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Giugno 2007 - ANA Sezione di Pinerolo - Associazione Nazionale ...

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14<br />

Sul Viadotto Soleri,<br />

porta d’ingresso in Cuneo<br />

zi <strong>di</strong> Cavour, alpini organizzatissimi che partecipano<br />

alle adunate nazionali dal 1989, hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

uno spirito <strong>di</strong> collaborazione unico, incon<strong>di</strong>zionato,<br />

atto al solo scopo <strong>di</strong> vivere al meglio insieme questo<br />

importante appuntamento annuale nel ricordo e nel<br />

rispetto delle tra<strong>di</strong>zioni alpine e del puro e sano <strong>di</strong>vertimento<br />

collettivo.<br />

Il venerdì ed il sabato sera, il corso e la piazza principale<br />

<strong>di</strong> Cuneo erano gremiti <strong>di</strong> gente, sembravano<br />

piccole onde <strong>di</strong> un mare nero che lievemente mosso<br />

veniva ogni tanto agitato da veicoli motorizzati dalle<br />

forme più inconsuete che orchestrati per ospitare passeggeri,<br />

scorrazzavano <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> la senza meta portando<br />

sulla sommità il cappello alpino. Che era vera<br />

festa, però, si intuiva dall’eco <strong>di</strong> mille canzoni che si<br />

accomunavano in un’unica melo<strong>di</strong>a generale che investiva<br />

il corso, le vie e gli innumerevoli luoghi d’accampamento<br />

che circondavano l’abitato <strong>di</strong> Cuneo. Anche<br />

gli occhi venivano deliziati dal passaggio <strong>di</strong> numerose<br />

ragazze che vagabondavano in cerca <strong>di</strong> allegria.<br />

E la cor<strong>di</strong>alità? In tutti i luoghi era festa ed anche<br />

se la gente non ti conosceva ti guardava con spirito<br />

amico perché portavi lo stesso cappello. La domenica<br />

infine, due ore <strong>di</strong> attesa, una canzone, il segno<br />

della croce ed inizia la lunga sfilata nel corso principale<br />

colmo <strong>di</strong> gente, è stata davvero emozionate,<br />

gente che saluta, ti applaude, ti ringrazia esclamando<br />

inni <strong>di</strong> gioia.<br />

Questo mi ha fatto capire l’alpinità ciò che si vede<br />

poco nelle attività <strong>di</strong> chi ha scelto <strong>di</strong> fare il soldato<br />

come mestiere <strong>di</strong> vita, ma che non è uno spirito alieno<br />

relativo a tempi passati; l’alpinità è un sentimento che<br />

accomuna gente <strong>di</strong>versa nell’univoco scopo <strong>di</strong> essere<br />

servitori d’Italia pronti ad immolarsi per la <strong>di</strong>fesa<br />

della libertà, della famiglia e delle<br />

tra<strong>di</strong>zioni non <strong>di</strong>menticando le vite<br />

sacrificate ed il tutto, invocando la<br />

bene<strong>di</strong>zione del Signore.<br />

Questo ho visto a Cuneo! Non ho<br />

visto fiumi <strong>di</strong> vino a gratis o moltitu<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> gente ubriaca sparsa in<br />

strada come si racconta delle adunate<br />

alpine. In realtà <strong>di</strong> ubriachi ne ho<br />

visti solo due che la domenica mattina<br />

dormivano in strada ma nessuno<br />

dei due aveva il cappello alpino in<br />

testa. Invece ho visto l’orgoglio, la<br />

<strong>di</strong>fesa dello spirito Alpino, quando<br />

un ragazzo del gruppo <strong>di</strong> Cavour,<br />

Cecu detto “la Iena”, ha beccato<br />

due ragazzi che dando un calcio ad<br />

una bottiglia <strong>di</strong> birra appena bevuta,<br />

l’hanno fatta esplodere spargendo<br />

tutti i vetri per la strada. Cecu li ha<br />

fermati e li ha abbondantemente redarguiti<br />

(cercando anche <strong>di</strong> chiamare<br />

la Polizia), per lo scarso senso civico<br />

<strong>di</strong>mostrato, e la mia sorpresa è stata che i due NON<br />

ERANO ALPINI ma erano ragazzi venuti in città solo<br />

per far baldoria scre<strong>di</strong>tando così, il vero spirito delle<br />

adunate alpine che è quello <strong>di</strong> fare festa mangiando,<br />

cantando e bevendo con contegno nell’armonioso intento<br />

<strong>di</strong> raccontarsi esperienze <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> un periodo<br />

<strong>di</strong> vita duro, bello ed in<strong>di</strong>menticabile in uno scorcio<br />

<strong>di</strong> gioventù che non tornerà mai più.<br />

Per avermi fatto capire questo, ringrazio tutti coloro<br />

che hanno contribuito alla realizzazione della marcia<br />

e della partecipazione all’adunata, in particolar<br />

modo l’A.N.A. <strong>di</strong> <strong>Pinerolo</strong>, e il Gruppo <strong>di</strong> Cavour, i<br />

meravigliosi ragazzi <strong>di</strong> Cavour che mi hanno ospitato,<br />

i ragazzi giunti da Rosà per la loro simpatia ed un<br />

ringraziamento a nome <strong>di</strong> tutti, va sicuramente ai miei<br />

colleghi del 3° Alpini che come al solito, lavorando<br />

<strong>di</strong>etro i riflettori, in incognito, si sono adoperati con<br />

la massima <strong>di</strong>sponibilità nell’allestimento delle tende<br />

che sono servite per ospitare i marciatori e i Gruppi <strong>di</strong><br />

Pancalieri, Baudenasca e Campiglione Fenile ecc….<br />

c.le magg. capo Francesco Spadafino<br />

L’ADUNATA<br />

ED I SUOI ALPINI<br />

Tutti gli anni, quando il clima tiepido della primavera<br />

scioglie le nevi sugli alti pen<strong>di</strong>i dei monti ed i<br />

torrenti portano a valle il profumo dei nevai, un messaggio<br />

percorre le Alpi le scende per l’Appennino attraversando<br />

città, paesi e casolari sperduti: “è giunta<br />

l’ora dell’Adunata degli Alpini!”

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