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giugno pdf - L'imprevisto

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amici spagnoli<br />

Il 27 Maggio è venuto a trovarci un gruppo di spagnoli<br />

amici di Silvio. La loro conoscenza è avvenuta<br />

2 anni fa quando tre dei nostri ragazzi, Lorenzo<br />

M., Riccardo S., Stefano M., insieme a Silvio sono<br />

partiti per Madrid per visitare un carcere minorile.<br />

Lì hanno incontrato Don Alvaro, un prete che si<br />

presta a confessare i detenuti. Da quest’incontro chi<br />

è rimasto più colpito è stato proprio Don Alvaro,<br />

in particolare dalle nostre testimonianze: quasi non<br />

credeva alle parole dei ragazzi e allo sguardo stupito<br />

dei detenuti. Appena finito l’incontro ha voluto<br />

sapere da Silvio come contattare l’Imprevisto, “la<br />

nostra comunità”, perché come ci ha descritti lui, a<br />

Madrid non esiste un luogo come questo. Là, a chi ha problemi con la legge o dipendenza non viene data nessuna<br />

alternativa al carcere ed è proprio questo che ha spinto Don Alvaro a venirci a trovare di persona. Quello che<br />

mi ha colpito di più è come in una città così grande come Madrid, ragazzi come noi, con gli stessi problemi non<br />

abbiano la possibilità di fare un lavoro, un percorso sulla propria persona e magari riuscire consapevoli di poter<br />

affrontare diversamente le difficoltà di ogni giorno e trascorrere una vita migliore di prima.<br />

Dario P.<br />

Il 28.05 il Tingolo è stato “invaso” da dominatori spagnoli: tre hombres e tre mujeres! Questi amici madrileni<br />

sono venuti a farci visita, dopo aver conosciuto Silvio all’incontro fatto con alcuni dei nostri ragazzi a Madrid.<br />

Volevano conoscere la nostra realtà e la “magia” che ci cattura e ci tiene legate a questa esperienza sin dal primo<br />

giorno in cui entriamo. Abbiamo raccontato di noi, e due compagne di origine sud americana hanno potuto<br />

parlare per tutto il tempo nella loro lingua madre, approfittando dell’occasione, visto che c’era chi le capiva. Gli<br />

spagnoli, ci hanno raccontato di loro e della loro esperienza che li lega ai ragazzi del carcere minorile, dove vanno<br />

ad allietare le giornate e a portare un po’ di gioia. Dopo l’assemblea sono rimasti con noi a pranzo (c’erano anche<br />

Silvio, Giancarlo e Grazia), e hanno apprezzato le nostre “doti culinarie” e la cucina italiana. è stato un incontro<br />

interessante, dove abbiamo potuto constatare che, nonostante le differenze culturali e le nazioni che ci dividono,<br />

siamo legati dallo stesso desiderio di lasciarci guidare da Qualcun altro, affinché la nostra strada diventi meno<br />

tortuosa e sempre più sicura, ma con un invidiabile paesaggio a farci da cornice!<br />

Caterina<br />

amici russi<br />

Il 5 Giugno, accompagnato dalla professoressa<br />

Elena Mazzola, ci ha fatto visita il noto filosofo russo<br />

Alexander Filomenko.<br />

“Era tanto tempo che non vedevo nello stesso posto un gruppo<br />

di persone così belle e mentre ascoltavo i vostri racconti pensavo<br />

“che cos’è questa bellezza?”. Le mosche aiutano molto in questo.<br />

Un filosofo che io amo molto,Wittgenstein, diceva che il compito<br />

della filosofia è molto semplice. Il compito della filosofia è quello<br />

di far vedere alle mosche la via d’uscita dalla trappola. In una<br />

bottiglia di vetro sbattono contro il vetro. Se la mosca è fortunata<br />

riuscirà a volar via e non si ricorderà neanche più dov’era il problema.<br />

Io sono sicuro che l’uomo quando vede la bellezza non<br />

pensa più a se stesso.<br />

È una fortuna grandissima che noi abbiamo potuto vedere questa<br />

bellezza, è impressionante quant’è fragile, non siamo noi fragili,<br />

è la bellezza fragile.<br />

Noi pensiamo sempre a come difendere noi stessi, a come risolvere<br />

i nostri problemi, ma quando la bellezza arriva, tu ti dimentichi<br />

di te e ti rendi conto che c’è bisogno di difendere quella bellezza.<br />

Noi troviamo sempre delle cose più importanti della bellezza, difendiamo<br />

qualsiasi cosa, il nostro onore, lo Stato, i nostri valori e<br />

pensiamo che per la bellezza c’è sempre tempo e così moriamo.<br />

Invece lei ha bisogno di un rapporto, come quello di una madre<br />

con il bambino.<br />

Una volta ho invitato da me dei miei amici da Mosca, dalla Siberia, dall’Italia e tutti con la stessa caratteristica:<br />

erano tutti del Movimento ed erano tutti miei amici. Io volevo fargli conoscere i miei amici ucraini. Era<br />

un momento così grandioso che chiamai anche un giornalista che potesse scrivere di questa cosa e il giornale<br />

“Tracce” molto gentilmente mi ha mandato una persona. Ho incontrato questo giornalista e siamo andati in<br />

giro. Cinque minuti abbiamo chiacchierato e mi ha colpito che con lui è stato un discorso serio iniziato molto<br />

in fretta. È stato un discorso molto rapido e bello e ci siamo detti a vicenda che cosa ci rende vivi. Io gli ho<br />

raccontato dei miei ragazzi che hanno avuto dei problemi e la loro storia è stata difficile come la vostra, e lui<br />

mi ha raccontato che qualche giorno prima di quel viaggio in Ucraina era stato a Pesaro, e mi ha parlato tutto<br />

il tempo di Pesaro. Poi ho rincontrato questa persona dopo qualche anno e mi ha detto “non sono più un giornalista”.<br />

E io “come no? cosa fai?” “Sono andato a lavorare a Pesaro”! In quel momento mi sono detto che<br />

dovevo assolutamente capire cosa succedeva a Pesaro.<br />

...Volevo dire una cosa sulla decisione di seguire l’operatore, ma non sentirsi all’altezza..<br />

Io ho una poetessa e teologa preferita, si chiama Olga Sedakova e sono quasi sicuro che vincerà il premio<br />

nobel. Io avevo quasi paura a parlare con lei, ma lei mi piaceva molto ed io pensavo sempre parlando con lei<br />

di non essere all’altezza e non dire sciocchezze, non deluderla, tutte le cose che capitano normalmente quando<br />

ami una persona. Quando l’ho incontrata, ho capito che c’era una strada molto semplice, cioè che grazie a Dio<br />

potevo invece che parlare con lei, portare le sue valige! Oppure ad esempio lei cercava il suo accendino, non<br />

lo trovava ed io le ho dato il mio. Cioè ti trasformi in un servitore e per qualche ragione questa è una grande<br />

felicità e mi sembra che il rapporto con la bellezza sia proprio costruito in questo modo. A me sembra che<br />

quando tu fai una fatica per seguire qualcuno significa che deve ancora succedere qualcosa d’importante, non<br />

hai ancora capito com’è facile per le mosche uscire dalla finestra aperta!!”<br />

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