33-34-36 farmacologia.pdf - Punto Effe
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PRIMOPIANO<br />
FARMACOLOGIA<br />
PUNTOEFFE SEZIONE<br />
Agenti terapeutici naturali:<br />
i macromiceti<br />
Chang e Miles nel 1991 definiscono<br />
come “macromiceti”<br />
quei funghi superiori dotati di<br />
corpo fruttifero, epigeo o ipogeo, grande<br />
abbastanza da poter essere visto a occhio<br />
nudo ed essere raccolto. Alcuni macrofunghi<br />
sono noti sin dall’antichità per<br />
possedere proprietà terapeutiche tanto<br />
da essere soprannominati “funghi medicinali”<br />
e il loro maggiore utilizzo avviene<br />
nei Paesi dell’Estremo Oriente, dove da<br />
millenni fanno parte della medicina tradizionale<br />
e della cultura etnobotanica. La<br />
ricerca internazionale volta a comprenderne<br />
gli effetti benefici su basi farmacologiche,<br />
cliniche e poi molecolari è iniziata<br />
negli anni Sessanta focalizzandosi sulle<br />
proprietà antitumorali e di rafforzamento<br />
del sistema immunitario, per poi<br />
proseguire le indagini sugli effetti relativi<br />
al controllo del profilo lipidico, della glicemia<br />
e dell’ipertensione, al miglioramento<br />
della funzionalità cardiaca, circolatoria,<br />
renale e linfatica, nonché sulle non meno<br />
importanti attività adattogene, antibatteriche,<br />
antimicotiche, antivirali e antiossidanti.<br />
L’importanza di disporre dei<br />
carpofori e del micelio di tali specie consiste<br />
nel fatto che da essi è possibile procedere<br />
sia all’estrazione e allo studio di<br />
principi attivi, sia alla selezione e all’inoculo<br />
del micelio ottenuto in coltura pura<br />
su appositi substrati nutritivi per stimolare<br />
la produzione di basidiocarpi e di<br />
ascocarpi, i corpi fruttiferi dei funghi superiori<br />
di interesse medicinale dai quali è<br />
stato possibile isolare molti metaboliti<br />
biologicamente attivi.<br />
Alcuni<br />
macrofunghi<br />
sono noti fin<br />
dall’antichità<br />
per le loro<br />
proprietà curative:<br />
classificazione,<br />
storia e impiego<br />
nella moderna<br />
ricerca medica,<br />
fitoterapica<br />
e nutraceutica<br />
DI CRISTINA CORTESE<br />
DOTTORE IN TECNICHE ERBORISTICHE<br />
><br />
puntoeffe <strong>33</strong>
PRIMOPIANO<br />
FARMACOLOGIA<br />
I FUNGHI MEDICINALI<br />
I funghi che più interessano da un punto<br />
di vista alimentare e medicinale raggiungono<br />
notevoli dimensioni, crescono<br />
nei boschi o in luoghi aperti e si possono<br />
inserire in due grandi gruppi distinti<br />
in base alle modalità riproduttive: Basidiomiceti<br />
e Ascomiceti. Si tratta di organismi<br />
a ciclo ontogenetico aplo-diplonte<br />
con il diplofito (sporofito) caratterizzato<br />
da due fasi (dicariofito e sincariofito),<br />
con ife settate mononucleate o polinucleate<br />
(divise in segmenti costituenti<br />
singole cellule) e setti (pareti trasversali)<br />
perforati (micelio settato plurifale) (1;<br />
2; 3; 4). Si ricorda che la parte dei “funghi<br />
carnosi” che si può osservare e che<br />
interessa per la raccolta, è definita carpoforo<br />
o corpo fruttifero. Esso non è altro<br />
che la differenziazione strutturale e<br />
funzionale di un organismo perenne<br />
che vive in un substrato nutritivo (terreno,<br />
humus, legno, foglie) e che risulta<br />
costituito da un insieme di filamenti cellulari<br />
detti ife, le quali intrecciandosi tra<br />
loro formano il cosiddetto micelio o corpo<br />
vegetativo del fungo rappresentante<br />
l’organismo nella sua interezza. I filamenti<br />
ifali ramificandosi in tutte le direzioni<br />
si estendono sul substrato biologico<br />
da cui assorbono gli elementi nutritivi<br />
attraverso la parete cellulare, penetrandolo<br />
in profondità e funzionando<br />
anche come sostegno. Il corpo fruttifero<br />
rappresenta la differenziazione della<br />
struttura riproduttiva del micelio, la sede<br />
della riproduzione sessuale che comincia<br />
con la gamia nella fase di micelio<br />
e termina con la formazione di meiospore<br />
aploidi (meiosi). Le spore sono<br />
portate o all’interno dello zeugite (endogeneticamente),<br />
una cellula specializzata<br />
detta anche sporangio o asco, solitamente<br />
a forma di sacco e spesso situata<br />
nella parte superiore del corpo<br />
fruttifero (ascospore degli<br />
Ascomiceti), oppure<br />
esogeneticamente,<br />
all’a-<br />
(Piptoporus betulinus) probabilmente<br />
per uso medico. Questo fungo che cresce<br />
prevalentemente sulla corteccia di<br />
vecchie betulle, ha oggi del resto dimostrato<br />
di possedere proprietà antinfiammatorie,<br />
antibiotiche, antimicrobiche,<br />
antivirali, vermifughe e molluschicide,<br />
anticancro e antiproliferative. La<br />
più attendibile conoscenza sul loro uso<br />
medicinale giunge, tuttavia, dalla cultura<br />
entobotanica asiatica e dalla tradizione<br />
medica orientale, in particolare<br />
dalla Medicina tradizionale cinese di<br />
stampo taoista. In tali ambiti i macrofunghi<br />
sono impiegati da millenni sottoforma<br />
di sciroppi, estratti acquosi<br />
(tè, tisane e decotti preparati a partire<br />
dalla polvere di fungo intero), liquori,<br />
polveri e corpi fruttiferi essiccati, anche<br />
in formule botaniche in combinazione<br />
con piante medicinali, come rimedi<br />
in grado di coadiuvare il raggiungimento<br />
di uno stato di benessere generale<br />
e di maggiore longevità (tonificare<br />
il “Qi” e riequilibrare lo “Yin” e lo<br />
“Yang”), per la modulazione del sistema<br />
immunitario (terapia “Fu Zheng”)<br />
e come mezzi terapeutici corrispondenti<br />
alle diverse patologie e organi.<br />
Sia nella medicina popolare che nella<br />
Mtc, il loro uso avviene principalmente,<br />
come in passato, per aumentare la<br />
resistenza alle malattie e a fattori stressogeni<br />
in modo aspecifico normalizzando<br />
le funzioni fisiologiche e ristabilendo<br />
l’omeostasi dell’organismo, nella<br />
prevenzione e nel trattamento di malattie<br />
metaboliche e cardiovascolari,<br />
infettive, neoplastiche e neurodegenerative,<br />
come tonici psicofisici e come<br />
rimedi antiinvecchiamento. Nella Cina<br />
Antica, il fungo (“Ku” o “Chih”) era<br />
considerato divino, simbolo di lunga<br />
vita e di immortalità. Nel trattato “Shen<br />
Nong Ben Cao Jing”, una raccolta di<br />
tradizioni mediche tramandate oralmente<br />
nei secoli e redatta probabilmente<br />
tra il 300 a.C. e il 200 d.C., le<br />
pianti medicinali sono divise in tre<br />
classi, la più importante delle quali descrive<br />
120 vegetali ad azione tonificante<br />
e antinvecchiamento. Si legge per<br />
questa classe superiore: «Sono le<br />
piante dell’Imperatore. Controllano il<br />
mantenimento della vita […]. Se si<br />
vuole tonificare il Qi e prolungare la vipice<br />
esterno dello zeugite detto in questo<br />
caso sporoforo o basidio, generalmente<br />
a forma di clava e collegate allo<br />
stesso da un filamento detto sterigma<br />
che ne permette il distacco a maturazione<br />
raggiunta (basidiospore dei Basidiomiceti).<br />
A maturità le ascospore<br />
vengono espulse violentemente all’esterno<br />
disperdendosi nell’ambiente,<br />
mentre le basidiospore si disperdono<br />
aiutate dal vento, da altri agenti atmosferici<br />
e dagli animali. Esse costituiscono<br />
l’elemento iniziale del ciclo biologico<br />
di questi miceti: raggiunto il<br />
substrato di crescita, germinando in<br />
condizioni ambientali (nutrizionali e<br />
climatiche) favorevoli formano una prima<br />
cellula aploide, ossia, un primo filamento<br />
ifale (generazione gametofitica<br />
che termina con la gamia) che moltiplicandosi<br />
costituirà il corpo vegetativo<br />
del fungo (1; 5). All’interno di queste<br />
due divisioni si collocano tutti i macromiceti<br />
o funghi evidenti, ovvero,<br />
tutti quei funghi superiori che producono<br />
corpi fruttiferi compatti, altamente<br />
specializzati, facilmente individuabili<br />
a occhio nudo (ascocarpo e basidiocarpo),<br />
solitamente epigei, a volte<br />
ipogei (tartufi e terfezie), e che permettono<br />
la produzione di spore legate alla<br />
riproduzione sessuale (2; 6; 3).<br />
UN PO’ DI STORIA<br />
La misteriosa biologia dei funghi ha attratto<br />
l’interesse dell’uomo fin dai tempi<br />
più remoti. La prima raffigurazione<br />
documentata è datata a circa 7.000<br />
anni a. C. ed è stata rinvenuta nel deserto<br />
del Sahara. Per i padri della moderna<br />
etnomicologia questa testimonianza<br />
dimostra che l’uso dei funghi risale<br />
all’Epipaleolitico (periodo intermedio<br />
dell’Età della Pietra) e che avveniva<br />
in contesti e rituali di natura mistico-religiosa,<br />
per eseguire pratiche divinatorie<br />
e di guarigione. Nel 1991 alcuni<br />
scalatori trovarono sulle Alpi Venoste,<br />
ai piedi del ghiacciaio di Similaun,<br />
al confine tra l’Alto Adige e l’Austria,<br />
una mummia che chiamarono “Ötzi<br />
the iceman”. L’uomo primitivo proveniente<br />
dall’età del Rame (datato tra il<br />
<strong>33</strong>00 e il 3200 a. C.), portava con sé<br />
avvolti in una sottile stringa di pelle<br />
due esemplari di poliporo di betulla >
PRIMOPIANO<br />
FARMACOLOGIA<br />
ta senza invecchiare, si devono prendere<br />
le erbe appartenenti a questa classe».<br />
Con il ginseng, l’astragalo, la cannella<br />
e altri vegetali, facevano parte di<br />
questo gruppo alcuni importanti funghi<br />
medicinali: Ganoderma lucidum (Ling<br />
Zhi), Poria cocos (Fu Ling), Polyporus<br />
umbellatus (Zhu Ling), Tremella fuciformis<br />
(Bai Mu Er o Yin Er) e il Cordyceps<br />
sinensis (Dong Chong Xia Cao) (7-16).<br />
Insieme a queste specie, tra quelle eduli,<br />
sono da sempre impiegate Lentinus<br />
edodes, Grifola frondosa, Auricularia<br />
auricula judae, Hericium erinaceus,<br />
Pleurotus ostreatus, Flammulina velutipes,<br />
Agaricus blazei Murril o AbM, Coprinus<br />
comatus, Inonotus obliquus;<br />
mentre tra le non commestibili perché<br />
di consistenza legnosa e di gusto amaro,<br />
accanto al Ganoderma lucidum, il<br />
Ganoderma applanatum e il Coriolus<br />
versicolor (17; 18; 19; 4).<br />
ASCOMICETI E BASIDIOMICETI<br />
Anche se molti tra quelli commestibili<br />
sono parte integrante della dieta quotidiana<br />
dell’area orientale, si tratta dei<br />
macromiceti attualmente più impiegati<br />
e sperimentati dalla moderna ricerca<br />
medica, fitoterapica e nutraceutica,<br />
nonché nella medicina ufficiale anche<br />
di ambito ospedaliero di molti altri paesi<br />
compresi Giappone e Cina: Corea, Russia,<br />
e più recentemente Stati Uniti, Inghilterra,<br />
Austria e Germania. Di questi<br />
macrofunghi si dispone a oggi di un elevato<br />
numero di autorevoli studi farmacologici<br />
in vitro e in vivo e molecolari, in<br />
grado di confermarne le notevoli attività<br />
biologiche e come testimonianza di un<br />
sempre maggiore interesse da parte<br />
della comunità scientifica con pubblicazioni<br />
che sono andate intensificandosi<br />
a partire dagli anni ’70 (20-32). In<br />
campo medico, fitoterapico e omeopatico,<br />
tra gli Ascomiceti sono importanti i<br />
funghi (circa 30 specie) appartenenti a<br />
due ordini: Hypocreales (Fusarium venenatum,<br />
Claviceps purpurea, Cordyceps<br />
sinensis ) e Pezizales (Peziza vesiculosa)<br />
(4). Tuttavia la maggior parte<br />
dei funghi con proprietà medicinali appartiene<br />
al gruppo dei Basidiomiceti<br />
(<strong>33</strong>-38). Attualmente sono studiate più<br />
di 270 specie di Basidiomiceti (impiegati<br />
secondo letteratura nella Medicina<br />
tradizionale cinese) alcune delle quali<br />
sono coltivate anche a livello industriale<br />
in vista di biotecnologie mirate alla produzione<br />
di composti farmacologicamente<br />
attivi, e gli ordini che più interessano<br />
la “micoterapia” sono: Agaricales,<br />
Polypolares, Russulales, Boletales, Auriculariales,<br />
Tremellales, Lycoperdales,<br />
Ustilaginales (4).<br />
Seppur in assenza al momento di un<br />
apprezzabile numero di studi clinici, sono<br />
state evidenziate interessanti proprietà<br />
toniche, adattogene e antidepressive,<br />
antidegenerative e antitumorali,<br />
antiossidanti e antinfiammatorie,<br />
antitossiche e depurative (chelazione di<br />
xenobiotici e metalli pesanti, supporto<br />
funzionale di fegato, reni e sistema linfatico),<br />
immunomodulanti e antimicrobiche<br />
(antibatteriche, antifungine, antivirali<br />
e antiprotozoarie). Grazie al contenuto<br />
in fibre solubili e in altri composti<br />
bioattivi, alcune specie esercitano inoltre<br />
un’azione di regolarizzazione del<br />
profilo lipidico (colesterolo totale, Ldl,<br />
Hdl, trigliceridi) e dei livelli di glucosio<br />
ematico utile nella prevenzione e nel<br />
trattamento delle iperlipidemie e della<br />
tendenza all’obesità, dell’aterosclerosi e<br />
delle malattie cardiovascolari, del diabete<br />
senile e di tipo II e delle complicanze<br />
a esso associate; altre ancora<br />
mostrano apprezzabili proprietà antipertensive<br />
ed epatoprotettive. In particolare,<br />
l’azione di stimolo e di modulazione<br />
sul sistema immunitario, ampiamente<br />
evidenziata per i più importanti<br />
principi attivi (beta-D-glucani) di diverse<br />
specie medicinali (39-52; 4), ne ha<br />
stimolato la<br />
sperimentazione<br />
e l’uso come<br />
coadiuvanti<br />
nel trattamento di<br />
stati di immunodepressione, di malattie<br />
di origine autoimmune, infettive e tumorali,<br />
anche in associazione a farmaci<br />
convenzionali come vaccini, antibiotici,<br />
antivirali e chemioterapici. In alcuni pazienti<br />
oncologici è stato inoltre evidenziato<br />
un effetto terapeutico di promozione<br />
della risposta antitumorale e di riduzione<br />
della capacità delle cellule neoplastiche<br />
di eludere la sorveglianza del<br />
sistema immunitario con conseguenti<br />
effetti antimetastatici, un’attività di potenziamento<br />
dell’azione citotossica e<br />
della selettività dei chemioterapici con<br />
contemporanea riduzione degli effetti<br />
collaterali (vomito, perdita di capelli,<br />
astenia e infezioni opportunistiche) e<br />
un’azione chemiopreventiva (di inibizione<br />
della formazione neoplastica) (32;<br />
53; 54; 55; 4). Mentre indagini epidemiologiche<br />
(56) condotte sull’incidenza<br />
di alcune forme tumorali e sul prolungamento<br />
della sopravvivenza media in<br />
aree di consumo costante nella dieta di<br />
alcuni di questi macromiceti (come della<br />
Flammulina velutipes in Giappone e<br />
dell’Agaricus blazei Murril in Brasile)<br />
hanno dimostrato un probabile effetto<br />
preventivo, altre ricerche prodotte in rapida<br />
successione anche in Paesi come<br />
Germania, Inghilterra e Brasile, confermano<br />
come, a parte la presenza di<br />
componenti specifici in grado di dirigere<br />
le azioni principali di un fungo su<br />
aspetti fisiologici precisi, tutti agiscano<br />
con una base comune a livello molecolare<br />
(beta(1,3/1,6)-D-glucani) che ne<br />
consente applicazioni comuni e che<br />
permette di operare sommando sforzi<br />
tra distinte specie.<br />
<strong>36</strong> puntoeffe