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UN NUOVO MODELLO ELETTROTERMICO DI FET IN GaAs PER IL ...

UN NUOVO MODELLO ELETTROTERMICO DI FET IN GaAs PER IL ...

UN NUOVO MODELLO ELETTROTERMICO DI FET IN GaAs PER IL ...

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Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

(Dipartimento di Elettrotecnica ed Elettronica, Politecnico di Bari<br />

Via E. Orabona, 4, 70125 Bari<br />

Tel. 0805963314-5963427; Fax: 0805963410; E-Mail: perri@poliba.it)<br />

<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong><br />

<strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE<br />

OTTIMIZZATO DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF <strong>GaAs</strong> <strong>FET</strong>s FOR THE<br />

THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

Riassunto: questo lavoro presenta un<br />

nuovo modello elettrotermico per dispositivi<br />

in <strong>GaAs</strong> per la determinazione del campo termico<br />

all’interno dei dispositivi <strong>FET</strong> e per il<br />

progetto dei principali parametri del layout al<br />

fine di minimizzare gli effetti termici.<br />

Il modello è di facile implementabilità su PC e<br />

fornisce risultati accurati con tempi di calcolo<br />

molto ridotti. Nel modello vengono tenuti in<br />

conto sia i contributi alla resistenza termica<br />

totale degli strati superiori ed inferiori al die<br />

di <strong>GaAs</strong>, sia l’interazione tra la temperatura<br />

di canale e la corrente del dispositivo. I confronti<br />

fatti, sia con un simulatore basato sul<br />

metodo delle differenze finite, sia con dati sperimentali,<br />

confermano l’accuratezza dei risultati<br />

ottenuti. Lo strumento CAD realizzato può<br />

essere utilizzato per la sintesi del layout essendo<br />

in grado di calcolare sia la distanza<br />

ottimale tra due dispositivi contigui, al fine di<br />

minimizzare il mutuo accoppiamento termico,<br />

sia i valori ottimali del numero di dita di gate<br />

e della spaziatura tra questi in una geometria<br />

di layout interdigitata. Inoltre la tecnica proposta<br />

è del tutto generale e può essere applicata<br />

sia a dispositivi in Si sia ad eterostruttura.<br />

Abstract: in this paper a new<br />

electrothermal model of <strong>GaAs</strong> <strong>FET</strong> for the<br />

evaluation of the thermal field in the<br />

semiconductor body and for the thermally<br />

optimized layout design is presented.<br />

The model is easily implementable on a PC<br />

and provides reliable results with a reduced<br />

computational time. In the presented model<br />

both the contribution to the thermal resistance<br />

of all the top and bottom layers and the<br />

interaction of the channel temperature with<br />

the gate current are taken into account. The<br />

comparison both with a 3-D finite-difference<br />

simulator and experimental data confirms the<br />

model accuracy. The CAD tool in which the<br />

matematical model is implemented can be<br />

used for the layout design since it is able to<br />

calculate the optimal spacing between<br />

contiguous devices to minimize the mutual<br />

thermal coupling and also the optimal<br />

number of gate and gate-to-gate spacing of a<br />

single power device with a multigate layout.<br />

The proposed technique is general and can<br />

be applied to silicon as well as to<br />

heterojunction devices.<br />

NOTE<br />

1. Introduzione<br />

I dispositivi in arseniuro di gallio (<strong>GaAs</strong>) vengono<br />

comunemente utilizzati per applicazioni ad<br />

alta frequenza, tipicamente nel range delle<br />

microonde, per scopi di tipo militare, aerospaziale<br />

e per sistemi di telecomunicazione. Ciò è dovuto<br />

sia alla alta mobilità elettronica, sia alla alta<br />

energia di ionizzazione, fattori che fanno preferire<br />

tali dispositivi a quelli in silicio. Di contro la<br />

conducibilità termica del <strong>GaAs</strong> è circa un terzo<br />

rispetto a quella del Si, proprietà questa che induce<br />

l’aumento della temperatura del canale attivo<br />

e del substrato in condizioni di alte potenze dissipate.<br />

Le conseguenze sono che l’affidabilità viene<br />

diminuita, con il rischio di danni distruttivi che<br />

si manifestano prematuramente e, in secondo luogo,<br />

il punto operativo, e con esso i parametri di<br />

segnale, non corrispondono ai valori previsti in<br />

fase di progetto.<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

87


Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

NOTE<br />

L’autoriscaldamento del substrato di <strong>GaAs</strong><br />

è dovuto alla presenza di non trascurabili sorgenti<br />

di calore, i dispositivi attivi, ed alla bassa<br />

conducibilità termica del materiale. Il problema è<br />

stato in passato approfonditamente studiato sia dal<br />

punto di vista tecnologico sia da quello<br />

modellistico [1-12].<br />

In particolare i modelli in grado di quantificare<br />

la dipendenza delle grandezze elettriche in<br />

esame dalla temperatura possono essere di tipo<br />

numerico [1-3], analitico [4-6] ed a volte anche<br />

soluzioni ibride, numeriche nelle zone a massimo<br />

riscaldamento come i canali dei <strong>FET</strong> ed analitiche<br />

negli strati più lontani, possono essere valide.<br />

Il lavoro proposto si prefigge come obiettivo<br />

quello di sviluppare un modello analitico tridimensionale<br />

che abbia un peso computazionale<br />

accettabile e sia facilmente implementabile su un<br />

PC. Tale strumento deve essere usato tanto in fase<br />

di analisi di strutture preesistenti, quanto in fase<br />

di sintesi, nel senso che deve essere possibile<br />

estrarre, con tempi di calcolo ragionevoli, i valori<br />

ottimali di alcune grandezze fondamentali del<br />

layout per la minimizzazione della temperature<br />

di picco del canale e della complessiva resistenza<br />

termica del chip, nel rispetto delle specifiche elettriche.<br />

Il paragrafo II di questo lavoro presenta un<br />

breve stato dell’arte dei modelli termici e nel paragrafo<br />

III viene presentata la teoria del modello<br />

analitico proposto. Il paragrafo IV è dedicato ai<br />

confronti tra i risultati ottenuti con<br />

l’implementazione del modello in un simulatore<br />

con i risultati presenti in letteratura e con dati sperimentali.<br />

La procedura di sintesi ed i risultati sono<br />

indicati nel paragrafo V, in cui viene sviluppato<br />

un esempio applicativo, mentre il paragrafo VI<br />

propone le conclusioni più importanti che si possono<br />

trarre dal lavoro svolto e dai risultati ottenuti.<br />

II.Stato dell’arte dei modelli termici<br />

L’equazione del flusso di calore per un’analisi<br />

spazio-temporale è [12]:<br />

∂ T(x, y, z, t)<br />

? c<br />

∂ t<br />

=− Q(x,y,z,T,t)<br />

che per l’analisi in condizione di regime diventa:<br />

[ ( T ) ∇T<br />

( x,y,z)<br />

] = −Q( x,y,z,T )<br />

∇ ⋅<br />

(2)<br />

k TH<br />

+<br />

∇⋅[ k TH<br />

(T )<br />

∇T(x,y,z,t)]=<br />

dove t è il tempo, k TH<br />

(T) è la conducibilità<br />

termica dipendente dalla temperatura, c è il calore<br />

specifico, r è la densità del materiale, T(x,y,z,t)<br />

è il campo termico e Q(x,y,z,T,t) è la densità<br />

spaziale di potenza dissipata che dipende sia dalla<br />

temperatura della sorgente, sia dal tempo.<br />

La soluzione è ottenibile tramite metodi e<br />

modelli analitici o numerici. I modelli numerici,<br />

che implicano la suddivisione della struttura in<br />

esame in unità volumetriche elementari, all’interno<br />

delle quali le proprietà generalmente non lineari<br />

dei materiali, prima tra tutte la conducibilità<br />

termica, possono essere considerate costanti, hanno<br />

come grande vantaggio quello di consentire<br />

analisi accurate senza ipotesi semplificative sulla<br />

struttura o sulla natura dei fenomeni o sulle proprietà<br />

dei materiali. Questo tuttavia viene ottenuto<br />

a spese di un grosso carico computazionale<br />

specie per strutture di grandi dimensioni o nel caso<br />

si sia interessati a risolvere l’eq. (1) per studiare il<br />

transitorio dei fenomeni. Di questo è facile convincersi<br />

osservando la struttura della fig. 1, che<br />

rappresenta un singolo dispositivo a geometria<br />

interdigitata per applicazioni di potenza<br />

(multifinger o multigate device), il cui die è saldato<br />

al supporto meccanico. Nel caso in cui si sia<br />

anche interessati a studiare l’interazione termica<br />

tra dispositivi contigui e l’effetto di tutti gli stati<br />

presenti effettivamente nella struttura, come, ad<br />

esempio il supporto meccanico (d) (mounting) o<br />

la saldatura (c) del substrato di <strong>GaAs</strong> con il supporto,<br />

il peso computazionale aumenta.<br />

Tra i metodi numerici più importanti che<br />

sono stati utilizzati per presentare simulatori termici<br />

per dispositivi in <strong>GaAs</strong> ricordiamo i metodi<br />

FEM (Finite-Element Method) [1], FDM (Finite-<br />

88<br />

La Comunicazione - numero unico 2000


<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong> <strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE OTTIMIZZATO<br />

DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF GAAS <strong>FET</strong>S FOR THE THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

Difference Method) [2], BEM (Boundary-Element<br />

Method) [3]. La sensibilità di questi metodi alla<br />

risoluzione della decomposizione in volumi elementari<br />

è il loro maggiore inconveniente, tanto<br />

che per ottenere risultati accurati per strutture di<br />

grandi dimensioni sono necessari software matematici<br />

specializzati e potenti sistemi di calcolo.<br />

Come si è detto nell’introduzione, l’obiettivo<br />

di questo lavoro è lo sviluppo di un modello<br />

matematico che consenta al progettista di avere la<br />

conoscenza degli effetti che le variazioni dei parametri<br />

geometrici e tecnologici producono sulle<br />

grandezze di interesse quali la temperatura di picco<br />

e la resistenza termica. A tale scopo si è è scelta<br />

la strada dei modelli analitici, che affrontano la<br />

risoluzione delle equazioni differenziali non lineari<br />

alle derivate parziali (1) e (2). Altro obiettivo<br />

fondamentale è quello di implementare tale modello<br />

utilizzando un personal computer, cercando<br />

di estrarre i risultati con tempi di calcolo accettabili,<br />

dell’ordine, cioè, di pochi minuti.<br />

La soluzione dell’eq. (1) coinvolge l’uso<br />

della trasformata di Laplace e permette di avere<br />

informazioni sul tempo di assestamento del transitorio<br />

termico e sulle prestazioni in frequenza del<br />

dispositivo in esame. Il modello analitico che si<br />

propone consente di risolvere l’eq. (2), che è quella<br />

di interesse in questo caso, essendo la temperatura<br />

di picco del canale a regime la principale grandezza<br />

oggetto di minimizzazione.<br />

Molti autori hanno presentato soluzioni analitiche<br />

della (2) avvalendosi del metodo della separazione<br />

delle variabili in coordinate cartesiane<br />

[4] o cilindriche [5], o della trasformata bidimensionale<br />

di Fourier del campo termico [6]. Nel primo<br />

caso si perviene alla sommatoria di infiniti termini<br />

armonici che, per necessità di calcolo, deve<br />

essere troncata, con perdita di accuratezza o allungamento<br />

dei tempi di elaborazione a seconda<br />

del numero di termini inclusi nella sommatoria.<br />

Nel secondo caso, invece, l’operazione di<br />

antitrasformazione è particolarmente critica dal<br />

punto di vista dei calcoli.<br />

In entrambi i casi, si è spesso scelto di trascurare<br />

la dipendenza dalla temperatura della<br />

conducibilità termica degli strati della struttura in<br />

esame. Se questa può essere considerata una ipotesi<br />

accettabile per il supporto meccanico, tipicamente<br />

realizzato in allumina, o per gli strati di<br />

saldatura metallica, non è invece lecito trascurare<br />

tale dipendenza per il substrato di <strong>GaAs</strong> intrinseco<br />

e per lo strato attivo drogato n che costituisce<br />

il canale di un MES<strong>FET</strong>. Tale assunzione porta a<br />

risolvere la seguente equazione differenziale lineare:<br />

Q<br />

∇ 2 T = −<br />

(3)<br />

k TH<br />

nella quale k TH<br />

è la conducibilità termica<br />

dello strato di <strong>GaAs</strong> calcolata ad un valore di riferimento,<br />

ad esempio alla temperatura ambiente,<br />

ed in cui viene inoltre assunta uniforme la densità<br />

spaziale Q di potenza dissipata.<br />

Per evitare di trascurare la dipendenza di k TH<br />

dalla T, Joyce [7] ha introdotto la trasformata di<br />

Kirchhoff delle temperature:<br />

T ( x,<br />

y,<br />

z)<br />

−T0<br />

1<br />

∆θ ( x,<br />

y,<br />

z) = ∫ k(<br />

τ ) dτ<br />

(4)<br />

k<br />

0<br />

T0<br />

che consente di risolvere il problema<br />

linearizzato:<br />

2 − Q(<br />

x,<br />

y,<br />

z)<br />

∇ θ ( x,<br />

y,<br />

z)<br />

=<br />

(5)<br />

k<br />

0<br />

in cui Dq(x,y,z)=q(x,y,z)-T 0<br />

,q(x,y,z) è il campo<br />

termico trasformato, T 0<br />

è la temperatura di riferimento,<br />

k 0<br />

è la conducibilità termica calcolata<br />

al valore di riferimento. La soluzione della (5) deve<br />

essere poi antitrasformata per ottenere la soluzione<br />

del problema originario descritto dall’eq. (2).<br />

Questa operazione consente di linearizzare il problema<br />

e rende possibile la suddivisione della sorgente<br />

termica Q(x,y,z,T) in unità elementari per le<br />

quali sia possibile considerare una densità di potenza<br />

dissipata costante e indipendente dalla temperatura.<br />

Il principio di sovrapposizione degli ef-<br />

NOTE<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

89


Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

NOTE<br />

fetti, che è applicabile al caso linearizzato dell’eq.<br />

(5), permette infine di calcolare il campo termico<br />

complessivo sommando i contributi elementari.<br />

Una classificazione dei modelli analitici può<br />

essere fatta in base al livello di accoppiamento<br />

tra i fenomeni elettrici e quelli termici. Spesso non<br />

è lecito assumere una uniforme distribuzione<br />

spaziale di potenza dissipata, specie per dispositivi<br />

di potenza, di grosse dimensioni, quali appunto<br />

quelli a geometria interdigitata. Un modello fisico<br />

autoconsistente basato sulla simultanea risoluzione<br />

delle equazioni di generazione e flusso<br />

di calore, di continuità della corrente [8], o un<br />

modello 3-D idrodinamico [9], hanno pesi<br />

computazionali tali da non essere applicabili a<br />

strutture multigate, multistrato e con numerosi<br />

dispositivi, specie se si considera un sistema di<br />

calcolo basato su un PC. Un esempio di blando<br />

accoppiamento tra i fenomeni termici ed elettrici<br />

è stato presentato in [10], ma in tale lavoro l’equazione<br />

della corrente era empirica, cosa non opportuna<br />

per procedere dopo la fase di analisi, alla<br />

sintesi del layout dei dispositivi. Tuttavia la strada<br />

del blando accoppiamento elettrotermico appare<br />

la più favorevole per aggiungere accuratezza<br />

e consistenza fisica al modello analitico.<br />

I simulatori commerciali attualmente disponibili,<br />

infine, sono spesso general purpose e, pur<br />

essendo in grado di sviluppare calcoli tenendo in<br />

conto anche fenomeni convettivi e di irradiazione,<br />

sono per lo più orientati verso l’analisi e<br />

l’ottimizzazione del package e non del layout del<br />

singolo dispositivo, specie se le caratteristiche di<br />

questo sono di fondamentale importanza per la<br />

comprensione dei fenomeni in analisi, come nel<br />

caso del MES<strong>FET</strong> o dell’HEMT.<br />

In definitiva, si è scelto in questo lavoro di<br />

sviluppare un modello elettrotermico a blando<br />

accoppiamento che sia basato sulla fisica dei fenomeni,<br />

di cui si considera l’espressione in condizioni<br />

di regime, che porti in conto la non linearità<br />

dell’eq. (2) tramite la trasformata di Kirchhoff,<br />

che consideri il contributo di tutti gli strati presenti<br />

nella struttura, come nell’esempio di fig. 1,<br />

alla quale nel seguito si farà riferimento,<br />

all’innalzamento della temperatura di canale e alla<br />

resistenza termica e che sia accurato e facilmente<br />

implementabile usando un comune PC. Lo scopo<br />

ulteriore, dopo aver verificato l’accuratezza del<br />

modello presentato tramite il confronto sia con<br />

un metodo numerico, sia con dati sperimentali, è<br />

quello di disporre di uno strumento di sintesi per<br />

l’ottimizzazione di alcune grandezze geometriche<br />

del layout al fine di minimizzare la temperatura<br />

di picco del canale, T p<br />

. L’analisi viene svolta con<br />

riferimento a dispositivi in <strong>GaAs</strong> in quanto la<br />

conducibilità termica del materiale non è soddisfacente;<br />

va tuttavia sottolineato che la procedura<br />

è del tutto generale e può essere applicata tanto a<br />

dispositivi in silicio (MOS<strong>FET</strong> a substrato in Si o<br />

in SiO 2<br />

, i cosiddetti Silicon-On-Insulator SOI<br />

MOS<strong>FET</strong>) quanto a dispositivi a eterostruttura<br />

(HEMT, LASER).<br />

III. Il modello termico proposto.<br />

Il modello proposto è in grado di calcolare<br />

il campo termico e la reale ripartizione delle correnti<br />

tra i vari canali della struttura interdigitata e<br />

di valutare l’accoppiamento termico tra due<br />

dispositivi contigui, stimato in termini di variazione<br />

di corrente nell’uno dovuta al riscaldamento<br />

indotto dalla potenza dissipata dell’altro.<br />

Per realizzare un modello consistente, e per<br />

migliorare l’accuratezza dei risultati, anche il contributo<br />

alla totale resistenza termica degli strati<br />

inferiori al substrato di <strong>GaAs</strong> è stato incluso. In<br />

particolare è stato considerato uno strato di resina<br />

epossidica passivante, a bassa conducibilità termica,<br />

a copertura del dispositivo nella parte superiore<br />

per verificare l’ipotesi spesso fatta in letteratura<br />

di flusso termico trascurabile attraverso<br />

la superficie superione del chip. Anche il meccanismo<br />

di scambio termico della superficie superiore<br />

del chip con l’ambiente tramite convezione<br />

naturale è stato considerato nell’esempio proposto<br />

nel paragrafo IV.<br />

Come già detto, l’interesse di questo lavoro<br />

si indirizza verso la soluzione dell’equazione<br />

del calore in regime stazionario. La trasformata<br />

di Kirchhoff viene applicata per passare dal pro-<br />

90<br />

La Comunicazione - numero unico 2000


<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong> <strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE OTTIMIZZATO<br />

DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF GAAS <strong>FET</strong>S FOR THE THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

GATE<br />

COAT<strong>IN</strong>G<br />

ACTIVE<br />

LAYER<br />

<strong>DI</strong>E<br />

ATTACHMENT<br />

<strong>UN</strong>DOPED<br />

SUBSTRATE<br />

MO<strong>UN</strong>T<strong>IN</strong>G<br />

HEAT S<strong>IN</strong>K<br />

NOTE<br />

Fig. 1. Sezione trasversale di un tipico chip in <strong>GaAs</strong>: strato attivo di n-<strong>GaAs</strong> (a), substrato intrinseco (b), saldatura (c), supporto<br />

meccanico (d), heat sink (e), copertura passivante (f).<br />

blema non lineare descritto dall’eq. (2) a quello<br />

lineare descritto dall’eq. (5); è possibile in tal modo<br />

suddividere la sorgente termica, che identifichiamo<br />

con il canale attivo del <strong>FET</strong> dato che la ragione<br />

fisica dell’autoriscaldamento è l’effetto Joule<br />

conseguente al passaggio dei portatori nel canale,<br />

in sorgenti elementari isoterme, la cui temperatura<br />

sia, cioè, uniforme e la cui densità di potenza<br />

sia costante. Per semplicità di modello, assumiamo<br />

che la sorgente termica sia bidimensionale<br />

e che sia geometricamente locata in corrispondenza<br />

dell’interfaccia metallurgica gatesubstrato.<br />

La somma dei campi termici elementari<br />

fornisce la soluzione dell’eq. (5) che deve essere<br />

infine antitrasformata per ottenere la soluzione<br />

dell’eq. (2). Il feedback elettrotermico è implementato<br />

valutando la corrente di opportuni<br />

dispositivi elementari, corrispondenti alle sorgenti<br />

termiche elementari, come viene spiegato nelle<br />

successive sezioni di questo paragrafo.<br />

III-a. La struttura multistrato in esame<br />

La struttura in esame, con riferimento alla<br />

fig. 1 è composta da uno strato attivo n-<strong>GaAs</strong> (a),<br />

un substrato di <strong>GaAs</strong> intrinseco (b), una saldatura<br />

metallica (c), un supporto meccanico (d), un<br />

heat sink (e) metallico isotermo con l’ambiente<br />

esterno e da uno strato di copertura passivante (f)<br />

posto al di sopra della superficie di <strong>GaAs</strong>. Si assume<br />

che la conducibilità termica dell’arseniuro<br />

di gallio sia dipendente dalla temperatura, mentre<br />

tutte le altre conducibilità si assumono costanti.<br />

Sono inoltre considerate trascurabili le resistenze<br />

termiche di contatto tra strati di diverso materiale.<br />

Nell’ipotesi di conducibilità costante di uno<br />

strato, la relativa resistenza termica può essre calcolata<br />

come semplice funzione dei parametri geometrici<br />

[10,11] assumendo come ulteriore ipotesi<br />

che l’angolo di diffusione del flusso termico<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

91


Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

NOTE<br />

sia 45° [11]. L’innalzamento di temperatura dovuto<br />

alla presenza degli strati (c) e (d) non è trascurabile<br />

ma, nelle suddette ipotesi, può essere<br />

quantificato tramite un modello di resistenza termica<br />

unidimensionale. Al fine di indagare sull’efficacia<br />

dello smaltimento di calore attraverso la<br />

superficie superiore del chip, sempre con riferimento<br />

alla figura (1), si considerano due percorsi<br />

per il flusso termico, uno inferiore, quello fondamentale,<br />

a partire dalla sorgente, locata<br />

all’interfaccia metallurgica gate-n<strong>GaAs</strong>, attraverso<br />

gli strati (a), (b), (c) e (d) fino all’heat sink (e), ed<br />

uno superiore, dalla sorgente attraverso lo stato<br />

(f) fino alla superficie superiore del chip con il<br />

successivo scambio termico per convezione naturale<br />

con l’ambiente circostante. La situazione è<br />

schematizzata nella fig. 2, in cui i percorsi termici<br />

superiore ed inferiore a diversa resistenza sono<br />

rappresentati in parallelo. La resistenza termica<br />

dello strato (f) è valutabile sotto le stesse ipotesi<br />

fatte per gli strati (d) ed (e). L’effetto dei contatti<br />

di gate e dei contatti ohmici di source e drain è<br />

valutabile considerando un unico strato metallico<br />

avente conducibilità termica e spessore medio<br />

tra quello del gate e dei contatti.<br />

III-b. Il modello elettrotermico<br />

Al fine di risolvere l’eq. (5) per un MES<strong>FET</strong><br />

multifinger, la sorgente termica è stata divisa in<br />

sorgenti puntiformi elementari e, al fine di implementare<br />

il feedback elettrotermico, lo stesso dispositivo<br />

è stato considerato suddiviso in<br />

dispositivi elementari, aventi ciascuno una lunghezza<br />

di gate pari ad L, ossia la medesima del<br />

dispositivo originario, ed una larghezza del gate<br />

pari anch’essa ad L. Le sorgenti termiche<br />

puntiformi si considerano inoltre locate al centro<br />

dei dispositivi elettrici elementari. Il primo passo<br />

consiste nel risolvere il problema elettrotermico<br />

relativo alla singola sorgente elementare ed al relativo<br />

dispositivo elementare per poi ottenere il<br />

valore del campo termico complessivo tramite<br />

somma dei contributi elementari.<br />

La soluzione dell’eq. (5) per una sorgente<br />

puntiforme può essere espressa come [12]:<br />

∆θ(x,<br />

y,z) =<br />

=<br />

2πk<br />

0<br />

2<br />

2<br />

( ) ( ) ( ) 2<br />

x<br />

x<br />

Q(x<br />

0i<br />

0i<br />

+<br />

, y<br />

y<br />

0i<br />

,z<br />

y<br />

0i<br />

0i<br />

)<br />

+<br />

z<br />

z<br />

0i<br />

(6)<br />

SORGENTE<br />

TERMICA<br />

CO<strong>PER</strong>TURA<br />

PASSIVANTE<br />

CONVEZIONE<br />

NATURALE<br />

SUBSTRATO DEL<br />

SEMICONDUTTORE<br />

SALDATURA<br />

SUPPORTO<br />

MECCANICO<br />

TEM<strong>PER</strong>ATURA <strong>DI</strong><br />

RIFERIMENTO<br />

Fig. 2. Percorso superiore ed inferiore per lo smaltimento del calore.<br />

92<br />

La Comunicazione - numero unico 2000


<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong> <strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE OTTIMIZZATO<br />

DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF GAAS <strong>FET</strong>S FOR THE THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

in cui x 0i<br />

,y 0i<br />

,z 0i<br />

sono le coordinate dell’i-esima<br />

sorgente termica puntiforme, x,y,z sono le<br />

coordinate della generica posizione nella quale<br />

l’aumento di temperatura Dq(x,y,z) è valutato e<br />

Q(x 0i<br />

,y 0i<br />

,z 0i<br />

) è la densità di potenza dissipata relativa<br />

alla i-esima sorgente termica.<br />

L’eq. (6) indica che il campo termico generato<br />

da una singola sorgente elementare dipende<br />

da un fattore moltiplicativo Q e dalla geometria<br />

della struttura considerata; è dunque possibile<br />

valutare ogni campo termico elementare tramite<br />

traslazione di un generico campo elementare e<br />

moltiplicazione per il fattore Q corrispondente alla<br />

sorgente generatrice del campo. Il feedback<br />

elettrotermico è implementato considerando la<br />

potenza dissipata per effetto joule P(q i<br />

(x 0i<br />

,y 0i<br />

,z 0i<br />

))<br />

da ciascun dispositivo elementare, ossia:<br />

P(x 0i<br />

,y 0i<br />

,z 0i<br />

) = P(q i<br />

) = V DS ´ I DS<br />

(q i<br />

)<br />

in cui V DS<br />

è la tensione drain-source ed I DS<br />

è<br />

la corrente dell’i-esimo dispositivo elementare che<br />

opera alla temperatura q i<br />

.<br />

La dipendenza della corrente dalla temperatura<br />

è stata oggetto di approfonditi studi in passato<br />

[12]. In questo lavoro i parametri che sono<br />

stati presi in considerazione per la loro dipendenza<br />

termica sono la mobilità elettronica, la velocità<br />

di saturazione, la permittività, il gap di banda proibita,<br />

la tensione di soglia a la tensione di built-in.<br />

Partendo da una densità di potenza costante<br />

ed uniformemente distribuita e considerando il<br />

canale isotermo a temperatura ambiente, come<br />

primo passo è necessario valutare con il metodo<br />

precedentemente descritto la temperatura di ciascun<br />

dispositivo elementare, e pertanto di ciascuna<br />

sorgente elementare. Successivamente si aggiornano<br />

i valori di temperatura e si calcolano gli<br />

effettivi valori di potenza dissipata iterando la soluzione<br />

fino a raggiungere la convergenza.<br />

Nel caso si voglia analizzare il comportamento<br />

termico non solo di un dispositivo isolato,<br />

ma di una coppia (o anche un insieme) di<br />

dispositivi contigui, con mutuo accoppiamento<br />

termico, è necessario valutare, con il medesimo<br />

criterio precedentemente esposto, il campo termico<br />

complessivo generato dalle sorgenti elementari<br />

appartenenti ai dispositivi in esame. Questa<br />

tuttavia non è una limitazione in quanto è sufficiente<br />

descrivere opportunamente le locazioni geometriche<br />

delle sorgente e considerare nella (6)<br />

gli opportuni fattori moltiplicativi Q da mettere in<br />

relazione con la potenza dissipata da ciascun dispositivo.<br />

A questo punto si applica la procedura<br />

iterativa descritta nella sezione III-b. In tal modo<br />

un numero arbitrario di <strong>FET</strong>, ma anche di resistori<br />

integrati, può essere incluso nell’analisi. Notiamo<br />

tuttavia dalla (6) che l’aumento di temperatura<br />

è una funzione della distanza, pertanto è possibile<br />

ridurre drasticamente il peso computazionale<br />

considerando interagenti solo i dispositivi posti a<br />

breve distanza. La quantificazione della distanza<br />

per cui possiamo considerare significativo l’accoppiamento<br />

termico è oggetto del successivo<br />

paragrafo.<br />

IV. Risultati numerici e sperimentali<br />

Al fine di valutare l’accuratezza del modello<br />

proposto, i risultati estratti dal simulatore termico<br />

che ne costituisce l’implementazione sono<br />

stati confrontati con quelli di un simulatore 3-D<br />

numerico basato sul metodo delle differenze finite<br />

[2]. I dati della struttura da analizzare sono presentati<br />

nella tabella I. La convezione naturale tra<br />

la superficie del chip e l’aria è descritta dalla seguente<br />

formula:<br />

R<br />

air<br />

=<br />

h<br />

nat<br />

1<br />

A<br />

top<br />

NOTE<br />

III-c. L’accoppiamento termico tra<br />

dispositivi contigui<br />

Per condizione di accoppiamento termico<br />

tra due dispositivi definiamo la variazione di corrente<br />

in uno di questi dovuto ad un aumento di<br />

temperatura indotto della potenza dissipata dall’altro<br />

dispositivo.<br />

nella quale R air<br />

è la resistenza termica dell’aria,<br />

h nat<br />

è il coefficiente di convezione naturale<br />

e A top<br />

è l’estensione della superficie del chip. Inoltre<br />

viene assunta la seguente dipendenza della<br />

conducibilità del substrato di <strong>GaAs</strong> dalla temperatura<br />

[13]:<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

93


Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

NOTE<br />

k<br />

TH<br />

54400<br />

=<br />

1.2<br />

T<br />

[W/m/K]<br />

La fig. 3 mostra il confronto tra i risultati<br />

del modello proposto e quelli del modello FDM<br />

in termini di resistenza termica totale R TH<br />

della<br />

struttura multistrato al variare della potenza dissipata<br />

P. I risultati mostrano un buon accordo con<br />

un errore inferiore al 5%. Si può osservare una<br />

dipendenza lineare della R TH<br />

dalla P nel range<br />

considerato. Ulteriori simulazioni hanno<br />

evidenziato che all’aumentare della potenza dissipata<br />

la dipendenza diviene quadratica; va tuttavia<br />

sottolineato che ciò avviene per potenze alte<br />

per le quali il dispositivo non viene tipicamente<br />

utilizzato essendoci un limite massimo per la potenza<br />

dissipata in corrispondenza di una assegnata<br />

lunghezza totale di gate [11]. I risultati del modello<br />

differiscono per difetto dai risultati ottenuti<br />

con il metodo FDM perché nel nostro caso viene<br />

considerato anche il percorso di smaltimento di<br />

calore attraverso la superficie superiore.<br />

La fig. 4 mostra un analogo confronto in<br />

termini di temperatura di picco del canale T p<br />

. Anche<br />

in questo caso l’errore relativo è inferiore al<br />

5% con valori calcolati di temperatura inferiori al<br />

caso FDM per le ragioni precedentemente descritte.<br />

La dipendenza lineare di T p<br />

da P è da sottolineare<br />

anche in questo caso sebbene allargando il<br />

range di potenze considerato la dipendenza diviene<br />

quadratica. E’ da notare che è buona regola<br />

dimensionare il dispositivo affinchè la temperatura<br />

di picco non superi i 150 °C, essendo<br />

consigliabile che sia attorno o meglio inferiore ai<br />

100 °C. Per soddisfare tale specifica è necessario<br />

agire su quei parametri del layout che hanno una<br />

influenza sulle prestazioni termiche senza modificare<br />

le prestazioni elettriche, come verrà descritto<br />

nel paragrafo V.<br />

Per ottenere un ulteriore riscontro della validità<br />

dei risultati ottenuti, è stato effettuato un<br />

confronto con dati sperimentali al fine di paragonare<br />

i valori di corrente al variare della temperatura<br />

ambiente. La fig. 5 mostra le curve I DS<br />

-V GS<br />

per temperature ambiente di – 49 °C e 123 °C,<br />

mostrando un soddisfacente accordo per un va-<br />

50<br />

45<br />

40<br />

Rth [° C/W]<br />

R TH<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

FDM [2]<br />

Modello proposto<br />

10<br />

5<br />

0<br />

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5<br />

P [W]<br />

Fig. 3. Resistenza termica del chip al variare della potenza dissipata: confronto tra il simulatore FDM [2]<br />

ed i risultati del modello proposto.<br />

94<br />

La Comunicazione - numero unico 2000


<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong> <strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE OTTIMIZZATO<br />

DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF GAAS <strong>FET</strong>S FOR THE THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

180<br />

160<br />

140<br />

120<br />

FDM [2]<br />

Tp [° C]<br />

100<br />

80<br />

Modello proposto<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5<br />

P [W]<br />

Fig. 4. Temperatura di picco di canale variare della potenza dissipata: confronto tra il simulatore FDM [2]<br />

ed i risultati del modello proposto.<br />

NOTE<br />

300<br />

250<br />

T0=-49 ° C<br />

200<br />

T0=123 ° C<br />

IDS [mA]<br />

I DS<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

-2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5<br />

VGS [V]<br />

Fig. 5. Caratteristiche corrente di drain - tensione gate-source: confronto tra risultati sperimentali (T) e valori calcolati (o)<br />

per temperatura di riferimento T 0<br />

= - 49 °C, e T 0<br />

= 123 °C.<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

95


Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

NOTE<br />

sto range di temperature operative. Le misure delle<br />

caratteristiche I DS<br />

-V GS<br />

al variare della temperatura<br />

sono state effettuate dagli autori presso il Laboratorio<br />

di Microelettronica di Tecnopolis CSATA di<br />

Bari. Il dispositivo in esame è un MES<strong>FET</strong><br />

multifinger 2TX102MB prodotto dalla ALCATEL<br />

polarizzato per V DS<br />

= 2.92 V. L’errore relativo è al<br />

di sotto del 6%.<br />

Nella fig. 6 è mostrata la minima distanza<br />

tra due <strong>FET</strong> contigui in funzione della potenza<br />

dissipata da uno di essi. I due dispositivi sono identici<br />

ed hanno le carateristiche riportate nella tabella<br />

I e sono inoltre polarizzati con le stesse tensioni.<br />

I diagrammi sono stati ricavati per tre condizioni<br />

di accoppiamento che risultano in variazioni<br />

relative della corrente dell’uno indotte dal<br />

riscaldamento dovuto all’altro. Variazioni della<br />

corrente dell’1% o superiori richiedono condizioni<br />

di sovrapposizione (overlapping) dei layout fisicamente<br />

non realizzabili. In altre condizioni, per<br />

<strong>FET</strong> di potenza maggiore con layout diversi, in<br />

cui le sorgenti siano più ravvicinate e quindi maggiormente<br />

accoppiate, anche variazioni di corrente<br />

dell’1% o superiori sono riscontrabili. Nel caso in<br />

esame, la lunghezza del contatto di drain più esterno<br />

fa sì che i due gate più esterni dei <strong>FET</strong> siano<br />

abbastanza lontani. Si osserva anche in questo<br />

caso che, nel range di potenza considerato, la dipendenza<br />

della distanza tra i dispositivi dalla potenza<br />

dissipata è con buona approssimazione lineare.<br />

V. Progetto del layout per la<br />

minimizzazione degli effetti termici<br />

Da quanto detto fino ad ora, si comprende<br />

l’importanza di un accurato progetto termico del<br />

layout del <strong>FET</strong> al fine di contenere, per quanto<br />

possibile, l’aumento della temperatura di picco di<br />

canale, della temperatura media e della resistenza<br />

termica globale del chip, sia per motivi di<br />

affidabilità, sia per migliorare le prestazioni dal<br />

punto di vista elettrico dato che, come è noto, il<br />

500<br />

450<br />

400<br />

350<br />

0.01%<br />

300<br />

d [um]<br />

250<br />

200<br />

150<br />

0.05%<br />

100<br />

50<br />

0.1%<br />

0<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8<br />

P [W]<br />

Fig. 6. Distanza minima tra due dispositivi identici adiacenti per evitare l’accopiamento termico, al variare della potenza dissipata.<br />

Le condizioni di accoppiamento considerate sono: ∆I DS<br />

= 0.01%; ∆I DS<br />

= 0.05%; ∆I DS<br />

= 0.1%.<br />

96<br />

La Comunicazione - numero unico 2000


<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong> <strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE OTTIMIZZATO<br />

DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF GAAS <strong>FET</strong>S FOR THE THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

Numero di gate paralleli n 28<br />

Lunghezza di gate L 1 µm<br />

Larghezza singolo gate Z u<br />

75 µm<br />

Spaziatura tra i gate S 29 µm<br />

Densità di drogante 5⋅10 16 cm -3<br />

Spessore substrato 100 µm<br />

Spessore saldatura (AuGe) 25 µm<br />

Spessore supporto meccanico 500 µm<br />

Spessore metallizzazioni 3.5 µm<br />

Apertura del canale 0.3 µm<br />

Conducibilità termica saldatura<br />

89 W/m/K<br />

Conducibilità termica supporto<br />

182 W/m/K<br />

Conducibilità termica metallizaz.<br />

330 W/m/K<br />

NOTE<br />

Coeff. di convezione naturale h nat<br />

15.5 W/m 2 /K<br />

Temperatura ambiente 30 °C<br />

Tab. I. Caratteristiche geometriche e tecnologiche della struttura da analizzare.<br />

degradarsi della mobilità e della velocità di saturazione<br />

dei portatori con l’aumento di temperatura<br />

degrada le complessive prestazioni in frequenza<br />

del dispositivo.<br />

Distinguiamo innanzitutto tra i parametri del<br />

layout quelli che hanno una grossa influenza dal<br />

punto di vista termico e quelli che condizionano<br />

più pesantemente le caratteristiche elettriche. La<br />

spaziatura S tra i gate e lo spessore del substrato h<br />

sono due parametri fondamentali dal punto di vista<br />

termico, il cui impatto dal punto di vista elettrico<br />

è quasi trascurabile fatta eccezione per alcuni<br />

fenomeni capacitivi parassiti. All’aumentare<br />

dello spessore del substrato, la resistenza termica<br />

complessiva aumenta notevolmente in quanto<br />

aumenta il peso nel modello di fig. 2 della resistenza<br />

a minore conducibilità. L’assottigliamento<br />

dei substrati non può tuttavia superare certi limiti<br />

per motivi di resistenza agli stress meccanici durante<br />

le successive fasi di lavorazione del die, che<br />

deve essere saldato sul supporto meccanico e incapsulato<br />

nel package. Spessori di circa 50 mm<br />

per il substrato intrinseco sono da considerarsi il<br />

limite inferiore mentre valori di 100 mm sono accettabili.<br />

Una soluzione alternativa<br />

all’assottigliamento dell’intero die è<br />

l’assottigliamento localizzato per cui solo le zone<br />

interessate dal flusso di calore, ossia quelle al di<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

97


Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

NOTE<br />

sotto del <strong>FET</strong>, vengono selettivamente attaccate<br />

ed il <strong>GaAs</strong> viene sostituito con oro, metallo ad<br />

alta conducibilità termica. Tale tecnica, nota con<br />

il nome di bathtub prevede un aumento dei passi<br />

del processo di fabbricazione con un conseguente<br />

aggravio dei costi. Si può dunque considerare<br />

ottimizzato il substrato avente lo spessore minimo<br />

consentito dalla tecnologia disponibile.<br />

La spaziatura tra i gate, nel caso di struttura<br />

multifinger, che è il più interessante visto che i<br />

MES<strong>FET</strong> di potenza, quelli cioè per i quali i problemi<br />

termici sono più gravi, hanno questo tipo<br />

di layout, non è un parametro significativo nel<br />

progetto elettrico e può pertanto essere considerata<br />

una delle grandezze chiave del progetto termico.<br />

La lunghezza di gate L ha una importanza<br />

decisiva sia nel progetto elettrico, sia in quello<br />

termico anche se l’importanza di tale parametro<br />

per la determinazione del guadagno e della banda<br />

passante consiglia di scegliere la L in base solo<br />

a specifiche di tipo elettrico.<br />

Infine, il numero n, di gate in cui suddividiamo<br />

una data larghezza totale Z tot<br />

, è un altro<br />

parametro di importanza fondamentale nel caso<br />

termico, mentre bisogna ricordare solo che alle<br />

frequenze delle microonde non è opportuno progettare<br />

gate troppo larghi perché il segnale subisce<br />

una attenuazione ed una rotazione di fase indesiderate<br />

quando deve propagarsi da una parte<br />

all’altra della striscia metallica di gate. Ciò pone<br />

un limite superiore alla larghezza unitaria del gate<br />

Z u<br />

, per cui anche il numero n di striscie di gate è<br />

un parametro chiave del progetto termico.<br />

Per studiare l’importanza di tali parametri<br />

nelle prestazioni termiche del dispositivo, la resistenza<br />

termica R TH<br />

del <strong>FET</strong> e la sua temperatura di<br />

picco di canale T p<br />

del dispositivo, avente le caratteristiche<br />

indicate nella tabella I, sono state calcolate<br />

al variare di S, L ed n per potenza dissipata di<br />

P = 1 W e totale larghezza di gate Z tot<br />

= 1 mm.<br />

La fig. 7 mostra che la R TH<br />

è<br />

monotonicamente decrescente per valori crescenti<br />

di S e di L. Ciò suggerisce una regola di approccio<br />

al dimensionamento per la quale è opportuno<br />

scegliere la massima spaziatura tra gate possibile<br />

compatibilmente con i requisiti di integrazione e<br />

la massima lunghezza di gate possibile compatibilmente<br />

con le specifiche elettriche. I grafici sono<br />

stati derivati per n = 14.<br />

Nella fig. 8 viene mostrato l’andamento di<br />

R TH<br />

al variare di n ed S, con L = 1 mm. Si può<br />

osservare che, mentre l’andamento rispetto a S è<br />

in accordo con il grafico precedente e con il modello<br />

fisico, in quanto una spaziatura maggiore<br />

implica un minore accoppiamento mutuo delle<br />

sorgenti elementari con conseguente riduzione<br />

della temperatura media del dispositivo e, pertanto,<br />

della resistenza termica, l’andamento della R TH<br />

al variare del numero dei gate presenta un picco.<br />

Per esempio per S =20 mm, si ha il massimo della<br />

resistenza termica, pari a 64.58 °C/W per n = 7,<br />

mentre per S =50 mm il massimo di 47.37 °C/W<br />

si ha per n = 4. L’influenza della n sulla R TH<br />

si<br />

giustifica considerando che la temperatura complessiva<br />

è somma dei vari contributi elementari<br />

con legge inversamente proporzionale alla distanza<br />

radiale. Se i gate sono molto corti le sorgenti<br />

sono meno accoppiate perche sono situate a maggiore<br />

distanza. In altre parole, considerato che il<br />

peso del contributo all’aumento della temperatura<br />

indotto da una sorgente elementare in un dato<br />

punto è inversamente proporzionale alla distanza<br />

tra il punto e la sorgente, allora un numero maggiore<br />

di gate più corti provoca un allontanemento<br />

delle sorgenti elementari con conseguente diminuzione<br />

del numero di sorgenti che hanno influenza<br />

non trascurabile sul punto stesso. In tal modo<br />

la temperatura media si riduce e con essa la resistenza<br />

termica. Valori bassi di n con Z tot<br />

fissata<br />

implicano gate molto lunghi; in tale situazione vi<br />

è un effetto di allontanamento mutuo delle sorgenti<br />

relative agli estremi dei gate, meno efficace<br />

di quello precedentemente descritto, ma in grado<br />

tuttavia di far decrescere la temperatura media. In<br />

questo modo si giustifica il picco della resistenza<br />

termica. La fig. 8 suggerisce pertanto di scegliere<br />

valori di n alti, ossia che sono preferibili numerosi<br />

gate corti a pochi gate lunghi, in quanto valori<br />

bassi di n portano i problemi di attenuazione e<br />

rotazione di fase del segnale alle frequenze delle<br />

microonde ai quali si è accennato.<br />

98<br />

La Comunicazione - numero unico 2000


<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong> <strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE OTTIMIZZATO<br />

DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF GAAS <strong>FET</strong>S FOR THE THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

Fig. 7. Resistenza termica R TH<br />

del <strong>FET</strong> al variare della lunghezza di gate L e della spaziatura tra i gate S per n = 14 e P = 1 W.<br />

R TH<br />

R TH<br />

NOTE<br />

Fig. 8. Resistenza termica del <strong>FET</strong> R TH<br />

al variare del numero delle dita di gate n e della spaziatura tra i gate S<br />

per L = 1 mm e P = 1 W.<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

99


Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

NOTE<br />

Fig. 9. Temperatura di picco di canale T p<br />

al variare del numero delle dita di gate n e della spaziatura tra i gate S<br />

per L = 1 mm e P = 1 W.<br />

La fig. 9 mostra la temperatura di picco T p<br />

al variare n ed S per L = 1 mm e potenza dissipata<br />

di 1 W. Anche in questo caso è possibile osservare<br />

il picco per alcuni valori di n mentre la dipendenza<br />

da S è monotonicamente decrescente come<br />

nel caso precedente. La giustificazione di tale andamento<br />

è analoga a quella precedente in quanto<br />

anche la temperatura di picco, localizzata nel punto<br />

centrale della superficie del dispositivo, risente<br />

degli stessi effetti che producono il picco di R TH<br />

.<br />

Anche in questo caso per S = 20 mm e per n = 7 si<br />

ha il massimo della temperatura di picco, pari a<br />

119.1 °C. I valori di n ed S per cui T p<br />

raggiunge i<br />

valori di picco sono gli stessi che corrispondono<br />

ai picchi della R TH<br />

.<br />

Come esempio di impiego del modello per<br />

dimensionare i parametri del layout maggiormente<br />

significativi dal punto di vista termico, supponiamo<br />

di imporre la specifica termica per cui la temperatura<br />

di picco per L = 1 mm e P = 1 W debba<br />

essere inferiore a 100 °C e cerchiamo i valori di S<br />

ed n che la soddisfano. Si è scelto di fare variare<br />

S per step discreti di 1 mm. Per S < 24 mm risulta<br />

T p<br />

> 100 °C per ogni n; per S = 24 mm ed n =14<br />

risulta T p<br />

= 99.4 °C; per S > 35 mm si ha che T p<br />

<<br />

100 °C per ogni scelta di n.<br />

100<br />

La Comunicazione - numero unico 2000


<strong>UN</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>MODELLO</strong> <strong>ELETTROTERMICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>FET</strong> <strong>IN</strong> <strong>GaAs</strong> <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> PROGETTO TERMICAMENTE OTTIMIZZATO<br />

DEI PARAMETRI DEL LAYOUT<br />

(A NEW ELECTROTHERMAL MODEL OF GAAS <strong>FET</strong>S FOR THE THERMALLY OPTIMIZED LAYOUT DESIGN)<br />

VI. Conclusioni<br />

Il nuovo modello fisico elettrotermico per<br />

il calcolo del campo termico nei dispositivi elettronici,<br />

ed in particolare in MES<strong>FET</strong> in <strong>GaAs</strong>, per<br />

alte potenze dissipate, mostra un soddisfacente<br />

accordo sia con i risultati sperimentali sia con i<br />

risultati di un simulatore basato sulle differenze<br />

finite, con errori inferiori al 6% in un vasto range<br />

di potenze dissipate.<br />

Il feedback elettrotermico implementato, il<br />

percorso superiore per lo smaltimento del calore,<br />

la conducibilità termica non lineare del <strong>GaAs</strong>, fattori<br />

spesso trascurati da altri autori per ridurre gli<br />

oneri computazionali, danno consistenza fisica al<br />

modello.<br />

Il tempo di computazione è risultato soddisfacente<br />

senza perdere in accuratezza; l’esempio<br />

proposto ha richiesto pochi secondi di calcolo su<br />

un PC IBM compatibile con frequenza di clock di<br />

333 MHz.<br />

La facile implementabilità, l’accuratezza e<br />

i ridotti tempi di calcolo ne fanno uno strumento<br />

utilizzabile oltre che per l’analisi, anche per la sintesi<br />

del layout per la minimizzazione degli effetti<br />

termici.<br />

Si è inoltre indagato sull’influenza di alcune<br />

grandezze geometriche del layout, come il numero<br />

di dita di gate e la loro spaziatura in una<br />

configurazione interdigitata e della lunghezza del<br />

gate, traendo delle norme di progetto pratiche per<br />

il soddifacimento delle specifiche termiche.<br />

Si è infatti constatato che, per valori fissati<br />

di potenza dissipata e totale larghezza del gate,<br />

la dipendenza della resistenza termica e della temperatura<br />

di picco è monotonicamente decrescente<br />

all’aumentare di S ed L mentre presenta dei<br />

massimi per determinati valori di n.<br />

Ciò ha portato a concludere che è preferibile<br />

avere numerosi gate corti che siano ben distanziati<br />

e con la più alta L possibile nel rispetto delle<br />

specifiche elettriche e dei requisiti di integrazione.<br />

E’ stato inoltre sviluppato un esempio di<br />

dimensionamento del layout per contenere la T p<br />

al di sotto dei 100 °C.<br />

NOTE<br />

La Comunicazione - numero unico 2000<br />

101


Agostino Giorgio, Anna Gina Perri<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

NOTE<br />

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102<br />

La Comunicazione - numero unico 2000

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