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Armi Magazine (01/2011) - Bignami

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080<br />

Un doppio<br />

anniversario<br />

Una vista che evidenzia grilletto, pulsante<br />

di sgancio del caricatore e leva dell’hold<br />

open. Il meccanismo di scatto presenta la<br />

possibilità di registrazione del collasaso<br />

<strong>Bignami</strong> ha festeggiato i suoi 70 anni di attività presentando la STI<br />

Seventy, una pistola modello 1911 celebrativa, realizzata in edizione<br />

limitata su sua specifica richiesta dal marchio americano, che<br />

celebra a sua volta i 20 anni di attività<br />

testo e fotografie di Matteo Brogi<br />

Chi cercasse di capire dalla letteratura<br />

disponibile, sulle riviste di settore,<br />

su internet, sui libri dedicati al<br />

modello 1911 che arma sia la STI Seventy<br />

che abbiamo provato, resterebbe spiazzato.<br />

Di lei è impossibile trovare informazioni.<br />

Neppure sul sito e sul catalogo della Casa<br />

produttrice è menzionata. Decisamente<br />

curioso in un’epoca in cui l’informazione<br />

è sovrabbondante e, semmai, è difficile<br />

riuscire a selezionare il flusso informativo.<br />

Ma l’arcano, tanto misterioso non è... la<br />

Seventy è semplicemente una versione<br />

speciale di un’arma di grande successo, che<br />

si pone a cavallo tra le STI Lawman e Sentinel<br />

(con la quale condivide la catalogazione),<br />

costruita dal produttore americano<br />

in soli 70 esemplari su espressa richiesta<br />

del suo importatore italiano, <strong>Bignami</strong>, in<br />

occasione dei suoi settanta anni di attività.<br />

<strong>Bignami</strong>, che di marketing se ne intende,<br />

ha deciso di celebrarsi proponendo al<br />

suo pubblico un’arma da collezionismo,<br />

forse per qualcuno solo l’ennesimo clone<br />

dell’arma di John M. Browning, in un periodo<br />

in cui sarà inevitabile parlare molto<br />

di 1911 visto che quest’anno se ne festeggia<br />

il primo secolo di storia.<br />

Una storia avvincente<br />

Per quanto giovane, la storia di STI è<br />

densa di avvenimenti. Nel 1989, Virgil<br />

S T I I n t e r n a t i o n a l S e v e n t y<br />

Tripp inizia a customizzare alcune modello<br />

1911 per l’uso specifico nelle gare<br />

di tiro dinamico e, di lì a poco, inizia una<br />

piccola attività di produzione di pezzi di<br />

ricambio per la stessa arma. Un’attività<br />

che negli Stati Uniti è molto più diffusa<br />

di quanto si pensi. Undici anni più tardi<br />

Tripp, che è un armaiolo “praticone”,<br />

incontra Sandy Strayer, un ingegnere<br />

appassionato di CAD (computer aided<br />

design). I due costituiscono una miscela<br />

esplosiva e, dalle loro menti vulcaniche,<br />

esce un disegno eccezionale, una 1911 con<br />

caricatore bifilare che riesce ad andare<br />

oltre quello che era sentito come il limite<br />

maggiore dell’arma di Browning: l’esigua<br />

autonomia. A dir la verità, Para Ordnance<br />

era già uscita da qualche tempo con una<br />

1911 ad alta capacità, ma quello che rendeva<br />

unico il progetto di Tripp-Strayer<br />

era (ed è) la struttura modulare del fusto,<br />

costruito da una base in fibra plastica<br />

rinforzata (impugnatura con pozzo del<br />

caricatore integrato e guardia del grilletto)<br />

accoppiata a una parte alta, dove sono<br />

ricavate le guide di scorrimento, in un<br />

ortodosso acciaio al carbonio. Il risultato<br />

lasciò non pochi puristi perplessi ma, una<br />

volta che questi scoprirono che il fusto in<br />

questione pesava il 35% in meno di quello<br />

tradizionale d’acciaio e che era in grado<br />

di resistere alle sollecitazioni del .45 ACP<br />

(addirittura attutendone il rinculo), la<br />

“Nel 1989, Virgil Tripp inizia a customizzare alcune modello<br />

1911 per l’uso specifico nelle gare di tiro dinamico e, di lì a poco,<br />

inizia una piccola attività di produzione di pezzi di ricambio per<br />

la stessa arma. Un’attività che negli Stati Uniti è molto diffusa”<br />

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081<br />

A r m i c o r t e<br />

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082<br />

La Seventy è fornita<br />

delle tradizionali sicurezze<br />

presenti nel<br />

disegno di J. M. Browning:<br />

la sicura manuale<br />

al carrello, che<br />

consente di mettere in<br />

sicurezza l’arma con<br />

cane armato, e la sicura<br />

manuale dorsale<br />

Grazie ad un attento<br />

lavoro di progettazione<br />

che ha coinvolto<br />

l’elevatore, la molla e<br />

il pad, i caricatori delle<br />

moderne 1911 arrivano<br />

a ospitare 8 colpi invece<br />

dei 7 tradizionali<br />

La STI Seventy presenta su entrambi i lati del fusto<br />

la scritta “70” in numeri romani (LXX) che va<br />

a sovrapporsi ai classici pannelli per la presa del<br />

carrello. Sul lato sinistro del fusto è presente il<br />

nome del modello dell’arma che ricorda ancora<br />

il settantesimo anniversario di <strong>Bignami</strong><br />

strada del successo era spianata. Tripp<br />

e Strayer brevettarono il dispositivo (i disegni<br />

sono visibili su internet all’indirizzo<br />

www.freepatentsonline.com/D347256.<br />

html), crearono la STI (Strayer-Tripp Inc.)<br />

e iniziarono la produzione di quello che<br />

chiamarono modello 2<strong>01</strong>1. Ma come le<br />

storie d’amore a volte finiscono, anche il<br />

sodalizio tra i due era destinato a rompersi;<br />

nel giugno del 1994 Strayer lascia STI<br />

per fondare la Strayer Voigt Inc. (SVI) e<br />

La produzione fuori dagli Usa<br />

STI è un’azienda che produce<br />

con orgoglio i suoi prodotti<br />

in America e solo in tempi<br />

molto recenti ha infatti attivato<br />

la commercializzazione<br />

di due linee di pistole in aree<br />

geografiche differenti dal<br />

continente americano. È il<br />

caso della 1911 Spartan,<br />

realizzata nelle Filippine<br />

da Armscor, e della serie<br />

GP con fusto in polimero e<br />

doppia azione (GP5 e GP6)<br />

costruita da Grand Power in<br />

Slovacchia. Per queste armi,<br />

comunque, i fornitori esterni<br />

producono esclusivamente<br />

fusto, carrello, canna e alcuni<br />

altri particolari di secondaria<br />

importanza, essendo tutti gli<br />

elementi dello scatto e delle<br />

altre componenti fondamentali<br />

prodotti internamente<br />

allo stabilimento americano.<br />

Queste due linee passano comunque<br />

il controllo di qualità<br />

da parte di STI, che riserva<br />

loro la stessa attenzione e<br />

aspettative delle sue armi.<br />

Questa scelta, criticata da più<br />

parti, ha consentito a STI di<br />

affacciarsi a mercati diversi<br />

da quelli suoi tradizionali con<br />

armi comunque di pregio ma<br />

a costo contenuto; in America,<br />

la Spartan filippina di STI<br />

si paga intorno ai 600 dollari,<br />

un prezzo decisamente allettante.<br />

Ma la Seventy è tutt’altra<br />

cosa.<br />

S T I I n t e r n a t i o n a l S e v e n t y<br />

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083<br />

Vista lato utente nella quale è evidenziata la<br />

cresta del cane e la tacca, che non presenta<br />

nessun riferimento utile alla collimazione<br />

in condizioni di scarsa luminosità<br />

sfidare il suo ex socio con una nuova gamma<br />

di cloni-1911, le Infinity. Lo stesso<br />

anno Tripp fa entrare in azienda Dave e<br />

Shirley Skinner che poco dopo, nel 1997,<br />

rileveranno tutte le quote dell’azienda;<br />

Dave e Shirley la trasformeranno in<br />

quella che oggi conosciamo come STI<br />

International mentre Virgil Tripp tornerà<br />

alle origini, fondando la Tripp Research<br />

Inc. e avviando una piccola produzione<br />

di parti di ricambio per il modello 1911.<br />

Dopo otto anni, nel 2005, anche gli Skinner<br />

lasceranno l’azienda vendendola ai<br />

dipendenti. Ad oggi, STI International è<br />

l’unica azienda del comporto armiero a<br />

essere completamente posseduta dai suoi<br />

lavoratori (gli americani le definiscono<br />

aziende ESOP, Employee Stock Ownership<br />

Plans). La storia di eccezionalità del marchio<br />

americano non si ferma alle sue curiose<br />

vicende societarie e al possesso dei<br />

brevetti (alcuni peraltro scaduti) ma si<br />

estende alla gamma dei suoi prodotti, che<br />

nel tempo si è arricchita sia nel settore<br />

delle bifilari – con armi da collezionismo,<br />

da difesa e da tiro – sia in quello delle più<br />

classiche single stack, le tradizionali 1911<br />

con caricatore monofilare da 8 colpi che<br />

STI produce, in rispetto della tradizione<br />

più ortodossa, in tutto acciaio. E qui, finalmente,<br />

dopo un viaggio durato 30 anni,<br />

arriviamo alla nostra Seventy. Un’arma<br />

che ci ricorda, nella configurazioni,<br />

le Sentinel e Lawman già menzionate, e,<br />

nell’allestimento, la Anniversary Edition,<br />

la pistola a serie limitata lanciata dai<br />

nuovi proprietari di STI per celebrare i 20<br />

anni del marchio. Della Limited Edition,<br />

per inciso, ne sono stati realizzati solo<br />

200 esemplari numerati che hanno trovato<br />

un acquirente nelle prime 48 ore della<br />

sua commercializzazione, nonostante che<br />

non sia proprio una bellezza per i nostri<br />

standard culturali. La 20 th Anniversary<br />

Edition ha comunque lanciato alcune<br />

interpretazioni stilistiche che ritroviamo<br />

nella Seventy, per esempio il numero romano<br />

(che in America deve essere incomprensibile<br />

ai più) che va a sovrapporsi e<br />

in definitiva a comporre gli intagli di presa<br />

sulla parte posteriore del carrello. Per<br />

motivi stilistici, gli intagli anteriori sono<br />

giustamente assenti.<br />

Meccanica tradizionale<br />

La parte meccanica dell’arma la si può<br />

descrivere a memoria ripensando agli altri<br />

modelli di STI. Ci troviamo al cospetto di<br />

un’arma costruita su piattaforma 1911 che<br />

conserva il tradizionale funzionamento<br />

di chiusura geometrica a corto rinculo di<br />

canna tipo Browning su telaio lungo tipo<br />

Government; ovvero di lunghezza e spessore<br />

standard. Quello che la differenzia da<br />

altre armi di produzione di massa sono gli<br />

standard produttivi, che in STI sono elevatissimi<br />

e prevedono molte azioni con<br />

macchine a controllo numerico dal<br />

pieno su blocchi di forgiato e successivi<br />

aggiustaggi manuali di precisione<br />

eseguiti dalle maestranze aziendali.<br />

Sul lato sinistro del fusto,<br />

brunito lucido, è visibile la<br />

scritta Seventy, che richiama<br />

in lingua inglese i 70<br />

anni dalla fondazione della<br />

<strong>Bignami</strong>. Le guancette sono<br />

in un bel legno di palissandro<br />

che, almeno nell’esemplare<br />

che abbiamo provato,<br />

tendeva ad una tonalità<br />

calda molto gradevole. I<br />

controlli disponibili sull’arma<br />

sono quelli standard<br />

del disegno di Browning:<br />

il pulsante di sgancio del<br />

La faccia superiore<br />

della tacca presenta<br />

il comando micrometrico<br />

per la variazione<br />

dell’alzo<br />

“La Seventy è una versione speciale di un’arma di grande<br />

successo, che si pone a cavallo tra le STI Lawman<br />

e Sentinel (con la quale condivide la catalogazione)”<br />

caricatore (collocato sul lato sinistro del<br />

fusto) e il comando della sicura manuale,<br />

bilaterale, di dimensioni generose. A completare<br />

la dotazione di sicurezza dell’arma<br />

concorre la sicura dorsale. Il sistema di<br />

scatto è d’impostazione classica con un’appendice<br />

(grilletto) traforato in alluminio<br />

che conferisce all’arma un aspetto aggressivo<br />

e, al tempo stesso, da strumento di<br />

precisione. Lo scatto di cui è dotata, per<br />

la verità, è di per sé un valido ausilio per<br />

ottenere rosate significative anche a<br />

Il lato destro del fusto evidenzia il registro di regolazione<br />

della deriva dell’arma e l’acronimo TAS<br />

sulla tacca che sta per Tactical Adjustable Sight<br />

A r m i c o r t e<br />

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084<br />

La STI Seventy smontata. Come le altre STI<br />

presenta un sistema di smontaggio considerevolmente<br />

differente da quello del modello<br />

1911 di Browning. Le guancette in palissandro<br />

presentano una corretta zigrinatura e il<br />

logo del produttore americano<br />

“Al tiro l’arma non fornisce sorprese.<br />

Lo standard di riferimento è quello STI,<br />

l’arma è solida, stabile e massiccia senza<br />

essere però pesante né ingombrante”<br />

Il vivo di volata della Seventy e il mirino,<br />

montato a coda di rondine: è quindi, almeno<br />

teoricamente, sostituibile<br />

I 70 anni di <strong>Bignami</strong><br />

La storia di <strong>Bignami</strong> inizia nel 1937 grazie<br />

all’iniziativa del padre degli attuali<br />

proprietari dell’azienda, Battista Berti.<br />

Tiratore e appassionato cacciatore, Berti<br />

si dedicò alla distribuzione esclusiva di<br />

marchi tedeschi di primaria importanza<br />

che, alla fine della Seconda guerra<br />

mondiale, cercavano il rilancio. Le prime<br />

armi importate furono carabine da caccia<br />

idonee all’impiego che se ne faceva<br />

nella provincia di Bolzano, dove tuttora<br />

ha sede l’azienda, conformi al modello<br />

venatorio mitteleuropeo. I primi marchi<br />

ad essere distribuiti furono dunque Tyrol,<br />

Franz Sodia, Sauer & Sohn e, con una<br />

deviazione Oltreoceano, Weatherby. La<br />

caccia a palla è sempre rimasta il core<br />

business dell’azienda ma, nel corso del<br />

tempo, <strong>Bignami</strong> ha ampliato la propria<br />

offerta puntando anche su altri settori<br />

e altri mercati, in particolar modo acquisendo<br />

la rappresentanza di primari<br />

marchi nord-americani. Oggi <strong>Bignami</strong><br />

distribuisce tra le armi lunghe Sauer,<br />

Weatherby, Merkel, HK, CZ, Marlin,<br />

Thompson Contender, Swiss Arms, H-S<br />

Precision, Mauser, Lebeau Courally,<br />

Dumoulin, Mossberg, Maverick; nel<br />

settore delle armi corte Walther, Sig<br />

Sauer, HK, Glock, Smith & Wesson, CZ,<br />

Weinrauch, North American Arms, Mauser,<br />

Anschütz, Umarex e, appunto, STI;<br />

nel campo dell’ottica Zeiss, Bushnell,<br />

Meopta; in quello del munizionamento e<br />

della ricarica Rottweil, RWS, Geco, Norma,<br />

Hornady, Magtech, Speer, Federal,<br />

CCI, Kynoch, Gamebore, Nosler, RCBS;<br />

nel settore dell’abbigliamento 5.11. Un<br />

catalogo amplissimo, senza dimenticare<br />

che a questi prodotti si sono nel tempo<br />

aggiunti quelli del settore sportivo e<br />

dell’arceria.<br />

S T I I n t e r n a t i o n a l S e v e n t y<br />

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085<br />

STI International Seventy<br />

¤<br />

PREZZO<br />

1.850 euro<br />

L’autore dell’articolo<br />

mentre<br />

prova l’arma<br />

Rosata ottenuta<br />

a mano libera a<br />

12 metri con munizioni<br />

American<br />

Eagle FMJ con<br />

palla da 230 grani<br />

Costruttore: STI<br />

International, Georgetown,<br />

Texas (Usa),<br />

tel. +1 512 819.06.56,<br />

www.stiguns.com<br />

Distributore: <strong>Bignami</strong> Spa,<br />

via Lahn 1, Ora (BZ),<br />

tel. 0471 803.000,<br />

www.bignami.it<br />

Modello: Seventy<br />

Tipo: pistola semiautomatica<br />

a chiusura geometrica a<br />

corto rinculo di canna<br />

Catalogazione:16761<br />

Alimentazione: caricatore da<br />

otto colpi<br />

Congegno di scatto: scatto ad<br />

azione singola<br />

Calibro: .45 ACP<br />

Organi di mira: tacca registrabile<br />

in alzo e deriva, mirino<br />

montato a coda di rondine<br />

Sicurezze: sicura automatica<br />

dorsale, sicura manuale<br />

ambidestra<br />

Impugnatura: guancette in<br />

palissandro<br />

Lunghezza totale: 216 mm<br />

Lunghezza canna: 127 mm<br />

Peso: 1.050 g<br />

Materiali: acciaio forgiato,<br />

guancette in legno di<br />

palissandro<br />

Finitura: brunitura lucida per<br />

canna e fusto, calcio rifinito<br />

con trattamento a olio<br />

distanze considerevoli per un’arma<br />

del genere. Belle, e sportive, anche le mire...<br />

il mirino non lascia spazio alla fantasia<br />

(d’impostazione classica, e montato su una<br />

slitta a coda di rondine) ma la tacca è decisamente<br />

ben fatta, ed è regolabile in alzo e<br />

deriva. Sul fianco riporta l’acronimo TAS<br />

che identifica una Tactical Adjustable Sigth<br />

(in breve, una tacca tattica registrabile). Il<br />

cane ricorda più quello della Commander<br />

ed è anch’esso alleggerito, per ridurre<br />

di quel poco la pressione di sgancio. Un<br />

La canna presenta due<br />

intagli che vanno ad impegnare<br />

i rispettivi risalti<br />

ricavati sul cielo del<br />

carrello, permettendo al<br />

gruppo canna-carrello di<br />

rinculare solidalmente<br />

finché la bielletta visibile<br />

anche in questa immagine<br />

abbassa la culatta e<br />

permette di interrompere<br />

il vincolo tra le due parti<br />

accorgimento inutile, sicuramente più<br />

decorativo che funzionale, considerando la<br />

qualità dello scatto, ma significativo dell’attenzione<br />

che STI ha riposto in quest’arma.<br />

La canna è quella classica da 5 pollici<br />

con bushing di categoria Match e rampa<br />

d’alimentazione integrata. Sulla parte che<br />

incorpora la camera di cartuccia è riportata<br />

con enfasi l’indicazione del calibro in<br />

quanto, anche se in questo caso è disponibile<br />

solo il .45 ACP, si deve ricordare che<br />

i modelli cui la Seventy si ispira possono<br />

essere camerati anche per altre cartucce. Le<br />

finiture sono come prevedibile di pregio e<br />

contemplano la più classica accoppiata di<br />

brunitura nera lucida e guancette in legno.<br />

<strong>Bignami</strong> ha preferito attenersi alla tradizione<br />

piuttosto che rincorrere abbinamenti<br />

two-tone in colori pseudo-tattici (come il<br />

color marrone coyote – sic – su marrone<br />

chiaro o il verde militare su nero che decisamente<br />

non ci piacciono).<br />

La prova a fuoco<br />

Al tiro l’arma non fornisce sorprese. Lo<br />

standard di riferimento è quello STI, l’arma<br />

è solida, stabile e massiccia senza essere<br />

però pesante né ingombrante. Le mire sono<br />

facili da collimare anche se l’assenza di<br />

un qualsiasi sistema di amplificazione della<br />

luce a tre punti (sia trizio o fibra ottica)<br />

si fa sentire in condizioni di scarsa luminosità.<br />

Lo scatto è semplicemente superbo,<br />

senza incertezze, e permette di sganciare<br />

il colpo nel momento esatto in cui ci si<br />

aspetta di farlo. E i fori sul bersaglio sono lì<br />

a dimostrarlo, belli incisi nel punto esatto<br />

in cui si desidera trovarli.<br />

A r m i c o r t e<br />

CM<br />

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