Vincenzo Guagliardo DEI DOLORI E DELLE PENE ... - Ristretti.it
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57. Così, mentre di fronte al reato grave (con v<strong>it</strong>time) si ha un movimento che prova a ignorare<br />
la sanzione sfuggendole, dinanzi al reato minore si crea addir<strong>it</strong>tura un movimento che si oppone<br />
alla sanzione esplic<strong>it</strong>amente, come una naturalezza sociale che vuol diventare veicolo di una<br />
riforma del dir<strong>it</strong>to. Quel che cambia nei due casi è la percezione morale. In questo secondo caso<br />
si r<strong>it</strong>iene il fatto giusto «in sé». Perciò, mentre il reato grave si compie sempre, nonostante la<br />
punizione, in alcuni casi, il secondo tipo di reato si può sì non compiere solo per non essere<br />
pun<strong>it</strong>i, ma creerà anche inev<strong>it</strong>abilmente un apprendimento a sfidare la legge e volto a chiedere la<br />
fine della proibizione per tutti i casi.<br />
Ma il comp<strong>it</strong>o del sistema penale è invece di non cogliere questa differenza, di combattere la<br />
distinzione morale/penale attraverso la categoria riduttiva, e perciò invadente e onnicomprensiva,<br />
di «reato» per un numero sempre maggiore di eventi umani. Il metodo più efficace per un<br />
tale comp<strong>it</strong>o è quello di sparare ogni volta nel mucchio, come se la sua implic<strong>it</strong>a morale fosse: è<br />
immorale tutto ciò che riesco a colpire anche in un solo caso.<br />
Tutta questa incongruenza verso la realtà è utile alla logica del fare spettacolo.<br />
58. Ogni tipo di spettacolo non riguarda solo gli attori, ma anche gli spettatori. Attori sono gli<br />
individui penalizzati. Da essi si pretende che sappiano immedesimarsi nella parte assegnata dal<br />
regista, facendo i criminali, gli asociali da tenere in galera quando li si prende, gli utili idioti<br />
sempre. Gli attori devono rinunciare alla loro soggettiv<strong>it</strong>à. Tutti gli altri, la maggioranza della<br />
popolazione, sono gli spettatori. Dai quali si vuole invece l'adesione soggettiva: gli spettatori<br />
sono i soggetti che devono accettare di essere controllati grazie all'esistenza dei delinquenti<br />
maneggevoli.<br />
Il ruolo dei criminali e dei reclusi è abbastanza simile a quello degli schiavi trasformati in<br />
gladiatori per educare alla disciplina del gregge il popolo spettatore. Non c'è molto da spiegare<br />
sotto questo profilo, ma semmai bisogna riconoscere che il meccanismo funziona in modi<br />
sempre più sofisticati.<br />
Da sempre, dire che non c'è alternativa alla punizione per lim<strong>it</strong>are il del<strong>it</strong>to, oltre a non far<br />
lim<strong>it</strong>are il del<strong>it</strong>to è soprattutto un'affermazione dietro alla quale si finisce per accettare tutto un<br />
modo di vivere di cui pur ci si lamenta, senza più coglierne le possibili connessioni. Ignatieff ne<br />
Le origini del pen<strong>it</strong>enziario (1978) notava che un individuo del Settecento troverebbe pazzesca<br />
l'invadenza che lo Stato odierno ha nella v<strong>it</strong>a privata dei c<strong>it</strong>tadini. Ma doveva altresì notare la<br />
passiv<strong>it</strong>à che in tale evoluzione mostravano persino i movimenti di liberazione di alcune<br />
minoranze già oppresse dai costumi dell'intolleranza:<br />
«Non è (...) chiaro se il grado in cui l'opinione pubblica può tollerare le “devianze” sia aumentato<br />
grazie alle riforme dell'ultimo decennio. La retorica della società “permissiva” ci può indurre<br />
a pensarlo, al pari delle recenti v<strong>it</strong>torie duramente conquistate da omosessuali e femministe<br />
contro la discriminazione sessuale e economica. L'accettazione da parte dell'opinione pubblica di<br />
una relativa liberalizzazione del comportamento sessuale e delle assunzioni nel campo del<br />
lavoro può trarre in inganno, soprattutto per la tanto discussa abil<strong>it</strong>à dei manipolatori dei mezzi<br />
di comunicazione di massa a fagoc<strong>it</strong>are forme di “devianza” senza ampliare sostanzialmente i<br />
lim<strong>it</strong>i del tollerabile e secondariamente perché l'apparente aumento di tolleranza in un campo<br />
può spesso provocare una riduzione in altri campi. Il dibatt<strong>it</strong>o in corso sulla violenza sessuale,<br />
ad esempio, può far pensare che l'aumento di del<strong>it</strong>ti sessuali contro le donne finirà per provocare<br />
un atteggiamento sempre più pun<strong>it</strong>ivo e intollerante nei confronti dei violentatori. Nelle<br />
società liberali questo è un paradosso della tolleranza. Una mental<strong>it</strong>à sempre più aperta da parte<br />
della pubblica opinione verso la scelta di uno stile di v<strong>it</strong>a sessuale e personale non può essere<br />
considerato un segno di trattamento più tollerante per chi viola la legge».