Biocostruzioni Marine in Puglia_02_2012.pdf
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CoNISMa<br />
ConsorzioNazionale<br />
Interuniversitario<br />
perleScienzedelMare<br />
Regione<strong>Puglia</strong><br />
UnioneEuropea<br />
Consiglio<br />
Nazionaledele<br />
Ricerche<br />
gennaio2012
INDICE<br />
1 ASPETTI AMMINISTRATIVI DEL PROGETTO 2<br />
2 ATTIVITÀ SVOLTE 3<br />
2.1 INDAGINI BIBLIOGRAFICHE 3<br />
2.2 CREAZIONE DEL SITO WEB BIOMAPPING.IT 4<br />
2.3 INTRODUZIONE E STRUTTURA DELLA CARTOGRAFIA DI BASE 6<br />
2.4 ALLESTIMENTO DELLE ATTREZZATURE 12<br />
2.5 PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI MAPPATURA 13<br />
2.6 PRIME ATTIVITÀ DI CAMPO 25<br />
2.7 GEOREFERENZIAZIONE DELLE PRESSIONI ANTROPICHE A SCALA DELLA REGIONE<br />
PUGLIA 28<br />
2.8 RIUNIONI DI COORDINAMENTO E PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ 31<br />
3 ALLEGATI TECNICI 32<br />
Allegato tecnico 1)<br />
RICERCA BIBLIOGRAFICA SULLE BIOCOSTRUZIONI MEDITERRANEE E PUGLIESI 32<br />
Allegato tecnico 2)<br />
ATTIVITÀ ESPLORATIVA INERENTE LE BIOCOSTRUZIONI A SABELLARIA 41<br />
Allegato tecnico 3)<br />
ATTIVITÀ ESPLORATIVA INERENTE LE BIOCOSTRUZIONI A FICOPOMATUS 50
1. ASPETTI AMMINISTRATIVI DEL PROGETTO<br />
A. La Regione <strong>Puglia</strong> – Servizio Affari Generali ha <strong>in</strong>detto con procedura aperta (art. 55<br />
comma 5, del D. Lgs. 163/2006) una gara per l’Affidamento del servizio di realizzazione<br />
del progetto “BIOCOSTRUZIONI MARINE IN PUGLIA” P.O. FERS 2007/2013 – Asse IV<br />
L<strong>in</strong>ea 4.4. Interventi per la rete ecologica. L’avviso di gara è stato <strong>in</strong>viato alla GUE <strong>in</strong> data<br />
29/03/2011.<br />
B. CoNISMa e CNR, avendo i requisiti richiesti dal Bando, hanno partecipato alla gara <strong>in</strong><br />
costituendo Raggruppamento Temporaneo d’Imprese, presentando la propria offerta<br />
tecnico-economica il 18/05/2011.<br />
C. In data 15/07/2011 è stata comunicata al costituendo RTI CoNISMa – CNR l’aggiudicazione<br />
def<strong>in</strong>itiva dell’appalto per un importo pari a 822.000,00 Euro.<br />
D. In data 2 settembre 2011 CoNISMa e CNR si costituivano <strong>in</strong> Raggruppamento temporaneo<br />
d’Impresa davanti al Notaio Ramondelli di Roma.<br />
E. In data 23/09/2011 (numero di repertorio 013196) è stato firmato il contratto tra la Regione<br />
<strong>Puglia</strong> e il Raggruppamento Temporaneo d’Imprese costituito dal CoNISMa e dal CNR.<br />
F. In data 20/10/2011 la Regione <strong>Puglia</strong> convocava il Comitato Tecnico. Il Coord<strong>in</strong>atore<br />
tecnico-scientifico del RTI CoNISMa-CNR è il Prof. Angelo Tursi. Il Comitato tecnico ha<br />
il compito di seguire la realizzazione degli <strong>in</strong>terventi oggetto del bando.<br />
G. In data 7 ottobre 2011 il RTI comunicava alla Regione <strong>Puglia</strong> che le attività del servizio<br />
erano <strong>in</strong>iziate <strong>in</strong> data 5 ottobre 2011 con la creazione del sito web, e che <strong>in</strong> data 6 ottobre<br />
2011, si è svolta la prima uscita <strong>in</strong> campo di un gruppo di specialisti per le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sulle<br />
<strong>Biocostruzioni</strong> a Sabellaria presso il SIC di Varano.<br />
H. In data 20 ottobre 2011 le associate CoNISMa e CNR hanno richiesto il primo rateo<br />
contrattualmente previsto pari al 5% dell’importo dell’appalto.<br />
I. La durata del contratto è di due anni a partire dalla predetta data (5/10/2011).<br />
J. Il Comitato Tecnico dovrà realizzare delle relazioni periodiche sullo Stato di Avanzamento<br />
dei Lavori.<br />
K. A chiusura del presente affidamento l’appaltatore dovrà presentare una relazione f<strong>in</strong>ale,<br />
sottoscritta dal legale rappresentante, contenente il prodotto f<strong>in</strong>ale del servizio, conforme al<br />
progetto presentato e alle disposizioni normative di cui al P.O. FESR 2007/2013 Asse IV<br />
l<strong>in</strong>ea 4.4.<br />
2
2. ATTIVITÀ SVOLTE<br />
In questo primo trimestre di attività (novembre/dicembre 2011 e gennaio 2012) le Unità Locali<br />
di Ricerca CoNISMa di Bari, Lecce e Milano e il team di ricerca del CNR di Bologna, <strong>in</strong><br />
ottemperanza a quanto previsto dall’offerta tecnica proposta nell’ambito del progetto BIOMAP<br />
(<strong>Biocostruzioni</strong> <strong>Mar<strong>in</strong>e</strong> <strong>in</strong> <strong>Puglia</strong>) commissionato dalla Regione <strong>Puglia</strong>, hanno effettuato le<br />
seguenti attività:<br />
2.1. INDAGINI BIBLIOGRAFICHE<br />
2.2. CREAZIONE DEL SITO WEB BIOMAPPING.IT<br />
2.3. INTRODUZIONE E STRUTTURA DELLA CARTOGRAFIA DI BASE<br />
2.4. ALLESTIMENTO DELLE ATTREZZATURE<br />
2.5. PRIME ATTIVITÀ DI CAMPO<br />
2.6. GEOREFERENZIAZIONE DELLE PRESSIONI ANTROPICHE A SCALA DELLA REGIONE PUGLIA<br />
2.7. RIUNIONI DI COORDINAMENTO E PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ<br />
Le attività effettuate <strong>in</strong> questo primo trimeste hanno permesso di raccogliere e archiviare tutte le<br />
possibili <strong>in</strong>formazioni pregresse <strong>in</strong> merito alle biocostruzioni mar<strong>in</strong>e presenti lungo la costa<br />
pugliese. La messa <strong>in</strong> opera del sito <strong>in</strong>terattivo “Biomapp<strong>in</strong>g.it” ha permesso <strong>in</strong>oltre la fruizione<br />
immediata delle <strong>in</strong>formazioni raccolte non soltanto al personale <strong>in</strong>serito nel Progetto ma anche a<br />
coloro che ne erano <strong>in</strong>teressati (personale Regione <strong>Puglia</strong>, liberi navigatori del web). Questo<br />
primo trimestre è stato anche utilizzato per raccogliere le <strong>in</strong>formazioni cartografiche esistenti,<br />
come rilievi geomorfologici e/o batimetrici, <strong>in</strong> modo da evidenziare le zone su cui occorre<br />
effettuare delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i nonché di meglio pianificare le successive fasi della ricerca. Sono state<br />
revisionate le attrezzature necessarie ai rilievi geomorfologici e allestite ed equipaggiate le<br />
imbarcazioni m<strong>in</strong>ori che coadiuveranno le navi oceanografiche nelle fasi di mappatura costiera.<br />
Inf<strong>in</strong>e durante questi primi mesi di attività è <strong>in</strong>iziata l’attività di studio e di mappatura di due<br />
importanti biocostruzioni costiere: le <strong>Biocostruzioni</strong> a Sabellaria lungo la costa garganica e le<br />
biocostruzioni a Ficopomatus nei bac<strong>in</strong>i di Ugento.<br />
2.1. INDAGINI BIBLIOGRAFICHE<br />
In questo primo trimestre di attività l’Unità Locale di Ricerca CoNISMa (ULR BA) afferente al<br />
del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari, ha effettuato le seguenti attività<br />
di ricerca bibliografica e archiviazione del materiale fotografico preesistente;<br />
• raccolta, analisi e archiviazione della letteratura scientifica preesistente;<br />
• archiviazione e catalogazione del materiale fotografico di precedenti studi <strong>in</strong>centrati sulle<br />
biocostruzioni presenti lungo le coste pugliesi.<br />
• Raccolta, analisi e archiviazione della letteratura scientifica preesistente<br />
Il lavoro di ricerca bibliografica ha portato alla archiviazione, ad oggi, di 148 lavori scientifici e<br />
di rapporti tecnici e altra letteratura grigia (Allegato Tecnico 1).<br />
3
Tutti i suddetti lavori sono stati archiviati, scansionati e posti sul sito del Progetto, dove è<br />
possibile visualizzarli discernendoli per autore, per aree geografiche, per tipologia di substrato<br />
nonché per tipo di biocostruzione. Inoltre è stato creato un archivio <strong>in</strong> cui, oltre alle <strong>in</strong>formazioni<br />
bibliografiche, per ogni lavoro sono state <strong>in</strong>serite tutte le specie, sia vegetali che animali,<br />
riportate nello studio.<br />
La suddetta raccolta bibliografica, facilmente fruibile da tutti attraverso il sito del progetto,<br />
fornisce prelim<strong>in</strong>ari e <strong>in</strong>dispensabili <strong>in</strong>dicazioni sulle pregresse conoscenze a proposito delle<br />
biocostruzioni lungo la costa pugliese. Tale ricerca ha permesso di differenziare le aree <strong>in</strong> cui<br />
erano presenti delle <strong>in</strong>formazione di carattere bionomico da quelle <strong>in</strong> cui non era presente nessun<br />
tipo di dato e pertanto meritevoli di particolari survey esplorativi prima di pianificare le attività<br />
di mappatura.<br />
L’archivio specifico <strong>in</strong>oltre è un importante strumento di confronto che permetterà agli<br />
specialisti, delle varie categorie sistematiche, di verificare o meno se ci siano state, nel corso<br />
degli anni, delle alterazioni o delle modifiche nelle comunità animali e vegetali strutturanti le<br />
biocostruzioni pugliesi. Allo stesso tempo l’archivio delle specie pregresse potrà essere usato<br />
come metro di valutazione per evidenziare eventuali nuove presenze o scomparse di specie.<br />
• Archiviazione e catalogazione del materiale fotografico di precedenti studi <strong>in</strong>centrati<br />
sulle biocostruzioni presenti lungo le coste pugliesi<br />
Il team di ricerca dell’ULR BA ha selezionato e messo a disposizione del sito del progetto<br />
numerose fotografie delle pr<strong>in</strong>cipali biocostruzioni presenti lungo il litorale pugliese. Anche per<br />
le foto è stato creato un archivio con vari tematismi di consultazione <strong>in</strong>centrati sulle differenti<br />
località, sul tipo di biocostruzione e soprattutto sui pr<strong>in</strong>cipali taxa fotografati. Tale galleria<br />
fotografia, cont<strong>in</strong>uamente aggiornata durante le varie fasi del progetto oltre a testimoniare le<br />
varie attività svolte avrà il compito di facilitare le successive ricerche fornendo un utilissimo<br />
strumento di confronto per lo studio delle biocostruzione e dei vari taxa che le compongono.<br />
<br />
2.2. CREAZIONE DEL SITO WEB “BIOMAPPING.IT”<br />
Il sito realizzato per il progetto, assicura l’archiviazione e la consultazione di tutta la documentazione<br />
agli utenti autorizzati. È stato realizzato un sito web dedicato, dotato di un modulo di data<br />
repository, ove verranno caricati i pr<strong>in</strong>cipali documenti prodotti che sono poi consegnati e resi<br />
disponibili nella loro versione def<strong>in</strong>itiva. Di seguito vengono elencate brevemente le pr<strong>in</strong>cipali<br />
caratteristiche implementate sul sito web <strong>in</strong> esame.<br />
A) Sicurezza e Monitoraggio<br />
Il sito web è accessibile <strong>in</strong>teramente soltanto agli addetti ai lavori nonché alle sole persone<br />
autorizzate che il Committente vorrà <strong>in</strong>dicare. Ad esso pertanto accede unicamente il personale<br />
dotato di credenziali (user-id e password) ottenute dopo aver completato la procedura di registrazione<br />
ed essere stati <strong>in</strong> seguito autorizzati dal supervisore di progetto, come effettivi collaboratori<br />
operativi.<br />
Inoltre è possibile monitorare tutti gli accessi e le attività effettuate sul sito web per cui ogni<br />
accesso sarà opportunamente registrato dal sistema che offrirà qu<strong>in</strong>di la possibilità, <strong>in</strong> caso di<br />
richiesta, di estrarre report sulle movimentazioni. Una sezione del sito è comunque aperta a tutti i<br />
navigatori del web <strong>in</strong>teressati alla materia.<br />
4
B) Gestione Documenti<br />
Il sito web è dotato di un apposito modulo aggiuntivo basato sulla tecnologia groupware (o<br />
software collaborativo), capace di facilitare e rendere notevolmente più efficace il lavoro<br />
cooperativo da parte di gruppi di persone che devono condividere <strong>in</strong> corso d’opera studi, analisi,<br />
risultati e problematiche. Caratteristiche v<strong>in</strong>centi della tecnologia groupware sono la flessibilità e<br />
la totale scalabilità <strong>in</strong> base alle esigenze degli utenti, oltre alla già citata funzione di agevolare la<br />
s<strong>in</strong>cronizzazione delle attività.<br />
Il sito web <strong>in</strong> oggetto è anche uno strumento per l’archiviazione di documenti; può essere aggiornato<br />
direttamente dai suoi utilizzatori e i suoi contenuti potranno essere sviluppati, <strong>in</strong> collaborazione,<br />
da tutti coloro che vi accedono. La modifica dei contenuti è aperta, nel senso che tutti gli<br />
utenti regolarmente registrati ed autorizzati dal webmaster e dal supervisore di progetto potranno<br />
modificare il testo procedendo non solo per aggiunte come accade solitamente nei forum, ma<br />
anche cambiando e cancellando ciò che hanno scritto gli autori precedenti. In ogni caso saranno<br />
sempre disponibili tutte le versioni di ogni documento, contenenti ciascuna le modifiche apportate<br />
dal s<strong>in</strong>golo utente. Tale funzionalità impedisce da un lato la perdita di vecchie versioni dei<br />
file e dall’altro permette di tracciare tutte le evoluzioni e le modifiche di ogni s<strong>in</strong>golo documento.<br />
Ogni modifica è registrata <strong>in</strong> una cronologia che permette, <strong>in</strong> caso di necessità, di<br />
riportare il testo alla versione precedente. Lo scopo è quello di condividere, scambiare,<br />
immagazz<strong>in</strong>are e ottimizzare la conoscenza <strong>in</strong> modo collaborativo.<br />
La possibilità di visualizzare la cronologia dei cambiamenti permette di dotare il sito web di altre<br />
due funzionalità estremamente comode:<br />
• la cronologia delle revisioni, che garantisce la visualizzazione delle precedenti versioni di<br />
una pag<strong>in</strong>a;<br />
• la funzionalità “Confronta”, che permette di evidenziare i cambiamenti tra due revisioni.<br />
La cronologia delle revisioni fornisce un editor per aprire e salvare una precedente versione della<br />
pag<strong>in</strong>a o del documento e, <strong>in</strong> tal modo, ristabilire il contenuto orig<strong>in</strong>ale. La funzionalità “Confronta”<br />
può essere usata per decidere quale precedente modifica sia opportuna e quale no. Un<br />
utente autorizzato può visualizzare il confronto di un cambiamento elencato nella pag<strong>in</strong>a “Ultime<br />
modifiche” e, se giudica l’ultima versione <strong>in</strong>accettabile, può consultare la cronologia per<br />
ristabilire una precedente versione.<br />
Ogni nuovo documento, immediatamente dopo il completamento della fase caricamento, è<br />
catalogato con una serie di <strong>in</strong>formazioni univoci, di seguito i pr<strong>in</strong>cipali:<br />
• Titolo<br />
• Autore<br />
• Data<br />
• Versione (es. 1.00) legata al nom<strong>in</strong>ativo dell’utente che ha effettuato il primo upload.<br />
In seguito, qualsiasi modifica, anche m<strong>in</strong>ima, sarà tracciata, analogamente alla versione orig<strong>in</strong>ale,<br />
mediante titolo (che potrà rimanere <strong>in</strong>variato), autore, data, ma soprattutto con una nuova<br />
versione del documento modificato (es. 1.01). In tal modo saranno sempre disponibili nel<br />
sistema tutte le versioni di ogni file e sarà sempre possibile risalire a quando è stata effettuata la<br />
modifica, chi è <strong>in</strong>tervenuto sul documento e visualizzare le modifiche apportate.<br />
<br />
5
Il sito offre la possibilità di caricare le seguenti tipologie di documenti <strong>in</strong>erenti il progetto,<br />
mediante un’apposita sezione da cui effettuare <strong>in</strong> maniera semplice e <strong>in</strong>tuitiva l’upload dei file<br />
che si <strong>in</strong>tende rendere disponibili a tutti i collaboratori:<br />
• pubblicazioni scientifiche (rigorosamente <strong>in</strong> formato pdf), <strong>in</strong>erenti le problematiche oggetto<br />
di studio da parte del gruppo di lavoro;<br />
• normative europee, nazionali e regionali, <strong>in</strong>erenti le problematiche oggetto di studio.<br />
• contenuti del corso di formazione sulle biocostruzioni;<br />
• resoconto delle attività <strong>in</strong> corso d’opera o SAL (Stato Avanzamento Lavori);<br />
• contenuti multimediali come immag<strong>in</strong>i, foto, filmati, prodotti durante l’<strong>in</strong>tera durata del<br />
progetto;<br />
• relazioni tecniche <strong>in</strong>termedie e f<strong>in</strong>ali, comprensive della cartografia;<br />
• ulteriori utili <strong>in</strong>formazioni che non rientrano nelle categorie precedentemente descritte.<br />
Tutti i documenti caricati sul sito sono scaricabili solo dai componenti del gruppo di lavoro e dal<br />
personale autorizzato.<br />
C) Forum<br />
Il sito <strong>in</strong>oltre è dotato di una sezione specifica per scambi di <strong>in</strong>formazioni dirette (FORUM) tra<br />
la Regione <strong>Puglia</strong>, committente del progetto, e il gruppo di lavoro responsabile dell’aggiornamento<br />
del sito.<br />
L’utilizzo del forum, permette all’Ente Regione di conoscere <strong>in</strong> tempo reale qualsiasi dettaglio<br />
sullo svolgimento delle attività, il loro grado di avanzamento, i primi risultati ottenuti, le aree via<br />
via coperte, le eventuali problematiche riscontrate ecc.<br />
L’immediata disponibilità di tali <strong>in</strong>formazioni, risulta <strong>in</strong>oltre particolarmente utile anche a tutti i<br />
componenti del gruppo di lavoro e ai collaboratori partecipanti al progetto (geologi, geofisici,<br />
ecologi, biologi, tassonomi ecc.), essendo un comodo strumento di <strong>in</strong>tegrazione capace di<br />
agevolare e ottimizzare il coord<strong>in</strong>amento delle attività ed il confronto dei risultati ottenuti<br />
soprattutto durante le complesse fasi di campionamento.<br />
<br />
2.3. INTRODUZIONE E STRUTTURA DELLA CARTOGRAFIA DI BASE<br />
Le particolari f<strong>in</strong>alità del progetto hanno <strong>in</strong>dirizzato verso la progettazione e l’implementazione<br />
di un Sistema Informativo Territoriale (SIT-BIOMAP), f<strong>in</strong>alizzato alla gestione, <strong>in</strong>terrogazione e<br />
analisi spaziale dei dati cartografici. Tale sistema è strutturato seguendo un modello dati<br />
geografico che prevede l’<strong>in</strong>tegrazione di dati cartografici di base esistenti, dati geofisici e<br />
ambientali pregressi, dati di nuova acquisizione e carte tematiche derivate. Il Sistema Informativo<br />
Geografico viene utilizzato per l’allestimento cartografico e la riproduzione cartacea<br />
delle carte tematiche derivate alla scala richiesta dal progetto seguendo il taglio cartografico<br />
standard dei fogli IGM alla scala 1:10000 e 1:5000.<br />
Il software GIS adottato è ArcGIS 10 che permette di implementare sistemi <strong>in</strong>formativi geografici<br />
secondo gli standard europei e di def<strong>in</strong>ire layout di stampa per la restituzione cartacea degli<br />
elaborati.<br />
6
Il SIT-BIOMAP è stato strutturato, <strong>in</strong> questa prima fase di lavoro, <strong>in</strong> livello <strong>in</strong>formativi <strong>in</strong><br />
formato vettoriale e raster organizzati <strong>in</strong> categorie tematiche (group layers) e visualizzati <strong>in</strong><br />
ambiente ArcMap. Ogni livello è opportunamente corredato da Metadati <strong>in</strong> formato ISO 19115<br />
implementati mediante il tools metadata wizard di ArcGIS 10.<br />
Di seguito vengono elencate le categorie tematiche e i livelli <strong>in</strong>formativi presenti (Figg. 1÷2).<br />
Ø CARTOGRAFIA DI BASE<br />
<br />
§<br />
§<br />
§<br />
§<br />
§<br />
§<br />
L<strong>in</strong>ea di costa da ortofoto <strong>Puglia</strong> (polil<strong>in</strong>ea - *.shp).<br />
Cartografia nautica (8 carte nautiche <strong>in</strong> formato *.tif georeferenziate).<br />
Limiti amm<strong>in</strong>istrativi (gruppo di *.shp - poligoni). I dati provengono dal sito della regione<br />
<strong>Puglia</strong> e comprendono i limiti amm<strong>in</strong>istrativi della regione <strong>Puglia</strong>, delle sue prov<strong>in</strong>cie e dei<br />
suoi comuni.<br />
L<strong>in</strong>ee ambientali a mare (gruppo di *.shp - poligoni). I dati provengono dal sito della<br />
regione <strong>Puglia</strong> e comprendono i limiti dei SIC e delle AMP del marg<strong>in</strong>e Pugliese.<br />
Rotte Teoriche (gruppo di *.shp - polil<strong>in</strong>ee). Rotte teoriche da farsi con i mezzi m<strong>in</strong>ori e con<br />
un idonea nave oceanografica. La pianificazione è il risultato di diversi <strong>in</strong>contri avvenuti tra i<br />
membri di progetto durante il primo trimestre.<br />
Zone offerta (gruppo di *.shp - poligoni). Contiene i poligoni relativi alle zone da mappare,<br />
ossia 1) le aree a base di gara costituite dai SIC e dalle AMP e 2) Aree potenzialmente idonee<br />
ad essere mappate per fornire ulteriori <strong>in</strong>formazioni utili alla valorizzazione delle biocostruzioni<br />
mar<strong>in</strong>e <strong>in</strong> <strong>Puglia</strong>.<br />
Ø DATI PREGRESSI<br />
DTM (Raster GRID formato ESRI)<br />
I dati batimetrici acquisiti con ecoscandagli multi fascio a diversa frequenza dal CNR-ISMAR di<br />
Bologna, dal CONISMA e dall’IIM. Tali dati vengono messi a disposizione per le aree di<br />
<strong>in</strong>teresse ad una risoluzione di 5-10 e 20 m <strong>in</strong> base all’<strong>in</strong>tervallo batimetrico.<br />
LINEE BATIMETRICHE (polil<strong>in</strong>ee - *.shp)<br />
I dati provengono dall’archivio proveniente da dati pregressi acquisiti da CoNISMa e CNR da<br />
cui sono state ricavate le isobate 5, 10, 20, 30, 50, 100, 200. 1000, 2000 e 3000 per il marg<strong>in</strong>e<br />
Pugliese.<br />
CAMPIONI (punti - polil<strong>in</strong>ee - *.shp)<br />
Posizione de campioni prelevati da CNR-ISMAR e CONISMA nelle aree di <strong>in</strong>teresse o limitrofe<br />
con varie tipologie di strumenti classificati all’<strong>in</strong>terno della tabella degli attributi.<br />
CARTA GEOLOGICA (poligoni - *.shp)<br />
Carta geologica superficiale elaborata da CNR-ISMAR Bologna nell’ambito del progetto di<br />
cartografia geologica dei mari italiani alla scala 1:250000 f<strong>in</strong>anziato dall’ISPRA progetto<br />
CARG.<br />
7
Fig. 1 – Struttura del SIT-BIOMAP nella prima fase di lavoro.<br />
8
Fig. 2 – Esempio di visualizzazione del SIT-BIOMAP <strong>in</strong> ambiente ArcMap.<br />
Ø METODOLOGIA DI LAVORO<br />
Nel trattare la metodologia e le problematiche affrontate per la realizzazione del prodotto f<strong>in</strong>ora<br />
elaborato, è opportuno prendere <strong>in</strong> considerazione i seguenti aspetti che def<strong>in</strong>iscono dist<strong>in</strong>te fasi<br />
del lavoro:<br />
9
ü scelta della cartografia di base<br />
ü risoluzione delle problematiche di rasterizzazione<br />
ü georeferenziazione della cartografia di base e sovrapposizione di cartografie<br />
ü vettorializzazione<br />
ü progettazione dell’architettura del geodatabase.<br />
ü Scelta della cartografia di base<br />
La cartografia di base delle zone <strong>in</strong>teressate dallo studio è stata acquisita tramite la scansione<br />
prima e la digitalizzazione a schermo di materiale cartografico esistente. In particolare il settore<br />
di mare prospiciente le coste Pugliesi è compreso nelle seguenti carte nautiche alla scala<br />
1:100.000:<br />
1. Dal lago di Les<strong>in</strong>a ad Ortona alle isole Tremiti<br />
2. Da Bari a Manfredonia<br />
3. Da Torre dell’Orso a Br<strong>in</strong>disi<br />
4. Da foce del S<strong>in</strong>ni a Torre dell’Ovo<br />
5. Da Br<strong>in</strong>disi a Bari<br />
6. Da Manfredonia al lago di Les<strong>in</strong>a, isole Tremiti e Pianosa.<br />
La scelta della scala della cartografia di base è legata al livello di precisione e di dettaglio necessari<br />
ai f<strong>in</strong>i del lavoro. Allo stato attuale dei lavori l’importazione della cartografia nautica ha<br />
guidato la programmazione delle rotte di navigazione da effettuarsi durante le future campagne a<br />
mare.<br />
Per poter importare la base cartografica le s<strong>in</strong>gole carte sono state scansionate e georeferenziate<br />
riproducendole <strong>in</strong> formato GeoTIFF.<br />
ü Rasterizzazione<br />
L’operazione di scansione mediante la quale, partendo da una carta al tratto, viene acquisita un<br />
immag<strong>in</strong>e raster, richiede di operare avendo scelto la risoluzione geometrica e radiometrica di<br />
scansione. Infatti da questi parametri dipendono la qualità di visualizzazione dell’immag<strong>in</strong>e, la<br />
precisione geometrica ottenibile, le dimensioni del file immag<strong>in</strong>e e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la qualità di stampa<br />
ottenibile per il lavoro.<br />
A livello operativo uno dei criteri più importanti nella scelta della risoluzione di acquisizione è<br />
costituito dalle dimensioni del file ottenuto dalla scansione della carta esistente, poiché da questo<br />
consegue una m<strong>in</strong>ore o maggiore semplicità di gestione dello stesso quando si operano<br />
elaborazioni. A risoluzioni maggiori corrispondono rapidi aumenti delle dimensioni del file. A<br />
titolo d’esempio il passaggio da un file di circa 6 Mb con risoluzione di 300 dpi 1 , ad uno con 450<br />
dpi porta a dimensioni del file più che doppie, 14 Mb. Questo fatto non costituisce di per se un<br />
limite se si elaborano i files con strumenti tecnologici adeguati, tuttavia la gestione spesso<br />
simultanea di più files porta a notevoli rallentamenti del lavoro.<br />
L’acquisizione della cartografia nautica è stata fatta <strong>in</strong> scala di grigi (16 bit) con risoluzione di<br />
300 dpi. Questi parametri permettono di avere immag<strong>in</strong>i “nitide” facilmente leggibili, e che non<br />
pregiudicano la precisione geometrica <strong>in</strong> quanto def<strong>in</strong>iscono dimensioni dei pixel <strong>in</strong>feriori al<br />
graficismo.<br />
Inoltre per quanto riguarda la successiva riproduzione <strong>in</strong> formato cartaceo permettono una<br />
qualità del tutto simile a quella ottenibile con immag<strong>in</strong>i a risoluzione maggiore di 300 dpi.<br />
1 dpi: dot per <strong>in</strong>ch.<br />
10
ü Georeferenziazione e sovrapposizione di cartografie<br />
All’<strong>in</strong>terno del SIT è necessario garantire la collocazione geografica di tutte le realtà d’<strong>in</strong>teresse<br />
aff<strong>in</strong>ché il lavoro non sia una semplice rappresentazione dei dati raccolti: si rende qu<strong>in</strong>di<br />
necessaria la georeferenziazione dei dati.<br />
Con il term<strong>in</strong>e georeferenziazione si <strong>in</strong>tende quel processo che permette di associare <strong>in</strong>formazioni<br />
geografiche ad un punto preciso dello spazio topologicamente strutturato: questo passaggio<br />
permette oltretutto di effettuare le correzioni dovute ai passaggi manuali come la<br />
scansione o la digitalizzazione delle carte.<br />
Con quest’operazione ad ogni pixel è possibile associare i valori corrispondenti al sistema di<br />
coord<strong>in</strong>ate scelto.<br />
In pratica si procede a georiferire le carte nautiche scansionate <strong>in</strong>dividuando, per un numero di<br />
punti variabile a seconda della trasformazione adottata, le coord<strong>in</strong>ate ricavate per via grafica. Il<br />
lavoro è reso problematico per il fatto che <strong>in</strong> Italia si utilizzano datum geodetici diversi<br />
caratterizzati ognuno dall’assunzione di un determ<strong>in</strong>ato ellissoide e dalla def<strong>in</strong>izione dell’orientamento<br />
dello stesso. Le carte nautiche si riferiscono al sistema geodetico nazionale Roma 1940,<br />
il GPS opera nel sistema WGS 84, qu<strong>in</strong>di nella sovrapposizione di cartografie diverse è <strong>in</strong> genere<br />
necessario eseguire una trasformazione che operi il passaggio delle coord<strong>in</strong>ate piane ad un unico<br />
datum.<br />
Il problema può essere superato georeferenziando direttamente nel sistema f<strong>in</strong>ale il raster acquisito<br />
con lo scanner, attraverso algoritmi di trasformazione piana che effettuano il ricampionamento<br />
dei pixel dei file immag<strong>in</strong>e.<br />
Ovviamente le coord<strong>in</strong>ate da attribuire ai punti utilizzati per la trasformazione devono essere<br />
ricalcolate nel nuovo sistema.<br />
Con questi passaggi si è giunti ad una cartografia omogenea con coord<strong>in</strong>ate riferite al sistema<br />
UTM (Universal Transvers Mercator), fuso 33 N, datum WGS84.<br />
ü Vettorializzazione<br />
La scansione della cartografia di base porta, come si è visto, ad immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong> formato raster. Su<br />
queste immag<strong>in</strong>i è possibile effettuare la digitalizzazione a schermo <strong>in</strong> modo da ottenere entità di<br />
tipo puntuale, l<strong>in</strong>eare, areale, <strong>in</strong> altre parole un file <strong>in</strong> formato vettoriale che costituisce la base<br />
della creazione delle carte tematiche.<br />
Su base vettoriale è stato creato il seguente layer che def<strong>in</strong>isce il contesto geografico: L<strong>in</strong>ea di<br />
costa: deriva dalla digitalizzazione delle ortofoto della regione <strong>Puglia</strong> e la sua più grande scala di<br />
riferimento ha determ<strong>in</strong>ato la scelta di questa come base anche per la futura produzione<br />
cartografica che si svilupperà con l’evoluzione del progetto.<br />
ü La progettazione del Geodata Base<br />
Il Geodatabase è una struttura di memorizzazione aperta dedicata alla gestione di dati GIS<br />
(geometrie, tabelle ed immag<strong>in</strong>i) all’<strong>in</strong>terno di un RDBMS (Relational Database Management<br />
System). Tramite un MODELLO DATI geografico specializzato Il GEODATABASE consente<br />
la gestione di elementi vettoriali (features), immag<strong>in</strong>i raster, topologie. Questo tipo di struttura<br />
consentirà una migliore gestione dei dati, maggiore flessibilità, <strong>in</strong>tegrità del dato migliorata,<br />
maggiori possibilità nella modellazione e analisi e multi-utenza per l’edit<strong>in</strong>g di dati condivisi.<br />
La prima fase di lavoro implica la def<strong>in</strong>izione dell’architetture del modello dati concettuale che<br />
schematizza la struttura del Geodatabase e le relazioni fondamentali tra gli oggetti spaziali e<br />
tabulari. Il modello dati viene rappresentato tramite un diagramma UML opportunamente<br />
11
modificato che fornisce elementi standard per la rappresentazione delle Feature class delle<br />
Object class e delle Relationship class.<br />
In questa prima fase di lavoro si è avviata la progettazione di un Geodatabase quale repository<br />
centrale del SIT BIOMAP. In particolare si è proceduto alla raccolta e l’analisi di tutti i dati<br />
geologici, geofisici, geognostici, biologici e ambientali quale primo passo per la def<strong>in</strong>izione del<br />
modello dati geografico.<br />
<br />
2.4. ALLESTIMENTO DELLE ATTREZZATURE<br />
Al f<strong>in</strong>e di ottimizzare le operazioni di mappatura sotto costa, alle profondità comprese tra i -5 ed<br />
i -15 m è stata predisposta ed idoneamente equipaggiata la motobarca “ISSEL” di proprietà del<br />
CoNISMa. Si tratta di un’imbarcazione (mod. Calafuria Spartivento 7.5), lunga 8,40 m, dotata di<br />
n. 2 motori entrobordo della potenza di 103 CV e di sistema di navigazione e posizionamento<br />
satellitare (Fig. 1).<br />
A prua dell’imbarcazione è stata montata una struttura, <strong>in</strong> acciaio <strong>in</strong>ox a sostegno del towfish del<br />
sistema SSS KLEIN 3000 (Side Scan Sonar) ed all’<strong>in</strong>terno della cab<strong>in</strong>a la workstation per l’acquisizione/registrazione<br />
del segnale. L’“ISSEL” è stata dotata di sistema Multibeam Reson 8125.<br />
Inoltre a bordo sono state predisposte le apparecchiature per supportare due sistemi di video<br />
registrazione subacquea il primo consiste <strong>in</strong> un ROV (filoguidato), mod. Prometeo, con<br />
possibilità operativa s<strong>in</strong>o a -300 m, il secondo di una telecamera a tra<strong>in</strong>o, mod. Quasi stellar, con<br />
possibilità operativa s<strong>in</strong>o a -100 m.<br />
Fig. 1 – Motonave ISSEL di proprietà del CoNISMa.<br />
12
2.5. PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI MAPPATURA<br />
Le attività previste nel modulo MAPPATURA del progetto BIOMAP consisteranno <strong>in</strong>:<br />
Ø ATTIVITÀ DI ACQUISIZIONE DATI IN MARE<br />
Ø ATTIVITÀ DI ELABORAZIONE E PROCESSING DEI DATI ACQUISITI<br />
Ø ATTIVITÀ DI INTERPRETAZIONE DATI<br />
Ø RESTITUZIONE CARTOGRAFICA<br />
Ø ATTIVITÀ DI ACQUISIZIONE DATI IN MARE<br />
Le attività di acquisizione dati <strong>in</strong> mare rappresentano la prima fase di lavoro del progetto,<br />
basilare per la raccolta dati che supporterà il lavoro di tutti i gruppi di ricerca co<strong>in</strong>volti. Di<br />
seguito si riporta come il team di lavoro, co<strong>in</strong>volto nelle attività di mappatura, ha ad oggi<br />
concordato un piano di lavoro, selezionando e pianificando le attività da svolgersi.<br />
La pianificazione delle attività di acquisizione dati <strong>in</strong> mare ha tenuto conto di:<br />
a – Entità dati pregressi acquisiti lungo la piattaforma cont<strong>in</strong>entale e la scarpata Pugliese<br />
(tipologia dati, risoluzione, …)<br />
b – Entità delle aree e delle procedure di acquisizione stabilite nel bando di gara e da quanto<br />
offerto<br />
c – Mezzi a disposizione di CoNISMa e CNR per effettuare le coperture necessarie, ossia:<br />
– Imbarcazione m<strong>in</strong>ore Jeanneau (da impiegarsi per le aree sottocosta lato Ionico).<br />
– Imbarcazione m<strong>in</strong>ore Calafuria (da impiegarsi per le aree sottocosta lato Adriatico).<br />
– Nave Oceanografica (a) operativa h 24 (da impiegarsi per le aeree ubicate a profondità<br />
maggiori di 10 m ricadenti nelle aree offerte come base di gara).<br />
– Nave oceanografica (b) Urania h 24 (da impiegarsi per <strong>in</strong>tegrare e approfondire la<br />
raccolta di dati diretti su aree selezionate da <strong>in</strong>tegrarsi al 40% offerto <strong>in</strong> più).<br />
d – Entità del lavoro da pianific are per ogni imbarcazione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di risorse umane e di<br />
mezzi (personale, strumenti, logistica ecc.)<br />
§ RISORSE E STRUMENTI<br />
Risorse e strumenti da impiegarsi per l’utilizzo del mezzo m<strong>in</strong>ore Jeaneau:<br />
Strumenti: Side Scan Sonar Kle<strong>in</strong>3900 (spaziatura rotte 120 m)<br />
MBES R2Sonic (a disposizione da Gennaio/Febbraio 2012)<br />
Personale: 2/3 unità di personale per la gestione dell’imbarcazione e strumenti oltre al pilota<br />
Risorse e strumenti da impiegarsi per l’utilizzo del mezzo m<strong>in</strong>ore Calafuria:<br />
Strumenti: Side Scan Sonar Kle<strong>in</strong>3000 (a disposizione da f<strong>in</strong>e Febbraio 2012, spaziatura rotte<br />
300 m)<br />
MBES Reson8125<br />
Personale: da 3 a 4 unità di personale per la gestione dell’imbarcazione e strumenti oltre al<br />
pilota.<br />
Risorse e strumenti da impiegarsi per l’utilizzo della Nave Oceanografica (a) operativa h<br />
24:<br />
Strumenti: Side Scan Sonar 100/500 kHz<br />
13
Personale:<br />
MBES<br />
Chirp Sonar<br />
12 unità di personale per la gestione degli strumenti di mappatura (ossia 4 unità di<br />
personale per turni di 8 ore per un totale di 3 turni al giorno) + 1 capo-missione.<br />
Risorse e strumenti da impiegarsi per l’utilizzo Nave oceanografica Urania operativa h24:<br />
Strumenti: MBES Konsberg EM710 (dati batimetrici e di riflettività del fondale)<br />
Chirp Sonar Datasonic<br />
Benna, box corer e carotiere a gravità.<br />
Personale: 9 unità di personale per la gestione degli strumenti di mappatura (ossia 3 unità di<br />
personale per turni di 8 ore per un totale di 3 turni al giorno) + 1 capo-missione.<br />
§ PIANIFICAZIONE ATTIVITÀ DI MAPPATURA PER CIASCUN MEZZO<br />
• Mezzo M<strong>in</strong>ore Jeanneau<br />
Il mezzo m<strong>in</strong>ore Jeanneau acquisirà le seguenti aree, con velocità di ca. 4 nodi:<br />
– AMP di Porto Cesareo limitata alla superficie compresa tra la l<strong>in</strong>ea di costa ed il primo<br />
miglio, per un totale di ca. 135 Mn (almeno 27 ore solo di rilievo – per una stima corretta dei<br />
tempi necessari occorre poi tenere <strong>in</strong> considerazione le operazioni di mob e demob della<br />
strumentazione, le condizioni meteorologiche e i tempi di accostata tra una rotta e l’altra)<br />
(Fig. 1).<br />
– SIC di Gallipoli dalla l<strong>in</strong>ea di costa f<strong>in</strong>o a ca. 15 m di profondità (tempi da ridef<strong>in</strong>ire <strong>in</strong><br />
dettaglio, ma sempre ca. 5 giorni di rilievo, senza considerare mob e demob) (Fig. 2).<br />
– SIC delle secche di Ugento nelle aree a profondità <strong>in</strong>feriori a ca. 15 m (tempi da ridef<strong>in</strong>ire <strong>in</strong><br />
dettaglio, ca. 4 giorni di rilievo, senza considerare mob e demob) (Fig. 3).<br />
– SIC fuori Taranto nelle aree a profondità <strong>in</strong>feriori a ca. 15 m (tempi da ridef<strong>in</strong>ire <strong>in</strong> dettaglio,<br />
ma pari a ca. 2 giorni di rilievo, senza considerare mob e demob) (Fig. 4).<br />
– Secca dell’Ovo: area <strong>in</strong>teressante da proporre all’<strong>in</strong>terno del 40% da offrire <strong>in</strong> più (tempi da<br />
ridef<strong>in</strong>ire <strong>in</strong> dettaglio, ma pari a ca. 2 giorni di rilievo, senza considerare mob e demob) (Fig.<br />
5).<br />
14
Fig. 1 – AMP (area verde) e SIC (area rossa) di Porto Cesareo. In rosso le rotte teoriche di navigazione da effettuarsi<br />
con mezzo m<strong>in</strong>ore. In blu le rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica.<br />
Fig. 2 – SIC (area rossa) di Gallipoli. In rosso le rotte teoriche di navigazione da effettuarsi con mezzo m<strong>in</strong>ore. In<br />
blu le rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica.<br />
15
Fig. 3 – SIC (aree rossa) delle secche di Ugento. In rosso le rotte teoriche di navigazione da effettuarsi con mezzo<br />
m<strong>in</strong>ore. In blu le rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica.<br />
Fig. 4 – SIC (area rossa) dell’area di Taranto. In rosso le rotte teoriche di navigazione da effettuarsi con mezzo<br />
m<strong>in</strong>ore. In blu le rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica.<br />
16
Fig. 5 – Area della secca dell’ovo e SIC limitrofi (aree <strong>in</strong> rosso).<br />
• Mezzo M<strong>in</strong>ore Calafuria<br />
Il mezzo m<strong>in</strong>ore Calafuria acquisirà le seguenti aree, con velocità 4 nodi:<br />
1 – 5 SIC a nord di Bari, ubicati a basse profondità (almeno 60 ore (10 giorni) solo di rilievo –<br />
per una stima corretta dei tempi necessari occorre poi tenere <strong>in</strong> considerazione le operazioni<br />
di mob e demob della strumentazione, le condizioni meteorologiche e i tempi di accostata tra<br />
una rotta e l’altra) (Fig. 6).<br />
2 – Un SIC a sud di Bari nella zona sottocosta a profondità <strong>in</strong>feriori a 15 m (almeno 24 ore solo<br />
di rilievo – per una stima corretta dei tempi necessari occorre poi tenere <strong>in</strong> considerazione le<br />
operazioni di mob e demob della strumentazione, le condizioni meteorologiche e i tempi di<br />
accostata tra una rotta e l’altra) (Fig. 7).<br />
17
Fig. 6 – SIC (area rossa) a nord di Bari. In rosso le rotte teoriche di navigazione da effettuarsi con mezzo m<strong>in</strong>ore.<br />
Fig. 7 – SIC (area rossa) a sud di Bari. In rosso le rotte teoriche di navigazione da effettuarsi con mezzo m<strong>in</strong>ore. In<br />
blu le rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica.<br />
18
• Nave Oceanografica operativa h 24<br />
La N/O acquisirà rilievi tramite SSS, MBES e Chirp-Sonar:<br />
1. <strong>in</strong> tutte le aree ricadenti nei SIC e AMP ubicate a profondità maggiori di 10m come <strong>in</strong>dicato<br />
nelle Figg. 8÷12<br />
2. nelle seguenti aree ricadenti nel 40% offerto <strong>in</strong> più rispetto ai SIC:<br />
a. Tra Otranto e Santa Maria di Leuca (Fig. 9)<br />
b. A largo di Manfredonia (Fig. 13).<br />
Fig. 8 – Area da Taranto a Porto Cesareo. In rosso le rotte teoriche di navigazione da effettuarsi con mezzo m<strong>in</strong>ore.<br />
In blu le rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica.<br />
19
Fig. 9 – Area da Porto Cesareo ad Otranto. In blu le rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica, <strong>in</strong> rosso le<br />
rotte teoriche di navigazione da effettuarsi con mezzo m<strong>in</strong>ore.<br />
20
Fig. 10 – Area da Otranto a Br<strong>in</strong>disi. In blu le rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica.<br />
21
Fig. 11 – Area da Br<strong>in</strong>disi a Bari. In rosso le rotte teoriche di navigazione da effettuarsi con mezzo m<strong>in</strong>ore. In blu le<br />
rotte teoriche da effettuarsi con nave oceanografica.<br />
Fig. 12 – Area delle isole Tremiti.<br />
22
Fig. 13 – Area del golfo di Mafredonia. In grigio l’area <strong>in</strong> cui sono a disposizione rilievi multibeam già effettuati<br />
nell’area.<br />
La nave verrà utilizzata <strong>in</strong> due leg dist<strong>in</strong>ti:<br />
– uno durante gli ultimi 10 giorni di marzo nell’area Ionica tra Taranto ed Otranto;<br />
– un secondo leg prima dell’<strong>in</strong>izio del mese di maggio nell’area Adriatica da Otranto alle isole<br />
Tremiti.<br />
• Nave Oceanografica Urania h24<br />
La N/O acquisirà rilievi tramite SSS, MBES e Chirp‐Sonar e campionamenti diretti <strong>in</strong>:<br />
– aree non ricadenti nei SIC e AMP ubicate a profondità maggiori di 10 m per completare<br />
l’area del 40 % offerta <strong>in</strong> aggiunta a quanto richiesto dal bando di gara.<br />
La nave oceanografica Urania verrà utilizzata nelle seguenti campagne oceanografiche:<br />
– MEME12 (18 aprile 2 maggio 2012) – Sud Adriatico da Bari ad Otranto<br />
– INVAS12 (30 maggio 15 giugno) – Golfo di Manfredonia<br />
– ALTRO (29 dicembre 2012 10 gennaio 2013) – Ionio.<br />
Ø ATTIVITÀ DI ELABORAZIONE E PROCESSING DEI DATI ACQUISITI<br />
Le attività di elaborazione dati consisteranno <strong>in</strong>:<br />
– Elaborazione dati multibeam e generazione di DTM<br />
– Elaborazione dati SSS e generazione di file GeoTIFF.<br />
23
Le suddette operazioni di elaborazione dati necessiteranno di opportuni software, attualmente a<br />
disposizione nell’ULR CoNISMa di Milano Bicocca e rappresentano una risorsa <strong>in</strong>dispensabile<br />
per la fornitura del lavoro.<br />
§ RISORSE E STRUMENTI<br />
I dati verranno elaborati nel laboratorio di cartografia digitale mar<strong>in</strong>a del dipartimento di Scienze<br />
Geologiche e Geotecnologie dell’Università di Milano-Bicocca, a tal f<strong>in</strong>e serviranno:<br />
– una WS per l’elaborazione dei dati Multibeam<br />
– una WS per l’elaborazione dei dati SSS<br />
– una unità di personale per l’elaborazione dei dati Multibeam<br />
– una unità di personale per l’elaborazione dei dati SSS<br />
– uno o più HardDisk per archivio dati.<br />
I dati acquisiti nel 40% <strong>in</strong> più (dati già disponibili e nuovi dati) verranno elaborati direttamente<br />
da chi li ha acquisiti, secondo modalità concordate.<br />
§ PIANIFICAZIONE ATTIVITÀ DI ELABORAZIONE<br />
L’elaborazione dei dati partirà <strong>in</strong> contemporanea con le operazioni di acquisizione e proseguirà<br />
per tutta la durata del tempo necessario all’elaborazione, che viene stimato pari a ca. 3 volte il<br />
tempo impiegato per l’acquisizione.<br />
<br />
Ø ATTIVITÀ DI INTERPRETAZIONE DATI<br />
L’attività di <strong>in</strong>terpretazione dati si dovrà sviluppare secondo quattro tappe pr<strong>in</strong>cipali:<br />
a. <strong>in</strong>dividuazione sui dati prodotti (DTM e geoTIFF dei dati SSS) delle aree di cui si sono già<br />
acquisite <strong>in</strong>formazione sufficienti per andare a selezionare i siti <strong>in</strong> cui sarà più opportuno<br />
effettuare campionamenti ed acquisizione di “verità mare”.<br />
b. Integrazione dei dati provenienti sia da rilievi precedenti sia dai nuovi dati acquisiti per il<br />
completamento delle aree “offerte” come <strong>in</strong>tegrazione e allargamento delle conoscenze sulle<br />
aree mar<strong>in</strong>e protette e SIC (40%).<br />
c. Integrazione dei dati di “verità mare” nei foto-mosaici SSS prodotti per il riconoscimento<br />
della distribuzione delle biocostruzioni mappate.<br />
d. Individuazione di un’opportuna legenda tematica da utilizzarsi per il riconoscimento delle<br />
realtà mappate e riconosciute nei dati prodotti.<br />
Le suddette operazioni di <strong>in</strong>terpretazione avranno bisogno di un buon coord<strong>in</strong>amento tra tutte le<br />
unità di personale co<strong>in</strong>volte nelle operazioni di mappatura e biodiversità del progetto.<br />
Ø RESTITUZIONE CARTOGRAFICA<br />
Tutte le <strong>in</strong>formazioni prodotte <strong>in</strong> formato vettoriale relative alla distribuzione delle biocostruzioni<br />
<strong>in</strong>dividuate e mappate sulla base della legenda che verrà proposta, dovranno essere<br />
restituite <strong>in</strong> opportuni formati cartografici. A tal f<strong>in</strong>e occorrerà stabilire i tagli dei fogli da<br />
restituire con scala 1:10.000 e 1:5.000, il tipo di layout (dimensioni, orientazione, grafica, base<br />
cartografica a terra ecc.), il tipo di formato elettronico dei fogli ecc. Questi aspetti verranno<br />
concordati con la regione con cui si sta avviando una collaborazione per l’implementazione dei<br />
dati prodotti dal progetto <strong>in</strong> un Web-Gis.<br />
24
2.6. PRIME ATTIVITÀ DI CAMPO<br />
§ Survey esplorativi<br />
L’ULR BA afferente al Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari ha <strong>in</strong>iziato<br />
lo studio e la mappatura di due importati e soprattutto poco studiate biocostruzione costiere<br />
presente lungo le coste pugliesi. In particolare sono state esplorate le coste del promontorio del<br />
Gargano, dove sono state r<strong>in</strong>venute biocostruzioni a Sabellaria e i bac<strong>in</strong>i di contenimento di<br />
Ugento (LE) dove sono state r<strong>in</strong>venute biocostruzioni a Ficopomatus (Allegato Tecnico 1 e 2).<br />
In entrambi i casi si tratta di biocostruzioni costiere effettuate da anellidi policheti capaci di<br />
formare rapidamente delle estese biocostruzioni costiere il cui studio e mappatura potrà fornire<br />
utili <strong>in</strong>dicazioni per una corretta gestione delle coste da loro <strong>in</strong>teressate.<br />
§ Attività esplorativa <strong>in</strong>erente le biocostruzioni a Sabellaria<br />
Al genere Sabellaria (Anellidi Policheti) appartengono più specie di anellidi sedentari capaci di<br />
agglut<strong>in</strong>are nei loro tubi di accrescimento grandi quantità di sedimento, di solito sabbie ben<br />
classate, formando delle importanti biocostruzioni costiere che possono estendersi per dec<strong>in</strong>e di<br />
metri.<br />
Tali biocostruzioni, per la prima volta segnalate lungo le coste pugliesi, sono state r<strong>in</strong>venute<br />
presso la località di torre Mileto (FG) tra i laghi di Les<strong>in</strong>a e Varano, dove è stato effettuato un<br />
prelim<strong>in</strong>are survey esplorativo al f<strong>in</strong>e di verificare la presenza e l’estensione di tale biocostruzione.<br />
Analizzando i dati raccolti si è potuto stimare, <strong>in</strong> questa prima area di studio, che le biocostruzioni<br />
<strong>in</strong> oggetto sono localizzate nel piano <strong>in</strong>fralitorale superiore e precisamente il loro<br />
limite superiore è stato stimato <strong>in</strong>torno a 0,5 m di profondità mentre quello <strong>in</strong>feriore a circa 3 m.<br />
Si è proceduto <strong>in</strong>oltre all’analisi tassonomica dei primi campioni raccolti che ha fornito precise<br />
<strong>in</strong>dicazioni a riguardo della specie biocostruttrice identificata come Sabellaria sp<strong>in</strong>ulosa<br />
probabile varietà alcocki.<br />
Al f<strong>in</strong>e di studiare meglio e soprattutto di mappare correttamente l’estensione di questa importante<br />
e nuova (almeno per la <strong>Puglia</strong>) biocostruzione lungo le coste del Gargano sono state predisposte<br />
ed effettuate numerose uscite <strong>in</strong> campo (v. Allegato Tecnico 2). In particolare sono state<br />
effettuate osservazioni nell’area di Capoiale, Rodi Garganico, Peschici e Vieste per un<br />
estensione costiera di circa 60 km. In tutte le suddette località sono state ritrovate estese aree<br />
<strong>in</strong>teressate da questa particolare biocostruzione costiera anche se tale biocostruzione è presente<br />
soltanto a ridosso dei substrati rocciosi sia naturali, come costa rocciosa a ridosso del litorale<br />
sabbioso, sia artificiali come i moli foranei (Peschici) o i pett<strong>in</strong>i frangiflutti presenti lungo tutta<br />
la costa Garganica. Inoltre, sempre per verificare l’estensione di tale biocostruzione, sono state<br />
effettuate due sopralluoghi esplorativi a sud del Gargano e precisamente <strong>in</strong> località Margherita di<br />
Savoia e Zapponeta. Nella prima delle due località sono stati r<strong>in</strong>venuti soltanto i resti di una<br />
biocostruzione a Sabellaria ormai priva dei suoi costruttori, mentre presso Zapponeta sono state<br />
ritrovate biocostruzioni a Sabellaria costruite però da una co-generica rispetto a quelle presenti<br />
nel nord Gargano e precisamente da Sabellaria alveolata. Rispetto alla co-generica (S.<br />
sp<strong>in</strong>ulosa), S. alveolata forma delle biocostruzioni più superficiali che <strong>in</strong>teressano anche il<br />
mesolitorale <strong>in</strong>feriore e pertanto capaci di sopportare periodi di parziale emersione. Le <strong>Biocostruzioni</strong><br />
a S. alveolata risultano più fragili e meno compatte rispetto a quelle della co-generica<br />
S. sp<strong>in</strong>ulosa.<br />
Obiettivo delle prossime attività sarà quello di verificare e successivamente mappare le estensioni<br />
litorali <strong>in</strong>teressate dalla biocostruzioni a Sabellaria e <strong>in</strong>oltre verificare il limite di diffusione<br />
delle due specie con eventuali siti di sovrapposizioni delle due particolari biocostruzioni.<br />
25
Come noto <strong>in</strong> letteratura, le biocostruzioni a Sabellaria si ritrovano soltanto <strong>in</strong> presenza di<br />
particolari condizioni granulometriche dei substrati sabbiosi presenti a ridosso delle stesse<br />
biocostruzioni. Tali sabbie vengono usate dalle varie specie di Sabellaria per formare il proprio<br />
tubo agglut<strong>in</strong>ando il sedimento mediante l’escrezione di una notevole quantità di muco. La<br />
prelim<strong>in</strong>are analisi granulometrica ha evidenziato che le biocostruzioni a Sabellaria sp<strong>in</strong>ulosa<br />
sono prossime a fondali sabbiosi caratterizzati da Sabbie F<strong>in</strong>i Ben Calibrate presenti <strong>in</strong> aree<br />
relativamente esposte e pertanto poco <strong>in</strong>fangate. Al contrario, la biocostruzioni a Sabellaria<br />
alveolata ritrovate a sud del Golfo di Manfredonia (Zapponeta) sembrerebbero legate a condizioni<br />
di idrod<strong>in</strong>amismo più calmo <strong>in</strong> cui si registra una maggiore presenza di particellato f<strong>in</strong>e<br />
nelle sabbie. Per confermare o meno questa ipotesi sono stati prelevati campioni di sedimento a<br />
ridosso delle biocostruzioni studiate e le analisi granulometriche, tutt’ora <strong>in</strong> corso, potranno far<br />
emergere questi aspetti legati alla differente classe dei sedimenti utilizzati dalle due specie di<br />
Sabellaria.<br />
Inf<strong>in</strong>e per valutare un eventuale accrescimento delle <strong>Biocostruzioni</strong> a Sabellaria e soprattutto per<br />
verificare una loro eventuale riduzione dovuta alla forza dei marosi <strong>in</strong>vernali <strong>in</strong> località Torre<br />
Mileto (località <strong>in</strong> cui sono state r<strong>in</strong>venute le più estese biocostruzioni a Sabellaria) sono stati<br />
posizionati, all’<strong>in</strong>terno delle biocostruzioni, dei paletti metallici della lunghezza nota di 40 cm <strong>in</strong><br />
particolari punti facili da ritrovare (mediante posizionamento con GPS e rilievi <strong>in</strong>crociati di punti<br />
a terra) a ridosso del limite superiore a 0,5 m e a circa 1,5 m di profondità, quota alla quale le<br />
biocostruzioni si presentavano più estese. I picchetti metallici sono stati <strong>in</strong>seriti nelle biocostruzioni<br />
a Sabellaria s<strong>in</strong>o ad <strong>in</strong>contrare la parte rocciosa sottostante. Successivamente,<br />
misurando la porzione superiore del picchetto (quella che emergeva dalla biocostruzione), è stato<br />
possibile stimare lo spessore di tali biocostruzioni, che <strong>in</strong> alcuni casi superava (novembre 2011) i<br />
30 cm. Tale misurazione sarà usata come confronto per valutare l’eventuale <strong>in</strong>cremento <strong>in</strong><br />
spessore o, come documentato <strong>in</strong> altre località, la riduzione <strong>in</strong> spessore o la loro temporanea<br />
scomparsa durante i marosi <strong>in</strong>vernali.<br />
§ Attività esplorativa <strong>in</strong>erente le biocostruzioni a Ficopomatus<br />
Il team di ricerca del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari (U.L.R. Bari),<br />
<strong>in</strong> questi primi tre mesi, di attività si è recato <strong>in</strong> località “Bac<strong>in</strong>i di Ugento (LE)” allo scopo di<br />
effettuare un survey esplorativo teso a valutare la distribuzione e l’estensione delle biocostruzioni<br />
a Ficopomatus enigmaticus (Anellida, Polychaeta, Serpulidae) già precedentemente ivi<br />
segnalate (Allegato Tecnico 3).<br />
L’area di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e ha <strong>in</strong>teressato l’<strong>in</strong>tero sistema di bac<strong>in</strong>i di contenimento della laguna di<br />
Ugento, localizzato a circa 60 km da Lecce. Il suddetto sistema è costituito da un complesso di 7<br />
bac<strong>in</strong>i di contenimento, collegati tra loro mediante canali collettori a marea; esso si sviluppa alle<br />
spalle di un vasto arenile orlato da bassi cordoni dunali, per circa 8 km con decorso pressoché<br />
parallelo alla l<strong>in</strong>ea di costa, <strong>in</strong> direzione NW– SE, tra le località di Torre San Giovanni, Punta<br />
Macolone e Torre Pali. L’<strong>in</strong>tero sistema di bac<strong>in</strong>i e calali canali si estende per circa 0,4 km 2 e i<br />
bac<strong>in</strong>i hanno una profondità compresa tra i 0,5 e 1,5 m.<br />
Il carattere ad elevato conf<strong>in</strong>amento dal mare (i bac<strong>in</strong>i <strong>in</strong>fatti comunicano con esso esclusivamente<br />
<strong>in</strong> due punti: il primo posto all’<strong>in</strong>terno di Torre S. Giovanni ed il secondo <strong>in</strong> corrispondenza<br />
di Punta Macolone) e gli apporti di acqua dolce derivanti dalla presenza di falde, dal<br />
dilavamento dei terreni e dagli scarichi provenienti dagli abitati e dai villaggi turistici adiacenti,<br />
rendono il sistema dei bac<strong>in</strong>i di Ugento l’habitat ideale per l’<strong>in</strong>staurarsi di comunità tipiche di<br />
ambienti cosiddetti di transizione, con acque salmastre a ridotto idrod<strong>in</strong>amismo.<br />
<br />
26
F. enigmaticus, comunemente noto con il nome di “mercerella”, è un anellide polichete tubicolo<br />
<strong>in</strong> grado di dare orig<strong>in</strong>e ad ammassi calcarei anche di notevole entità. Spiccatamente euriecio, è<br />
<strong>in</strong> grado di colonizzare gli ambienti più disparati, da quelli dulcacquicoli a quelli più tipicamente<br />
mar<strong>in</strong>i. Questa sua elevata valenza ecologica lo favorisce soprattutto negli ambienti di<br />
transizione dove può divenire specie dom<strong>in</strong>ante sui substrati coerenti dando vita ad importanti ed<br />
estese biocostruzioni calcaree. Specie aliena di dubbia provenienza F. enigmaticus (si ritiene che<br />
sia orig<strong>in</strong>ario delle coste occidentali australiane e che si sia diffuso come specie foul<strong>in</strong>g) è ormai<br />
presente <strong>in</strong> tutti i mari <strong>in</strong> Italia, ma <strong>in</strong> particolare nelle lagune nord-adriatiche (vedi Laguna di<br />
Venezia). Le prime segnalazioni di questa particolare biocostruzione <strong>in</strong> <strong>Puglia</strong> derivano<br />
pr<strong>in</strong>cipalmente dalle attività di ricerca condotte dal Dipartimento di Biologia dell’Università di<br />
Bari nella Laguna di Les<strong>in</strong>a e nei suddetti Bac<strong>in</strong>i di Ugento.<br />
Il prelim<strong>in</strong>are survey esplorativo ha confermato la diffusa presenza del polichete <strong>in</strong> tutti e 7 i<br />
bac<strong>in</strong>i di contenimento nonché nei canali di collegamento dell’<strong>in</strong>tero sistema con picchi di<br />
densità (numero di tubi per dm 2 ) nei bac<strong>in</strong>i di Suddenna e Spunderati Nord situati rispettivamente<br />
all’estremità NW e SE del sistema. Le biocostruzioni a Ficopomatus <strong>in</strong>teressano<br />
esclusivamente i substrati duri per lo più rappresentati dagli arg<strong>in</strong>i cementizi dei bac<strong>in</strong>i e dei<br />
canali e dai pali <strong>in</strong> legno un tempo usati dai pescatori locali per posizionare attrezzi da posta,<br />
spesso situati nelle zone centrali dei bac<strong>in</strong>i. Le costruzioni organogene si presentano come un<br />
fitto e <strong>in</strong>tricato ammasso multistrato di sottili tubi calcarei, che arrivano a costituire <strong>in</strong> alcune<br />
zone, veri e propri reef affioranti dello spessore di circa un metro. Da una analisi prelim<strong>in</strong>are dei<br />
campioni biologici prelevati è risultato evidente il ruolo di biocostruttore primario svolto da F.<br />
enigmaticus. Infatti all’impalcatura di tubi calcarei affiancati e sovrapposti si associano<br />
numerose altre specie con nicchio calcareo come balani e briozoi il cui ruolo architettonico è<br />
quello di cementare efficacemente la biocostruzione.<br />
Altro importante aspetto emerso da questa prima fase di studio riguarda la funzione di<br />
“ecosystem eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g” che questo polichete serpulide riveste; la capacità di modificare le<br />
caratteristiche ambientali di un sistema edificando strutture complesse ed implementandone così<br />
l’eterogeneità spaziale della biocostruzione <strong>in</strong>cidendo considerevolmente sui valori di diversità<br />
specifica dell’ecosistema. Le porzioni di biocostruzione campionate sono risultate popolate da<br />
una ricca fauna vagile pr<strong>in</strong>cipalmente costituita da crostacei peracaridi (anfipodi, isopodi,<br />
tanaidacei) e da molluschi gasteropodi (diverse specie afferenti alla famiglia Hydrobiidae)<br />
nonché da numerosi taxa sedentari, che trovano ospitalità nei tubi vuoti di Ficopomatus e nelle<br />
altre cavità e altri microambienti che si vengono a creare nella biostruttura.<br />
§ Prelim<strong>in</strong>are valutazione delle pressioni antropiche sulle biocostruzioni a Coralligeno<br />
L’Unità Operativa CoNISMa, afferente al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed<br />
Ambientali dell’Università del Salento, ha effettuato una serie di campionamenti sulle biocostruzioni<br />
a coralligeno <strong>in</strong> tre località, due potenzialmente impattate (Br<strong>in</strong>disi e Torre Cerrano) ed una<br />
assunta come controllo (Punta della Contessa).<br />
<br />
27
2.7. GEOREFERENZIAZIONE DELLE PRESSIONI ANTROPICHE A SCALA DELLA REGIONE<br />
PUGLIA<br />
Una delle f<strong>in</strong>alità del progetto BIOMAP è quella di evidenziare eventuali segni di disturbo<br />
causato dalla diversa comb<strong>in</strong>azione di attività umane. In questo contesto, tenuto conto di lavori<br />
<strong>in</strong>ternazionali che hanno evidenziato quali siano le più rilevanti fonti di impatto antropico sugli<br />
habitat costieri, sono state prese <strong>in</strong> considerazione le seguenti pressioni:<br />
§ sfruttamento del territorio: <strong>in</strong>sediamenti urbani, civili, <strong>in</strong>dustriali, militari, porti;<br />
§ pesca.<br />
Le <strong>in</strong>formazioni raccolte sono state s<strong>in</strong>tetizzate <strong>in</strong> mappe mediante software ESRI ArcGis 9.3,<br />
con l’obiettivo fondamentale di creare uno strumento da utilizzare per una gestione rapida dei<br />
dati georeferenziati che permetta una rapida conoscenza dei possibili fattori di impatto sul<br />
coralligeno e, più <strong>in</strong> generale, sulla costa pugliese.<br />
§ Sfruttamento del territorio<br />
Le <strong>in</strong>formazioni relative allo sfruttamento del territorio sono state ricavate dagli archivi del<br />
sistema <strong>in</strong>formativo territoriale (SIT) della Regione <strong>Puglia</strong> (www.sit.puglia.it). Il sito contiene<br />
dettagliate mappe di uso del suolo che sono state raccolte ed elaborate al f<strong>in</strong>e di costruire<br />
un’unica mappa (Figg. 1÷2) che copra l’<strong>in</strong>tera costa pugliese, contenendo dati georeferenziati<br />
riguardanti:<br />
– <strong>in</strong>sediamenti residenziali, con gradiente cromatico legato alla densità abitativa;<br />
– <strong>in</strong>sediamenti portuali militari e civili;<br />
– <strong>in</strong>sediamenti <strong>in</strong>dustriali;<br />
– impianti di acquacoltura;<br />
– strutture turistico-ricettive.<br />
Fig. 1 – Mappa uso del suolo Regione <strong>Puglia</strong>.<br />
28
Fig. 2 – Particolare costa città di Bari.<br />
Possibili implementazioni della mappa elaborata saranno possibili grazie all’analisi delle<br />
<strong>in</strong>formazioni contenute nel Piano Regionale delle Coste approvato dalla Regione <strong>Puglia</strong> con<br />
DGR 2273/2011.<br />
§ Pesca<br />
L’analisi dello sforzo di pesca sulla costa pugliese, <strong>in</strong>vece, si è basata sulle considerazioni che:<br />
– la pesca a strascico è probabilmente il metodo di pesca più distruttivo e sta causando la<br />
degradazione di vaste aree di coralligeno, sia per effetto diretto (rottura e distacco di strutture<br />
del coralligeno) che <strong>in</strong>diretto (causando aumento di torbidità e tasso di sedimentazione<br />
quando esercitata su fondali molli adiacenti) (Boudouresque et al., 1990);<br />
– considerevoli impatti possono essere generati dalle attività di pesca costiera che utilizzano<br />
attrezzi ancorati ai fondali (es. reti da posta fisse);<br />
– la pesca, sia tradizionale che ricreativa, porta ad un significativo calo numerico di alcune<br />
specie ittiche, con conseguenti alterazioni nella struttura della comunità del coralligeno (Bell,<br />
1983; Garcia-Rubies & Zabala, 1990).<br />
I dati relativi alla flotta di pesca attiva <strong>in</strong> <strong>Puglia</strong> (Fig. 3) sono stati ricavati dal Fleet Register<br />
(http://ec.europa.eu/fisheries/fleet/<strong>in</strong>dex.cfm), archivio <strong>in</strong>formatico delle imbarcazioni da pesca<br />
della Comunità Europea che contiene le <strong>in</strong>formazioni relative a tutte le navi da pesca iscritte nei<br />
registri nazionali dei s<strong>in</strong>goli Stati Membri. L’archivio ha il vantaggio di una relativa facilità di<br />
consultazione. Inoltre, attraverso efficienti strumenti di ricerca avanzata è stato possibile ricavare<br />
29
il dato delle imbarcazioni che esercitano la pesca a strascico nonché i numeri relativi alla piccola<br />
pesca costiera caratterizzata dall’utilizzo di reti da posta ancorate al fondale.<br />
I dati ottenuti sono stati qu<strong>in</strong>di georeferenziati <strong>in</strong> modo da ricavare una mappa dei porti da pesca<br />
pugliesi con <strong>in</strong>formazioni riguardanti:<br />
– flotta di pesca attiva;<br />
– imbarcazioni che esercitano la pesca a strascico;<br />
– piccole imbarcazioni con reti da posta.<br />
<br />
Fig. 3 – Dati relativi alla flotta di pesca attiva <strong>in</strong> <strong>Puglia</strong>.<br />
Questo tipo di <strong>in</strong>formazione necessita di implementazioni relativamente alle <strong>in</strong>formazioni riguardanti:<br />
– reali sforzi di pesca e prelievi;<br />
– rotte pr<strong>in</strong>cipali e le aree di pesca sfruttate.<br />
30
2.8. RIUNIONI DI COORDINAMENTO E PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ<br />
27 luglio 2011 Riunione di coord<strong>in</strong>amento presso la sede del CoNISMa di Roma.<br />
15 settembre 2011 Riunione tecnica tra le unità operative di Lecce e Bari presso il<br />
Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Bari.<br />
20 ottobre 2011 Prima riunione del comitato tecnico e amm<strong>in</strong>istrativo presso la<br />
Regione <strong>Puglia</strong> sede di Bari.<br />
9 novembre 2011 Riunione tecnica tra tutte le unità operative presso la sede del<br />
CoNISMa di Roma.<br />
17 novembre 2011 Riunione tecnica tra le unità operative di Bologna e Milano presso il<br />
Dipartimento di Geologia Università di Milano Bicocca.<br />
25 gennaio 2012 (matt<strong>in</strong>a) Prima giornata di formazione presso la sede della Regione <strong>Puglia</strong> di<br />
Bari:<br />
“ASPETTI DEL RILIEVO GEOFISICO<br />
DELLE BIOCOSTRUZIONI MARINE”<br />
1. Metodi d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong>diretta per la mappatura dei fondali mar<strong>in</strong>i<br />
(Introduzione su strumenti e metodi di lavoro: Multi Beam, Chirp<br />
e SSS) (a cura di A. Sav<strong>in</strong>i (MI) e F. Fogl<strong>in</strong>i (BO))<br />
2. La mappatura acustica dei fondali mar<strong>in</strong>i per l’<strong>in</strong>dividuazione e la<br />
caratterizzazione di habitat bentonici: esempi (a cura di A. Sav<strong>in</strong>i<br />
(MI)).<br />
3. La carta geologica del mare Adriatico alla scala 1:250.000 – Il<br />
marg<strong>in</strong>e Adriatico meridionale nei fogli NK 33-6-VIESTE e NK<br />
33-8/9-BARI (a cura di F. Tr<strong>in</strong>cardi (BO)).<br />
4. Inquadramento geomorfologico-ambientale delle aree di lavoro e<br />
dati pregressi (a cura di A. Sav<strong>in</strong>i (MI) e F. Fogl<strong>in</strong>i (BO)).<br />
5. I metodi d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e del progetto BIOMAP: strategie di lavoro,<br />
tempi e imbarcazioni (a cura di A. Sav<strong>in</strong>i (MI) e F. Fogl<strong>in</strong>i (BO)).<br />
6. Organizzazione e gestione dei dati geofisici e ambientali<br />
attraverso l’implementazione di Geodatabase f<strong>in</strong>alizzati all’analisi<br />
e alla fruibilità delle <strong>in</strong>formazioni cartografiche (a cura di F.<br />
Fogl<strong>in</strong>i (BO)).<br />
25 gennaio 2012 (pomeriggio) Riunione di coord<strong>in</strong>amento delle varie unità di ricerca presso la<br />
sede della Regione <strong>Puglia</strong> di Bari <strong>in</strong>centrata sulle attività da<br />
svolgere <strong>in</strong> campo <strong>in</strong> merito alla mappatura e allo studio delle<br />
biocostruzioni censite nella prima parte programmatica del<br />
progetto.<br />
31
3. ALLEGATI TECNICI<br />
Allegato tecnico 1)<br />
Ø RICERCA BIBLIOGRAFICA SULLE BIOCOSTRUZIONI MEDITERRANEE E PUGLIESI<br />
1. A.A., UNEP (DEPI) MED, 2007 – Draft Decision on the "Action Plan for the Protection of<br />
the Coralligenous and other Calcareous Bio-concretions <strong>in</strong> the Mediterranean".<br />
UNEP(DEPI)MED WG.320/20.<br />
2. A.A., UNEP (DEPI) MED, 2011 – Draft Lists of coralligenous/maërl populations and of<br />
ma<strong>in</strong> species to be considered by the <strong>in</strong>ventory and monitor<strong>in</strong>g. UNEP(DEPI)MED<br />
WG.362/3.<br />
3. Abbiati M., Virgilio M., Querci J., 1996 – Spatial and temporal variability of species<br />
distribution on a sublittoral rocky cliff <strong>in</strong> the Ligurian Sea. S.IT.E. Atti 17: 337-340.<br />
4. Acunto S., Balata D., C<strong>in</strong>elli F., 2001 – Variabilità spaziale nel coralligeno e considerazioni<br />
sul metodo di campionamento. Biol. Mar. Medit. 8(1): 191-200.<br />
5. Adey W. H., McIntyre I. G., 1973 – Crustose Corall<strong>in</strong>e Algae: A Re-evaluation <strong>in</strong> the<br />
Geological Sciences. Geological Society of America Bullet<strong>in</strong> 84: 883-904.<br />
6. Agnesi S., Babb<strong>in</strong>i L., Bressan G., Cassese M. L., Mo G., Tunesi L., 2011 – Distribuzione<br />
della facies del mäerl e delle associazioni a rodoliti nei mari italiani: attuale stato delle<br />
conoscenze. 42° Congresso della Società Italiana di Biologia Mar<strong>in</strong>a (Olbia).<br />
7. Annichiarico R., 1980 – Poriferi del fondo coralligeno dei mari della <strong>Puglia</strong>. Thalassia<br />
Salent<strong>in</strong>a 10: 113-120.<br />
8. Argenti L., Tamarelli E., Matteucci R., Argano R., 1989 – Notizie prelim<strong>in</strong>ari sui<br />
popolamenti vagili di formazioni coralligene <strong>in</strong>fralitorali al largo di S. Severa (Roma).<br />
Oebalia, Vol. XV-1, N.S.: 287-288.<br />
9. Balata D., Piazzi L., Cecchi E., C<strong>in</strong>elli F., 2005 – Variability of Mediterranean<br />
coralligenous assemblages subject to local variation <strong>in</strong> sediment deposition. <strong>Mar<strong>in</strong>e</strong><br />
Environmental Research 60: 403-421.<br />
10. Baldacconi R., Corriero G., 2008 – Effect of the spread of the alga Caulerpa racemosa var.<br />
cyl<strong>in</strong>dracea on the sponge assemblage from coralligenous concretions of the Apulian coast<br />
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11. Baldacconi R., Longo C., Mercurio M., Corriero G., 2007 – Impatto di Caulerpa racemosa<br />
var. cyl<strong>in</strong>dracea (Sonder) sulla spongofauna del coralligeno pugliese (Mar Ionio). Biol.<br />
Mar. Mediterr., 14 (2): 170-171.<br />
12. Balduzzi A., Bianchi C. N., Cattaneo-Vietti R., Cerrano C., Cocito S., Cotta S.,<br />
Degl’Innocenti F., Diviacco G., Morgigni M., Morri C., Pans<strong>in</strong>i M., Salvatori L., Senes L.,<br />
Sgorb<strong>in</strong>i S., Tunesi L., 1994 - Primi l<strong>in</strong>eamenti di bionomia bentica dell’Isola Gall<strong>in</strong>aria<br />
(Mar Ligure). Atti 10° Congresso A.I.O.L., Alassio: 603-617.<br />
13. Ballesteros E., 2003 - The coralligenous <strong>in</strong> the Mediterranean sea. RAC/SPA.<br />
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klowledge. Oceanography and <strong>Mar<strong>in</strong>e</strong> Biology: An Annual Review, 44: 123-195.<br />
15. Basso D., Bressan G., Cerrano C., Chemello R., C<strong>in</strong>elli F., Cocito S., Gambi M. C.,<br />
Giaccone G., Giaccone T., Grav<strong>in</strong>a M. F., Guidetti P., Pans<strong>in</strong>i M., Peirano A., Rel<strong>in</strong>i G.,<br />
32
Rosso A., Santangelo G., Tunesi L., Tursi A., 2009 - <strong>Biocostruzioni</strong> mar<strong>in</strong>e. M<strong>in</strong>istero<br />
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.<br />
16. Basso D., Rodondi G., 2007 – Valutazione del tasso di crescita <strong>in</strong> coltura delle alghe<br />
calcaree Lithophyllum stictaeforme e Mesophyllum lichenoides: primi risultati. Biol. Mar.<br />
Mediterr., 14 (2): 172-173.<br />
17. Bavestrello G., Bertone S., Cattaneo-Vietti R., Cerrano C., Ga<strong>in</strong>o E., Zanzi D., 1994 - Mass<br />
mortality of Paramuricea clavata (Anthozoa, Cnidaria) on Portof<strong>in</strong>o promontory cliffs,<br />
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18. Bazzicalupo G., Rel<strong>in</strong>i G., Viale S., 1974 - Popolamenti di substrati artificiali posti su un<br />
fondo a coralligeno ed <strong>in</strong> una prateria di Posidonia. IV: Policheti sedentari e Cirripedi.<br />
Mem. Biol. Mar<strong>in</strong>a e Oceanogr., N.S., Vol. IV, n. 4-5-6: 343-372.<br />
19. Ben Mustapha K., Komatsu T., Hattour A., Sammari C., Zarrouk S., Souissi A., El Abed<br />
A., 20<strong>02</strong> – Tunisiam mega benthos from <strong>in</strong>fra (Posidonia meadows) and circalittoral<br />
(coralligenous) sites. Bull. Inst. Natn. Scien. Tech. Mer de Salammbô, Vol. 29.<br />
20. Benedetti-Cecchi L., 2001 - Variability <strong>in</strong> abundance of algae and <strong>in</strong>vertebrates at different<br />
spatial scales on rocky sea shores. <strong>Mar<strong>in</strong>e</strong> Ecology Progress Series, 215: 79–92.<br />
21. Bertol<strong>in</strong>o M., Bavestrello G., Calc<strong>in</strong>ai B., 2011 – Plasticità fenotipica <strong>in</strong> poriferi adattati<br />
all’habitat coralligeno. 42° Congresso della Società Italiana di Biologia Mar<strong>in</strong>a (Olbia):<br />
214-215.<br />
22. Bianchi C. N., 2001 - La biocostruzione negli ecosistemi mar<strong>in</strong>i e la biologia mar<strong>in</strong>a<br />
italiana. Biol. Mar. Medit. 8: 112-130.<br />
23. Biondi F., Dell’Angelo B., Di Paco G., Palazzi S., Serena F., 1983 - Notizie prelim<strong>in</strong>ari su<br />
una formazione coralligena <strong>in</strong>fralitorale r<strong>in</strong>venuta lungo le coste livornesi, con osservazioni<br />
particolari sui molluschi. Quaderni Mus. St. Nat. Livorno, 4: 77-106.<br />
24. Blanc F., Boudouresque C. F., 1970 - Signification des peuplements Précoralligènes de<br />
Méditerranée par l’analyse factorielle en facteurs pr<strong>in</strong>cipaux. C. R. Acad. Sc. Paris, t. 271:<br />
493-496.<br />
25. Bo M., Bertol<strong>in</strong>o M., Borgh<strong>in</strong>i M., Castellano M., Covazzi Harriague A., Gioia Di Camillo<br />
C., Gaspar<strong>in</strong>i G., Misic C., Povero P., Pusceddu A., Schroeder K., Bavestrello G., 2010 -<br />
Characteristics of the Mesophotic Megabenthic Assemblages of the Vercelli Seamount<br />
(North Tyrrhenian Sea). PLoS ONE 6(2): e16357. doi:10.1371/journal.pone.0016357.<br />
26. Bombace G., 1970 - Notizie sulla malacofauna e sulla ittiofauna del coralligeno di falesia.<br />
Pezz<strong>in</strong>o – Palermo.<br />
27. Boudouresque C. F., 1971 - Méthodes d’étude qualitative et quantitative du benthos (en<br />
particulier du phytobenthos). Tethys 3: 79-104.<br />
28. Boudouresque C. F., 1973 - Recherches de bionomie analytique, structurale et<br />
expérimentale sur le peuplements benthiques sciaphiles de Méditerranée Occidentale<br />
(fraction algale). Bullet<strong>in</strong> du Muséum d’Histoire Naturelle de Marseille, t. XXXIII: 147-<br />
225.<br />
29. Bressan G., Babb<strong>in</strong>i L., Ghirardelli L., Basso D., 2001 - Bio-costruzione e bio-distruzione<br />
di corall<strong>in</strong>ales nel Mar Mediterraneo. Biol. Mar. Mediterr., 8 (1): 131-174.<br />
30. Bressan G., Babb<strong>in</strong>i-Benussi L., 1996 - Phytoceanographical observations on corall<strong>in</strong>e<br />
algae (Corall<strong>in</strong>ales) <strong>in</strong> the Mediterranean Sea. Rendiconti L<strong>in</strong>cei Scienze Fisiche e Naturali<br />
9: 179–207.<br />
31. Bressan G., Favretto S., Kaleb S., Tromba G., 2007 - Applicazione della microtomografia<br />
computerizzata a raggi X allo studio predittivo della struttura di alghe rosse calcaree. Biol.<br />
Mar. Mediterr., 14 (2): 146-147.<br />
33
32. Bussotti S., Buia M. C., Di Capua I., Gambi M. C., Lorenti M., Scipione M. B., Terlizzi A.,<br />
Zupo V., 1999 - Prelim<strong>in</strong>ary biocoenotic characterization of the protected area "Banco<br />
Santa Croce" (Gulf of Naples, Italy). Biol. Mar. Medit., 6(1): 133-135.<br />
33. Calc<strong>in</strong>ai B., Bavestrello G., Bertol<strong>in</strong>o M., 2007 - La comunità endolitica a poriferi del<br />
concrezionato coralligeno. Biol. Mar. Mediterr., 14 (2): 152-153.<br />
34. Calc<strong>in</strong>ai B., Bavestrello G., Cattaneo-Vietti R., Cerrano C., Sarà M., 2001 - Il ruolo dei<br />
poriferi nei processi bioerosivi dei substrati organogeni. Biol. Mar. Medit. 8(1): 181-190.<br />
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quale coralligeno Biol. Mar. Mediterr., 14 (2): 154-155.<br />
36. Casellato S., Stefanon A., 2008 - Coralligenous habitat <strong>in</strong> the northern Adriatic Sea: an<br />
overview. <strong>Mar<strong>in</strong>e</strong> Ecology 29: 321–341.<br />
37. Catra M., Giard<strong>in</strong>a S., Giaccone T., Basos D., Giaccone G., 2007 - Il coralligeno del<br />
secchitello di Ustica (Palermo). Biol. Mar. Mediterr., 14 (2): 174-175.<br />
38. Cattaneo-Vietti R., 1990 - Expérience de culture de corail en mer. Comp. Rend. Ass.<br />
Monegasque Prot. Nat. Monaco: 19-20.<br />
39. Cattaneo-Vietti R., Barbieri M., Bavestrello G., Senes L., 1989 - Analisi quantitativa di<br />
una facies a Corallium rubrum nel Mar Ligure. Nova Thalassia, 10, suppl. 1: 575-578.<br />
40. Cattaneo-Vietti R., Cicogn F., SENES L., 1992 - Il corallo rosso, una specie <strong>in</strong> pericolo<br />
Boll. Mus. Ist. biol. Univ. Genova, Vol. 56-57: 195-207.<br />
41. Cebrián E., Ballesteros E., Canals M., 2000 - Shallow rocky bottom benthic assemblages as<br />
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Acta 23: 311-322.<br />
42. Cecchi E., Piazzi L., 2010 - A new method for the assesment of the ecological status of the<br />
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43. Cecere E., Perrone C., 1988 - First contribution to the knowledge of macrobenthic flora of<br />
the Amendolara sea-mount (Ionian sea). Oebalia, Vol. XIV, N.S.: 43-67.<br />
44. Cerrano C., Bavestrello G., Bianchi C. N., Calc<strong>in</strong>ai B., Cattaneo-Vietti R., Morri C.,<br />
Sarà M., 2001 - The role of sponges bioerosion <strong>in</strong> Mediterranean coralligenous accretion.<br />
Mediterranean Ecosystems: Structure and Processes. Spr<strong>in</strong>ger-Verlag Italia, Faranda F. M.,<br />
Guglielmo L., Spezie G. (eds). Chapter 30: 235-240.<br />
45. Chemello R., Cocito S., 2009 – Le biocostruzioni mar<strong>in</strong>e <strong>in</strong> Mediterraneo. Lo stato delle<br />
conoscenze attraverso due esempi. 40° Congresso SIBM Livorno.<br />
46. Chiocci F. L., Chimenz C., Celletti G., Argenti L., Di Geronimo R., Darch<strong>in</strong>o R.,<br />
D’Angelo S., Matteucci R., 2001 - Possible biological orig<strong>in</strong> of shallow-water shoals <strong>in</strong> a<br />
middle-latitude, microtidal coast. Biol. Mar. Medit. 8(1): 216-222.<br />
47. C<strong>in</strong>elli F., Acunto S., Balata D., Cecchi E., Piazzi L., 2007 - I popolamenti coralligeni delle<br />
coste e isole toscane. Biol. Mar. medit., 14 (2): 158-159.<br />
48. Cocito S., Ferdegh<strong>in</strong>i F., Sgorb<strong>in</strong>i S., 2001 - Bioconstructions promote biodiversity: lesson<br />
from Bryozoans and other <strong>in</strong>vertebrates. Biol. Mar. Medit. 8: 175-180.<br />
49. Cocito S., Lombardi C., 2007 - Competitive <strong>in</strong>teractions <strong>in</strong> the coralligenous assemblages<br />
of S. M. Leuca (Ionian sea). Biol. Mar. Mediterr., 14 (2): 176-177.<br />
50. Cocito S., Bedulli D., Sgorb<strong>in</strong>i S., 20<strong>02</strong> - Distribution patterns of the sublittoral epibenthic<br />
assemblages on a rocky shoal <strong>in</strong> the Ligurian Sea (NW Mediterranean). Sci. Mar., vol. 66<br />
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51. Cocito S., Morgigni M., Sgorb<strong>in</strong>i S., 1995 - Morphotypes differentiation as an adaptive<br />
strategy: an example <strong>in</strong> a coralligenous community. Rapp. Comm. <strong>in</strong>t. Mer Médit. 34: 25.<br />
<br />
34
52. Conti E., Ross<strong>in</strong>i L., 1985 - I Molluschi del coralligeno del promontorio di Portof<strong>in</strong>o.<br />
Oebalia, Vol. XI-1, N.S.: 325-338.<br />
53. Cossu A., Pala D., Gazale V., Degioannis N., Pergent G., 2001 – Un sistema <strong>in</strong>tegrato per<br />
la cartografia di diversi popolamenti bentonici. Biol. Mar. medit. 8(1): 654-659.<br />
54. De Marchi L., Moretto M., Sav<strong>in</strong>i D., Lombardi C., 2011 - I biocostruttori dell’<strong>in</strong>fralitorale<br />
superiore dell’isola di L<strong>in</strong>osa (AMP Isole Pelagie, Sicilia) e dell’AMP C<strong>in</strong>que Terre<br />
(Liguria). 42° Congresso della Società Italiana di Biologia Mar<strong>in</strong>a (Olbia): 224-225.<br />
55. De Metrio G., Vaccarella R., Terio E.,1977 - R<strong>in</strong>venimento di Phyllidia pulitzeri Pruvot-Fol<br />
1962 nelle acque del Salento. Atti Soc. Peloritana Sc. Fis. Mat. e Nat. (Mess<strong>in</strong>a), Vol. 23:<br />
95-101.<br />
56. Di Geronimo I., Di Geronimo R., Improta S., Rosso A., Sanfilippo R., 2001 - Prelim<strong>in</strong>ary<br />
observations on a columnar corall<strong>in</strong>e build-up from off SE Sicily. Biol. Mar. Medit. 8(1):<br />
229-237.<br />
57. Di Geronimo I., Di Geronimo R., Rosso A., Sanfilippo R., 20<strong>02</strong> - Structural and<br />
taphonomic analysis of a columnar corall<strong>in</strong>e algal build-up from SE Sicily. Géobios, Mém.<br />
Spec. n. 24, vol. 35: 86-95.<br />
58. Di Natale A., Mangano A., 1985 - Pedicularia sicula Swa<strong>in</strong>son, 1840, <strong>in</strong> the Strait of<br />
Mess<strong>in</strong>a: a prelim<strong>in</strong>ary report. CIESM, Rapp.Comm.Int.Mer Médit., 29(5): 343-344.<br />
59. Dieli T., Chemello R., Riggio S., 2001 - Eterogeneità strutturale delle formazioni a vermeti<br />
(Mollusca: Caenogastropoda) <strong>in</strong> Sicilia. Biol. Mar. Medit., 8 (1): 223-228.<br />
60. Faienza M. G., Fregni E., Tongiorgi P., Grimaldi De Zio S., 1999 - Una faunula a<br />
Gastrotrichi di detrito coralligeno e di una grotta sottomar<strong>in</strong>a del Basso Adriatico. Biol.<br />
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<br />
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<br />
40
Allegato tecnico 2)<br />
<br />
Ø ATTIVITÀ ESPLORATIVA INERENTE LE BIOCOSTRUZIONI A SABELLARIA<br />
§<br />
6/10/2011 – Pre-survey <strong>in</strong> Località Torre Mileto (FG) Biocostruzione a Sabellaria<br />
In data 6/10/11 è stato effettuato un pre-survey esplorativo lungo la costa garganica e precisamente<br />
presso la località di Torre Mileto (FG) tra i due laghi di Les<strong>in</strong>a e Varano (Figg. 1÷2)<br />
<strong>in</strong>centrato nell’<strong>in</strong>dividuazione di una particolare biocostruzione a Sabellaria (anellide, policheta)<br />
precedentemente segnalata (Corriero com. personale) lungo le coste del Gargano.<br />
Fig. 1 – Localizzazione geografica della località<br />
Torre Mileto (FG) tra i laghi di Les<strong>in</strong>a e Varano.<br />
Fig. 2 – Torre Mileto vista dal mare.<br />
Il team di ricerca del Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Bari, composto dal<br />
dott. Mastrototaro e dalle dott.sse Longo e Cardone, si è recato presso la suddetta località di<br />
Torre Mileto (Lat 41°55’41,3’’N – Long 15°37’10,6’’E) e come primo atto esplorativo ha<br />
effettuato un transetto partendo dalla l<strong>in</strong>ea di costa verso il largo al f<strong>in</strong>e di verificare l’effettiva<br />
presenza della biocostruzione a Sabellaria e di <strong>in</strong>dividuarne il limite superiore ed <strong>in</strong>feriore della<br />
stessa.<br />
Le prime biocostruzioni a Sabellaria sono state ritrovate a ridosso della fascia costiera nel<br />
sopralitorale superiore ad una profondità di -0,20 m (Figg. 3÷4).<br />
41
Figg. 3÷4 – Biocostruzione a Sabellaria presso limite superiore a 0,2-0,5 m di profondità.<br />
Questa particolare facies si presentava su un sottostante strato roccioso di natura carbonatica.<br />
Intorno alla prof. di circa 1-1,5 m le biocostruzioni a Sabellaria si mostravano ampie a formare<br />
dei veri e propri panettoni di 3-4 m di ampiezza (Figg. 5÷6).<br />
Figg. 5÷6 – “Panettoni” a Sabellaria <strong>in</strong>torno a 1,5 m di profondità.<br />
Cont<strong>in</strong>uando l’osservazione dalla l<strong>in</strong>ea di costa verso il largo è stato stimato un presumibile<br />
limite <strong>in</strong>feriore <strong>in</strong>torno ai 3 m di profondità.<br />
limite superiore:<br />
centro della facies:<br />
limite <strong>in</strong>feriore:<br />
Lat 41°55’40.09’’N Long 15°37’10.6’’E a 0.2 m di prof a circa 2 m dalla costa<br />
Lat 41°55’41.27’’N Long 15°37’09.91’’E a 1.5 m di prof a circa 20 m dalla costa<br />
Lat 41°55’41.61’’N Long 15°37’09.34’’E a 2.6 m di prof a circa 40 m dalla costa<br />
Dopo il prelim<strong>in</strong>are transetto esplorativo costa/largo è stato effettuato un ulteriore transetto<br />
questa volta lungo la l<strong>in</strong>ea di costa verso est ad una quota <strong>in</strong>torno a 1,5 m di profondità, quota<br />
42
alla quale le biocostruzioni a Sabellaria risultavano più floride, percorrendo il promontorio<br />
prospiciente torre Mileto. Questo secondo transetto esplorativo ha rilevato la presenza della<br />
biocostruzione lungo tutta la costa esplorata s<strong>in</strong>o al punto identificato dalle seguenti coord<strong>in</strong>ate<br />
geografiche (Lat 41°55’43.9’’N – Long 15°37’10.5’’E) (Fig. 7).<br />
<br />
Fig. 7 – Localizzazione dei punti di<br />
osservazione delle biocostruzioni a<br />
Sabellaria lungo il promontorio di<br />
Torre Mileto.<br />
Dopo aver verificato la presenza delle biocostruzioni è stato effettuato il campionamento delle<br />
stesse prelevando una superficie nota di 20x20 cm <strong>in</strong> tre siti posizionati presso il limite superiore<br />
posto a -0,2 m, ad una profondità di circa 1,5 m, profondità alla quale la facies a Sabellaria<br />
risultava visivamente più florida e a ridosso del limite <strong>in</strong>feriore a circa 2,6 m di profondità.<br />
I suddetti prelievi sono stati effettuati lungo il primo transetto esplorativo.<br />
Il campioni sono stati effettuati mediante una cazzuola da muratore asportando l’<strong>in</strong>tera struttura a<br />
Sabellaria s<strong>in</strong>o al sottostante strato roccioso (Figg. 8÷9).<br />
43
Fig. 8 – Frame metallico 20x20 cm usato nelle fasi di<br />
campionamento della biocostruzione a Sabellaria.<br />
Fig. 9 – Fasi del campionamento mediante cazzuola da<br />
muratore.<br />
A ridosso del limite superiore la biocostruzione a Sabellaria presentava uno spessore di circa 5-6<br />
cm, a circa 1,5 m di profondità presentava uno spessore di circa 20 cm (Fig. 9) mentre a ridosso<br />
del limite <strong>in</strong>feriore a circa 2,6 m di profondità non superava i 2-3 cm.<br />
È stato altresì campionato il sedimento presente a ridosso dei suddetti campionamenti al f<strong>in</strong>e di<br />
verificarne la granulometria della sabbia usata da Sabellaria per formare i suoi tubi.<br />
La prelim<strong>in</strong>are esplorazione ha evidenziato <strong>in</strong>oltre la presenza al largo della biocostruzione a<br />
Sabellaria di biocenosi sabulicole tipiche delle Sabbie F<strong>in</strong>i Ben Calibrate caratterizzate dalla<br />
presenza dei bivalvi Chamelea gall<strong>in</strong>a, Tell<strong>in</strong>a nitida e dai Gasteropodi Nassarius mutabilis e<br />
Neverita joseph<strong>in</strong>a (Figg. 10÷11).<br />
Figg. 10÷11 – Sabbie F<strong>in</strong>i ben Calibrate al largo delle biocostruzioni a Sabellaria.<br />
Sp<strong>in</strong>gendosi verso est lungo il secondo transetto esplorativo parallelo alla l<strong>in</strong>ea di costa è stata<br />
r<strong>in</strong>venuta una facies a Mitilus galloprov<strong>in</strong>cialis che si frappone alle biocostruzioni a Sabellaria<br />
formando a volte delle c<strong>in</strong>ture e a volte una facies mista a Mitylus e Sabellaria (Lat<br />
41°55’43.9’’N, Long 15°37’10.5’’E) (Figg. 12÷13).<br />
44
Fig. 12 – C<strong>in</strong>ture a Mytilus galloprov<strong>in</strong>cislis e Sabellaria.<br />
Fig. 13 – Facies mista a Mytilus galloprov<strong>in</strong>cislis e<br />
Sabellaria.<br />
Tale presenza massiva di Mytilus potrebbe essere legata alla presenza di estesi impianti di<br />
mitilicoltura off shore al largo di Capoiale poco distante dal sito di esplorazione.<br />
Al f<strong>in</strong>e di verificare la presenza di queste particolari biocostruzioni lungo la costa è stato<br />
effettuato un ulteriore transetto esplorativo a ridosso del pontile di Capoiale (Fig. 14).<br />
45<br />
Fig. 14 – Localizzazione dei<br />
punti esplorativi presso il pontile<br />
di Capoiale <strong>in</strong> cui e stata r<strong>in</strong>venuta<br />
la biocostruzione a<br />
Sabellaria.<br />
Lat 41°55’16.63’’N<br />
Long 15°39’48.86’’E<br />
Anche <strong>in</strong> questo sito la situazione si presentava analoga a quella r<strong>in</strong>venuta presso il transetto di<br />
Torre Miletto con la presenza delle prime biocostruzioni a Sabellaria a partire dai 0,20 m di<br />
profondità e s<strong>in</strong>o a circa 3 m e comunque dove era presente un substrato roccioso su cui tale<br />
particolare biocenosi poteva <strong>in</strong>sediarsi.
Il materiale campionato, ossia i blocchi di Sabellaria, sono stati portati <strong>in</strong> laboratorio dove sono<br />
state effettuate le prime osservazioni a fresco per identificare la specie di Sabellaria <strong>in</strong> questione<br />
e successivamente sono stati congelati per le successive analisi.<br />
<br />
§<br />
3/11/2011 – Survey Margherita di Savoia e Zapponeta (FG) Biocostruzione a Sabellaria<br />
In data 3/11/11 è stato effettuato un survey esplorativo lungo il Golfo di Manfredonia e precisamente<br />
presso Margherita di Savoia e Zapponeta (FG) località poste più a Sud rispetto alla costa<br />
garganica per le quali era stata già verificata la presenza di <strong>Biocostruzioni</strong> a Sabellaria (Figg.<br />
1÷2).<br />
Fig. 1 – Localizzazione geografica della località<br />
Margherita di Savoia e Zapponeta (FG).<br />
Fig. 2 – Localizzazione geografica Margherita di Savoia<br />
e Zapponeta rispetto a Torre Mileto (FG).<br />
Il team di ricerca del Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Bari, composto dal<br />
dott. Francesco Mastrototaro, dalla dott.ssa Fr<strong>in</strong>e Cardone e dal laureando Emanuele Campese, si<br />
è recato presso le suddette località di Margherita di Savoia (Lat 41°23’54,2’’N Long 16°01’2’’E)<br />
e Zapponeta (Lat 41°27’35,8’’N – Long 15°57’35,2’’E) al f<strong>in</strong>e di verificare l’effettiva presenza<br />
di biocostruzioni a Sabellaria.<br />
– Margherita di Savoia<br />
Per quanto concerne la località di Margherita di Savoia sono state r<strong>in</strong>venute scarse biocostruzioni<br />
a Sabellaria per lo più presenti lungo i bracci frangiflutti situati lungo la costa. Le prime<br />
biocostruzioni sono state ritrovate a circa 0,5 m e s<strong>in</strong>o a circa 1,5 di profondità. Subito ci si è resi<br />
conto che si trattava di biocostruzioni differenti rispetto a quelle evidenziate presso la costa<br />
garganica di Torre Mileto e soprattutto si è registrato che le stesse si presentavano <strong>in</strong> forma meno<br />
massiva e con evidenti segni di sofferenza (<strong>in</strong>fangamento e ostruzione dei tubi) (Fig. 3).<br />
46
Fig. 3 – Biocostruzione a<br />
Sabellaria r<strong>in</strong>venuta presso<br />
Margherita di Savoia (1 m di<br />
profondità).<br />
– Zapponeta<br />
Anche per quanto concerne la Località di Zapponeta sono state rilevate biocostruzioni a<br />
Sabellaria a ridosso dei frangiflutti costieri che sono distribuiti lungo tutta la costa del Golfo di<br />
Manfredonia a Partire dalla foce del Torrente Cervaro e s<strong>in</strong>o a Margherita di Savoia.<br />
Nella suddetta località di Zapponeta sono state r<strong>in</strong>venute biocostruzioni a Sabellaria<br />
evidentemente più rigogliose e meno soffrenti rispetto a quelle ritrovate presso Margherita di<br />
Savoia. Come le precedenti anche le biocostruzioni a Sabellaria ritrovate a Zapponeta sono<br />
risultate macroscopicamente differenti rispetto a quelle ritrovate a Torre Mileto e <strong>in</strong> questo caso<br />
è risultato evidente che le stesse erano costruite da Sabellaria alveolata mentre quelle ritrovate a<br />
Torre Mileto dovrebbero essere costruite dalla co-specifica S. sp<strong>in</strong>ulosa (determ<strong>in</strong>azione<br />
specifica <strong>in</strong> corso) (Figg. 4÷5).<br />
Figg. 4÷5 – <strong>Biocostruzioni</strong> a Sabellaria alveolata ritrovate presso Zapponeta.<br />
47
Le biocostruzioni di Zapponeta risultavano <strong>in</strong>oltre più superficiali rispetto alle precedenti ed<br />
erano presenti anche nel piano mesolitorale e durante la bassa marea erano parzialmente fuori<br />
dall’acqua (Fig. 5). Le biocostruzioni presenti a Zapponeta sono risultate essere più estese di<br />
quelle r<strong>in</strong>venute a Margherita di Savoia s<strong>in</strong>o a formare delle estensioni di alcuni metri spesso<br />
associate ai massi frangiflutti presenti lungo la costa (Fig. 6).<br />
<br />
Fig. 6 – <strong>Biocostruzioni</strong> a<br />
Sabellaria associati ai massi<br />
frangiflutti presenti a Zapponeta.<br />
Al f<strong>in</strong>e di verificare le reali condizioni delle biocostruzioni ed al f<strong>in</strong>e di valutare la loro densità e<br />
la biodiversità associata sono stati effettuati campionamenti sia delle biocostruzioni presenti a<br />
Margherita di Savoia sia di quelle presenti presso Zapponeta.<br />
§<br />
30/11/2011 – Survey Biocostruzione a Sabellaria<br />
In data 30/11/11 il team di ricerca del Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di<br />
Bari, composto dal dott. Francesco Mastrototaro, dalla dott.ssa Fr<strong>in</strong>e Cardone e dal laureando<br />
Giovanni Chimienti, si è recato presso la Località di Torre Mileto (FG) (Lat. 41°55’41’’ – Long.<br />
15°37’11’’) dove è stata effettuata una nuova attività tesa a valutare l’evoluzione e soprattutto la<br />
permanenza <strong>in</strong>vernale delle biocostruzioni a Sabellaria. A tale proposito sono stati predisposti<br />
dei picchetti <strong>in</strong> metallo da impiantare all’<strong>in</strong>terno delle biocostruzioni. I picchetti sono stati<br />
posizionati <strong>in</strong> luoghi prestabiliti a ridosso del limite superiore a circa 0,5 m, a circa 1,5 m di<br />
profondità, quota batimetrica <strong>in</strong> cui la biocostruzione presenta sviluppo maggiore e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a circa<br />
2 m di profondità (Figg. 1÷2).<br />
Purtroppo la ridottissima visibilità (non più 20-30 cm) ha di fatto compromesso parte dell’attività<br />
pianificata impedendo la messa <strong>in</strong> opera di altri picchetti lungo il limite <strong>in</strong>feriore stimato a circa<br />
3 m di profondità. I picchetti metallici della lunghezza di 40 cm sono stati impiantati nelle biocostruzioni,<br />
costituite per lo più di sabbia <strong>in</strong>durita dal muco secreto dai policheti, s<strong>in</strong>o ad<br />
<strong>in</strong>contrare lo strato roccioso sottostante, dopo aver <strong>in</strong>serito il picchetto metallico è stata misurata<br />
la porzione del picchetto che fuoriusciva dalla biocostruzione <strong>in</strong> modo da valutare l’effettivo<br />
spessore della colonia. Al f<strong>in</strong>e di localizzare i picchetti durante le future <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, sono stati<br />
effettuati dei traguardi a terra prendendo dei precisi punti di riferimento. I suddetti picchetti sono<br />
48
stati dip<strong>in</strong>ti <strong>in</strong> bianco per renderli più evidenti. Tale attività permetterà di valutare l’eventuale<br />
decremento delle biocostruzioni durante i mesi <strong>in</strong>vernali, come segnalato dai pescatori locali o al<br />
contrario un loro accrescimento misurando di volta <strong>in</strong> volta la parte del picchetto metallico che<br />
fuoriesce dalla biocostruzione.<br />
<br />
Fig. 1 – Picchetto metallico di 40 cm.<br />
Fig. 2 – Picchetto impiantato nella biocostruzione a<br />
Sabellaria.<br />
Inoltre al f<strong>in</strong>e di valutare l’estensione di tali biocostruzioni lungo la costa garganica sono stati<br />
effettuati dei tuffi esplorativi presso le località di Rodi Garganico (Lat. 41°55’45,8’’Long.<br />
15°52’42,3’’) e presso il pont<strong>in</strong>e del molo foraneo della località di Peschici (Lat. 41°56’52,7’’ –<br />
Long. 16°0’32,6’’). In entrambi i siti esplorati è stata r<strong>in</strong>venuta la presenza di copiose biocostruzioni<br />
a Sabellaria sp<strong>in</strong>ulosa le stesse r<strong>in</strong>venute presso torre Mileto e Capoiale (Fig. 3).<br />
49<br />
Fig. 3 – Localizzazione della<br />
presenza di biocostruzioni a<br />
Sabellaria sp<strong>in</strong>ulosa lungo la<br />
costa Garganica da Torre<br />
Mileto s<strong>in</strong>o a Peschici.
Allegato tecnico 3)<br />
Ø ATTIVITÀ ESPLORATIVA INERENTE LE BIOCOSTRUZIONI A FICOPOMATUS<br />
§ 12/01/2012 – Survey prelim<strong>in</strong>are <strong>in</strong> Località Bac<strong>in</strong>i di Ugento (LE) Biocostruzione a<br />
Ficopomatus enigmaticus<br />
In data 12/01/2012 il team di ricerca del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di<br />
Bari, composto dal Dott. Francesco Mastrototaro e dalla Dott.ssa Fr<strong>in</strong>e Cardone, si è recato <strong>in</strong><br />
località Bac<strong>in</strong>i di Ugento (LE) (Fig. 1) allo scopo di effettuare un survey esplorativo teso a<br />
valutare la distribuzione, l’estensione e la consistenza delle biocostruzioni a F. enigmaticus<br />
(Anellida, Polychaeta, Serpulidae) già precedentemente ivi segnalate.<br />
Una prima fase del lavoro è consistita qu<strong>in</strong>di nella verifica della presenza/assenza delle<br />
biocostruzioni nei bac<strong>in</strong>i e canali di collegamento tra di essi. Tale verifica è stata condotta <strong>in</strong><br />
parte via terra, osservando gli arg<strong>in</strong>i artificiali di perimetrazione dei bac<strong>in</strong>i e <strong>in</strong> parte <strong>in</strong><br />
immersione, con attrezzatura da snorkel<strong>in</strong>g, percorrendo transetti trasversali sia nei bac<strong>in</strong>i sia nei<br />
canali. L’operazione di ispezione è stata <strong>in</strong>oltre accompagnata da rilievi biometrici delle<br />
formazioni organogene nonché nel campionamento di porzioni delle esse. Il campionamento è<br />
stata eseguito ad una profondità di circa 0,5 m sotto mediante grattaggio di superfici standard (20<br />
x 20 cm), f<strong>in</strong>o alla completa denudazione del substrato. A scopo <strong>in</strong>tegrativo sono stati <strong>in</strong>oltre<br />
realizzati rilievi fotografici e misure <strong>in</strong> situ dei pr<strong>in</strong>cipali parametri idrologici quali temperatura e<br />
sal<strong>in</strong>ità mediante una sonda multiparametrica (Cond 315i con sensore TetraCond 325).<br />
Le biocostruzioni a Ficopomatus si presentano <strong>in</strong> forma di cornici, barriere e <strong>in</strong> alcuni casi<br />
piattaforme semi-affioranti (Figg. 2 a÷b). Il substrato di colonizzazione era rappresentato<br />
pr<strong>in</strong>cipalmente da muretti <strong>in</strong> calcestruzzo e pali <strong>in</strong> legno posti dai pescatori locali al centro dei<br />
bac<strong>in</strong>i. L’analisi macroscopica delle biocostruzione ha evidenziato la presenza di diversi taxa<br />
associati come crostacei cirripedi (balani), briozoi, molluschi bivalvi e gasteropodi (Fig. 3). I<br />
parametri idrologici rilevati hanno evidenziato l’<strong>in</strong>sistere di un marcato gradiente al<strong>in</strong>o con<br />
valori pari a 25‰ per i bac<strong>in</strong>i più prossimi al mare e 0,2‰ per quelli centrali ove, oltre al<br />
conf<strong>in</strong>amento, <strong>in</strong>tervengono importanti apporti d’acqua dolce provenienti dalle falde sottostanti.<br />
50
Fig. 1 – Localizzazione geografica e distribuzione dei Bac<strong>in</strong>i di Ugento (LE).<br />
LEGENDA<br />
S: Suddenna (39º 53’17,7’’N - 18º 07’<strong>02</strong>,6’’E); Canale S – B: canale Suddenna – Bianca (39º 53’13,5’’N – 18º<br />
07’13,6’’E); B: Bianca (39º 53’<strong>02</strong>,6’’N – 18º 07’<strong>02</strong>,6’’E); RN: Rottacapozza Nord (39º 52’52,6’’N – 18º<br />
08’12,2’’E); Canale RN – RS: canale Rottacapozza Nord – Rottacapozza Sud (39º 51’57,4’’N – 18º 09’09,2’’E);<br />
RS: Rottacapozza Sud (39º 51’47,2’’N – 18º 09’16,7’’E); Canale RN – SN: canale Rottacapozza Sud – Spunderati<br />
Nord (39º 51’16’’N – 18º 10’08,9 ‘‘E); SN: Spunderati Nord (39º 51’16’’N – 18º 10’08,9’’E); SS: Spunderati Sud:<br />
(39º 51’<strong>02</strong>.3’’N – 18º 10’17,5’’E).<br />
51
a<br />
b<br />
Fig. 2 – <strong>Biocostruzioni</strong> a Ficopomatus r<strong>in</strong>venute nei Bac<strong>in</strong>i di Ugento. a) la biocostruzione ricopre <strong>in</strong>teramente il<br />
substrato artificiale sottostante formando una cornice spessa più di un metro. b) le formazioni <strong>in</strong>vadono la regione<br />
centrale di un canale assumendo l’aspetto di un vero e proprio reef.<br />
Fig. 3 – Diversificata comunità animale associata alla biocostruzione a Ficopomatus.<br />
52