Villaggio Crespi d’Adda
Crespi d’adda si configura come modello di studio per le molteplici aree di sicuro interesse legate all’architettura, all’urbanistica e per le implicazioni sociologiche ed economiche.
Crespi d’adda si configura come modello di studio per le molteplici aree di sicuro interesse legate all’architettura, all’urbanistica e per le implicazioni sociologiche ed economiche.
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IL FENOMENO<br />
DEI VILLAGGI OPERAI<br />
IL CASO<br />
CRESPI D’ADDA<br />
<strong>Crespi</strong> d’adda si configura come modello<br />
di studio per le molteplici aree di<br />
sicuro interesse legate all’architettura,<br />
all’urbanistica e per le implicazioni<br />
sociologiche ed economiche.<br />
La sua conformazione<br />
originaria<br />
è pressoché<br />
intatta fatta<br />
eccezione per<br />
le poche modifiche<br />
avvenute<br />
intorno al 1925<br />
a conferma di<br />
come l’opera costruttiva<br />
fosse<br />
strutturalmente ben inserita<br />
e studiata nel suo<br />
contesto topografico e<br />
funzionale alle logiche<br />
del suo fondatore.<br />
A ciò si aggiunge il fatto<br />
che il sito è sempre stato<br />
contraddistinto dalla costante<br />
mono-produttiva, ossia la<br />
destinazione d’uso è rimasta<br />
quella del cotonificio o<br />
della manifattura tessile, e<br />
da una limitata crescita del<br />
nucleo abitativo originale,<br />
conservando inalterato<br />
l’equilibrio ambientale.<br />
Un esempio di esperimento<br />
autarchico<br />
ispirato ad intenzioni<br />
socio umanitarie,<br />
e caratterizzato da<br />
rigide norme moralistiche<br />
frutto di<br />
un compromesso<br />
tra interessi del<br />
capitalismo industriale<br />
e tensione<br />
utopistica verso<br />
comunità ideali,<br />
un concetto che porterà<br />
il villaggio operaio ad essere<br />
recepito come “modello” di<br />
insediamento.<br />
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