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il progetto della scuola com<strong>un</strong>ale dell’infanzia<br />
e scuola primaria statale<br />
al centro internazionale loris malaguzzi<br />
Il progetto scelto per l’allestimento sul Ponteggio è la bambina del profumo, l’opera proposta<br />
dalla scuola com<strong>un</strong>ale dell’infanzia (sezione 5 anni) e dalla prima classe della scuola<br />
primaria statale al Centro Internazionale Loris Malaguzzi.<br />
I bambini si sono confrontati ed hanno elaborato teorie attorno al desiderio che per loro è<br />
soprattutto atteggiamento, tensione e “molla conoscitiva” per incontrare il mondo, la città<br />
e anche il Ponteggio del Mercato Coperto. I bambini attribuiscono al desiderio valori come<br />
l’<strong>un</strong>iversalità, la gratuità, l’immaterialità.<br />
Le idee dei bambini hanno incontrato, da subito, la concretezza del luogo, immaginando che<br />
anche questo possa avere desideri da decifrare, mettendosi empaticamente in ascolto degli<br />
indizi che offre. Si è attivata <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>icazione sensibile: la pelle dei bambini e del Ponteggio<br />
sono state viste e vissute come interfacce com<strong>un</strong>icative vibranti.<br />
<strong>Per</strong> com<strong>un</strong>icare con il muro prendiamo le nostre idee nelle mani,<br />
le appoggiamo al muro, è come se mia madre avesse <strong>un</strong> bambino nella pancia: io<br />
lo tocco e lui sente la mia mano. (Arianna 7 anni)<br />
Il muro se lo tocchi vibra, ha il modo di darti i messaggi. (Kevin 6,6 anni)<br />
I bambini, grazie alla relazione empatica e reciproca, hanno scoperto i segni del desiderio del<br />
luogo, come <strong>un</strong> geranio selvatico che stava crescendo in quei giorni l<strong>un</strong>go il marciapiede di<br />
fronte al Mercato Coperto.<br />
Ci voleva dire qualcosa quella piantina, ci voleva dire che lui voleva essere<br />
profumato. (Arianna 7 anni)<br />
A partire da questa dimensione di ascolto, i bambini hanno fatto ipotesi per dare forma<br />
com<strong>un</strong>icativa alle loro idee, attraverso più linguaggi (grafico, pittorico e digitale), sviluppando<br />
<strong>un</strong>’idea collettiva, tesa a creare <strong>un</strong> progetto ambientale.<br />
Ne è nata <strong>un</strong>a grande teoria visiva, la bambina del profumo, che sintetizza il modo che i<br />
bambini hanno di sentire e abitare il luogo e di essere, a loro volta, attraversati da esso.<br />
Il grande disegno rende visibile questa reciprocità, testimonia <strong>un</strong> corpo intelligente, che<br />
comprende il mondo attraverso <strong>un</strong>a relazione fisica con esso, come ci svelano gli ultimi studi<br />
delle neuroscienze.<br />
Il profumo che entra ed esce dal corpo, in <strong>un</strong>a rigenerazione vitale, con variazioni d’intensità,<br />
rese sensibili dai diversi segni e durezze della grafite, crea <strong>un</strong>a relazione trasformativa<br />
reciproca e diventa il filo di connessione tra la bambina e la città.<br />
Il progetto finale per il Ponteggio è <strong>un</strong>’opera ambientale, composta da tre parti, connesse<br />
tra loro: nella zona superiore troviamo il grande disegno, la bambina del profumo, icona<br />
dell’incontro partecipato tra l’umanità e la bellezza generata dal profumo. Il profumo diventa<br />
metafora di <strong>un</strong> desiderio collettivo, di <strong>un</strong> benessere condiviso.<br />
Tutti lo odorano e fai stare bene tutti gli amici. (Elena 5,7 anni)<br />
Se <strong>un</strong> desiderio lo tengono tutti, è <strong>un</strong> desiderio sempre più grande, perché ci sono<br />
tante persone che lo tengono stretto. (Lorenzo 5,8 anni)