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10 domande sul sondaggio - Dipartimento di Studi Sociali e Politici

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8. Dieci <strong>domande</strong> per giu<strong>di</strong>care<br />

l’affidabilità <strong>di</strong> un <strong>sondaggio</strong><br />

In conclusione, qualunque sia il giu<strong>di</strong>zio che si può esprimere<br />

in merito ai sondaggi d’opinione, resta il fatto che essi sono<br />

<strong>di</strong>fficilmente sostituibili come strumento <strong>di</strong> conoscenza quantitativa<br />

delle opinioni e degli atteggiamenti <strong>di</strong> una popolazione. Potremmo<br />

<strong>di</strong>re, insomma, che il <strong>sondaggio</strong> è sì uno strumento <strong>di</strong>fettoso,<br />

ma che è anche il più sod<strong>di</strong>sfacente <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponiamo. Tuttavia,<br />

un <strong>sondaggio</strong> condotto male può rendere un pessimo servizio alle<br />

nostre ambizioni conoscitive e, se condotto in malafede, può<br />

essere nocivo alla salute stessa della vita democratica.<br />

Ecco dunque un piccolo, modesto «decalogo» che vorrebbe<br />

tentare <strong>di</strong> ricordare al lettore quali sono gli aspetti essenziali cui<br />

deve fare attenzione nella valutazione <strong>di</strong> un <strong>sondaggio</strong>, e ricapitolargli<br />

alcuni dei principali in<strong>di</strong>catori che fanno la <strong>di</strong>fferenza fra<br />

un <strong>sondaggio</strong> fatto bene ed uno fatto male. Naturalmente, ciascuno<br />

dei punti seguenti è stato più ampiamente trattato nel corso<br />

del libro, e si propone quin<strong>di</strong> come una sorta <strong>di</strong> memorandum<br />

finale.<br />

1. Chi ha fatto il <strong>sondaggio</strong> e per chi?<br />

L’affidabilità <strong>di</strong> un <strong>sondaggio</strong> <strong>di</strong>pende innanzitutto dalla serietà<br />

dell’istituto che lo conduce. Un in<strong>di</strong>zio in questo senso è il<br />

fatto che l’istituto sia riconosciuto dalle apposite associazioni<br />

nazionali o internazionali. In alternativa, il fatto che sia <strong>di</strong>sponibile<br />

a fornire ulteriori precisazioni <strong>sul</strong>la metodologia del <strong>sondaggio</strong><br />

a chiunque ne faccia richiesta. Per quanto riguarda i commit-<br />

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tenti, è consigliabile una certa prudenza quando questi siano<br />

<strong>di</strong>rettamente parte in causa nel tema del <strong>sondaggio</strong>. Un caso<br />

tipico al riguardo è quello dei sondaggi politici fatti eseguire dai<br />

partiti durante la campagna elettorale, talvolta con scopi più<br />

propagan<strong>di</strong>stici che conoscitivi.<br />

2. Quando è stato fatto il <strong>sondaggio</strong>?<br />

Un <strong>sondaggio</strong> è un’«istantanea» dello stato dell’opinione pubblica<br />

in un momento dato. Il «tempo» del <strong>sondaggio</strong> riveste dunque<br />

un’importanza cruciale in una corretta lettura dei ri<strong>sul</strong>tati, poiché<br />

gli orientamenti pubblici (per esempio, nei confronti dell’operato<br />

del primo ministro) possono cambiare rapidamente, specie in<br />

seguito a uno shock esterno (una crisi internazionale, un crollo in<br />

borsa, un’inchiesta giu<strong>di</strong>ziaria, una gaffe politica o me<strong>di</strong>atica…).<br />

Per questa ragione, sarebbe auspicabile che anche i me<strong>di</strong>a italiani<br />

– come quelli <strong>di</strong> altri paesi – precisassero sempre la data in cui il<br />

<strong>sondaggio</strong> è stato eseguito.<br />

3. Come sono state scelte le persone da intervistare?<br />

Questa domanda ci serve soprattutto a <strong>di</strong>stinguere i sondaggi<br />

«scientifici» – effettuati su campioni rappresentativi <strong>di</strong> una popolazione<br />

– da quelli che abbiamo definito «pseudo-sondaggi», in<br />

quanto basati su campioni autoselezionati e perciò incapaci <strong>di</strong><br />

rappresentare una popolazione più ampia <strong>di</strong> quella dei rispondenti<br />

stessi. Solo i primi, infatti, permettono <strong>di</strong> estendere i ri<strong>sul</strong>tati dal<br />

campione alla popolazione statistica <strong>di</strong> riferimento, cioè <strong>di</strong> proiettare<br />

<strong>sul</strong>l’intero «universo» da cui gli intervistati sono stati estratti le<br />

risposte che questi ultimi hanno fornito.<br />

4. Fra chi sono state scelte queste persone?<br />

Oltre alla tecnica <strong>di</strong> campionamento, è fondamentale conoscere<br />

l’oggetto del campionamento stesso, cioè la popolazione statistica<br />

(o, appunto, l’«universo») campionata. Se la popolazione da<br />

cui le persone intervistate sono state estratte è, per esempio,<br />

quella degli elettori <strong>di</strong> un’area politica o quella degli aderenti a<br />

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una determinata categoria professionale, a queste stesse precise<br />

popolazioni devono essere riferiti i ri<strong>sul</strong>tati. Sarebbe un <strong>sondaggio</strong><br />

assai poco leale, insomma, quello che estendesse tali ri<strong>sul</strong>tati agli<br />

«elettori» o ai «lavoratori» in generale.<br />

5. Quante sono queste persone?<br />

Un buon <strong>sondaggio</strong> può essere eseguito anche con mille o<br />

meno intervistati, e non è quin<strong>di</strong> la taglia del campione in sé a<br />

suggerirci l’affidabilità o meno <strong>di</strong> un <strong>sondaggio</strong>. Le <strong>di</strong>mensioni del<br />

campione ci servono piuttosto per conoscere il «margine d’errore»<br />

del <strong>sondaggio</strong>, cioè il numero massimo <strong>di</strong> punti percentuali che i<br />

suoi ri<strong>sul</strong>tati possono avere in più o in meno rispetto al valore<br />

reale nella popolazione. Putroppo, in Italia il numero degli intervistati<br />

è pubblicato solo saltuariamente, e il margine d’errore<br />

ancor più <strong>di</strong> rado. Anche qui, la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> queste informazioni<br />

insieme alla presentazione dei ri<strong>sul</strong>tati <strong>di</strong> un <strong>sondaggio</strong> costituirebbe<br />

un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> serietà e <strong>di</strong> correttezza per i me<strong>di</strong>a che vi<br />

provvedessero.<br />

6. E quante sono quelle che non è stato possibile intervistare?<br />

Informazione <strong>di</strong>ffusa raramente dagli istituti stessi, quella <strong>sul</strong><br />

tasso <strong>di</strong> «non-risposte» può essere tuttavia importante per stabilire<br />

la bontà o meno <strong>di</strong> un <strong>sondaggio</strong>, quantomeno <strong>di</strong> un <strong>sondaggio</strong><br />

eseguito su un campione probabilistico. In certi casi, infatti,<br />

si è visto come coloro che non accettano <strong>di</strong> essere intervistati o<br />

che sono irreperibili al momento del contatto presentino caratteristiche<br />

complessivamente <strong>di</strong>fferenti da quelle del resto del campione.<br />

Quando il tasso <strong>di</strong> non-risposte è troppo elevato, pertanto,<br />

le risposte fornite dal campione residuo possono ri<strong>sul</strong>tare<br />

scarsamente rappresentative dell’universo stu<strong>di</strong>ato, e dare così<br />

luogo a ri<strong>sul</strong>tati inatten<strong>di</strong>bili. Si ricorderà, tuttavia, che varie<br />

contromisure sono adottate dagli istituti <strong>di</strong> ricerca per neutralizzare<br />

i possibili effetti deleteri delle non-risposte. Fra queste, le<br />

principali sono il metodo della lista <strong>di</strong> riserva e la tecnica della<br />

ponderazione.<br />

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7. Come sono state effettuate le interviste?<br />

I principali meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccolta delle informazioni sono le<br />

interviste telefoniche, le interviste faccia a faccia e i questionari<br />

autosomministrati (postali o telematici). Fra gli altri meto<strong>di</strong>, le<br />

interviste «all’angolo della strada» o la pila <strong>di</strong> questionari lasciati a<br />

<strong>di</strong>sposizione dei passanti hanno spesso una funzione pubblicitaria,<br />

e in ogni caso servono solo a conoscere le opinioni <strong>di</strong> quelle<br />

stesse persone che hanno risposto; i questionari ritagliati e rispe<strong>di</strong>ti<br />

a riviste e giornali, le <strong>domande</strong> televisive cui rispondere per<br />

telefono e quelle dei siti web da «votare» via internet danno invece<br />

luogo a degli «pseudo-sondaggi» del tutto legittimi, ma con una<br />

funzione <strong>di</strong> intrattenimento più che conoscitiva.<br />

8. Come sono state formulate le <strong>domande</strong>?<br />

Un <strong>sondaggio</strong> d’opinione non fornisce mai dei dati esaustivi e<br />

incontrovertibili su un argomento, ma unicamente dei ri<strong>sul</strong>tati che<br />

devono essere ricondotti alla domanda specifica che era stata<br />

posta. Il modo in cui una domanda è formulata, infatti, ha un<br />

impatto considerevole <strong>sul</strong>le risposte degli intervistati. Se una domanda<br />

presenta parole troppo <strong>di</strong>fficili, se appare «sbilanciata» in<br />

un senso, se è contrad<strong>di</strong>ttoria, se sembra «suggerire» la risposta o<br />

se utilizza termini carichi <strong>di</strong> forti significati positivi o negativi, in<br />

tutti questi casi i ri<strong>sul</strong>tati finiranno per risentirne. Anche quando<br />

una domanda d’opinione è apparentemente formulata in modo<br />

corretto, resta il fatto che la scelta della parola chiave (la «madre»<br />

o la «mamma») all’interno della domanda stessa può influenzare<br />

pesantemente la risposta. Data la forte <strong>di</strong>pendenza dei ri<strong>sul</strong>tati<br />

«assoluti» <strong>di</strong> un <strong>sondaggio</strong> dalla formulazione della domanda,<br />

dunque, il metodo più utile per leggere un <strong>sondaggio</strong> resta quello<br />

del confronto tra i «sottogruppi» <strong>di</strong> una popolazione, oppure<br />

quello del confronto con altri sondaggi eseguiti in precedenza a<br />

partire dalle stesse, identiche <strong>domande</strong>.<br />

9. In che or<strong>di</strong>ne sono state poste?<br />

Questa è un’altra delle informazioni che è particolarmente<br />

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aro avere a <strong>di</strong>sposizione. Tuttavia, sarebbe sempre opportuno<br />

poter dare uno sguardo all’intero questionario, perché talvolta le<br />

percentuali un po’ «anomale» attribuite a una risposta si spiegano<br />

con un «effetto contesto» <strong>di</strong>pendente dalle <strong>domande</strong> precedenti.<br />

Altre volte, le risposte possono essere influenzate dall’or<strong>di</strong>ne degli<br />

items, vale a <strong>di</strong>re dalle alternative fra cui l’intervistato è invitato a<br />

scegliere. Su quest’ultimo punto, una necessaria precauzione da<br />

parte degli istituti è quella <strong>di</strong> far ruotare a ogni intervista l’or<strong>di</strong>ne<br />

degli items stessi.<br />

<strong>10</strong>. Ha senso fare un <strong>sondaggio</strong> su un tema del genere?<br />

Questa domanda <strong>di</strong> fondo solleva il problema classico delle<br />

«non-opinioni», ossia delle risposte fornite un po’ a casaccio dagli<br />

intervistati a proposito dei temi più lontani dai loro interessi<br />

personali e dalle loro sfere <strong>di</strong> competenza. Il rischio <strong>di</strong> ottenere<br />

ri<strong>sul</strong>tati privi <strong>di</strong> senso è in questi casi elevato, proprio perché gli<br />

intervistati tendono a fornire una risposta anche quando non<br />

<strong>di</strong>spongano <strong>di</strong> opinioni ben precise in merito all’argomento della<br />

domanda. Un <strong>sondaggio</strong> affidabile, dunque, è anche un <strong>sondaggio</strong><br />

che evita <strong>di</strong> indagare su temi ignoti alla maggior parte della gente,<br />

e che rinuncia a porre tutte quelle <strong>domande</strong> destinate a raccogliere<br />

soltanto un’artificiosa serie <strong>di</strong> «non-opinioni».<br />

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