Stile Benelli

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l’analisi
dell’impugnatura a pistola (ricordiamoci che non
c’è più la massa inerziale nel calcio!) permette di
raggiungere con facilità il grilletto.
Completa il Vinci il modulo carcassa,
completamente di tecnopolimero poiché non
partecipa alla distribuzione degli sforzi; al suo
interno sono alloggiati il meccanismo di scatto
e quello di alimentazione che, in vero, sono
entrambi alquanto convenzionali. Con il Vinci la
carcassa e l’astina diventano un pezzo solo, cosa
che crea una linea personalissima al fucile. Si
deve notare che quando il calcio non è innestato
sul fodero, si scarica la molla del cane: ciò
equivale a dire che, per motivi di sicurezza, il
Vinci senza calcio non può sparare.
Un breve appunto sui materiali: il Vinci, fucile
rivoluzionario, è decisamente controcorrente
rispetto alle scelte più attuali, perché ha appena
due pezzi rilevanti di lega d’alluminio, l’attacco
del calcio e il tubo del serbatoio. Tutto il resto o è
d’acciaio, o è di tecnopolimero.
Quali sono le conseguenze pratiche delle
particolari scelte strutturali del Vinci? Intanto la
canna è meno vincolata rispetto a un automatico
convenzionale: in pratica si potrebbe parlare
di una canna flottante. Inoltre è nel modulo
canna, vale a dire nel fodero, che avviene tutto
il cinematismo di funzionamento. Questa libertà
di movimento della canna e il fatto che tutto
il funzionamento avvenga lungo il suo asse
principale rendono l’arma meno influenzabile alle
variazioni di munizione: non ci sono fattori che
ne influenzano il riposizionamento tra un colpo e
l’altro, che può così avvenire in modo regolare e
costante.
Il comportamento pratico allo sparo si traduce
nella percezione del rinculo, molto meno del
rilevamento; è un rinculo “pulito”, al quale non si
aggiungono altre componenti. Tenendo conto che
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Foto 12. La
scomposizione ordinaria
rivela alcune delle più
importanti particolarità
tecniche del Vinci
(dall’alto): alla canna
è solidale un fodero
d’acciaio entro cui sono
alloggiati la massa
inerziale e l’otturatore,
il calcio Comfortech
Plus (cioè di seconda
generazione) s’incastra
al fodero, il gruppo
otturatore può essere
sfilato dal fodero dopo
avere estratto la manetta
d’armamento, il serbatoio
è facilmente estraibile
e sostituibile con altri
di capacità diversa, il
lower receiver contiene
i meccanismi di scatto e
alimentazione.
Foto 13. Lo studio del
funzionamento delle
armi Benelli avviene
attraverso un sistema
computerizzato di ripresa
ad altissima velocità; in
questo filmato si analizza
l’alimentazione del Vinci
che è particolarmente
affidabile grazie alla
corsa di lunghezza
adeguata del gruppo
otturatore.
Foto 14. Il gruppo
otturatore visto al PC.
Si distinguono la testina
rotante (di colore grigio
scuro), ma la vera
“genialata” del Vinci
è il corpo otturatore
(di colore ocra): esso
costituisce la massa
inerziale che determina il
funzionamento del fucile.
Nei Benelli tradizionali
quest’ultima è alloggiata
nel calcio, caratteristica
che pone dei vincoli
progettuali che nel Vinci
sono ormai superati.
Foto 15. Quella
fotografata è
un’immagine
dell’animazione al
computer che analizza
gli stress cui è sottoposto
il Comfortech Plus per
effetto dello sparo: si
nota che tutte le zone
del calcio sono azzurre
o bianche (assenza di
stress) e nessuna arriva a
colori “preoccupanti”.
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