istra)<br />
e il direttore <strong>del</strong>la fotografia Javier<br />
Aguirresarobe.<br />
—JavieR aGuiRResaRobe, diRettoRe <strong>del</strong>la fotoGRafia<br />
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