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RAVVIVARE LA FEDE E RIACCENDERE LA CARITÀ COME ... - Inizio

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<strong>RAVVIVARE</strong> <strong>LA</strong> <strong>FEDE</strong> E <strong>RIACCENDERE</strong> <strong>LA</strong> CARITÀ <strong>COME</strong>“MISSIONE AD GENTES”P. Jean Bertrand ETOUNDI, SACCarissimi confratelli, la nostra Società nella sua ultima Assemblea Generale tenutasi aAriccia dal 20 settembre al 15 ottobre 2010, ha riflettuto e fatto un discernimento importantissimosul tema: “Ravvivare la fede e riaccendere la carità: apostoli di Gesù in un mondo che cambia”. Daquesta XX Assemblea Generale che si è svolta per la prima volta secondo il metodo sinodale, è natoil documento finale dell’assemblea. Come lo dice la presentazione di questo documento, “si tratta diun documento che non ha un carattere giuridico, ma ispiratore e formativo” 1 . Perciò, per continuarela riflessione dell’ultima Assemblea Generale, la vostra comunità del generalato ha deciso diapprofondire durante i ritiri di quest’anno accademico 2011-2012, la necessità e l’urgenza diravvivare la fede e di riaccendere la carità nel nostro mondo di oggi. Mi è stato dunque chiesto diapprofondire con voi il tema dell’urgenza di ravvivare la fede e di riaccendere la carità come“Missione ad gentes”, ossia di approfondire con voi il quinto capitolo del documento postassembleare.Tuttavia, bisogna precisare che un tale approfondimento si svolge tenendo conto del nostrocontesto pallottino in quest’anno giubilare in cui ci prepariamo a celebrare il 20 gennaio 2013, il50° della canonizzazione del nostro santo Fondatore, Vincenzo Pallotti, e tenendo conto anche delcontesto globale ed ecclesiale attuale. Infatti, sappiamo che la Chiesa universale si prepara a viveremomenti molto importanti. Dal mese di ottobre di quest’anno celebreremo il cinquantesimodell’apertura del concilio Vaticano II, con l’inizio l’11 ottobre dell’Anno della fede indetto dalSommo Pontefice Benedetto XVI 2 , all’occasione dei vent’anni della pubblicazione del Catechismodella Chiesa Cattolica , e la tenuta qui a Roma della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinododei Vescovi sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, che avràluogo dal 7 al 28 ottobre di quest’anno 2012.Una domanda può nascere per tutti noi riflettendo a partire dal nostro documento postassemblearee tenendo conto della situazione particolare pallottina e quella globale della nostraChiesa. Il compito di ravvivare la fede e di riaccendere la carità è ancora una urgenza, unapeculiarità per noi figli di Vincenzo Pallotti di quest’inizio del terzo millennio? E’ necessarioancora oggi di impegnarci realmente e concretamente nell’annuncio del Vangelo perché tutti gliuomini del nostro mondo conoscano Dio l’Amore Infinito, la cui volontà salvifica è estesa a tutti?Credo che per rispondere a tali domande è necessario di presentare anzitutto il contesto globaledella missione ad gentes di oggi. Un secondo passo necessario è di presentare anche la visione,ossia l’attualità del Pallotti nel ravvivare la fede e riaccendere la carità nel nostro mondo di oggi. Ilterzo passo sarà un richiamo sulla necessità di impegnarsi nell’evangelizzazione del mondo secondoil nostro carisma missionario. Finirò questa riflessione, proponendovi alcuni atteggiamenti perravvivare la fede e riaccendere la carità presso le genti verso le quali siamo mandati.1 J. NAMPUDAKAM – M. RECK, “Presentazione ”, in SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, “Ravvivare la fede eriaccendere la carità”: Apostoli di Gesù nel mondo che cambia. Documento post-assembleare. XX AssembleaGenerale. Ariccia, 20 settembre-15settembre 2010, Società dell’Apostolato Cattolico, Roma 2011, 3.2 BENEDETTO XVI, Porta Fidei, Lettera apostolica in forma di Motu Proprio, 11 ottobre 2011, LEV, Città del Vaticano,n.4.1


1. IL CONTESTO GLOBALE DEL<strong>LA</strong> NOSTRA MISSIONE AD GENTES OGGIE’ Ovvio che ciò che facciamo come apostolato, come lo riconosce il documento postassembleare,“deve esser determinato dal contesto in cui evangelizziamo” 3 . Sappiamo che la Chiesaè stata mandata a tutte le genti per essere “sacramento universale di salvezza” 4 . Infatti le finali deivangeli secondo Marco e Matteo sono chiare su un tale mandato che la Chiesa, rappresentata daidiscepoli, ha ricevuto dal suo Signore. Se secondo Marco, i discepoli sono mandati da Gesù in tuttoil mondo per predicare il vangelo ad ogni creatura perché ognuno che crederà e sarà battezzato siasalvo con i segni che accompagneranno i credenti (Mc 16,15-18), bisogna dire che secondo la finaledi Matteo invece, i discepoli sono mandati a fare discepoli di Gesù tutte le nazioni, battezzando einsegnando con la permanenza del Risorto in mezzo a loro fino alla fine del mondo (Mt 28,16-20).Secondo Vaticano II, la missionarietà fa dunque parte della natura e dell’identità della Chiesa. Mala Chiesa deve svolgere la sua missione non più nei spazi geografici precisi ma nello spaziodell’universalità, cioè il mondo intero. Perciò la missione è l’essere della Chiesa universale 5 .La missione è una delle funzioni o meglio delle attività specifiche della Chiesa, con ilcompito di predicare il vangelo e di impiantare la Chiesa in mezzo ai popoli o ai gruppi che ancoranon credono in Cristo 6 . In questo senso, la missione ad gentes viene definita secondo le condizioniesterne dei destinatari, con ragioni storiche, geografiche e socioculturali. Possiamo aggiungere cheper Vaticano II, la missione è una funzione essenziale e un compito di tutta la Chiesa, ma allo stessotempo, è anche una funzione o attività particolare della Chiesa. Se il concilio parte dal sensooriginario del termine missione, inteso come Missio Dei, ossia l’invio del Figlio e dello SpiritoSanto dalla parte di Dio Padre 7 , precisiamo che prevarrà piuttosto dopo il concilio, il senso piùristretto e tradizionale dell’attività missionaria della Chiesa, o missioni al plurale (AG 6), comeattività evangelizzatrice presso i popoli e gruppi umani che ancora non credono in Cristo o nei qualila Chiesa non è ancora sufficientemente piantata.Il papa Paolo VI nella sua esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi preferendo il terminecomplesso, ricco e dinamico di evangelizzazione a colui di missione, ribadirà che “evangelizzare,per la Chiesa, è portare la buona novella in tutti gli strati dell’umanità, e col suo influsso,trasformare dal dentro, rendere nuova l’umanità stessa” 8 . Ma la missione ad gentes è indirizzata acoloro che ignorano Cristo (EN 17) oppure la cui cultura non è ancora stata influenzata dal Vangelo(EN 18-20). Il papa Giovanni Paolo II nella sua lettera enciclica Redemptoris Missio, ritornando alconcetto di missione presenterà tre situazioni collegate a tre attività specifiche dell’unica missioneecclesiale: la cura pastorale, la nuova evangelizzazione o ri-evangelizzazione e la missione adgentes 9 . Quest’ultima è un’attività specifica della Chiesa distinta dalle altre due, perché rivolta agruppi e ambienti socioculturali non ancora cristiani, perché vi sono assenti o insufficientil’annuncio esplicito e la presenza ecclesiale. Giovanni Paolo II preciserà che la peculiarità di unatale attività deriva dal fatto che è indirizzata ai non cristiani 10 . Non si fa più qui una letturageografica o territoriale della missione ad gentes.Quindi, la missione ad gentes non è più soltanto indirizzata ai popoli e nazioni lontani dalmondo occidentale vivendo in Africa, America Latina, Asia o in Oceania. Ma la missione ad gentesè indirizzata tanto a coloro che non conoscono ancora Cristo nei cosiddetti paesi di missione, quantoagli ambienti socioculturali non ancora illuminati dalla luce di Cristo e del suo Vangelo nei paesi ditradizione cristiana. In questo contesto, è ovvio che si può considerare una città come Roma, luogo3 SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”: Apostoli di Gesù nel mondoche cambia, 30.4 CONCILIO VATICANO II, Ad Gentes, Decreto sull’attività missionaria della Chiesa, 7 dicembre 1965, n.1.5 Cfr. AG 2, LG 1.6 Cfr. AG 6.7 Cfr. AG 28 PAOLO VI, Evangelii Nuntiandi, Esortazione apostolica, 8 dicembre 1975, n.189 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Missio, Lettera enciclica circa la permanente validità del mandato missionario,7 dicembre 1990, nn. 33-34.10 Cfr. RM 34.2


della missione ad gentes, perché “ oggi la missione si trova in tutti i cinque continenti” 11 . PerciòGiovanni Paolo II pensa che è necessario una riscoperta della vocazione specifica alla missione adgentes per aver veri e propri missionari ad gentes 12 .Per tornare al nostro documento post-assembleare, bisogna dire che vi è fatta unasottolineatura molto importante sulle circostanze e le vedute del nostro mondo di oggi che sonodiverse da quelle del nostro Santo Fondatore e del suo tempo 13 . Una differenza notevole tra la primametà dell’800 e l’inizio di questo terzo millennio è segnata dal passaggio dalla modernità alla postmodernità,dal forte impulso della secolarizzazione e della globalizzazione. Infatti, il nostro mondoattuale è diventato pluralistico, post-moderno e anche un villaggio globale. E’ la situazione che lelineamenta del prossimo sinodo dei vescovi descrivono parlando degli scenari sociali, culturali,economici, politici e religiosi della nuova evangelizzazione 14 .Bisogna precisare che il documento post-assembleare ha elencato circa 11 situazioni o fattoriche influiscono sulla nostra vita e sulla nostra missione come Pallottini 15 : 1) il mondo globalizzatocon le sue società multiculturali e multiconfessionali nate grazie all’immigrazione; 2) lamultinazionalità e la multiculturalità delle nostre comunità pallottine con una necessariainculturazione per chi va a lavorare in una nuova cultura; 3) l’emergenza di un nuovo modo dipensare più democratico opposto al vecchio modello ecclesiastico del comando gerarchico; 4) ilsorgere delle eresie antropologiche; 5) lo scandalo degli abusi sessuali commessi dagli ecclesiasticisui minori; 6) la crescita della secolarizzazione e della laicizzazione con il nuovo fenomeno dicristiani che chiedono di essere sbattezzati; 7) il relativismo in cui l’Io è la misura di tutto; 8)l’opposizione di alcune religioni e delle forze politiche alla missione evangelizzatrice della Chiesa;9) i problemi relativi alla vita di fede dei fedeli di fronte ai valori cristiani; 10) come segno positivo,il profondo desiderio di vita spirituale; 11) un altro segno positivo è la ricerca di beni e servizi diprima qualità in una epoca consumistica con un influsso grande sulla vita spirituale e cristiana dellagente in ricerca di celebrazioni qualitative.La situazione del nostro mondo, luogo della nostra missione ad gentes è anche segnata dauna gara o lotta tra diverse religioni e sette, dove il prodotto migliore perché offerto a buon mercatoe ben raffinato è accettato dopo aver fatto una buona pubblicità. In questo contesto, tutti i mezzisono buoni per attirare a sé la gente, anche se questi mezzi sono contrari all’etica e ai valoriuniversalmente condivisi. La ragione è che il nostro mondo è dominato dagli interessi commercialie dalla competizione, dove i più perspicaci e anche i più furbi vincono su coloro che vogliono usareil metodo del “politicamente corretto”.11 SINODO DEI VESCOVI XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA, La nuova evangelizzazione per la trasmissione dellafede cristiana, Lineamenta, 2 febbraio 2011, LEV, Città del Vaticano 2011, n.6.12 Cfr. RM 32.13 Cfr. SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”: Apostoli di Gesù nelmondo che cambia, 30.14 Il primo scenario è culturale perché ci troviamo in un’epoca di profonda secolarizzazione, con lo sviluppo di unamentalità consumistica e edonista in cui Dio è assente, malgrado la promettente rinascita religiosa in altre regioni delmondo oscurata da fenomeni di fondamentalismo religioso. Il secondo scenario è sociale e si tratta del grande fenomenomigratorio con la globalizzazione. Accanto a questo fenomeno è legato il terzo scenario sviluppato sotto lo sfondo delprofondo miscuglio delle culture con la sfida dei mezzi di comunicazione sociale che favoriscono una concentrazioneegocentrica, l’alienazione della dimensione etica e politica della vita e lo sviluppo di una cultura dell’effimero,dell’immediato e dell’apparenza. Il quarto scenario è economico con il perdurare della crisi finanziaria e economicamondiale e i crescenti squilibri tra Nord e Sud del mondo. Il quinto scenario è legato alla ricerca scientifica etecnologica con il sorgere di nuove forme di gnosi assumendo la tecnica come saggezza e la ricerca di unaorganizzazione magica della vita. L’ultimo scenario è quello politico con l’emergenza dal concilio Vaticano II in poi didiversi mutamenti che hanno favorito la libertà religiosa, l’impegno per la pace, lo sviluppo e la liberazione dei popoli ,la promozione umana, l’attenzione ai più deboli e l’impegno per la salvaguardia del creato. Cfr. SINODO DEI VESCOVIXIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA, La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, n.6.15 Cfr. SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”: Apostoli di Gesù nelmondo che cambia, 7-11.3


2. <strong>LA</strong> VISIONE CARISMATICA DEL PALLOTTI: <strong>RAVVIVARE</strong> <strong>LA</strong> <strong>FEDE</strong> E <strong>RIACCENDERE</strong> <strong>LA</strong> CARITÀDopo una presentazione del nostro mondo di oggi, luogo della nostra missione ad gentes, èimportante anche presentare ora la visione del nostro Santo Fondatore, Vincenzo Pallotti, che hacapito nel suo tempo che l’amore infinito di Dio per gli uomini ci chiede un impegno missionariomolto forte per poter annunciare e portare questo amore a tutti, ravvivando la fede e riaccendendola carità nei cuori degli uomini. Infatti il preambolo della Legge della Società dell’ApostolatoCattolico riconosce che il carisma ricevuto dal Pallotti da Dio è nostra eredità comune come Unionedell’Apostolato Cattolico. Cosi dice esplicitamente il testo:In ogni epoca Dio arricchisce uomini e donne dei carismi dello Spirito Santo acontinuazione della missione salvifica di Cristo per il bene degli uomini e a edificazionedella Chiesa. San Vincenzo Pallotti appartiene al numero di coloro che, nella prima metà delsecolo XIX, Dio arricchì dei suoi doni e delle sue ispirazioni, perché fossero di aiuto allaChiesa nell’adempimento della sua missione. Il carisma di San Vincenzo Pallotti è ereditàdell’Unione dell’Apostolato Cattolica. I suoi membri fanno propri i suoi ideali e accettano lasua missione 16 .Il nostro impegno apostolico come Pallottini viene dal carisma del Pallotti e costituisceanche il nostro carisma missionario. In effetti, la missione salvifica di Cristo per gli uomini è ilfondamento del nostro carisma missionario. Il carisma missionario in Don Vincenzo Pallotti nascedalla consapevolezza dell’amore infinito di Dio. Per il Pallotti, Dio, Carità per essenza ha creatol’uomo a sua immagine e a sua somiglianza. Così l’uomo è diventato immagine viva della caritàdivina. L’amore infinito di Dio per l’umanità e per il creato lo porta a mandare il suo Unigenito perredimere il genere umano e rinnovare il creato con la sua morte sulla croce. Questo spinge ilPallotti, a considerare il Signore Gesù come l’Apostolo dell’eterno Padre. Parlando della missionedi Cristo scriverà:Il nostro Signore Gesù Cristo è l’Apostolo dell’eterno divin Padre perché mandato da Luiper riparare la gloria della sua maestà oltraggiata e per redimere il genere umano.L’apostolato di Gesù Cristo è la sua obbedienza al precetto del Padre celeste, ossia l’operastessa della redenzione. 17L’amore infinito di Dio manifestatosi in Gesù suo Unigenito Figlio, lui, l’Apostolodell’eterno Padre, porta il Pallotti a fare tutto per la salvezza della sua anima e del prossimo;all’esempio di Gesù che ha fatto tutto per noi con amore infinito dalla sua incarnazione fino alla suamorte sulla croce. Ciò spinge il Pallotti a porre il fondamento dell’apostolato di ogni battezzato. Perlui, poiché Dio è carità per essenza, il precetto della carità obbliga tutti a glorificare e amare Diosopra tutte le cose, il prossimo come sé stessi. Peraltro, tutti devono progredire nella ricerca deimezzi spirituali e umani per procurare la propria salvezza eterna e quella del prossimo. In questaprospettiva, diventa necessaria l’imitazione di Gesù Cristo, l’Apostolo dell’eterno Padre. Perciò peril Pallotti la regola fondamentale della sua minima congregazione è la vita di Gesù Cristo perimitarlo in tutte le opere della sua vita nascosta, del suo pubblico ministero evangelico per lagrandissima gloria di Dio e per la maggiore santificazione dell’anima nostra e del nostro prossimo.Ora vediamo che per noi membri della famiglia pallottina, il nostro carisma missionarionasce dalla consapevolezza dell’amore infinito di Dio che ci obbliga imitando Gesù Cristo, il veroApostolo del Padre, a fare tutto per la salvezza di tutti gli uomini. C’è dunque un doppiofondamento del nostro carisma missionario: uno teologico basato sull’amore infinito di Dio, e unaltro cristologico basato sulla figura cristologica di Gesù Apostolo del Padre.Come Cristo è stato mandato dal Padre per attuare il suo disegno di salvezza per l’umanità,così ogni battezzato ha l’obbligo di impegnarsi con tutte le sue forze per la propria salvezza e quelladi ogni uomo. Mosso dall’amore infinito di Dio, e l’avendo sperimentato nella propria vita, il16 SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, Legge della Società dell’Apostolato Cattolico, Preambolo a, citato inPreghiere Comunitarie Pallottine, 74.17 V. PALLOTTI, OOCC III, 139. Citato in Preghiere Comunitarie Pallottine, 56.4


attezzato non può rimanere senza fare nulla. Deve muoversi perché il suo prossimo arrivi a capirel’amore infinito di Dio manifestatosi in Gesù Cristo il suo Figlio Unigenito. Si tratta di fare tutto ciòche è possibile per l’estensione del Regno di Dio dappertutto. La sfida per ogni battezzato saràdunque di preoccuparsi in tutti i modi possibili della propria salvezza eterna e quella delprossimo 18 .C’è dunque nel nostro carisma missionario, il risveglio della coscienza apostolica in tutti ibattezzati. Questo significa che un battezzato che si sa infinitamente amato da Dio dovrebbe dare ilsuo contributo per la sua salvezza e quella del prossimo. Una buona comprensione dell’amore diDio ci conduce a ricercare tutti i mezzi possibili per la propria salvezza. Ma un amore che non èorientato verso gli altri è egoista, perciò per noi della famiglia pallottina, importa che attraversoquesto divino precetto dell’amore che ci esige di amare il prossimo come se stesso, ogni battezzatos’impegni per la piena salvezza di tutt’uomo e di tutto l’uomo 19 . Tutti i battezzati a causa del lorobattesimo sono chiamati alla missione e all’apostolato come lo riconoscerà anche il concilioVaticano II (Cfr. LG 33b). Per dirlo con le parole del Pallotti, ogni battezzato dovrebbe avere lozelo per la gloria di Dio, l’amore e la pietà per la felicità eterna del prossimo 20 . E il Pallottiaggiungerà:Tutti abbiamo l’obbligo di concorrere alla salvezza spirituale del prossimo; poiché la divinaprovvidenza, che ci ha fatto un dovere di soccorrere il nostro fratello nei suoi gravi bisognitemporali, molto di più lo ha fatto di soccorrerlo nei suoi bisogni spirituali: sicché siamo tuttitenuti ad aiutarci scambievolmente all’acquisto del cielo, e non vi è uomo di cui la mortestessa debba essere indifferente, ma ciascuno è tenuto ad impedirla col procurarne lasalvezza con tutti i mezzi, che sono in suo potere. 21Noi che siamo oggi i discepoli e figli spirituali del Pallotti, non abbiamo un’altra visionediversa dalla sua. In effetti, per svolgere bene la nostra missione apostolica come Pallottini, ilPallotti ci ha lasciato “il compito di ravvivare la fede e riaccendere la carità tra i cattolici […]ottenerne la collaborazione per estenderla al mondo intero, in modo da esserci ” 22 . Detto in poche parole, tocca a noi oggi di portare avanti il progetto e l’idealemissionario del Pallotti, guadagnando al Signore nuovi discepoli con il nostro impegno perseverantenel ravvivare la fede e riaccendere la carità nel nostro mondo di oggi.3. <strong>LA</strong> NECESSITÀ DI EVANGELIZZARE IL MONDO DI OGGI SECONDO IL NOSTRO CARISMAMISSIONARIO PALLOTTINOSi tratta in questo punto di tener presente tre importanti legami per poter evangelizzaremeglio il nostro mondo di oggi: 1) la relazione fra noi qui siamo missionari o inviati e l’inviante cheè Cristo nella sua Chiesa; 2) la relazione tra noi mandati nel nome del Signore e i destinataridell’annuncio; e 3) la necessità di sviluppare una relazione di fraternità con i destinataridell’annuncio. Prima di tutto, è necessario ricordare che il nostro apostolato e la nostra spiritualitàmissionaria hanno come origine e finalità Cristo l’Apostolo dell’eterno Padre. E’ Cristo che è ilpunto di partenza, il criterio e il punto di riferimento della nostra vita spirituale e delle nostre attivitàapostoliche. Senza la sua presenza e una stretta unione a lui, la nostra spiritualità, la nostra missionee la nostra stessa vita sono nulla (Gv 15,5). E come lo dice il papa Giovanni Paolo II, non si puòpretendere vivere la missione senza nessun riferimento a Cristo Apostolo (RM 88). In altre parole, ilnostro essere e il nostro agire apostolico devono essere centrati su Cristo, l’Inviato del Padre. Lanostra vita deve essere centrata su Cristo, perché è colui che ha sperimentato per primo, l’amoreinfinito del Padre per il genere umano. L’apostolo seguendo Cristo sperimenta anche lui questo18 Cfr. Ibid., 142.19 Cfr. PAOLO VI, Populorum Progressio, n.14.20 Cfr. V. PALLOTTI, OOCC IV, 119.21 Ibid., 132. Citato in Preghiere Comunitarie Pallottine, 67.22 SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”: Apostoli di Gesù nel mondoche cambia, 30.5


amore, e si lascia conquistare da Cristo attraverso la sua esperienza di fede. Questo farà nascere inlui quattro movimenti interiori: la contemplazione dell’amore infinito di Dio; la gioia di conoscereCristo; l’ammirazione e il desiderio d’imitare Cristo; il desiderio di farlo conoscere agli uominicondividendo con loro la gioia della sua intimità.Mi soffermerei soltanto sulla gioia di conoscere Cristo e il desiderio di farlo conoscere agliuomini. La gioia di conoscere Gesù è ricordata da Giovanni Paolo II nella RM 91. La gioia devecaratterizzare ogni cristiano e ogni vita missionaria. Ci sono tre cammini diversi e complementariper avere la vera gioia: considerare Cristo come il vero tesoro; avere il coraggio di lasciare tutto acausa di Cristo; vivere in comunione con Cristo mettendolo al centro di tutto. E’ dunque importanteche la persona mandata abbia un rapporto profondo con Cristo che è la ragione del suo serviziomissionario. Per questo bisogna riempire il nostro cuore di Cristo accentando di entrare in questocammino e considerando la gente verso la quale siamo mandati come oggetto del nostro apostolato.Ciò che abbiamo già detto sopra ci aiuterà a fare crescere in noi il desiderio di far conoscereCristo agli altri e condividendo con loro la gioia della sua intimità. Dobbiamo riconoscere che ilnostro apostolato deve essere sempre ispirato dall’incontro con Cristo che è l’origine, la ragione e lafonte della nostra vita e della nostra missione. E’ una persona, Gesù Cristo la Parola definitiva diDio, fatta uomo che dobbiamo presentare agli altri e non una dottrina, un sistema di articoli di fedee di precetti morali, ancor meno un programma politico 23 , neanche il fatto di offrire un servizioanche socio caritativo. Il nostro impegno sarà di aiutare gli altri ad entrare e crescere anche loro inuna comunione intima con Cristo nella loro vita concreta. E’ importante sottolineare che siamomandati nel mondo costituito dalle persone che non hanno ancora incontrato Cristo e il suomessaggio di salvezza.Quando andiamo nel mondo non evangelizzato oppure secolarizzato o post-cristiano,dobbiamo avere un senso di oggettività. Davanti al mondo non ancora evangelizzato o postcristiano,dobbiamo avere una spiritualità della piccolezza, riconoscendo che noi cristiani siamo unaminoranza nel mondo. L’immagine del piccolo seme del senape dovrebbe aiutarci a capire megliola nostra missione in questo mondo. E’ importante anche di avere una spiritualità dell’amoreuniversale per ogni uomo perché Dio ama tutti gli uomini e ciascuno di maniera particolare. Inquesto senso, diventa importante di lavorare con tutte le genti di buona volontà. Il nostro compito èdi portare nella vita di ogni uomo l’influsso di Dio, per riscoprire che tutti siamo stati creati aimmagine e somiglianza di Dio. Una tale riscoperta permetterà a tanti di poter fare il benegratuitamente senza aspettare nulla in cambio 24 . Possiamo dunque aiutare a costruire una nuovasocietà in cui la politica, l’economia e le relazioni sociali hanno per fondamento e fine la potenzadivina e la ricerca del bene comune e non l’interesse egoistico. Questo aiuterà la gente a non porreal primo posto il potere dei beni materiali, la ricchezza dei possedimenti e del denaro, ma l’aiutovicendevole soddisfacendo ai propri bisogni e a quelli degli altri 25 .Un altro atteggiamento che è richiesto al missionario è di avere una spiritualitàdell’inculturazione che sa apprezzare i valori di ogni cultura, pur denunciando le sue deviazioni e isuoi contro-valori. Dobbiamo essere apostoli della riconciliazione dei cuori in un mondo in cui cisono diverse lotte e tanti conflitti tra gli uomini, tra nazioni, tra religioni e tra diverse tribù e etnie.E’ importante anche una spiritualità vocazionale che condivide con gli altri la gioia di conoscereCristo. Al missionario è richiesto una testimonianza autentica della vita soprattutto in quantotestimone della conversione. Infatti come lo riconosce anche il documento post-assembleare, lanostra testimonianza di vita come apostoli di Gesù, tocca e trasforma la vita delle persone,e è anchepiù efficace dove l’evangelizzazione diretta è impossibile 26 . In tutto questo, non dobbiamo maidimenticare di annunciare Cristo come l’unico Salvatore dell’umanità, e che l’amore infinito di Dio23 Cfr. SINODO DEI VESCOVI XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA, La nuova evangelizzazione per la trasmissionedella fede cristiana, n.11.24 SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”: Apostoli di Gesù nel mondoche cambia, 30.25 Cfr. Ibid.26 Cfr. Ibid.6


abbraccia tutti gli uomini indipendentemente della loro religione, cultura, condizione sociale, razzao professione.4. ALCUNI SUGGERIMENTI PER <strong>RAVVIVARE</strong> <strong>LA</strong> <strong>FEDE</strong> <strong>RIACCENDERE</strong> <strong>LA</strong> CARITÀ NEL<strong>LA</strong>MISSIONE AD GENTESQuest’ultimo punto della nostra riflessione si vuole come conclusivo per continuare lariflessione e non soltanto esortativo. Si tratta di proporre alcuni atteggiamenti che potrebberoaiutarci come Pallottini per poter svolgere il nostro compito apostolico o la nostra missionespecifica, che è di ravvivare la fede e di riaccendere la carità nel nostro mondo di oggi. E’ il nostrocompito fondamentale e la principale finalità del nostro carisma e della nostra spiritualità pallottina.Siamo chiamati a ridare vigore e a fare rivivere la fede nei cuori dei fedeli perché il nostroapostolato mira a far progredire, espandere e difendere la fede cattolica, rianimandola nei cuori deifedeli e aumentando mezzi per mantenere ed espandere la religione cattolica 27 . Dobbiamo ancheriaccendere la carità, cioè ridarle una nuova intensità, una forza e un ardore nuovo perché l’amore èla regola fondamentale della fondazione del Pallotti. Bisogna prima ravvivare la fede e riaccenderela carità nei cuori di tutti i battezzati per poter propagarle in tutto il mondo.Come l’abbiamo già sottolineato, la natura della Chiesa è missionaria, e essere cristianosignifica avere anche lo zelo per la missione. Chi è veramente pieno di fede, cercherà di diffonderlaovunque testimoniandola e permettendo ad altri di parteciparvi. Infatti, “la mancanza di zelomissionario è mancanza di zelo per la fede.” 28 Detto nei termini pallottini, la nostra spiritualità e ilnostro carisma missionario sono aperti a tutti i cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà. Unatale apertura nasce dalla consapevolezza di essere stati tutti creati a immagine e somiglianza di Dio.Perciò, nei nostri diversi luoghi di missione, dobbiamo favorire e difendere la comune dignitàineguagliabile dell’uomo, soprattutto dove viene negata oppure trascurata 29 . E’ qui il verofondamento della chiamata universale all’apostolato voluta dal Pallotti. Infatti, chi è consapevole diessere amato da Dio, deve rispondere a questo amore e impegnarsi anche lui a trasmetterlo a suoifratelli e sorelle, perché raggiungano la perfezione in Dio. La riscoperta della nostra comune dignitàumana aiuterà anche tutti gli uomini a creare una società nuova dove non sono più importanti ilbisogno del prestigio o la classificazione delle persone secondo i criteri sbagliati, considerandolecome inferiori o superiori in base alla razza, al colore della pelle, all’educazione a volte confusa conla civilizzazione, all’origine familiare,tribale o etnica. Ma una nuova società sorgerà, in cui ognunosarà rispettato per ciò che è, un essere umano e un figlio di Dio amato e voluto da lui 30 .In questo senso, urge la consapevolezza del dato interculturale e interreligioso del nostromondo di oggi. Il mondo è diventato plurale e dove lavoriamo dobbiamo tener conto della diversitàdelle culture e delle religioni, avendo un rispetto per ciascuna di esse e promuovendo unatteggiamento dialogico. Il sogno del Pallotti che pensava a un solo ovile sotto un solo pastore, saràper noi oggi, la ricerca e l’impegno per la “coesistenza pacifica e armoniosa tra le diverse culture ele religioni per mezzo del dialogo e della cooperazione nel servizio.” 31 Un tale atteggiamento cicondurrà senz’indubbio a riconoscere gli elementi di bontà, oppure le Semina Verbi, che si trovanonelle culture dei popoli e nelle diverse religioni, pur cercando di purificarli, consolidarli eperfezionarli alla luce di Cristo e del suo Vangelo di salvezza, per la gloria di Dio, la confusione27 Cfr. V. PALLOTTI, OOCC IV, 123.28 SINODO DEI VESCOVI XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA, La nuova evangelizzazione per la trasmissione dellafede cristiana, n.10.29 UNIONE DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, Il Carisma di S. Vincenzo Pallotti. Origine, sviluppo, identità, UAC, Roma2004, 49.30 SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”: Apostoli di Gesù nel mondoche cambia, 30.31 Ibid.7


del demonio e la felicità dell’uomo 32 . Questi semi della Parola che si trovano nei cuori degli uominidiventeranno per la grazia di Dio, “alberi di speranza per il mondo di domani.” 33In attesa del prossimo sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, siamo chiamaticome Pallottini a cercare una risposta adeguata ai segni del nostro tempo di oggi, ai bisogni degliuomini e delle donne di oggi, ai nuovi scenari della cultura contemporanea 34 . Aspettiamo un nuovosoffio dello Spirito per una nuova Pentecoste nel nostro tempo di oggi, per creare un nuovoCenacolo. Quindi, essendo in sintonia con questo modello del Cenacolo in cui collegando lacontemplazione con l’azione, e essendo radicati nell’amore di Dio insieme a Maria, Regina degliApostoli, Madre e Patrona nostra, saremo infuocati come Paolo, consapevoli di non tenere solo pernoi Cristo. Cosi ci impegneremo lealmente a comunicare Cristo e il suo Regno al nostro mondo dioggi, con gioia, zelo missionario, perseveranza e entusiasmo, sempre rinnovati nello Spirito diPentecoste.DOMANDE PER <strong>LA</strong> RIFLESSIONE PERSONALE E NEI PICCOLI GRUPPI1) Di fronte alle sfide missionarie del nostro tempo, come posso io impegnarmi nel ravvivare lafede e la carità oggi?2) Consapevole che devo anch’io dare il mio contributo personale per risvegliare la coscienzaapostolica in tutti i battezzati, che posso fare concretamente come Pallottino vivendorealmente il nostro carisma missionario?3) Quale sarebbe il mio atteggiamento missionario:a) di fronte al mondo non ancora evangelizzato?b) di fronte alle culture dei popoli e alle religioni del mondo?c) di fronte a un mondo più secolarizzato che ha perso il senso di Dio?32 Cfr. LG 13; LG 17; GS 42; AG 9.33 SOCIETÀ DELL’APOSTO<strong>LA</strong>TO CATTOLICO, “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”: Apostoli di Gesù nel mondoche cambia, 30.34 SINODO DEI VESCOVI XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA, La nuova evangelizzazione per la trasmissione dellafede cristiana, n.23.8

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