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Weidmannsheil (02/2012) - Bignami

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SPECIALE CANNA RIGATA<br />

Mauser M03 Extreme cal. 7x64<br />

Mauser M03<br />

Extreme cal. 7x64<br />

Con la versione Extreme, l’M03 Mauser<br />

si consacra come carabina bolt action del<br />

futuro, ma sempre custode dell’antico<br />

retaggio che ha reso celebre il marchio<br />

tedesco: robustezza, affidabilità e<br />

precisione. L’Autore l’ha portata a caccia<br />

di selezione di caprioli, daini e cinghiali<br />

per un’intera stagione.<br />

A cura di Alessandro Magno Giangio<br />

50 <strong>Weidmannsheil</strong><br />

D<br />

urante una parata militare nel Castello<br />

di Hohenzollern, nell’estate<br />

del 1858, il giovane Poul Mauser<br />

vide per la prima volta un fucile a spillo,<br />

nelle mani di un soldato prussiano. Nel<br />

suo diario scrisse: “Il soldato mi mostrò<br />

il suo fucile. Sino ad allora, non avevo mai<br />

visto una carabina a spillo. Ma da quel momento,<br />

capii che qualcosa di meglio poteva<br />

esser costruito. L’idea di poter costruire<br />

sempre, qualcosa di migliore, non mi ha mai<br />

lasciato per tutta la vita”.<br />

Da questo principio ispiratore di vita<br />

professionale, nacque il Mito Mauser, iniziato<br />

con il modello 1871 e consacratosi<br />

poi con il modello K98 e la sua versione<br />

civile, l’M98 Original.<br />

Tuttavia, nonostante la loro fattiva genialità<br />

e il loro alto spirito di abnegazione,<br />

quella dei due fratelli Wilheim e Poul Von<br />

Mauser fu una vita condotta contro forti<br />

venti avversi: concorrenza sleale, collaborazioni<br />

con personaggi disonesti (Norris),<br />

difficoltà logistiche ed economiche.<br />

Ma questo è il prezzo da pagare, per<br />

chiunque, per poter accedere al Mito: è<br />

così da Ulisse in poi.<br />

Per questo motivo, quando ho deciso di<br />

testare il nuovo modello M03 della Mauser,<br />

nella sua versione più moderna a que-<br />

<strong>Weidmannsheil</strong> 51


SPECIALE CANNA RIGATA<br />

Mauser M03 Extreme cal. 7x64<br />

sti tempi, la Extreme con calcio sintetico,<br />

mentre il mio primo pensiero andava al<br />

turbolento ma glorioso passato della casa<br />

di Oberndorf, le mie mani e i miei occhi<br />

posati sull’arma, tentavano di comprendere<br />

il senso di questo passaggio.<br />

Sì perché costruire un Mito è un’impresa<br />

titanica. Mantenerlo vivo, un compito<br />

arduo. Ma tentare di costruirne uno nuovo,<br />

soprattutto sull’onda di un passato<br />

glorioso è una missione, se non impossibile,<br />

alquanto improbabile.<br />

Ma se c’è una cosa che davvero non si<br />

possa proprio imputare ai tedeschi, questa<br />

è la mancanza di tenace perseveranza.<br />

Dopo la grande prova offerta con la realizzazione<br />

dell’M98 in versione Original<br />

e M98 Magnum nel 1999, la Mauser presenta<br />

all’IWA 2003 il suo nuovo modello<br />

denominato M03, acronimo abbreviato<br />

di Mauser 2003. Tale modello, entrerà<br />

però in produzione soltanto nel corso del<br />

2004, per raggiungere i magazzini della<br />

<strong>Bignami</strong> di Ora (Bolzano), da una vita<br />

importatore ufficiale Mauser in Italia,<br />

soltanto a metà 2005.<br />

Nel 2008, Mauser confeziona delle versioni<br />

Light dell’M03 su pressante richiesta<br />

dei cacciatori alla cerca. Io ho deciso<br />

di testare la versione standard poiché<br />

per il 70% la caccia di selezione in Italia<br />

è fatta da appostamento, quindi il peso<br />

dell’arma è a tutto favore della precisione.<br />

L’aspetto estetico dell’arma è piacevolmente<br />

classico ma il suo cuore meccanico,<br />

seppur d’ispirazione teutonica,<br />

racchiude notevoli innovazioni tecniche<br />

e tecnologiche, frutto di un attento studio<br />

in fase di progettazione e di una accurata<br />

scelta dei materiali di costruzione<br />

e assemblaggio. Vediamolo insieme, questo<br />

cuore impavido.<br />

CARATTERISTICHE TECNICHE<br />

Innanzitutto, l’M03 è stata progettata<br />

attorno ad un moderno principio, quello<br />

della versatilità estrema che le proviene<br />

dalla possibilità di sostituire la canna<br />

e la testa dell’otturatore senza bisogno<br />

alcuno di attrezzi, modernità che, come<br />

ormai accade troppo spesso nel nostro<br />

Paese, gli è stata tarpata e negata dal<br />

Catalogo Nazionale. In pratica, all’importatore<br />

<strong>Bignami</strong> è stata negata la possibilità<br />

di offrire l’arma nell’originale configurazione<br />

modulare, ovvero con canne<br />

intercambiabili. L’arma della prova, reca<br />

matricola n. M0<strong>02</strong>257 con numero di<br />

catalogo nazionale 14.688 ed è camerata<br />

nell’eccellente calibro 7x64 Brenneke.<br />

L’azione presenta un otturatore con<br />

ben sei tenoni frontali di chiusura, disposti<br />

su due serie di tre ciascuna, poste<br />

a 120 gradi. Uno speciale innesto a<br />

T, consente la sostituzione della testa<br />

dell’otturatore, per il’eventuale cambio<br />

di classe di calibri – Mini, 222 e 223<br />

Rem; Standard, dal 22-250 al 9,3x62, e<br />

Magnum, dal .270 WSM al 404 Jeffery,<br />

per un totale di ben 27 calibri.<br />

L’angolo di azionamento del nuovo otturatore<br />

Mauser M03 è di soli 60°, realtà<br />

tecnica che presenta due vantaggi: rapidità<br />

di ripetizione del colpo, e possibilità<br />

di montaggio dell’ottica più bassa.<br />

L’intera manovra di azionamento<br />

dell’otturatore, grazie anche alla pratica<br />

manetta con generoso pomolo, è velocissima,<br />

sicura, e silenziosa: rispetto al vecchio<br />

M98, quindi, abbiamo più velocità<br />

di riarmamento e minor rumore.<br />

Il corpo dell’otturatore presenta una sezione<br />

prismatica, e si svincola dall’azione,<br />

semplicemente abbassando il piccolo ritegno<br />

situato sul lato sinistro posteriore<br />

del castello: in tal modo, la manutenzione<br />

viene facilitata moltissimo. I tenoni<br />

dell’otturatore si impegnano entro apposite<br />

sedi ricavate nel prolungamento<br />

della canna, e non all’interno dell’azione.<br />

La canna, visto il progetto di modularità,<br />

viene fissata all’azione mediante due<br />

robustissime boccole filettate, dotate di<br />

appositi anelli prigionieri Sieger, così la<br />

sua sostituzione, non solo è rapidissima e<br />

sicura, ma è possibile senza dover necessariamente<br />

smontare l’intera calciatura.<br />

L’estrattore, a unghia, è montato su una<br />

delle alette frontali, mentre l’espulsore è<br />

del tipo classico a piolo posto sulla faccia<br />

recessa dell’otturatore.<br />

Per i calibri Mini e Standard è prevista<br />

una lunghezza di canna di 60 cm, mentre<br />

per i Magnum si sale a 65 cm, misure che<br />

garantiscono, a qualsiasi calibro, prestazioni<br />

balistiche esterne ottimali, sia con<br />

munizioni commerciali che con munizionamenti<br />

di ricarica.<br />

Pertanto, la canna dell’arma in prova,<br />

è lunga 60 cm: presenta una bella brunitura<br />

nera opaca che fa ottimo tris con il<br />

colore grigio fumo della calciatura e con<br />

la satinatura dell’otturatore prismatico.<br />

Il passo di rigatura per il 7x64 mm Brenneke<br />

è pari a 1:8.66, piuttosto “veloce”,<br />

quindi, ideale per la stabilizzazione di<br />

palle dai 140 ai 175 grani. La rigatura è<br />

a sei principi.<br />

Il serbatoio, del tipo estraibile, bifilare, è<br />

di ben 5 cartucce cui si aggiunge la sesta<br />

in camera di scoppio, possibilità questa<br />

che la rende molto appetibile anche nella<br />

caccia in battuta nei Paesi nei quali le<br />

semiautomatiche sono vietate. Il serbatoio<br />

si disimpegna dall’azione, mediante<br />

un robusto e pratico bottone, situato in<br />

posizione anteriore al guardamano, perfettamente<br />

incassato a filo di calciatura<br />

e di chassis dell’azione: pertanto, è quasi<br />

impossibile il suo azionamento involon-<br />

tario. Tuttavia, se l’utente decide di bloccare<br />

il serbatoio, in modo tale da scongiurare<br />

al 100% la perdita dello stesso e delle<br />

munizioni – operazione obbligatoria nella<br />

caccia ai dangerous game e in condizioni<br />

ambientali molto difficili, quali frequenti<br />

passaggi nella fitta vegetazione -, lo può<br />

fare agendo su un piccolo foro posto al<br />

centro del pulsante che prevede una vite<br />

Allen di bloccaggio. Geniale e molto utile.<br />

In tal modo, però, il suo riempimento<br />

può esser fatto solo dall’alto, secondo lo<br />

schema standard del “serbatoio cieco”.<br />

Durante il test, ho apprezzato moltissimo<br />

la precisa esecuzione del serbatoio e<br />

della sua sede sull’azione, un bocchettone<br />

liscio, facile da pulire. Tale accuratezza<br />

costruttiva, si ripercuote positivamente<br />

sulla precisione di alimentazione dell’arma.<br />

La sicura, a levetta con azione orizzontale,<br />

è posta sulla coda dell’otturatore. Si<br />

tratta di un meccanismo a sole due posizioni,<br />

S, ovvero “Safe” a sinistra, e F, cioè<br />

“Fire”, a destra. La corsa dalla S all’F è lineare,<br />

mentre il contrario, da F a S, vede<br />

il disimpegno mediante un pulsante centrale.<br />

Tale operazione, specie con mano<br />

guantata, non è agevole e, a dito nudo,<br />

capita di pizzicarsi. In più, l’intera operazione<br />

è un po’ rumorosa. Sinceramente,<br />

si poteva fare di molto meglio, soprattutto<br />

riguardo la mancanza della terza posizione,<br />

ovvero quella di Safe con possibilità<br />

di apertura dell’otturatore. Non è né<br />

bello, né pratico, né privo di rischi, specie<br />

oggi, nel Terzo Millennio, dover ancora<br />

aprire l’otturatore di un bolt action da<br />

caccia, per scaricare l’arma, in posizione<br />

di Fuoco…<br />

A sua parziale virtù, va detto che una<br />

volta in Safe, l’arma è in sicura sul serio,<br />

nel senso che la levetta non soltanto agisce<br />

sul blocco dello scatto e dell’otturatore,<br />

ma pone in riposo anche la molla del<br />

percussore, scongiurando così, anche in<br />

caso di violenti urti, l’accidentale partenza<br />

del colpo.<br />

La calciatura di questa M03 Extreme<br />

non è un semplice simulacro sintetico<br />

di una calciatura in legno, bensì una seria<br />

realizzazione in polimeri ad altissima<br />

resistenza, di un bel colore grigio fumo,<br />

con innovativi inserti in gomma speciale<br />

antisdrucciolo per un perfetto grip, in<br />

qualsiasi condizione meteo, e utili rinforzi<br />

sull’apice dell’astina per l’eventuale<br />

montaggio di un bipede. Le magliette<br />

portacinghia sono due, più è stato inserito<br />

un terzo piolo ad un terzo dell’astina,<br />

per il montaggio, appunto, del bipede.<br />

Al tatto, questa calciatura è davvero un<br />

piacere, sembra velluto. Anche la sua ergonomia,<br />

curiosamente fuori dello stile<br />

tedesco (è molto “dritta”, ovvero “americana”,<br />

ma con pistola piuttosto pronunciata),<br />

mi ha convinto pienamente poiché<br />

non stanca minimamente anche dopo<br />

lunghissimi minuti in attesa di un tiro.<br />

Quello che mi ha convinto meno è il<br />

calciolo, sottile e in gomma piena, anche<br />

se, a dir il vero, rinculo e rilevamento<br />

dell’arma, grazie alla calciatura dritta e<br />

alla pesantezza della meccanica, è minimo.<br />

Spero che nei calibri più potenti, il<br />

costruttore abbia previsto un calciolo un<br />

po’ più efficiente.<br />

52 <strong>Weidmannsheil</strong><br />

febbraio <strong>2012</strong> febbraio <strong>2012</strong><br />

<strong>Weidmannsheil</strong> 53


SPECIALE CANNA RIGATA<br />

Mauser M03 Extreme cal. 7x64<br />

Lo scatto, regolato di serie a circa<br />

1.060 grammi, è in un unico<br />

tempo, pulitissimo: difficilmente<br />

ho trovato di meglio in armi<br />

da caccia. Lo stecher è del tipo<br />

alla francese (con scatto in avanti<br />

del grilletto), e il suo peso può<br />

essere regolato agendo su un’apposita vite<br />

posta al centro del grilletto. Il grilletto,<br />

come da tradizione teutonica, è grande,<br />

ampio, e può quindi essere manovrato<br />

anche con dito leggermente guantato,<br />

data anche l’ampiezza del guardamano.<br />

Il peso complessivo di questo M03 Extreme<br />

in 7x64, nudo, è di 3.850, indice<br />

quindi di un’arma “molto sostanziosa”,<br />

caratteristica che si ripercuote, più che<br />

positivamente, sulla sua precisione e affidabilità.<br />

La lunghezza totale, invece, si<br />

attesta su valori standard della categoria,<br />

ovverossia 1.124 millimetri.<br />

PERCHÉ IL MAUSER M03 EXTREME<br />

Il senso dell’acquisto di un Mauser M03<br />

è racchiuso sia nel suo DNA, sia nella sua<br />

veste progettuale e costruttiva. Si tratta<br />

di un’arma che presenta tutto ciò che di<br />

meglio Mauser è riuscito a fare nel passato<br />

e nel presente, un vero concentrato<br />

di esperienza e di innovazione. Questo<br />

importante pedigree offre all’utente sorprendenti<br />

qualità, come la precisione,<br />

la robustezza, l’affidabilità, il valore nel<br />

tempo dei soldi spesi.<br />

Veniamo ora, proprio ad alcune considerazioni<br />

sul prezzo di listino dell’arma,<br />

che si aggira attorno ai 2.400 euro.<br />

Questi denari, non soltanto sono spesi<br />

bene ma, secondo me, sono una sorta di<br />

investimento futuro, perché questo bolt<br />

l’animale, non si deve far altro che portare<br />

la torretta sulla distanza telemetrata facendola<br />

scorrere sino a quando il valore di<br />

distanza non collima con il punto bianco<br />

situato sotto la torretta. Il primo test-verità<br />

l’ho eseguito al poligono, sulla distanza<br />

dei 200 metri, dopo l’azzeramento dell’arma<br />

a 100 metri. Ne sono venuti fuori una<br />

mouche e un 10 che potete verificare sulla<br />

foto del bersaglio. Ho poi dato i click per<br />

simulare un tiro a 300 metri, ma sparando<br />

sul centro a 200 metri, in modo tale da<br />

verificare l’abbassamento reale della palla<br />

e confrontarlo con i valori della tabella balistica<br />

in mio possesso per la munizione.<br />

La palla ha impattato bassa di 43.2 cm: la<br />

tabella, mi dava 41 cm… Quindi, la torretta<br />

ASV funziona veramente.<br />

Riguardo la precisione dell’arma: la miglior<br />

rosata di 3 colpi a 200 metri misura<br />

12 mm, la peggiore 15… Il tutto con una<br />

munizione commerciale dalla tipica tipologia<br />

da caccia... Merito combinato dell’arma<br />

stessa e del calibro, s’intenda questo,<br />

perché il 7x64 Brenneke, grazie al passo di<br />

rigatura veloce e l’ottima stabilizzazione<br />

data dai 6 principi di rigatura, fornisce, di<br />

base, prestazioni davvero encomiabili. E,<br />

quando le cose vanno in maniera eccelsa<br />

al poligono, a caccia non può andare che<br />

meglio, soprattutto quando si sceglie un<br />

ottimo proiettile polivalente quale il DK<br />

da 154 grani, un proiettile che ho voluto<br />

fortemente su quest’arma che dovevo imaction<br />

possiede caratteristiche che saranno<br />

sempre più apprezzate col passare del<br />

tempo, soprattutto in relazione al fatto<br />

che quest’arma è da considerarsi come un<br />

prodotto semi-artigianale, fatto cioè con il<br />

tocco di mani esperte e capaci, oltreché di<br />

macchinari precisi. La versione Extreme,<br />

poi, consente all’utente l’impiego dell’arma<br />

in tutte le condizioni, anche le più<br />

estreme, senza l’affanno insito nella presenza<br />

di legni scelti. Insomma, un Mauser<br />

non soltanto da tenere in rastrelliera, ma<br />

anche - e soprattutto -, da portare a caccia.<br />

mire e ottica<br />

Come da tradizione “tedesca”, pienamente<br />

condivisa dall’Autore, questo bolt<br />

action dispone di robusti ed essenziali organi<br />

di mira, utili sia per la caccia in battuta<br />

con tiri a breve distanza sia, in caso<br />

di caccia con calibri grossi, per ribattere<br />

animali eventualmente feriti.<br />

La tacca di mira è del tipo a foglietta ad<br />

U, montata su robustissima rampa, ed è<br />

regolabile in deriva, per tramite di una<br />

vite che ne allenta la presa a morsa sullo<br />

chassis di rampa. Il mirino, del tipo a perla,<br />

possiede un inserto in rame e nickel<br />

per una maggiore visibilità anche in condizioni<br />

di luce critica; anch’esso è montato<br />

su robusta rampa, ed è regolabile in<br />

alzo mediante una vite che agisce su una<br />

molla di ritegno della sua basetta.<br />

Sul castello è stato previsto un doppio<br />

ponte con la funzione di ancoraggio degli<br />

anelli dell’ottica. Il sistema di aggancio<br />

dell’ottica, proprietario esclusivo Mauser,<br />

è del tipo a slitta con sgancio rapido ma<br />

sicuro. Infatti, proprio per scongiurare<br />

lo sgancio accidentale del gruppo slittaottica,<br />

in caso di urti o di impigli, è stato<br />

previsto un dente di ritegno posteriore<br />

sul quale le due levette della slitta devono<br />

prima esser spinte leggermente in avanti,<br />

per disimpegnarle dal dente di ritegno,<br />

appunto, e poi arretrate.<br />

La scelta dell’ottica da impiegare per questo<br />

nostro test a caccia è caduta su un cannocchiale<br />

di prima scelta nella sfera di casa<br />

<strong>Bignami</strong>, ovvero lo Zeiss Victory, modello<br />

Diavari 3-12x56 T* con torretta balistica<br />

ASV, e dotato di reticolo classico German<br />

4. L’ASV è un sistema di regolazione rapida<br />

del reticolo mediante scala graduata<br />

su speciale torretta di alzo, mediante click<br />

sulla stessa torretta, secondo una scala<br />

graduata personalizzata, previo azzeramento<br />

dell’ottica sulla distanza standard<br />

di 100 metri. Tale torretta, si può anche<br />

montare su tutte e due le serie Victory e<br />

Classic precedenti, come optional, un’operazione<br />

altamente consigliabile, come<br />

vedremo tra poco. Il sistema ADV si rivela<br />

molto utile per tutti i cacciatori che non<br />

vogliono troppe complicazioni, circa la<br />

compensazione di caduta della palla, tipiche<br />

delle ultime tecnologie applicate sia<br />

sui reticoli sia su sistemi a torretta graduata.<br />

Si tratta di un sistema piuttosto semplice<br />

da regolare, previa scelta della scala<br />

graduata secondo il calibro, la velocità, e<br />

la tipologia di palla prescelte. Il costruttore,<br />

ne fornisce 5 di questi ASV-Fogli che<br />

comprendono tutti i calibri standard e<br />

magnum più comuni e commerciali. Dunque,<br />

un cannocchiale che si presta perfettamente<br />

ai calibri classici, come appunto<br />

il nostro 7x64 Brenneke. In questo caso,<br />

infatti, dato che avevo scelto la munizione<br />

RWS con palla DK da 154 grani, il foglio<br />

ASV ideale era quello numero 2 con striscia<br />

in tabella di color blu.<br />

Questo Diavari 3-12x56 mm mi ha permesso<br />

di cacciare all’aspetto il cinghiale<br />

entro l’orario notturno consentito (le<br />

23), a distanze prossime a 50 metri in<br />

condizioni di cielo sereno<br />

estivo dalla mezza luna in poi.<br />

Naturalmente, il terreno era aperto,<br />

su campi d’erba medica tagliata e greppie<br />

bianche. Le lenti Zeiss, non si smentiscono<br />

mai… Di quest’ottica, comunque,<br />

mi sono garbate moltissimo le dimensioni<br />

contenute e il peso non eccessivo,<br />

conditio sine qua non per abbinarla ad<br />

un’arma già di per sé pesante. Inoltre,<br />

grazie allo speciale attacco dedicato Mauser,<br />

nonostante la campana da 56 mm,<br />

l’ottica risultava montata molto bassa, il<br />

che rende l’equilibrio dell’insieme e il tiro<br />

molto migliori rispetto a situazioni simili,<br />

ma con attacchi troppo alti.<br />

MUNIZIONE e POLIGONO<br />

Tra i 24 calibri disponibili, la mia scelta<br />

è caduta sul 7x64 Brenneke. E questo,<br />

purtroppo e stranamente, perché non<br />

figurava in catalogo la cameratura in<br />

7x57 Mauser, che per me sarebbe stata<br />

perfetta per un test tra il classico e il<br />

moderno. Secondo il mio modestissimo<br />

parere, la mancanza di questa cameratura<br />

è l’unica vera, grave lacuna (commerciale,<br />

s’intende) di questo M03. Un<br />

vero peccato davvero che il “Nonno di<br />

tutti i calibri moderni”, non figuri nella<br />

peraltro lunghissima lista delle camerature<br />

disponibili, insieme al meraviglioso<br />

9,3x64 Brenneke. Segno dei tempi, evidentemente:<br />

infatti, in tale lista, figurano<br />

ad esempio il modernissimo (e molto<br />

efficiente) 7mm-08 Remington, e i due<br />

short magnum by Winchester, il 270<br />

WSM e il 300 WSM. Pace, ma prima vi<br />

voglio raccontare un aneddoto importante<br />

sull’argomento 7x57 Mauser. Nel<br />

diario personale di Joyce Hornady, fondatore<br />

dell’omonima ditta costruttrice di<br />

munizioni, scomparso tragicamente alla<br />

fine del 1981, si legge una nota di fine<br />

1980, riguardo le prestazioni del<br />

neo nato 7mm-08 Remington<br />

al tempo allo studio della<br />

Hornady in previsione di una<br />

commercializzazione di munizionamento<br />

dedicato: “Si deve<br />

ammettere che il vecchio 7x57<br />

Mauser è più efficiente di questa<br />

nuova cameratura”.<br />

L’impressione che ho avuto testando,<br />

sia al poligono che a caccia,<br />

un’arma così precisa camerata in 7x64<br />

mm Brenneke – ma la faccenda riguarda<br />

un po’ tutti i calibri europei - è che molto<br />

valore a questa precisione va data proprio<br />

alla qualità stessa dei calibri europei<br />

i quali, a differenza di quelli americani<br />

– naturalmente a parità di condizioni e<br />

prestazioni tecniche -, risultano meno<br />

esasperati sia in termini di velocità che<br />

di pressioni, quindi, di conseguenza, risultano<br />

più precisi.<br />

Come detto poc’anzi, per questo test ho<br />

scelto la munizione RWS con palla DK da<br />

154 grani, cui corrisponde, per l’azzeramento<br />

dell’ottica Zeiss, il foglio ASV numero<br />

2 con striscia in tabella di color blu.<br />

Ho quindi provveduto all’azzeramento<br />

dell’arma a 100 metri così da avere sulla<br />

torretta anche le distanze di 150, 200,<br />

250, 300, 325, 350, 375 e 400 metri.<br />

In questo modo, dopo aver telemetrato<br />

54 <strong>Weidmannsheil</strong><br />

febbraio <strong>2012</strong> febbraio <strong>2012</strong><br />

<strong>Weidmannsheil</strong> 55


SPECIALE CANNA RIGATA<br />

piegare su caprioli, daini e cinghiali. Eccovi,<br />

qui di seguito, i dati balistici essenziali<br />

della munizione in questione:<br />

Munizione RWS palla DK<br />

da 154 grani (10,0 g)<br />

Velocità alla volata: 885 m/s<br />

Energia alla volata: 3.916 J<br />

Energia a 100 m: 3.152 J<br />

Energia a 200 m: 2.513 J<br />

Energia a 300 m: 1.985 J<br />

Cal.7x64 Brenneke<br />

››› Il calibro 7x64 mm Brenneke<br />

Wilhelm Brenneke sviluppò il calibro 7x64 mm nell’ormai lontanissimo 1917. Per il suo progetto,<br />

impiegò bossoli di una famosa cartuccia Mauser. Da un punto di vista pratico-ventaorio, il 7x64 è<br />

assimilabile ad un 7mm-06, visto che utilizza palle da 7 mm in un bossolo di appena un millimetro<br />

più lungo del celebre .30-06 Springfield. In termini di pura velocità esprimibile alla bocca, il 7x64<br />

Brenneke si attesta su valori simili a quelli del .280 Remington (da molti autori ritenuto la sua controparte<br />

“americana”), al .270 Winchester, al 7mm-08 Remington, e al .284 Winchester, naturalmente,<br />

a parità di peso di palla. Si colloca un gradino sotto il 7 Remington Magnum e il 7 mm Weatherby<br />

Magnum, quanto a prestazioni velocistiche assolute. Dato che ho estensivamente impiegato tutti<br />

quanti i suoi “rivali” a caccia, posso tranquillamente affermare che il 7x64 Brenneke è più preciso,<br />

più equilibrato e più versatile dei suoi suddetti concorrenti, soprattutto del .280 Remington e del<br />

7mm Remington Magnum. Con il 7x64, l’utente può contare su una vasta scelta di munizionamento<br />

commerciale d’alta qualità, che parte dalle 139, per arrivare sino alle 175 grani, proiettili che, grazie<br />

all’equilibrata velocità offerta dal calibro, lavorano molto bene entro un vasto range velocitario e<br />

distanziometrico. Prestazione, sulla quale “cadono” sia i due magnum citati e il .270 Winchester,<br />

specie alle corte e medie distanze, sia due dei tre calibri standard americani sulle lunghe distanze:<br />

fa eccezione il 7mm-08 Remington il quale, seppur meno versatile quanto a range di granitura di<br />

proiettili impiegabili (dai 139 ai 150 grani max), presenta simili valori in precisione. Si tratta di un<br />

calibro impiegabile dal capriolo all’alce senza che il cacciatore debba mai preoccuparsi di essere sovra<br />

o sotto calibrato. Basta semplicemente che cambi la tipologia di palla, sebbene con prodotti quali la<br />

RWS DK da 154 grani e la Norma Oryx da 156 grani, non ci sia bisogno di alcun cambio.<br />

ne e stabilità dell’arma. Poi, vi confesso,<br />

che cacciare con un nuovo Mauser, per<br />

me che c’ho imparato ad andare a caccia,<br />

da bambino, in Africa, con un M98 Original<br />

in .30-06, in coppia con un Mannlicher-Schoenauer<br />

in 7x57 Mauser, è stata<br />

Caccia<br />

al capanno<br />

A CACCIA DI CAPRIOLI, DAINI E CINGHIALI<br />

Un’arma, un’ottica, un calibro e una<br />

munizione capaci di regalare soddisfazioni<br />

immense in tutti i teatri di caccia del<br />

mondo: gli sono preclusi soltanto elefanti,<br />

rinoceronti, bufali, orso polare e grizzly.<br />

Tutto il resto è alla portata del futuro<br />

utente dell’M03 Extreme. Naturalmente,<br />

qualora camerata in .375 H&H Magnum,<br />

il discorso sarebbe ben diverso, potendo<br />

includere davvero tutto.<br />

Per il mio test, mi sono dovuto accontentare<br />

di caprioli e cinghiali (i daini me<br />

l’hanno evitata); pur tuttavia, l’ho provata<br />

in alcuni teatri di caccia nei quali la precisione<br />

e l’affidabilità di questo insieme,<br />

sono stati sempre una prerogativa imprescindibile<br />

e ho ricevuto grandi soddisfazioni,<br />

soprattutto per la grande precisiol’occasione<br />

per rimembrare episodi ed<br />

esperienze meravigliose.<br />

Non ci è dato di sapere chi fu il primo uomo<br />

a catturare un uccello, e nemmeno il motivo<br />

per cui scelse una preda così inafferrabile.<br />

Certo è che quell’istanza vitale dette origine<br />

all’aucupio (caccia agli uccelli), ancor oggi<br />

praticato in diverse forme sia in Italia<br />

sia all’estero. In questo primo volume,<br />

a cui ne seguirà un altro, i primi rudimenti<br />

di una fantastica pratica venatoria ricca<br />

di tradizione, con un’occhio di riguardo però,<br />

anche alle ultime scoperte in fatto di chiusa<br />

e fotoperiodo.<br />

CONSIDERAZIONI FINALI<br />

Gli attuali tecnici della Mauser – ai<br />

quali vanno i miei più vivi complimenti<br />

-, hanno costruito qualcosa della quale<br />

Wilheim e Poul Von Mauser andrebbero<br />

sicuramente orgogliosi e fieri. Tutti<br />

i principi ispiratori del Mito dell’M98<br />

Original, ovvero innovazione, robustezza,<br />

affidabilità e precisione, sono stati<br />

fedelmente riportati in un’arma che, come<br />

allora l’M98, oggi può costituire una<br />

moderna pietra di paragone per le armi<br />

lunghe da caccia a palla del futuro. Pertanto,<br />

per ciò che posso dire in tutta onestà,<br />

i vecchi, come i nuovi fan del marchio<br />

Mauser, non possono esimersi dall’avere<br />

un M03 in rastrelliera. Però, dato che non<br />

ho il dono della previsione del Futuro,<br />

non posso sapere o affermare se l’M03<br />

avrà il successo commerciale che ha avuto<br />

suo Nonno M98. Però, in cuor mio lo spero,<br />

perché quei ragazzi a Oberndorf hanno<br />

fatto un lavoro davvero eccelso. Così,<br />

i due Grandi Fratelli Mauser, possono riposare<br />

in pace. Su questo, non ho dubbi.<br />

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