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V. Fiocchi Nicolai, Kult u S. Magno a Fondi u svjetlu najnovijih arheoloških istraživanja<br />

nei monasteri tardoantichi o altomedievali della penisola 59 . In questo ipotetico<br />

monastero paleocristiano, probabilmente quello ricordato da Gregorio<br />

Magno, si sarebbe dunque sviluppato il culto del martire Magno, a seguito,<br />

come si diceva, dell’arrivo di reliquie dal santuario originario situato<br />

a Fabrateria; col tempo esse sarebbero state ritenute quelle di un santo<br />

autenticamente fondano, al quale (forse già all’epoca di Gregorio Magno)<br />

il monastero era dedicato. Tutto ciò sarebbe stato registrato dalla passio S.<br />

Magni, che non si esclude possa essere stata scritta nell’occasione di un<br />

importante rifacimento del complesso monastico (e dunque di un rilancio<br />

del monastero), forse proprio quello che portò alla costruzione della chiesa<br />

rinvenuta nei recenti lavori di scavo e di restauro, la cui datazione si è<br />

proposto di collocare nella seconda metà dell’XI secolo, comunque dopo i<br />

dissesti provocati dall’invasione araba dell’846 60 .<br />

59. Cfr. G. PENCO, Monasteri in alta Italia e culti santoriali. Tipologia e vie<br />

d’irradiazione, in Benedictina, 30 (1983), p. 343. Nell’epistolario di Gregorio Magno, per<br />

esempio, chiese dedicate a Maria sono ricordate nei monasteri di Napoli, Palermo e Autun<br />

(Greg. M., Epist. I, 54; III, 58; IX, 54; XIII, 10 = Corpus Christianorum, Series Latina,<br />

140, pp. 167, 206-207; 140A, pp. 612, 1007). Alla Vergine, secondo una recente ipotesi,<br />

era forse intitolata la prima chiesa abbaziale di S. Vincenzo al Volturno: F. MARAZZI,<br />

Fama praeclari martyris Vincentii. Rifl essioni su origini e problemi del culto di san Vincenzo<br />

di Saragozza a San Vincenzo al Volturno, in Sanctorum. Rivista dell’associazione<br />

per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografi a, 4 (2007), pp. 163-202, in part. alle<br />

pp. 193-194.<br />

60. Si ricorda che anche il monastero di S. Vincenzo al Volturno venne ricostruito tra<br />

la fi ne del X e gli inizi dell’XI secolo, dopo un’analoga incursione saracena (e dopo un<br />

successivo periodo di crisi del cenobio): F. MARAZZI, S. Vincenzo al Volturno. Evoluzione<br />

di un progetto monastico tra IX e XI secolo, in Il monachesimo italiano dall’età longobarda<br />

all’età ottoniana (secc. VIII-X). Atti del VII Convegno di studi storici sull’Italia<br />

benedettina, Nonantola (Modena), 10-13 settembre 2003, a cura di G. Spinelli, Cesena<br />

2006, pp. 443-446; ID., San Vincenzo, cit., pp. 21-25. La cronologia della chiesa medievale<br />

di S. Magno rimessa in luce negli scavi è basata essenzialmente, in mancanza di dati<br />

archeologici dirimenti, sui suoi caratteri architettonici e sulla fase più antica della sua<br />

decorazione pittorica, per la quale si è proposta una datazione nella seconda metà dell’XI<br />

secolo: si vedano i contributi di M. Andaloro e P. Pogliani, in Il monastero di S. Magno e<br />

la chiesa medievale ritrovata , cit., in corso di stampa (per un’anticipazione: Riapertura<br />

della Abbazia, cit., pp. 6-11).<br />

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