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between Carst and Isonzo zwischen Karst und Isonzo med Krasom ...

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE è un argomento che in Slovenia pochi conoscono a<br />

fondo e che ha condotto alla morte migliaia di ragazzi sloveni e di altre regioni dell’allora<br />

Impero austro-ungarico.<br />

DEL FRONTE ISONTINO SUL CARSO in natura abbiamo testimonianza da resti<br />

delle ferrovie a scartamento ridotto, acquedotti, baracche, magazzini ed altri spazi costruiti<br />

per l’utilizzo militare. Nelle vicinanze di quasi tutti i paesini del Carso troviamo cimiteri<br />

militari con migliaia di caduti. Questi cimiteri rimangono a memoria dei soldati caduti e<br />

sono monito riguardo l’insensatezza e follia della guerra, che con le sue armi ha inciso in<br />

questi luoghi e nel cuore di tutti quei popoli i cui padri, figli, fratelli e uomini hanno qui<br />

combattuto e perso la vita. Per cosa? Come ha scritto il brigadiere generale Janez J. Švajncer<br />

nell’introduzione al libro di Mitja Močnik dal titolo Komenski Kras 1914-1918: “I nostri<br />

predecessori sono sempre stati considerati bravi soprattutto perché come moltitudine<br />

anonima hanno versato il sangue per i padroni stranieri e sotto generali stranieri. Solo<br />

questo e nulla altro è stata per la nostra gente anche la prima guerra mondiale.”<br />

Il destino dei carsolini non fu meno crudele del destino delle genti degli altri territori dove<br />

furoreggiò la guerra. Molti degli abitanti del Carso lasciarono le proprie case e scapparono<br />

come profughi per tutto il territorio della monarchia austro-ungarica, giovani ed adulti<br />

vennero chiamati alle armi, tanti abitanti persero poi la vita durante i bombardamenti che<br />

colpirono i paesi carsici.<br />

Dopo il conflitto i carsolini fecero ritorno. Non riuscivano a riconoscere la propria terra.<br />

Là dove prima c’era la casa ora c’era un mucchio di pietre, là dove la casa ancora esisteva,<br />

era bruciata, saccheggiata, danneggiata, bisognosa di ricostruzione. Là dove prima c’era<br />

il campo, il bosco, la vigna, ora tutto era distrutto, bruciato, abb<strong>and</strong>onato a causa delle<br />

granate.<br />

Ad attendere i profughi che avevano abb<strong>and</strong>onato la propria terra con niente in tasca,<br />

c’erano povertà e mucchi di pietre. I carsolini dopo la prima guerra mondiale ricostruirono<br />

daccapo i paesi nella zona bassa del Carso, in alcuni casi li ristrutturarono. Realizzarono<br />

un nuovo Carso.<br />

CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILE DEL FRONTE ISONTINO o<br />

SENTIERI DELLA PACE SUL CARSO<br />

I Sentieri della pace legano il patrimonio del Fronte isontino e le peculiarità ambientali<br />

del basso Carso. Sono dedicati alla memoria delle innumerevoli vittime della prima guerra<br />

mondiale.<br />

Si trovano lungo l’allora campo di battaglia carsico nella parte meridionale del Fronte<br />

isontino e sono compresi nella rete del Sentiero della pace dalle Alpi all’Adriatico.<br />

Si tratta di una rete di sentieri attrezzati e segnati per escursionisti, ciclisti e persone a<br />

cavallo.<br />

Noi sloveni siamo un popolo che non ha mai aggredito altri popoli, ma ci siamo battuti di<br />

fronte agli invasori e contro gli occupatori.<br />

“Per sé e per il proprio popolo il soldato sloveno ha imbracciato le armi solo ai tempi<br />

delle guerre e delle rivolte contadine, nella lotta contro gli assalitori turchi, nella storia<br />

più recente nella prima guerra mondiale slovena 1918–19, durante la lotta di Liberazione<br />

nazionale 1941–45 e nella difesa dell’indipendenza ed autonomia della nostra patria nel<br />

1991,” ha scritto ancora il brigadiere generale Janez J. Švajncer nell’introduzione al libro di<br />

Mitja Močnik dal titolo Komenski Kras 1914-1918.<br />

Non per ultimo, proprio all’interno del Sentiero della pace sul Carso incontriamo la<br />

gigantesca torre posta sul Cerje, monumento a tutti i difensori della terra slovena!

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