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arci - Solidar

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<strong>arci</strong>report<br />

settimanale a cura dell’Arci<br />

www.<strong>arci</strong>.it<br />

report@<strong>arci</strong>.it<br />

Legge elettorale<br />

e riforma della politica<br />

<br />

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili<br />

i due referendum sulla legge elettorale,<br />

tanto quello sull'abrogazione totale del<br />

‘Porcellum’ quanto quello che ne chiedeva la<br />

cancellazione parziale. Non è una buona notizia,<br />

perché il referendum poteva essere lo strumento<br />

per scardinare quella legge voluta dal<br />

centrodestra nel 2005, oscena al punto tale da<br />

essere definita ‘porcata’ dal suo stesso estensore.<br />

Una norma di cui sono evidenti a tutti gli<br />

aspetti problematici e su cui la stessa Consulta<br />

aveva avanzato fin dal 2008 sospetti di incostituzionalità.<br />

Ora è chiaro che, indipendentemente dalle<br />

ragioni giuridiche che hanno motivato la sentenza<br />

di inammissibilità, la decisione della<br />

Corte riapre il tema di una riforma elettorale per<br />

via parlamentare. È un nodo su cui il<br />

Parlamento si gioca quel che gli resta di credibilità<br />

nei confronti di un'opinione pubblica sempre<br />

più lontana e insofferente verso la politica.<br />

Non c'è dubbio che il Paese chieda la riforma<br />

elettorale e che questa sia un passaggio<br />

necessario a ricostruire fiducia e consenso<br />

intorno alle istituzioni. Ma c'è il rischio che tutto<br />

venga rimandato aggravando una pericolosa<br />

deriva antidemocratica.<br />

A parole nessuno è disposto a difendere il porcellum,<br />

ma nei fatti molti possono essere tentati<br />

a non rinunciarvi. Quale altra legge potrebbe<br />

mai consentire ai partiti altrettanto potere<br />

discrezionale nella formazione dei gruppi parlamentari,<br />

garantendo un'assemblea di nominati<br />

ricattabili e ubbidienti?<br />

Il confronto fra le forze politiche è aperto: tutti<br />

dicono che la riforma è necessaria, ma su<br />

come farla ciascuno immagina soluzioni diverse<br />

a seconda delle convenienze di bottega.<br />

Non a caso il Pdl mette già le mani avanti sul<br />

premio di maggioranza e sull'indicazione del<br />

premier, forzatura populistica incompatibile col<br />

modello di democrazia parlamentare descritto<br />

in Costituzione.<br />

Non si farà una buona legge elettorale se al<br />

tempo stesso non si rinnova davvero la politica;<br />

se i partiti non hanno la forza di andare oltre<br />

il leaderismo e aprirsi alla partecipazione, se i<br />

cittadini non tornano protagonisti della discussione<br />

pubblica anche esercitando il diritto di<br />

scegliere i propri rappresentanti. Ma serve una<br />

spinta dal basso, perché i partiti non si autoriformano<br />

da soli. Anche le associazioni che<br />

ogni giorno operano per promuovere partecipazione<br />

e responsabilità civica possono svolgere<br />

un'azione di stimolo importante su temi<br />

così decisivi per la qualità della democrazia.<br />

L’Italia sono anch’io: serve<br />

uno scatto finale<br />

Haiti 2 anni dopo: tra mezze verità e<br />

prese di posizione<br />

ACQUA I PAGINA 3<br />

Un articolo di Corrado Oddi sulla mancata<br />

applicazione dell’esito referendario e<br />

l’appello del Forum dei movimenti per l’acqua<br />

anno X - n. 2<br />

17 gennaio 2012<br />

Sono passati due anni dal terremoto<br />

che ha colpito Haiti (era il 12 gennaio<br />

del 2010) e purtroppo si assiste<br />

alla tentazione di fare bilanci a volte<br />

superficiali. È di pochi giorni fa l’inchiesta di<br />

un grande quotidiano che puntava il dito sul<br />

fallimento della Cooperazione Internazionale,<br />

generalizzando una situazione che va<br />

valutata con più attenzione. Le Ong Italiane,<br />

con il Consorzio Agire ma non solo, hanno<br />

portato avanti interventi con fondi propri e<br />

senza il supporto dei finanziamenti istituzionali,<br />

che sono stati prevalentemente gestiti<br />

dagli organismi internazionali. La rete Arci e<br />

dei Sindacati (CGIL, CISL, UIL) ha scelto<br />

interventi non diretti alla ricostruzione materiale,<br />

ma a quella sociale: con il coinvolgimento<br />

dei propri soci con campagne di raccolta<br />

fondi e con le risorse messe a disposizione<br />

dalla rete <strong>Solidar</strong> si sono occupate<br />

del miglioramento delle condizioni di vita dei<br />

lavoratori. Se è vero che il terremoto ha provocato<br />

notevoli distruzioni, è altrettanto vero<br />

che le condizioni dell’isola erano drammatiche<br />

già da prima. Alcuni alti esponenti di<br />

organizzazioni internazionali (OCHA) hanno<br />

ammesso che molti degli sfollati presenti<br />

nelle baraccopoli della capitale non sono<br />

persone che hanno perso la casa a causa<br />

del terremoto, ma si tratta di uomini e donne<br />

che hanno visto negli aiuti umanitari l’opportunità<br />

di un miglioramento delle loro condizioni.<br />

Le cause alla base dei problemi della<br />

povertà ad Haiti sono molto più profonde e<br />

radicate nel tempo e vanno affrontate non<br />

solo nell’ottica dell’emergenza, ma soprattutto<br />

come priorità di intervento di cooperazione<br />

internazionale.<br />

RAPPORTO CEDAW I PAGINA 5<br />

Articoli sulla presentazione in Parlamento<br />

del Rapporto Ombra del Cedaw<br />

sulle discriminazioni di genere


<strong>arci</strong><br />

migranti<br />

<strong>arci</strong>report<br />

L'Italia sono anch'io: è iniziata la fase decisiva<br />

2<br />

notizieflash<br />

Per la campagna sulla cittadinanza è<br />

iniziata la fase decisiva. I tanti comitati<br />

locali nati in questi mesi e le<br />

migliaia di iniziative fatte per raccogliere le<br />

firme e sensibilizzare il territorio ci dicono<br />

che avevamo visto giusto sia sull'argomento,<br />

che sulle alleanze messe in campo, che<br />

sui tempi e le modalità scelte. Il fatto di aver<br />

puntato sulla cittadinanza e sul tema dei<br />

diritti più in generale, mettendoli all'ordine<br />

del giorno anche in un periodo di crisi, poteva<br />

sembrare un azzardo. Si è rivelata invece<br />

una scelta giusta e opportuna.<br />

Provare a modificare il terreno di battaglia<br />

politica e culturale, superando l'approccio<br />

emergenziale e difensivo, basato sulla rincorsa<br />

a interventi dal chiaro intento discriminatorio,<br />

ha consentito ai territori di<br />

costruire alleanze ampie, con cui affrontare<br />

VERONA<br />

Il Comitato provinciale de L’Italia<br />

sono anch’io promuove il 25 gennaio<br />

alle 17, presso il polo didattico<br />

Giorgio Zanotto, la proiezione<br />

del film 18 ius soli. Sarà presente<br />

il regista Fred Kuwornu<br />

anche altre questioni, comprese le emergenze.<br />

Questo metodo può rappresentare<br />

un punto di riferimento importante per il<br />

futuro del movimento antirazzista e per il<br />

nostro tessuto associativo. Partire dall'affermazione<br />

del principio dell'uguaglianza, fulcro<br />

della nostra democrazia, e da un<br />

aggiornamento dei contenuti della Costituzione,<br />

si è dimostrata modalità utile ed<br />

efficace per contrastare le campagne di<br />

comunicazione razziste e sopperire all'assenza<br />

di proposte alternative che ha caratterizzato<br />

gli ultimi anni di dibattito pubblico<br />

sull'immigrazione. Anche gli enti locali e il<br />

mondo della politica sembra averlo compreso<br />

e adesso c'è da compiere un ultimo<br />

sforzo, anche attraverso una campagna di<br />

comunicazione che dia la massima visibilità<br />

alla nostra iniziativa. Nei prossimi giorni<br />

partirà un progetto che prevede la realizzazione<br />

di un grande album fotografico<br />

dell'Italia dei nostri giorni, con le facce, i<br />

racconti e le parole delle persone di origine<br />

straniera. In tutte le città verranno affissi<br />

manifesti con le immagini e le storie di persone<br />

che sostengono la nostra campagna e<br />

affermano la propria appartenenza a questo<br />

Paese: L'Italia sono anch'io, appunto,<br />

sarà la frase che accompagnerà le immagini<br />

dei tanti nuovi italiani. Proveremo a coinvolgere<br />

anche il mondo della scuola, i giovani<br />

e le organizzazioni di migranti in questa<br />

operazione di visibilità di una Italia invisibile.<br />

C'è però adesso la necessità di portare<br />

a buon fine l'impegno assunto con la<br />

Campagna, raggiungendo e superando<br />

l'obbiettivo minimo delle 50mila firme depositate.<br />

Siamo sicuri che le firme raccolte<br />

sono già più di questa cifra, e tuttavia serve<br />

ora uno sforzo particolare per riunire i tanti<br />

moduli sparsi sui territori e inviarli al centro<br />

nazionale di raccolta, in modo che possano<br />

essere controllati in ogni loro parte e verificata<br />

la validità delle firme. Si tratta di un<br />

passaggio 'tecnico', che però è necessario<br />

quanto la raccolta e richiede tempi lunghi.<br />

Per questo l'invio dei moduli deve avvenire<br />

con la massima urgenza.<br />

È cominciata l'ultima parte della campagna,<br />

che si concluderà ufficialmente con la consegna<br />

delle firme al Presidente della<br />

Camera. Per raccoglierle c'è ancora del<br />

tempo, ma contestualmente vanno iniziate<br />

una serie di operazioni (non solo la verifica,<br />

ma anche, per esempio, la programmazione<br />

della consegna) per il cui buon esito<br />

serve un ulteriore impegno di tutti.<br />

Info: miraglia@<strong>arci</strong>.it<br />

L’Arci Basilicata e l’accoglienza diffusa<br />

Dall'agosto del 2011 a oggi il comitato regionale<br />

dell'Arci Basilicata è stato impegnato nell'accoglienza<br />

di 18 richiedenti asilo nigeriani,<br />

arrivati a Lampedusa dalla Libia, e di 8 cittadini<br />

palestinesi provenienti dalla Svezia, inseriti<br />

nella rete Sprar - Posti Straordinari.<br />

Gli ospiti vivono attualmente in appartamenti<br />

siti in tre comuni della Provincia di Potenza e<br />

partecipano a un progetto sperimentale che<br />

realizza un sistema di accoglienza alternativa<br />

al concentramento di persone in grandi strutture<br />

o in Cai e Cara. Per l'emergenza Nord-<br />

Africa, l'Arci di Basilicata ha aderito a una<br />

convenzione sottoscritta dalla Provincia di<br />

Potenza e dai soggetti attuatori regionali, il<br />

Dipartimento della Protezione Civile e la<br />

Prefettura di Potenza. Il raccordo fra i vari<br />

soggetti ha permesso di ospitare i beneficiari<br />

nei centri abitati dei comuni di Bella, Avigliano<br />

e Rionero in Vulture, con l'obiettivo di proporre<br />

una via sperimentale all'accoglienza diffusa<br />

come primo passo verso la realizzazione<br />

di un sistema territoriale integrato di intervento<br />

a favore degli immigrati, che punti al rispetto<br />

dei diritti degli stessi, oltre che al miglioramento<br />

dei servizi e degli interventi sull'immigrazione<br />

in un territorio accogliente.<br />

L'Arci Basilicata collabora alla realizzazione<br />

delle attività dei progetti, che prevedono l'organizzazione<br />

di corsi di italiano, la partecipazione<br />

dei beneficiari alle iniziative dei circoli e<br />

a specifici progetti di inserimento lavorativo,<br />

attraverso tre mediatori culturali e un avvocato.<br />

Gli ospiti ricevono assistenza generale e<br />

specifica dagli operatori Arci, soprattutto per<br />

ciò che riguarda il complesso procedimento<br />

per il riconoscimento della protezione internazionale.<br />

L'idea di una valorizzazione dell'accoglienza<br />

nasce dall'opportunità che la presenza<br />

di immigrati rappresenta per il territorio<br />

della Basilicata, dal punto di vista economico<br />

ma soprattutto dal punto di vista culturale.<br />

Una regione fortemente interessata dallo<br />

spopolamento, costituita da piccoli comuni e<br />

in cui l'emigrazione verso altri luoghi è un processo<br />

in costante crescita, l'arrivo di nuovi<br />

'abitanti' può rappresentare la risorsa più<br />

importante per lo sviluppo del territorio e della<br />

società. L'Arci continuerà ad impegnarsi nella<br />

costruzione di un sistema di intervento, che<br />

consenta di rispondere in maniera solidale<br />

alle emergenze, ma anche di cogliere un'opportunità<br />

storica di sviluppo per la Basilicata.<br />

Info: donatodisanzo@libero.it<br />

I giovani stranieri<br />

e il servizio civile<br />

I giovani stranieri possono svolgere il servizio<br />

civile in Italia. È quanto ha stabilito nei<br />

giorni scorsi il giudice Carla Bianchini del<br />

Tribunale di Milano, secondo cui «Chiunque<br />

ha il dovere fondamentale di solidarietà<br />

sociale al quale secondo l’articolo 2 della<br />

Costituzione sono chiamati coloro che vivono<br />

sul territorio nazionale avendo scelto liberamente<br />

di porvi la loro stabile resistenza».<br />

La sentenza ha così dato ragione a Syed<br />

Shahzad Tanwir, 26enne nato in Pakistan<br />

ma residente a Milano da 1993, che ha<br />

denunciato per discriminazione il Governo<br />

italiano perchè nel bando del 20 settembre<br />

2011 per il servizio civile chiedeva come<br />

requisito quello della cittadinanza italiana.<br />

Il giudice ha stabilito che l’Ufficio nazionale<br />

per il servizio civile della Presidenza del<br />

Consiglio sospenda le procedure di selezione,<br />

modifichi il bando «consentendo l’accesso<br />

anche agli stranieri regolarmente soggiornanti<br />

in Italia» e fissi un nuovo termine per la<br />

presentazione delle domande. Anche se,<br />

come afferma Syed, «non penso che ripresenterò<br />

la domanda. Certo sono soddisfatto,<br />

ma più che altro perchè abbiamo abbattuto<br />

un’altra barriera discriminante».<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

acquabenecomune<br />

<strong>arci</strong>report<br />

I tentativi di aggirare il voto referendario sono<br />

uno schiaffo alla democrazia<br />

di Corrado Oddi, Fp Cgil e Forum italiano dei movimenti per l'acqua<br />

Il 12 e 13 giugno 2011 la maggioranza<br />

assoluta dei cittadini italiani ha detto che<br />

la gestione del servizio idrico deve essere<br />

pubblica e che su di esso non si possono<br />

fare profitti. Il pronunciamento, dal punto di<br />

vista politico, è stato molto chiaro e altrettanto<br />

chiaro era già stato il pronunciamento<br />

della Corte Costituzionale, con le sentenze<br />

di ammissibilità dei 2 referendum, sulle conseguenze<br />

giuridiche della vittoria dei 2 referendum.<br />

La Corte Costituzionale ha affermato che,<br />

con l'abrogazione del decreto Ronchi, per<br />

l'affidamento dei servizi pubblici di rilevanza<br />

economica, compreso quello idrico, vale la<br />

normativa comunitaria, che prevede una pluralità<br />

di forme di gestione, riaprendo la strada<br />

anche all'intervento di soggetti di diritto<br />

pubblico, come le Aziende speciali. Inoltre,<br />

sempre la Corte ha affermato che, con la vittoria<br />

referendaria del quesito che abolisce la<br />

remunerazione del capitale investito, tale<br />

dispositivo diventava immediatamente applicabile.<br />

Subito dopo la vittoria referendaria i<br />

guastatori si sono messi all'opera. Ha iniziato<br />

il governo Berlusconi con la manovra dell'estate<br />

scorsa, in cui si stabiliva che per il<br />

trasporto pubblico locale e la gestione dei<br />

rifiuti, servizi anch'essi interessati dall'esito<br />

referendario, torna ad applicarsi, nella<br />

sostanza, il decreto Ronchi abrogato. Hanno<br />

proseguito le Autorità d'Ambito del servizio<br />

idrico e i soggetti gestori, che si son ben<br />

guardati dal dare applicazione al secondo<br />

quesito referendario. Adesso il completamento<br />

dell'opera viene affidato al governo<br />

Monti. Con l'annunciato decreto legge del<br />

prossimo 20 gennaio si intende intervenire<br />

esattamente in questa direzione, sotto l'ombrello<br />

ideologico delle grandi virtù delle liberalizzazioni.<br />

Nonostante le dichiarazioni rassicuranti<br />

di esponenti del governo, l'intenzione<br />

è proprio quella di mettere in discussione<br />

l'esito referendario, la discussione verte<br />

semmai sul come. C'è una prima ricetta suggerita<br />

dall'Antitrust che, nella sostanza, propone<br />

di estendere le norme del decreto<br />

Ronchi abrogato, applicate l'estate scorsa al<br />

trasporto pubblico locale e al ciclo dei rifiuti,<br />

anche al servizio idrico. Gira poi un'altra<br />

idea, apparentemente più soft, che è quella<br />

di precisare le possibili forme di gestione del<br />

servizio idrico, non limitando l'intervento<br />

delle Spa a totale capitale pubblico, ma<br />

escludendo i soggetti di diritto pubblico,<br />

come le Aziende speciali. È un'ipotesi che<br />

potremmo definire ‘anti Comune di Napoli’,<br />

che recentemente ha trasformato la propria<br />

3<br />

Spa in Azienda speciale, ma che ha anche lo<br />

scopo di scoraggiare altri enti locali che<br />

volessero fare la stessa scelta. In questi<br />

mesi però non siamo stati con le mani in<br />

mano. Con la manifestazione del 26 novembre<br />

abbiamo ribadito che la volontà popolare<br />

va rispettata. Ci siamo preparati per lanciare<br />

la campagna di 'obbedienza civile' per<br />

il ricalcolo delle tariffe, che sta partendo ora<br />

nei territori, e ripubblicizzare realmente il servizio<br />

idrico in tutto il Paese.<br />

Ora dobbiamo impedire che il governo Monti<br />

chiuda il cerchio. Abbiamo promosso un<br />

appello che invitiamo tutti a firmare, perché<br />

siamo di fronte a una grande questione<br />

democratica, che non riguarda solo i promotori<br />

dei referendum. È necessario reagire,<br />

protestare contro l'ennesimo schiaffo a un<br />

sistema democratico che la crisi restringe<br />

sempre più.<br />

Firmiamo l'appello ‘Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia!’<br />

ROMA<br />

Mercoledì 18 gennaio, alle 16.30,<br />

presidio davanti a Montecitorio perché<br />

venga rispettata la volontà di 26<br />

milioni di italiani/e che hanno votato<br />

per la ripubblicizzazione dell’acqua<br />

notizieflash<br />

Il Forum Italiano dei Movimenti per<br />

l'Acqua ha promosso una raccolta firme<br />

- sono già più di 20mila in pochi giorni -<br />

per la difesa del voto referendario.<br />

Di seguito, il testo dell'appello.<br />

«Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne<br />

e uomini hanno votato per l'affermazione<br />

dell'acqua come bene comune e diritto<br />

umano universale e per la sua gestione partecipativa<br />

e senza logiche di profitto.<br />

Le stesse persone hanno votato anche la<br />

difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie<br />

di privatizzazione: una grande e diffusa<br />

partecipazione popolare, che si è espressa<br />

in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità<br />

democratica di una società in movimento<br />

e la capacità di attivare un nuovo rapporto<br />

tra cittadini e Stato attraverso la politica.<br />

Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni<br />

comuni e della partecipazione democratica<br />

come base fondamentale di un possibile<br />

nuovo modello sociale capace di rispondere<br />

alle drammatiche contraddizioni di una<br />

crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica<br />

senza precedenti. A questa straordinaria<br />

esperienza di democrazia il precedente<br />

Governo Berlusconi ha risposto con un<br />

attacco diretto al voto referendario, riproponendo<br />

le stesse norme abrogate con l'esclusione<br />

solo formale del servizio idrico<br />

integrato. Adesso, utilizzando come espediente<br />

la precipitazione della crisi economico-finanziaria<br />

e del debito, il Governo guidato<br />

da Mario Monti si appresta a replicare<br />

ed approfondire tale attacco attraverso un<br />

decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione<br />

che vuole intervenire direttamente<br />

anche sull'acqua, forse addirittura in parallelo<br />

ad un analogo provvedimento a livello<br />

di Unione Europea che segua la falsariga di<br />

quanto venne proposto anni addietro con la<br />

direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole<br />

mettere all'angolo l'espressione democratica<br />

della maggioranza assoluta del popolo<br />

italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto<br />

alla egemonia delle leggi di mercato ed<br />

evitare che il "contagio" si estenda fuori<br />

Italia. Noi non ci stiamo. L'acqua non è una<br />

merce, ma un bene comune che appartiene<br />

a tutti gli esseri viventi e a nessuno in<br />

maniera esclusiva, e tanto meno può essere<br />

affidata in gestione al mercato.<br />

I beni comuni sono l'humus del legame<br />

sociale fra le persone e non merci per la<br />

speculazione finanziaria. Ma sorge, a questo<br />

punto, una enorme e fondamentale questione<br />

che riguarda la democrazia: nessuna<br />

‘esigenza’ di qualsivoglia mercato può<br />

impunemente violare l'esito di una consultazione<br />

democratica, garantita dalla Costituzione,<br />

nella quale si è espressa senza<br />

equivoci la maggioranza assoluta del popolo<br />

italiano.<br />

Chiediamo con determinazione al Governo<br />

Monti di interrompere da subito la strada<br />

intrapresa. Chiediamo a tutti i partiti, a tutte<br />

le forze sociali e sindacali di prendere<br />

immediata posizione per il rispetto del voto<br />

democratico del popolo italiano.<br />

Chiediamo alle donne e agli uomini di questo<br />

paese di sottoscrivere questo appello e<br />

di prepararsi alla mobilitazione per la difesa<br />

del voto referendario. Oggi più che mai, si<br />

scrive acqua e si legge democrazia».<br />

Per firmare: www.acquabenecomune.org<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

ambiente<br />

<strong>arci</strong>report<br />

Nessun cambiamento è possibile senza ricominciare<br />

a pensare all’ecosistema, al territorio, al paesaggio<br />

4<br />

Siamo un paese conficcato nel Mediterraneo.<br />

Abbiamo 7500 chilometri<br />

di costa: una grande parte del nostro<br />

territorio non è fatto di terra. Dal mare è<br />

venuta gran parte della nostra storia, e<br />

potrebbe essere scritto un pezzo importante<br />

del nostro futuro. E invece andiamo avanti a<br />

consentire, senza troppe preoccupazioni,<br />

che il nostro mare diventi sempre più un<br />

gigantesco cimitero di biodiversità. Ci muoiono<br />

a migliaia i migranti, perchè abbiamo<br />

trasfromato in muro ciò che dovrebbe essere<br />

comunicazione, scambio, cooperazione,<br />

società, economia e cultura ricca e condivisa.<br />

Ci muoiono a miliardi di miliardi i viventi<br />

non umani, animali e vegetali - avvelenati,<br />

razziati, devastati dalla ricerca del profitto ad<br />

ogni costo, dall'incultura e dall'ignoranza, dai<br />

traffici dei poteri criminali, dalla speculazione.<br />

Inquinamento, rifiuti, discariche, pesca,<br />

edilizia e turismo dissennati: merce anche il<br />

mare, da sfruttare e consumare fino a consunzione.<br />

E se muoiono le coste, se l'acqua<br />

è inquinata, cosa importa? C'è sempre un<br />

altro modo per guadagnare. Il mare diventa<br />

una autostrada, un parco giochi, una vetrina<br />

per sfoggio di ricchezza. Chi ama il mare lo<br />

sa: una nazione che potrebbe campare solo<br />

di turismo e di natura, ammirata invidiata<br />

sognata in tutto il mondo, da anni scientificamente<br />

uccide il piccolo diporto, la nautica<br />

popolare, il turismo dolce e leggero -quello<br />

che crea lavoro diffuso, economia locale,<br />

cultura del paesaggio e della bellezza, mentre<br />

difende e costruisce identità e cultura.<br />

Rimane da un lato il turismo massificato e<br />

intruppato dei villaggi turistici e delle mega<br />

navi da crociera, con le piscine e gli animatori<br />

a f<strong>arci</strong> tutti allegri e tutti uguali, e dall'altro<br />

il lusso delle marine per mega-yacht e i<br />

posti barca che costano più di un appartamento.<br />

L'immagine della Costa Concordia<br />

sdraiata davanti al faro rosso dell'Isola del<br />

Giglio, dentro al più grande parco marino<br />

d'Europa, nel Santuario Pelagos dove ancora<br />

si trova la foca monaca, è un simbolo di<br />

quello che siamo diventati. E anche una indicazione<br />

forte per tutti, anche per noi.<br />

La crisi ci impone di cambiare, ma se pensiamo<br />

di trovare una via di uscita senza ricominciare<br />

a pensare all'ecosistema, al territorio,<br />

al paesaggio - e dunque anche al mare -<br />

come a una priorità politica, economica e<br />

culturale rimarremo arenati. Non è un tema<br />

per gli addetti ai lavori, non è un tema per gli<br />

appassionati. Non è questione da delegare<br />

agli ambientalisti, o agli operatori. Fa parte<br />

del disegno necessario di un altra società, di<br />

un modo diverso di produrre e di consumare,<br />

di vivere. Per coincidenza, proprio il giorno<br />

del disastro della Concordia, il Consiglio<br />

Nazionale dell'Arci ha approvato la realizzazione,<br />

nel suo programma per il 2012, di un<br />

corso di formazione per formatori Arci di<br />

buone pratiche ecologiche che si terrà all'inizio<br />

di giugno. Il gruppo di lavoro ‘ambiente,<br />

beni comuni e stili di vita’ aveva già deciso di<br />

tenere il corso su un’isola italiana, in modo<br />

da iniziare anche dentro l'Arci un discorso<br />

sul mare e sulle pratiche associative che alla<br />

difesa del mare potremmo, in tanti nostri territori,<br />

pensare e promuovere.<br />

A fine febbraio, a seconda dei soggetti pubblici<br />

e privati che ci aiuteranno a sostenerlo,<br />

identificheremo la sede del seminario e inizieremo<br />

a prepararne il programma e la partecipazione.<br />

Tre saranno gli ambiti di lavoro<br />

su cui lavoreremo, per saper meglio trasformare<br />

i contenuti di una società sostenibile in<br />

pratiche concrete per i circoli dell'Arci, per i<br />

soci, per i cittadini: acqua cibo ed energia,<br />

viaggio turismo e cultura, e naturalmente il<br />

mare.<br />

Confidando che ciò ci aiuti a saper meglio<br />

riconquistare spazio pubblico, difendere beni<br />

comuni e affermare democrazia.<br />

Info: bolini@<strong>arci</strong>.it<br />

Servono politiche efficaci di protezione ecologica del mare<br />

In queste ore continuiamo ad assistere<br />

increduli al lento naufragio della nave da<br />

crociera Concordia in prossimità del<br />

porto dell’Isola del Giglio sita nel Parco<br />

Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dove<br />

alle vittime già identificate si sommano una<br />

ventiquattro di dispersi. Una vicenda terribile<br />

che ci porta a fare molteplici riflessioni sui<br />

trasporti marittimi attraverso le zone marine<br />

protette, e ci richiama all’altro caso avvenuto<br />

il 17 dicembre nel tratto di mare fra<br />

Livorno e l’Isola di Gorgona dove una nave<br />

cargo perdeva circa 200 fusti di monossido<br />

di cobalto e molibdeno. Due episodi a<br />

distanza di pochi giorni che ci narrano di<br />

imperizie, superficialità e fors’anche dolo e<br />

pone interrogativi urgenti su come si può<br />

condurre una nave come la Concordia come<br />

fosse un giocattolo, o sull’allegra navigazione<br />

con mare forza 9/10 del cargo Venezia<br />

seminando fusti di sostanze altamente pericolose<br />

all’interno del Santuario dei Cetacei,<br />

area marina protetta, dall’ecosistema tanto<br />

fascinoso quanto delicato e fragile. Il<br />

Santuario dei Cetacei, che si dipana fra<br />

Francia, Italia, Corsica e Sardegna, si configura<br />

come uno dei luoghi più suggestivi del<br />

Mediterraneo dove gli avvistamenti di balenottere<br />

e delfini sono molto frequenti nei<br />

circa 25.000 chilometri quadrati e che rappresentano<br />

un patrimonio di biodiversità formidabile.<br />

L’Italia a questo punto deve accelerare<br />

sulle politiche di protezione ecologica<br />

del mare, facendo accordi più stringenti con<br />

i paesi vicini e assumendo un ruolo guida<br />

nel Mediterraneo in materia di conservazione<br />

dell’ambiente marino. Dovrà anche dotare<br />

di norme attuative tutte quelle aree protette<br />

che ancora aspettano una regolamentazione<br />

definitiva.<br />

È nota la scarsa capacità del Mediterraneo a<br />

rigenerarsi causa la poca apertura delle vie<br />

d’acqua, e il delicato equilibrio fra le economie<br />

delle comunità locali e le acque circostanti;<br />

equilibrio messo a dura prova non<br />

solo dagli incidenti navali ma anche e<br />

soprattutto dagli sversamenti quotidiani<br />

degli scarichi fognari, industriali e agricoli<br />

che immettono sostanze non biodegradabili<br />

e tensio-attive. La quantità di sostanze da<br />

rifiuti industriali come cadmio, piombo e<br />

arsenico, gli idrocarburi sversati durante i<br />

lavaggi delle cisterne delle petroliere, i fertilizzanti<br />

chimici e i liquami di origine animale<br />

che arrivano al mare attraverso le vie d’acqua<br />

hanno raggiunto ormai livelli insostenibili.<br />

Tutto questo ridisegna in peggio il paesaggio<br />

marino, uno degli ultimi beni comuni<br />

rimasti dopo lo scippo del paesaggio costiero<br />

ad opera di cementificatori e speculatori<br />

di ogni risma e patria. In questa situazione<br />

diviene urgente una messa in rete più forte<br />

delle associazioni che hanno nelle loro finalità<br />

la difesa dell’ambiente, del paesaggio e<br />

degli ambienti marini e costieri. L’Arci e le<br />

sue basi associative dispiegate lungo tutta la<br />

costa italiana possono assumere un ruolo<br />

importante nella promozione della tutela<br />

ambientale e marina, nell’elaborazione di<br />

esempi di micro-economie locali legate al<br />

mare, nel raccogliere e dare voce alle innumerevoli<br />

vertenze che quotidianamente si<br />

presentano, e nella costruzione di nuovi<br />

orizzonti di senso.<br />

Info: viareggio@<strong>arci</strong>.it<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

notizieflash<br />

internazionali<br />

<strong>arci</strong>report<br />

Uguaglianza di genere in Italia? I lavori sono<br />

ancora in ‘corsa’<br />

La sala Mappamondo di Palazzo<br />

Montecitorio questa mattina era gremita<br />

di donne, soprattutto, ma c'era<br />

anche qualche uomo. Bassa l'affluenza di<br />

giornalisti, ma si sa, il tema dei diritti delle<br />

donne attira maggiormente l'attenzione dei<br />

media quando può essere trattato dall'angolazione<br />

della cronaca nera, quando per l'ennesima<br />

volta la donna diventa tra le righe vittima<br />

debole del fidanzato in preda alla follia. Che di<br />

folle il gesto non abbia nulla, perché conseguenza<br />

di una cultura machista, violenta e<br />

patriarcale, non importa. L'importante è che<br />

con l'inchiostro si perpetui lo stereotipo dei<br />

ruoli. Peccato la bassa affluenza dei giornalisti<br />

dunque, perché alla sala Mappamondo<br />

oggi avrebbero potuto sapere, con dati alla<br />

mano, di chi è in parte la responsabilità delle<br />

MANIFESTO STORE<br />

In vendita su www.ilmanifesto.it<br />

a 4 euro Capire le primavere arabe,<br />

articoli, reportage e commenti sulle<br />

cause della rivolta e una cronologia<br />

dei principali eventi nei paesi arabi<br />

tante discriminazioni a cui vanno incontro le<br />

donne italiane nella loro vita, a cominciare<br />

dagli stereotipi di genere. La Piattaforma<br />

Lavori in corsa: 30 anni CEDAW, di cui fa<br />

parte ARCS, ha infatti presentato pubblicamente<br />

la sintesi del Rapporto Ombra CEDAW<br />

(Convenzione Onu per l'eliminazione di ogni<br />

forma di discriminazione nei confronti delle<br />

donne), sottoposto lo scorso luglio al<br />

Comitato CEDAW, e le raccomandazioni che<br />

lo stesso Comitato CEDAW ha rivolto all'Italia,<br />

accogliendo molti dei rilievi e preoccupazioni<br />

della Piattaforma. Così, il Comitato ha evidenziato<br />

preoccupazione per la rappresentazione<br />

della donna come oggetto sessuale e per gli<br />

stereotipi sul ruolo della donna e dell'uomo<br />

nella famiglia e nella società. Resposabili di<br />

ciò sono certamente tanti, dai mass media<br />

alla classe politica, che perpetuano, invece di<br />

debellare, la cultura della disuguaglianza di<br />

genere. Per questo appare necessario,<br />

secondo il Comitato, mettere in atto una politica<br />

completa contro gli stereotipi, che includa<br />

misure legali, amministrative e di sensibilizzazione<br />

e che coinvolga i pubblici funzionari e<br />

l'intera popolazione. Come non affrontare poi<br />

il problema della violenza sulle donne, tra le<br />

5<br />

prime cause di morte in Italia come nel resto<br />

del mondo? Un tema davvero complesso,<br />

che tocca tanti aspetti, tra cui la necessità di<br />

avere un'appropriata raccolta dati sulle varie<br />

forme di violenza, di assicurare particolare<br />

protezione alle donne Rom e Sinte, le migranti,<br />

le anziane e le donne con disabilità, così<br />

come di garantire rifugi sicuri e ben finanziati<br />

su tutto il territorio nazionale: a tal proposito la<br />

Piattaforma Lavori in Corsa ha evidenziato<br />

come nelle case rifugio dovrebbero esserci<br />

5700 posti letto. Quanti sono invece in tutto?<br />

500. Impossibile non parlare della scandalosa<br />

mancanza di rappresentanza femminile nei<br />

ruoli di leadership negli organismi pubblici e<br />

privati, per cui si suggerisce, tra le altre misure,<br />

la possibilità di adottare le quote di genere.<br />

Per quel che riguarda la situazione della<br />

donna nel mercato del lavoro si chiede al<br />

Governo di agire abolendo le dimissioni in<br />

bianco, di assicurare forme di conciliazione<br />

vita-lavoro. Davvero così tanti e puntuali i rilievi<br />

e i suggerimenti del Comitato CEDAW e<br />

della Piattaforma che vale la pena di approfondire<br />

per non rischiare banalizzazioni. Qui<br />

un link per ulteriori informazioni.<br />

Info: lavorincorsa30annicedaw.blogspot.com<br />

Ampia diffusione alla Convenzione!<br />

Tra le raccomandazioni espresse dal<br />

Comitato CEDAW quella di intraprendere<br />

azioni concrete al fine di accrescere la<br />

conoscenza della Convenzione e del<br />

Protocollo opzionale a livello nazionale,<br />

regionale, provinciale e municipale, e in<br />

particolare tra i magistrati, gli operatori<br />

legali, i partiti politici, il Parlamento, i funzionari<br />

governativi e l'opinione pubblica<br />

affinché la Convenzione diventi davvero<br />

uno strumento utile e utilizzabile per promuovere<br />

l'uguaglianza tra uomo e donna.<br />

Adempiere a quanto è previsto nella<br />

Convenzione solo a livello legislativo, non<br />

prevedendo una reale applicazione e diffusione<br />

della Convenzione stessa significa<br />

negare alle persone la possibilità di far<br />

valere i propri diritti e impedire uno sviluppo<br />

del Paese più equilibrato.<br />

Come sottolineato da Violeta Neubauer -<br />

Membro Comitato ONU CEDAW, presente<br />

oggi alla presentazione del rapporto<br />

ombra - le donne non sono un problema,<br />

semmai una risorsa: per questo la scorsa<br />

estate il Comitato ha espresso preoccupazione<br />

per il fatto che la Convenzione e<br />

le raccomandazioni del Comitato non<br />

erano state tradotte in italiano e sufficientemente<br />

diffuse tra le amministrazioni<br />

locali, la società civile e le donne stesse.<br />

Il fatto che la Convenzione non abbia<br />

ricevuto lo stesso grado di visibilità e di<br />

importanza riservato agli strumenti giuridici<br />

regionali, in particolare alle Direttive<br />

UE, non essendo quindi usata come strumento<br />

giuridico per le misure volte all'eliminazione<br />

della discriminazione nei confronti<br />

delle donne, è stata giudicato negativamente.<br />

Se le istituzioni non attuano le<br />

misure adeguate, e le persone non conoscono<br />

la CEDAW e non ne mettono in<br />

pratica le raccomandazioni, le conseguenze<br />

sfavorevoli non ricadono solo<br />

sulle donne ma su tutta la popolazione.<br />

Il Comitato ha richiesto inoltre che l'Italia<br />

assicuri un'ampia partecipazione di tutti i<br />

ministeri ed enti pubblici nella preparazione<br />

del prossimo Rapporto, così come la<br />

consultazione con organizzazioni di donne<br />

e organizzazioni per i diritti umani.<br />

Il prossimo esame dell'implementazione<br />

della CEDAW da parte del governo italiano<br />

avverrà a luglio 2015.<br />

Info: desilvestri@<strong>arci</strong>.it<br />

I meccanismi di<br />

monitoraggio Cedaw<br />

La Convenzione per l'eliminazione di ogni<br />

forma di discriminazione contro le donne<br />

(CEDAW) è stata adottata dall'Assemblea<br />

Generale dell'ONU nel 1979 e ratificata<br />

dall'Italia nel 1985. Gli Stati che ratificano la<br />

Convenzione si impegnano a adottare misure<br />

adeguate per garantire uguaglianza e pari<br />

opportunità a donne e uomini. Ogni 4 anni gli<br />

Stati devono presentare un rapporto governativo<br />

sull'implementazione della Convenzione.<br />

La società civile può contemporaneamente<br />

redigere un proprio Rapporto Ombra per presentare<br />

la propria analisi sulla condizione delle<br />

donne nel proprio Paese. Il Comitato CEDAW<br />

monitora lo stato di attuazione della Convenzione<br />

e esamina i rapporti governativo e<br />

ombra formulando infine proprie raccomandazioni<br />

che lo Stato deve mettere in atto, dandone<br />

conto negli anni successivi attraverso un<br />

nuovo rapporto. Lo scorso 11 luglio presso le<br />

Nazioni Unite è stato esaminatoli 6° rapporto<br />

periodico del governo italiano e diversi rapporti<br />

ombra presentati dalla società civile. Il 31<br />

agosto il Comitato CEDAW ha pubblicato le<br />

sue valutazioni sull'impegno del governo italiano<br />

accogliendo alcune delle preoccupazioni<br />

espresse dalla Piattaforma CEDAW.<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

spesemilitari<br />

<strong>arci</strong>report<br />

La denuncia di Asc: ‘Con un F35 in meno, 35mila<br />

giovani potrebbero partecipare al servizio civile’<br />

Un articolo di Licio Palazzini, presidente nazionale di Arci Servizio Civile<br />

Ci sono volute tre manovre nel 2011<br />

per un totale di 81,2 miliardi di euro<br />

per rompere il tabù sui media delle<br />

spese militari. La questione sollevata per<br />

anni da poche associazioni e singoli parlamentari<br />

meritori adesso è diventata di rilevanza<br />

nazionale e le prime risposte dalla<br />

Difesa non sono incoraggianti. Si pensi che<br />

con un solo F35 in meno, che costa sempre<br />

di più, 35mila giovani potrebbero ogni anno<br />

partecipare al Servizio civile nazionale. Un<br />

SCN che lega le capacità pratiche alla formazione<br />

alla pace e alla solidarietà.<br />

Un'esperienza però agli sgoccioli dopo gli<br />

ultimi tagli del Governo Berlusconi.<br />

Confidiamo che il nuovo Governo invertirà<br />

questa tendenza.<br />

Come organizzazioni sociali operanti per la<br />

pace e la cittadinanza attiva, il nostro contributo<br />

alla mobilitazione per un nuovo modo di<br />

difendere il nostro Paese parte dal cuore<br />

della nostra esperienza trentennale.<br />

Le persone, civili o militari, sono la principale<br />

ricchezza di ogni organizzazione e quindi<br />

rispetto alle scelte fatte fino ad oggi di firmare<br />

contratti per armi costosissime (e alcune,<br />

a giudizio di molti, anche incostituzionali) e<br />

seminare illusioni e frustrazioni fra i giovani<br />

6<br />

militari volontari e loro famiglie il disaccordo<br />

è netto. Anche nelle Forze Armate serve una<br />

politica attiva di organizzazione aziendale<br />

del personale tagliando ruoli e funzioni<br />

sopravvissute alla riforma del 2000. Ma sono<br />

le finalità della riforma che ci stanno a cuore<br />

e ne segnaliamo due. La prima riguarda la<br />

costruzione della pace, che per la nostra<br />

Costituzione è l'obiettivo anche per l'impiego<br />

delle Forze Armate. Impiego che ha limiti<br />

intrinseci e fallisce se non combinato e integrato<br />

con la costruzione della società civile,<br />

dell'infrastruttura statuale, della rete economica,<br />

se si vuole davvero che gli interventi<br />

armati siano una parte della costruzione<br />

delle condizioni di pace. Chiediamo che il<br />

dibattito sulla riforma della componente militare<br />

della difesa trovi la sede istituzionale<br />

dove il mondo del non profit - a cominciare<br />

dalla ONG - delle amministrazioni pubbliche<br />

e delle imprese private si confrontino con<br />

quelle militari e diano risposte adeguate,<br />

motivate in modo trasparente e integrate alle<br />

caratteristiche presenti e future della sicurezza.<br />

La seconda riguarda l'Europa. Dopo il<br />

salvataggio dell'euro, la difesa sarà il nodo<br />

successivo e se è chiaro a tutti che più<br />

Europa significa anche difesa europea chiediamo<br />

che, dando seguito a documenti ufficiali<br />

già approvati, essa si fondi su una componente<br />

civile e su una militare. Questo sembra<br />

essere a giudizio di molti esperti il solo<br />

modo di coniugare risparmi ed efficienza<br />

duratura. Anche per questo il programma<br />

degli F35 (concorrenziale alla difesa europea)<br />

va abbandonato, non congelato. In<br />

questo quadro avrebbe rinnovato orizzonte<br />

anche la riforma culturale e legislativa del<br />

Servizio Civile Nazionale nel quarantesimo<br />

anno dalla approvazione della legge sull'obiezione<br />

di coscienza al servizio militare,<br />

avvenuta nel dicembre del 1972, e mentre<br />

arriva al dunque la relazione fra ottenimento<br />

della cittadinanza italiana e partecipazione<br />

al SCN con la recente sentenza del<br />

Tribunale di Milano dopo il ricorso di un giovane<br />

pakistano a cui era stata rifiutata la<br />

domanda di servizio civile.<br />

IL BANDO<br />

Al via il nuovo bando di C'entro<br />

anch'io, rivolto alle cooperative<br />

sociali e alle associazioni<br />

di volontariato per progetti a favore<br />

della coesione sociale, promosso<br />

da Banca Etica e Coop. Adriatica<br />

Info: www.adriatica.e-coop.it<br />

Un Rapporto incompleto e fatto passare sotto silenzio<br />

notizieflash<br />

La pubblicazione della XIII Relazione<br />

annuale (riferita al 2010) sul controllo<br />

delle esportazioni di tecnologia e<br />

attrezzature militari, solleva diversi interrogativi<br />

sull'attendibilità dei dati forniti dai<br />

governi e sull'impegno dell'Unione europea<br />

ad operare un controllo efficace delle<br />

esportazioni di armamenti. Questo il parere<br />

di reti e associazioni di molti paesi europei.<br />

La Relazione è stata infatti pubblicata in<br />

sordina, come se si trattasse di una formalità<br />

burocratica e non invece di un importante<br />

documento degno di ampio dibattito<br />

pubblico da parte dei governi degli Stati<br />

membri e delle istituzioni dell'Unione.<br />

Inoltre, otto paesi (tra cui Germania e<br />

Regno Unito, due dei principali esportatori<br />

di armamenti al mondo) non hanno fornito<br />

dati completi sulle consegne di sistemi<br />

militari, rendendo poco significativo il rapporto.<br />

«Va poi evidenziata - secondo Giorgio<br />

Beretta della Rete Disarmo - l'ampia anomalia<br />

dei dati forniti dall'Italia. Mentre la<br />

Relazione ufficiale della Presidenza del<br />

Consiglio sulle esportazioni di armamenti<br />

italiani per l'anno 2010 riporta come 'operazioni<br />

di esportazione effettuate' un valore<br />

di circa 2.754 milioni di euro, il governo<br />

italiano ha segnalato all'UE esportazioni<br />

effettuate per soli 615 milioni di euro. Si<br />

tratta di una differenza inspiegabile, visto<br />

che si tratta di consegne già effettuate nel<br />

2010 e quindi con armamenti già passati e<br />

registrati dall'Agenzia delle Dogane».<br />

Per Francesco Vignarca, coordinatore<br />

della Rete Disarmo, considerate le modifiche<br />

che il Governo si appresta a fare sulla<br />

legge 185 del 1990 che regolamenta le<br />

esportazioni militari italiane, «è venuto il<br />

momento di aprire un confronto parlamentare<br />

e pubblico su tutta la materia che<br />

riguarda direttamente la politica estera e di<br />

difesa del nostro paese». L'Europa è ormai<br />

diventata il primo esportatore mondiale di<br />

armi, contribuendo direttamente alla crescita<br />

dell'instabilità internazionale.<br />

Riguardo ai dati forniti, va segnalato che il<br />

valore totale delle autorizzazioni di esportazione<br />

di armi nel 2010 ammontano a<br />

31,7 miliardi di euro, una cifra vicina a<br />

quella del 2008 che rappresenta uno dei<br />

valori più alti dall'attuazione nel 1998 di<br />

una politica comune europea in materia.<br />

In particolare, le esportazioni di armi verso<br />

i paesi delle economie emergenti e in via di<br />

sviluppo sono salite a 15,5 miliardi di euro,<br />

cioè a poco meno della metà del totale.<br />

Se il valore delle esportazioni di armi verso<br />

i regimi repressivi del Medio Oriente e<br />

Nord Africa è sceso rispetto ai livelli record<br />

del 2009, resta tuttavia molto alto (8,3<br />

miliardi di euro).<br />

Nel 2012 è prevista una revisione della<br />

normativa Ue sulle esportazioni di armamenti.<br />

Tale revisione, secondo le associazioni<br />

e le reti europee che si battono contro<br />

il commercio delle armi, può essere<br />

efficace solo se si basa su informazioni<br />

attendibili e complete. Per questo fanno<br />

appello ai parlamentari europei perché<br />

chiedano un dibattito sulla Relazione<br />

annuale e un'analisi approfondita dei dati<br />

riportati e delle sue carenze.<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

economia<br />

<strong>arci</strong>report<br />

Sulla Tobin Tax scoppia in Europa l'ambigua<br />

guerra delle tasse<br />

di Antonio Tricarico, coordinatore Campagna per la riforma della Banca<br />

Mondiale<br />

Non regge la tesi che per funzionare<br />

la tassa sulle transazioni finanziarie<br />

deve essere globale, altrimenti c'è<br />

una fuga di capitali verso i paesi che non la<br />

applicano.Che il governo inglese fosse contrario<br />

alla sua introduzione non è una novità.<br />

Ma la materia rischia di diventare terreno<br />

politico di scontro nell'ambito della più ampia<br />

battaglia su come salvare l'Euro. La tanto<br />

richiesta tassa sulla finanza speculativa, originariamente<br />

nota come Tobin Tax, è ormai<br />

diventata il cavallo di battaglia del Presidente<br />

francese Sarkozy nella sua fronda anti<br />

Cameron. A parole sembra fare sul serio,<br />

addirittura anticipando che nel 2012 la<br />

Francia adotterà la tassa, pur a rischio di<br />

farlo da sola. Allo stesso tempo Sarkozy<br />

punta sull'alleanza con la cancelliera Merkel,<br />

che da tempo sta lavorando per introdurre la<br />

tassa in Europa, sulla spinta della lobby produttiva<br />

tedesca. Ma la Germania sa bene<br />

che la questione è il vero red rationem con il<br />

potere finanziario inglese, che ha ancora la<br />

possibilità di muovere l'affondo finale scommettendo<br />

sul collasso dell'area Euro. L'idea<br />

tedesca è quella di una tassa che regoli i<br />

rapporti di forza con l'Inghilterra e viene<br />

ancora proposta a livello dell'Unione europea.<br />

Certamente si potrebbe applicare la<br />

tassa senza problemi e da subito nell'area<br />

Euro. Una volta che anche Monti si è detto<br />

d'accordo, le resistenze del governo spagnolo<br />

potrebbero essere vinte facilmente.<br />

Ma così la City di Londra e Cameron la<br />

spunterebbero politicamente, ed è quello<br />

che Parigi e Berlino non vogliono. Se poi si<br />

guardano i dettagli tecnici della questione,<br />

ossia quale tassa attuare e come, regge ben<br />

poco l'argomento che per funzionare la<br />

tassa debba essere globale, pena una fuga<br />

di capitali verso i paesi che non la applicano.<br />

I mercati finanziari funzionano principalmente<br />

tramite due gigantesche piattaforme telematiche.<br />

Anche agendo solamente sulle<br />

piazze e gli scambi nell'area Euro e in entrata<br />

ed uscita da questa si potrebbero intercettare<br />

molte operazioni dirette sulla City e Wall<br />

Street. Analogamente anche un tasso molto<br />

basso funzionerebbe per frenare la speculazione<br />

a brevissimo termine: la società civile<br />

valuta che basterebbe uno 0,05, per altri<br />

anche meno. Infatti oggi una gran parte delle<br />

transazioni finanziarie sono operate da<br />

mega-computer che in automatico speculano<br />

in millesimi di secondo con guadagni<br />

minimi, ma per una miriade di operazioni e<br />

muovendo grandi cifre ogni giorno.<br />

Il problema è invece cosa si vuole tassare.<br />

Oltre le transazioni valutarie, ci sarebbero<br />

tutti i titoli finanziari - azioni e obbligazioni. E<br />

rimane da vedere se e come si vorranno tassare<br />

anche i fatidici prodotti derivati. Oggi<br />

molte operazioni speculative avvengono tramite<br />

questi e definirne il valore non è immediato<br />

- infatti 'derivano' da un altro prodotto<br />

finanziario. Inoltre il 90 per cento di questi<br />

contratti è scambiato fuori dei mercati borsistici<br />

e senza trasparenza.<br />

La City di Londra già applica una stamp duty<br />

reserve tax dello 0,5%, all'emissione e al<br />

passaggio nominativo dei soli titoli azionari.<br />

E la proposta francese, in realtà, potrebbe<br />

fermarsi in un primo momento a qualcosa di<br />

simile, escludendo obbligazioni e derivati,<br />

così ottenendo ben poco contro la speculazione.<br />

In questo modo, anche Cameron<br />

potrebbe dire di sì.<br />

In ogni caso, i modelli sviluppati dal governo<br />

francese prevedono che su una stima di 150<br />

milioni di milioni di euro totale di tutte le<br />

transazioni finanziarie internazionali francesi<br />

- azioni, titoli e derivati - anche con un tasso<br />

medio dello 0,001 per cento si avrebbero 15<br />

miliardi di Euro di gettito.<br />

Assumendo a spanne che il mercato italiano<br />

sia un terzo di quello francese, ogni anno in<br />

Finanziaria potremmo avere 5 miliardi di<br />

Euro. Forse per questo anche il liberista<br />

finanziario Monti ha detto che appoggerebbe<br />

la tassa.<br />

Banca Etica chiude il 2011 con un aumento significativo dei<br />

crediti erogati e del risparmio raccolto<br />

7<br />

La Finanza Etica conferma la sua<br />

capacità di tenuta e il suo ruolo anticiclico<br />

in questa gravissima crisi<br />

economica. Banca Popolare Etica, il primo<br />

istituto di credito italiano interamente dedicato<br />

alla Finanza Etica, ha chiuso il 2011<br />

registrando - per il terzo anno consecutivo<br />

- una crescita a due cifre nei volumi.<br />

La raccolta di risparmio ha raggiunto quota<br />

717 milioni di euro, pari all'11,7% in più<br />

rispetto al 2010, mentre i crediti erogati<br />

sono pari a 540,8 milioni (+ 23,9% sul<br />

2010). Cresce anche il capitale sociale<br />

della Banca che registra un aumento del<br />

14%. «Sono risultati che ci rendono orgogliosi<br />

- dice il direttore generale di Banca<br />

Etica, Mario Crosta - perché in questa fase<br />

di credit crunch e di sofferenza per l'economia<br />

reale, stiamo riuscendo a far crescere<br />

il nostro sostegno alle imprese<br />

sociali, grazie anche al numero sempre più<br />

consistente di risparmiatori che scelgono<br />

Banca Etica. Nel 2011 Banca Etica ha<br />

finanziato iniziative straordinarie che<br />

coniugano efficienza e solidarietà e inclusione<br />

sociale, come ad esempio i primi<br />

esperimenti in Italia di Workers Buyout: i<br />

dipendenti di aziende fallite salvano i loro<br />

posti di lavoro costituendosi in cooperativa<br />

e rilevando la ditta grazie all'investimento<br />

degli ammortizzatori sociali e al nostro<br />

finanziamento». «C'è un'economia sana,<br />

che tutela l'ambiente, produce energia da<br />

fonti rinnovabili, rispetta i diritti umani,<br />

aggrega le persone per la difesa dei beni<br />

comuni e la promozione di sviluppo umano<br />

che ha bisogno di credito - aggiunge il presidente<br />

di Banca Etica, Ugo Biggeri -<br />

Banca Etica permette ai cittadini e imprese<br />

di finalizzare il proprio risparmio a sostegno<br />

di queste iniziative. È ora che anche il<br />

legislatore incoraggi la validità di queste<br />

scelte. Chi affida i suoi risparmi a Banca<br />

Etica non abbocca agli specchietti per le<br />

allodole degli istituti che, a caccia di liquidità,<br />

promettono alti rendimenti derivanti<br />

da attività speculative a scapito del sostegno<br />

all'economia reale, ma per esempio<br />

sceglie certificati di deposito o carte di credito<br />

dedicate a specifiche realtà del proprio<br />

territorio o di livello nazionale impegnate<br />

per il bene comune. Oggi chi non vuole alimentare<br />

il circo della speculazione può<br />

dire 'non con i miei soldi'». Per far crescere<br />

sempre di più la collaborazione in rete<br />

tra le esperienze di economia civile già<br />

consolidate nel nostro Paese, Banca Etica<br />

lancia in questi giorni un ciclo di laboratori.<br />

Il primo appuntamento è per il 27 e 28 gennaio<br />

ad Avola (Siracusa), presso lo straordinario<br />

Eremo Madonna delle Grazie.<br />

Economisti del calibro di Stefano Zamagni,<br />

Luigino Bruni e Leonardo Becchetti si confronteranno<br />

con gli ideatori e i titolari di<br />

imprese sociali innovative per individuare<br />

tutti i punti di forza e gli ingredienti necessari<br />

per la crescita di questo nuovo modello<br />

economico.<br />

Info: www.bancaetica.it<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

società<br />

<strong>arci</strong>report<br />

8<br />

Fermare la diffusione del gioco d’azzardo<br />

notizieflash<br />

La scelta di Libera di individuare<br />

Genova come sede per l'edizione<br />

2012 della Giornata della Memoria<br />

e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle<br />

mafie - l'appuntamento è per il 17 marzo -<br />

offre a tutti noi una grande opportunità per<br />

dare una ferma risposta al dilagare del<br />

gioco d'azzardo nella nostra regione, con<br />

tutte le conseguenze che questo comporta<br />

in termini sociali oltre che di ordine pubblico.<br />

Il fenomeno Azzardopoli - per usare l'efficace<br />

titolo del dossier presentato da Libera<br />

nei giorni scorsi - riguarda tutta la Liguria in<br />

cui opera il clan Zaza. Genova e la sua<br />

provincia, però, sembrano essere particolarmente<br />

appetibili, a giudicare - oltre che<br />

VERONA<br />

Il 30 gennaio alle 21 presso<br />

Villa Buri si terrà un incontro<br />

con lo scrittore Massimo Carlotto<br />

sul tema Criminalità organizzata<br />

nel nord est: romanzi e realtà<br />

dalla diffusione ormai capillare di 'macchinette<br />

mangiasoldi' - dalla quantità di minicasinò<br />

e punti di raccolta delle scommesse<br />

già aperti o per i quali è stata presentata<br />

richiesta.<br />

I sintomi di una recrudescenza della microciminalità<br />

legata al gioco d'azzardo sono<br />

sempre più visibili, tra gli ultimi episodi in<br />

ordine di tempo c'è quello del locale di slot<br />

machines appena inaugurato e dato alle<br />

fiamme in Valpolcevera. Episodio che ha<br />

fatto eco al grido d'allarme che proprio il<br />

presidente di quel Municipio, Gianni<br />

Crivello, aveva lanciato attraverso la stampa.<br />

A preoccupare, però, è anche, se non<br />

soprattutto, l’enorme diffusione di patologie<br />

legate al gioco d’azzardo che interessano<br />

un sempre maggiore numero di cittadine e<br />

di cittadini, giovani e meno giovani.<br />

In una lettera indirizzata alla Sindaco e al<br />

Questore di Genova, sempre il presidente<br />

del Municipio Valpolcevera si è fatto portavoce<br />

della grande preoccupazione della<br />

comunità polceverina di fronte al proliferare<br />

di questi insediamenti, anche se muniti<br />

di regolare autorizzazione: «Nel recente<br />

passato ho ricevuto cittadini, genitori, dirigenti<br />

scolastici e tutti mi hanno esternato<br />

un forte disagio e la richiesta di porre un<br />

limite alla diffusione di tali attività».<br />

Proprio in questi giorni anche il cardinale<br />

Bagnasco ha aggiunto la sua autorevole<br />

voce al coro di chi denuncia il grave pericolo<br />

in atto. Al problema della diffusione<br />

delle macchinette mangiasoldi non sono<br />

purtroppo estranei numerosi circoli della<br />

nostra associazione, e proprio su questo<br />

fenomeno stiamo riflettendo regionalmente,<br />

oltre che nazionalmente. La settimana<br />

scorsa la presidenza di Arci Liguria ha<br />

dibattuto sugli strumenti da mettere in<br />

campo per disincentivare l'utilizzo dei<br />

videopoker nelle basi associative, senza<br />

atteggiamenti moralistici e senza dimenticare<br />

che il problema non è solo ‘nostro’ ma<br />

più in generale del Paese. Infatti il primo<br />

‘biscazziere’ d'Italia è proprio lo Stato,<br />

attraverso le sue società, tra le altre cose<br />

debitrici verso noi cittadini di oltre 92 miliardi<br />

di euro; uno Stato che in un modo o nell'altro,<br />

attraverso manovre finanziarie o il<br />

gioco d'azzardo, continua a colpire i suoi<br />

cittadini più in difficoltà.<br />

Info: walter.massa@<strong>arci</strong>.it<br />

Presentato il dossier di Libera<br />

‘Azzardopoli, il paese del gioco d’azzardo’<br />

Sono due milioni, in Italia, i giocatori a rischio<br />

e 800mila quelli che hanno una vera e propria<br />

dipendenza; è di 76 miliardi di euro il fatturato<br />

del mercato legale del gioco nel 2011,<br />

10 miliardi quello illegale, 1260 euro procapite<br />

la spesa per i giochi.<br />

400mila le slot machine in Italia, una ogni<br />

150 abitanti, con un primato per la capitale:<br />

294 sale e più di 50mila slot machine distribuite<br />

tra Roma e provincia. Questi alcuni dei<br />

dati che emergono dal dossier di Libera<br />

Azzardopoli, il paese del gioco d'azzardo<br />

curato da Daniele Poto e presentato da don<br />

Luigi Ciotti, relativo alla diffusione del gioco<br />

d'azzardo, legale e illegale, in Italia. «Sono<br />

ben 41 i clan della mafia che gestiscono i<br />

giochi in tutto il paese - afferma Poto - praticamente<br />

l'undicesimo concessionario,<br />

quello 'occulto' che si affianca ai dieci ufficiali».<br />

Sono tante, svariate e di vera fantasia criminale<br />

i modi e le tipologie per ‘fare bingo’.<br />

Infiltrazioni delle società di gestione di punti<br />

scommesse, di sale bingo, che si prestano<br />

in modo ‘legale’ ad essere le ‘lavanderie’ per<br />

riciclaggio di soldi sporchi; imposizione di<br />

noleggio di apparecchi di videogiochi,<br />

gestione di bische clandestine, toto nero e<br />

clandestino; il grande mondo del calcio<br />

scommesse, un mercato che da solo vale<br />

oltre 2,5 miliardi di euro; la grande giostra<br />

intorno alle scommesse delle corse clandestine<br />

dei cavalli e del mondo dell'ippica; sale<br />

giochi utilizzate per adescare le persone in<br />

difficoltà, bisognose di soldi, che diventano<br />

vittime dell'usura; il racket delle slotmachine<br />

e, non ultimo, quello dell'acquisto da parte<br />

dei clan dei biglietti vincenti di Lotto,<br />

Superenalotto, Gratta e vinci. Non solo<br />

numeri: dietro ci sono storie, fatiche, speranze<br />

che si trasformano per tanti in una trappola<br />

psicologica ed economica. A subire le<br />

conseguenze della crescente passione dello<br />

Stato per il gioco sono i cittadini, con costi<br />

umani e sociali che di certo superano i guadagni<br />

in termini monetari per le casse pubbliche.<br />

«Vogliamo sollecitare una risposta da<br />

tutti a cominciare dalle istituzioni e chiediamo<br />

un'assunzione di responsabilità da parte<br />

delle imprese che gestiscono legalmente<br />

questo business - dice don Ciotti - chiediamo<br />

leggi giuste e prevenzione. La lotta a<br />

questo fenomeno va fatta in Parlamento».<br />

Info: www.libera.it<br />

La speranza<br />

non è in vendita<br />

«In un mondo d'ingiustizie sempre più<br />

intollerabili, la speranza rischia di diventare<br />

quasi un lusso, un bene alla portata di<br />

pochi. Ma una speranza ‘d'elite’, una speranza<br />

che esclude, in realtà è una speranza<br />

falsa. E per fermare questa compravendita<br />

di speranze di seconda mano bisogna<br />

trasformare la denuncia dell'ingiustizia in<br />

impegno per costruire giustizia».<br />

Questa la premessa da cui nasce La speranza<br />

non è in vendita, l'ultimo libro di don<br />

Luigi Ciotti, un lavoro costruito attraverso<br />

45 anni di faccia a faccia con le persone, di<br />

incontri, di strada fatta a fianco degli ultimi,<br />

delle esperienze del Gruppo Abele e di<br />

Libera accanto agli ‘ultimi della Terra’, tossicodipendenti,<br />

migranti, a cui si affianca<br />

una nuova categoria, di nuovi poveri e<br />

nuovi espropriati dai diritti.<br />

Una sorta di decalogo dell’impegno, un<br />

approccio attivo e non lamentoso allo stato<br />

di cose esistente, un libro costruito dentro<br />

la devastante crisi economica che rischia<br />

di spezzare legami e percorsi collettivi,<br />

valori e socialità, un libro che si rivolge «a<br />

chi ha fede (fiducia) nelle persone, credente<br />

o laico che sia».<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

società<br />

<strong>arci</strong>report<br />

Il Cartello ‘Sovraffollamento: che fare’ a confronto<br />

con il ministro Severino sulle carceri italiane<br />

Una delegazione, composta da<br />

Stefano Anastasia, Franco Corleone,<br />

Ornella Favero, Patrizio Gonnella,<br />

Franco Uda, in rappresentanza del<br />

Cartello ‘Sovraffollamento: che fare’ (composto<br />

dalle organizzazioni A buon diritto,<br />

Acli, Antigone, Arci, Beati i costruttori di<br />

pace, Conferenza Nazionale del Volontariato<br />

della Giustizia, Cgil, Coordinamento<br />

dei garanti dei diritti delle persone<br />

private della libertà personale, Funzione<br />

pubblica-Cgil, Forum per il diritto alla salute<br />

delle persone detenute, Forum droghe,<br />

Giuristi democratici, Jesuit Social Network,<br />

Ristretti Orizzonti, Unione Camere penali<br />

italiane, Magistratura democratica, VIC<br />

volontari in carcere-Caritas), ha incontrato<br />

lo scorso 12 gennaio il Ministro della<br />

Giustizia Paola Severino.<br />

Nel corso dell'incontro, lungo e cordiale,<br />

sono stati posti all'attenzione del Ministro i<br />

temi relativi alle cause che producono la<br />

drammatica condizione di sovraffollamento<br />

e le proposte del Cartello in materia.<br />

È stata in particolare sottolineata la necessità<br />

di modificare la legge Fini-Giovanardi<br />

sulle droghe, la ex Cirielli sulla recidiva e la<br />

Bossi-Fini sull'immigrazione, che più hanno<br />

contribuito al flusso in ingresso nelle<br />

carceri, nonché di ridurre l'uso della custodia<br />

cautelare e di potenziare le misure<br />

alternative, vera sfida di civiltà di uno stato<br />

di diritto e potente leva nella direzione della<br />

responsabilizzazione delle persone.<br />

Quanto alle condizioni di vita negli istituti di<br />

pena, oggi poco rispettose della dignità<br />

delle persone detenute e del personale<br />

che vi lavora, il Cartello ha proposto tra<br />

l'altro di intervenire aumentando le ore dei<br />

colloqui, il numero delle telefonate e in<br />

generale rendere effettive tutte le misure,<br />

come ad esempio quella della territorialità<br />

della pena, che consentano ai detenuti il<br />

diritto all'affettività e una maggior vicinanza<br />

ai propri cari, perché il rafforzamento<br />

dei legami famigliari costituisce anche<br />

una delle poche forme di prevenzione dei<br />

suicidi.<br />

Attenzione è anche stata posta alla persistenza<br />

degli Opg, gli ospedali psichiatrici<br />

giudiziari, vero vulnus dei diritti umani che<br />

vedono ancora oggi 1.421 persone internate<br />

e per i quali è stato più volte richiesto<br />

lo smantellamento. In generale la trasparenza<br />

e la garanzia dei diritti come pure<br />

l'applicazione del Regolamento penitenziario<br />

del 2000 sembrano ancora oggi richieste<br />

ragionevoli ma non praticate.<br />

9<br />

Il Ministro, che nel corso dell'incontro era<br />

accompagnata da Simonetta Matone, magistrato<br />

e Vice Capo del Dipartimento dell'amministrazione<br />

penitenziaria, ha apprezzato<br />

le proposte formulate, segnalando la<br />

possibilità che alcune di queste siano recepite<br />

nel decreto legge sulle carceri in discussione<br />

al Senato, e ha condiviso la necessità<br />

di un confronto permanente con le<br />

associazioni e tutte le altre realtà che si<br />

occupano da anni del carcere e dei diritti<br />

delle persone detenute mettendo a disposizione<br />

le loro competenze.<br />

Il 22 gennaio l’iniziativa La corsa<br />

di Miguel 2012: una domenica speciale<br />

per tutti gli appassionati di podismo,<br />

che potranno cimentarsi<br />

sui tradizionali 10 chilometri<br />

lungo le sponde del Tevere,<br />

ma anche per mantenere vivo<br />

il ricordo di Miguel Sanchez<br />

e per non dimenticare il dramma<br />

dei desaparecidos. Sul sito<br />

www.lacorsadimiguel.it è possibile<br />

iscriversi per partecipare alla gara<br />

Arcigay: al via la Campagna nazionale ‘Diversamente uguali’<br />

per raccontare una serena quotidianità invisibile<br />

ROMA<br />

notizieflash<br />

Vanda, Valeria, Marco e Mariella:<br />

sono i testimonial di Storie - racconti<br />

di ordinaria diversità, campagna<br />

nata dall'incontro di Arcigay e Draft Fcb per<br />

sensibilizzare sul tema della diversità e<br />

della serenità di vivere visibilmente l'essere<br />

gay o lesbica oggi in Italia. Due mamme,<br />

una ragazza lesbica e un professionista<br />

gay sono i volti e le voci scelte tra decine di<br />

racconti e contributi video sul tema arrivati<br />

ad Arcigay nel corso degli ultimi mesi. Dai<br />

loro racconti emerge il fil rouge, comune a<br />

molte delle storie ricevute, ovvero il messaggio<br />

che essere omosessuali non significa<br />

essere diversi. Significa, al contrario,<br />

avere una vita uguale a molte altre, una<br />

vita fatta di famiglia, affetti, lavoro e amici.<br />

Significa forse raccogliere una sfida in più:<br />

quella di dover in qualche caso dire a gran<br />

voce che si è uguali, diversamente uguali.<br />

«Il silenzio uccide l'identità sia come madre<br />

che come figlio» dice infatti Vanda, una<br />

delle due mamme protagoniste dei videoracconti.<br />

O ancora, «la condizione di omosessuale<br />

se vissuta in modo tranquillo, corretto,<br />

non comporta - contrariamente a<br />

quello che molti possono sostenere - un<br />

limite o un problema in quella che può<br />

essere la vita professionale»: è Marco a<br />

parlare, gay e affermato professionista.<br />

C'è poi Valeria, una ragazza lesbica che<br />

vive e lavora a Parma e che racconta: «Ho<br />

fatto finta di niente, mia mamma mi ha ripetuto<br />

la domanda, Valeria me lo diresti? Sì.<br />

Ma lo sei? Ed io: sì». Infine Mariella, una<br />

mamma di Roma, racconta cosa significa<br />

essere madre di una ragazza che ama le<br />

ragazze: «Per me mia figlia non è cambiata,<br />

la amo davvero tanto, soprattutto adesso,<br />

perché so chi è. Essere lesbica, essere<br />

omosessuale è un fatto naturale…l'essere<br />

non cambia».<br />

«È finalmente una campagna che va direttamente<br />

al cuore degli eterosessuali e che<br />

narra, fuori dallo stereotipo, la serenità che<br />

molti di noi vivono oggi - spiega Paolo<br />

Patanè, presidente nazionale di Arcigay -<br />

Sono sicuro che la campagna, che crea<br />

immediata identificazione, risolverà molti<br />

dei dubbi di coloro che faticano a confrontarsi<br />

con noi. Di più, aiuterà molti gay e<br />

lesbiche che hanno ancora il terrore di raccontarsi<br />

a farlo. Sognavamo da tempo di<br />

poter parlare al ventre del paese e di aprire<br />

un canale di dialogo sul web». Gli<br />

annunci dei quattro testimonial prendono<br />

forma infatti in una campagna che raffigura<br />

i loro volti in primo piano con una frase<br />

lasciata incompleta: sulle loro bocche il QR<br />

code per visualizzare - collegandosi al sito<br />

- la video testimonianza di ciascuno di loro.<br />

Sul sito della Campagna vi è inoltre uno<br />

spazio per commentare ed inviare le proprie<br />

video-storie, un modo per alimentare<br />

la discussione intorno ai temi più comuni<br />

che riguardano il mondo omosessuale, dal<br />

coming out in famiglia agli affetti al lavoro.<br />

Uno spazio dove visibilità e partecipazione<br />

danno voce a gay e lesbiche per ascoltare<br />

e ascoltarsi e riconoscersi in storie ordinarie<br />

e straordinarie di vita di tutti i giorni.<br />

Info: www.diversamenteuguali.org<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

notizieflash<br />

incircolo<br />

<strong>arci</strong>report<br />

Nasce a Massa il circolo Arci La CasaMatta, spazio<br />

in cui ospitare iniziative culturali diverse<br />

Il circolo Arci CasaMatta di Massa fonda<br />

le sue ragioni in radici diverse rispetto ai<br />

soci facenti parte del direttivo. Tali<br />

ragioni però, convergono in un obiettivo<br />

comune: quello di regalare uno spazio<br />

dove sia possibile fondere la cultura nei<br />

suoi diversi aspetti.<br />

L'esigenza di un modo alternativo di fare<br />

cultura è all'origine una motivazione personale,<br />

(crescere, imparare e divertirsi insieme<br />

ad altri). In un secondo momento<br />

diventa fondamentale aprire questo modo<br />

VIGNOLA (MO)<br />

Prossimi appuntamenti al circolo<br />

Arci Ribalta: il 18 gennaio per<br />

la rassegna Altrevisioni si discute<br />

di surrealismo, arte e cinema con la<br />

proiezione del film Un chien Andalou<br />

di Louis Bunuel. Il 24 gennaio<br />

incontro con Emergency e<br />

proiezione di Life in Italy is ok,<br />

protagonisti i pazienti dei<br />

poliambulatori di Palermo, Marghera<br />

e degli ambulatori mobili<br />

Notizie Brevi<br />

10<br />

di pensare e vivere anche ad altri, che<br />

abbiano voglia di approfittare di uno spazio<br />

dove sia loro concesso di esprimersi ed<br />

imparare, obiettivo condiviso da tutti i soci<br />

fondatori. Rispetto a qualsiasi attività commerciale,<br />

un circolo Arci offre l'occasione ai<br />

gestori di non doversi sottomettere a quelle<br />

logiche di mercato che compromettono<br />

o, nel peggiore dei casi, eliminano i concetti<br />

di qualità, rispetto, scambio e condivisione<br />

tra gli individui. Giancarlo Mottini,<br />

Michele Babbini, Manuele Casu e Daniela<br />

De Mattia provengono da esperienze di<br />

vita diverse, ma che messe insieme possono<br />

dare maggiore respiro all'idea di<br />

base. Le proposte culturali e ricreative si<br />

declinano in diverse aree: innanzitutto<br />

quella artistica, in cui saranno esposte<br />

mostre fotografiche, arti pittoriche e plastiche,<br />

laboratori e mini corsi artistici vari,<br />

mini stage e performance teatrali per bambini<br />

e adulti, esibizione di cantanti in versione<br />

acustica; ci sarà poi spazio per iniziative<br />

culturali come presentazioni di libri,<br />

cineforum (cui seguiranno dei piccoli dibattiti<br />

sui temi proposti), letture a tema, incontri<br />

a sfondo storico e politico; l’area educativa<br />

sarà sviluppata con attività di doposcuola<br />

e aiuto nell’esecuzione dei compiti.<br />

Il tutto tenendo presente l’area gastronomica,<br />

con degustazioni e cene, con prodotti<br />

prevalentemente locali o provenienti da<br />

commercio equo e solidale e da terreni<br />

confiscati alla mafia. Importante per il circolo<br />

è infatti anche il progetto di educazione<br />

al gusto e al mangiar sano.<br />

I tempi e le modalità di tali progetti saranno<br />

decisi in base alle risorse e allo spazio<br />

disponibile. Tra i primissimi appuntamenti<br />

in programma, il 19 gennaio si esibirà<br />

Giuseppe Boy, attore ‘acrobata tra le poesie’<br />

(recitandole, cantandole ed altro..). Il<br />

tutto è basato sull'improvvisazione, infatti<br />

molti testi vengono suggeriti direttamente<br />

dal pubblico.<br />

Le date delle prossime iniziative saranno<br />

comunicate all'interno della pagina facebook<br />

‘la casamatta’, appositamente creata<br />

e tramite mail.<br />

Chi fosse interessato ad entrare in contatto<br />

con La CasaMatta per proporre idee, iniziative<br />

o progetti può scrivere all'indirizzo<br />

mail indicato di seguito.<br />

Info: casamattams@gmail.com<br />

Uno stato di cose<br />

MARUGGIO (TA) - Al circolo Arci<br />

Paisà il 22 gennaio si tiene l’iniziativa<br />

Uno stato di cose, con la mostra<br />

fotografica a cura di Rumore collettivo,<br />

la proiezione alle 19 del documentario<br />

Uno stato di cose: ovvero uno stato di<br />

diritto di meno di Domenico de Ceglia,<br />

alla presenza dell'autore e a seguire la<br />

presentazione del libro La normale<br />

eccezione. Lotte di migranti in Italia, a<br />

cui partecipa Gianni De Giglio, uno<br />

degli autori. Durante l'iniziativa sarà<br />

promossa una raccolta fondi per l'assistenza<br />

legale agli arrestati in seguito<br />

alla rivolta del 1 agosto al Cara di Bari-<br />

Palese.<br />

Info: www.<strong>arci</strong>maruggio.net<br />

Workshop di fotografia sociale<br />

BOLOGNA - Parte a gennaio il workshop<br />

di fotografia sociale condotto da<br />

Giulio Di Meo, realizzato in collaborazione<br />

con Arci Bologna e il circolo<br />

SpazioIndue. L’obiettivo dei fotografi si<br />

poserà sull’<strong>arci</strong>pelago dei circoli Arci,<br />

spazi di socialità e di condivisione che<br />

hanno radici profonde nel tessuto della<br />

città, proponendo quotidianamente attività<br />

culturali, di animazione e intrattenimento<br />

per ogni età e interesse. Il corso,<br />

riservato ai soci Arci, avrà come base<br />

logistica la sede del circolo<br />

SpazioIndue in vicolo Broglio 1/F.<br />

Info: info@giuliodimeo.it<br />

Stato d’Italia<br />

MATERA - Il tour di presentazione del<br />

libro Stato d’Italia fa tappa a Matera, al<br />

cinema comunale di via Vittorio Veneto<br />

a partire dalle 17,30 di venerdì 20 gennaio.<br />

L’evento, organizzato dall’Arci<br />

Basilicata con il patrocinio del comune,<br />

sarà moderato dal direttore de Il quotidiano<br />

della Basilicata Paride Leporace,<br />

e, oltre agli autori del libro Emiliano<br />

Mancuso (fotografo) ed Angela Mauro<br />

(giornalista), vedrà la partecipazione di<br />

Nichi Vendola, presidente di Sel e<br />

governatore della Puglia, Paolo Beni,<br />

presidente nazionale dell’Arci e del sindaco<br />

di Matera Salvatore Adduce.<br />

Info: basilicata@<strong>arci</strong>.it<br />

La furia dei cervelli<br />

VITERBO - Al Biancovolta Spazio Arci<br />

il 21 gennaio alle 17 sarà presentato<br />

La furia dei cervelli. Nato come network<br />

politico e sociale, nella sua manifestazione<br />

cartacea è un libro che<br />

affronta direttamente e senza mediazioni<br />

la questione del momento: è possibile<br />

una politica contro la crisi? Nella<br />

sua forma virtuale, la furia è una<br />

comunità in divenire che cerca alleanze<br />

e oggi si esprime nelle coalizioni<br />

dentro strati, classi e ceti sociali, sperimentando<br />

i linguaggi e la vita del<br />

‘Quinto Stato’. Partecipano all’incontro<br />

Roberto Ciccarelli e Giuseppe Allegri,<br />

autori del libro, Carlo Testini, responsabile<br />

diritti culturali dell’Arci, Enrico<br />

Parisio di Aiap Lazio, Angelo Salvi di<br />

Acta Roma, modera il ricercatore<br />

Manuel Anselmi.<br />

Info: viterbo@<strong>arci</strong>.it<br />

Teatro allo Spazio 72<br />

GROSSETO - Il 22 gennaio alle 18<br />

presso Spazio 72 prosegue la rassegna<br />

teatrale di Libero Circuito organizzata<br />

da Teatro Studio Arci di Grosseto<br />

e circolo Arci Khorakhané, con lo spettacolo<br />

La curiosa storia di Gregor<br />

Samsa tratto da La metamorfosi di<br />

Kafka, a cura della Compagnia<br />

Professionista del Teatro Studio di<br />

Grosseto. Lo spettacolo è diretto da<br />

Mario Fraschetti e interpretato da<br />

Daniela Marretti, Luca Pierini, Enrica<br />

Pistolesi e Mirio Tozzini.<br />

Info: <strong>arci</strong>.khorakhane@libero.it<br />

La festa di Sant’Antonio<br />

GIOVINAZZO - Grande attesa anche<br />

quest’anno per la secolare celebrazione<br />

della festa popolare in onore di<br />

Sant’Antonio Abate, celebrata domenica<br />

22 gennaio e organizzata dal<br />

Comune di Giovinazzo, in collaborazione<br />

con il circolo Arci Tressett e con l’associazione<br />

Panino della nonna. La città<br />

sarà animata da esibizioni, e celebrazioni,<br />

le Chiese del centro storico resteranno<br />

aperte e saranno visitabili, il 21<br />

gennaio sarà inaugurata la mostra fotografica<br />

Quattro artisti per quattro elementi:<br />

fuoco, terra, aria, acqua organizzata<br />

dall’associazione MagentArt.<br />

Info: <strong>arci</strong>.tressett@virgilio.it<br />

Musica con i Briganti<br />

CARUGATE (MI) - Il 21 gennaio alle 22<br />

presso l’Arci Area una serata con i<br />

Briganti per tutti gli amanti delle danze<br />

popolari, delle pizziche, delle tammurriate<br />

e delle tarantelle, per tutti i vecchi<br />

e nuovi amanti del divertimento, ricordando<br />

le nostre radici<br />

Info: www.simmbriganti.it<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

incircolo<br />

<strong>arci</strong>report<br />

11<br />

A Iglesias dal 25 gennaio al 15 febbraio il Festival<br />

‘Le giornate del cinema del Mediterraneo’<br />

Il prossimo 25 gennaio si aprirà la settima<br />

edizione della manifestazione internazionale<br />

di cultura cinematografica Le giornate<br />

del cinema del Mediterraneo, organizzata<br />

dal C.I.C. Arci Iglesias. Lo scopo principale<br />

della rassegna è quello di essere un punto<br />

d'incontro tra i popoli del bacino del<br />

Mediterraneo, attraverso la proiezione di lungometraggi<br />

e corti provenienti dalle cineteche<br />

nazionali di paesi come Albania, Bosnia-<br />

Herzegovina, Francia, Slovenia, Serbia,<br />

Spagna, Tunisia, Turchia e, naturalmente,<br />

Italia. Le storie raccontate dai film presenti in<br />

rassegna costituiscono un viaggio ideale<br />

verso paesi vicinissimi a noi delle cui realtà,<br />

molto spesso, non si parla a sufficienza.<br />

La visione di molti film ci aiuterà a comprendere<br />

meglio gli importanti avvenimenti accaduti<br />

nel corso del 2011 in paesi come Egitto,<br />

Tunisia, Libia e Siria ed anche i cambiamenti<br />

sociali e politici verificatisi in stati a noi più<br />

vicini culturalmente, come, ad esempio, la<br />

Spagna. Verrà proposta una riflessione su<br />

una nuova idea di confine - cambiata dalla<br />

globalizzazione - visto come un ingresso<br />

ideale al quale bussano finalmente tutti gli<br />

esclusi, coloro che la storia e la geografia<br />

tengono ai margini da secoli.<br />

Ad aprire la manifestazione - che terminerà il<br />

15 febbraio - sarà il documentario di Fiorella<br />

Infascelli Pugni chiusi, già presentato alla<br />

68° Mostra del Cinema di Venezia. Il film racconta<br />

la difficile esperienza degli operai della<br />

Vinyls di Porto Torres, operai che producevano<br />

PVC, che ogni giorno si recavano<br />

regolarmente in fabbrica a lavorare e che, un<br />

giorno all'improvviso, si sono ritrovati in<br />

cassa integrazione senza una motivazione<br />

valida. E per protestare contro tutto ciò, alcuni<br />

di loro, si sono ‘incarcerati’ nell'ex penitenziario<br />

dell'Asinara. Il lavoro della regista ci<br />

racconta proprio questa esperienza; esperienza<br />

che fa riflettere sulla drammatica<br />

situazione lavorativa ed economica in cui si<br />

trova attualmente la Sardegna. Tra i tanti film<br />

che saranno proiettati in questi venti giorni di<br />

rassegna, va segnalato Venti sigarette di<br />

Aureliano Amadei, tratto dal romanzo Venti<br />

sigarette a Nassirya, scritto dallo stesso<br />

Amadei con Francesco Trento. Il film narra la<br />

vicenda autobiografica dello scrittore-regista,<br />

coinvolto nell'attentato del 12 novembre<br />

2003 contro la base militare italiana di<br />

Nassirya. Amadei parteciperà in prima persona<br />

alla rassegna e racconterà al pubblico<br />

la drammatica esperienza da lui vissuta.<br />

Un altro evento che merita una particolare<br />

menzione sarà la performance dei Sikitikis,<br />

gruppo musicale emergente, che, con le loro<br />

composizioni musicali, accompagneranno le<br />

immagini del film L'uomo con la macchina da<br />

presa di Dziga Vertov, film del 1929 che<br />

riprende per lo più scene di vita quotidiana<br />

per le strade di Odessa. Al termine dell'esibizione,<br />

il gruppo dialogherà con il pubblico<br />

sulle tematiche proposte dall'evento. La partecipazione<br />

ai vari eventi della rassegna è<br />

completamente gratuita.<br />

Info: www.<strong>arci</strong>iglesias.it<br />

GUAGNANO (LE)<br />

Il 18 gennaio a partire dalle 20.30<br />

aperitivo letterario al circolo<br />

Arci Rubik con la presentazione<br />

del romanzo Fino alla fine del giorno<br />

di Osvaldo Piliego e a seguire<br />

Above the three in concerto<br />

notizieflash<br />

Da gennaio ‘L’Italia<br />

che non si vede’<br />

Giunta alla terza edizione L’Italia che non si<br />

vede, rassegna itinerante di film promossa<br />

e organizzata dai circoli cinematografici<br />

dell’Arci che sarà realizzata, tra gennaio e<br />

maggio 2012, in più di venti città, tra le quali<br />

Torino, Firenze, Napoli, Catania, Pisa,<br />

Roma, Aosta, Modena, Bari, Iglesias, Rieti,<br />

Carpi, Orvieto, Ferrara, Legnago. Si tratta<br />

di una rosa di dodici film che raccontano il<br />

Paese reale, con i suoi problemi e i suoi disagi,<br />

ma anche con la sua voglia di cambiare<br />

e affrontare i probemi dell’immigrazione,<br />

della mancanza di lavoro, dell’economia,<br />

della mafia. Ogni circolo potrà scegliere<br />

almeno cinque titoli da proporre nella<br />

propria rassegna, in modo da dare la massima<br />

visibilità possibile all’iniziativa e cercare<br />

di costruire così un circuito di distribuzione<br />

diverso da quello commerciale. Gli autori<br />

dei film sono disponibili ad essere presenti<br />

alle proiezioni, a portare la propria<br />

testimonianza e approfondire il tema affrontato.<br />

L’Ucca mette a disposizione gratuitamente,<br />

oltre agli accordi per la circuitazione,<br />

i manifesti, le locandine, il catalogo con<br />

le schede illustrative per ogni film.<br />

Info: ucca@<strong>arci</strong>.it<br />

Un ricordo del partigiano Guido Carbi,<br />

socio onorario di Arci Valle Susa<br />

Ci sono notizie difficili da ricevere. Ci ha<br />

lasciati sabato notte Guido Carbi. Guido,<br />

partigiano combattente della 17^ Brigata<br />

Garibaldi, era al Colle del Lys quel terribile<br />

2 luglio 1944, quando i nazisti trucidarono<br />

26 suoi compagni. Con questa immagine<br />

impressa nella mente Guido ha passato la<br />

sua vita in mezzo alla gente, ai giovani<br />

soprattutto, per raccontare, essere testimone,<br />

per non dimenticare mai e continuare<br />

a resistere. Solo pochi mesi fa davamo<br />

conto proprio su queste pagine di un suo<br />

'dialogo musicato' con Luca Morino (Mau<br />

Mau), ma dal dividere il palco con Assalti<br />

Frontali e Cisco al confronto con Nicolai<br />

Lilin, dalla partecipazione al movimento No<br />

Tav all'intensa attività nelle scuole, Guido<br />

ci ha insegnato, oggi come ieri, il significato<br />

più profondo di (R)esistenza.<br />

Guido, dal 2006 socio onorario di Arci Valle<br />

Susa, è stato un amico, oltre che un grande<br />

esempio, uno di quei compagni di strada<br />

che il più delle volte, come fanno in<br />

montagna i camminatori più esperti, ci<br />

hanno guidato a trovare il sentiero giusto.<br />

Ciao Guido, forse un giorno potremo<br />

incontr<strong>arci</strong> di nuovo lungo la strada.<br />

Info: siviero@<strong>arci</strong>.it<br />

Raccolti 20mila euro per l’alluvione in Liguria<br />

C’è una nota positiva nell’immane tragedia<br />

che ha colpito la Liguria: la solidarietà diffusa<br />

che, come per magia, scatta nei<br />

momenti peggiori di una comunità.<br />

La magia delle tante braccia, giovani e<br />

meno giovani, tante dell’Arci e della Prociv<br />

Arci, che si sono ritrovate nel fango di<br />

Monterosso, di Borghetto Vara, di Genova<br />

e di tanti altri posti per aiutare concittadini<br />

spesso sconosciuti. Una solidarietà che ha<br />

consentito la raccolta di oltre 20mila euro (i<br />

dati si riferiscono al 31 dicembre) in favore<br />

dei circoli danneggiati dall’alluvione: il circolo<br />

Arci Pontecarrega, tradizionale ritrovo<br />

della Val Bisagno e l’Arci Follo, attivo dal<br />

1932 nella realtà spezzina. È possibile<br />

ancora inviare fondi sul conto corrente<br />

dedicato all’emergenza aperto presso<br />

Banca Etica e intestato ad Arci Liguria:<br />

IT16B0501801400000000140234<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

società<br />

Ci troviamo costretti ad appell<strong>arci</strong> a<br />

Lei per segnalare la necessità di<br />

risposte urgenti per l'emergenza di<br />

un settore dell'editoria rappresentativa del<br />

pluralismo dell'informazione. Circa cento<br />

aziende non sono infatti in grado di programmare<br />

la propria attività, rischiano di<br />

dover sospendere le pubblicazioni entro<br />

gennaio e alcune già l'hanno fatto. Si tratta<br />

dei giornali gestiti in cooperative di idee, di<br />

filoni culturali politici, di minoranze linguistiche,<br />

di comunità italiane all'estero, no profit,<br />

per i quali esiste il sostegno previsto dalla<br />

legge per le testate non commerciali, ma a<br />

cui ancora oggi non sono state fornite<br />

garanzie sulle risorse effettivamente disponibili<br />

per il 2012. C'è inoltre un'urgenza nell'urgenza:<br />

la definizione delle pratiche ancora<br />

aperte per la liquidazione dei contributi<br />

relativi al 2010 che riguarda una trentina di<br />

testate. In assenza di atti certi su questi due<br />

punti, è diventato impossibile andare avanti,<br />

mancando persino gli elementi per l'accesso<br />

al credito bancario. Già avevamo avanzato<br />

a esponenti del suo Governo richieste<br />

di garanzie per il pluralismo dell'informazione,<br />

anche nella fase di transizione verso il<br />

<strong>arci</strong>report<br />

Appello a Monti per salvare il pluralismo<br />

nell’informazione<br />

nuovo quadro di interventi previsto dal 2014.<br />

Siamo decisamente impegnati a sostenere<br />

una riforma. Con il Sottosegretario Malinconico<br />

era stato avviato un percorso di valutazione<br />

delle possibili iniziative. È indispensabile<br />

riprendere questo dossier al più presto.<br />

Il nostro è un vero Sos che riguarda sia le<br />

procedure amministrative in corso, da sbloccare,<br />

sia la dotazione definitiva per l'editoria<br />

durante il 2012. Il Governo ha già preso atto<br />

dell'insufficienza dello stanziamento previsto<br />

da precedenti manovre e ha perciò condiviso<br />

una norma, approvata dal Parlamento,<br />

che include l'editoria tra i soggetti<br />

beneficiari del cosiddetto 'Fondo Letta' della<br />

Presidenza del Consiglio per l'integrazione<br />

di questa somma. Riteniamo che il decreto<br />

'Proroghe' debba contenere le misure per<br />

stabilire l'impegno finanziario dello Stato<br />

durante il 2012. Siamo convinti che la<br />

somma da prelevare da tale Fondo debba<br />

essere di almeno 100 milioni di euro, per<br />

assicurare alle testate in crisi le condizioni<br />

minime di sopravvivenza. Si tratterebbe di<br />

operare in una linea di equità, analogamente<br />

a quanto già fatto dal Governo per Radio<br />

Radicale, verso l'indispensabile costruzione<br />

Azioni solidali / Le notizie di Arcs<br />

12<br />

di un nuovo e più chiaro modello di intervento.<br />

Condividiamo l'idea che i contributi<br />

debbano essere commisurati all'impiego dei<br />

giornalisti e all'effettiva diffusione delle testate<br />

e che sia davvero «impensabile eliminare<br />

completamente i contributi che sono il lievito<br />

di quella informazione pluralistica che è vitale<br />

per il Paese», come Ella ha recentemente<br />

dichiarato in sintonia con una risposta che<br />

il Capo dello Stato diede tre mesi fa a un<br />

appello dei direttori dei giornali.<br />

Grati per l'attenzione, vogliamo aver fiducia<br />

che una tempestiva risposta eviti la chiusura<br />

di molte testate e la perdita di migliaia di<br />

posti di lavoro. Se i nostri cento giornali<br />

dovessero chiudere nessuna riforma dell'editoria<br />

avrebbe, ovviamente, più senso.<br />

Fnsi, Comitato per la Libertà d'informazione,<br />

Sindacati dei lavoratori, Associazioni di<br />

Cooperative del settore, giornali di idee, no<br />

profit, degli italiani all'estero, delle minoranze<br />

linguistiche, Articolo21.<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Chiara Bannella, Raffaella Bolini,<br />

Stefano Carmassi, Silvia De Silvestri,<br />

Donato Di Sanzo, Walter Massa, Federico Mei,<br />

Corrado Oddi, Licio Palazzini, Paola Scarnati,<br />

Lorenzo Siviero, Roberta Tocco, Antonio Tricarico<br />

Focus sulla violenza contro le donne<br />

Dal 15 al 26 gennaio sarà in visita in Italia<br />

Rashida Manjoo, Special Rapporteur ONU<br />

sulla violenza contro le donne.<br />

Una visita molto importante in quanto fornirà<br />

al Consiglio ONU per i Diritti Umani dati<br />

relativi alle politiche e ai programmi adottati<br />

dall'Italia per contrastare la violenza di<br />

genere. Il mandato della Special Rapporteur<br />

sulla violenza contro le donne include la violenza<br />

domestica, all'interno della società, la<br />

violenza perpetrata o tollerata dallo Stato e<br />

quella contro le rifugiate, le richiedenti asilo<br />

e le donne migranti.<br />

La Special Rapporteur incontrerà a Roma,<br />

Milano, Bologna e Napoli non solo esponenti<br />

del governo ma anche rappresentanti della<br />

società civile che si occupano dei diritti delle<br />

donne e del contrasto alla violenza.<br />

La Rapporteur visiterà, tra gli altri, centri di<br />

detenzione e vittime di violenza ed esaminerà<br />

la situazione delle donne migranti rom<br />

e sinti.<br />

Infine il 26 gennaio alle 13, presso la Società<br />

Italiana per l'Organizzazione Internazionale<br />

(SIOI) a Roma, si terrà una conferenza<br />

stampa sui primi risultati della visita. Le conclusioni<br />

e le raccomandazioni finali saranno<br />

invece presentate alla ventesima sessione<br />

del Consiglio per i diritti umani del prossimo<br />

giugno.<br />

Info: www.ohchr.org<br />

Oltre la crescita<br />

Libertà e Giustizia (circolo di Roma) e La<br />

Rete Internazionale delle Donne per la<br />

Pace, di cui Arcs fa parte, promuovono la<br />

Scuola di formazione Oltre la Crescita.<br />

Una scuola su questo tema serve perché<br />

una società democratica non può durare<br />

basandosi sulla crescita economica illimitata<br />

come obiettivo.<br />

Bisogna capire e valutare che le nostre esistenze<br />

quotidiane premono sull'ambiente<br />

globale e che non è possibile ignorare quanto<br />

le nostre scelte incidono sulla vita di altre<br />

persone e su altre economie, società e risorse.<br />

Con l'aiuto di docenti, associazioni,<br />

esperti, persone del mondo dell'informazione<br />

e con una prospettiva di genere, alla fine<br />

del percorso formativo verrà redatto dai e<br />

dalle partecipanti un appello rivolto alle istituzioni<br />

locali e ai media per creare un nuovo<br />

modello di benessere. La Scuola inizierà il<br />

27 gennaio.<br />

Info: scuolaoltrelacrescita@gmail.com<br />

www.<strong>arci</strong>culturaesviluppo.it - arcs@<strong>arci</strong>.it<br />

In redazione<br />

Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara,<br />

Carlo Testini<br />

Direttore responsabile<br />

Emanuele Patti<br />

Direttore editoriale<br />

Paolo Beni<br />

Impaginazione e grafica<br />

Claudia Ranzani<br />

Progetto grafico<br />

Sectio - Roma<br />

Cristina Addonizio<br />

Editore<br />

Associazione Arci<br />

Redazione<br />

Roma, via dei Monti di Pietralata n.16<br />

Registrazione Tribunale di Roma<br />

n. 13/2005 del 24 gennaio 2005<br />

Arcireport è rilasciato<br />

nei termini della licenza Creative Commons<br />

Attribuzione -Non commerciale -<br />

Condividi allo stesso modo 2.5 Italia<br />

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/<br />

n. 2 17 gennaio 2012


<strong>arci</strong><br />

speciale<strong>arci</strong><br />

<strong>arci</strong>report<br />

13<br />

DICHIARAZIONE DI MISSIONE<br />

SIAMO una grande associazione<br />

popolare: cinquemila<br />

Entro il 2012<br />

risorse, vincolare l'economia<br />

al rispetto dei beni<br />

circoli, più di un<br />

comuni, dell'ambiente, dei<br />

l’associazione si doterà di una<br />

milione di soci. Donne e<br />

diritti sociali e del lavoro.<br />

Carta dei principi<br />

uomini che hanno liberamente<br />

scelto di impegnarsi<br />

e delle buone pratiche I NOSTRI CIRCOLI opecipazione<br />

per promuovere eman-<br />

dei Circoli Arci.<br />

rano per l'animazione<br />

attraverso l'autorganizzazione<br />

e la parte-<br />

comunità locali, immersi<br />

sociale e culturale delle<br />

Nei prossimi mesi<br />

la bozza elaborata<br />

cipazione.<br />

nei mutamenti che le<br />

Siamo eredi di un'antica dalla Presidenza<br />

attraversano; sono un<br />

tradizione mutualistica e sarà sottoposta<br />

laboratorio di idee e di<br />

di una lunga storia associativa,<br />

quella dei movimento.<br />

pratiche per il cambia-<br />

ad un’ampia consultazione<br />

delle strutture territoriali.<br />

menti popolari che hanno<br />

Promuovono ricreazione<br />

contribuito a costruire e Pubblichiamo intanto la e cultura, buona socialità,<br />

consolidare la democrazia Dichiarazione di missione qualità delle relazioni<br />

italiana fondata sulla<br />

umane e degli stili di vita,<br />

che della Carta<br />

Costituzione.<br />

cultura e pratica dei diritti,<br />

costituisce la premessa<br />

responsabilità e cittadinanza<br />

CREDIAMO nella libertà e che il Consiglio Nazionale<br />

attiva.<br />

e nella dignità di ogni ha definitivamente<br />

essere umano, nell'uguaglianza<br />

dei diritti e nella<br />

ZIONISMO per promuo-<br />

FACCIAMO ASSOCIAapprovato<br />

giustizia sociale, nel<br />

nell’ottobre scorso<br />

vere e favorire l'azione collettiva<br />

rispetto delle differenze,<br />

nei diritti della Terra, nella<br />

convivenza e nell'uguaglianza fra i popoli.<br />

Crediamo nel valore della conoscenza e delle<br />

culture, nella libertà di pensiero e di espressione.<br />

Crediamo in una società nonviolenta, accogliente<br />

e solidale, laica e pluralista, capace di<br />

realizzare convivenza e coesione sociale.<br />

Crediamo che sia possibile assicurare a tutti e<br />

tutte benessere, distribuire in modo equo le<br />

dei cittadini nell'in-<br />

teresse generale.<br />

Operiamo per promuovere il diritto al libero<br />

associazionismo, il volontariato, lo sviluppo del<br />

terzo settore e dell'economia civile, la sussidiarietà<br />

e la piena realizzazione della democrazia<br />

partecipativa.<br />

Abbiamo fiducia nelle persone, nella loro<br />

capacità di contribuire a un futuro migliore,<br />

dove non ci sia più spazio per l'ingiustizia di cui<br />

oggi è pieno il mondo.<br />

n. 2 17 gennaio 2012

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