La diagnostica ginecologica nella valutazione della fertilità e nella ...
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Incontri educativo-informativi sul tema <strong>della</strong> fertilita’<br />
<strong>La</strong> <strong>diagnostica</strong> <strong>ginecologica</strong> <strong>nella</strong> <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> <strong>fertilità</strong> e <strong>nella</strong> <strong>fertilità</strong> e <strong>nella</strong><br />
coppia infertile<br />
Prof.ssa A. Giancotti<br />
Università degli Studi di Roma "<strong>La</strong> Sapienza"<br />
L’ecografia occupa un ruolo centrale nello studio <strong>della</strong> donna infertile. Il “… monitoraggio dell’ovulazione<br />
spontanea e farmacologicamente indotta (Evidenza II-b).“ rientra infatti tra le indicazioni all’esame<br />
ecografico ginecologico delle Linee Guida SIEOG 2010. Possiamo sintetizzare così le finalità dello studio<br />
ecografico <strong>nella</strong> donna infertile:<br />
• Valutazione dello sviluppo dei follicoli ovarici<br />
• Dimostrazione di avvenuta ovulazione<br />
• Valutazione <strong>della</strong> concordanza tra giorno anamnestico del ciclo e quadro endometriale<br />
• Valutazione <strong>della</strong> motilità del corpo uterino e degli annessi<br />
• Individuazione di eventuali lesioni annessiali e/o uterine<br />
• Sospetto di un’anomalia Mülleriana<br />
• Valutazione <strong>della</strong> pervietà tubarica<br />
Al primo controllo ecografico, eseguito preferibilmente <strong>nella</strong> fase precoce del ciclo entro il sesto giorno, si<br />
analizzeranno in primo luogo le ovaie, la loro sede, dimensione ed ecostruttura e la presenza di eventuali<br />
formazioni patologiche, prime fra tutte le cisti endometriosiche.<br />
Sarà quindi valutata la riserva ovarica <strong>della</strong> donna attraverso la definizione del numero dei follicoli antrali<br />
presenti. Successivamente si esaminerà la regione tubarica e le eventuali alterazioni patologiche presenti in<br />
tale sede (sactosalpinge, idrosalpinge, piosalpinge, ematosalpinge).<br />
Si procederà quindi allo studio dell’utero valutando innanzitutto lo spessore <strong>della</strong> rima endometriale e la<br />
sua concordanza con la fase del ciclo.<br />
Nonostante il notevole miglioramento del potere risolutivo degli apparecchi ecografici di ultima<br />
generazione, talvolta un'immagine endometriale può risultare di dubbia interpretazione: una migliore<br />
definizione delle caratteristiche endometriali si potrà cosi ottenere attraverso l’isterosonografia, con<br />
l’iniezione in cavità uterina di soluzione salina sterile che permetta quindi una migliore definizione dei<br />
margini endometriali e delle caratteristiche <strong>della</strong> cavità.<br />
Nelle pazienti con sterilità particolare attenzione va dedicata allo studio <strong>della</strong> morfologia uterina,<br />
valutandone ecostruttura e, in particolare, conformazione anatomica.<br />
Proprio quest’ultimo punto risulta fondamentale in quanto le malformazioni uterine possono rappresentare<br />
una causa importante di in<strong>fertilità</strong> di coppia, di fallimenti <strong>nella</strong> riproduzione assistita e di poliabortività. Di<br />
fronte ad un dubbio diagnostico con la <strong>valutazione</strong> 2D, come ad esempio uno sdoppiamento degli echi<br />
Inquadramento clinico-diagnostico dell'in<strong>fertilità</strong> – 02 luglio 2012
Incontri educativo-informativi sul tema <strong>della</strong> fertilita’<br />
endometriali a livello del fondo uterino, ci si può avvalere dello studio ecografico 3D <strong>della</strong> cavità che<br />
permette di ottenere ottimi risultati diagnostici, risultando persino superiore ad altre tecniche diagnostiche<br />
più invasive: l’acquisizione volumetrica 3D permette infatti di ricostruire sezioni anatomiche su piani assiali,<br />
coronali e sagittali. In particolare le ricostruzioni sul piano coronale forniscono una rappresentazione<br />
completa dei margini esterni dell’utero e <strong>della</strong> cavità endometriale, dal fondo fino alla cervice, preziosi <strong>nella</strong><br />
definizione del tipo malformazione uterina.<br />
<strong>La</strong> tecnica 3D permette così di ottenere un’alta sensibilità ad esempio <strong>nella</strong> diagnosi differenziale tra utero<br />
setto ed utero bicorne (accuratezza <strong>diagnostica</strong> del 92% per l’utero setto e del 100% per l’utero bicorne),<br />
definizione fondamentale non solo per stratificare il rischio di sterilità (non apparentemente modificata<br />
nell’utero bicorne) ma anche per definire il programma terapeutico: l’utero setto infatti necessita di<br />
intervento chirurgico di settoplastica per via isteroscopica al fine di migliorare l’outcome ostetrico delle<br />
pazienti.<br />
Controverso risulta ancora l’approccio di fronte ad una diagnosi di utero arcuato, alterazione piuttosto<br />
comune presente nel 5% di tutta la popolazione femminile, caratterizzata da una lieve insellatura del profilo<br />
fundico <strong>della</strong> cavità uterina con un angolo > 90°, che sembrerebbe essere percentualmente più frequente<br />
<strong>nella</strong> popolazione infertile ma che non si ritenga presenti in genere alterazioni conformazionali tali da<br />
necessitare un intervento correttivo.<br />
Ritornando ai monitoraggi follicolari, dopo la prima <strong>valutazione</strong> <strong>nella</strong> fase iniziale del ciclo si proseguirà con<br />
una successiva <strong>valutazione</strong> ecografica intorno all’8°-9° giorno quando verrà ricercato il follicolo dominante<br />
che a tale stadio misura circa 10 mm e che assumerà una più marcata vascolarizzazione periferica<br />
identificabile al color-Doppler. <strong>La</strong> crescita del follicolo aumenta di circa 1,5-2 mm al giorno fino ad arrivare<br />
ad un diametro periovulatorio di circa 21-22 mm. Dal momento in cui si individua un follicolo di 15-16 mm<br />
è bene che il monitoraggio follicolare ecografico sia quotidiano. Avvenuta l'ovulazione le pareti follicolari<br />
diventeranno irregolari, ed entro 24-48 ore sarà possibile identificare il corpo luteo per la presenza <strong>della</strong><br />
sua caratteristica vascolarizzazione periferica ad anello, il cosiddetto “ring of fire”.<br />
Altro segno, indiretto, dell'avvenuta ovulazione è la comparsa di una falda liquida nel cavo del Douglas.<br />
Per concludere ricordiamo che un ruolo fondamentale <strong>nella</strong> <strong>diagnostica</strong> <strong>della</strong> coppia infertile è occupato<br />
dalla sonoisterosalpingografia che in maniera poco invasiva permette non solo una buona <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong><br />
morfologia <strong>della</strong> cavità uterina e delle eventuali patologie uterine endocavitarie ma, soprattutto è in grado<br />
di definire lo stato di pervietà tubarica. Infatti mediante l’infusione di mezzo di contrasto iperecogeno<br />
dedicato o di soluzione salina sterile mista ad aria, l’operatore si troverà a percorrere visivamente l’intero<br />
tratto genitale femminile dimostrando un eventuale passaggio di mezzo di contrasto attraverso le tube e la<br />
raccolta di questo nel cavo del Douglas.<br />
Inquadramento clinico-diagnostico dell'in<strong>fertilità</strong> – 02 luglio 2012