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La sala d'armi del museo Poldi Pezzoli - UBI Banca

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LA NUOVA “SALA D’ARMI”<br />

DEL MUSEO POLDI PEZZOLI<br />

UN’OPERA DI ARNALDO POMODORO<br />

DI ANNALISA ZANNI<br />

Da pochi mesi ( stata aperta al pubblico il 2 giugno<br />

scorso) il Museo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong> propone in una<br />

<strong>del</strong>le sale un nuovo intervento <strong>museo</strong>grafico affidato<br />

ad un grande artista contemporaneo.<br />

Il Museo ha voluto in questo modo dare un<br />

segno, profondo e radicale, al proprio percorso,<br />

realizzando un nuovo mo<strong>del</strong>lo di intervento sia<br />

<strong>museo</strong>grafico che <strong>museo</strong>logico. Mai, fino a questo<br />

momento, un grande artista contemporaneo era<br />

stato incaricato di interpretare una <strong>del</strong>le pi<br />

importanti collezioni dÕarmi e armature europee<br />

di una casa-<strong>museo</strong> ottocentesca, e di progettarne il<br />

riallestimento. Arnaldo Pomodoro ha creato unÕopera<br />

dÕarte globale, che pone in evidenza e<br />

riporta allÕattenzione di tutti noi una <strong>del</strong>le anime<br />

<strong>del</strong> progetto realizzato da Gian Giacomo <strong>Poldi</strong><br />

<strong>Pezzoli</strong>: quellÕanima che non si prefigge esclusivamente<br />

lo studio <strong>del</strong>la storia e il culto <strong>del</strong>la memoria<br />

patria, la conservazione <strong>del</strong>le opere e la didattica<br />

<strong>del</strong>la conoscenza, ma che persegue innanzi<br />

tutto la ricerca e la contemplazione <strong>del</strong>la bellezza.<br />

Incaricato di<br />

interpretare una<br />

<strong>del</strong>le più importanti<br />

collezioni<br />

d’armi e armature<br />

europee,<br />

Arnaldo<br />

Pomodoro ha<br />

creato un’opera<br />

d’arte globale,<br />

fe<strong>del</strong>e allo spirito<br />

di ricerca e<br />

contemplazione<br />

<strong>del</strong>la bellezza al<br />

quale si ispirò il<br />

progetto di Gian<br />

Giacomo <strong>Poldi</strong><br />

<strong>Pezzoli</strong>.<br />

L’ALLESTIMENTO DI GIAN GIACOMO<br />

POLDI PEZZOLI<br />

<strong>La</strong> Sala dÕArmi fu il primo ambiente <strong>del</strong>la casa<strong>museo</strong><br />

di Gian Giacomo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong> a essere allestito.<br />

Si trovava in origine al primo piano, nelle due<br />

attuali Sale Trivulzio, e aveva un sontuoso arredo<br />

neogotico, realizzato fra il 1846 e il 1851 dal pittorescenografo<br />

Filippo Peroni (che fu attivo anche per il<br />

Teatro alla Scala), con stucchi di Paolo Gazzoli e<br />

vetrate di Pompeo Bertini. LÕeffetto teatrale vi dominava<br />

incontrastato, in una successione di spazi rigorosamente<br />

simmetrica in cui trovavano largo impiego<br />

la panoplia e i manichini che formavano gruppi di<br />

armati. <strong>La</strong> <strong>sala</strong> si presentava con gli accenti neomedievali<br />

di un romanzo storico ottocentesco, in un<br />

trionfo di archi a sesto acuto, volte a crociera, ornati<br />

a bassorilievo in legno e stucco, figure e guerrieri.<br />

<strong>La</strong> volta era dipinta a monocromo, le lunette e i<br />

medaglioni a colori su fondi dorati, le pareti in finta<br />

pietra, il pavimento a losanghe in marmo grigio,<br />

rosso e nero; stendardi, armi, armature, trofei,<br />

vetrine, manichini affollavano lÕambiente. Durante i<br />

bombardamenti <strong>del</strong>lÕagosto 1943<br />

lÕallestimento <strong>del</strong>la Sala dÕArmi<br />

(come quello di quasi tutte le<br />

altre sale <strong>del</strong>la galleria) and˜<br />

distrutto. Nel dopoguerra,<br />

quando il Museo fu ricostruito e<br />

riaperto al pubblico, la collezione<br />

di armi antiche fu trasferita<br />

al pianterreno, dove tuttora<br />

si trova. Nel 1998 il Consiglio<br />

<strong>del</strong>la Fondazione Artistica <strong>Poldi</strong><br />

<strong>Pezzoli</strong> decise di affidare lÕideazione<br />

<strong>del</strong>la Sala dÕArmi, che<br />

accoglie una <strong>del</strong>le pi importanti<br />

raccolte europee dÕarmi e<br />

armature antiche, a un artista e<br />

scultore contemporaneo:<br />

Arnaldo Pomodoro. Un intervento<br />

<strong>museo</strong>grafico molto innovativo,<br />

il primo di questo genere<br />

nella storia di una casa-<strong>museo</strong>.<br />

56 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000


5 7 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000


LA NUOVA SALA D’ARMI<br />

Arnaldo Pomodoro ha costruito una <strong>sala</strong> a volta<br />

acuta, i cui muri in pietra serena accolgono, scavate<br />

entro nicchie, dodici vetrine. I pi prestigiosi<br />

e preziosi pezzi <strong>del</strong>lÕarmeria vi sono sospesi allÕinterno,<br />

i supporti sono celati per rendere, come<br />

racconta lÕartista, Òvisionaria e vissuta la presenza<br />

<strong>del</strong>le armiÓ. Sul fondo <strong>del</strong>lÕarmeria un drappello<br />

di guerrieri europei e orientali e in alto un cavaliere<br />

con la lancia, collocato su una mensola<br />

sospesa e pronto a iniziare un ideale torneo, introducono<br />

il tema <strong>del</strong>la battaglia e <strong>del</strong>lÕeroicitˆ.<br />

Un Òcuneo di vetroÓ al centro <strong>del</strong> pavimento <strong>del</strong>la<br />

<strong>sala</strong> accoglie armi da fuoco italiane ed europee<br />

dal Cinquecento allÕOttocento e il gruppo di armi<br />

ÒpersonaliÓ di Gian Giacomo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong>, e le<br />

mette in relazione con le armature e le armi bianche<br />

prodotte nelle stesso periodo ed esposte nelle<br />

nicchie laterali. Sulla volta trattata in stucco<br />

mescolato con polvere di rame Pomodoro ha<br />

scelto di collocare fregi araldici rivestiti di lamina<br />

di piombo, memoria e evocazione <strong>del</strong> passato<br />

eroico <strong>del</strong>lÕumanitˆ. Dichiara lÕartista: ÒNello sviluppare<br />

il progetto ho concepito la volta stessa<br />

come luogo di una mia scultura sulla ÒBattaglia<br />

nella storia umanaÓ, in quanto gli elementi <strong>del</strong><br />

mio linguaggio di espressionismo astratto si sono<br />

via via disposti in una sorta di Òcielo fantasticoÓ:<br />

quasi come se le armi (collocate nei muri) fossero<br />

in realtˆ impugnate dai grandi guerrieri, in preda<br />

allÕimpeto <strong>del</strong>le loro passioni.Ó Ò... Si tratta di una<br />

volta che sovrasta armature storiche, e che nello<br />

stesso tempo intende questo passato, pur in sŽ<br />

glorioso, come terminato, in nome <strong>del</strong>la pace dei<br />

popoli e per la nascita di nuovi miti di sviluppo<br />

<strong>del</strong>lÕumanitˆÓ. Nelle vetrine lÕilluminazione, progettata<br />

da Piero Castiglioni, scende dallÕalto, enfatizzando<br />

lÕeffetto di sospensione <strong>del</strong>le opere; mentre<br />

nella <strong>sala</strong> e sulla volta soffusa, morbida, e<br />

legge e interpreta le armi da fuoco collocate nella<br />

vetrina centrale. Tutte le opere esposte nella <strong>sala</strong><br />

e allÕinterno <strong>del</strong>le vetrine sono protette dallÕumiditˆ<br />

e dallÕinquinamento, garantite quindi nella<br />

loro conservazione e ÒsaluteÓ, grazie ad un<br />

modernissimo impianto di climatizzazione, che<br />

verrˆ poi adottato in tutte le sale <strong>del</strong> Museo.<br />

58 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000<br />

LA COLLEZIONE D’ARMI E ARMATURE<br />

DI GIAN GIACOMO POLDI PEZZOLI<br />

<strong>La</strong> collezione di armi e armature antiche <strong>del</strong><br />

Museo composta da 1050 pezzi: il gruppo pi<br />

numeroso italiano (armi difensive, armi bianche,<br />

armi d'asta, da botta, da petto e armi da<br />

fuoco) con particolare attenzione alle armi da<br />

parata <strong>del</strong> XVI secolo. Ad esso si aggiungono un<br />

importante nucleo di armi da fuoco (soprattutto<br />

da caccia) <strong>del</strong>lÕEuropa meridionale <strong>del</strong>lo stesso<br />

periodo e un piccolo gruppo di armi e armature<br />

orientali, alcune <strong>del</strong>le quali fabbricate appositamente<br />

per il mercato collezionistico europeo.<br />

Infine deve essere ricordato un piccolo nucleo di<br />

armi <strong>del</strong> XIX secolo, fra le quali quelle ordinate<br />

intorno alla metˆ <strong>del</strong>lÕOttocento da Gian Giacomo<br />

<strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong> a Carlo Maria Colombo, che era<br />

ÒFabbricatore dÕArmi, con laboratorio, deposito<br />

dÕarmi <strong>del</strong>le prime fabbriche, e deposito di<br />

capsulle di prima qualitˆ in Milano, Contrada deÕ<br />

Mercanti dÕOro N. 3220Ó. Tranne alcune armature<br />

ed armi svizzere acquistate presso il pittore<br />

Alessandro Sanquirico, e altri oggetti procurati<br />

dagli antiquari Achille Cantoni e Giuseppe<br />

Baslini, Colombo fu lÕunico fornitore di casa <strong>Poldi</strong><br />

<strong>Pezzoli</strong>: oltre a procurare armi e armature antiche,<br />

si occupava dei loro restauri e integrazioni e<br />

creava anche manichini e supporti per il loro allestimento.<br />

Gli acquisti non occasionali di armi e<br />

ITALO LUPI FIRMA LA NUOVA<br />

CAMPAGNA ISTITUZIONALE<br />

DEL MUSEO POLDI PEZZOLI<br />

REALIZZATA IN COLLABORAZIONE<br />

CON LA BANCA REGIONALE EUROPEA<br />

Nel quadro <strong>del</strong>la collaborazione tra la <strong>Banca</strong><br />

Regionale Europea e il Museo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong>,<br />

stata predisposta una campagna istituzionale che<br />

si svilupperˆ prossimamente a Milano.<br />

<strong>La</strong> creativitˆ <strong>del</strong>lÕarchittetto Italo Lupi,<br />

direttore di Abitare. LÕobiettivo di dare maggiore<br />

visibilitˆ al Museo, con particolare riferimento<br />

al target giovanile. <strong>La</strong> pianificazione prevede<br />

manifesti sulla metropolitana e presso gli<br />

aeroporti di Linate e Malpensa.<br />

Rassegna presenta in anteprima i quattro<br />

manifesti, con un breve commento <strong>del</strong>lÕautore.<br />

ÒIl marchio <strong>del</strong> Museo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong>, che ho<br />

disegnato molti anni fa, cerca di riassumere pi<br />

con i segni che con le parole lo spirito <strong>del</strong> Museo<br />

e, sostituendo alle lettere le immagini, costringe a<br />

un piccolo gioco mentale che aiuta la memorizzazione<br />

<strong>del</strong> suo significato.<br />

Il marchio logotipo diventato cos“ molto<br />

caratterizzante e lÕidea di comunicarlo in una<br />

serie di grandi manifesti, restituendo al marchio<br />

il volto reale <strong>del</strong>la Dama <strong>del</strong> Pollaiolo, ha<br />

suggerito poi di forzare il valore di sintetico<br />

ricordo e suggerisce, sostituendo il volto tradizionale<br />

con lÕimmagine ÒestremizzataÓ di due giovani<br />

dÕoggi, il valore tutto attuale <strong>del</strong>la sua tradizione<br />

e <strong>del</strong>la sua vera culturaÓ.


VIA MANZONI 12, MILANO E-MAIL info@<strong>museo</strong>poldipezzoli.org<br />

DAL MARTEDI ALLA DOMENICA, DALLE ORE 10.00 ALLE 18.00<br />

AD ITALO LUPI FOTO TONI NICOLINI, COPY FRANCESCO GORI, FOTOLITO DE PEDRINI, STAMPA LITORAMA<br />

BANCA REGIONALE EUROPEA<br />

Gruppo <strong>Banca</strong> Lombarda e Piemontese<br />

DAL MARTEDI ALLA DOMENICA, DALLE ORE 10.00 ALLE 18.00<br />

MUSEO POLDI PEZZOLI, VIA MANZONI 12, MILANO<br />

E-MAIL: info@<strong>museo</strong>poldipezzoli.org<br />

BANCA REGIONALE EUROPEA<br />

Gruppo <strong>Banca</strong> Lombarda e Piemontese<br />

AD ITALO LUPI COPY GABRIELE DI MATTEO, FOTOLITO DE PEDRINI, STAMPA LITORAMA<br />

VIA MANZONI 12, MILANO E-MAIL info@<strong>museo</strong>poldipezzoli.org<br />

DAL MARTEDI ALLA DOMENICA, DALLE ORE 10.00 ALLE 18.00<br />

BANCA REGIONALE EUROPEA<br />

Gruppo <strong>Banca</strong> Lombarda e Piemontese<br />

AD ITALO LUPI FOTO CESARE COLOMBO, COPY FRANCESCO GORI, FOTOLITO DE PEDRINI, STAMPA LITORAMA<br />

VIA MANZONI 12, MILANO E-MAIL info@<strong>museo</strong>poldipezzoli.org<br />

DAL MARTEDI ALLA DOMENICA, DALLE ORE 10.00 ALLE 18.00<br />

BANCA REGIONALE EUROPEA<br />

Gruppo <strong>Banca</strong> Lombarda e Piemontese<br />

AD ITALO LUPI FOTO CESARE COLOMBO, COPY FRANCESCO GORI, FOTOLITO DE PEDRINI, STAMPA LITORAMA<br />

59 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000


armature datano con continuitˆ dal 1846 al 1850;<br />

si rarefanno in seguito fino a concludersi nel<br />

1860. Numerosissimi e straordinari i capolavori:<br />

vere e proprie opere di oreficeria che dimostrano<br />

lÕaltissima qualitˆ raggiunta nella lavorazione <strong>del</strong><br />

metallo in Lombardia e a Milano in particolare<br />

nel Cinquecento e nel Seicento. Tecniche e decorazioni<br />

sempre nuove, che citano spesso la moda<br />

vestimentaria e la produzione di tessuti auro-serici<br />

contemporanea, che erano destinate a costruire<br />

lÕimmagine <strong>del</strong>lÕapparire <strong>del</strong> guerriero e <strong>del</strong> principe,<br />

e quindi <strong>del</strong>la forza e <strong>del</strong> potere. Tra questi<br />

oggetti <strong>del</strong>lÕarte suntuaria <strong>del</strong> passato straordinarie<br />

sono le opere dei grandi armaioli milanesi <strong>del</strong><br />

Cinquecento (Francesco e Filippo Negroli, Pompeo<br />

<strong>del</strong>la Cesa, il Maestro <strong>del</strong> Castello) che inventarono<br />

lÕarmamento allÕantica, trasferendo sul<br />

metallo con tecniche raffinate (quali lÕincisione, lo<br />

sbalzo, il cesello, lÕagemina, la damaschinatura) le<br />

allegorie e i miti <strong>del</strong>la classicitˆ; e le armi da<br />

fuoco dei grandi artefici bresciani e tedeschi <strong>del</strong><br />

Cinque e Seicento, ricoperte di intarsi in avorio,<br />

madreperla e osso con scene di caccia. Gian<br />

Giacomo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong> collezionista privilegi˜ sempre<br />

le opere dÕarte lombarde, dai dipinti alle arti<br />

decorative; nel caso <strong>del</strong>le armi e armature, questa<br />

sua attenzione veniva a coincidere con il ruolo<br />

predominante che Milano ebbe, in particolare nel<br />

XVI e XVII secolo, nella produzione di armi e<br />

armature non solo in Italia ma a livello europeo.<br />

Accanto a questi oggetti di altissimo artigianato il<br />

nobile collezionista acquist˜ moltissime opere<br />

ÒserialiÓ, manufatti privi di decorazione che<br />

spesso ricevettero nel corso <strong>del</strong> XIX secolo interventi<br />

di restauro e abbellimento: questi oggetti<br />

erano destinati a creare la decorazione e lÕambiente<br />

suggestivo <strong>del</strong>lÕarmeria romantica che<br />

Filippo Peroni realizz˜ per lui.<br />

oggetti ÒsospesiÓ, scanditi nello spazio e illuminati<br />

da una luce magica che scende dallÕalto creano<br />

<strong>del</strong>le gerarchie di valore che lo spettatore pu˜<br />

immediatamente cogliere. <strong>La</strong> vetrina centrale<br />

espone una ricchissima selezione <strong>del</strong>le armi da<br />

fuoco (tra cui piccoli cannoni, fucili mediorientali<br />

e italiani, colubrine, piastre e canne da fuoco..) e<br />

un gruppo di armi <strong>del</strong> Sette e Ottocento tra cui la<br />

doppietta da caccia costruita per Gian Giacomo<br />

<strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong> dallÕarmaiolo Colombo: un omaggio<br />

al collezionista. Tutti questi oggetti un tempo portatori<br />

di morte, talvolta presentati in esposizioni<br />

museali disordinate e polverose, quasi cimiteriali,<br />

che trasmettono impressioni di distanza e di<br />

abbandono, sono qui sospesi nelle vetrine, vere e<br />

proprie nicchie scavate nella pietra serena, esaltati<br />

nelle loro qualitˆ estetiche e messi in relazione<br />

lÕuno con lÕaltro, illuminati da una luce chiara che<br />

assume un valore simbolico e metafisico.<br />

LÕilluminazione contribuisce ad esaltare la forma<br />

e la decorazione di queste che sono vere e proprie<br />

opere di oreficeria, la prima grande passione<br />

collezionistica di Gian Giacomo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong>.<br />

DÕaltro canto si voluto citare anche il tema <strong>del</strong>lÕarmeria<br />

romantica, in cui armi antiche e allÕantica<br />

restituivano unÕatmosfera, un sogno, un<br />

immaginario eroico <strong>del</strong>le armi e armature da<br />

parata, da duello e da guerra. Il loro allestimento<br />

ÒdecorativoÓ era allusivo di un passato, quello<br />

medievale appunto, al centro <strong>del</strong>lÕattenzione e<br />

<strong>del</strong>la riflessione proprio in quegli anni, in particolare<br />

a Milano. Gian Giacomo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong> lÕaveva<br />

realizzato grazie alla ricchissima scenografia di<br />

Filippo Peroni. A quellÕatmosfera e a quellÕallesti-<br />

L’ALLESTIMENTO DELLE OPERE NELLA<br />

NUOVA “SALA D’ARMI<br />

NellÕallestimento si scelto di privilegiare e valorizzare<br />

i criteri seguiti da Gian Giacomo <strong>Poldi</strong><br />

<strong>Pezzoli</strong> nella creazione di questa sua collezione.<br />

Gli oggetti pi preziosi e rari sono collocati entro<br />

le dodici vetrine protette da vetri antiriflesso, suddivisi<br />

secondo i gruppi collezionistici pi forti e<br />

rappresentati nella raccolta: le armature di<br />

Pompeo <strong>del</strong>la Cesa, le armi bianche e le armature<br />

lombarde <strong>del</strong> Cinquecento, le armi da fuoco italiane<br />

e tedesche <strong>del</strong> Cinque e Seicento, le armi e<br />

armature orientali. AllÕinterno <strong>del</strong>le vetrine gli<br />

60 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000


mento alludono il cavaliere con la lancia in resta<br />

sospeso sul piedistallo, il drappello con i guerrieri<br />

occidentali e orientali, gli elmi e i corsaletti sul<br />

gradino <strong>del</strong>la volta, le panoplie decorative con<br />

scudi, corsetti, balestre e testiere da cavallo sulle<br />

pareti tra le vetrine. Nella vetrine non ci sono cartellini<br />

accanto alle opere. Una piccola pubblicazione<br />

descrive la funzione e lÕuso <strong>del</strong>le diverse<br />

armi, la scelta dei materiali e <strong>del</strong>le tecniche, ne<br />

racconta i committenti e la storia e accompagnerˆ<br />

il visitatore allÕinterno <strong>del</strong>la <strong>sala</strong>. PerchŽ?<br />

Deve essere lasciato grande spazio al rapporto<br />

diretto e personale con lÕincanto <strong>del</strong>lÕopera dÕarte,<br />

che in grado di risvegliare ricordi e sensazioni<br />

di esperienze passate, di trasmettere emozioni<br />

profonde, di suggerire nuovi valori e significati<br />

per gli anni a venire. <strong>La</strong> ricerca <strong>del</strong>la bellezza<br />

stato il progetto di Gian Giacomo <strong>Poldi</strong> <strong>Pezzoli</strong>,<br />

come testimoniano la qualitˆ e lÕeccellenza di<br />

tutte le sue collezioni. LÕincanto <strong>del</strong>la bellezza<br />

rappresentato oggi nel Museo anche dalla Sala<br />

dÕArmi di Arnaldo Pomodoro.<br />

6 1 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000

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