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Villaggio Crespi d’Adda

Crespi d’adda si configura come modello di studio per le molteplici aree di sicuro interesse legate all’architettura, all’urbanistica e per le implicazioni sociologiche ed economiche.

Crespi d’adda si configura come modello di studio per le molteplici aree di sicuro interesse legate all’architettura, all’urbanistica e per le implicazioni sociologiche ed economiche.

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<strong>Villaggio</strong><br />

<strong>Crespi</strong> <strong>d’Adda</strong><br />

Sommario<br />

IL FENOMENO DEI VILLAGGI OPERAI ...........................3<br />

IL CASO CRESPI D’ADDA....................................................3<br />

LA STORIA DEL VILLAGGIO CRESPI D’ADDA................6<br />

LE ABITAZIONI....................................................................8<br />

LE STRUTTURE COMUNI...................................................9<br />

IL CIMITERO........................................................................12


IL FENOMENO<br />

DEI VILLAGGI OPERAI<br />

IL CASO<br />

CRESPI D’ADDA<br />

<strong>Crespi</strong> d’adda si configura come modello<br />

di studio per le molteplici aree di<br />

sicuro interesse legate all’architettura,<br />

all’urbanistica e per le implicazioni<br />

sociologiche ed economiche.<br />

La sua conformazione<br />

originaria<br />

è pressoché<br />

intatta fatta<br />

eccezione per<br />

le poche modifiche<br />

avvenute<br />

intorno al 1925<br />

a conferma di<br />

come l’opera costruttiva<br />

fosse<br />

strutturalmente ben inserita<br />

e studiata nel suo<br />

contesto topografico e<br />

funzionale alle logiche<br />

del suo fondatore.<br />

A ciò si aggiunge il fatto<br />

che il sito è sempre stato<br />

contraddistinto dalla costante<br />

mono-produttiva, ossia la<br />

destinazione d’uso è rimasta<br />

quella del cotonificio o<br />

della manifattura tessile, e<br />

da una limitata crescita del<br />

nucleo abitativo originale,<br />

conservando inalterato<br />

l’equilibrio ambientale.<br />

Un esempio di esperimento<br />

autarchico<br />

ispirato ad intenzioni<br />

socio umanitarie,<br />

e caratterizzato da<br />

rigide norme moralistiche<br />

frutto di<br />

un compromesso<br />

tra interessi del<br />

capitalismo industriale<br />

e tensione<br />

utopistica verso<br />

comunità ideali,<br />

un concetto che porterà<br />

il villaggio operaio ad essere<br />

recepito come “modello” di<br />

insediamento.<br />

pagina 3 by cesterphoto.altervista.org<br />

by cesterphoto.altervista.org<br />

pagina 4


LA STORIA DEL<br />

VILLAGGIO<br />

CRESPI D’ADDA<br />

Il villaggio <strong>Crespi</strong> sorge<br />

sull’Adda vicino a Capriate<br />

a soli 15 Km da<br />

Bergamo.<br />

Cristoforo Benigno <strong>Crespi</strong><br />

nel 1875 decide di acquistare<br />

il terreno dove immagina di<br />

costruire il suo cotonificio e<br />

tutt’attorno le<br />

abitazioni degli<br />

soggiorno in Inghilterra,<br />

operai.<br />

pub-<br />

Lo studio del<br />

blica la pianta<br />

sito e del potenziale<br />

del villaggio<br />

umano<br />

(all’interno di<br />

da investire nel<br />

un volume edito<br />

lavoro sono decisive,<br />

da Hoepli<br />

il paese<br />

1894), e si adopera<br />

abbonda di energia idrica (in<br />

ad ampliare la fabbrica<br />

principio non esistevano ancora<br />

dando così vita al progetto<br />

le macchine elettriche e di una cittadella industriale.<br />

gli alberi di trasmissione) e la Esiste a tal proposito la<br />

manodopera, reclutata dalle mappa catastale risalente al<br />

campagne, è abituata al lavoro<br />

1898 depositata presso l’ar-<br />

e non è proletarizzata, altro chivio notarile di Bergamo.<br />

ENTRATA PRINCIPALE<br />

elemento favorevole è la van-<br />

pagina 5<br />

ALLA FABBRICA by cesterphoto.altervista.org<br />

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pagina 6<br />

taggiosa condizione tariffaria<br />

goduta da questo settore<br />

di attività.<br />

L’ideazione si muove sulla<br />

scorta degli esempi europei<br />

e americani, tuttavia l’impronta<br />

determinante viene<br />

dal figlio di <strong>Crespi</strong> che, al<br />

ritorno da un


castello dei <strong>Crespi</strong><br />

LE ABITAZIONI<br />

Le abitazioni degli operai<br />

e le diverse strutture sociali,<br />

sono infatti concentrate<br />

attorno alla fabbrica<br />

e al castello (villa padronale),<br />

ovvero l’abitazione<br />

della famiglia <strong>Crespi</strong> sorta<br />

tra il 1893 e il 1894. La<br />

residenza padronale venne<br />

decorata con stemmi<br />

gentilizi, fregi zoomorfi,<br />

bifore e trifore neoromantiche.<br />

Al centro la fabbrica con<br />

le sue poderose ciminiere,<br />

circondata dalle case degli<br />

operai, case condominiali,<br />

villette uni o bifamiliari<br />

per le quali veniva pagata<br />

la pigione trattenuta sulla<br />

busta paga del capofamiglia.<br />

Alla periferia del nucleo<br />

principale, sorsero abitazioni<br />

di miglior pregio,<br />

in totale cinque, dotate di<br />

giardino con recinto attorno<br />

e destinate agli impiegati<br />

e ai capireparto. Otto<br />

le palazzine per i dirigenti,<br />

ampie, su tre piani, circondate<br />

a verde.<br />

particolare esterno<br />

di un’abitazione<br />

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LE STRUTTURE<br />

COMUNI<br />

Tra le strutture comuni la<br />

scuola, gestita da maestre<br />

stipendiate dai <strong>Crespi</strong>, l’asilo,<br />

affidato ad un istituto<br />

di suore, la cooperativa di<br />

consumo, l’ambulatorio e<br />

la chiesa.<br />

I due lavatoi, di cui uno<br />

non in ottimo stato di conservazione,<br />

servivano ad<br />

evitare lunghi tragitti, tralaltro<br />

faticosi, alle donne<br />

del paese intente a lavare i<br />

panni di famiglia.<br />

Come ebbe a dire lo stesso<br />

<strong>Crespi</strong>:<br />

“il lavatoio pubblico risparmia<br />

alle donne di fare<br />

lunga strada col peso della<br />

biancheria sul dorso o sulle<br />

braccia per recarsi al fiume,<br />

e correre il rischio di lavare<br />

nelle sue acque impetuose.<br />

Esso è diviso in due parti,<br />

di cui l’una serve a lavare e<br />

L’edificio scolastico e<br />

l’asilo<br />

Uno dei due lavatoi<br />

L’ambulatorio medico<br />

piccolo ospedale<br />

l’altra a risciacquare ed, in<br />

quest’ultima entrano circa<br />

cento litri di acqua al minuto,<br />

che passa poi nella<br />

prima sopra apposito sfioratolo,<br />

e si scarica immediatamente<br />

in un tombino”.<br />

Un edificio di un solo piano,<br />

vicino alla sede dell’ambulatorio,<br />

era il punto dove<br />

un tempo c’erano i bagni<br />

pubblici che vennero utilizzati<br />

dagli abitanti fino<br />

a quando non furono realizzati<br />

i bagni collegati alle<br />

abitazioni.<br />

All’interno dell’edificio<br />

esisteva una grande vasca<br />

in cui i ragazzi del villaggio<br />

potevano passare il tempo<br />

a nuotare e fare ginnastica.<br />

Da una testimonianza:<br />

“si andava lì a fare la doccia<br />

al sabato. Pur essendo aperto<br />

tutti i giorni ci si andava<br />

al sabato perché, a quel<br />

tempo, ci si lavava meno<br />

spesso di oggi”.<br />

La chiesa<br />

Particolare dello<br />

stabilimento<br />

Lavatoio all’entrata<br />

del paese<br />

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IL CIMITERO<br />

In ultimo il cimitero, nel<br />

quale sorge imponente<br />

il Mausoleo dei <strong>Crespi</strong><br />

strutturato come una<br />

piramide a gradoni, circondato<br />

dalle tombe dei<br />

dipendenti, piccole croci<br />

bianche in un esteso prato<br />

all’inglese.<br />

Per la sua ideazione venne<br />

indetto, nel 1896, un concorso<br />

pubblico per mezzo<br />

dell’Accademia di Brera<br />

di Milano. Si scelse infine<br />

il progetto dell’Architetto<br />

Gaetano Moretti.<br />

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CESTERPHOTO<br />

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