obiettivo - Anmil
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TUTELA<br />
<strong>obiettivo</strong><br />
30 il direttore risponde<br />
Circolazione veicoli al servizio disabili<br />
Sono un vostro socio di Sesto San Giovanni e viaggio munito di contrassegno speciale. Purtroppo vengo spesso fermato<br />
dalla Polizia Municipale, specie a Milano, perché guido una vecchia 500L di 35 anni fa. Sino ad ora non mi è stata ancora<br />
elevata alcuna multa, ma c’è sempre da discutere. Posso circolare ovunque o no?<br />
(C.C. - Sesto S. Giovanni)<br />
Il cosiddetto nuovo codice della strada (è del 1993) prevede all’art. 7 (regolamentazione della circolazione nei centri abitati)<br />
che per favorire la mobilità i sindaci, con apposita ordinanza, possono, tra l’altro, limitare la circolazione di tutte o<br />
alcune categorie di veicoli per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti; nello stesso art. 7 è previsto<br />
che i Comuni possano subordinare l’ingresso di veicoli a motore nelle zone a traffico limitato anche al pagamento di<br />
un ticket. A Milano si sta effettivamente cominciando una battaglia per la salute pubblica e ambientale ed è stato introdotto<br />
un ecopass ed ecoticket. Naturalmente il codice prevede deroghe per i portatori di handicap ma si tratta di una possibilità<br />
che va poi espressa in modo esplicito nell’ordinanza.<br />
L’unico consiglio è quindi, per lei e per tutti, di esaminare con attenzione i contenuti delle ordinanze comunali e comunque<br />
rassegnarsi all’idea che i veicoli inquinanti ed un intenso traffico saranno sempre più osteggiati, specie nelle realtà metropolitane.<br />
Dobbiamo quindi mettere in conto che i requisiti tecnici richiesti alle auto per regolamentazione europea tenderanno<br />
all’eliminazione dei veicoli obsoleti.<br />
Non resta che sperare nel buon senso di tutti per conciliare le rispettive esigenze, con una attenzione particolare ai disabili<br />
che, a loro volta, non devono trasformare un diritto in una pretesa senza condizioni.<br />
Rivalutazione settore agricoltura<br />
Faccio parte di una famiglia di agricoltori. Purtroppo io ed un mio zio abbiamo subito piccoli infortuni e la nostra rendita<br />
viene liquidata su retribuzioni diverse, pur facendo effettivamente lo stesso tipo di lavoro. Forse vi sembrerà una curiosità<br />
stupida ma vorremmo gentilmente una vostra risposta.<br />
(P.G. - Carrara)<br />
La storia della gestione degli infortuni agricoli è molto particolare. Il settore per lunghi anni, sempre a causa delle difficoltà<br />
di bilancio dell’INAIL, viveva un po’ sulle spalle del settore industriale, dove i datori di lavoro difficilmente sfuggivano al<br />
pagamento dei premi e comunque aveva una consistenza numericamente più cospicua per il progressivo esodo dalle campagne<br />
verso i centri industriali.<br />
Per questi motivi il Ministero del Lavoro e l’INAIL hanno progressivamente armonizzato le retribuzioni di riferimento assunte<br />
a base del calcolo della rendita di ogni lavoratore agricolo infortunato, sia dipendente a tempo determinato o indeterminato,<br />
sia lavoratore autonomo.<br />
Le due principali linee di demarcazione sono state tracciate nel 1982 e nel 1993 e riteniamo che siano questi due paletti<br />
a creare la differenza tra zio e nipote, oltre ad ulteriori notevoli differenze possibili nel caso di eventi ricadenti nel nuovo<br />
sistema indennitario vigente dal luglio del 2000. In pratica, economicamente prima del 1982 i lavoratori andavano sulla<br />
retribuzione convenzionale annua (oggi calcolata in euro 19.738) mentre i lavoratori subordinati infortunatisi dopo il 1982<br />
hanno come riferimento la loro retribuzione effettiva ma all’interno del minimale e massimale dell’industria (euro 13.078/<br />
euro 24.289).<br />
Dal 1° giugno 1993 modificazioni sulle retribuzioni sono intervenute in relazione ai lavoratori autonomi in agricoltura. Prima<br />
del 1° giugno 1993 la retribuzione usata per il calcolo della rendita era quella annua convenzionale (euro 19.738); dopo<br />
il 1° giugno 1993 la retribuzione di riferimento è il minimale dell’industria (euro 13.078). Va da sé che quest’ultima categoria<br />
è la più penalizzata e presumibilmente anche la più numerosa. Speriamo di aver chiarito, per i molti che ci pongono<br />
quesiti al riguardo, i motivi delle differenze tra molti trattamenti risarcitori.<br />
L. 104 in “servizio”<br />
Mi rivolgo a voi per avere un aiuto su una normativa che è poco chiara. L’art. 38, comma 5, della legge 448/98 prevede<br />
che i grandi invalidi di guerra ed equiparati sono considerati persone handicappate in situazione grave ai sensi della