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Dimensione Acustica e Comunicazione Sonora - INFN Sezione di ...

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I Venerdì dell’Universo 2012<br />

Dialogo nel buio:<br />

<strong>di</strong>mensione acustica e comunicazione sonora<br />

Roberto Pompoli<br />

roberto.pompoli@unife.it


Dialogo nel buio<br />

E’ un percorso nel buio assoluto con una guida molto particolare che<br />

insegna a muoversi nell’oscurità e a risvegliare gli altri sensi. La guida, il<br />

maestro invisibile, ma rassicurante, è un non vedente.<br />

Tra vedenti e non vedenti i ruoli si invertono, le barriere cadono. Il<br />

Dialogo nel buio non vincolato dall’apparire, dal giu<strong>di</strong>zio e dalla<br />

<strong>di</strong>scriminazione s’innalza, rivelandoci la realtà <strong>di</strong> chi non vede, <strong>di</strong>versa,<br />

ma non meno intensa del nostro mondo iper-visuale che sembra<br />

mascherare gli altri sensi.


Il dono oscuro<br />

John M. Hull - “Il dono oscuro: nel mondo <strong>di</strong> chi non vede - Garzanti<br />

“.. La cosa strana, comunque, era che si trattava <strong>di</strong> un mondo fatto <strong>di</strong><br />

azione e nient’altro. Ogni suono era prodotto da una sorgente in attività:<br />

dove non succedeva niente, invece, regnava il silenzio. A un tratto quella<br />

traccia <strong>di</strong> mondo è scomparsa, ha cessato <strong>di</strong> esistere ……..<br />

Il mondo acustico è un mondo dove ogni cosa prende e perde esistenza,<br />

in un alternarsi <strong>di</strong> sorprendente rapi<strong>di</strong>tà.<br />

Non posso impe<strong>di</strong>re che questi stimoli esterni mi sommergano e non<br />

posso far altro che starmene qui seduto…..<br />

Questa natura intermittente del mondo acustico è una delle sue<br />

caratteristiche più <strong>di</strong>stintive, perché nel mondo che viene percepito con<br />

la vista si incontrano, all’opposto, solo stabilità e continuità. Il mondo<br />

percepito attraverso la vista non può scomparire davanti ai tuoi occhi.


In ascolto<br />

“In ascolto” è una riflessione poetica e<br />

autobiografica sull’essenza e la<br />

consapevolezza del linguaggio,<br />

dell’acustica, della comunicazione e della<br />

comprensione da parte <strong>di</strong> una persona che<br />

vive in un mondo silenzioso e ha scoperto il<br />

suono del silenzio.<br />

Hannah Merker - In ascolto - Corbaccio E<strong>di</strong>tore -<br />

1992


Ascoltare- u<strong>di</strong>re / guardare-vedere<br />

All’inizio degli anni Settanta, a 39 anni, Hannah<br />

Merker è rimasta vittima <strong>di</strong> un incidente sulla<br />

neve che le ha provocato la per<strong>di</strong>ta totale e<br />

permanente dell’u<strong>di</strong>to.<br />

“In ascolto” è il resoconto commovente ed<br />

evocativo delle percezioni dell’autrice della<br />

per<strong>di</strong>ta e del ricordo del suono dopo l’incidente<br />

che ha causato la sua sor<strong>di</strong>tà.<br />

E’ la storia della sua esistenza ma anche un<br />

affascinante esame <strong>di</strong> cosa significhi sentire e<br />

<strong>di</strong> cosa sia un mondo improvvisamente immerso<br />

nel silenzio.


I sensi e la percezione del mondo esterno<br />

“Allegoria dei 5 sensi” [Theodor Rombouts XVII sec]


L’uomo comunica con il mondo esterno<br />

attraverso i sensi; convenzionalmente<br />

cinque:<br />

la vista,<br />

il gusto,<br />

il tatto,<br />

l’olfatto<br />

l’u<strong>di</strong>to.<br />

I sensi e la percezione del mondo esterno<br />

Il gusto e il tatto ci mettono in<br />

“contatto” con il mondo vicino, a<br />

“portata <strong>di</strong> mano”. La vista, l’olfatto e<br />

l’u<strong>di</strong>to con il mondo vicino e lontano.<br />

In tutti questi casi la comunicazione<br />

avviene attraverso uno scambio <strong>di</strong><br />

energia:<br />

elettromagnetica, chimica, termica,<br />

meccanica.


I “paesaggi sonori”<br />

E’ dunque l’u<strong>di</strong>to che ci permette <strong>di</strong><br />

ascoltare i suoni ed i rumori che sono<br />

presenti durante la giornata.<br />

I suoni e i rumori che accompagnano la<br />

nostra giornata, da quando ci alziamo a<br />

quando ci addormentiamo, descrivono<br />

l’”ambiente sonoro” o il “paesaggio sonoro”<br />

nel quale viviamo.<br />

Ciascuno <strong>di</strong> noi vive in un proprio paesaggio<br />

sonoro: chi vive in campagna è<br />

accompagnato da un paesaggio sonoro<br />

<strong>di</strong>verso da chi vive in città. E chi vive, per<br />

esempio, a Ferrara, avrà un paesaggio<br />

sonoro <strong>di</strong>verso da chi vive a Venezia, dove<br />

non ci sono auto ma solo imbarcazioni.


I “paesaggi sonori”<br />

Raymond Murray Schafer (Sarnia, Ontario,<br />

1933) musicista, compositore, scrittore ed<br />

ecologista canadese alla Simon Fraser<br />

University <strong>di</strong> Vancouver vara il World<br />

Soundscape Project, un innovativo progetto<br />

<strong>di</strong> ricerca sul paesaggio sonoro.<br />

In Schafer il paesaggio sonoro è letto in<br />

chiave fortemente estetica, "mira cioè<br />

ad insegnarci a porgere l'orecchio ai<br />

rumori del mondo, come se fossero<br />

un'enorme composizione musicale" : il<br />

senso <strong>di</strong> identità <strong>di</strong> un luogo è colto a<br />

partire dal suo patrimonio sonoro, nel<br />

quale si riflettono usi, tra<strong>di</strong>zioni,<br />

sensibilità, bisogni <strong>di</strong> tutta la comunità.


I “paesaggi sonori contemporanei”


I “paesaggi sonori” nell’antichità<br />

Lucio Anneo Seneca<br />

miniatura spagnola del secolo XIV<br />

Lucio Anneo Seneca<br />

(4 a.C - 65 d.C)<br />

“Lettere a Lucilio”<br />

Vol. Primo - Lettera 56<br />

“Non il silenzio esterno, ma il placarsi delle<br />

passioni dà la vera quiete”


I “paesaggi sonori nell’antichità”<br />

“Che io muoia, se il silenzio è tanto<br />

necessario,come sembra, al raccoglimento e<br />

allo stu<strong>di</strong>o.<br />

Ecco, mi circonda da ogni parte un chiasso<br />

in<strong>di</strong>avolato: abito proprio sopra uno<br />

stabilimento balneare.<br />

Immaginati ora ogni sorta <strong>di</strong> voci che<br />

possano frastornare le orecchie. Quando i<br />

campioni si allenano a sollevare palle <strong>di</strong><br />

piombo e si affaticano o fingono <strong>di</strong><br />

affaticarsi, io li sento gemere; e ogni volta<br />

che mettono fuori il fiato trattenuto, sento<br />

i sibili del loro respiro affannato.


I “paesaggi sonori nell’antichità”<br />

“Quando capita qualcuno più pigro, che si<br />

contenta <strong>di</strong> una comune frizione, io sento la<br />

mano che fa massaggi sulle spalle, con un<br />

suono <strong>di</strong>verso secondo che si muova aperta<br />

o concava. Se poi sopraggiungono coloro che<br />

giocano a palla e cominciano a contare i<br />

punti, è finita.<br />

Aggiungi ora l’attaccabrighe o il ladro colto<br />

sul fatto, o quello a cui piace sentire la<br />

propria voce durante il bagno: poi il<br />

fracasso provocato da quelli che saltano<br />

nella piscina”.


I “paesaggi sonori nell’antichità”<br />

“Oltre a questi, le cui voci, se non<br />

altro, sono normali, pensa al<br />

depilatore, che, per farsi notare,<br />

parla in falsetto e non sta mai zitto,<br />

se non quando depila le ascelle e<br />

costringe un altro a urlare in sua<br />

vece.<br />

Infine c’è il ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> bibite, con<br />

le sue esclamazioni sempre <strong>di</strong>verse,<br />

il salsicciaio e il pasticciere e tutti i<br />

garzoni delle bettole, ciascuno dei<br />

quali, per vendere i suoi prodotti, ha<br />

una caratteristica inflessione della<br />

voce”.


I “paesaggi sonori nell’antichità”<br />

“E che dunque? Non è meglio liberarsi una buona volta <strong>di</strong> tutto questo<br />

schiamazzo?” D’accordo: perciò lascerò questo luogo. Ho voluto mettere alla<br />

prova me stesso; ma ora perché dovrei continuare questo tormento, quando<br />

c’è un rime<strong>di</strong>o così facile, escogitato da Ulisse per i suoi compagni contro le<br />

stesse Sirene? Ad<strong>di</strong>o.


Peter Ackroyd<br />

“Londra: Biografia <strong>di</strong> una città<br />

E<strong>di</strong>zioni Frassinelli 2004<br />

I “paesaggi sonori” nella letteratura<br />

Cap.4: Un rumore perenne<br />

“..Un duca tedesco arrivò a Londra il 12<br />

Settembre 1602 e fu stupito dalla singolare<br />

caratteristica dei rumori della città > [The acoustic world<br />

of early modern england- Bruce R. Smith]


Dino Buzzati<br />

(1906 - 1972)<br />

I “paesaggi sonori” nella letteratura<br />

Suoni, rumori e silenzi nel<br />

romanzo <strong>di</strong> Dino Buzzati<br />

“Il deserto dei Tartari”<br />

Franca Longhini - Roberto Pompoli<br />

XXIV° Convegno Nazionale<br />

Associazione Italiana <strong>di</strong> <strong>Acustica</strong><br />

Trento, 12 - 14 Giugno 1996


I “paesaggi sonori” nella pittura<br />

“Il grido” 1883<br />

Edvard Munch 1863-1944<br />

“Rumore notturno” 1919<br />

Georg Sholz


<strong>Comunicazione</strong> sonora, voce e parola<br />

Soffermiamoci a riflettere sull’importanza della parola nella vita<br />

familiare e sociale <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi. Pensiamo a quanto tempo della<br />

nostra giornata trascorriamo a parlare ed ad ascoltare; a quante<br />

informazioni ci scambiamo attraverso questa via <strong>di</strong> comunicazione.<br />

Pensiamo al pro<strong>di</strong>gio della parola e del suo ascolto. Forse l’uso della<br />

parola è il carattere <strong>di</strong>stintivo dell’uomo in tutto il regno animale.<br />

Nella vita quoti<strong>di</strong>ana esistono molte cause che possono compromettere<br />

questa comunicazione e che riguardano la sorgente, la trasmissione o<br />

l’ascolto.<br />

Ogni impe<strong>di</strong>mento nella trasmissione dei segnali emessi dalla sorgente<br />

sonora che raggiungono l’ascoltatore costituiscono una barriera acustica<br />

che potrà essere <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo: un rumore che interferisce nell’ascolto<br />

<strong>di</strong> un messaggio sonoro ( mascheramento), un ambiente dalle<br />

caratteristiche acustiche non idonee, una per<strong>di</strong>ta u<strong>di</strong>tiva,…...


<strong>Comunicazione</strong> sonora e voce<br />

ll Pianto: la forma <strong>di</strong> “voce” più semplice,<br />

innata. Sappiamo piangere senza che<br />

nessuno ce lo abbia insegnato ( come<br />

succhiare il latte, respirare, muovere le<br />

mani, ecc).<br />

E’ con questo pianto, quasi un urlo, che<br />

<strong>di</strong>ciamo al mondo intero: sono arrivato!!<br />

Adesso ci sono anch’io! Sono qui!<br />

E’ la nostra prima comunicazione con il<br />

mondo.<br />

E il pianto sarà per molti mesi l’unico modo<br />

<strong>di</strong> comunicare con gli altri.


<strong>Comunicazione</strong> sonora e parola<br />

E’ attraverso la parola che ciascuno <strong>di</strong> noi <strong>di</strong>aloga con gli altri. E’ con la<br />

parola che esprimiamo i nostri desideri, le nostre idee e necessità, i<br />

nostri sentimenti. La gioia, il dolore, la felicità, la tristezza, la paura, ecc.<br />

Ma è anche ascoltando le parole degli altri che entro in comunicazione con<br />

loro: conosco i loro pensieri, i loro sentimenti, le loro idee, ecc.<br />

Ascoltando la lettura <strong>di</strong> un libro entro<br />

in contatto con i pensieri <strong>di</strong> chi ha<br />

scritto quel libro. Una persona che non<br />

conosco, che vive lontano e che forse è<br />

vissuto tanti anni fa.


Parola e scrittura<br />

L’invenzione del romanzo: dall’oralità alla<br />

lettura silenziosa – Rosamaria Loretelli -<br />

Laterza E<strong>di</strong>tore<br />

“Il romanzo non esiste da sempre, ma è una forma<br />

narrativa che è stata “inventata” quando nel<br />

mondo occidentale si è <strong>di</strong>ffusa stabilmente la<br />

lettura silenziosa.<br />

E’ stato allora ( nel settecento) che è comparso il<br />

romanzo, che per la prima volta ha delegato alle<br />

sole parole stampate tutto il carico <strong>di</strong> significato<br />

che la lettura ad alta voce precedentemente<br />

affidava anche all’espressività dei toni, delle<br />

pause, e dei gesti.


Effetti del rumore: <strong>di</strong>sturbo e danno<br />

La definizione più accettata <strong>di</strong> rumore è quella <strong>di</strong> “suono non<br />

voluto”: occorre precisare che un suono può essere non voluto per il<br />

contenuto <strong>di</strong> informazioni che trasporta e per le caratteristiche<br />

fisiche che lo caratterizzano.<br />

Molto semplicemente si può <strong>di</strong>re che gli effetti del rumore possono<br />

essere <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sturbo” e/o <strong>di</strong> “danno”<br />

Mentre è abbastanza facile valutare gli effetti <strong>di</strong> “danno”<br />

funzionale all’apparato u<strong>di</strong>tivo ( con una au<strong>di</strong>ometria, per esempio),<br />

più <strong>di</strong>fficile è valutare il “<strong>di</strong>sturbo”.<br />

Il danno da rumore produce per<strong>di</strong>ta u<strong>di</strong>tiva che determina poi<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> relazione interpersonale e isolamento.<br />

Danno e <strong>di</strong>sturbo del rumore sono il prodotto dell’inquinamento<br />

acustico


Inquinamento sonoro<br />

E’ vero inquinamento?


Trasmissione del suono in un ambiente chiuso<br />

S<br />

L’“<strong>Acustica</strong>” <strong>di</strong> una sala è la qualità che la rende più o meno idonea all’ascolto<br />

<strong>di</strong> un messaggio sonoro (parola o musica).<br />

L’acustica <strong>di</strong> una sala è un “bene culturale”<br />

A<br />

Fig. 16


Trasmissione del suono in un ambiente chiuso<br />

L’ “ecogramma” descrive in modo<br />

particolarmente efficace l’acustica <strong>di</strong><br />

una sala<br />

L’ascoltatore riceve inizialmente il<br />

“suono <strong>di</strong>retto” , successivamente le<br />

onde riflesse provenienti dalle sorgenti<br />

immaginarie via via più lontane.<br />

Queste riflessioni sono caratterizzate<br />

da una minore intensità dovuta sia al<br />

maggior percorso sia alla attenuazione<br />

che subiscono per l’impatto sulle pareti.<br />

Ecogramma


Trasmissione del suono in un ambiente chiuso<br />

Ecogramma<br />

In una grande sala, il numero <strong>di</strong> riflessioni che<br />

arrivano dopo i primi 80-100 ms è così elevato e <strong>di</strong><br />

debole intensità che non sono più <strong>di</strong>stinguibili: in un<br />

secondo arrivano circa 8000 riflessioni.<br />

NB: Per ogni posizione della sorgente e<br />

dell’ascolatore sarà definito uno specifico<br />

ecogramma.<br />

Le riflessioni che arrivano dopo 80-100 ms<br />

definiscono il “campo riverberante”: il suo<br />

deca<strong>di</strong>mento descrive il “Tempo <strong>di</strong><br />

riverberazione”. Quelle che arrivano prima<br />

definiscono il campo delle “Prime riflessioni” o<br />

“Riflessioni precoci” o “Riflessioni utili”.


Trasmissione del suono in un ambiente chiuso<br />

La figura evidenzia come ogni riflessione sia caratterizzata da un suo<br />

tempo <strong>di</strong> ritardo, una intensità ed è associata ad una specifica <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> provenienza.<br />

Onda <strong>di</strong>retta<br />

DTo<br />

DT1<br />

DTi<br />

Prima riflessione I1, DT1, q1<br />

Onda riflessa Ii, DTì, qi<br />

S<br />

S’<br />

Suono riflesso<br />

Il nostro u<strong>di</strong>to è particolarmente selettivo nell’interpretare questa<br />

ricchezza <strong>di</strong> informazioni.<br />

qi<br />

R


Modello semplice per la descrizione del suono in<br />

una sala<br />

Gli esperti si formano un giu<strong>di</strong>zio<br />

sull’acustica <strong>di</strong> una sala “a orecchio”<br />

ascoltando la risposta dell’ambiente<br />

causata da una battuta <strong>di</strong> mani.<br />

Corta Lunga<br />

E’ un suono<br />

piuttosto<br />

lungo…………..<br />

…..4 secon<strong>di</strong>???


La fenomenologia<br />

L’energia sonora della battuta <strong>di</strong> mani<br />

viaggia lungo molti cammini alla velocità del<br />

suono rimbalzando sui confini della sala.<br />

Pacchetti <strong>di</strong> energia raggiungono<br />

l’ascoltatore. Più lungo è il cammino<br />

percorso maggiore è il loro ritardo e la loro<br />

attenuazione.<br />

La sequenza e le <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> arrivo dei<br />

pacchetti <strong>di</strong> energia sonora che giungono<br />

all’ascoltatore sono responsabili<br />

dell’impressione acustica della sala.


La risposta all’impulso<br />

La tecnologia moderna permette<br />

una misura oggettiva dell’ “impronta<br />

<strong>di</strong>gitale acustica” della trasmissione<br />

del suono tra il punto sorgente<br />

(battuta <strong>di</strong> mano) ed il punto<br />

ricevente (orecchio) in una sala.<br />

Il tracciato della pressione<br />

sonora nel tempo somiglia<br />

ad un albero <strong>di</strong> Natale<br />

rovesciato su un fianco.


Il quadrato della risposta all’impulso è una “buona<br />

rappresentazione” della sequenza <strong>di</strong> pacchetti <strong>di</strong> energia<br />

sonora che raggiungono l’ascoltatore.<br />

QUADRATO<br />

SIMILE


Due risposte all’impulso nel S. Carlo: appaiono e “suonano” <strong>di</strong>versamente<br />

p(t)<br />

p(t)


Chiaro<br />

e<br />

Spazioso<br />

Giu<strong>di</strong>zi<br />

soggettivi<br />

Forte<br />

e<br />

Vivo<br />

Intenso<br />

e<br />

Avviluppante<br />

Potente<br />

e<br />

Piacevole<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> laboratorio ed in campo hanno<br />

prodotto correlazioni tra <strong>di</strong>versi aspetti<br />

soggettivi dell’esperienza u<strong>di</strong>tiva in teatri e<br />

sale da concerto e parametri oggettivi<br />

ottenibili dalle risposte all’impulso misurate<br />

nelle sale.


Chiarezza<br />

La chiarezza della voce del<br />

cantante e della musica è un<br />

carattere acustico dominante nei<br />

teatri all’italiana. La chiarezza si<br />

riferisce a quanto <strong>di</strong>stintamente<br />

sono percepite note e parole in<br />

successione rapida.<br />

Utile per la parola<br />

Utile per la musica<br />

I descrittori oggettivi della chiarezza<br />

sono basati sul rapporto tra un’energia<br />

utile iniziale della risposta energetica ed<br />

una energia non utile per la chiarezza.


Chiarezza della voce: D (%) Desiderabile: D > 45 % -50 %<br />

D = 51 %<br />

D = 62 %<br />

D = 50%<br />

D = 66 %


Tempo <strong>di</strong> riverberazione<br />

La “vivezza” è legata alla durata del<br />

suono che segue una battuta <strong>di</strong> mani.<br />

Una dose corretta <strong>di</strong> vivezza<br />

“abbellisce” la musica e contribuisce<br />

alla sensazione <strong>di</strong> essere in una sala<br />

piuttosto che all’aperto.<br />

Descrittori oggettivi della vivezza<br />

sono il tempo <strong>di</strong> riverberazione RT<br />

ed il tempo <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento iniziale<br />

EDT. Sono ottenuti dalla<br />

registrazione del deca<strong>di</strong>mento del<br />

livello sonoro dopo l’interruzione <strong>di</strong><br />

una sorgente <strong>di</strong> rumore nella sala o<br />

dalla risposta all’impulso.<br />

Usualmente, la vivezza nei teatri<br />

all’italiana è moderata. Il San Carlo è<br />

appena deficitario rispetto alla<br />

vivezza <strong>di</strong> teatri dello stesso stile e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni paragonabili.


La figura mostra un segnale<br />

sonoro come successione <strong>di</strong><br />

suoni <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa ampiezza e<br />

durata, intervallati da pause:<br />

rappresenta sia la voce sia la<br />

musica.<br />

Si noti, per esempio, che nel<br />

caso della voce l’intervallo tipico<br />

tra i suoni è <strong>di</strong> circa 4-5 suoni al<br />

secondo (4-5 Hz).<br />

Parole e musica


Riverberazione e segnali impulsivi<br />

Quando questi segnali, <strong>di</strong> tipo impulsivo, si trasmettono in un<br />

ambiente chiuso, vengono riflessi dalle pareti e subiscono gli effetti<br />

della “riverberazione”. Come si vede da queste figure ciascun suono si<br />

prolunga nel tempo con una pendenza che è data dal proprio tempo <strong>di</strong><br />

riverberazione.<br />

La figura mostra due riverberazioni: una bassa ed una più elevata. La prima<br />

(a) produce una elevata chiarezza dei segnali percepiti, la seconda (b)<br />

tende invece a mascherarli rendendo <strong>di</strong>fficile e confusa la comprensione:<br />

specialmente nel caso della voce.


Vivezza: RT (s) Desiderabile : 1,4 < RT < 1,6 s<br />

RT = 1,0 s<br />

RT = 1,0 s<br />

RT = 1,0 s<br />

RT =1,0 s


L’intensità percepita è l’attributo<br />

soggettivo corrispondente alla<br />

sensazione <strong>di</strong> quanto un suono è<br />

percepito forte o debole. Una sala<br />

può rinforzare l’intensità della voce<br />

e della musica rispetto alla stessa<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> sorgenti e ricevitori<br />

all’aperto.<br />

Il descrittore oggettivo G (In<strong>di</strong>ce della<br />

robustezza del suono) è basato sul<br />

livello sonoro causato da una sorgente<br />

non <strong>di</strong>rettiva <strong>di</strong> potenza nota.<br />

Suono percepito<br />

più debole<br />

Suono percepito<br />

più forte


Intensità della voce: G (dB) Desiderabile: G > 0 dB<br />

G = - 3,7 dB<br />

G = - 1,1 dB<br />

G = - 1,3 dB<br />

G = - 0,3 dB


Intensità della musica: G (dB) Desiderabile: G > 0 dB<br />

G = - 1,0 dB<br />

G = 1,6 dB<br />

G = - 1,2 dB<br />

G = - 0,1 dB


Equilibrio tra la voce del cantante e<br />

la musica dell’orchestra nella buca<br />

E’ una con<strong>di</strong>zione percettiva per la quale<br />

l’ascoltatore ha l’impressione che la voce<br />

del cantante gli giunge con una intensità<br />

“giusta” rispetto all’intensità della<br />

musica prodotta dall’orchestra nella<br />

buca.<br />

L’equilibrio <strong>di</strong>pende specialmente delle<br />

superfici intorno al palcoscenico ed<br />

alla fossa.<br />

Per quanto possibile, l’equilibrio è<br />

anche sotto il controllo del <strong>di</strong>rettore<br />

<strong>di</strong> orchestra.<br />

I compositori avevano in mente l’acustica<br />

dei teatri e,forse, tenevano conto - in un<br />

certo grado - degli effetti acustici che<br />

potevano esitare nella concomitanza del<br />

canto con la musica orchestrale.<br />

I parametri che descrivono<br />

l’equilibrio relativo al solo teatro<br />

sono basati sulla <strong>di</strong>fferenza tra il<br />

valore <strong>di</strong> G quando una sorgente è<br />

posta sul palco e quello <strong>di</strong> G quando<br />

una sorgente che emette la stessa<br />

potenza sonora è posta nella fossa.


Equilibrio tra la voce del cantante e la musica dell’orchestra nella fossa<br />

Desiderabile: D = G cantante – G fossa ≈ 0 dB<br />

D = - 2,7 dB<br />

D = - 2,7 dB<br />

D = - 0,1 dB<br />

D = - 0,2 dB


La Spazialità è una qualità del suono elusiva.<br />

L’esperienza u<strong>di</strong>tiva evoca una sensazione <strong>di</strong><br />

spazio e <strong>di</strong>mensione. La mancanza <strong>di</strong> questa<br />

qualità in una sala è descritta come “......guardare<br />

all’evento da una finestra piuttosto che sentirsi<br />

all’interno dell’evento.”.<br />

Sono stati evidenziati due aspetti:<br />

l’Ampiezza apparente della sorgente<br />

ASW e l’Avviluppamento dell’ascoltatore<br />

LEV. Con una buona ASW la sorgente<br />

appare più estesa <strong>di</strong> quanto è giu<strong>di</strong>cata “ad<br />

occhio”. Un buon LEV suggerisce un senso<br />

<strong>di</strong> immersione nel suono.<br />

Descrittori <strong>di</strong> ASW sono:<br />

LF (Frazione laterale) e IACC<br />

(Coefficiente <strong>di</strong> correlazione mutua interaurale).


ASW per la musica: LF Desiderabile: LF > 0,15 – 0,20<br />

LF = 0,08<br />

LF = 0,09<br />

LF = 0,06<br />

LF = 0,19


ASW per la musica: LF Desiderabile: LF > 0,15 – 0,20<br />

LF = 0,10<br />

LF = 0,04<br />

LF = 0,01<br />

LF = 0,01


I gran<strong>di</strong> teatri concepiti nella<br />

tra<strong>di</strong>zione dei teatri all’italiana: il<br />

San Carlo a Napoli (1737) La Scala a<br />

Milano (1778), La Fenice a Venezia<br />

(1792), ed altri configurati nella<br />

stessa forma, hanno caratteri<br />

acustici generali non molto <strong>di</strong>ssimili.<br />

Tutti con<strong>di</strong>vidono qualche carenza<br />

visiva ed acustica.<br />

Teatro alla Scala<br />

Teatro <strong>di</strong> San Carlo<br />

Teatro La Fenice


Una caratteristica buona<br />

I parapetti, le colonne,<br />

gli stucchi, i rilievi ed<br />

altri ornamenti<br />

producono una<br />

<strong>di</strong>ffusione del suono<br />

rinviato verso la sala che<br />

è ritenuta un ingre<strong>di</strong>ente<br />

importante della<br />

piacevolezza acustica<br />

quando si assiste<br />

all’opera in teatri<br />

all’italiana.


Effetti <strong>di</strong> focalizzazione<br />

Come altri teatri dello stesso stile, il San<br />

Carlo è affetto da fenomeni <strong>di</strong><br />

focalizzazione a causa della curvatura delle<br />

pareti. Il suono iniziale tende ad accumularsi<br />

verso il fondo della sala. Ciò produce<br />

concentrazioni spaziali del suono ed il rischio<br />

<strong>di</strong> eco u<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> ritorno sul palcoscenico.<br />

Spostando la sorgente verso la parete<br />

laterale la concentrazione si accentua dando<br />

luogo ad una sorta <strong>di</strong> effetto <strong>di</strong> “galleria che<br />

sussurra”.


Il suono in un palco<br />

I palchetti come camerini separati<br />

sono tipici in <strong>di</strong>versi teatri all’italiana.<br />

Gli spettatori che non siedono in<br />

prossimità del parapetto soffrono <strong>di</strong><br />

inconvenienti per la visione e l’ascolto.<br />

Percepiscono un suono più debole e<br />

confuso.<br />

dB<br />

5<br />

3<br />

1<br />

-1<br />

-3<br />

-5<br />

-7<br />

-8<br />

-0.3<br />

2.1<br />

-4.3<br />

-0.1<br />

-7.0<br />

G<br />

C80<br />

-1.59<br />

Avanti In mezzo Dietro


Il teatro allìtaliana è stato un modello che ha ispirato i teatri costruiti in<br />

Italia ed in <strong>di</strong>verse parti del mondo, fin oltre l’inizio del ‘900.<br />

Teatro Argentina<br />

Roma (1732)<br />

Operà Garnier<br />

Parigi (1875)<br />

Semperoper<br />

Dresda (1838-41)<br />

Opera <strong>di</strong> Stato<br />

Vienna (1869)<br />

Teatro Colòn<br />

Buenos Aires (1904)<br />

Royal Opera House<br />

Londra (1732)


<strong>Acustica</strong> come bene culturale<br />

14-16 Ottobre 1996 – Teatro Regio<br />

<strong>di</strong> Torino – Convegno Internazionale<br />

“L’<strong>Acustica</strong> come bene culturale”<br />

4 Novembre 1998 – Ferrara –<br />

L’acustica dei teatri storici: un bene<br />

culturale”<br />

“Linee guida per le misurazioni<br />

dell’acustica dei teatri d’opera<br />

storici”<br />

“Carta <strong>di</strong> Ferrara: per la<br />

tutela, valorizzazione e<br />

fruizione del patrimonio<br />

acustico dei teatri storici<br />

italiani”


<strong>Acustica</strong> come bene culturale<br />

Spaces peack, are you listening?<br />

Experienging aural architecture<br />

Barry Blesser – Linda Ruth Salter<br />

MIT Press.<br />

“We experience spaces not only by seing<br />

but also by listening. We can navigate a<br />

room in the dark, and hear the<br />

emptiness of a house without furniture.<br />

Our experience of music in a concert<br />

hall depends on wether we sit in the<br />

front row or in the balcony. The unique<br />

acoustics of religious spaces acquire<br />

symbolic meaning. Social relationships<br />

are strongly influenced by the way that<br />

space changes sound.”


Le aule scolastiche<br />

Scuola Giovanni Pascoli (FE)


Le aule scolastiche<br />

Scuola Alda Costa (FE)


Le aule scolastiche<br />

Il Laboratorio <strong>di</strong> acustica del Dipartimento <strong>di</strong> ingegneria


Ma poi, è proprio così importante l’acustica?<br />

Come <strong>di</strong>menticare la “poetica” del palco?<br />

“Capitata nella fila delle carrozze, la carrozza dei<br />

Rostov si avvicinò lentamente al teatro, facendo<br />

stridere le ruote sulla neve. Natasa e Sonja<br />

balzarono fuori in fretta, tenendosi i vestiti;<br />

scese il conte, sostenuto dai servitori, e, fra le<br />

signore e gli uomini che entravano e i ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong><br />

programmi, tutti e tre penetrarono nel corridoio<br />

dei palchi <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne. Dietro alle porte chiuse<br />

già si u<strong>di</strong>vano i suoni della musica.<br />

La maschera passò rispettosamente e in fretta<br />

davanti alle signore e aprì la porta del palco. La<br />

musica si udì più <strong>di</strong>stintamente, attraverso la<br />

porta aperta balenarono le file dei palchi<br />

illuminati, pieni <strong>di</strong> signore con le spalle e le<br />

braccia nude, e la platea rumorosa e scintillante<br />

<strong>di</strong> uniformi. Una signora che entrava nel palco<br />

vicino guardò Natasa con uno sguardo <strong>di</strong> invi<strong>di</strong>a<br />

femminile.<br />

The Bolshoi (Stone) Theatre<br />

on Carousel Square, designed by<br />

the architect Antonio Rinal<strong>di</strong>


Il sipario non s’era ancora alzato e<br />

intanto suonavano il prelu<strong>di</strong>o. Natasa<br />

entrò, accomodandosi il vestito,<br />

insieme con Sonja e sedette,<br />

guardando le file illuminate dei palchi<br />

<strong>di</strong> faccia.<br />

La sensazione, che da molto tempo ella non aveva provata, <strong>di</strong> sapere le sue<br />

braccia nude e il suo collo guardati da centinaia <strong>di</strong> persone, la prese a un<br />

tratto, piacevole e spiacevole insieme, richiamando un intero sciame <strong>di</strong><br />

ricor<strong>di</strong>, <strong>di</strong> desideri e <strong>di</strong> emozioni, attinenti a quella sensazione. …….. I suoi<br />

occhi neri guardavano la folla senza cercarvi nessuno e il suo braccio sottile.<br />

nudo fin sopra il gomito, era appoggiato al parapetto <strong>di</strong> velluto, mentre la<br />

sua mano, certo inconsciamente, a seconda del tempo del prelu<strong>di</strong>o, ora si<br />

stringeva, ora si apriva, sgualcendo il programma.<br />

-Guarda, l’Alenina, con la madre, mi pare – <strong>di</strong>sse Sonja.<br />

-Caspita! Michail Kirìlyc è ancora ingrassato, - <strong>di</strong>sse il vecchio conte.<br />

(Guerra e pace – Lev Tolstoj – cap VII – Einau<strong>di</strong> ed. – Trad. Enrichetta<br />

Carafa d’Andria)


L’U<strong>di</strong>to<br />

L’u<strong>di</strong>to è il senso che ci permette <strong>di</strong> comunicare con il mondo esterno<br />

grazie al trasferimento <strong>di</strong> energia meccanica trasportata dal suono.<br />

E’ attraverso il suono che percepiamo la presenza della sorgente, delle<br />

sue caratteristiche e della sua posizione: è ancora il suono che ci<br />

informa su situazioni piacevoli o pericolose, ecc.<br />

Il suono esiste solo nel momento in cui viene prodotto: poi si estingue<br />

rapidamente. Una sorgente sonora “esiste” solo nel momento in cui<br />

produce un segnale.<br />

Tutta la nostra vita è accompagnata da suoni e rumori. Senza<br />

interruzione: giorno e notte. Anche <strong>di</strong> notte continuiamo a percepire<br />

suoni e rumori. Solo la soglia <strong>di</strong> velia si è innalzata: ma basta un rumore<br />

un po’ più intenso per svegliarci.<br />

Moltissime informazioni che provengono dal mondo esterno ci giungono<br />

dunque attraverso l’u<strong>di</strong>to. E’ grazie all’u<strong>di</strong>to che può avvenire la<br />

comunicazione sonora


Il para<strong>di</strong>gma della comunicazione sonora<br />

In ogni sistema <strong>di</strong> comunicazione<br />

si possono <strong>di</strong>stinguere una<br />

“Sorgente”, una “Linea <strong>di</strong><br />

trasmissione” e un “Ascoltatore”<br />

La Sorgente è il luogo in cui si<br />

genera la comunicazione e quin<strong>di</strong><br />

l’informazione che si vuole<br />

trasmettere. L’informazione è in<br />

pratica energia, variabile nel tempo<br />

e in intensità, ma or<strong>di</strong>nata secondo<br />

un certo co<strong>di</strong>ce.<br />

La Trasmissione avviene nel mezzo<br />

acustico ( la materia) che deve<br />

esserci per poter parlare <strong>di</strong><br />

trasferimento <strong>di</strong> energia sonora.<br />

Nell’ Ascoltatore avviene la<br />

trasformazione dell’energia sonora<br />

in “percezione u<strong>di</strong>tiva” e la<br />

deco<strong>di</strong>fica del segnale <strong>di</strong> partenza

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