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EVOLUZIONE TETTONICA E MAGMATICA<br />

DELLE PERIDOTITI ERRO-TOBBIO<br />

(GRUPPO DI VOLTRI).<br />

Giovanni B. PICCARDO


INTRODUZIONE E<br />

STATO DELLE CONOSCENZE


RICOSTRUZIONE PALEOGEOGRAFICA<br />

DELLA TETIDE LIGURE (Giurassico superiore)<br />

ERRO<br />

TOBBIO


LE CONOSCENZE al 1993<br />

(Drury et al., 1990; Vissers et al., 1991; Hoogerduijn et al., 1993)<br />

-Le peridotiti <strong>Erro</strong>-<strong>Tobbio</strong> rappresentano un frammento di mantello litosferico<br />

sottocontinentale messo in posto a livelli crostali durante il rifting e l’apertura<br />

del bacino oceanico Ligure-Piemontese;<br />

- Le litologie dominanti non serpentinizzate sono lherzoliti a spinello , lherzoliti a<br />

plagioclasio e duniti;<br />

- I protoliti, rappresentati da peridotiti granulari a spinello, sono attraversati da<br />

5 generazioni di strutture di shear estensionale, con diversa associazione<br />

mineralogica:<br />

- peridotiti granulari a spinello (T = 1000-1100°C, facies a spinello);<br />

- peridotiti tettonitiche a spinello (T = 900-1000°C);<br />

-Peridotiti milonitiche a plagioclasio (950-1000°C);<br />

-Peridotiti tettoniti milonitizzate a plagioclasio (T = 900-970°C);<br />

- Miloniti ad orneblenda (T = 800-900°C);<br />

- Miloniti a serpentino (T < 500°C).<br />

Le peridotiti <strong>Erro</strong>-<strong>Tobbio</strong> risalirono lungo una traiettoria di subsolidus, con<br />

decremento di temperatura: una simile traiettoria P-T e’ tipica di sezioni di<br />

mantello che risalgono <strong>com</strong>e footwall di un sistema estensionale asimmetrico<br />

dominato da simple shear.


MAPPA DELL’AREA GORZENTE - PRAGLIA<br />

Panorama Point<br />

Torrente Gorzente Nord<br />

Guado<br />

Piani di Praglia


MAPPA DETTAGLIATA DELL’AREA GORZENTE<br />

DISTRIBUZIONE DELLE LITOLOGIE PRESENTI<br />

Panorama Point<br />

Peridotiti granulari<br />

Protoliti di mantello<br />

Peridotiti tettonitiche<br />

Peridotiti<br />

indifferenziate<br />

Miloniti Serpentinitiche<br />

(Unita’ <strong>Erro</strong>-<strong>Tobbio</strong>)<br />

Serpentinoscisti antigoritici<br />

(Unita’ Beigua)<br />

Guado


RECENTI CONTRIBUTI<br />

1) E’ stata riconosciuta la presenza di masse di grande estensione di<br />

peridotiti reattive a spinello, di peridotiti impregnate a<br />

plagioclasio e di duniti di sostituzione, derivate dall’interazione<br />

fra peridotite e fusi astenosferici percolanti per flusso poroso<br />

(Piccardo et al., 2004).<br />

2) E’ stato riconosciuta la presenza di peridotiti a spinello di tipo<br />

reattivo derivate dall’interazione della peridotite con un fuso<br />

percolante (Rampone et al., 2004).<br />

3) Sono stati presentati dati isotopici su tettoniti-miloniti a<br />

plagioclasio, che forniscono un’eta’ Permiana ( 273-313 Ma),<br />

interpretata <strong>com</strong>e l’eta’ di transizione di subsolidus da facies a<br />

spinello a facies a plagioclasio (Rampone et al., 2005).<br />

4) Sono state studiate piccole intrusioni di cumuliti ultrafemiche e<br />

gabbriche ad affinita’ N-MORB , che forniscono eta’ Sm-Nd<br />

Giurassica Inferiore (circa 180 Ma) (Borghini et al., 2005).


LO STATO ATTUALE DELLE<br />

CONOSCENZE<br />

(Piccardo et al., 2006)<br />

Un programma integrato interdisciplinare di ricerche geologicostrutturali<br />

di terreno, petrografiche e microstrutturali,<br />

petrologiche e geochimiche ha investigato:<br />

1) Le litologie presenti<br />

2) I loro rapporti geometrici sul terreno<br />

3) Le caratteristiche petrologiche-geochimiche delle litologie<br />

principali<br />

4) La <strong>com</strong>posizione dei fusi presenti durante le fasi magmatiche<br />

5) La ricostruzione dell’evoluzione geodinamica<br />

IL PRESENTE SEMINARIO E’ FONDAMENTALMENTE<br />

BASATO SUI RISULTATI DI QUESTO PROGRAMMA


LE LITOLOGIE<br />

LITOSFERICHE<br />

PRE-ESISTENTI I PROCESSI<br />

DI INTERAZIONE FUSO-<br />

PERIDOTITE


LE LERZHOLITI A SPINELLO<br />

LITOSFERICHE<br />

ALCUNE CARATTERISTICHE DI<br />

TERRENO E PETROGRAFICHE-<br />

STRUTTURALI


LE LHERZOLITI LITOSFERICHE A<br />

SPINELLO<br />

I caratteri distintivi:<br />

1) Composizione lherzolitica a spinello;<br />

2) Struttura da granulare a porfiroclastica, spesso deformata;<br />

3) Presenza di bande di pirosseniti a spinello, a volte piegate in<br />

modo isoclinale: indicano l’intrusione, a profondita’ di facies a<br />

spinello, di fusi basaltici;<br />

4) Formazione di tettoniti-miloniti a spinello lungo zone di shear.<br />

Al microscopio:<br />

1) Presenza di concrescimenti (clusters) di opx+sp: derivano da<br />

ricristallizzazione in facies a spinello di un precedente granato;<br />

2) Presenza di sottili essoluzioni vermicolari di sp al bordo dei<br />

porfiroclasti di opx: indicano l’essoluzione di <strong>com</strong>ponenti Mg-<br />

Tschermakitiche, sotto forme di spinello, da un precedente opx<br />

piu’ alluminifero, stabile a temperature piu’ elevate.


LE LHERZOLITI LITOSFERICHE A<br />

SPINELLO<br />

ASPETTI DI TERRENO


Peridotite litosferica a spinello


Peridotite tettonitica<br />

a spinello<br />

Peridotite milonitica<br />

a spinello


LE LHERZOLITI LITOSFERICHE A<br />

SPINELLO<br />

Queste lherzoliti rappresentano il protolite del mantello<br />

litosferico, preesistente ai processi di interazione fusoperidotite<br />

che interessarono in seguito la peridotite.<br />

Le caratteristiche petrografiche e micro-strutturali<br />

indicano la risalita della peridotite da livelli profondi<br />

(astenosferici ?) in facies a granato, e la successiva<br />

ricristallizzazione nella litosfera in facies a spinello<br />

(trasformazione granato -> opx+sp), in condizioni di T<br />

decrescente (essoluzione di sp da opx alluminifero).<br />

QUESTE LHERZOLITI DERIVANO DAL<br />

MANTELLO ASTENOSFERICO A GRANATO<br />

ACCRETO ALLA LITOSFERA E<br />

RICRISTALLIZZATO IN FACIES A SPINELLO


LE LITOLOGIE PRODOTTE<br />

DA PROCESSI DI<br />

INTERAZIONE FUSO-<br />

PERIDOTITE


LE HARZBURGITI GRANULARI<br />

A SPINELLO


LE HARZBURGITI GRANULARI A<br />

SPINELLO<br />

I caratteri distintivi:<br />

1) Composizione harzburgitica a spinello, con cpx molto variabile<br />

in percentuale (da 1 a 10%);<br />

2) Struttura granulare a grana grossa;<br />

3) Dissoluzione delle bande di pirosseniti a spinello della preesistente<br />

lherzolite; la loro esistenza nelle peridotiti pre-esistenti<br />

e’ testimoniata dalla presenza di allineamenti di spinello relitto.<br />

Al microscopio:<br />

1) Presenza di microstrutture di reazione fuso-peridotite: bordi di<br />

nuova olivina indeformata attorno ai porfiroclasti essoluti e<br />

deformati di ortopirosseno e clinopirosseno;<br />

2) Presenza di strutture relitte del protolite: i) concrescimenti<br />

(clusters) di opx+sp, ii) essoluzioni di sp nei porfiroclasti di opx.


LE HARZBURGITI GRANULARI A<br />

SPINELLO<br />

ASPETTI DI TERRENO


Harzburgite granulare reattiva<br />

Bande pirossenitiche<br />

<strong>com</strong>pletamente disciolte


LE HARZBURGITI GRANULARI A<br />

SPINELLO<br />

CARATTERISTICHE PETROGRAFICHE<br />

E MICROSTRUTTURALI


Bordo di nuova olivina indeformata che sostituisce un porfiroclasto essoluto di opx


Digitazione di nuova olivina indeformata che sostituisce un porfiroclasto di opx


Cristallo di nuova olivina fra porfiroclasti essoluti di pirosseni di mantello


Cristallo di nuova olivina che sostituisce un porfiroclasto molto deformato e<br />

kinkato di opx: questa struttura indica che le percolazione reattiva e’ successiva<br />

alla deformazione che trasforma le lherzoliti lithosferiche in tettoniti e spinello


Cristallo di nuova olivina che sostituisce un porfiroclasto molto deformato e<br />

kinkato di opx: questa struttura indica che le percolazione reattiva e’ successiva<br />

alla deformazione che trasforma le lherzoliti litosferiche in tettoniti a spinello


Cristallo di nuova olivina che sostituisce un porfiroclasto molto deformato e<br />

kinkato di opx: questa struttura indica che le percolazione reattiva e’ successiva<br />

alla deformazione che trasforma le lherzoliti litosferiche in tettoniti a spinello


LE HARZBURGITI GRANULARI<br />

(REATTIVE) SPINELLO<br />

Le strutture di dissoluzione dei pirosseni e di formazione<br />

di olivina indicano processi di interazione fuso/peridotite,<br />

da parte di un fuso sottosaturo in pirosseni e silice.<br />

I relitti microstrutturali del protolite e la dissoluzione<br />

delle bande pirossenitiche indicano che la percolazione<br />

reattiva avvenne su una preesistente peridotite litosferica.<br />

Le strutture di reazione su pirosseni molto deformati di<br />

tettoniti a spinello indica che la percolazione reattiva fu<br />

successiva alla deformazione delle zone di shear.<br />

QUESTE PERIDOTITI REATTIVE SONO STATE<br />

FORMATE DALLA PERCOLAZIONE REATTIVA DI<br />

UN FUSO SOTTOSATURO IN PIROSSENI E SILICE,<br />

IN TEMPI SUCCESSIVI ALLA DEFORMAZIONE


LE PERIDOTITI A<br />

PLAGIOCLASIO


LE PERIDOTITI A PLAGIOCLASIO<br />

I caratteri distintivi:<br />

1) Composizione ricca in plagioclasio, in concentrazioni variabili<br />

fino ad oltre il 25%.<br />

2) Struttura granulare, a volte foliata con il plagioclasio<br />

concentrato in banderelle allungate lungo la foliazione.<br />

Al microscopio:<br />

1) Presenza di plaghe di opx che sostituiscono l’olivina di mantello;<br />

2) Presenza di cristalli di plagioclasio indeformati che tagliano<br />

l’olivina deformata di mantello;<br />

3) Presenza di strutture di reazione fuso-peridotite: bordi (corone)<br />

di opx+plg che sostituiscono parzialmente i porfiroclasti<br />

deformati di cpx di mantello;<br />

4) Presenza di piccole plaghe interstiziali, a volte in forma di<br />

aggregati microsimplectitici, di opx+plg, e di piccole tasche<br />

micro-gabbro-noritiche (a opx+plg).


LE PERIDOTITI A PLAGIOCLASIO<br />

ASPETTI DI TERRENO


Peridotite a spinello<br />

Peridotite<br />

a plagioclasio


Peridotite impregnata<br />

a plagioclasio<br />

Peridotite granulare<br />

a spinello


LE PERIDOTITI A PLAGIOCLASIO<br />

CARATTERISTICHE PETROGRAFICHE<br />

E MICROSTRUTTURALI


Corona di opx attorno a porfiroclasto essoluto di cpx: reazione fra un fuso saturo<br />

in opx (silice), ma sottosaturo in cpx, e il porfiroclasto di cpx di mantello


Corona di opx attorno a porfiroclasto di cpx: reazione fra un fuso saturo in opx<br />

(silice), ma sottosaturo in cpx, e il porfiroclasto di cpx di mantello


Corona di opx attorno a porfiroclasto di cpx: reazione fra un fuso saturo in opx<br />

(silice), ma sottosaturo in cpx, e il porfiroclasto di cpx di mantello


Bordo di opx fra porfiroclasti di cpx e di ol: reazione fra un fuso saturo in opx<br />

(silice), ma sottosaturo in cpx, e il porfiroclasto di cpx di mantello


Plaga millimetrica di simplectite a opx+plg che ha sostituito quasi<br />

<strong>com</strong>pletamente un porfiroclasto di cpx di mantello


Bordo di plg fra sp e ol: notare il sottile bordo di opx sull’ ol, formato per<br />

reazione fuso-olivina. Questa struttura indica che plg e ol non sono all’equilibrio,<br />

<strong>com</strong>e sono se la struttura rappresenta la reazione metamorfica px+sp -> ol+plg.


LE PERIDOTITI A PLAGIOCLASIO<br />

Queste peridotiti sono rocce ibride, cioe’ <strong>com</strong>poste da una<br />

sp-peridotite in cui un fuso percolante ha cristallizzato<br />

plagioclasio e materiale gabbro-noritico (opx+plg).<br />

Il fuso basaltico ha inizialmente percolato la roccia<br />

peridotitica, interagendo con olivina e cpx, e poi ha<br />

iniziato a cristallizzare materiale micro-gabbrico.<br />

Le reazioni mineralogiche (reazione del fuso percolante<br />

con olivina e cpx e formazione di opx) indicano che il fuso<br />

era saturo in opx (silice), ma non in cpx.<br />

QUESTE PERIDOTITI ARRICCHITE IN<br />

PLAGIOCLASIO E MATERIALE MICRO-<br />

GABBRICO DERIVANO DALL’IMPREGNAZIONE<br />

(RIFERTILIZZAZIONE DI SP-PERIDOTITI DA<br />

PARTE DI UN FUSO SATURO IN SILICE


LE DUNITI A SPINELLO DI<br />

SOSTITUZIONE


LE DUNITI A SPINELLO<br />

DI SOSTITUZIONE<br />

I caratteri distintivi:<br />

1) Composizione esclusivamente formata da olivina e spinello;<br />

2) Struttura granulare, a grana grossa, con l’olivina che puo’<br />

raggiungere dimensioni centimetriche;<br />

3) Contatti netti con la peridotite incassante;<br />

4) Andamento generalmente concordante con fasce fortemente<br />

deformate delle rocce preesistenti, sia fasce di shear a struttura<br />

milonitica in facies a spinello, che fasce deformate in peridotiti a<br />

plagioclasio;<br />

5) Andamento discordante con la foliazione della peridotite<br />

incassante e le bande pirossenitiche: treni di spinello proseguono<br />

indeformate dalla peridotite incassante all’interno della banda<br />

dunitica, indicando chiaramente l’origine per sostituzione di queste<br />

bande.


LE DUNITI A SPINELLO DI<br />

SOSTITUZIONE<br />

ASPETTI DI TERRENO


Dunite a spinello<br />

Harzburgite granulare<br />

a spinello<br />

Dunite a spinello


Dunite<br />

a spinello<br />

Allineamento di spinelli<br />

Banda pirossenitica<br />

Peridotite tettonitica<br />

a spinello


Peridotite<br />

tettonitica<br />

a spinello<br />

Peridotite tettonitica<br />

a spinello<br />

foliazione<br />

Dunite a spinello<br />

Dunite a spinello<br />

Dunite a spinello


LE DUNITI A SPINELLO DI<br />

SOSTITUZIONE<br />

Queste bande e canali di dunite sono state formate dalla<br />

percolazione focalizzata lungo discontinuita’ strutturali e<br />

<strong>com</strong>posizionali di fusi sottosaturi in pirosseni, che hanno<br />

provocato la dissoluzione totale dei pirosseni della<br />

peridotite attraversata. Questi canali ad alta porosita’ e<br />

permeabilita’ sono stati in seguito utilizzati da fusi<br />

astenosferici per risalire a velocita’ piu’ “elevate”.<br />

Rari filoncelli gabbrici ac<strong>com</strong>pagnano le duniti: essi<br />

possono rappresentare la cristallizzazione intrusiva dei<br />

fusi che percolavano nelle duniti e furono espulsi.<br />

QUESTE DUNITI DI SOSTITUZIONE SI SONO<br />

FORMATE PER PERCOLAZIONE FOCALIZZATA<br />

DI FUSI SOTTOSATURI IN PIROSSENI E SILICE


L’EVOLUZIONE TETTONICO-<br />

METAMORFICA E<br />

MAGMATICA SUCCESSIVA AI<br />

PROCESSI DI INTERAZIONE<br />

FUSO-PERIDOTITE


L’EVOLUZIONE TETTONICO-<br />

METAMORFICA<br />

LE TETTONITI-MILONITI IN<br />

FACIES A PLAGIOCLASIO<br />

ASPETTI DI TERRENO


Peridotite a plagioclasio foliata<br />

Tettonite-milonite<br />

a plg,<br />

deformazione post-impregnazionme<br />

PLG<br />

OPX


L’EVOLUZIONE MAGMATICA<br />

PRECOCE<br />

LE INTRUSIONI DI FILONI<br />

GABBRICI E PICCOLI CORPI DI<br />

CUMULATI FEMICI-<br />

ULTRAFEMICI


LE INTRUSIONI GABBRICHE<br />

Filoni e piccoli corpi decametrici di gabbri olivinici e, piu’<br />

raramente, di Fe-gabbri intrudono le peridotiti di <strong>Erro</strong>-<strong>Tobbio</strong><br />

(Piccardo, 1984; Hoogerduijn Strating et al., 1990, Borghini et al.,<br />

2006): essi mostrano una chiara affinita’ MORB per i fusi<br />

capostipiti. Essi mostrano contatti intrusivi primari con tutti i tipi<br />

di rocce precedenti: in alcuni casi, essi tagliano peridotiti<br />

tettonitiche ricche in plagioclasio, indicando che essi furono intrusi<br />

successivamente alla forte deformazione che produsse queste rocce,<br />

dopo il processo di impregnazione.<br />

Le rocce gabbriche si intrusero presumibilmente a condizioni di<br />

facies a plagioclasio: stime geobarometriche indicano (Borghini et<br />

al., 2006) pressioni di intrusione di circa 0.3-0.5 GPa.<br />

I dati geocronologici disponibili su queste rocce intrusive MORB<br />

indicano eta’ Sm-Nd di 180+/-14 Ma per l’ evento intrusivo MORB<br />

(Rampone et al., 2005).


L’EVOLUZIONE TETTONICO-<br />

METAMORFICA TARDIVA<br />

LE MILONITI IN FACIES A<br />

ANFIBOLO E CLORITE<br />

ASPETTI DI TERRENO


Ex-Pirossenite<br />

Allineamento di sp<br />

Dunite foliata<br />

a clorite su spinello<br />

Peridotite milonitica<br />

a clorite e anfibolo


L’EVOLUZIONE MAGMATICA<br />

TARDIVA<br />

L’ INTRUSIONE DI FILONI<br />

BASALTICI


I FILONI BASALTICI<br />

Occasionalmente, sono presenti dicchi basaltici porfirici a grana<br />

fine-media che mostrano affinita’ geochimica MORB (Piccardo,<br />

1984; Hoogerduijn Strating et al., 1990).<br />

Essi sono intrusi frequentemente lungo fasce serpentinitiche e sono<br />

trasformati in rocce eclogitiche, che preservano <strong>com</strong>posizioni<br />

basaltiche con Na, e in rocce rodingitiche, che mostrano<br />

<strong>com</strong>posizioni fortemente arricchite in Ca e impoverite in alcali e<br />

silice. Questo fatto sembra indicare che le rocce basaltiche furono<br />

intruse:<br />

i) dopo la serpentinizzazione delle peridotiti e quindi mantennero<br />

inalterata la loro <strong>com</strong>posizione chimica;<br />

ii) prima della serpentinizzazione delle peridotiti e quindi la loro<br />

<strong>com</strong>posizione chimica fu modificata durante i processi di<br />

alterazione oceanica (serpentinizzazione).<br />

L’intrusione dei filoni basaltici rappresenta l’ultimo evento<br />

magmatico, quando le peridotiti erano presso il fondo dell’oceano.


SOMMARIO DEI DATI DI TERRENO<br />

Sono presenti:<br />

1) PROTOLITI DI MANTELLO LITOSFERICO, peridotiti a spinello;<br />

2) PERIDOTITI TETTONITICHE-MILONITICHE A SPINELLO, derivate da<br />

deformazione estensionale delle peridotiti granulari;<br />

3) PERIDOTITI GRANULARI REATTIVE A SPINELLO, che si formano a<br />

spese delle peridotiti litosferiche e delle peridotiti tettonitiche a spinello;<br />

4) PERIDOTITI IMPREGNATE A PLAGIOCLASIO che si formano a spese<br />

delle peridotiti litosferiche, delle tettoniti a spinello e delle peridotiti reattive;<br />

5) DUNITI A SPINELLO che si formano a spese delle peridotiti a plagioclasio,<br />

delle peridotiti granulati, delle tettoniti a spinello e delle peridotiti reattive;<br />

6) TETTONITI-MILONITI A PLAGIOCLASIO, che deformano tutte le<br />

litologie preesistenti;<br />

7) FILONI GABBRICI E PICCOLE INTRUSIONI FEMICHE-<br />

ULTREFEMICHE, che intrudono le tettoniti-miloniti a plagioclasio;<br />

8) MILONITI AD ANFIBOLO E CLORITE, che rappresentano gli stadi piu’<br />

superficiali dell’evoluzione tettonico-metamorfica pre-serpentinizzazione.


ALCUNE DEDUZIONI<br />

1) I protoliti di mantello litosferico, le peridotiti granulari-porfiroclastiche a<br />

spinello, con bande pirossenitiche, hanno subito deformazione estensionale<br />

in facies a spinello, con formazione di tettoniti-miloniti a spinello;<br />

2) Le peridotiti litosferiche e le tettoniti-miloniti a spinello hanno subito<br />

percolazione diffusa da parte di fusi astenosferici e processi di interazione<br />

fuso/peridotite, e sono state trasformate in peridotiti reattive granulari;<br />

3) Protoliti litosferici e peridotiti reattive granulari sono stati percolati per<br />

flusso poroso diffuso da fusi astenosferici, che le hanno impregnate e<br />

rifertilizzate mediante cristallizzazione interstiziale di plagioclasio e di<br />

aggregati micro-gabbro-noritici;<br />

4) Tutte le litologie precedenti sono state percolate, lungo discontinuita’<br />

strutturali e/o <strong>com</strong>posizionali, per flusso poroso focalizzato, da fusi<br />

astenosferici sottosaturi in pirosseni, che le hanno <strong>com</strong>pletamente<br />

impoverite in pirosseni, trasformandole in duniti di sostituzione;<br />

5) Il progredire della deformazione ha trasformato tutte le litologie in miloniti,<br />

stabili in facies a plagioclasio e poi orneblenda e clorite: fusi MORB hanno<br />

intruso le miloniti a plagioclasio, dando origine alle intrusioni gabbrici e, in<br />

seguito, hanno intruso le rocce alterate, formando i dicchi basaltici.


ALCUNE CARATTERISTICHE<br />

COMPOSIZIONALI DELLE<br />

DIVERSE LITOLOGIE


LA COMPOSIZIONE DELLE ROCCE TOTALI<br />

Le peridotiti litosferiche rappresentano residui di fusione parziale, le peridotiti<br />

reattive sono impoverite in silice, rispetto a peridotiti residuali.<br />

Le peridotiti impregnate sono arricchite in silice, e impoverite in MgO, rispetto<br />

alle peridotiti reattive, a hanno piu’ bassa silice rispetto alle litosferiche.


LA COMPOSIZIONE DELLE ROCCE TOTALI<br />

Le peridotiti litosferiche cadono sui trends di fusione (sono residui di fusione), le<br />

peridotiti reattive cadono sui trends di peridotiti reattive, le peridotiti a<br />

plagioclasio hanno piu’basse % di ol modale delle reattive, a parita’ di MgO.


SOMMARIO<br />

La <strong>com</strong>posizione in elementi maggiori delle rocce totali rivela che:<br />

1) Le peridotiti litosferiche hanno <strong>com</strong>posizioni <strong>com</strong>patibili con<br />

residui di fusione parziale. Esse registrano una <strong>com</strong>plessa<br />

evoluzione di subsolidus durante e dopo la loro accrezione alla<br />

litosfera, esse hanno quindi subito questi processi di fusione in<br />

tempi piu’ antichi, durante la loro evoluzione astenosferica.<br />

2) Le peridotiti reattive ed impregnate hanno <strong>com</strong>posizioni che<br />

non sono <strong>com</strong>patibili con residui di fusione parziale, ma sono state<br />

modificate dai processi di interazione fuso/ peridotite: i) le<br />

peridotiti reattive sono state arricchite in MgO e impoverite in<br />

SiO 2 per sostituzione di olivina ai pirosseni, ii) le peridotiti a<br />

plagioclasio sono state riarricchite in SiO 2 , a parita’ di MgO, per<br />

introduzione di nuovi pirosseni e plagioclasio: esse hanno<br />

contenuto in silice piu’ basso delle peridotiti litosferiche e non<br />

possono derivare da esse per ricristalizzazione a sistema chiuso.


LA COMPOSIZIONE DEI CLINOPIROSSENI<br />

I cpx delle peridotiti litosferiche hanno elevati valori di Na (1.03wt%) e Al<br />

(7.3wt%), consistenti con una origine litosferica di alta pressione.<br />

I cpx delle peridotiti reattive sono impoveriti in Na, indicando l’equilibratura<br />

con un fuso, che sottrae il Na e gli elementi fusibili dei pirosseni.<br />

I cpx delle peridotiti a plagioclasio sono fortemente impoveriti in Na e Al, in<br />

quanto ricristallizzano all’equilibrio con il plagioclasio, in cui si distribuiscono<br />

preferenzialmente questi due elementi.


LA COMPOSIZIONE DEGLI SPINELLI<br />

Gli spinelli delle peridotiti litosferiche e anche delle peridotiti reattive hanno<br />

bassi valori in Cr# (cioe’ elevati contenuti in Al), e bassi contenuti in Ti.<br />

Gli spinelli delle peridotiti a plagioclasio hanno alti contenuti in Cr# (cioe’ bassi<br />

contenuti in Al) ma elevati contenuti in Ti, piu’ elevati di qualsiasi spinello di<br />

peridotite di mantello. Questi contenuti indicano:<br />

- Basso Al = equilibratura con il plagioclasio, che cristallizza dal fuso;<br />

- Alto Ti = equilibratura con un fuso basaltico, piu’ ricco in Ti del materiale del<br />

mantello; questi valori di Ti sono simili a quelli dello spinello di un fuso MORB.


LA COMPOSIZIONE IN REE<br />

DEI CLINOPIROSSENI


IL REE PATTERN DEI CPX DELLE<br />

LHERZOLITI LITOSFERICHE


IL REE PATTERN DEI CPX DELLE<br />

HARZBURGITI REATTIVE<br />

I REE patterns dei cpx sono piatti nella regione delle MREE-HREE, a circa<br />

10xC1, e sono significativamente frazionati nelle LREE.


I REE PATTERNS DI CPX E OPX DELLE<br />

PERIDOTITI IMPREGNATE<br />

I REE patterns dei cpx son convessi, con moderati frazionamenti nelle HREE e<br />

forti frazionamenti nelle LREE. Cpx e opx hanno contenuti in REE (e anche<br />

negli altri elementi in tracce) significativamente piu elevati di quelli dei pirosseni<br />

delle peridotiti reattive.


I REE PATTERNS DI CPX E OPX DEI<br />

FILONCELLI GABBRO-NORITICI


LA COMPOSIZIONE IN REE<br />

DEI LIQUIDI<br />

ALL’EQUILIBRIO CON I<br />

CLINOPIROSSENI


I LIQUIDI ALL’EQUILIBRIO CON I CPX<br />

DELLE PERIDOTITI REATTIVE<br />

La modellizzazione geochimica indica che i liquidi che percolavano, con cui i cpx<br />

si sono equilibrati, corrispondono a bassi gradi (circa 4%) di fusione di una<br />

sorgente di mantello astenosferico DM in facies a spinello.


I LIQUIDI ALL’EQUILIBRIO CON I CPX<br />

DELLE PERIDOTITI A PLAGIOCLASIO<br />

La modellizzazione geochimica, usando KD per sistemi sottosaturi in silice (a<br />

sinistra), indica liquidi a <strong>com</strong>posizioni irrealistiche per fusi prodotti da fusione.<br />

La modellizzazione geochimica, usando KD per sistemi saturi in silice (a destra),<br />

indica che il liquido all’equilibrio con i cpx delle peridotiti a plagioclasio era<br />

ancora molto simile ad un singolo incremento di fusione frazionata di basso grado<br />

(circa 4%) di una sorgente di mantello astenosferico DM in facies a spinello.


I LIQUIDI ALL’EQUILIBRIO CON I CPX DEI<br />

FILONCELLI GABBRICI<br />

La modellizzazione geochimica indica che i liquidi che si intrusero nei filoncelli<br />

gabbrici corrispondono a bassi gradi (circa 4%) di fusione frazionatadi una<br />

sorgente di mantello astenosferico DM in facies a spinello.


SOMMARIO<br />

I liquidi che percolarono nel mantello litosferico in estensione,<br />

furono tutti rappresentati da singoli incrementi di fusione<br />

frazionata di basso grado (circa il 4%) prodotti da un mantello<br />

tipo DM, e quindi molto probabilmente dal mantello astenosferico<br />

in de<strong>com</strong>pressione adiabatica durante l’estensione della litosfera.<br />

Diversamente da Lanzo Sud, anche i fusi che percolarono in modo<br />

focalizzato nei canali di dunite, erano singoli incrementi di fusione<br />

e non avevano raggiunto lo stadio di aggregazione dei fusi MORB<br />

aggregati che percolarono nelle harzburgiti e duniti di sostituzione<br />

di Lanzo Sud.


I DATI TERMOMETRICI<br />

I dati geotermometrici disponibili indicano che:<br />

1) Le peridotiti reattive registrano temperature di 1150-1230°C;<br />

2) Le peridotiti impregnate registrano temperature di 1200°C;<br />

3) Le tettoniti a plagioclasio registrano temperature di 1130°C.<br />

Questi dati indicano che i processi di interazione fuso/peridotite<br />

avvennero a condizioni termiche piu’ elevate rispetto a quelle a cui<br />

erano stati equilibrati i protoliti granulari di mantello ( 1000-<br />

1100°C) e rispetto a quelle che governarono lo sviluppo delle<br />

tettoniti a spinello, in regime estensionale (900-1000°C).<br />

I PROCESSI DI INTERAZIONE FUSO/PERIDOTITE<br />

FURONO AGEVOLATI DA UN SIGNIFICATIVO<br />

RISCALDAMENTO: LE PERIDOTITI<br />

RAGGIUNSERO CONDIZIONI TERMICHE E<br />

REOLOGICHE DI TIPO ASTENOSFERICO


DISCUSSIONE<br />

I dati di terreno indicano che, durante lo sviluppo dei processi<br />

deformativi che ac<strong>com</strong>pagnarono l’estensione e l’assottigliamento<br />

della litosfera, fusi astenosferici risalirono nel mantello litosferico<br />

per flusso poroso diffuso, indicando che il mantello astenosferico<br />

aveva iniziato a subire processi di fusione frazionata.<br />

I due processi furono con<strong>com</strong>itanti: la fusione dell’astenosfera fu<br />

innescata dalla sua risalita (de<strong>com</strong>pressione) adiabatica, indotta<br />

dall’estensione e dall’assottigliamento della litosfera.<br />

La percolazione diffusa nel mantello litosferico fu possibile perche’<br />

esso era stato riscaldato dalla risaliente astenosfera e dai fusi<br />

percolanti, che erano a temperature superiori a quelle di liquidus di<br />

un fuso basaltico (T > di 1250°C) per poter percolare liberamente<br />

allo stato fuso, senza cristallizzare.


DISCUSSIONE GEODINAMICA<br />

Peridotiti reattive ed impregnate sono molto diffuse nelle peridotiti<br />

ofiolitiche del sistema Alpino-Appenninico.<br />

La loro diffusione indica che la risalita dell’ astenosfera e la<br />

percolazione dei fusi causarono l’interazione astenosfera/litosfera e<br />

l’ “astenosferizzazione” di larghi settori del mantello litosferico.<br />

Modellizzazioni geofisiche dimostrano che il thermal softening del<br />

mantello litosferico puo’ ridurre la resistenza <strong>com</strong>plessiva della<br />

litosfera in estensione del 50% e oltre, e puo’ quindi avere giocato<br />

un ruolo determinante nella dinamica del sistema estensionale.<br />

La “lenta” estensione passiva del freddo mantello litosferico puo’<br />

aver subito una “rapida accelerazione” in conseguenza del<br />

passaggio a condizioni reologiche piu’ calde e plastiche in<br />

conseguenza del riscaldamento: l’effetto fondamentale po’ essere<br />

stato rappresentato da una veloce transizione da estensione passiva<br />

fredda della litosfera a rifting oceanico attivo.

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