L'Onda n.10 - Coop LILIUM: confronto e crescita, un viaggio tra le comunità

Pos. Ita. S.p.A. - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n. 46) art. 1, com 2 e 3, Aut. n°57/2008 CHIETI
Anno 03 - n.10 / Luglio 2011
PROMOZIONE SOCIALE IN ABRUZZO
LA COOPERATIVA LILIUM
G. POMPINETTI,
Presidente Coop. LILIUM
segue a pag. 2
LONDRA: CONFRONTO E CRESCITA,
UN VIAGGIO TRA LE COMUNITÀ
4-9 luglio 2010
DR. D. QUATTROCCHI, Direttore Coop. LILIUM
DOTT.SSA M. G. CIANCI, Coordinatrice Comunità Nostos
DOTT.SSA E. COSANNI, Operatore Socio-Sanitario
DOTT.SSA S. PISTILLO, Operatore Socio-Sanitario
segue a pag. 12
ALI 14° Ed. AUTORITÀ,
LEADERSHIP E INNOVAZIONE
PER ORGANIZZAZIONI
CHE CAMBIANO
Seminario esperienziale residenziale
24-27 febbraio 2011 Centro convegni
Villa Cagnola – Gazzada (VA)
G. POMPINETTI, Presidente Coop. LILIUM
DOTT.SSA M. G. CIANCI, Coordinatrice Comunità Nostos
DOTT.SSA P. DI MERCURIO, Pedagogista
DOTT.SSA F. RANIERI, Educatrice
segue a pag. 17
Stage di Formazione
OPERATORI DEL TEMPO LIBERO
II° livello
11-13 Marzo 2011 Oriolo Romano (VT)
DOTT.SSA L. FERRANTE, Operatore Socio-Sanitario
V. LUPINETTI, Educatore
segue a pag. 19
Conferenza IL CONFLITTO COME CONTATTO
IN COMUNITÀ TERAPEUTICHE (CT)
PER ADOLESCENTI
14 aprile 2011 c/o Coop. LILIUM Sala Auditorium
DR. L. MINGARELLI e Équipe LILIUM
segue a pag. 21
ENERGIA, CO CREATION E BENESSERE
Seminario esperienziale residenziale
19-22 Maggio/May, 2011
Casa-Laboratorio di Cenci (Terni) - Umbria - Italia/Italy
DOTT.SSA M. G. CIANCI, Coordinatrice Comunità Nostos
M. PIERDOMENICO, Educatore
DOTT.SSA S. PAOLINI, Responsabile Ufficio Marketing
segue a pag. 25
Giornata di Studio
AFFETTIVITÀ E SESSUALITÀ NELLA
DISABILITÀ INTELLETTIVA
20 luglio 2011 c/o Coop. LILIUM Sala Auditorium
LA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO- TERAPEUTICA
Comunità NOSTOS - stagione estiva –
segue a pag. 5 dott.ssa P. Di Mercurio, Pedagogista Comunità Nostos
•
Premessa e linee generali delle attività scelte
Attività del 1° Periodo: Laboratori manuali e occupazionali
“Laboratorio di Lettura” “Giochi di società” “Ed. alla cittadinanza”
“Le regole dello star bene” “Tratti e Ritratti del mio percorso”
“Laboratorio CreAttivo” Laboratorio “Di presa in presa”
•
Attività del 2° Periodo: Attività Ludica
Attività del 3° Periodo: Laboratori di Recupero

1° LA COOPERATIVA LILIUM
a. La Cooperativa Sociale LILIUM - b. Comunità NOSTOS - c. Progetto Centro Diurno
d. Le Figure Professionali - e. La Struttura - f. L’organigramma
Gabriele Pompinetti
Presidente Coop. Sociale LILIUM
a. LA COOPERATIVA SOCIALE LILIUM
I soci della Cooperativa Sociale LILIUM, nel desiderio
di condividere competenze ed impegno per la realizzazione
di un progetto d’impresa cooperativa, operano
dal 1986 nell’ambito dell’accoglienza di Minori affetti da
disturbi psichiatrici e a rischio di devianza.
L’attività svolta dalla LILIUM consiste nell’offrire trattamenti
terapeutici agli adolescenti di entrambi i sessi,
e di età compresa tra i 12 e i 18 anni, che presentano
disturbi della sfera psicotica, di personalità, della condotta,
disturbi pervasivi dello sviluppo, ritardo mentale
e disturbo emotivo.
della Cooperativa ed Ente Inviante.
LILIUM fonda i suoi principi e le sue scelte nella ricerca
di metodologie appropriate al disagio dell’utente, perché
questi possa raggiungere, al termine dell’iter terapeutico,
a medio e lungo termine (Comunità residenziale),
la miglior autonomia e la maggiore responsabilità
consentita dalla patologia.
Gli interventi specifici si articolano su molteplici attività:
- Colloqui psicologici – Visite psichiatriche - Psicoterapia
– Distribuzione Terapica - Monitoraggio Sanitario
- Community Meeting - Community Therapy - Attività
Ergoterapica - Gruppo Studio - Laboratorio di Psicomotricità
- Attività Riabilitative e Socializzanti ( educative,
ludiche, sportive, musicali e artistiche).
La struttura organizzativa e culturale della Coop.
LILIUM è orientata alla crescita delle professionalità degli
operatori e alla valorizzazione delle loro esperienze.
Il lavoro di équipe rappresenta una condizione imprescindibile
a supporto della prassi educativa, quale principio
fondamentale per le scelte pedagogiche, gestionali,
organizzative dei servizi della Cooperativa.
LA COOPERATIVA LILIUM PROGETTA E GESTI-
SCE I SEGUENTI SERVIZI:
- COMUNITÀ NOSTOS
- PROGETTO CENTRO DIURNO
Il progetto individualizzato viene stilato in base agli
obiettivi richiesti dai Servizi Invianti (A.S.L., Comuni e
Tribunali dei Minori) e periodicamente verificati tra Staff
L’onda
Anno 03 – n. 10
Autorizzazione del Tribunale di Chieti
Comitato di redazione:
Dominique Quattrocchi, Simona Paolini
Direttore Responsabile:
Donato Parete
Direzione, redazione ed amministrazione
Via Verdi 18 – San Giovanni Teatino (CH)
Tel. Fax 085 9431044 – 085 9431264
www.cooplilium.it
Layout grafico: Mimai.it
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Grafica e Stampa: GRAFICA SIVA srl
Finito di stampare Luglio 2011

. COMUNITÀ NOSTOS
La Cooperativa Sociale LILIUM ha progettato e realizzato
la Comunità NOSTOS: essa si rivolge a Minori di
sesso maschile e femminile, appartenenti alla fascia di
età adolescenziale, affetti da disordini psichici di diverso
tipo che, per vari motivi, non sono più gestibili all’interno
del nucleo familiare o per i quali sia indicato un
temporaneo allontanamento da essa per l’acquisizione
o la riacquisizione delle autonomie di base.
c. PROGETTO CENTRO DIURNO
La finalità delle attività che caratterizzano il C.D. è
neutralizzare i fattori della desocializzazione attraverso
la compartecipazione attiva dell’utente nel processo riabilitativo.
L’obiettivo primario è quello di offrire all’utente uno
spazio che tuteli il suo diritto a vivere in un ambiente
stimolante sul piano della crescita e sereno sul piano
dei rapporti con gli altri.
L’équipe del Centro Diurno lavora creando una continua
integrazione fra i diversi tipi di intervento (sanitario,
psicoterapeutico, riabilitativo, sociale) per consentire di
monitorare e supportare costantemente la persona e le
sue problematiche.
L’attività del Centro si ispira e si indirizza al più rigoroso
rispetto delle norme etiche, morali, professionali,
sanitarie e giuridiche, inerenti l’esercizio della riabilitazione
in tutte le sue articolazioni.
d. LE FIGURE PROFESSIONALI
L’organizzazione interna della LILIUM è costituita da
diverse figure professionali:
Il CENTRO DIURNO (C.D.) è una struttura coordinata
di 7 attività:
Arte Terapia – Ippo Terapia - Pet Terapia –
Teatro Terapia - Danza Terapia - Musico Terapia –
Educazione Fisica
- Direttore Sanitario, Medico Psichiatra, Neuropsichiatra
Infantile, Infermiere, Coordinatore, Pedagogista,
Psicologo - Psicoterapeuta, Assistente Sociale, Psicomotricista,
Educatore, tirocinanti e Direzione Amministrativa.
Per alcune attività socializzanti la LILIUM si serve di
strutture e professionalità esterne.
che prevede la promozione di esperienze socializzanti,
l’acquisizione di competenze e abilità di tipo sociale,
pratico-manuale, corporeo, cognitivo, espressivo, artistico,
creativo, interpersonale, intrapersonale e gruppale.
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e. LA STRUTTURA
La Cooperativa LILIUM è un complesso polifunzionale
caratterizzato da gruppi-appartamento che presentano
una ripartizione interna tale da ricreare un ambiente
di tipo domestico, accogliente e rassicurante. Si propone
per i suoi utenti sia come un luogo-casa, sia come
un luogo di apprendimento che consente di sperimentare
nuove opportunità di crescita dal punto di vista
cognitivo ed affettivo, nonché potenziare le autonomie
di base carenti, incrementare le capacità relazionali e
sviluppare un maggior senso di responsabilità.
All’interno del complesso sono presenti: il teatro e l’aula
per i laboratori, la sala di informatica, quella di musica
e la palestra per le attività sportive.
f. L’ORGANIGRAMMA
La struttura dispone, inoltre, di un ampio spazio esterno
con una piscina all’aperto, dove durante la stagione
estiva, viene praticata l’attività di nuoto.
All’interno del complesso ci sono: la cucina e la lavanderia
centralizzate, la sala mensa, gli uffici Sanitari e
Amministrativi.
L’organigramma della CT LILIUM è costituito da diverse figure professionali e prevede, nel complesso, 5 aeree principali:
1. Area Direzionale presieduta da Presidente e Direttore, rispettivamente G. Pompinetti e dr. D. Quattrocchi;
2. Commissione Cultura coordinata da una dott.ssa pedagogista;
3. Area Socio Sanitaria, guidata dal Direttore Sanitario e formata da:
I. Area medici
II. Area Psicologi
III. Area Assistenti Sociali
IV. Area Infermieri
4. Area Dipendenti (Psicologi-psicoterapeuti, operatori socio-sanitari ed educatori)
5. Area Amministrativa (Amministrazione, Recupero Crediti, Contabilità, Programmazione e Marketing, Risorse
Umane, Economo e Centro Comune (il Centro Comune è costituito da personale addetto alla cucina, alla lavanderia,
alle pulizie e alla manutenzione della struttura) Segreteria.
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LA PROGRAMMAZIONE
EDUCATIVO – TERAPEUTICA - COMUNITÀ NOSTOS
– stagione estiva 13 giugno - 12 settembre 2011 –
Paola Di Mercurio
Pedagogista Coop. Sociale LILIUM
• Premessa e linee generali delle attività scelte
La Programmazione Estiva rivolta agli ospiti della Comunità
“Nostos” prevede laboratori e attività ludico–ricreative
che hanno l’obiettivo di far trascorrere il periodo
estivo in maniera divertente, armonica ed equilibrata
nel rispetto delle esigenze e delle necessità degli stessi.
Vengono proposte delle attività utili al potenziamento
delle abilità manuali, ad acquisire nuove competenze
capaci di creare consapevolezza e autostima e facilitare
una migliore integrazione sociale.
Gli educatori del Centro “Nostos”, attraverso l’osservazione
diretta e la valutazione dei livelli fondamentali
di crescita dei ragazzi, hanno constatato una scarsa
capacità da parte di questi ultimi di autogestirsi e muoversi
all’interno della realtà sociale.
Alla luce di questo sono stati predisposti attività e laboratori
che, in linea generale, hanno come finalità:
- la socializzazione, intesa come capacità di interagire
e rapportarsi agli altri
- l’autonomia, intesa come capacità di autogestirsi e di
saper agire nel rispetto delle regole del vivere sociale
- la capacità riflessiva, intesa come capacità di saper
gestire le situazioni e fare scelte funzionali ai bisogni
individuali e di gruppo
Tra le altre attività previste rilevanti sono le “Gite e le
attività strutturate”: comprendono tutte le esperienze
che favoriscono in modo particolare l’interazione, il
confronto e i rapporti con gli altri.
Gli obiettivi principali riguardano:
- Collaborazione/cooperazione con gli altri
- Rispetto delle scelte altrui, delle opinioni e delle diversità
di pensiero unitamente alla stimolazione del pensiero
autonomo ed all’espressione delle proprie preferenze
ed attitudini.
Le “Gite e le attività strutturate” rappresentano un’essenziale
opportunità di maturazione, crescita culturale
e recupero personale e sociale. Tali attività rappresentano
uno strumento necessario per stimolare l’interesse
rispetto a realtà ambientali nuove e per proporre
nuove motivazioni alla conoscenza e all’esperienza.
Esse permettono di far acquisire nozioni di carattere
storico-culturale, geografiche e folkloristiche del luogo
interessato e facilitano l’apprendimento di nuove regole
comportamentali, poiché intese principalmente come
momenti importanti di socializzazione e di svago fatte
all’esterno della comunità.
Obiettivi principali sono:
- favorire nuovi apprendimenti e la crescita emotiva e
cognitiva dei ragazzi
- facilitare l’apertura all’esterno, la socializzazione ed il
divertimento
Si effettueranno quindi gite ed escursioni per conoscere
meglio l’ambiente, le sue ricchezze, i suoi bisogni di
cura e rispetto e si viaggerà con la fantasia seguendo
suggestioni e lasciando ampio spazio alla creatività in
un percorso di scoperta, riflessione, espressione, relazione
e divertimento.
Ogni gita e attività strutturata prevede infatti una preparazione
e una verifica didattica. La prima si svolge
nei giorni che precedono le gite ed ha lo scopo di fornire
ai ragazzi le informazioni necessarie sui luoghi che si visiteranno,
al fine di acquisire maggiore consapevolezza
e conoscenze sulle peculiari caratteristiche dei luoghi da
visitare. La verifica, invece, si svolge nei giorni che seguono
le gite con lo scopo di verificare che i ragazzi abbiano
acquisito le informazioni sulle località visitate, allo
scopo di favorire il consolidamento delle conoscenze
acquisite sulle informazioni riguardanti le località visitate.
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Nello specifico, dal 13 giugno al 12 settembre 2011,
sono state programmate le seguenti uscite:
Mese
Attività
• Giugno Visita al Museo dei confetti a Sulmona
Merenda in Fattoria a Pineto
• Luglio Giornata all’Acqualand di Vasto
Cena in Pizzeria lungomare a Pescara
Giornata all’Acquapark di Tortoreto
Attività con cavallo a Pianella
Cena in Pizzeria lungomare a Pescara
• Agosto Pranzo in fattoria a Civitaquana
Giornata al Bioparco di Roma
Oltre alle suddette attività, durante le ore del tempo libero
(molto importante ai fini della crescita armonica
dei ragazzi), si propongono anche le seguenti attività
che hanno tutte l’obiettivo principale di favorire la condivisione
di interessi, la capacità di scelta ed il rispetto
degli altri e stimolare la condivisione di vissuti piacevoli
e divertenti con il gruppo:
- Mare
- Piscina Interna
- Uscita serale
- Attività settimanale scelta dagli utenti (su richiesta gli
utenti possono scegliere di effettuare attività, oltre a
quelle programmate da calendario, presso un cinema,
pizzeria, paninoteca, etc…)
- Giochi interattivi
Per esigenze organizzative è stata effettuata una suddivisione
del periodo estivo in più periodi, all’interno dei
quali verranno sotto elencate le rispettive attività:
• I° periodo – LABORATORI MANUALI E OCCUPAZIO-
NALI – dal 13 giugno al 31 luglio 2011
• II° periodo – ATTIVITÀ LUDICA – dal 1° al 28 agosto 2011
• III° periodo – LABORATORI DI RECUPERO – dal 29
agosto all’11 settembre 2011
Sia per le attività proposte che per i laboratori, saranno
utilizzate strategie ludico-comportamentali che prevedono
l’applicazione
di rinforzi positivi.
Si permetterà inoltre
ad ognuno di esprimersi
secondo le
proprie conoscenze.
• Attività del 1° Periodo: Laboratori manuali e
occupazionali
Dal 13 giugno al 31 luglio ai laboratori cognitivi, svolti
durante il periodo invernale, si sostituiscono laboratori
a carattere occupazionale e manuale.
I Laboratori Manuali
riguardano tutto ciò
che ha a che fare
con la manipolazione
finalizzata alla
creazione e alla costruzione
di oggetti.
La creazione di oggetti
attraverso la lavorazione artigianale, permette di
stimolare la fantasia e la creatività dei ragazzi oltre a
favorire le capacità produttive ed affinarne le abilità manuali.
L’osservazione e l’esibizione del prodotto finito permette
poi di rinforzare tali abilità ed aumentare l’autostima.
La manipolazione, inoltre, nella misura in cui
facilita la conoscenza (attraverso la stimolazione tattile),
favorisce anche un processo di riabilitazione psichica,
cosa particolarmente utile per gli utenti più invalidati dal
punto di vista psichico.
Obiettivo:
• Favorire la stimolazione intellettiva e l’affinamento
delle abilità manuali dei ragazzi;
• Stimolarli e arricchirli dal punto di vista cognitivo.
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Nelle pagine che seguono si esamineranno le attività e
i laboratori proposti.
Di ogni laboratorio e attività verranno esplicitate le seguenti
caratteristiche:
• Descrizione
• Finalità: esplicitazione dei fini generali e globali
• Obiettivi: esplicitazione degli scopi
• Attività, modalità organizzative e fasi di lavoro
• Mezzi e strumenti da utilizzare
• Tempi: esplicitazione del periodo e della frequenza di
partecipazione ai laboratori e alle attività
“Laboratorio di Lettura”
Descrizione:
È uno spazio dedicato al potenziamento della capacità
di lettura e all’incremento delle abilità di comprensione
del testo. Il laboratorio permette inoltre di sviluppare la
fantasia e la creatività attraverso la visione di filmati che
rappresentano quanto letto.
Finalità:
- Stimolare la curiosità e la motivazione alla lettura, determinando
il passaggio dalla lettura come dovere,
alla lettura come attività libera, occasione di relazione
con se stesso e con l’altro
- Potenziamento della capacità espressiva e creativa
del singolo all’interno del gruppo
- Esplorazione del mondo fantastico e dell’immaginario
Obiettivi:
- Considerare la lettura un’attività piacevole
- Attivare attraverso la lettura atteggiamenti cognitivi,
ludici e critici
- Passare dalla lettura passiva alla lettura attiva
- Comprendere e interpretare il messaggio e le interpretazioni
del testo
Attività e fasi di lavoro:
- introduzione e prime considerazioni del libro proposto
- lettura
- visione del relativo film/cartone
Mezzi e strumenti:
- libro (fotocopie di parti)
- mezzi audiovisivi
- dvd
Frequenza e Periodo:
Il Lunedì, dal 13 giugno al 29 luglio 2011.
“Giochi di società”
Descrizione:
È uno spazio dedicato
alla socializzazione
e al potenziamento
delle regole di convivenza
di gruppo attraverso
l’utilizzo di
semplici giochi di società.
Finalità:
- Sviluppo di una maggiore abilità nell’applicazione delle
regole di interazione sociale
- Favorire la tolleranza alla frustrazione
- Offrire la possibilità di vivere un momento di ricreazione
e socializzazione
Obiettivi:
- Sviluppare le abilità di turn taking
- Incrementare la capacità di ripetizione e di rispetto
dei ruoli
- Sviluppare le capacità di comprensione e di applicazione
delle regole del gioco
Attività e fasi di lavoro:
- Organizzazione del materiale di lavoro
- Lettura delle istruzioni da seguire
- Gioco
Mezzi e strumenti:
- Manuale delle istruzioni
- Giochi di società
- Tabella per la registrazione dei punteggi
Frequenza e Periodo:
Il Martedì, dal 13 giugno al 29 luglio 2011.
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“Ed. alla cittadinanza”
Descrizione:
È uno spazio dedicato alla
conoscenza delle regole e
delle tematiche sociali e culturali,
prendendo coscienza
dei diritti e dei doveri.
Finalità:
- Mettere in atto comportamenti
di autonomia, autocontrollo
e fiducia in sé
- Accettare, rispettare, aiutare gli altri cercando di comprendere
le ragioni del loro comportamento
- Suddividere incarichi e svolgere compiti per lavorare
insieme con un obiettivo comune
Obiettivi:
- Conoscere i “Principi fondamentali” della costituzione
italiana e il significato dei termini democrazia, uguaglianza
e diversità
- Consolidare la conoscenza delle regole e delle tematiche
sociali e culturali, prendendo coscienza dei diritti
e dei doveri
Attività e fasi di lavoro:
- Presentazione dell’argomento utilizzando il materiale
a disposizione
- Lettura in gruppo dei principali contenuti oggetto di
discussione
- Spazio riservato al dibattito
- Verifica dei contenuti acquisiti
Mezzi e strumenti:
- Schede didattiche informative
- Eventuale visione di filmati
- Schede di verifica delle conoscenze raggiunte
Frequenza e Periodo:
Il Mercoledì, dal 13 giugno al 29 luglio 2011.
N.B. Il laboratorio si svolgerà di Mercoledì ma si alternerà
con il lab. “Le regole dello star bene”.
“Le regole dello star bene”
Descrizione:
È uno spazio dedicato all’acquisizione delle regole di
base dell’igiene personale e dei principi basilari per una
sana e corretta alimentazione.
Finalità:
- Acquisizione delle regole di base dell’igiene personale
- Conoscenza dei principi per una sana e corretta alimentazione
- Apprendimento delle fondamentali nozioni riguardanti
un’adeguata attività fisica
Obiettivi:
- Potenziamento di alcune
abitudini quotidiane di
igiene personale (lavaggio
dei denti, pulizia delle
orecchie, igiene di mani e
piedi, cura dei capelli)
- Conoscenza delle caratteristiche
nutritive delle varie categorie alimentari (proteine,
grassi, sali minerali, carboidrati…)
- Conoscenza delle strutture corporee deputate al movimento
(apparato muscolare)
- Conoscenza delle sane abitudini alimentari legate
all’attività fisica
Attività e fasi di lavoro:
- Presentazione dell’argomento utilizzando il materiale
a disposizione
- Lettura in gruppo dei principali contenuti oggetto di
discussione
- Spazio riservato al dibattito
- Verifica dei contenuti acquisiti
- Verifica da parte degli educatori della capacità di applicazione
delle conoscenze acquisite
Mezzi e strumenti:
- Schede didattiche informative
- Eventuale visione di filmati
- Schede di verifica delle conoscenze raggiunte
Frequenza e Periodo:
Il Mercoledì, dal 13 giugno al 29 luglio 2011.
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“Tratti e Ritratti del mio percorso”
Descrizione:
È uno spazio utile per valorizzare maggiormente le varie
attività che vengono svolte all’interno e all’esterno della
comunità, ricostruendone un excursus didattico.
Finalità:
- Avvicinare gli utenti ai diversi aspetti delle attività culturali
Obiettivi:
- Migliorare la socializzazione del gruppo
- Incrementare la responsabilità personale e l’autonomia
- Apprendere e rispettare le dinamiche di gruppo
Attività e fasi di lavoro:
- Revisione delle attività svolte
- Realizzazione di un album fotografico individuale e di
gruppo che permetta di ricostruire nel tempo un excursus
delle attività svolte
Mezzi e strumenti:
- Foto
- Album/raccoglitori
- Vario materiale di cancelleria
Frequenza e Periodo:
Il Giovedì, dal 13 giugno al 29 luglio 2011.
“Laboratorio CreAttivo”
Descrizione:
È uno spazio che permette agli utenti, attraverso la manipolazione
di diversi materiali, la creazione di forme
e/o oggetti che possano esprimere in forma diretta il
loro universo interno costituito da emozioni, sentimenti
e affettività.
Finalità:
- Libera espressione della creatività personale e di
gruppo
- Costruzione guidata di gioielli, accessori, modellini e
cartelloni tematici
- Libera espressione della creatività personale e di
gruppo attraverso l’ideazione di modelli, accostamenti
cromatici, motivi decorativi, etc…
Obiettivi:
- Potenziare le abilità manuali e fino motorie
- Incrementare le capacità di manipolazione
- Acquisire tecniche di disegno, pittoriche, di composizione,
di decontestualizzazione di materiali noti, sviluppando
le abilità creative
Mezzi e strumenti:
- Cartelloni
- Colori vari (tempera, pastello e acrilici per stoffa)
- Pongo
- Das
- Cappellini da dipingere
- Mattoncini assemblabili
- Perline di legno
Frequenza e Periodo:
Il venerdì, dal 13 giugno al 29 luglio 2011.
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Laboratorio “Di presa in presa”
Descrizione:
Si tratta di un laboratorio manuale propedeutico all’apprendimento
di alcune abilità prassiche utili all’espletamento
delle attività di vita quotidiana
(A.D.L.).
Finalità:
1. Potenziamento delle abilità fino –
motorie o di manipolazione
2. Acquisizione o potenziamento di
alcune prassie elementari
3. Sviluppo e/o incremento delle
abilità basilari di autonomia quotidiana
(mangiare, lavarsi, vestirsi,
cura ed igiene di sé) e domestica
Obiettivi:
1. Sviluppare e/o potenziare la presa cilindrica, palmare
e a pinza
2. Rafforzare la coordinazione motoria bilaterale e la bimanuale
3. Potenziare la forza e la coordinazione dinamica delle
dita
4. Favorire maggiormente la prono – supinazione dell’arto
superiore
5. Incrementare la coordinazione oculo – manuale
6. Rafforzare le abilità percettivo – cognitive di discriminazione,
associazione, classificazione e seriazione degli
oggetti
Attività:
All’interno di tale laboratorio manuale è prevista l’esecuzione
progressiva dei seguenti esercizi
Esercizi iniziali:
1. Inserire oggetti di forma diversa in un contenitore
2. Infilare chiodini colorati negli spazi di colore corrispondente
3. Costruire delle torri con delle costruzioni
4. Costruire degli oggetti con il pongo (es. una salsiccia)
e tagliarli con il coltellino in plastica
5. Infilare anelli o cerchi di modesta grandezza in un’asta
6. Avvitare/ svitare bulloni in plastica di grandezza diversa
7. Sistemare mollette da bucato sul bordo di una scatola
Esercizi successivi (Abilità Domestiche e Attività di
Vita Quotidiana)
1. Apparecchio / sparecchio della tavola
2. Appendere con le mollette i panni lavati su uno stendino
3. Sistemare i panni
4. Lavarsi ed asciugarsi le mani prima del pranzo
5. Utilizzo corretto delle posate da tavola
6. Infilarsi i vestiti, le scarpe e le calze con aiuto minimo
Mezzi e strumenti:
1. Costruzioni
2. Tavola con chiodini colorati
3. Scatola con oggetti di diversa forma
4. Bulloni in plastica di diversa
grandezza
5. Pongo
6. Anelli e cerchi con asta
7. Mollette
8. Futuri aiuti visivi (cartelli,
agende visive delle attività,
tabelle)
Metodologia:
Uso di strategie ludico – comportamentali che prevedono
l’applicazione di rinforzi positivi (alimentari, sociali,
esplicativi e attività con premi graditi all’utente).
Utilizzo di eventuali e future strategie di Comunicazione
Aumentativa e Alternativa (CAA) visiva.
Periodo:
Il laboratorio ha avuto inizio il 1° Giugno 2009 e non
ha una durata definita ma si protrae nel tempo avendo
degli obiettivi a lungo termine.
Frequenza:
Dal lunedì al venerdì dalle ore 16:00 alle ore 17:00.
Attività del 2° Periodo – Attività LUDICA
Dal 1° al 28 agosto 2011 si lascia ampio spazio allo
svolgimento delle attività che fanno parte dell’Area Ludico
– Ricreativa.
Rientra in quest’area tutto ciò che consente la strutturazione
del tempo libero in maniera attiva e produttiva,
stimolante nei confronti delle preferenze personali,
arricchente dal punto di vista culturale ed in grado di
consentire il riposo necessario per un sano equilibrio
psicofisico.
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Gli Obiettivi fondamentali
sono di tre tipi, appartenenti
a tre livelli successivi
(di cui il terzo non raggiungibile
da parte di tutti
i ragazzi):
1. Aumentare le capacità
di adattamento sociale
2. Accrescere le capacità di socializzazione
3. Favorire la progressiva maturazione della capacità di
saper gestire il proprio tempo attraverso la scelta di iniziative
rilassanti, divertenti e costruttive; stimolanti della
fantasia, della creatività e della inventiva, volte alla condivisione
ed alla interazione con gli altri
Attività e fasi di lavoro:
1. Scelta dell’attività da eseguire (disegno libero o gioco
di società o visione di un film)
2. Organizzazione del materiale di lavoro
3. Eventuale lettura delle istruzioni da eseguire
4. Svolgimento attività
Attività del 3° Periodo – Laboratori di Recupero
Dal 29 agosto all’11 settembre, considerando la ripresa
dell’impegno scolastico per chi frequenta la scuola, si
svolgono quotidianamente, per un’ora al pomeriggio,
attività di “recupero” che consistono nell’attuazione di
laboratori di studio finalizzati a ridurre e affrontare le carenze
didattiche riscontrate nei ragazzi.
Obiettivi generici:
1. Acquisizione, potenziamento
e consolidamento,
in riferimento alle esigenze
del singolo, di conoscenze
e capacità intellettive e apprenditive
miranti all’arricchimento
culturale.
Attraverso il recupero s’intende
offrire opportunità di
successo negli apprendimenti
scolastici agli utenti
che evidenziano particolari
carenze di tipo linguistico, logico, emotivo e che hanno
bisogno di un tempo maggiore di apprendimento e di
condizioni favorevoli alla concentrazione.
Finalità:
1. Acquisire consapevolezza
delle proprie capacità
in termini di risorse
e strategie e quindi migliorare
l’autostima e la
motivazione all’apprendimento
Obiettivi:
1. Consolidare l’apprendimento del codice linguistico
convenzionale
2. Recuperare le abilità linguistiche e logico – matematiche
3. Acquisire consapevolezza delle proprie capacità in
termini di risorse e strategie e quindi migliorare l’autostima
e la motivazione all’apprendimento
Valutazione laboratori:
Al termine dell’ora del Gruppo Studio è importante che
l’educatore compili l’apposita scheda, all’interno della
quale sono presenti i parametri d’osservazione che
riguardano:
- Partecipazione e interesse
- Comportamento relazionale
- Esecuzione compiti
- Sapere
- Capacità di elaborazione
Vengono inoltre evidenziate le difficoltà incontrate
dall’utente e le modalità d’intervento dell’educatore.
Quanto alle modalità di osservazione e di verifica degli
obiettivi raggiunti, l’educatore dovrà:
- Osservare le competenze dei ragazzi in relazione alla
classificazione e seriazione del materiale
- Osservare e registrare le considerazioni che i ragazzi
faranno sulle proprietà specifiche degli oggetti e dei
materiali
- Affiancare gli utenti in questo laboratorio, dando loro
stimoli sufficienti ad apprendere e valorizzare le proprie
risorse
- Verificare le capacità sequenziali nella realizzazione di
un oggetto
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LONDRA: CONFRONTO E CRESCITA,
UN VIAGGIO TRA LE COMUNITA’ 4-9 luglio 2010
Partecipanti
THOUGHTS OF OTHERS LTD
La nostra esperienza a Londra ha inizio con una visita
presso il Thoughts of Others Ltd in Birmingham istituito
8 anni fa, centro specializzato nell’accoglienza e nel lavoro
con adolescenti che sono emotivamente vulnerabili
e spesso presentano problematiche psichiatriche, o
con adolescenti che vengono accolti presso tale struttura
in alternativa al carcere con l’obiettivo di favorirne il
reinserimento sociale attraverso l’adeguamento a modelli
adattivi funzionali.
La struttura si propone di fornire un ambiente in cui gli
adolescenti abbiano la possibilità di sperimentare e
vivere le cure e il sostegno idonei per sviluppare una
crescita positiva e funzionale. Ulteriore finalità è quella
di offrire interventi mirati in situazioni di emergenza per
promuovere un’assistenza a medio-lungo termine.
A tal proposito si cerca di creare un ambiente familiare
all’interno della comunità che rimandi ad un’idea di
“normalità” al fine di garantire una crescita e uno sviluppo
che facilitino il contatto e i legami con le famiglie
sulla base di quanto concordato con i servizi invianti
laddove possibile.
La struttura si pone come ulteriore
obiettivo quello di potenziare
le risorse dell’utente
e promuovere un rapporto tra
pari che sia efficiente all’interno
del gruppo e della società.
Questa comunità si ispira ai
principi fondamentali della
teoria dell’apprendimento
sociale, ovvero ai principi
del social learning
messo a punto da Bandura
che ha adoperato il termine
modellamento (modeling) per identificare un processo
di apprendimento che si attiva quando il comportamento
di un individuo che osserva si modifica in funzione
del comportamento di un altro individuo che ha la funzione
di modello.
Tale struttura è diretta da due ex infermieri psichiatrici,
Jim Sullivan e John Gilligan, che per anni hanno
operato all’interno del sistema sanitario nazionale
in ambito psichiatrico. L’idea di base che ha ispirato il
loro lavoro è quella di offrire un servizio di cura e di sostegno
psicologico meno ospedalizzato e strutturato,
pertanto l’assetto comunitario non prevede una vera e
propria gerarchia.
All’interno del Thoughts of Others Ltd, Jim Sullivan
e John Gilligan cercano attraverso la realizzazione di
questo progetto, con la collaborazione di parte della
propria famiglia, di aiutare ragazzi con differenti problematiche,
il tutto finalizzato alla realizzazione di un
ambiente in cui gli ospiti possano sperimentare cure e
sostegno per favorire e consentire uno sviluppo che sia
più possibile normale e privo di ulteriori disagi, quindi
funzionale al cambiamento.
Gli ospiti sono incoraggiati a scegliere attività adatte
alle loro esigenze , è importante che gli stessi abbiano
la possibilità di sperimentare nuove attività al fine di testare
le proprie capacità.
12

L’organizzazione di questa struttura è fondamentalmente
democratica ovvero ispirata alla possibilità di
una reciproca comunicazione e collaborazione tra staff
e utenza, al fine di lavorare in modo ragionato sulle problematiche
del vivere quotidiano sviluppando così un
ambiente che possa in qualche modo garantire sostegno
e sicurezza.
Le modalità di ingresso all’interno della struttura prevedono
un primo contatto da parte dei servizi sociali
che inviano una dettagliata valutazione e relazione del
possibile ospite in cui si evidenziano i seguenti punti:
- Bisogni alimentari
- Piano educativo
- Descrizione dei comportamenti problematici del soggetto
in questione
- Consenso medico
il tutto deve essere approvato e firmato da un tutore
legale, successivamente la struttura analizza il caso e
decide eventualmente la presa in carico.
In tal caso i membri dello staff dopo qualche giorno di
osservazione stilano una scheda di valutazione che viene
verificata ed eventualmente revisionata ogni 6 mesi.
Le unità abitative visitate sorgono in un quartiere residenziale,
e ospitano in tutto 11 utenti, gran parte delle
attività comunitarie sono svolte con l’obiettivo di rimandare
all’ospite un’idea di normalità, infatti all’interno di
tale struttura non sono presenti né medici né psicoterapeuti.
In caso di emergenze psichiatriche, la struttura si
appoggia al servizio sanitario locale evitando di strutturare
in modo rigido la vita all’interno della comunità ed
evitando anche una terapia farmacologica giornaliera,
laddove possibile.
Si tratta di tre unità abitative composte da stanze singole
per gli ospiti e ambienti comuni quali cucina, sala
studio, giardino. All’interno della sala studio gli ospiti
possono accedere ad internet ma sono monitorati costantemente
dall’operatore, la cucina è sempre accessibile,
fatta eccezione di notte, tre volte al giorno viene
effettuato il conteggio delle posate presenti all’interno
della stessa come norma di sicurezza. Inoltre le porte
dell’unità residenziale sono tutte aperte mentre quella
d’ingresso principale è rigorosamente chiusa per evitare
eventuali fughe e soprattutto per evitare l’accesso a
persone estranee.
Ogni ospite deve contribuire alla pulizia delle proprie
stanze e degli ambienti comuni per aumentare il senso
di responsabilità ed autonomia nello svolgimento delle
semplici attività quotidiane. L’operatore lavora continuamente
al fianco degli ospiti per fornire loro opportunità
che consentano di sviluppare nuove competenze
da utilizzare in molteplici e differenti situazioni.
Per quanto concerne il rapporto utenza/personale
operativo all’interno della comunità esso è di 1:1 o
al massimo 1:2 generalmente gli operatori lavorano su
tutte e tre le unità abitative tuttavia è possibile, in alcuni
casi, che l’ospite scelga l’operatore da cui preferisce
essere seguito, tutto ovviamente dopo un’attenta analisi
del caso.
All’interno dello staff, costituito da 40 persone, non tut-
13

ti possiedono un titolo di
studio inerente al settore,
tuttavia tutti i membri devono
formarsi adeguatamente
attraverso un training
iniziale obbligatorio
pagato dalla struttura
della durata di 6 mesi
(tra i requisiti richiesti per
accedere alla suddetta
formazione è necessario
che il soggetto richiedente
abbia avuto almeno
un’esperienza nel campo).
SPRING HILL HIGH SCHOOL
Oltre alle tre unità residenziali questa struttura dispone
della Spring Hill High School, una piccola scuola
indipendente specializzata nella cura di soggetti affetti
da disturbi di apprendimento che vengono seguiti da
insegnanti specializzati. Oltre agli ospiti delle tre comunità
questa scuola accoglie anche altri studenti esterni,
fino ad un massimo di 17.
La Spring Hill High School può ospitare fino a trenta
studenti, si rifà al National Curriculum pertanto essa
è riconosciuta a livello nazionale.
L’obiettivo di questa scuola è quello di offrire ad ogni
studente un programma d’istruzione personalizzato tenendo
conto delle esigenze individuali dello studente
e incoraggiando comportamenti positivi al fine di promuovere
un reinserimento sociale maggiore. Inoltre la
struttura offre un’istruzione religiosa a tutti gli ospiti
che ne facciano richiesta in base al proprio credo con
il supporto dello staff per praticare e rispettare le eventuali
esigenze religiose.
Nel lavoro quotidiano all’interno della struttura acquisisce
notevole importanza lo slogan di un’iniziativa governativa
inglese secondo cui ogni bambino è importante
da cui ne derivano i seguenti obiettivi:
- garantire al ragazzo un accesso a livello sanitario
- raggiungere l’indipendenza attraverso il conseguimento
di obiettivi lavorativi e scolastici
- migliorare la vita del bambino/adolescente insegnando
loro i valori ed i modelli sociali positivi
Per promuovere un’adeguata tutela dell’infanzia il personale
che lavora all’interno della struttura è addestrato
a sviluppare una consapevolezza ed un riconoscimento
delle potenziali circostanze e situazioni in cui possano
verificarsi comportamenti di ogni genere di abuso, sia
da parte delle famiglie sia da parte del gruppo dei pari
come ad esempio il fenomeno del bullismo; tali situazioni
acquisiscono la priorità e laddove necessario vengono
denunciate alle autorità competenti.
La particolare attenzione prestata alle esigenze del minore,
caratterizza anche l’organizzazione della seconda
struttura che abbiamo visitato.
LIONCARE HAVE BRIGHTON
Lioncare Have Brighton, istituito nel 1991, gestisce
tre orfanotrofi e una scuola indipendente specializzata
in singoli programmi di cura terapeutica. Il gruppo
Lioncare si basa sui principi psicodinamici legati alla
teoria dell’attaccamento di Bowlby, al lavoro su e con
i gruppi ispirati alla teoria di Bion ed infine alla teoria di
Winnicott. Al centro di questo approccio vi è l’idea di
uguaglianza tra le persone e la capacità di ciascuno di
aiutare e promuovere il benessere saltrui contribuendo
ad uno sviluppo sano e funzionale dell’individuo.
Particolarmente attenta
alla qualità degli
ambienti, l’organizzazione
di tale struttura
nel suo complesso
mira a ricreare per
l’ospite un contesto
familiare alternativo:
viene accolta all’in-
14

terno di tale struttura un’utenza che generalmente non
ha una famiglia alle spalle e che ha una storia individuale
ricca di molteplici tentativi di affidamenti fallimentari.
Incentra gran parte del lavoro sulla comprensione delle
motivazioni che sono alla base di tali fallimenti. Il gruppo
Lioncare si concentra molto sul lavoro individuale
con l’utente, tuttavia vi è una stretta collaborazione con
la famiglia, laddove è possibile, mediata costantemente
dalla figura dell’assistente sociale esterno alla struttura
stessa, nel tentativo di colmare carenze affettive legate
ad esperienze infantili quasi sempre deludenti, o nel
tentativo di facilitare e migliorare i rapporti con le famiglie
nei casi in cui sia possibile ed esistano eventuali
contatti.
La struttura è suddivisa in tre appartamenti in cui
vengono inseriti gli ospiti in base alla fascia di età di
appartenenza, generalmente non si tratta di un’utenza
con disturbi psichiatrici ma più che altro con problemi
legati a vissuti di rifiuto e di abbandono.
Gli appartamenti sono tutti caratterizzati dalla presenza
di stanze singole con bagno in camera, vi sono poi ambienti
comuni in cui vi è libero accesso, cucina, giardino
e una stanza dei giochi. Ogni ambiente ha la sua importanza,
trattandosi di bimbi piccoli soprattutto nella
prima struttura visitata (dai 6 ai 14 anni) l’accesso alla
cucina è libero ma vincolato dalla presenza di un adulto
che aiuta il bimbo stesso a svolgere delle piccole mansioni,
i pasti sono preparati dagli operatori della struttura
in presenza degli ospiti; in giardino vi sono degli
alberi da frutta che vengono utilizzati per educare il
bambino alla cura e alla coltivazione degli stessi.
La stanza dei giochi ha una duplice funzione: in situazioni
di tranquillità i bambini sotto i 12 anni svolgono
all’interno della stanza giochi creativi, diversamente in
situazioni in cui i bambini si agitano e mettono in atto
dei comportamenti problematici vengono portati nella
stanza dei giochi ed invogliati a fare delle attività al fine
di tranquillizzarli. All’interno della stanza dei giochi vi è
una lavagna su cui il bambino è libero di disegnare e/o
scrivere tutto ciò che desidera. La lavagna, come ci è
stato riferito, ha spesso un effetto benefico sul comportamento
del bimbo in quanto sentendosi libero di
esprimersi riesce a calmarsi. Nei casi in cui i bambini si
agitano in modo particolare e necessitano di uno specifico
contenimento gli operatori avvolgono, in un “caldo
abbraccio”, con il sussidio di un piumone il bambino
per far si che fisicamente si senta contenuto e circondato
da un calore familiare.
L’ingresso effettivo all’interno dei diversi appartamenti
è preceduto da un graduale inserimento in cui
l’utente è costantemente accompagnato e supportato
dall’assistente sociale di riferimento, durante il quale è
data la possibilità all’ospite di conoscere gli altri utenti
e di scegliere il colore e l’arredamento della stanza
che andrà ad occupare, (ciò aumenterebbe il livello di
adattamento e la possibilità di ricreare un ambiente accogliente).
Contemporaneamente, per migliorare l’inserimento
del nuovo
bimbo, si lavora sul
gruppo già esistente
e sull’ importanza
dell’accoglienza,
attraverso la costruzione
di un libro
di benvenuto in cui
vengono inserite varie
informazioni sui
membri del gruppo e
sulle preferenze individuali
per facilitarne
la successiva conoscenza.
15

Inoltre le stanze sono di diverse dimensioni, per incrementare
il suddetto livello di adattamento l’ospite
inizialmente viene accolto all’interno delle stanze più
piccole per poi essere trasferito in quelle più grandi attraverso
il conseguimento di obiettivi step- by- step.
Nell’organizzazione della vita comunitaria hanno molta
importanza lo sviluppo dell’autonomia e dell’indipendenza
dell’individuo, si cerca pertanto, soprattutto con
gli ospiti di una maggiore età di svolgere all’interno
dell’appartamento attività che favoriscano il raggiungimento
di tali obiettivi. Per far si che tutti gli ospiti
si impegnino a collaborare e incrementare la propria
autonomia, al compimento del quindicesimo anno di
età, coloro che hanno mostrato di meritarlo prendono
la “PATENTE DELL’AUTONOMIA”.
Ulteriore importanza è data al senso di responsabilità
ed accudimento che gli utenti devono poter sviluppare:
questo è reso possibile attraverso l’eventuale adozione
di animali domestici di piccola taglia recuperati nei
centri di assistenza per animali abbandonati e feriti. Gli
ospiti sono motivati attraverso un sistema di attribuzione
punti in base all’impegno e alla dedizione nello svolgimento
delle attività, questi punti successivamente
vengono tramutati in una retribuzione mensile.
Nel lavoro all’interno della comunità si cerca, attraverso
una condivisione partecipata delle esperienze quotidiane
e non, di sviluppare un rapporto operatore utente
tale da permettere a quest’ultimo di avere una figura
di riferimento significativa, il tutto attraverso un lavoro
terapeutico finalizzato a far riemergere i contenuti e i
vissuti di sofferenza legati al passato dell’utente, fino
a quando il dolore sia più sopportabile, infatti, tutti gli
ospiti sono seguiti da un terapeuta esterno alla struttura
con incontri a cadenza settimanale.
L’ideologia comunitaria generalmente non contempla
al suo interno la promozione di sistemi punitivi o
di critica, ma tende maggiormente a gratificare l’utente
e a far si che lo stesso abbia una consapevolezza,
sempre più elevata, rispetto alle eventuali conseguenze
delle proprie azioni negative in termini di danni arrecati
a se stessi e agli altri.
Lo spazio di vita comunitario definito come ambiente
facilitante è sensibile sia alle esigenze del singolo
bambino sia alle esigenze del gruppo in cui vive per
far si che il bambino nel suo processo di evoluzione e
di cambiamento possa ritrovare i “pezzi mancanti” del
puzzle della propria vita.
Durante lo svolgimento di attività esterne, peraltro
valutate in itinere in base alle capacità e alle risorse
dell’utenza, qualora si verificassero situazioni spiacevoli
legate a comportamenti non funzionali e disadattativi,
intervengono in ultima istanza le forze dell’ordine
territoriale che svolgono un ruolo importante nella
gestione del caso. Il personale comunitario risponde, in
termini di responsabilità, solo ed esclusivamente di ciò
che accade all’interno della struttura, diversamente da
quanto accade in Italia.
Come precedentemente accennato, il gruppo Lioncare
si avvale di un sistema d’istruzione messo a punto
all’interno della propria scuola, dove vengono svolte attività
altamente specializzate in funzione delle difficoltà
di apprendimento degli studenti che rispettano le linee
guida del sistema di istruzione britannico. L’istruzione
è considerata fondamentale per sperimentare la vita di
un bambino poiché i processi di apprendimento e i processi
di vita, secondo il gruppo Lioncare, sono indissolubilmente
legati. Tanto che si cerca di creare all’interno
della scuola, così come all’interno delle comunità, un
ambiente in cui il bambino/adolescente viva per imparare
ed impari a vivere.
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ALI 14° Ed. AUTORITÀ, LEADERSHIP, INNOVAZIONE PER
ORGANIZZAZIONI CHE CAMBIANO
24-27 febbraio 2011
La Conference è un’iniziativa de IL NODO Group,
Associazione scientifico-culturale di Formazione,
Consulenza e Ricerca in collaborazione con la
TAVISTOCK&PORTMAN NHS Foundation Trust (offre
una vasta gamma di programmi clinici e di formazione)
e il CESMA di Elio Vera Executive Education (introduce
metodologie didattiche innovative e sconosciute
al mondo italiano della formazione quadri e dirigenti).
Ha il compito primario di esplorare l’autorità, la leadership
e il cambiamento nell’hic et nunc, in relazione alle
dimensioni sociopolitiche, culturali, spirituali e inconsce
che informano le relazioni interpersonali, tra gruppi,
organizzazioni e sistemi.
Della partecipazione ad ALI ne beneficia un vasto spettro
di professionisti proveniente dal mondo aziendale,
dai servizi pubblici e da organizzazioni non-profit.
Partecipanti:
“L’individuo, così come il gruppo o l’istituzione, può essere
considerato come un sistema che si mette in relazione
con l’ambiente circostante attraverso una sequenza
di scambi in ingresso e in uscita: in effetti noi sopravviviamo
e ci sviluppiamo grazie alle nostre relazioni col
mondo esterno e lo stesso accade alle organizzazioni”.
M.Perini
Dal 24 al 27 febbraio, presso il centro Convegni Villa
Cagnola di Gazzada, si è svolta la 14° Edizione del Seminario
esperienziale-residenziale dedicato allo studio
dell’Autorità, della Leadership e dei Processi
Innovativi per le organizzazioni che cambiano.
Tale esperienza ha l’obiettivo di consentire una migliore
comprensione e padronanza degli aspetti consci e
inconsci che agiscono nelle organizzazioni: la natura
dell’autorità, della leadership e dei processi di innovazione,
i processi relazionali, l’esercizio dei ruoli e
dell’autorità sia da parte del leader che dei collaboratori,
la gestione dell’ansia e le reazioni al cambiamento,i
fenomeni culturali all’interno di un’organizzazione.
La partecipazione aiuta a comprendere e a gestire i
molteplici ruoli che si ricoprono nella vita ed in particolare
nelle organizzazioni di appartenenza.
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Il Seminario consente di far emergere nell’hic et nunc
gli elementi irrazionali e inconsci che influenzano il
comportamento delle persone nei gruppi e negli ambienti
di lavoro.
La residenzialità facilita l’opportunità di apprendimento:
i partecipanti vivono quattro intense giornate di
lavoro durante le quali approfondiscono quei processi
relazionali e organizzativi in cui si è quotidianamente
coinvolti ma di cui si è inconsapevoli.
La struttura del Seminario, articolata in diversi eventi e
in gruppi di dimensioni e con compiti differenti, permette
di raggiungere sia attraverso la propria esperienza,
sia attraverso la consulenza di esperti, una buona integrazione
tra eventi esperienziali e momenti di riflessione.
L’attenzione dei partecipanti è focalizzata sulla propria
e altrui esperienza, sulla prontezza nell’interpretare ciò
che sta accadendo e sul coraggio di verificare le proprie
percezioni attraverso la comunicazione e l’azione
immediata.
Il Seminario è un’organizzazione viva e reale che viene
gestita da un management, dispone di un luogo fisico
e di confini spaziali, temporali e organizzativi, ha un
compito definito e delle procedure per valutarne l’attuazione.
Lo Staff e i partecipanti fanno parte di quest’organizzazione
e possono osservare “dall’interno” questi processi
e i propri contributi alla cultura organizzativa.
Ogni partecipante potrà rendersi conto di come le proprie
passate esperienze con l’autorità, fatte nel corso
dello sviluppo, si siano proiettate in avanti nell’età adulta
influenzandone il comportamento. Ognuno, inoltre,
utilizzerà la propria autorità per accettare le idee, le
opinioni e le ipotesi di lavoro che pensa si dimostrino
valide e per rifiutare quelle che non ritiene tali.
I partecipanti si dividono in due gruppi:
- “A” costituito da chi non ha mai partecipato a questo
Seminario residenziale;
- “B” costituito da chi ha già partecipato a edizioni precedenti.
Tale gruppo rappresenta gli “anziani”, esplora meccanismi
di gruppo di chi già sa o crede di sapere e mette
in gioco l’esercizio di un’autorità legata a un ruolo che
si colloca a metà strada tra quello dei partecipanti e
quello dello Staff.
Staff e partecipanti sono di provenienza eterogenea,
appartengono ad un ampio ventaglio di organizzazioni
sia italiane che internazionali. Tale varietà rappresenta
una ricchezza al servizio dell’apprendimento e dell’analisi
delle situazioni emergenti.
Tale esperienza ha permesso agli operatori della
Cooperativa LILIUM di esplorare ciò che accade nel
momento in cui si assume un ruolo, oggetto di possibili
contraddizioni e discrepanze tra il ruolo ufficialmente
assegnato ad un individuo e il ruolo che le pressioni del
gruppo sembrano forzarlo a svolgere.
La leadership rappresenta la gestione del confine tra
ciò che è all’interno di un sistema e ciò che è all’esterno
del gruppo e dell’organizzazione: vi sono confini tra un
gruppo e l’altro, tra un gruppo e l’Istituzione, tra l’Istituzione
e il suo ambiente, tra i singoli membri di un gruppo
e tra eventuali sottogruppi.
Il Seminario ha consentito, inoltre, di esaminare la natura
e il significato di tali confini in vari contesti gruppali
nell’hic et nunc e di rielaborare, esplorare e comprendere
il ruolo di ognuno all’interno dell’organizzazione
lavorativa.
Questa formazione ha acquisito significato personale
e ci ha permesso di condividere e confrontare quanto
vissuto all’interno della Conference approfondendo le
dinamiche sorte in quel momento ma rivisitate, attraverso
una riflessione più attenta, con la consapevolezza
di prendere tale esperienza come un spunto da cui
partire.
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Associazione C.E.M.E.A. del Lazio
Stage formativo OPERATORI DEL TEMPO LIBERO
II° Livello
Partecipanti
Anche in questa seconda fase, lo stage ha confermato
la sua natura esperienziale che permette, in un tempo
minimo e attraverso una varia gamma di attività a carattere
espressivo (verbale, manuale, corporeo, musicale,
ludico) la scoperta delle proprie capacità sul piano personale
e su quello delle relazioni sociali.
L’intera formazione si è contraddistinta per:
• gli aspetti innovativi di carattere metodologico e
contenutistico;
Oriolo Romano
11-13 Marzo 2011
Dall’11 al 13 marzo 2011, presso la struttura residenziale
di Oriolo Romano (VT), si è svolta la II parte dello
stage formativo per “Operatori del tempo libero”
organizzato dal C.E.M.E.A., Centri d’Esercitazione ai
Metodi dell’Educazione Attiva.
Durante queste giornate l’attenzione si è concentrata a
definire la figura dell’operatore del tempo libero in tutte
le sue mansioni e soprattutto nella funzione educativa
e didattica.
L’obiettivo principale è stato quello di contribuire alla
formazione di quanti sono impegnati, a qualsiasi titolo,
in una azione di promozione sociale nel campo educativo.
• il continuo alternarsi ed integrarsi della parte formativa
con la parte esperienziale-emotiva nel superamento
reale delle dicotomie classiche tra essere e
fare, tra sapere e ignorare, tra emozione e cognizione,
tra ricerca e intervento in un processo di continua
crescita.
Il costante sperimentare e sperimentarsi, insieme agli
altri, sui contenuti e sulle tecniche presentate, ha permesso
un apprendimento reale, significativo, di competenze
e capacità individuali e relazionali, innescando un
processo di cambiamento in ciascuno dei partecipanti.
Queste proposte hanno promosso il confronto e la verifica
nel rapporto con l’altro attraverso il lavorare insieme,
permettendo di riscoprire diverse abilità, di stimolare
la creatività personale e di prendere coscienza delle
relazioni che intercorrono fra gruppi.
Nei tre giorni di stage, in particolare, sono stati approfonditi
alcuni aspetti teorici oltre che pratici, al fine di
dare completezza al percorso formativo.
19

È stato chiarito come le attività svolte debbano rispondere
alle caratteristiche di ognuno, tenendo conto dei
bisogni della persona e delle sue possibilità.
La didattica appresa in questi incontri e facilmente riproponibile
nel proprio ambito lavorativo, viene recuperata
dalle tradizioni, attraverso fonti ricevute dall’esperienza
lasciata dalle persone precedenti e custodite
come un tesoro.
I giochi non sono, dunque, attenti alle mode e molti di
essi vengono svolti attraverso il recupero e l’utilizzo di
materiali semplici.
Tutti i giochi recuperati risultano il frutto della sedimentazione
di esperienze, che vengono rielaborate attraverso
una equipe pedagogica, tenendo presente le esigenze
del bambino o del ragazzo con finalità legate alla
crescita.
Nei giochi scelti, infatti, non c’è mai chi perde o chi fa
penitenza ma solo eliminazioni temporanee e che non
portano allo scarto.
Sono stati ripresentati e ribaditi, inoltre, i principi del
Cemea utili e trasferibili nella professione individuale:
- rispetto e fiducia verso tutti senza eccezione;
- crescita delle persone in condizioni di fiducia in atteggiamenti
non competitivi e non prevaricanti, in assenza
di giudizio;
- apprendimento poggiato sul fare;
- motivazione ad apprendere e ad agire;
- formazione integrata della persona, non settorializzata;
Un ambiente così pensato, senza schemi e formule
predefinite, favorisce l’autenticità ed il dinamismo,
non incoraggiando di solito atteggiamenti inadeguati
o aggressivi ma , al contrario, permettendo la libera
espressività.
Tutto ciò è reso possibile solo attraverso un intenso e
costante lavoro di rete che coinvolge molteplici figure
professionali, e che si esplica nell’attività di un’equipe
di lavoro, che si trova ogni giorno a strutturare le attività,
a risolvere problematiche legate al singolo o al
gruppo e trovare strategie e modalità di intervento diversificate
in base alle esigenze.
L’ultima giornata di stage è stata, infine, predisposta
per permettere il libero confronto e la condivisione di
idee ed impressioni circa l’esperienza vissuta.
La discussione si è conclusa con la definizione delle
caratteristiche che dovrebbe contraddistinguere un
operatore che si accinge a lavorare nel sociale.
Un “buon monitore” deve avere una grande disponibilità
all’ascolto del singolo, del gruppo e di se stesso,
nella piena comprensione di quello che il gruppo
rimanda, assumendosi la responsabilità nei confronti
dei bambini/ragazzi che sono sotto la sua supervisione,
senza mai tirarsi indietro; deve avere voglia di fare, in
una continua formazione su se stesso per aprirsi alla
comprensione dell’altro; deve accettare i propri limiti,
chiedendo aiuto all’equipe; ma soprattutto deve giocare,
divertirsi senza mai dimenticare il proprio ruolo e le
proprie responsabilità nei confronti di se stesso e degli
altri.
- riflessione dopo le attività per privilegiare ciò che si
apprende;
- importanza data all’ambiente;
- lavoro in equipe e confronto degli effetti delle attività
sugli altri;
- educazione presente e costante in ogni momento della
vita che deve essere considerato con la stessa attenzione.
20

IL CONFLITTO COME CONTATTO IN
COMUNITA’ TERAPEUTICHE (CT) PER ADOLESCENTI
Tale modalità ha permesso di dare forma e voce a vissuti
comuni come la difficoltà ad esprimere il conflitto.
La Conferenza si è svolta in due fasi:
- la 1° durante la mattinata alla quale hanno partecipato
20 operatori della Cooperativa;
- e la 2° nel pomeriggio con gli 16 operatori.
dott. Luca Mingarelli
Équipe LILIUM
14 aprile 2011
“Il conflitto è quella situazione che si determina tutte
le volte che su un individuo agiscono contemporaneamente
due forze psichiche di intensità più o meno
uguale, ma di opposta direzione”.
Kurt Lewin
Il conflitto è un’esperienza comune, quotidiana e costante
nella vita degli individui e dei gruppi.
In tutte le organizzazioni umane prima o poi si manifestano
conflitti, ovvero una serie di difficoltà che vanno
dalla semplice incomprensione interpersonale fino alla
manifestazione di comportamenti aggressivi e/o lesivi
della dignità e dell’autostima di coloro che li subiscono.
Il conflitto è una realtà sempre possibile all’interno di un
contesto lavorativo. Con il suo carico di tensione e ansia,
il conflitto può passare da semplice fase di dialettica
produttiva, a fase distruttiva per le relazioni all’interno del
gruppo, incidendo negativamente sulla sua produttività.
Durante l’incontro svoltosi il giorno 14 aprile 2011, condotto
dal Dottor Mingarelli, alla presenza degli operatori
di Comunità – membri della dirigenza, educatori,
psicologi, medici, infermieri - si è affrontato il tema del
conflitto, inteso come contatto all’interno delle Comunità
terapeutiche.
1. Nel primo gruppo di lavoro
il seminario si è aperto
con una seduta Plenaria,
nella quale il dott.Mingarelli
chiedeva ai partecipanti di
esprimere una propria opinione,
pensiero, immagine,
sul significato della parola
conflitto all’interno del contesto
lavorativo.
Le opinioni e le idee emerse possono essere riassunte
sinteticamente nel seguente modo:
• Scontro tra due opinioni, modi di agire che non trovano
accordo;
• Malessere difficile da esprimere in quanto vissuto negativamente
e non come dinamica costruttiva che porta
l’altro alla difesa e non all’accoglimento e all’ascolto. Il
conflitto, in questo modo, diventa e persevera “all’interno”,
rimanendo latente, protraendosi nel tempo, e
rischiando così di emergere nelle situazioni critiche,
ovvero nel momento in cui esso diventa insostenibile
e intollerabile per poi essere espresso attraverso un
agito esterno;
• Conflitto individuale che si manifesta quando le competenze
professionali non corrispondono con quelle
attese e con i compiti assegnati. Tale disattesa potrebbe
provocare insoddisfazione e demotivazione;
21

• Conflitto vissuto tra i diversi gruppi di lavoro;
• Conflitto come giudizio che nasce dalla insicurezza
della propria professionalità, vissuto come persecuzione
e disistima in se stessi;
• Paura degli utenti e paura di un’aggressione fisica;
• Conflitto come aggressività sentita in se stessi, dovuta
allo stretto contatto con l’aggressività verbale e
fisica dell’utenza psichiatrica;
• Conflitto come contrapposizione tra un bisogno interno
e il ruolo esterno da mantenere.
A tal riguardo il dott. Mingarelli esprime il concetto dello
psicoanalista britannico Bion: “Il Conflitto ha bisogno
di conoscere, il conflitto ha bisogno di negare”
soprattutto riferendosi alla fase adolescenziale,
di per sé “ambigua e ambivalente”.
Il dott. Mingarelli ha diviso poi i partecipanti al seminario
in tre Piccoli Gruppi assegnando loro il compito
di riflettere e fornire una definizione di conflitto e come
esso viene vissuto nel contesto lavorativo.
stessa consapevolezza, tutti i membri si sentono a loro
agio nell’esprimere le personali opinioni e partecipano
attivamente e costruttivamente alle attività di gruppo.
“Il conflitto per esprimersi deve avere un luogo emotivamente
protetto” affinché diventi costruttivo, motivo
di scambio e confronto per crescere. Mai deve essere
evitato, ma gestito e trasformato in risorsa.
2. Il secondo gruppo di lavoro, pomeridiano, invece è
stato invitato a sperimentare, per 45 minuti, l’espressione
libera del “qui ed ora”, delle proprie emozioni e
relazioni, nel momento stesso in cui si manifestano.
Successivamente ha condotto un Grande Gruppo,
all’interno del quale ha proposto una riflessione sulle
problematiche emerse, prendendo coscienza che il
conflitto esiste, ma non resta che scoprire come entrare
in relazione con esso, come imparare a gestirlo.
Il conflitto, in tal modo, potrebbe rappresentare una risorsa
per rafforzare la coesione fra i membri del gruppo
e la loro motivazione professionale e personale.
Il conflitto costruttivo è presente quando i membri di un
gruppo di lavoro sono consapevoli che il disaccordo è
un aspetto naturale all’interno delle dinamiche di gruppo,
anzi può essere un fattore chiave nel raggiungimento
dei loro obiettivi comuni.
La consapevolezza del gruppo si evince dal modo di comunicare
caratterizzato dalla cooperazione, dall’ascolto
delle idee e delle opinioni degli altri. Attraverso la
Inizialmente si è avvertita una certa difficoltà, da parte
del gruppo, ad eseguire il compito proposto dal dott.
Mingarelli.
È emerso anche il bisogno di trovarsi altrove, come se
non esistessero confini tra l’inizio e la fine del lavoro,
evidenziando una forte resistenza ad esprimere chi o
cosa porta al conflitto, a dare nome ad esso. Si evita di
arrivarvi, anche il solo parlarne crea disagio.
Il dott. Mingarelli è riuscito a far emergere come, nel
gruppo, vi sia la sensazione di essere un po’ “nomadi”,
ovvero lo spostarsi spesso, a causa degli accadimenti
che si presentano, da un ruolo all’altro o da una situa-
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zione all’altra. Ci si è quindi interrogati sulla possibilità
di riuscire a sostare in un conflitto, trasformandolo in
uno scontro positivo.
A seguito di questa prima parte esperienziale, il dott.
Mingarelli ha citato lo psicologo arabo Rahim, elencando
i cinque possibili modi di gestione del conflitto:
• Meglio evitare
• Mi scontro
• Cerco una mediazione
• Modifico la mia posizione
• Mi adeguo.
trando nell’altro” per poi separarsene.
Viene anche evidenziato come nel lavoro comunitario il
conflitto sia provocato dai pazienti stessi e da essi si
propaga verso chi viene in contatto con loro: è necessario,
pertanto, creare degli spazi di espressione delle
proprie differenze, generate dal conflitto, al fine di giungere
all’integrazione delle diverse parti.
A seguire, è stata poi riportata la presentazione di un
caso di conflitto di un utente della Comunità con l’invito
da parte del dott. Mingarelli, a non guardare chi presentava
il caso, in modo da ascoltare con le orecchie e non
con gli occhi.
Alla fine della presentazione il gruppo è stato invitato
prima a formulare delle domande e successivamente ad
esprimere le emozioni suscitate dall’esposizione del caso.
Le prime due modalità vengono considerate come più
estreme, mentre la terza e la quarta come più equilibrate.
A tal proposito, i presenti sono stati invitati a dividersi
in tre gruppi per discutere e cercare, qualora possibile,
di trovare una modalità tra le cinque sopraelencate di
risoluzione del conflitto. Al termine un rappresentante
per ciascun gruppo ha esposto le differenti modalità
emerse, tra cui le principali sono state l’evitare e la mediazione.
Si evince come sia importante la comprensione delle
esigenze dell’altro, non per manipolarlo o modificarlo,
ma per tentare di comprenderne le buone ragioni “en-
L’ultima parte del seminario è stata di tipo applicativo,
ovvero ci si è chiesti come poter utilizzare quanto detto
all’interno del proprio lavoro.
Il gruppo ha risposto evidenziando l’importanza di rispettare
i confini, vale a dire “chiudere la porta” quando
si va via, senza lasciare che, ciò che avviene in Comunità,
vada ad interferire con la propria vita al di fuori di
essa.
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Alla luce di quanto suddetto, possiamo giungere alle
seguenti conclusioni.
• Il conflitto può permettere interessanti e trasformative
soluzioni, poiché il gruppo va ad analizzare varie
alternative scegliendo la più utile per i propri bisogni; in
esso le persone imparano a conoscere gli aspetti positivi
e negativi del proprio comportamento e le conseguenze
sugli altri.
• Il conflitto accresce la tendenza al rinnovamento, aiuta
a comprendere meglio la propria posizione, ad aumentare
la consapevolezza della propria identità e l’autenticità
dei rapporti interpersonali e professionali. Per
raggiungere tale obiettivo è necessario poter pensare
insieme, al di là dello spazio formale, che comunque
deve restare l’unico predisposto per le decisioni.
Da qui assume grande rilevanza il passaggio e il trasferimento
dall’ambito informale a quello formale, passaggio
indispensabile per la risoluzione dei conflitti ed
affinché vi sia un confronto costruttivo tra le diverse figure
comunitarie.
• Alla fine, emerge l’opinione che un positivo clima
lavorativo, buone relazioni interpersonali e di gruppo,
l’accettazione e il sostegno reciproci insieme alla
conoscenza di sé, sono strumenti essenziali per una
buona qualità del lavoro e fondamentali per aumentare
la creatività, l’innovazione e il cambiamento.
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ENERGIA, CO-CREATION E BENESSERE NELLE
ORGANIZZAZIONI Prima Working Conference Internazionale
Il Nodo group – FINOD
Ecor/NaturaSì/Cuorebio (Fornitore delle materie prime
biologiche per la preparazione dei pasti)
Con il Patrocinio di:
Tavistock & Portman NHS Foundation Trust / CESMA –
La scuola dei Manager
Casa-Laboratorio di Cenci (Terni)
Umbria - Italia/Italy
19-22 Maggio/May, 2011
di esplorare sentimenti, immagini, sensazioni, intuizioni
e comportamenti per come vengono vissuti in relazione
al compito di ogni evento.
I momenti di riflessione hanno dato ai partecipanti l’opportunità
di comprendere il modo in cui la Working
Conference si stava sviluppando ed il ruolo di ognuno
in merito all’evoluzione degli eventi stessi.
Questi apprendimenti contribuiscono ad una migliore
comprensione delle dinamiche personali e collettive ed
alla trasformazione delle organizzazioni alle quali i partecipanti
collaborano.
Partecipanti
Il programma ha inoltre previsto un intervento teorico
sull’“Alimentazione biologica e il benessere”
condotto dal dott. Carlo Triarico, Presidente di APAB,
docente di Storia delle Scienze all’Università di Agraria
di Firenze e Coordinatore del Master Biologico Agricolo,
Consulente scientifico per le Fondazioni Italiane di
Biologia Agricola e Biodinamica.
STRUTTURA
“Energia, Co-Creation e Benessere nelle Organizzazioni”
si è svolta in quattro giornate organizzate attorno a
molteplici eventi di diversa natura e connessi tra loro
con l’obiettivo della Conference 1 .
Ha proposto eventi esperienziali (che hanno adoperato
modalità espressive come arte, suono, movimento
e contatto con la natura) alternati a momenti di riflessione.
Gli eventi esperienziali hanno permesso ai partecipanti
1 La C. è un’incontro di persone che “conferisce” su un argomento.
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DOVE SI SVOLGE
La Working Conference si è svolta in forma residenziale presso la Casa-Laboratorio di Cenci
Situata in Umbria, nella provincia di Terni, circondata dai boschi della campagna d’Amelia, lontano da strade rumorose
e trafficate la Casa-Laboratorio è un ostello che comprende un’antica cascina ristrutturata e due nuovi edifici.
SCOPO E CONTENUTI
Scopo della
Conference
è stato offrire
un’opportunità
a professionisti
operanti in diversi
campi e a
tutti coloro che
sono interessati
alle tematiche
della Conference,
di esplorare
le dinamiche,
l’energia, la cocreation
ed il
benessere per migliorare il modo in cui si assumono i
diversi ruoli nei luoghi di vita e di lavoro. E inoltre dare
l’opportunità, a chi ha già partecipato ad una Group
Relations Conference, di accedere a nuove chiavi di lettura
della vita organizzativa.
La Working Conference è stata un’opportunità di esplorazione
di questioni quali:
* Quali sono i processi consci ed inconsci che facilitano
o ostacolano la creatività ed il benessere nelle
organizzazioni?
* Che impatto hanno le nostre relazioni con l’energia
vitale, il movimento e la natura sul modo in cui individualmente
e collettivamente
assumiamo i
nostri ruoli?
* Quali sono i legami
tra i processi mentali,
emozionali, fisici, spirituali
ed energetici nelle
organizzazioni?
Molte di quelle che attualmente
sono considerate
organizzazioni
di “successo” possono generare, a volte involontariamente,
degli effetti secondari profondamente distruttivi.
Inquinamento e danni ambientali, competizione, corruzione,
ingiustizia, alienazione, malattie, vita familiare
infelice sono alcuni tra i sintomi emergenti che derivano
da problemi radicati in strutture, processi, sistemi e credenze
socio-politiche ed educative.
Tutto riesce ad avere un impatto nel mondo.
La nostra società adotta modelli dualisti e gerarchie di
potere che enfatizzano
l’individuo e non riconoscono
il legame tra
gli esseri umani e la
vita sulla terra ed il suo
potenziale creativo.
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DESCRIZIONE EVENTI CONFERENZA
• Plenarie di apertura e chiusura: forniscono l’opportunità
per riflettere insieme sull’esperienza di transizione
alla conferenza e dalla conferenza negli ambienti
privati e professionali.
• Eventi organizzativi: forniscono ai partecipanti
l’opportunità di organizzarsi ed impegnarsi sistematicamente
in relazione ad un compito, allo scopo di esplorare
il comportamento e le dinamiche per l’energia,
la co-creazione ed il benessere nella loro evoluzione
nell’hic et nunc.
• Fare del Movimento: consente l’esplorazione del
movimento e dell’energia nell’esperienza fisica a contatto
con la natura.
• Canzone della Sera: offre l’opportunità per esplorare
il suono così come emerge nel sistema.
• Percorso Natura: incontri con la saggezza della natura
e l’esperienza di interconnessione con l’ambiente.
• Esplorare la matrice: i partecipanti esplorano la
DIMENSIONE interconnessa del sistema che emerge
attraverso i sogni, le sensazioni fisiche, fantasticherie e
incontri con la natura.
• Trasformare Concetti: il dibattito concettuale su
alcuni dei temi e la loro rilevanza per la leadership e la
vita nelle organizzazioni.
• ARTE: Piccoli-gruppi permettono ai partecipanti di
esplorare insieme il loro apprendimento individuale
come si evolve nel corso dei quattro giorni.
• ARTE Collettiva: questo evento consente l’esplorazione
collettiva di applicazione dell’apprendimento nel
Sistema.
STAFF DELLA WORKING CONFERENCE
• Shelley Ostroff, PhD: Direttore Terapista e Consulente
olistico organizzativo.
• Luca Mingarelli: Vice Direttore e Responsabile
dell’organizzazione, Psicoterapeuta (ECP).
• Franca Fubini, Psicoterapeuta, Analista di gruppo
e Consulente organizzativo.
• Maria Grazia Siri: Coordinatore e Coordinatore
Pre-conference Psicologa, Psicoterapeuta.
Staff di cucina naturale
Simone Salvini: Responsabile Cucina
Alberto Cauzzi: Assistente Cucina
Il menu’ è stato progettato con lo Staff Cucina da Pietro
Leeman: Fondatore del Ristorante Joia di Milano www.
joia.it, specialista cucina olistica.
LINGUA INGLESE
Maddalena Crespi: Traduttrice
Ex alunna Scuola R. Steiner di Milano, Consulente della
casa editrice Mauri Spagnol.
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