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Capitolo II - Dipartimento di Matematica

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30 CAPITOLO 2. MENO PER MENO FA PIÙ<br />

collegata ai numeri preceduti dai segni + o −. Le quantità servono ad esprimere<br />

un accrescimento od un decremento ed il segno + o − posto davanti ad un numero<br />

ne mo<strong>di</strong>ficherà il significato, come fa un aggettivo con un sostantivo ([5],<br />

p.2). Di questa analogia linguistica Cauchy è debitore ad un lavoro dell’abate<br />

Adrien-QuentinBuée(1748-1826)sacerdotecattolicoemigratoin Inghilterranel<br />

1792 in quanto rifiutò <strong>di</strong> giurare fedeltà alla Costituzione (prètre réfractaire).<br />

Nel 1806 egli pubblicò il suo unico lavoro in matematica [3] che però lo colloca<br />

tra i primi ad aver proposto una teoria geometrica per chiarire il significato delle<br />

quantità immaginarie. Nella prima sezione <strong>di</strong> [3] Buée aveva esposto alcune<br />

considerazioni sui segni + e − che, oltre che su Cauchy, esercitarono un certo<br />

influsso su George Peacock, il cui ruolo nella storia che stiamo ripercorrendo<br />

sarà analizzato nella prossima sezione. Buée criticava la visione newtoniana <strong>di</strong><br />

Algebra come aritmetica universale, sostituendole quella <strong>di</strong> linguaggio matematico<br />

(langue mathématique) e considerava i segni + e − in due accezioni: come<br />

segni delle operazioni aritmetiche <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione e sottrazione e come segni <strong>di</strong><br />

operazioni geometriche, nel qual caso essi in<strong>di</strong>cano <strong>di</strong>rezioni opposte:<br />

Se uno[<strong>di</strong> questisegni] significa che un segmentodeve essere tracciato da sinistra<br />

verso destra, l’altro significa che esso deve essere tracciato da destra a sinistra<br />

([3], p. 23)<br />

L’analisi del significato dei segni + e − <strong>di</strong>viene interessante procedendo nella<br />

lettura del lavoro <strong>di</strong> Buée:<br />

per conoscere che cosa significhi il segno − davanti ad una lettera, occorre conoscere<br />

che cosa significherebbe il segno + davanti alla medesima lettera e prendere<br />

per − il significato opposto.<br />

Se, per esempio, +t significa un tempo passato, −t significa un tempo uguale<br />

ma futuro. Se +p in<strong>di</strong>ca una proprietà, −p in<strong>di</strong>ca un debito dello stesso valore,<br />

ecc. ([3], p.24)<br />

Ritengoefficacequestaosservazione,soprattuttoconl’esempiocronologicoin<br />

cui la quantità positiva viene interpretata come tempo passato e quella negativa<br />

come tempo futuro. Per inciso, tra le fonti che ho consultato, il lavoro <strong>di</strong> Buée<br />

sembra essere il primo in cui si introduce la retta temporale come esempio per<br />

illustrare la <strong>di</strong>fferenza tra quantità positive e negative: anche Peacock ne farà<br />

uso ma è possibile che abbia tratto l’ispirazione da Buée. Buée sviluppa due<br />

significati dei segni + e − che tiene a mantenere ben <strong>di</strong>stinti:<br />

1◦ Posto davanti ad una quantità q, essi possono in<strong>di</strong>care, come ho detto,<br />

due operazioni aritmetiche opposte il cui soggetto è questa quantità [q].<br />

2◦ Davanti a questa stessa quantità, possono in<strong>di</strong>care due qualità opposte<br />

aventi per soggetto le unità da cui questa quantità è composta.<br />

Nell’algebra or<strong>di</strong>naria, cioè nell’algebra considerata come aritmetica universale,<br />

dove si astrae da ogni tipo <strong>di</strong> qualità, i segni + e − non possono che avere il<br />

primo <strong>di</strong> questi significati. Di conseguenza, in quest’algebra dove tutto è astratto,<br />

una quantità isolata può certamente portare con sé il segno + che, in quel<br />

caso, non aggiunge nulla all’idea <strong>di</strong> questa quantità; ma essa non può portare il<br />

segno −. (...) In effetti, poiché questa quantità è immaginata come isolata, se<br />

la si aggiunge non può che essere aggiunta allo zero; se la si sottrae, non può

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