EDEMA POLMONARE ACUTO CARDIOGENO - E-learning
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I. Corsini<br />
Definizione<br />
Segni e<br />
Sintomi<br />
<strong>EDEMA</strong> <strong>POLMONARE</strong> <strong>ACUTO</strong> <strong>CARDIOGENO</strong><br />
Condizione patologica caratterizzata dall’aumento dell’acqua<br />
extravascolare polmonare.<br />
L’edema polmonare d'origine cardiaca, in generale, ha alla base<br />
un’alterazione delle forze di Starling (per i meccanismi fisiopatologici si<br />
rimanda a testi specialistici).<br />
L’Edema Polmonare Acuto cardiogeno (EPAc) consegue ad un<br />
aumento della pressione venosa polmonare e il quadro clinico evolve<br />
attraverso 4 fasi:<br />
1) FASE 1 (edema interstiziale): difficilmente diagnosticabile, l’unico<br />
sintomo può essere una dispnea da sforzo dovuta ad una ridotta<br />
compliance polmonare.<br />
2) FASE 2: inizia l’edema alveolare, compare dispnea da sforzo<br />
minimo e in decubito supino, all’auscultazione del torace si<br />
percepiscono chiaramente dei fini rantoli alle basi. All’EGA la PCO 2<br />
sarà normale, mentre la PO 2 inizierà a scendere nonostante<br />
l’iperventilazione.<br />
3) FASE 3: siamo nello stadio di EPA conclamato, l’ortopnea è<br />
obbligata. Oltre ai rumori umidi compaiono anche dei sibili espiratori<br />
(asma cardiaco) dovuti alla compressione dei bronchioli terminali da<br />
parte del liquidi alveolari. All’EGA la PO 2 scende ulteriormente<br />
mentre la PCO2 può ancora essere normale.<br />
4) FASE 4: le condizioni cliniche del paziente sono estremamente<br />
gravi, i sintomi sono sovrapponibili a quelli della fase precedente,<br />
all’EGA oltre alla diminuzione della PO 2 si ha anche aumento della<br />
PCO 2 .<br />
• dispnea ad insorgenza improvvisa in pz a rischio (angina e IMA<br />
pregressi, stenosi mitralica, stenosi aortica, insufficienza aortica,<br />
ipertensione, ecc.);<br />
• ortopnea obbligata con frequenza respiratoria >30-40 atti/min;<br />
• dispnea parossistica notturna;<br />
• dolore toracico;<br />
• rantoli crepitanti;<br />
• frequenza cardiaca elevata (se bassa possibile BAV);<br />
• impegno dei muscoli accessori della respirazione;<br />
• tosse con espettorato rosato schiumoso;<br />
• pallore;<br />
• stato ansioso;<br />
• sudorazione profusa, fredda;<br />
• la pressione arteriosa può essere aumentata o abbassata (una<br />
Pressione arteriosa ridotta è un segno prognostico sfavorevole,<br />
indice di probabile evoluzione in shock cardiogeno).<br />
1
Diagnostica<br />
intraospedalie<br />
ra<br />
• EGA, SaO2.<br />
• Rx torace.<br />
• Azotemia, creatininemia, Na, K, Ca, bilirubina, transaminasi, LDH.<br />
Terapia<br />
(algoritmo)<br />
Una volta che siamo sicuri di trovarci di fronte ad un EPAc si deve:<br />
• valutare lo stato del paziente secondo l’ABC e attivare se<br />
necessario le procedure rianimatorie;<br />
• garantire la pervietà delle vie aeree;<br />
• monitorizzare l’attività cardiaca attraverso un monitor-defibrillatore;<br />
• monitorizzare la saturazione arteriosa di O 2 con un pulsossimetro;<br />
• monitorizzare la Pressione Arteriosa (PA);<br />
• reperire un accesso venoso sicuro ed efficace, preferibilmente in<br />
una vena periferica;<br />
• ossigenare il pz con O 2 al 100% o comunque con FiO 2 il più alta<br />
possibile, sarebbe opportuno utilizzare una leggera pressione<br />
positiva (PEEP o CPAP) per contrastare l’ulteriore fuoriuscita di<br />
liquidi negli alveoli;<br />
• somministrare dei farmaci diuretici preferibilmente dell’ansa,<br />
Furosemide (Lasix ® f 20mg) 0.5-1 mg/kg I.V. in bolo lento in 20-30<br />
secondi. Si ricorda che l’effetto immediato di questo farmaco non è<br />
dovuto alla sua azione diuretica ma all’effetto venodilatante. E’<br />
opportuno posizionare un catetere vescicale con apposito<br />
raccoglitore graduato per valutare il volume urinario;<br />
• somministrare morfina 1-3 mg I.V. ripetibili dopo 15 min per ridurre<br />
lo stato ansioso del soggetto e per ridurre gli stimoli vasocostrittivi<br />
adrenergici che agiscono sul letto arterioso e venoso. Questo<br />
farmaco deve comunque essere usato con attenzione perché può<br />
causare depressione della respirazione, in questo caso si deve<br />
subito somministrare Naloxone.<br />
Queste procedure terapeutiche sono valide per tutti gli EPAc, a questo<br />
punto la terapia differisce a secondo se il pz è normo-iperteso o<br />
ipoteso.<br />
Nel pz normo-iperteso (PAS >100mmHg):<br />
• somministrare vasodilatatori: Trinitroglicerina (Venitrin ® f 5mg) 10-<br />
20 γ/min ev e/o Nitroprussiato di Na (Nitroprussiato f 100mg) 0.1-5<br />
γ/kg/min ev;<br />
Nel pz ipoteso (PAS
Segni clinici di<br />
EPAc<br />
• Valutare ABC.<br />
• Pervietà vie aeree.<br />
• Monitorizzare ECG, sat<br />
O2, PA.<br />
• Accesso venoso<br />
periferico.<br />
• Ossigeno 100% se<br />
possibile CPAP o PEEP.<br />
Somministrare iv:<br />
• Furosemide 0.5-1 mg/kg<br />
• Morfina 1-3 mg<br />
Valutare PA<br />
PA