L'Unione dell'Apostolato Cattolico e il suo - Inizio
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APOSTOLATO UNIVERSALE. Continuità e sv<strong>il</strong>uppo.<br />
Rivista semestrale dell’Istituto S. Vincenzo Pallotti, anno XI, n. 21/2009<br />
UNIONE DELL’APOSTOLATO CATTOLICO<br />
L’UNIONE DELL’APOSTOLATO CATTOLICO<br />
E IL SUO STATUTO GENERALE<br />
Gabriella Acerbi<br />
Membro della Comunità Quinta Dimensione<br />
Roma, 6 gennaio 2009<br />
INTRODUZIONE<br />
Il 25 ottobre 2008 nella chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani, per dieci anni culla e<br />
riferimento dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> di san Vincenzo Pallotti, si è tenuta la consueta celebrazione<br />
annuale dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>. Questa volta la celebrazione ha voluto rappresentare<br />
uno speciale ringraziamento al Signore per <strong>il</strong> preannunciato decreto di approvazione definitiva da<br />
parte del Pontificio Consiglio per i Laici dello Statuto dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, decreto<br />
1<br />
consegnato ufficialmente ai <strong>suo</strong>i rappresentanti <strong>il</strong> 7 novembre 2008 . Al riguardo Francesco Todisco<br />
SAC ha detto nell’omelia pronunciata durante la celebrazione: “L’erezione dell’Unione e<br />
l’approvazione definitiva del <strong>suo</strong> Statuto coronano e certificano l’autenticità ecclesiale di essa, della<br />
sua missione santificatrice nei membri e nei fratelli che coinvolge e del <strong>suo</strong> contributo ad edificare<br />
2<br />
la Chiesa di Cristo” .<br />
1. EXCURSUS STORICO DELL’UNIONE<br />
L’approvazione dello Statuto dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> costituisce la conclusione<br />
di un cammino, di una storia che è cominciata, lontano nel tempo, con l’intuizione profetica che san<br />
Vincenzo Pallotti ebbe <strong>il</strong> 9 gennaio 1835: dare vita ad un’opera in cui tutti i fedeli potessero<br />
partecipare uniti alla missione evangelizzatrice della Chiesa, per la realizzazione di un fine comune<br />
così definito: “l’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, cioè universale, come può essere comune ad ogni classe di<br />
persone, è <strong>il</strong> fare quanto ciascuno può e deve fare per la maggior gloria di Dio e per la propria e altrui<br />
3<br />
eterna salvezza” . Nel maggio 1835 Vincenzo Pallotti lancia <strong>il</strong> primo appello al popolo romano, in<br />
cui esprime l’idea della fondazione - l’Opera dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> - invitando tutti grandi e<br />
piccoli, dotti, studenti, operai, ricchi e poveri, sacerdoti e laici, regolari e secolari, viventi in società<br />
e solitudine, mercanti, negozianti, impiegati pubblici e privati, professionisti, artisti, artigiani,<br />
4<br />
ciascuno nel proprio stato, nella propria condizione, secondo le proprie possib<strong>il</strong>ità .<br />
Tuttavia, dopo l’approvazione dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> da parte del Cardinal<br />
1<br />
Cfr. Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici n. 1563/08/S-61/A-74 del 28 ottobre 2008, in Unione<br />
dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, Statuto Generale, Rocca Priora (Roma) 2008, pp. 11-13 (= Statuto Generale 2008).<br />
2<br />
Francesco Todisco SAC, Omelia del 25 ottobre 2008 nella chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani, testo<br />
datt<strong>il</strong>oscritto, pp. 6, citazione p. 1 (<strong>il</strong> testo è conservato nell’archivio ISVP - M/0777-22).<br />
3<br />
San Vincenzo Pallotti, Opere complete, a cura di Francesco Moccia SAC, Curia Generalizia della Società<br />
dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, Roma 1964-1997, voll. I-XIII (= OOCC), qui OOCC III, p. 143.<br />
4<br />
Cfr. OOCC IV, p. 124 (appello di maggio 1835); cfr. anche OOCC IV, p. 230.
5<br />
Vicario Carlo Odescalchi <strong>il</strong> 4 apr<strong>il</strong>e 1835 e quindi da Gregorio XVI l’11 luglio dello stesso anno ,<br />
6<br />
viene decisa la sua soppressione nel 1838 e successivamente <strong>il</strong> cambiamento del titolo in Pia Società<br />
7<br />
delle Missioni (9 apr<strong>il</strong>e 1854) . Il Conc<strong>il</strong>io Vaticano II ha dato la possib<strong>il</strong>ità alla Famiglia pallottina<br />
di avviare, in molti modi e in diverse forme, <strong>il</strong> processo di riscoperta e attualizzazione del carisma<br />
del Fondatore: da questo momento in poi è maturata la necessità di riunire le diverse componenti<br />
della fondazione pallottina - sacerdoti, fratelli, <strong>suo</strong>re e laici - intorno al progetto originario di san<br />
Vincenzo con l’incoraggiamento della Chiesa. Giovanni Paolo II, nel 1986, durante la sua visita alla<br />
chiesa del SS. Salvatore in Onda, ha così sollecitato la Famiglia pallottina: “Continuate a moltiplicare<br />
<strong>il</strong> vostro impegno perché quello che profeticamente annunciò Vincenzo Pallotti, e <strong>il</strong> Conc<strong>il</strong>io<br />
Vaticano II autorevolmente confermò, diventi una felice realtà, e tutti i cristiani siano autentici<br />
8<br />
apostoli di Cristo nella Chiesa e nel mondo” .<br />
Si può dire che durante la vita di san Vincenzo Pallotti non furono pienamente concretizzate<br />
le strutture necessarie per la realizzazione del <strong>suo</strong> carisma e non si presentava <strong>il</strong> clima ecclesiale<br />
opportuno alla loro attuazione. Nel corso della storia vari furono i tentativi di restituire la fisionomia<br />
originaria all’Opera fondata dal Pallotti. Nell’anno 1995 l’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> ha<br />
celebrato, con una serie di manifestazioni internazionali, <strong>il</strong> Bicentenario della nascita di san Vincenzo<br />
Pallotti. In tale occasione si è svolto a Roma anche <strong>il</strong> Convegno internazionale sul tema “Insieme per<br />
evangelizzare”, dal quale scaturì l’esigenza e l’indicazione di pervenire ad uno statuto dell’Unione<br />
dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, che fosse approvato dalla Chiesa. Esso doveva evidenziare gli elementi<br />
essenziali unificanti a tutti gli appartenenti, insieme ad una nuova coscienza della comunione e della<br />
9<br />
comune responsab<strong>il</strong>ità, nel carisma di san Vincenzo Pallotti . Da quel momento ebbe inizio in modo<br />
ancora più stringente l’impegno verso la realizzazione di quelle istanze che a livello generale e da più<br />
parti delle componenti della Famiglia pallottina venivano espresse.<br />
Ora, nuovi tempi e un nuovo clima spingevano decisamente verso la piena attuazione del <strong>suo</strong><br />
carisma fino ad arrivare, attraverso l’impegno, <strong>il</strong> lavoro, le attese e i sacrifici di tante persone, che<br />
nel tempo hanno creduto nell’Unione, a due importanti eventi: nel 2003 l’erezione, da parte del<br />
Pontificio Consiglio per i Laici, dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> ad associazione pubblica<br />
internazionale di fedeli di diritto pontificio con personalità giuridica, a norma del Codice di Diritto<br />
Canonico, e l’approvazione dello Statuto Generale dell’Unione ad experimentum per cinque anni 10<br />
(lo Statuto Generale è stato definitivamente approvato nel 2008 dal Pontificio Consiglio per i Laici<br />
a conclusione del periodo di prova, dopo una ampia revisione operata dalla II Assemblea Generale<br />
straordinaria UAC nel maggio 2007).<br />
Da questo breve excursus storico emerge che sono stati necessari quasi 170 anni per<br />
concludere <strong>il</strong> cammino volto al riconoscimento giuridico dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> di san<br />
Vincenzo Pallotti. Ora comincia un nuovo cammino per arrivare alla piena ed efficace attuazione<br />
dello Statuto Generale dell’Unione affinché <strong>il</strong> carisma di san Vincenzo Pallotti porti frutti abbondanti<br />
nei membri e nella vita della Chiesa.<br />
5<br />
Cfr. OOCC IV, pp. 1-9.<br />
6<br />
Cfr. Francesco Todisco SAC (a cura di), San Vincenzo Pallotti profeta della spiritualità di comunione, Società<br />
dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, Roma 2004, pp. 396-398.<br />
7<br />
Cfr. Johannes Hettenkofer SAC, Historia Piae Societatis Missionum, Romae 1935, pp. 141-142.<br />
8<br />
Giovanni Paolo II, Messaggi, omelie, discorsi alla Famiglia pallottina, a cura di Jan Kupka SAC,<br />
Apostolicum, Zbki-Roma 2007, p. 103.<br />
9<br />
Cfr. Convegno Internazionale dell’Unione, Salesianum, Roma 7-14 ottobre 1995 in ACTA SAC XVII (1995),<br />
pp. 263-271.<br />
10<br />
Cfr. Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, Statuto Generale “ad experimentum”, Roma 2003, pp. 49.
2. L’UNIONE DELL’APOSTOLATO CATTOLICO OGGI<br />
Due sono gli aspetti importanti emersi a conclusione del processo di riconoscimento<br />
dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>: l’erezione ad Associazione pubblica internazionale di fedeli<br />
di diritto pontificio con personalità giuridica, a norma del Codice di Diritto Canonico, e<br />
l’approvazione del <strong>suo</strong> Statuto Generale. Erezione ad associazione pubblica significa, innanzitutto,<br />
un preciso legame ecclesiale, una piena identità ecclesiale, nonché una speciale forma di<br />
collaborazione con la Chiesa fino a ricevere, in quanto associazione pubblica, secondo <strong>il</strong> Codice di<br />
11<br />
Diritto Canonico, una missione per fini da conseguire in nome della Chiesa .<br />
2.1. Associazione internazionale di fedeli<br />
Attraverso <strong>il</strong> Decreto di erezione, pertanto, è stato riconosciuto che l’apostolato dell’Unione<br />
è al servizio del bene pubblico della Chiesa ed è inserito sotto la speciale responsab<strong>il</strong>ità di<br />
quest’ultima. “Con l’erezione dell’Unione pallottiana - ha sottolineato F. Todisco SAC - la Chiesa<br />
ha accettato e approvato in essa una modalità di Chiesa come «spiritualità di comunione», in cui i<br />
battezzati, pur nella diversità delle loro vocazioni personali e specifiche, possono essere in relazione<br />
di carità e cooperare all’evangelizzazione secondo la formazione, la spiritualità e le motivazioni<br />
apostoliche di san Vincenzo Pallotti; ossia avere una relazione ecclesiale in cui <strong>il</strong> ruolo, che scaturisce<br />
dalla loro vocazione personale, viene non annullato ma «vissuto» in una nuova esperienza spirituale<br />
12<br />
sia personale che comunitaria” .<br />
San Vincenzo Pallotti ha dato inizio all’Unione sentendosi ispirato da Dio che lo chiamava a<br />
risvegliare in tutti gli uomini la consapevolezza della vocazione apostolica e a servire l’apostolato<br />
universale della Chiesa con tutti i mezzi e in tutte le sue forme in quanto associazione spirituale e<br />
visib<strong>il</strong>e, consapevole che l’agire uniti è più efficace degli sforzi apostolici a confronto con l’agire<br />
individualmente: “La ragione e l’esperienza dimostrano che ordinariamente <strong>il</strong> bene, che si fa<br />
isolatamente, è scarso, incerto e di poca durata, e che gli sforzi i più generosi degli individui non<br />
possono riuscire a nulla di grande anche nell’ordine morale e religioso, se non in quanto sono riuniti<br />
13<br />
e ordinati a uno scopo comune” .<br />
Il Decreto di erezione riconosce le convinzioni e le intenzioni fondamentali che guidarono<br />
Vincenzo Pallotti e, contemporaneamente, conferma, rafforza e completa la natura ecclesiastica<br />
dell’Unione, portando così a compimento <strong>il</strong> processo di interazione tra aspetto carismatico e aspetto<br />
istituzionale nella Chiesa. Ciò che san Vincenzo Pallotti desiderava è ora istituzionalmente realizzato.<br />
In base al Decreto del 28 ottobre 2003 la Chiesa considera i fini apostolici dell’Unione come propri,<br />
mentre l’Unione adempie al <strong>suo</strong> ministero in stretta collaborazione con i pastori della Chiesa; inoltre,<br />
poiché l’Unione agisce non solo in nome proprio, ma anche in nome della Chiesa, i <strong>suo</strong>i membri sono<br />
vincolati in modo speciale a salvaguardare la comunione con la Chiesa e i <strong>suo</strong>i pastori in tutte le loro<br />
iniziative. Il Decreto della Chiesa è per l’Unione un atto di grande fiducia e un altissimo<br />
incoraggiamento; ringraziamone perciò <strong>il</strong> Signore, e per l’intercessione del nostro Fondatore san<br />
Vincenzo Pallotti, chiediamo la grazia della perseveranza e della fedeltà, necessarie per partecipare<br />
come Unione alla missione salvifica della Chiesa.<br />
2.2. Lo Statuto Generale<br />
11<br />
Cfr. Codice di Diritto Canonico (testo ufficiale e versione italiana), Unione Editori Cattolici italiani, Roma<br />
1983, cann. 116, 301, 313.<br />
12<br />
13<br />
Francesco Todisco SAC, Omelia del 25 ottobre 2008, op. cit., p. 3.<br />
OOCC IV, p. 122.
Un’altra pietra m<strong>il</strong>iare nella vita dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> è rappresentata<br />
dall’approvazione dello Statuto Generale, avvenuta contestualmente al Decreto di erezione nel 2003.<br />
Tuttavia, mentre l’erezione ha avuto fin dall’inizio una validità permanente, lo Statuto Generale,<br />
invece, è stato approvato per un periodo iniziale ad experimentum di cinque anni e definitivamente<br />
confermato <strong>il</strong> 28 ottobre 2008.<br />
Lo Statuto, possiamo dire, rappresenta la carta costituzionale data dalla Chiesa per regolare<br />
la vita dell’Unione, dietro alle norme c’è sempre una vita da riconoscere e da promuovere, che esse<br />
cercano di garantire. In termini generali l’espressione “statuto” indica l’atto normativo fondamentale<br />
14<br />
che disciplina un ente o un’associazione, che descrive come essa è e come vive .<br />
Uno statuto, per sua definizione, è uno strumento giuridico che dà forma all’autonomia propria<br />
di un ente, ne definisce le finalità e stab<strong>il</strong>isce l’organizzazione, le linee di sv<strong>il</strong>uppo dell’attività; è<br />
dunque espressione dell’esistenza e dell’identità del soggetto di cui regola la vita, la quale ha sempre<br />
<strong>il</strong> primato sulle regole, la cui funzione è, appunto, quella di sostenere e anche di custodire l’opera che<br />
viene così posta in essere. “L’approvazione dello Statuto ad experimentum per 5 anni, da una parte<br />
elargisce alla Famiglia pallottina <strong>il</strong> recupero, <strong>il</strong> riconoscimento e l’approvazione piena dell’eredità del<br />
fondatore ed è quindi un punto di arrivo; d’altra, come avviene per ogni dono di Dio, segna anche<br />
l’inizio di una sfida, quella ardua di dare pienezza di vita agli articoli che lo compongono. Da oggi<br />
per la Famiglia pallottina incomincia un tempo di lavoro, di esperienze e anche di sacrifici e di questo<br />
15<br />
tempo ne dobbiamo fare un saggio uso” .<br />
Questi cinque anni sono stati l’occasione irripetib<strong>il</strong>e per tutta l’Unione non solo di conoscere<br />
e sperimentare <strong>il</strong> contenuto dello Statuto, di apportare proposte di cambiamento, ma anche di<br />
approfondire, attraverso iniziative di ogni genere, la spiritualità, <strong>il</strong> senso di appartenenza e l’amore<br />
per l’Unione e per <strong>il</strong> <strong>suo</strong> fondatore san Vincenzo Pallotti. Questo processo di cap<strong>il</strong>lare<br />
coinvolgimento delle componenti dell’Unione, attraverso una consultazione estesa fra i <strong>suo</strong>i membri,<br />
ha portato alla stesura di una bozza del testo definitivo, la quale è stata ampiamente discussa e<br />
approvata nel mese di maggio 2007 dall’Assemblea Generale straordinaria dell’Unione. La redazione<br />
finale di questa bozza è stata successivamente presentata al Pontificio Consiglio per i Laici per<br />
l’approvazione definitiva. In tutto ciò presenza essenziale è stata quella di Hubert Socha SAC, <strong>il</strong><br />
quale con grande disponib<strong>il</strong>ità, pazienza, um<strong>il</strong>tà e competenza ha tenuto le f<strong>il</strong>a di questo lungo e<br />
delicato processo di elaborazione e dell’iter approvativo dello Statuto.<br />
Con l’approvazione definitiva dello Statuto Generale, in un certo senso, inizia la parte più<br />
complessa: dare vita e attuazione allo Statuto, confrontare con esso le attività esistenti, essere in<br />
comunione nelle varie strutture che si vanno costituendo, collaborare tra le diverse espressioni della<br />
Famiglia pallottina e tutto ciò non per iniziative individuali o spontanee, ma su mandato della Chiesa.<br />
La Famiglia pallottina è chiamata, ora più che mai, a rendere visib<strong>il</strong>e nelle sue opere la presenza<br />
dell’amore misericordioso di Dio, amore che, nello stesso tempo, si deve esprimere e concretizzare<br />
in una comunione visib<strong>il</strong>e che faccia riconoscere i <strong>suo</strong>i componenti, sempre e dappertutto, figli di Dio<br />
e di san Vincenzo Pallotti. “Impegnatevi tanto per la stab<strong>il</strong>e istituzione, e per la più rapida e proficua<br />
propagazione della Pia Società - raccomandava <strong>il</strong> Pallotti - come voi tutti foste gli eletti del Nostro<br />
16<br />
Signore Gesù Cristo per esserne fondatori” . Quindi ciascun membro dell’Unione è invitato,<br />
attraverso <strong>il</strong> coinvolgimento personale e comunitario e <strong>il</strong> senso di responsab<strong>il</strong>ità verso la sua<br />
conoscenza, la sua promozione e la sua crescita, a far fruttificare quel “dono dello Spirito Santo” 17<br />
14<br />
Cfr. Statuto, in Enciclopedia Zanichelli, a cura di Edigeo, Zanichelli Editore, Bologna 2005, p. 1787.<br />
15<br />
Séamus Freeman SAC, Intervento del Presidente del Consiglio di Coordinamento Generale dell’Unione<br />
dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> (14 novembre 2003), in Statuto Generale ad experimentum, op. cit., p. 48.<br />
16<br />
OOCC III, p. 29.<br />
17<br />
Statuto Generale 2008, art. 1, p. 21.
che è proprio l’Unione. Se <strong>il</strong> cammino sarà autentico, aumenteranno la vita spirituale personale, le<br />
iniziative evangelizzatrici, la comunione nelle comunità, secondo l’ideale di san Vincenzo che<br />
desiderava ardentemente che ogni attività di apostolato fosse <strong>il</strong> riflesso dell’agire di Gesù Cristo,<br />
Apostolo del Padre. Tutto ciò viene in evidenza proprio dai primi articoli dello Statuto Generale, in<br />
particolare quelli del primo capitolo che descrivono la natura dell’Unione, racchiudendo e<br />
sintetizzando lo spirito e <strong>il</strong> pensiero di san Vincenzo Pallotti sull’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>.<br />
Lo Statuto Generale configura l’Unione come “una comunione di fedeli che, uniti con Dio e<br />
tra di loro, secondo <strong>il</strong> carisma di san Vincenzo Pallotti, promuovono la corresponsab<strong>il</strong>ità di tutti i<br />
battezzati a ravvivare la fede, a riaccendere la carità nella Chiesa e nel mondo, e a portare tutti<br />
18<br />
all’unità in Cristo” . L’articolo 6 del capitolo 1 chiarisce in cosa consiste questa comunione quando<br />
afferma che “nell’Unione, le molteplici forme di chiamata personale e le diverse modalità di vita, di<br />
impegno e di servizio sono ricondotte ad unità dal carisma di fondazione, dal medesimo spirito, dalla<br />
19<br />
medesima missione e dalla comunione dei membri, come descritti nel presente Statuto” . L’articolo<br />
7, invece, definisce <strong>il</strong> metodo attraverso cui si attua la missione apostolica dell’Unione, cioè la<br />
collaborazione tra i membri e, poi, con i destinatari dell’apostolato: “La pari dignità dei membri<br />
dell’Unione si fonda sulla comune somiglianza con <strong>il</strong> Creatore e sul comune sacerdozio del Popolo<br />
di Dio. Essa si esprime in una pluralità di vocazioni alla vita laicale, alla vita consacrata e al ministero<br />
ordinato, così collegate che ognuna aiuta l’altra ad essere attenta alla crescita continua, e a prestare<br />
20<br />
<strong>il</strong> proprio specifico servizio” .<br />
In questa luce “dare vita e attuare lo Statuto” significa vivere pienamente la vita e l’esperienza<br />
evangelica, proprio come san Vincenzo Pallotti ha fatto durante la sua esistenza terrena, ben sapendo<br />
che le strutture, siano esse materiali ovvero giuridiche, servono a sostenere questa vita e<br />
rappresentano uno strumento di continua crescita, individuale e comunitaria, nella comunione.<br />
3. VIVERE LA CARITÀ, L’ANIMA DELL’UNIONE<br />
Ma quali sono le sfide che attendono l’Unione oggi e nel futuro dopo l’approvazione dello<br />
Statuto e, attraverso questo, per rivivere <strong>il</strong> patrimonio spirituale, l’esperienza dello Spirito di san<br />
Vincenzo Pallotti?<br />
Per provare a rispondere a questo quesito si potrebbe partire dall’art. 17 dello Statuto Generale<br />
che afferma: “La carità, esercitata come la descrive l’apostolo Paolo (cfr. 1 Cor 13, 4-7; 2 Cor 5, 14),<br />
«forma tutto <strong>il</strong> sostanziale costitutivo» dell’Unione; per cui «tutti devono essere sempre animati dal<br />
21<br />
vero spirito della più perfetta carità»” . Questa disposizione dello Statuto trova conferma anche nella<br />
parole del Pallotti stesso quando dice: “Le prime (parole) di san Paolo: Charitas Christi urget nos<br />
(l’amore del Cristo ci spinge, 2 Cor 5, 14) per fare intendere che l’anima di tutta la pia Società è, e<br />
deve essere la carità e deve essere esercitata a tal grado da eseguire <strong>il</strong> precetto di Gesù Cristo, e da<br />
imitarlo: Hoc est praeceptum meum, ut d<strong>il</strong>igatis invicem sicut Ego d<strong>il</strong>exi vos (questo è <strong>il</strong> mio<br />
22<br />
comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi, Gv 15,12)” .<br />
San Vincenzo Pallotti si rese conto, inavvertitamente prima e poi sempre più coscientemente,<br />
che Dio gli rivelava una parola, una verità, che sarebbe diventata costitutiva della sua spiritualità e,<br />
conseguentemente, della sua “Opera”. Questa parola, questa scint<strong>il</strong>la ispiratrice, è stata l’apostolato<br />
18<br />
Ibidem.<br />
19<br />
Ibidem, p. 22.<br />
20<br />
Ibidem.<br />
21<br />
22<br />
Statuto Generale 2008, pp. 25-26; cfr. anche OOCC III, pp. 137-138 e OOCC I, p. 106.<br />
OOCC I, p. 8.
inteso come irradiazione della carità evangelica. La carità doveva diventare l’essenziale costitutivo<br />
della sua opera dell’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, la famiglia da lui fondata. Carità intesa come<br />
Amore di Dio diffuso nei cuori, riversato e testimoniato nell’amore ai fratelli. Tutto <strong>il</strong> resto doveva<br />
essere finalizzato ad essa per attuarla. La carità sarebbe stata la spiritualità, la norma normans di tutti<br />
coloro che avrebbero fatto parte della sua famiglia. Del resto da chi e da che cosa poteva essere<br />
limitata questa spiritualità? Quale legge poteva impedire di viverla? Tutto derivava dalla pienezza<br />
della carità vissuta da ognuno.<br />
Ma cosa significa vivere la carità? Significa amare per primi, mettersi al servizio, partecipare<br />
alle gioie e ai dolori di ciascuno e di tutti, essere disponib<strong>il</strong>i verso chi rappresenta la volontà di Dio;<br />
significa saper perdonare e ricominciare con semplicità nel credere sempre all’Amore di Dio e saper<br />
23<br />
ascoltare. Insomma, farsi tutto a tutti in ogni momento, vivere sempre fuori di sé per amare gli altri .<br />
Ed ecco allora che l’Unione dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong> in tutte le sue componenti e in tutte le sue<br />
strutture diventa <strong>il</strong> “luogo” in cui vivere l’esperienza della carità, ma non soltanto un luogo fisico,<br />
quanto piuttosto l’occasione, lo strumento, la circostanza in cui le varie espressioni di ciascuna<br />
vocazione hanno <strong>il</strong> proprio spazio vitale e realizzano l’opera dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>, a maggior<br />
gloria di Dio, per la distruzione del peccato e la salvezza degli uomini.<br />
La carità, vissuta nella comunione con Dio, con i fratelli e/o le sorelle della propria comunità,<br />
con tutta la Famiglia pallottina - sacerdoti, fratelli, <strong>suo</strong>re e laici - e testimoniata nella vita della Chiesa,<br />
è la fonte della fecondità apostolica dell’Unione, <strong>il</strong> cui fondamento è costituito non solo dai <strong>suo</strong>i<br />
statuti o norme giuridiche, ma soprattutto dall’apertura personale all’amore di Cristo e ai fratelli di<br />
ogni <strong>suo</strong> membro. In questa luce ciascun membro nell’Unione è come se fosse <strong>il</strong> <strong>suo</strong> fondatore e<br />
perciò tutti sono ugualmente responsab<strong>il</strong>i per essa, nell’impegno a realizzare <strong>il</strong> carisma e a portare<br />
a compimento l’eredità che san Vincenzo Pallotti ha lasciato.<br />
In questo scorcio dell’Anno giub<strong>il</strong>are dedicato a san Paolo, desideriamo sentirci anche noi,<br />
come individui e come comunità, apostoli delle genti, eredi, attraverso <strong>il</strong> nostro Fondatore san<br />
Vincenzo Pallotti, della grazia e profondità contenuta in quell’inno della carità (cfr. 1 Cor 1,13), che<br />
nella solennità del 22 gennaio con forza continua a proclamare <strong>il</strong> fondamento della vita dell’Unione<br />
dell’Apostolato <strong>Cattolico</strong>.<br />
<br />
23<br />
Cfr. Giuseppe Leonardi SAC, La “comunione” nella Chiesa, realizzazione trinitaria, in Regina degli<br />
Apostoli, anno 59, n. 4, ottobre-novembre-dicembre 1999, Roma 1999, p. 11.