Intervista a Ottaviano Martinelli, Direttore della Struttura di ...

conseguenze psicologiche negative come demotivazione, ansia e scarsa autostima che possono
insorgere nel momento in cui un bambino continua ad avere insuccessi scolastici e che talora
vengono travisate al punto di essere considerate cause e non effetto del disturbo dislessico. Va
inoltre tenuto presente che la percentuale di abbandono scolastico nei soggetti con disturbo
specifico di apprendimento è tre volte maggiore rispetto alla popolazione della medesima età.
Un trattamento precoce logopedico nel primo ciclo della scuola primaria è indicato al fine di
migliorare le competenze nelle aree compromesse riscontrate mentre nelle età successive è
consigliato un intervento metacognitivo in grado sia di rendere consapevole il bambino dei processi
che intervengono in lettura, scrittura e calcolo e delle proprie difficoltà sia di rinforzare il processo di
autocorrezione anche attraverso l’uso di strumenti ora disponibili ( programmi informatizzati, sintesi
vocale, correttore ortografico del pc, calcolatrice…). Pur con diversa espressività clinica, le difficoltà
in genere si riscontrano anche in età adulta, trattandosi di un disturbo congenito su base
neurobiologica. Un intervento integrato tra specialisti, genitori e scuola è necessario al fine di
garantire al bambino dislessico opportuni e differenziati interventi didattici in relazione all’età, come
peraltro prescritto dalla normativa recente (legge 170) che prevede una certificazione diagnostica ed
un profilo funzionale redatto dagli specialisti e l’uso di strumenti didattici specifici sia di tipo
compensativo che di tipo dispensativo al fine di favorire il percorso scolastico del bambino con
disturbo specifico di apprendimento.