Studi di settore_l'industria del mobile_short - Intesa Sanpaolo

Studi di Settore
L’industria del mobile in
breve
Servizio Studi e Ricerche
Aprile 2008

L’industria del mobile in breve
Indice
L’industria del mobile 2
I distretti italiani del mobile 3
L’evoluzione delle esportazioni 8
In sintesi 12

L’industria del mobile in breve
1

Studi di Settore – Aprile 2008
L’industria del mobile
L’industria del mobile è uno degli elementi portanti del Made in Italy e detiene
posizioni di leadership in quasi tutti i segmenti di mercato. Il contributo positivo
del mobile alla bilancia commerciale riflette la capacità delle imprese italiane di
conquistare quote di mercato all’estero e di soddisfare buona parte della domanda
interna.
Negli ultimi vent’anni si è accresciuta costantemente l’internazionalizzazione
commerciale dell’industria del mobile: la propensione all’export delle imprese
mobiliere italiane è passata dal 17% del 1980 al 34% nel 2006. Questa crescita è
stata elevata per i mobili da camera e soggiorno e per i mobili imbottiti, mentre in
altri comparti - cucine e mobili per ufficio - è stata frenata anche dalle specifiche
caratteristiche dei prodotti e della distribuzione (si pensi all’importanza delle
produzioni su misura).
Negli ultimi anni emerge come le imprese italiane, pur mantenendo posizioni di
leadership, abbiano subito una graduale erosione delle proprie quote di mercato.
Le esportazioni italiane, particolarmente vivaci tra il 1992 e il 1995 in coincidenza
della forte svalutazione della lira, hanno risentito sia di un’evoluzione del cambio non
più favorevole sia della diffusione sui mercati internazionali dei prodotti provenienti
dai paesi “emergenti”. Le produzioni italiane, pertanto, pur presentando un buon
rapporto prezzo/qualità, negli ultimi anni hanno dovuto affrontare l’ingresso e
l’affermazione sui mercati internazionali dei produttori dislocati nei paesi a basso
costo del lavoro e con una buona disponibilità di legname (Cina e Polonia in primis;
fig. 1). Questi paesi hanno esercitato notevoli pressioni competitive, in particolare
nei confronti delle produzioni italiane collocate nella fascia media e medio/bassa del
mercato.
Fig. 1 – I principali esportatori mondiali di mobili
(quote di mercato su dati a prezzi correnti)
Stati Uniti
Belgio
Messico
Canada
2004
1997
Germania
Cina
Polonia
Italia
0% 10% 20% 30% 40%
Fonte: Csil su dati Unctad ed Eurostat
Sul mercato interno, le imprese del mobile domestiche soddisfano buona parte della
domanda. Negli anni Novanta, infatti, l’import penetration, pur essendo cresciuta
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L’industria del mobile in breve
rapidamente in alcuni comparti (mobile per camera e soggiorno), si è mantenuta ben
al di sotto di quella presente in altri paesi e in altri settori manifatturieri. Il forte
presidio del mercato interno deriva, nel caso del mobile, oltre che dalle capacità
competitive delle imprese, dalle preferenze dei consumatori italiani, nonché dalle
specificità della distribuzione del mobile nel nostro paese (altamente frammentata),
che rende il mercato nazionale meno accessibile ai prodotti esteri rispetto a quanto
avviene in altri paesi. Tuttavia, la maturità della domanda interna, nonché il
crescente successo di nuove formule commerciali (come i negozi monomarca e la
grande distribuzione organizzata), adottate da alcuni attori nazionali ed esteri,
spingono le imprese a modificare le proprie strategie distributive perseguendo
politiche di integrazione verticale a valle che permettono di personalizzare e
valorizzare maggiormente il proprio prodotto.
I distretti italiani del mobile
Gran parte della produzione italiana di mobili viene realizzata in cinque regioni:
Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Puglia. Quasi l’80% delle
esportazioni italiane di mobili ha, infatti, origine da queste regioni (tab. 1). Questa
percentuale scende, ma resta elevata (68% circa) se si considera il peso di queste
regioni in termini di addetti. Queste regioni sono anche sede dei cinque più
importanti distretti mobilieri italiani: legno-arredo della Brianza (Lombardia),
mobile di Livenza e Quartier del Piave (Veneto e Friuli Venezia Giulia), cucine di
Pesaro (Marche), sedie e tavoli di Manzano (Friuli Venezia Giulia), imbottito della
Murgia (Puglia e Basilicata).
Tab. 1 – La rilevanza delle regioni italiani nell’industria del mobile
(in % totale italiano)
export 2006 addetti 2001
Veneto 23,9% 22,9%
Lombardia 23,0% 19,0%
Friuli Venezia Giulia 17,3% 10,6%
Marche 7,3% 8,9%
Puglia 7,2% 6,5%
Toscana 6,5% 7,5%
Emilia Romagna 5,8% 6,6%
Basilicata 1,6% 1,6%
Lazio 1,4% 2,5%
Abruzzo 1,4% 2,0%
Piemonte 1,3% 3,4%
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
Da soli questi cinque distretti italiani del mobile danno impiego al 45% degli addetti
dell’industria mobiliera italiana ed esportano il 61% dei mobili. Ognuno di questi
distretti ha una propria storia che si riflette sia sulla struttura produttiva e
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Studi di Settore – Aprile 2008
dimensionale (tab. 2), intesa in termini di tipologia e varietà di produzione ma anche
di gamma qualitativa, sia sulla loro recente evoluzione.
Tab. 2 – Struttura produttiva e dimensionale dei distretti mobilieri, 2001
a. Struttura produttiva
(composizione % in termini di addetti)
Sedie e
divani
Mobili per
uffici e
negozi
Mobili per
cucina
Altri mobili
(camere,
soggiorni, etc.)
Totale
Mobile imbottito della Murgia 87% 4% 2% 7% 100%
Legno-arredo della Brianza 26% 18% 3% 53% 100%
Cucine di Pesaro 11% 12% 17% 60% 100%
Mobile del Livenza e Quartiere del Piave 12% 15% 12% 62% 100%
Sedia di Manzano 62% 9% 6% 24% 100%
b. Struttura dimensionale
Classi di addetti
< 10 tra 10 e 49 tra 50 e 249 >= 250 Totale
Mobile imbottito della Murgia 15% 38% 22% 25% 100%
Legno-arredo della Brianza 44% 33% 21% 2% 100%
Cucine di Pesaro 22% 48% 24% 6% 100%
di cui: Mobili per cucina 4% 32% 27% 37% 100%
Mobile del Livenza e Quartiere del Piave 13% 40% 41% 5% 100%
Sedia di Manzano 24% 52% 19% 5% 100%
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati del Censimento Istat 2001.
Il distretto del legno-arredo della Brianza, localizzato tra le province di Como e
Milano, è il più antico tra quelli mobilieri ed è specializzato in una varietà di
produzioni (imbottiti, soggiorni, cucine, camere da letto), in prevalenza in stile
moderno, nella fascia alta della gamma qualitativa. Il distretto, oltre ad essere
specializzato nella produzione di mobili ed oggetti in legno, produce anche mobili in
metallo e complementi d’arredo. Le imprese del distretto fanno leva sul design e
sulla qualità del prodotto, sulla superiorità dei materiali e delle tecnologie utilizzate,
sull’innovazione. Molti dei mobili proposti si sono trasformati in classici del lusso. Nel
distretto ha giocato un ruolo chiave il ricorso a designer esterni e in questo senso la
vicinanza con Milano ha da sempre rappresentato un fattore di successo. Nel
distretto convivono grandi imprese e un folto gruppo di piccole imprese artigiane
(tab. 2). Queste ultime in alcuni casi operano per studi professionali di prestigio e, se
dotate anche di capacità progettuali e commerciali, fanno lavori su misura per loro
portafogli clienti. In altri casi sono invece specializzate su produzioni in serie di beni
di media qualità, che commercializzano attraverso enti consortili. Le caratteristiche
del distretto frenano la propensione delle imprese a delocalizzare:
l’internazionalizzazione produttiva, infatti, vista la difficile replicabilità delle
competenze specifiche dell’area, potrebbe mettere a repentaglio la qualità, il
contenuto innovativo e il design delle produzioni distrettuali.
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L’industria del mobile in breve
Tab. 3 – Brianza: le principali imprese, 2005
Dipendenti
Fatturato
Chateau D’Ax Spa 99 227,7
B&B Italia Spa 500 134,8
Formenti & Giovenzana Spa n.d. 113,6
Poliform Spa 455 86,4
Cassina Spa 292 83,1
Molteni & C. Spa 293 76,7
Unifor Spa 205 68,8
Boffi Spa 166 (a) 42,1
Lema Spa 243 42,1
Flexform Spa 106 37,1
Flou Spa 131 37,1
Minotti Spa 101 36,8
Tecno Spa 111 34,0
Tiziana e Giuseppe Mascheroni Spa 215 28,8
Feg Industria Mobili di Rosa Elli e C. Sas n.d. 27,4
Zanotta Spa 121 23,0
Caimi Export Spa 77 22,1
(a) 2004. Nota: i dati riportati si riferiscono ai bilanci di esercizio individuali e non a
quelli consolidati. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali
I distretti del mobile del Livenza e Quartiere del Piave, situati a cavallo tra le
province di Treviso e Pordenone, sono specializzati nella fascia di prezzo media
della produzione di mobili per la casa, soprattutto soggiorni, camere, camerette e
cucine, a cui nel tempo si sono progressivamente aggiunti altri prodotti quali, ad
esempio, l’imbottito e l’arredo-bagno. Recentemente stanno trovando crescente
diffusione anche i segmenti contract e ufficio. Un elemento che contraddistingue i
sistemi locali di Livenza e Quartier del Piave, anche rispetto ad altri distretti, è la
maggiore dimensione delle imprese, indicativa del carattere industriale della
produzione. Il processo di crescita interna si è affiancato, a partire dagli anni più
recenti, ad un processo di crescita esterna, tramite la creazione di gruppi, formali ed
informali, che ha consentito alle imprese distrettuali un’elevata differenziazione di
prodotto, con l'offerta di una gamma completa, pur non rinunciando ai vantaggi di
un’alta specializzazione delle singole realtà all'interno del gruppo. La
delocalizzazione produttiva all’estero caratterizza soprattutto le aziende specializzate
nella produzione di semilavorati.
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Tab. 4 – Livenza e Quartiere del Piave: le principali imprese, 2005
Dipendenti
Fatturato
Friul Intagli Spa 446 151,8
3 B Spa 587 125,0
Santarossa Spa 307 82,8
Media Profili Srl 254 71,3
Mobilclan Spa 333 51,5
Frezza Spa 267 51,2
Pianca Gaia Line Spa 223 51,0
A.L.F. Uno Spa 295 50,3
Girasole Spa 227 44,4
Europeo Spa 147 42,9
Presotto Industrie Mobili Spa 315 42,0
Jesse Spa 221 40,7
Arrital Cucine Spa 164 38,9
Mobilificio Florida Srl 155 38,9
Tomasella Ind. Mobili Sas n.d. 35,4
Arrex 1 Spa 136 31,0
Copat Spa 133 29,4
Battistella Spa 155 29,0
Cesar Arredamenti Spa 150 28,7
Brado Srl 110 28,3
Mobil Record Srl 223 28,3
Verardo Spa 177 27,5
Euromobil Spa 103 27,1
Ar Due Spa 122 25,1
Mobil Spa 175 25,0
Nota: i dati riportati si riferiscono ai bilanci di esercizio individuali e non a
quelli consolidati. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali
Il distretto del mobile imbottito della Murgia, che si distingue per essere fra quelli di
più recente formazione, è situato a cavallo tra le province di Matera e Bari e
storicamente viene confinato nel triangolo geografico formato da Matera e dai paesi
di Altamura e Santeramo in Colle, in provincia di Bari. Fin dalle origini lo sviluppo e il
successo del distretto sono stati guidati dalle imprese leader e dal gruppo Natuzzi in
particolare. Il merito di queste imprese è stato l’aver intuito l’esistenza di un mercato
con forti potenzialità di espansione, quello del mobile imbottito in pelle a medio e
basso costo, ed il conseguente sviluppo delle capacità progettuali, produttive,
commerciali e distributive necessarie al fine di offrire un prodotto competitivo. Ciò è
stato possibile anche grazie all’elevata flessibilità delle imprese distrettuali
nell’interpretare le esigenze dei clienti (ampliamento della gamma dei colori e della
funzionalità del salotto in pelle, design) e all’esistenza nell’area di manodopera
specializzata, con forti tradizioni nel campo della tappezzeria e competenze diffuse
nella maglieria e nella lavorazione del cuoio. L’internazionalizzazione produttiva, pur
essendo un fenomeno piuttosto recente, sta interessando in misura crescente il
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L’industria del mobile in breve
distretto e, come si vedrà meglio nell’analisi dei casi aziendali, è una delle principali
risposte delle imprese della Murgia al mutato contesto internazionale.
Tab. 5 – Murgia: le principali imprese, 2005
Dipendenti
Fatturato
Natuzzi Spa 3.201 527,4
Nicoletti Spa 466 108,4
Soft Line Spa 187 106,6
Contempo Spa 302 92,6
Calia Italia Spa 262 68,3
Incanto Group Srl 306 63,9
Mobilturi Srl 90 27,9
Netcucine Srl 52 (a) 23,5
La Meteora Srl 83 22,6
Italcomfort Srl 9 (a) 19,0
New Interline Spa 180 18,9
Max Divani Srl 126 18,1
Manifattura Italiana Divani Spa 157 17,5
(a) 2004. Nota: i dati riportati si riferiscono ai bilanci di esercizio individuali e
non a quelli consolidati. Fonte: elab. Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali
Il distretto della sedia di Manzano si colloca tra i comuni di Manzano, San Giovanni
al Natisone e Corno di Rosazzo, in provincia di Udine, ed è specializzato nella
produzione di sedie in legno, di qualità media, cui si sono nel tempo affiancate altre
produzioni, come sedie in altri materiali, tavoli, imbottiti e complementi d’arredo.
Tab. 6 – Manzano: le principali imprese, 2005
Dipendenti
Fatturato
Calligaris Spa 358 152,2
Ilcam Spa 499 77,1
Effezeta Spa 303 54,4
Italsvenska Spa 198 (a) 45,1
De-Ta Spa 74 40,3
Moroso Spa 120 23,3
Artwood Spa 98 18,3
Ideal Sedia Srl 58 16,9
Olivo & Godeassi Spa 102 16,3
(a) 2004. Nota: i dati riportati si riferiscono ai bilanci di esercizio individuali e
non a quelli consolidati. Fonte: elab. Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali
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Studi di Settore – Aprile 2008
Nella situazione attuale il vantaggio competitivo delle aziende distrettuali non risulta
più sostenuto da un differenziale sui costi di produzione, bensì da fattori come la
divisione del lavoro interna alla filiera produttiva e la flessibilità produttiva (a livello di
forza lavoro, organizzazione e tecnologie), integrate da una maggiore attenzione
verso la qualità, l’offerta di varietà e il servizio al cliente. Ciò ha comportato un
progressivo riposizionamento delle aziende nei segmenti medi del mercato, a fronte
di una prevalenza nel passato della bassa gamma. Il fenomeno di
internazionalizzazione produttiva assume una certa rilevanza nel distretto: le
imprese del manzanese esternalizzano la produzione di componenti e semilavorati
(con le annesse attività di taglio, essicazione) e mantengono in loco la fase di
assemblaggio al fine di controllare la qualità del prodotto finito, ma anche a causa
dell’inefficienza delle spedizioni delle sedie finite, che, a differenza del trasporto dei
componenti disassemblati, non permettono l’ottimizzazione degli spazi di carico.
Il distretto delle cucine di Pesaro copre un’ampia gamma di produzioni mobiliere
(dai mobili per la casa all’arredamento per ufficio), pur presentando una forte
specializzazione sulle cucine dal buon rapporto qualità/prezzo.
Tab. 7 – Pesaro: le principali imprese, 2005
Dipendenti
Fatturato
Scavolini Spa 503 172,0
Berloni Spa 429 90,9
Mobilificio Fogliense Srl 181 46,9
Febal Cucine Spa 163 32,2
Della Rovere Spa 73 24,9
Ernestomeda Spa 104 24,4
Lc Mobili Srl 126 21,3
Mercantini Mobili Spa 141 21,0
Moretti Compact Spa 120 19,5
Gruppo Spar Holding Srl 107 19,4
M.C.S. Srl 43 18,6
Iterby Italiana Mobili Spa 96 17,5
Magnolia Due Spa n.d. 17,3
Italsystem Srl 40 15,0
Nota: i dati riportati si riferiscono ai bilanci di esercizio individuali e non a quelli
consolidati. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali
La produzione del distretto si è sviluppata e affermata grazie all’elevato ricorso al
decentramento produttivo e al bacino di numerose piccole imprese collocate nel
territorio che ruotano attorno ad altre di maggiori dimensioni. Queste ultime sono
imprese specializzate nella produzione di cucine e svolgono funzioni strategiche,
quali la progettazione, l’assemblaggio e la commercializzazione. Nel distretto vi è
anche un folto gruppo di imprese di piccole e piccolissime dimensioni che opera al di
fuori dell’orbita delle grandi imprese e che sta progressivamente specializzandosi
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L’industria del mobile in breve
nella produzione di mobili a basso costo. L’internazionalizzazione produttiva del
distretto è bassa ed è frenata dalle ridotte dimensioni aziendali, dalla necessità di
esercitare un controllo diretto sulla qualità delle produzioni e, soprattutto, dalla
presenza di un sistema di fornitura e subfornitura distrettuale in grado di soddisfare
le esigenze dei produttori e degli assemblatori di mobili, garantendo un livello di
flessibilità produttiva e di adattamento alla domanda che risulta più importante dei
vantaggi in termini di costo ottenibili dalle delocalizzazioni produttive in paesi a
basso costo del lavoro.
L’evoluzione delle esportazioni
In questo paragrafo si analizzano le performance all’export dei principali distretti
italiani del mobile nel periodo 2002-’07. Il triennio 2002-’04 coincide in molti distretti
con la fase di maggiore difficoltà: in questo arco temporale, infatti, solo Livenza e
Quartiere del Piave registrano un aumento delle vendite sui mercati esteri, mentre le
altre realtà distrettuali sperimentano arretramenti (fig. 2).
2.400
2.000
1.600
Fig. 2 - Esportazioni dei distretti mobilieri a confronto
(milioni di euro; prezzi correnti)
Mobile del Livenza e Quartiere del Piave
Mobile imbottito della Murgia
Sedie e tavoli di Manzano
Legno-arredo di Brianza
Cucine di Pesaro
1.200
800
400
0
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Istat
Il 2005 rappresenta in alcune aree distrettuali l’anno di svolta: le esportazioni di
Livenza e Quartiere del Piave mantengono un profilo di crescita positivo, quelle della
Brianza mostrano un primo recupero, mentre i valori esportati dal distretto di Pesaro
registrano una sostanziale stabilizzazione. I distretti di Manzano e della Murgia
subiscono, invece, un nuovo calo delle vendite (fig. 2).
Queste diverse performance dipendono dalla specializzazione produttiva, qualitativa
e geografica dei distretti e dalla capacità degli stessi di affermarsi nei mercati più
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Studi di Settore – Aprile 2008
dinamici (Federazione Russa in primis). Alcuni distretti hanno sicuramente “pagato”
l’eccessiva concentrazione dei loro mercati di sbocco. Tra questi vi sono, ad
esempio, la Murgia, che nel 2001 esportava il 41% circa dei suoi prodotti negli Stati
Uniti, e la Sedia di Manzano, che nel 2001 vendeva in Germania il 27% circa dei
mobili esportati.
Nei distretti del mobile la divaricazione delle performance sui mercati esteri è
rimasta piuttosto alta anche nel biennio 2006-’07 (tab. 8): la crescita complessiva
delle esportazioni delle aree distrettuali (+5,1% nel 2006; +5,6% nel 2007)
nasconde, infatti, situazioni alquanto differenziate da distretto a distretto. Ai buoni
risultati della Brianza, del Livenza e Quartiere del Piave e di Pesaro si
contrappongono le perdite di quote di mercato la Murgia e Manzano.
A. Imbottito della Murgia
Tab. 8 - Andamento dell’export dei principali distretti del mobile
(var. % su valori nominali del periodo precedente)
Chi scende
Milioni di € Comp. % Variazione % Contributo %
2007 2007 2006 2007 IV 2007 2006 2007 IV 2007
REGNO UNITO 215,1 32,5% -17,6% -17,9% -28,4% -7,0% -6,6% -11,9%
FRANCIA 59,4 9,0% 0,1% 11,0% 1,3% 0,0% 0,8% 0,1%
STATI UNITI 53,9 8,1% -61,9% -7,5% 49,2% -9,9% -0,6% 1,4%
BELGIO E LUSSEMBURGO 49,8 7,5% -1,2% -3,6% -2,7% -0,1% -0,3% -0,2%
SPAGNA 39,3 5,9% 21,2% 0,9% 8,7% 0,7% 0,0% 0,5%
GERMANIA 36,3 5,5% 18,2% -3,4% -24,8% 0,7% -0,2% -1,6%
PAESI BASSI 22,8 3,4% -5,2% -2,6% -13,6% -0,2% -0,1% -0,5%
AUSTRALIA 15,8 2,4% -3,0% -16,1% -21,5% -0,1% -0,4% -0,5%
IRLANDA 13,0 2,0% 4,5% 7,2% 1,0% 0,1% 0,1% 0,0%
TOTALE 662,5 100,0% -16,8% -6,8% -11,8% -16,8% -6,8% -11,8%
B. Sedie e Tavoli di Manzano
Milioni di € Comp. % Variazione % Contributo %
2007 2007 2006 2007 IV 2007 2006 2007 IV 2007
FRANCIA 109,7 16,4% -5,8% -0,6% 9,7% -0,9% -0,1% 1,5%
GERMANIA 108,3 16,2% -13,8% -11,5% -14,6% -2,7% -2,0% -2,4%
STATI UNITI 71,9 10,7% -18,1% -20,8% -26,5% -2,6% -2,7% -3,3%
REGNO UNITO 67,7 10,1% -4,2% 2,5% 16,4% -0,4% 0,2% 1,4%
RUSSIA 29,0 4,3% 35,4% 6,4% -4,5% 0,9% 0,3% -0,2%
SPAGNA 25,7 3,8% -6,1% -6,4% -9,5% -0,2% -0,3% -0,3%
AUSTRIA 24,1 3,6% -15,5% -2,9% 1,2% -0,6% -0,1% 0,0%
GRECIA 20,4 3,0% 1,2% 11,4% 27,5% 0,0% 0,3% 0,7%
SVIZZERA 18,3 2,7% -7,3% -5,5% -3,2% -0,2% -0,2% -0,1%
CROAZIA 17,3 2,6% 13,3% 30,1% 20,9% 0,2% 0,6% 0,4%
PAESI BASSI 15,9 2,4% 12,1% 18,8% 58,4% 0,2% 0,4% 1,0%
TOTALE 670,1 100,0% -6,3% -4,0% -1,0% -6,3% -4,0% -1,0%
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L’industria del mobile in breve
Chi tiene
C. Legno-arredo della Brianza
Milioni di € Comp. % Variazione % Contributo %
2007 2007 2006 2007 IV 2007 2006 2007 IV 2007
FRANCIA 210,0 12,6% 17,6% 20,3% 11,8% 1,9% 2,3% 1,3%
STATI UNITI 204,9 12,3% 9,3% -1,4% -7,3% 1,3% -0,2% -0,9%
RUSSIA 137,3 8,2% 31,5% 23,1% 17,6% 1,9% 1,7% 1,6%
SVIZZERA 131,5 7,9% 7,1% 9,2% 9,7% 0,6% 0,7% 0,8%
GERMANIA 124,7 7,5% 6,7% -0,4% -1,6% 0,6% 0,0% -0,1%
REGNO UNITO 104,1 6,2% 7,7% 14,9% 20,6% 0,5% 0,9% 1,0%
SPAGNA 88,4 5,3% -1,2% 14,6% 21,7% -0,1% 0,7% 1,0%
BELGIO E LUSSEMBURGO 65,3 3,9% 7,8% 10,8% 9,3% 0,3% 0,4% 0,4%
PAESI BASSI 47,2 2,8% 8,9% 7,9% 0,3% 0,3% 0,2% 0,0%
GIAPPONE 36,8 2,2% -7,5% -11,1% -18,6% -0,2% -0,3% -0,5%
GRECIA 32,0 1,9% 11,8% 29,0% 32,5% 0,2% 0,5% 0,6%
UCRAINA 30,3 1,8% 35,8% 17,9% -10,0% 0,5% 0,3% -0,2%
EMIRATI ARABI UNITI 27,3 1,6% -1,4% 30,8% 57,2% 0,0% 0,4% 0,7%
TURCHIA 25,5 1,5% -0,8% 32,4% 52,7% 0,0% 0,4% 0,6%
TOTALE 1.668,1 100,0% 11,0% 9,1% 7,6% 11,0% 9,1% 7,6%
D. Mobile del Livenza e Quartiere del Piave
Milioni di € Comp. % Variazione % Contributo %
2007 2007 2006 2007 IV 2007 2006 2007 IV 2007
REGNO UNITO 384,5 18,1% 31,0% 12,5% 18,6% 4,9% 2,2% 3,2%
GERMANIA 314,0 14,8% 17,8% 8,6% -9,5% 2,8% 1,3% -1,5%
FRANCIA 273,2 12,9% 18,9% 4,0% -1,6% 2,6% 0,5% -0,2%
RUSSIA 193,0 9,1% 15,9% 0,7% -8,7% 1,5% 0,1% -1,1%
STATI UNITI 128,5 6,1% 4,1% 18,2% 4,2% 0,2% 1,0% 0,2%
SPAGNA 100,7 4,8% 19,2% 8,8% 11,3% 0,9% 0,4% 0,5%
BELGIO E LUSSEMBURGO 66,9 3,2% 10,0% 20,8% 12,3% 0,3% 0,6% 0,3%
GRECIA 59,3 2,8% 25,7% 17,8% 12,4% 0,7% 0,5% 0,3%
SVIZZERA 53,7 2,5% 6,6% -1,9% -6,3% 0,2% -0,1% -0,2%
SVEZIA 45,9 2,2% 20,5% 31,3% 19,5% 0,4% 0,6% 0,3%
UCRAINA 30,6 1,4% 19,1% 25,1% 21,0% 0,2% 0,3% 0,3%
PAESI BASSI 29,7 1,4% 6,0% 13,9% 7,7% 0,1% 0,2% 0,1%
AUSTRIA 29,7 1,4% -8,4% 16,9% 7,2% -0,1% 0,2% 0,1%
POLONIA 23,9 1,1% 9,1% 27,0% 11,6% 0,1% 0,3% 0,1%
TOTALE 2.118,9 100,0% 17,0% 10,9% 4,2% 17,0% 10,9% 4,2%
E. Cucine di Pesaro
Milioni di € Comp. % Variazione % Contributo %
2007 2007 2006 2007 IV 2007 2006 2007 IV 2007
RUSSIA 62,1 14,8% 20,6% 8,7% 3,0% 2,5% 1,2% 0,5%
FRANCIA 40,2 9,5% 4,8% 7,0% 0,7% 0,4% 0,6% 0,1%
REGNO UNITO 29,5 7,0% -5,5% 16,7% 24,9% -0,4% 1,0% 1,5%
GERMANIA 24,7 5,9% -10,3% -7,0% -7,8% -0,8% -0,5% -0,5%
STATI UNITI 24,5 5,8% -32,6% -22,7% -18,2% -3,9% -1,8% -1,2%
GRECIA 20,7 4,9% 7,8% 14,8% 15,8% 0,3% 0,7% 0,7%
EMIRATI ARABI UNITI 18,0 4,3% 11,0% 8,9% -17,8% 0,4% 0,4% -0,8%
UCRAINA 17,1 4,1% 28,5% 5,5% -4,2% 0,9% 0,2% -0,2%
SPAGNA 16,6 3,9% 7,2% 3,2% -9,5% 0,3% 0,1% -0,4%
LIBIA 14,6 3,5% 10,3% 22,4% 21,0% 0,3% 0,7% 0,6%
ARABIA SAUDITA 12,8 3,1% 50,7% 44,0% 130,3% 0,8% 1,0% 1,5%
TOTALE 420,9 100,0% 4,3% 2,9% 1,1% 4,3% 2,9% 1,1%
Nota: le variazioni del 2007 sono calcolate su dati provvisori.
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat - Commercio con l'estero
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Studi di Settore – Aprile 2008
L’imbottito della Murgia continua ad essere penalizzato dal mercato inglese, dove
anche nel 2007 ha subito un calo dei valori esportati del 18% circa. Le imprese
specializzate in sedie e i tavoli di Manzano, invece, hanno subito un nuovo
ridimensionamento delle vendite in Germania e negli Stati Uniti. Questi due distretti
continuano ad essere penalizzati dalle difficoltà incontrate nell’innalzare il grado di
diversificazione degli sbocchi commerciali, oltreché dall’insufficiente diversificazione
produttiva.
Le imprese dell’area delle cucine di Pesaro, ad esempio, nel 2007 sono riuscite a
superare le difficoltà incontrate in Germania (causate dal calo delle nuove
costruzioni residenziali) e negli Stati Uniti (complici il nuovo scivolone del dollaro e la
crisi del settore immobiliare e dell’edilizia), puntando su nuovi mercati (la Russia è
ormai diventata il primo sbocco commerciale del distretto) e acquisendo nuove
quote di mercato in Francia, Grecia e, soprattutto, Regno Unito.
Un discorso analogo può essere fatto per il distretto del legno-arredo della Brianza,
che nel 2007 non ha risentito dei problemi incontrati negli Stati Uniti e in Germania
(dove peraltro è riuscito a limitare le perdite di fatturato), conquistando nuove quote
di mercato in Europa (Francia, Svizzera, Regno Unito, Spagna, Belgio, Grecia) e
affermandosi in nuove aree ad alta potenzialità (Russia su tutti).
L’espansione registrata dal Livenza e Quartiere del Piave nel Regno Unito, in
Germania e anche negli Stati Uniti dimostra anche come vi sia la possibilità di
crescere anche in mercati difficili, investendo maggiormente nella qualità,
nell’innovazione e nella diversificazione dei prodotti. La buona performance
complessiva del distretto del Livenza e Quartiere del Piave è stata anche favorita
dalla buona dinamica delle vendite in Spagna, Belgio, Grecia, Svezia e Ucraina.
In sintesi
Confrontando le diverse realtà distrettuali del comparto del mobile emergono le
peculiarità connesse alla storia di ciascun distretto e al tessuto economico e sociale
in cui si innestano, alla diversa specializzazione produttiva e al loro diverso
approccio al mercato. La qualità delle produzioni appare sempre un fattore
determinante nel decretare il successo delle imprese. Chi produce mobili di qualità è
al riparo dalla concorrenza di prezzo dei nuovi competitors internazionali e, anzi, può
rivolgersi a una platea di clienti più estesa che include le fasce ricche della
popolazione delle economie emergenti.
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La diffusione della “cultura della qualità” nel tessuto produttivo varia decisamente da
distretto a distretto. E’ molto alta nella Brianza dove le imprese hanno sicuramente
beneficiato di un contesto esterno intriso di conoscenza e saper fare prodotti di
qualità. Il territorio della Brianza offre, inoltre, know-how in termini di design grazie
anche alla vicinanza con Milano che accoglie stilisti e designer di fama
internazionale. Nel distretto si è sviluppato un circolo virtuoso dell’innovazione e del
design: le imprese più innovative generano economie esterne per tutto il settore
visto che, oltre a far tendenza e ad alimentare la domanda di grandi designer,
formano designer nei propri uffici progettazione che spesso sono oggetto di scambio
tra imprese e fissano nuovi standard per i fornitori di beni intermedi. La ricchezza
dell’area porta le aziende brianzole a non ricorrere a esternalizzazioni produttive al
di fuori del distretto. Il territorio, inoltre, è un bacino caratterizzato da notevoli

L’industria del mobile in breve
competenze tecniche e professionali sulla totalità delle tipologie di arredo (dalla
zona notte alla zona giorno e alle cucine, dagli oggetti in legno a quelli in metallo)
che agevola i processi di diversificazione o, addirittura, l’inserimento in nicchie di
mercato.
La presenza di un contesto esterno che accoglie competenze produttive su un’ampia
varietà di produzioni si rivela funzionale alle scelte di differenziazione produttiva
decise e intraprese dalle imprese. In questo campo anche i distretti di Livenza e
Quartiere del Piave e, in parte, il distretto di Pesaro hanno sicuramente
accompagnato e sostenuto le strategie di differenziazione delle imprese ivi dislocate.
In questi casi la capacità di rinnovarsi del territorio ha consentito la sperimentazione
in settori nuovi rispetto alla specializzazione distrettuale con la proposta di prodotti di
nicchia tecnologicamente avanzati.
Diverso è invece il caso di Manzano e della Murgia, dove il territorio è ricco di una
cultura monoprodotto e non sa offrire conoscenza e saperi su produzioni diverse
da quella di specializzazione. Se a questo si aggiunge che questi territori hanno
basato i propri vantaggi competitivi sulla capacità di produrre mobili dal buon
rapporto qualità-prezzo, si può capire perché siano stati proprio questi i distretti
maggiormente in difficoltà di fronte al nuovo contesto competitivo. In queste aree il
ricorso alla delocalizzazione produttiva è stato più intenso e rischia di “sfaldare” il
tessuto economico-produttivo locale.
In sintesi le imprese dislocate nei territori più “attrezzati” in termini di competenze,
conoscenze tacite e qualità del capitale umano hanno sofferto meno, riuscendo
addirittura a conquistare nuovi spazi di mercato. In questi casi il territorio si è rilevato
determinante, offrendo know-how produttivo per innalzare la qualità delle produzioni
e per differenziare l’offerta. In alcuni distretti, invece, il tessuto economico-sociale
locale si è rivelato insufficiente, lasciando le imprese sole e “isolate”. E’ soprattutto in
queste situazioni che il territorio non è più percepito come strategico dalle imprese
che cercano altrove nuovi vantaggi competitivi. Il futuro di questi distretti si gioca
sulla capacità del territorio di “riqualificarsi” per divenire nuovamente fonte di
vantaggi competitivi e luogo con diffuse competenze necessarie a realizzare un
generalizzato salto qualitativo ma anche innovativo.
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Studi di Settore – Aprile 2008
STUDI DI SETTORE RECENTI
Il settore alberghiero italiano: verso nuovi modelli di business? Ottobre 2006
The Italian Gas Market Marzo 2005
La Borsa Elettrica Italiana Maggio 2004
Kyoto e l’impatto sugli investimenti elettrici Settembre 2003
Il settore dell'ICT in Italia: un recupero possibile Maggio 2003
La Rete di Trasmissione Nazionale Maggio 2003
L’industria dei servizi idrici Febbraio 2003
La struttura tariffaria del gas in Italia Dicembre 2002
Il finanziamento degli investimenti nel settore dei rifiuti solidi urbani Ottobre 2002
Lo sviluppo infrastrutturale italiano alla luce della Legge Obiettivo
(L.443/2001) Ottobre 2002
Evoluzione dei servizi di trasporto marittimo containerizzato:
il caso del Mediterraneo Settembre 2002
La regolamentazione dello stoccaggio del gas in Italia Settembre 2002
Il mercato LNG nel Mediterraneo e in Italia Settembre 2002
L’industria farmaceutica italiana Aprile 2002
Prospettive di breve e medio termine dei settori aeronautico e aerospaziale Aprile 2002
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L’industria del mobile in breve
APPENDICE
CERTIFICAZIONE DEGLI ANALISTI
Gli analisti finanziari che hanno redatto il presente documento e il cui nome e ruolo sono riportati nella presente pubblicazione
certificano che le opinioni, previsioni o stime contenute nel documento stesso sono il risultato di un autonomo e soggettivo
apprezzamento dei dati, degli elementi e delle informazioni acquisite e che nessuna parte del proprio compenso è stata, è o sarà,
direttamente o indirettamente, collegata alla strategia di investimento raccomandata o proposta in questo documento.
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