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settembre-ottobre 2013 | Numero 5 ISSN: 1973-0578<br />
<strong>Banking</strong>&<strong>Finance</strong> <strong>Lab</strong><br />
Newsletter<br />
Convegno AIDEA 2013 a<br />
Lecce: 200 anni verso il<br />
futuro internazionale<br />
di Daniele Previati<br />
IN QUESTO NUMERO<br />
Convegno AIDEA<br />
4<br />
Dal 19 al 21 di settembre, nella splendida cornice del barocco<br />
salentino di Lecce, si è svolto il trentaseiesimo convegno (www.<br />
aidea2013.it/) dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale<br />
(AIDEA), che ha festeggiato i duecento anni dell’associazione<br />
(http://www.accademiaaidea.it/). E’ stata un’occasione importante<br />
per fare il punto sugli studi economico-aziendali in Italia e<br />
proiettare la ricerca nei vari campi dell’economia aziendale italiana<br />
verso un futuro di crescente internazionalizzazione. Come ha<br />
chiaramente illustrato Giorgio Invernizzi, Presidente del Comitato<br />
Scientifico,nella<br />
sua presentazione<br />
del convegno, esso<br />
ha avuto lo scopo<br />
primario, sin dalla<br />
sua progettazione, di<br />
rivolgersi innanzitutto<br />
ai giovani ricercatori<br />
italiani di economia<br />
Probability of Default<br />
Call for Paper - EFMA 2014<br />
Islamic <strong>Finance</strong> in China<br />
B&F on the road<br />
Prossimi incontri<br />
6<br />
9<br />
10<br />
13<br />
14
Convegno AIDEA<br />
La cattedrale di Santa Maria Assunta a Lecce<br />
aziendale, offrendo un ambiente aperto ricco di occasioni<br />
di confronto a livello internazionale. Il convegno ha<br />
quindi fatto perno sulle diverse società scientifiche<br />
create successivamente ad AIDEA da suoi soci (ADEIMF –<br />
Associazione dei Docenti di Economia degli Intermediari<br />
e dei Mercati Finanziari; SIDREA - Società Italiana dei<br />
Docenti di Ragioneria e di Economia Aziendale; SIMA –<br />
Società Italiana di Management; SIMkg – Società Italiana di<br />
Marketing; SISR -Società Italiana di Storia della Ragioneria;<br />
WOA – Workshop dei Docenti e dei Ricercatori di<br />
Organizzazione Aziendale) o sotto il suo patrocinio (AIDEA<br />
Giovani), nonché sulla rete delle riviste italiane accreditate<br />
da AIDEA e delle riviste estere con cui nel corso del tempo<br />
gli accademici italiani hanno sviluppato contatti.<br />
Ben 237 dei 289 paper che sono stati presentati (pari<br />
all’82%) sono scritti in inglese. Tale percentuale è segno di<br />
disponibilità ed impegno dei nostri ricercatori al confronto<br />
internazionale. Nel complesso, la comunità degli economisti<br />
aziendali italiani appare, alla luce del convegno, ben avviata<br />
verso il rafforzamento di un processo di internazionalizzazione<br />
che, iniziato da singoli gruppi e scuole (come<br />
appare chiaramente anche dalla recente valutazione della<br />
ricerca VQR 2004-2010), si sta esp<strong>and</strong>endo con risultati<br />
e prospettive incoraggianti. Per proseguire positivamente<br />
2<br />
in tal senso, appare necessario rispettare<br />
alcune condizioni, non sempre<br />
presenti in egual misura nei settori<br />
dell’economia aziendale italiana, condizioni<br />
che sono state variamente ricordate<br />
durante il convegno da diversi<br />
docenti e ricercatori. Ad esempio,<br />
Giorgio Invernizzi nella presentazione<br />
del convegno ha giustamente ricordato<br />
che “la pubblicazione su riviste<br />
internazionali non è condizione sufficiente<br />
per l’internazionalizzazione<br />
della Economia Aziendale. Ma, ribadisco,<br />
la pubblicazione – anche su<br />
riviste internazionali di fascia A –<br />
non è condizione sufficiente perché<br />
l’internazionalizzazione dell’Economia<br />
Aziendale si dispieghi in modo soddisfacente<br />
continu<strong>and</strong>o ad attingere<br />
linfa vitale dalle proprie radici. Non è<br />
condizione sufficiente per diffondere<br />
l’approccio aziendalistico italiano. E’<br />
solo una condizione necessaria, che<br />
addirittura espone a rischi di perdita<br />
di identità in assenza di una strategia<br />
di internazionalizzazione che coinvolga<br />
i nostri Istituti e i nostri Dipartimenti<br />
non solo sul fronte della ricerca,<br />
ma anche su quello della didattica”.<br />
A parere di chi scrive, le principali<br />
condizioni di internazionalizzazione<br />
possono essere così riassunte:<br />
• concepire la ricerca, e realizzarla,<br />
guard<strong>and</strong>o ad uno scenario<br />
accademico e di impatto pratico<br />
(linee di policy, pratiche manageriali)<br />
prevalentemente internazionale, pur<br />
non perdendo la visione dei problemi<br />
domestici dei diversi tipi di aziende;<br />
• operare in team il più possibile multinazionali,<br />
con persone provenienti
B&F <strong>Lab</strong> Newsletter<br />
da università differenti;<br />
• far sì che, abbastanza ovviamente, l’inglese<br />
o altre lingue europee ad elevata diffusione<br />
siano le lingue in cui concepire la ricerca e con<br />
cui comunicarne i risultati, mir<strong>and</strong>o alle riviste<br />
internazionali più prestigiose ma anche a quelle<br />
emergenti, che potranno rientrare tra le più<br />
prestigiose in futuro;<br />
• accettare il pluralismo degli orientamenti di<br />
ricerca, con una valorizzazione del patrimonio<br />
culturale<br />
dell’economia<br />
aziendale italiana, da<br />
tempo aperto ai contributi<br />
internazionali, almeno nelle<br />
sue migliori espressioni.<br />
La lettura e la citazione di<br />
contributi anche italiani,<br />
a volte anche alcuni non recentissimi, può<br />
denotare il tentativo di tale valorizzazione;<br />
• comunicare chiaramente l’orientamento<br />
epistemologico delle ricerche intraprese,<br />
senza appiattirsi su un acritico mainstream<br />
– seppur di successo su importanti riviste di<br />
fascia A – che fa confondere spesso i metodi<br />
(per lo più quantitativi) con la metodologia. Si<br />
pensi al riguardo che molti contributi seminali<br />
dell’economia (oltre che della stessa economia<br />
aziendale) non sono di natura induttiva, e<br />
che, molto più semplicemente, i contenuti e le<br />
conclusioni (i messaggi) di una ricerca debbono<br />
sempre prevalere sui metodi;<br />
• contribuire alla costruzione di database originali,<br />
su base domestica ed internazionale, che<br />
consentano di approfondire lo studio delle<br />
aziende in modo più ravvicinato, per contrastare<br />
un orientamento from a distance che prevale in<br />
studi di origini non aziendalistiche (o di management,<br />
se vogliamo esprimerci in termini<br />
più up to date….). Non bisogna coltivare storici<br />
complessi di inferiorità verso altri colleghi del<br />
nostro ambito delle scienze sociali (tipicamente<br />
Il futuro verso cui si orienta<br />
l’AIDEA deve essere di ampie<br />
riflessioni, oltre che di azioni<br />
volte a sfornare prodotti<br />
internazionali di ricerca<br />
gli economisti…), imit<strong>and</strong>one acriticamente approcci<br />
e metodi che non sempre si sono rivelati<br />
produttivi in termini di contributo previsivo e di<br />
susseguenti interventi di uscita dalle crisi e di risanamento<br />
delle situazioni da tali crisi generate.<br />
L’utilità per gli attori presenti nel sistema socioeconomico<br />
è condizione da rispettare, e tipica<br />
degli studi di economia aziendale;<br />
• confrontarsi criticamente con i risultati prodotti<br />
dalle riviste di classe elevata, scegliendo quelle<br />
più adeguate al proprio<br />
orientamento di ricerca, senza<br />
seguire opportunisticamente<br />
quelle di maggior successo,<br />
pieg<strong>and</strong>o la propria ricerca<br />
alla “corrente principale”<br />
(magari chiedendosi dove<br />
porta all’atto pratico, e non solo accademico,<br />
tale “corrente”).<br />
I tempi della ricerca non sono mai brevi, a<br />
meno di intraprendere percorsi frenetici (e un<br />
poco seriali) per aumentare la produttività in<br />
termini di quantità di paper ed articoli. Il futuro,<br />
verso cui si orienta l’AIDEA con i suoi duecento<br />
anni di storia alle spalle, deve essere un futuro<br />
di ampie riflessioni, oltre che di azioni volte a<br />
sfornare prodotti internazionali di ricerca. In<br />
tal senso, l’occasione del convegno e gli stimoli<br />
che ha prodotto non vanno dispersi, e debbono<br />
trovare sbocchi positivi nel prossimo futuro,<br />
sin dal prossimo convegno AIDEA, quello del<br />
duecentounesimo anno.<br />
Daniele Previati<br />
(Direttore Editoriale)<br />
Leggi l’intervento integrale su<br />
www.banking<strong>and</strong>financelab.it<br />
3
Convegno AIDEA<br />
Presentazione del Convegno AIDEA<br />
AD OPERA DI GIORGIO INVERNIZZI, PRESIDENTE DEL COMITATO SCIENTIFICO<br />
Dal 19 al 21 settembre si è svolto a Lecce, all’Università del Salento, il Convegno del Bicentenario AI-<br />
DEA, dal tema “Il ruolo dell’azienda nell’economia. Esiste un modello aziendale orientato alla crescita?”.<br />
Numerosi i partecipanti, forte la presenza delle istituzioni e delle aziende, immenso il lavoro<br />
svolto dagli organizzatori. In poche parole, un gr<strong>and</strong>e successo. Qual è stata la formula vincente di<br />
questo bicentenario?<br />
Fin dall’inizio erano chiari, a noi del Comitato, i tre elementi della formula imprenditoriale attorno ai<br />
quali avremmo dovuto svolgere il nostro compito:<br />
1. il target: i “clienti target” erano i giovani ricercatori di economia aziendale italiani;<br />
2. il sistema di prodotto: l’offerta di un ambiente aperto in cui presentare occasioni di confronto a<br />
livello internazionale delle ricerche concepite nell’alveo della tradizione di economia-aziendale. Tale<br />
offerta doveva avere un prezzo basso. Inoltre la manifestazione doveva avere il sapore di una festa.<br />
L’offerta, infine, doveva coinvolger diverse riviste (italiane e straniere).<br />
3. la struttura, si doveva perciò definire il contesto di un “convegno aperto, articolato su diversi tipi<br />
di iniziative”.<br />
Prendiamo spunto dal titolo del convegno (Il ruolo dell’azienda nell’economia. Esiste un modello<br />
aziendale orientato alla crescita?, ndr.) per chiederle: qual è stato il “modello aziendale” che vi ha<br />
orientato per celebrare il ruolo della ricerca nell’economia?<br />
Oltre ad aver chiesto consigli e suggerimenti ai Presidenti delle 7 Società scientifiche che si collegano<br />
ad Aidea, abbiamo chiesto alle 27 riviste accreditate Aidea di proporci un paio di titoli di argomenti<br />
che declinassero il tema, volutamente generale, del nostro Convegno. Lo stesso abbiamo fatto<br />
con alcune riviste straniere, chiedendo loro anche la disponibilità a predisporre una special issue o<br />
una fast track. Abbiamo poi cercato di organizzare un convegno nel convegno, tre tavole rotonde e<br />
diverse opportunità d’incontro.<br />
In tantissimi hanno aderito al call for paper, accademici e non, da ogni parte d’Italia e del resto del<br />
mondo. So che ha un bel po’ di dati interessanti da snocciolare …<br />
Abbiamo ricevuto 444 paper (65% da Università Italiane, 35% da Università straniere di 38 differenti<br />
nazioni). A seguito di una revisione anonima, ne abbiamo selezionati 289, con un tasso di accettazi-<br />
4
B&F <strong>Lab</strong> Newsletter<br />
one del 65%. Ben 237 dei 289 paper che saranno<br />
presentati (pari all’82%) sono scritti in inglese.<br />
Tale percentuale è segno di disponibilità ed<br />
impegno dei nostri ricercatori al confronto internazionale.<br />
Inoltre, analizz<strong>and</strong>o nel dettaglio<br />
i paper selezionati, si nota una tendenza a ricercare<br />
e pubblicare insieme ad altri studiosi (il<br />
numero medio di autori per paper è 2,25). Approfondendo<br />
la composizione degli autori degli<br />
articoli si segnala che i coautoraggi sono per<br />
lo più fra ricercatori di sedi universitarie differenti.<br />
Resta da fare ancora molta strada, invece,<br />
sulla via della integrazione dei nostri ricercatori<br />
nelle comunità scientifiche internazionali di riferimento:<br />
infatti, soltanto 14 articoli (il 5%) vedono<br />
la presenza di autori italiani e stranieri che<br />
hanno lavorato insieme.<br />
Ringraziamo per la collaborazione e la<br />
disponibilità Giorgio Invernizzi, Presidente del<br />
Comitato Scientifico di AIDEA e… arrivederci ad<br />
AIDEA 2015!<br />
AIDEA Best Paper Awards<br />
I sei vincitori dei premi AIDEA (1.000 euro ciascuno, messi a disposizione dalla Fondazione Cariplo e dalla<br />
Fondazione Farmafactoring) per i migliori paper presentati al Convegno da giovani autori (con meno di 40 anni e<br />
non professori di ruolo in Università italiane) sono:<br />
Federico Cosenz<br />
Designing performance management systems in academic institutions: a dynamic performance management view<br />
Aless<strong>and</strong>ra Cozzolino<br />
L’agilità nella logistica delle emergenze. Come le imprese apprendono la gestione dell’imprevedibile dalle<br />
organizzazioni umanitarie nelle operazioni di primo soccorso<br />
Francesco Mazzi<br />
Insight on CFOs perception of IAS reporting (con Giovanni Liberatore e Ioannis Tsalavoutas)<br />
Nikolaos Papanikolaou<br />
How changes in the market conditions affect screening activity <strong>and</strong> the lending behaviour of banks?<br />
Enzo Peruffo<br />
Ownership- monitoring or expropriation: evidence from divested European firms (con Raffaele Oriani e Maria<br />
Goranova)<br />
Paola Zocchi<br />
5<br />
Price setting anomalies <strong>and</strong> bank profitability concerns in the Italian residential mortgage market
Editoriale<br />
Il rischio di credito: i<br />
modelli di valutazione<br />
della probabilità di<br />
default<br />
ANISA AGO<br />
PHD CANDIDATE IN BANKING AND FINANCE<br />
L’analisi e la quantificazione del rischio di credito<br />
rappresenta un tema di particolare importanza e di<br />
interesse in differenti ambiti.<br />
Il primo ambito può essere quello in cui una Banca si trova<br />
a concedere affidamenti alla propria clientela e deve<br />
valutare la capacità creditizia del cliente per poi definire le<br />
condizioni economiche da sottoporre alla clientela stessa.<br />
Un’ulteriore contesto in cui è utile la valutazione del rischio<br />
di credito è quello della sottoscrizione dei titoli di debito di<br />
enti societari, bancari o sovrani. Si dovrebbe poter valutare<br />
la capacità dell’ente emittente di rimborsare il prestito al<br />
fine di valutare l’effettiva convenienza dell’operazione di<br />
sottoscrizione.<br />
Le perdite generate dal rischio di credito sono<br />
sostanzialmente di due tipologie: perdite attese e perdite<br />
6<br />
inattese. La perdita attesa (expected<br />
loss EL) rappresenta il valore medio<br />
della distribuzione delle perdite di<br />
un portafoglio creditizio e può essere<br />
determinata moltiplic<strong>and</strong>o i tre<br />
seguenti fattori: la probabilità attesa<br />
di insolvenza (PD), il tasso di perdita<br />
in caso di insolvenza (loss given<br />
default, LGD), indicato anche come<br />
complemento a 1 del tasso di recupero,<br />
recovery rate (RR, che rappresenta<br />
la quota del credito che verrà<br />
recuperato a seguito del default),<br />
e l’esposizione attesa al momento<br />
dell’insolvenza (expected exposure at<br />
default, EAD) che misura ad esempio<br />
la probabile quota di finanziamento<br />
effettivamente utilizzata dal cliente<br />
o il valore di mercato dell’attività<br />
stimato al momento dell’insolvenza.<br />
La variabilità della possibile perdita<br />
attorno al suo valore medio (la perdita<br />
inattesa) rappresenta il vero fattore di<br />
rischio, ossia il rischio che la perdita<br />
si dimostri, a posteriori, superiore a
B&F <strong>Lab</strong> Newsletter<br />
quella inizialmente stimata.<br />
E’ evidente come, al fine di quantificare il rischio<br />
di credito, si dovrà in primo luogo valutare la<br />
probabilità che alla fine del periodo il prenditore<br />
si possa trovare nella situazione di inadempienza.<br />
Solo successivamente si dovrà valutare,<br />
nel caso in cui si verifichi lo stato di insolvenza,<br />
quale potrà essere l’entità della propria esposizione<br />
creditizia, ed infine si dovrà stimare<br />
quanta parte del credito concesso potrà essere<br />
recuperata.<br />
La probabilità di default è<br />
riferita al singolo debitore,<br />
può variare nel corso del<br />
tempo e può essere determinata<br />
ricorrendo a differenti<br />
metodologie. I due gr<strong>and</strong>i<br />
approcci utilizzati per la valutazione del rischio<br />
di credito sono i modelli strutturali e i modelli in<br />
forma ridotta. I modelli strutturali si propongono<br />
di determinare il rischio di credito di un’azienda<br />
in base alla sua struttura economica e finanziaria,<br />
invece i modelli in forma ridotta o intensity –<br />
based models trattano l’insolvenza come evento<br />
completamente esogeno, non dipendente dalla<br />
struttura patrimoniale della società o del Paese<br />
in esame.<br />
Nei modelli strutturali si ipotizza di disporre della<br />
stessa informazione del manager della società,<br />
invece, in quelli in forma ridotta si prescinde<br />
dalla conoscenza del valore di tutte le attività<br />
e passività della società: l’informazione disponibile<br />
è la stessa del mercato.<br />
L’approccio più remoto utilizzato per la valutazione<br />
quantitativa del rischio di credito è quello<br />
basato sull’analisi effettuata da Merton (approccio<br />
strutturale). Il modello si fonda sui principi<br />
della Contingent Claim Analysis (Approccio delle<br />
opzioni reali). Successivamente sono nati nuovi<br />
modelli di valutazione basati sull’approccio di<br />
Merton. Mentre, per quanto riguarda i modelli in<br />
forma ridotta la probabilità di default viene calcolata<br />
a partire dalle quotazioni di mercato di<br />
strumenti finanziari.<br />
I due gr<strong>and</strong>i approcci<br />
utilizzati per la valutazione<br />
del rischio di credito sono i<br />
modelli strutturali e i modelli<br />
in forma ridotta<br />
Possiamo identificare tre differenti modi di ricavare<br />
tale probabilità: partendo dai prezzi dei<br />
Corporate Bond, bas<strong>and</strong>osi sui rating creditizi,<br />
utilizz<strong>and</strong>o gli spread dei CDS .<br />
Ci soffermiamo sull’ultimo approccio, cioè sulla<br />
quantificazione della probabilità di default<br />
a partire dagli spread dei credit default swap<br />
quotati sui mercati finanziari.<br />
La peculiarità di tale modello,<br />
sviluppato da JP Morgan,<br />
risiede nella possibilità di<br />
quantificare una probabilità<br />
di default che rappresenta e<br />
sintetizza le aspettative degli<br />
operatori di mercato in merito al profilo di credito<br />
di uno specifico emittente. In questo modello<br />
vengono utilizzati i prezzi di mercato dei CDS<br />
per ricavare la probabilità di default (PD) implicita<br />
negli stessi prezzi. Il calcolo si può ritenere<br />
attendibile dato che il mercato finanziario, nel<br />
quale i CDS vengono quotati, si può considerare<br />
stabile e liquido e quindi è sempre possibile eseguire<br />
un ordine al prezzo desiderato.<br />
Il modello si basa sul fatto che a un determinato<br />
livello di spread del CDS corrisponde un certo<br />
valore di probabilità di default dell’entità di riferimento<br />
dello stesso CDS. Cioè, l’<strong>and</strong>amento dei<br />
livelli assunti da tali spread segue quello della<br />
probabilità di default, che si vuole quantificare.<br />
Per illustrare le caratteristiche del modello, abbiamo<br />
riprodotto lo stesso utilizz<strong>and</strong>o le informazioni<br />
incorporate nelle quotazioni dei CDS<br />
di una specifica entità di riferimento, e confront<strong>and</strong>o<br />
successivamente le probabilità di default<br />
ricavate in differenti momenti.<br />
Poiché il modello sviluppato dalla JPM è un<br />
modello in forma ridotta e l’evento insolvenza è<br />
modellato in modo tale che non dipenda dalla<br />
7
Editoriale<br />
struttura patrimoniale dell’ente oggetto di analisi,<br />
abbiamo ritenuto opportuno e interessante<br />
valutare la PD implicita dell’emittente sovrana<br />
Repubblica Italiana. Un modello strutturale non<br />
si sarebbe rivelato adeguato in questo caso,<br />
dato che la struttura economico – finanziaria<br />
di uno stato non è ben definita come quella di<br />
un’emittente corporate.<br />
Dai risultati della nostra elaborazione è emerso<br />
che il livello della probabilità di default è<br />
variato significativamente nel corso dell’arco<br />
temporale di riferimento. Ai vari livelli dei CDS<br />
registrati a giugno, settembre e dicembre 2011,<br />
nonché a marzo 2012, corrisponde una diversa<br />
probabilità di default (probabilità di default dinamica),<br />
diversamente dal caso in cui si valuta la<br />
probabilità bas<strong>and</strong>osi sui dati storici e che per<br />
definizione ci danno una probabilità di default<br />
storica (probabilità di default statica).<br />
quota del 8,43%. E nei mesi precedenti il downgrading<br />
(nei nostri calcoli il 30/09/2011) il livello<br />
della probabilità di default era comunque molto<br />
più alto dello 0,42% (6,818%).<br />
Quindi, il modello basato sugli spread dei CDS<br />
permette di ricavare una probabilità di default<br />
utile per cogliere la reale rischiosità di un<br />
soggetto di nostro interesse, e anche per vedere<br />
in quale modo questa PD venga influenzata dalle<br />
circostanze economiche attuali. Il modello rivela<br />
la sua capacità di cogliere in modo immediato la<br />
rischiosità dell’emittente e riflette la percezione<br />
dei mercati relativamente allo stesso emittente.<br />
Anisa Ago<br />
Confront<strong>and</strong>o la PD implicita con quella frequentista<br />
abbiamo notato come la prima colga la<br />
rischiosità effettivamente percepita dai mercati,<br />
invece la seconda dia una PD statica dato che<br />
vengono utilizzati dati storici.<br />
Nello specifico abbiamo analizzato il livello di<br />
rating BBB+ che è stato assegnato all’emittente<br />
sovrana Italia il 13/01/2012 dall’agenzia St<strong>and</strong>ard<br />
<strong>and</strong> Poor’s. A un tale livello di rating dovrebbe corrispondere<br />
mediamente, una probabilità di default<br />
dello 0,42%. Invece, in base ai nostri calcoli,<br />
nello stesso periodo (precisamente il 31/12/2011)<br />
la probabilità di default dell’Italia raggiungeva la<br />
8
B&F <strong>Lab</strong> Newsletter<br />
Piazza del Colosseo a Roma<br />
Call for Paper: EFMA 2014<br />
THE EUROPEAN FINANCIAL MANAGEMENT ASSOCIATION WILL<br />
HOLD ITS 23TH ANNUAL MEETING IN ROME, (ITALY), TOR VERGATA<br />
UNIVERSITY, SCHOOL OF ECONOMICS, JUNE 25-28, 2014.<br />
KEYNOTE SPEAKER: PROFESSOR GARY B. GORTON - YALE SCHOOL<br />
OF MANAGEMENT.<br />
PROGRAM CO-CHAIRS: ALESSANDRO CARRETTA E GIANLUCA<br />
MATTAROCCI<br />
RESEARCH PAPERS: Members <strong>and</strong> friends of the association are invited to participate in the 2014 Annual<br />
Meeting. You are encouraged to submit research papers in all areas of finance.<br />
DEADLINE: The deadline for papers <strong>and</strong> proposals is January 15, 2014 Authors will be notified by March 4,<br />
AWARDS: The Association will present the EFMA Conference Award ($200), GARP Risk Management Award<br />
($2,500), LANG Corporate Award ($2,000) & PhD Student Best Paper Award ($2,000).<br />
SPECIAL SESSIONS: In addition to the regular academic sessions, the program will include panel discussions,<br />
tutorial lectures, <strong>and</strong> invited presentations. The goals of these special sessions are to enhance the exchange<br />
of ideas between academicians <strong>and</strong> practitioners, to provide a forum for discussion of special topics <strong>and</strong><br />
to offer educational opportunities for conference participants. Submit your proposal for a special session<br />
by writing to the Program Co-Chairs.<br />
PUBLICATION: A set of papers presented at the meeting will be invited by the 2014 Program Co-Chairs<br />
to be considered for publication in the European Financial Management journal, in cooperation with the<br />
Managing Editor. All selected papers with authors’ approval will be blind refereed.<br />
9
Attualità dall’estero<br />
Islamic <strong>Finance</strong> in<br />
Greater China Region:<br />
A brief intro<br />
ZHENGUO JIA<br />
PHD CANDIDATE IN MANAGEMENT AND ORGANIZATION<br />
Islamic finance develops significantly <strong>and</strong> rapidly under<br />
the global context of economic downturn. It exp<strong>and</strong>s to<br />
more than 70 countries <strong>and</strong> 300 Islamic institutions in operation<br />
worldwide, Greater China region is no exception.<br />
An increasingly <strong>and</strong> positively formulating Islamic financial<br />
system indicates the potential revolution of international<br />
financial service sector.<br />
This article aims to briefly introduce the development <strong>and</strong><br />
status quo of Islamic finance in Greater China Region containing<br />
Hong Kong SAR, Mainl<strong>and</strong> China as well as Taiwan.<br />
Indeed, the Islamic <strong>Finance</strong> development just phased in<br />
the beginning in Greater China Region, but hopefully there<br />
will be a prospective future for Islamic <strong>Finance</strong> in this area.<br />
1. Hong Kong SAR<br />
Zeng Yinquan, chief executive of Hong Kong SAR (Spe-<br />
10<br />
cial Administrative Region) clearly<br />
stressed on conference in Saudi Arabia<br />
that Hong Kong equips complete<br />
Financial Service infrastructures <strong>and</strong><br />
facilities as well as flexible <strong>and</strong> sound<br />
legal <strong>and</strong> regulatory systems in terms<br />
of establishing <strong>and</strong> developing an Islamic<br />
Financial centre in East Asia to<br />
support its economic growth.<br />
With the encouragement <strong>and</strong> authorization<br />
of Hong Kong SAR government<br />
<strong>and</strong> Hong Kong Monetary Authority,<br />
Hang Seng Bank that under control of<br />
HSBC group issued the first wholesaling<br />
Islamic Fund in Nov. 2007 which<br />
is Heng Seng Islamic China Index<br />
primarily focuses on Hong Kong <strong>and</strong><br />
Mainl<strong>and</strong> China Market in order to invest<br />
Shariah-Compliant companies.<br />
Moreover, Hong Leong Bank Hong<br />
Kong was the first bank in Hong Kong<br />
recognized by Central Bank of Malaysia<br />
<strong>and</strong> the Hong Kong Monetary Authority<br />
to launch its Islamic <strong>Banking</strong><br />
services on 18 th August 2008 which
B&F <strong>Lab</strong> Newsletter<br />
offers innovative Shariah-compliant wholesale<br />
<strong>and</strong> investment banking solutions to meet clients’<br />
needs. In Oct 2011, Malaysia investment<br />
Khazanah Nasional succeeded in issuing 500<br />
million RMB Islamic Bond (Sukuk) in Hong Kong<br />
<strong>and</strong> this was the first <strong>and</strong> pioneering Sukuk issue<br />
with currency of RMB. In fact, this creative<br />
<strong>and</strong> appealing Sukuk attract investors from Malaysia,<br />
Singapore, Hong Kong, Middle East <strong>and</strong><br />
Europe. In particular, Hong Kong government<br />
has already launched consultation<br />
of legislative amendment<br />
to step towards the development<br />
of its Islamic bond<br />
Market. What Hong Kong emphasis<br />
the importance is the<br />
intermedium nature between<br />
Mainl<strong>and</strong> China <strong>and</strong> rest world <strong>and</strong> the extremely<br />
market potential. However, in the light of current<br />
situation, certain amendments to law <strong>and</strong><br />
tax regime in Hong Kong were needed to further<br />
promote <strong>and</strong> encourage the industry. In addition<br />
to the practical Islamic services lanching, Hong<br />
Kong initiated several projects in regards with<br />
training local Islamic <strong>Finance</strong> professionals accordingly<br />
in order to sustainably advance the<br />
Islamic finance industry as a prospective Islamic<br />
Financial hub, to ensure that all financial activities<br />
are conducted in line with Shariah Principle<br />
<strong>and</strong> related governance rules. One of this efforts<br />
features the collaboration with Hong Kong<br />
University <strong>and</strong> CIMA on lanching Certificate/Advanced<br />
certificate in Islamic <strong>Finance</strong> qualification<br />
in Hong Kong.<br />
2. Mainl<strong>and</strong> China<br />
From Mainl<strong>and</strong> China’s perspective, in Oct. 2009,<br />
the Ningxia Hui Autonomous Region supported<br />
<strong>and</strong> led Bank of Ningxia to pioneer Islamic <strong>Finance</strong><br />
with the encouragement of China <strong>Banking</strong><br />
Regulatory Commission. Referring to the 10th<br />
Hong Kong SAR, Mainlanfd<br />
China <strong>and</strong> Taiwan<br />
characterized by differing<br />
level of development in<br />
Islamic <strong>Finance</strong><br />
census data <strong>and</strong> statistics by Chinese government,<br />
there are 10 minorities in China believing<br />
in Islam <strong>and</strong> the population exceeds 23 million.<br />
Accordingly, there is huge potential market for<br />
Shariah-compliant banking services. Bank of<br />
Ningxia became the first bank with Islamic <strong>Finance</strong><br />
windows offering Islamic banking services<br />
in Mainl<strong>and</strong> China. However, the Islamic <strong>Finance</strong><br />
windows at Bank of Ningxia are just offering<br />
basic Islamic banking services containing safe<br />
custody current account, Restricted Investment<br />
Account(Mudarabah),costplus<br />
(Murabahah) currently.<br />
Further Islamic <strong>Finance</strong> popular<br />
products were in discussion<br />
<strong>and</strong> innovation with<br />
Mainl<strong>and</strong> China Central bank.<br />
Additionally,<br />
developing<br />
Ningxia as a Islamic <strong>Finance</strong> Centre connecting<br />
mainl<strong>and</strong> China with Arabian countries was always<br />
the willing of officials of Ningxia Hui Autonomous<br />
Region to open up its region for the<br />
development. This idea <strong>and</strong> plan were supported<br />
by a research project hosted by National Development<br />
<strong>and</strong> Reform Committee of China in 2012<br />
regarding setting up trail finance cooperation<br />
zone with Arabian countries,constructing Ningxia<br />
to Mainl<strong>and</strong> China’s international hub for Islamic<br />
<strong>Finance</strong> as well as establishing <strong>and</strong> restructuring<br />
Islamic banks <strong>and</strong> further confirmed<br />
by China <strong>Banking</strong> Regulatory Commission.<br />
But this plan was unfortunately not ultimately<br />
agreed by Central Bank of China <strong>and</strong> Ministry<br />
of <strong>Finance</strong>. The primary challenges might be<br />
the difficulties to accommodate Islamic <strong>Finance</strong><br />
transaction which are complying with Shariah<br />
principles to existing Chinese banking system<br />
<strong>and</strong> supervision. The further development of Islamic<br />
<strong>Finance</strong> might need quite a long time.<br />
3. Taiwan<br />
Compared with Hong Kong’s Islamic finance industry,<br />
Taiwan’s development features relative<br />
11
Attualità dall’estero<br />
slower, but the Islamic <strong>Finance</strong><br />
segment is growing recently.<br />
In the global context of significantly<br />
increasing of Islamic <strong>Finance</strong>,<br />
the Taiwan government<br />
<strong>and</strong> organizations commenced<br />
to research the viability <strong>and</strong><br />
opportunities of developing Islamic<br />
<strong>Finance</strong> in Taiwan as well<br />
as holding several regional Islamic<br />
<strong>Finance</strong> Forums to foster<br />
its enlargement. In 2009, Taiwan’s<br />
Stock Exchange(TAIEX)<br />
with efforts of Financial Times<br />
UK prepared Taiwan Islamic<br />
Index containing companies<br />
compliant with Shariah principles.<br />
Polaris Securities Investment<br />
Trust Co. was in talks with DBS<br />
Group Holdings Ltd., Southeast<br />
Asia’s biggest bank, to establish<br />
a venture to develop Islamic<br />
finance in Southeast Asia in<br />
2008. Polaris collaborated with<br />
DBS group to start an exchange<br />
traded fund that tracked the<br />
MSCI Taiwan Islamic Index. The<br />
index contains about 60 stocks<br />
listed on the Taiwan stock exchange,<br />
<strong>and</strong> includes companies<br />
such as Taiwan Semiconductor<br />
Manufacturing Co., Hon<br />
Hai Precision Industry Co. <strong>and</strong><br />
Chunghwa Telecom Co. Polaris<br />
is the asset management<br />
unit of Polaris Financial Group,<br />
which owns Taiwan’s largest<br />
online brokerage.<br />
However, the most challenging<br />
obstacle to further grow Islamic<br />
<strong>Finance</strong> in Taiwan appear<br />
to be lacking of experienced<br />
working professionals <strong>and</strong><br />
Shariah Scholars in Islamic <strong>Finance</strong><br />
industry.<br />
To sum up, Hong Kong SAR,<br />
Mainl<strong>and</strong> China <strong>and</strong> Taiwan<br />
characterized by differing<br />
level of development in Islamic<br />
<strong>Finance</strong>. Nevertheless,<br />
Hong Kong among them has<br />
the most flexible <strong>and</strong> complete<br />
legislative <strong>and</strong> tax regime to<br />
better <strong>and</strong> further involve Shariah-Compliant<br />
Financial instrument<br />
<strong>and</strong> advance Islamic<br />
banking services toward the<br />
goal of Islamic Financial Hub.<br />
Mainl<strong>and</strong> China faced the most<br />
difficult obstacle because of<br />
China’s rigid <strong>and</strong> particular Financial<br />
system <strong>and</strong> supervision<br />
principles. Furthermore,Taiwan<br />
has more time <strong>and</strong> opportunities<br />
to work in partnership with<br />
Singapore <strong>and</strong> Malaysia to<br />
further develop its Islamic <strong>Finance</strong><br />
services. Overall, The Islamic<br />
<strong>Finance</strong> development in<br />
greater China region actually<br />
needs a gradual long path but<br />
with a hopeful future prospect.<br />
Zhenguo Jia<br />
B&F <strong>Lab</strong> DICTIONARY<br />
La nuova rubrica con i<br />
nuovi termini della finanza e<br />
dell’economia.<br />
TAPERING: il termine significa<br />
«assottigliamento» per indicare<br />
la progressiva riduzione degli<br />
acquisti di titoli da parte della<br />
Federal Reserve. Se i progressi<br />
nell’espansione economica<br />
12<br />
Usa troveranno conferma, la<br />
Fed è pronta entro l’anno a far<br />
scattare un graduale rallentamento<br />
del Quantitative easing.<br />
La frenata potrebbe portare a<br />
conclusione l’intera manovra,<br />
oggi pari a 85 miliardi di dollari<br />
al mese in acquisti di bond, alla<br />
metà del prossimo anno. Negli<br />
ultimi mesi i mercati hanno reagito<br />
ad ogni indicazione, dai<br />
dati macroeconomici Usa alle<br />
esternazioni dei banchieri centrali,<br />
che facesse in qualche<br />
modo presagire i termpi e i<br />
modi con cui la banca centrale<br />
Usa avrebbe messo in atto il<br />
“tapering”.<br />
Fonte: Il Sole 24 Ore
Good News<br />
<strong>Banking</strong>&<strong>Finance</strong> <strong>Lab</strong> on the road<br />
Gianni Nicolini sta svolgendo<br />
un periodo di ricerca, quale<br />
visiting professor, all’Università<br />
degli Studi di Athens, Georgia<br />
University of Athens, Georgia.<br />
Albana Nako sta svolgendo<br />
un periodo di ricerca, quale<br />
visiting scholar, presso<br />
l’Università di Aveiro, in<br />
Portogallo.<br />
Aveiro University, Portogallo.<br />
Emerald Highly Commended Award!<br />
Gianluca Mattarocci, ricercatore di Economia degli Intermediari Finanziari, e<br />
Georgios Siligardos, dottore di ricerca in Banca e Finanza, sono stati premiati con<br />
l’Highly Commended Award of the 2012-2013 Emerald/EMRBI Business Research<br />
Award for Young Researchers per il contributo “Income Return vs Capital Appraisal:<br />
a Test on the Italian Real Estate Funds” presentato durante la 6a EuroMed<br />
Conference of the EuroMed Academy of Business tenutasi a Lisbona il 23 e 24<br />
settembre 2013.<br />
L’Emerald Group Publishing Limited è editore della più vasta raccolta di riviste<br />
su business internazionale e management, e l’Euromed Research Business Institute (EMRBI) è un<br />
istituto di ricerca in rapida crescita che si occupa di attività accademiche e di ricerca.<br />
13
B&F <strong>Lab</strong> Newsletter<br />
Prossimi incontri.<br />
Luptatur sumenecto eos molo!<br />
The Seminar is free of charge. Simultaneous translation is provided from Italian into English (withheadphones).<br />
For the registration (necessary for the translation), please send an e-mail to:<br />
industryseminar@lum.it<br />
Nel prossimo numero<br />
• Italian Private Equity Industry<br />
During The Financial Crisis: An<br />
Overview<br />
• La ricerca, il finanziamento e la<br />
creazione d’impresa<br />
• Rogue Trader: recensione del libro<br />
di Nick Leeson<br />
BANKING AND FINANCE LAB<br />
periodico bimestrale<br />
Proprietario ed editore<br />
Università di Roma “Tor Vergata”<br />
Via Orazio Raimondo, 18<br />
00173 Roma<br />
info@banking<strong>and</strong>financelab.it<br />
www.banking<strong>and</strong>financelab.it<br />
Direttore responsabile<br />
Aless<strong>and</strong>ro Caretta<br />
Direttore editoriale<br />
Daniele Previati<br />
14<br />
• Prossime Conferenze<br />
Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />
n.450/2007 del 20/09/2007