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LE CASE DEL PANE Cartoline ed erinnofili

Piccolo saggio sugli erinnofili e le cartoline augurali sponsorizzati dalla Regina Madre emessi nel 1907 a scopo benefico

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<strong>LE</strong> <strong>CASE</strong> <strong>DEL</strong> <strong>PANE</strong><br />

<strong>Cartoline</strong> <strong>ed</strong> <strong>erinnofili</strong><br />

Basilio Cascella – Mietitrici (liguria) 1906


Le case del pane, sotto l’alto patronato della Regina Madre<br />

1. Premesse<br />

A cavallo tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, il<br />

figlio di un calzolaio di Massa Lombarda,<br />

Giuseppe Sangiorgi, giovane imprenditore e<br />

filantropo di v<strong>ed</strong>ute moderne, sognava<br />

l’istituzione di una rete di Case del pane nelle<br />

quali si offrisse gratuitamente il pane a chi non<br />

avesse la disponibilità economica per acquistarlo.<br />

Il contesto economico e sociale, a quel tempo,<br />

non era dei migliori: gli strascichi delle crisi<br />

politiche <strong>ed</strong> economiche degli ultimi anni del<br />

secolo IXX contribuivano a marcare le differenze<br />

tra i ceti ricchi (nobiltà, imprenditoria, borghesia) e quelli meno abbienti<br />

(contadini, piccoli artigiani); la rapida conversione all’industrializzazione dei<br />

processi produttivi, attuata in quegli anni, contribuiva peraltro all’aumento<br />

della disoccupazione e conseguentemente al tasso di povertà dei livelli più<br />

bassi della scala sociale. Il pane, unico alimento per gran parte della<br />

popolazione, costava molto di più di quanto tanti si potessero permettere e<br />

la malnutrizione era una delle cause più frequenti di morte, associata alla<br />

insalubrità delle abitazioni e degli ambienti di lavoro.<br />

Per mezzo di un libro, <strong>ed</strong>ito nel 1904 (anche<br />

noto per la prefazione di Giovanni Pascoli), il<br />

Sangiorgi mise nero su bianco le sue teorie<br />

sulla imprescindibilità del diritto al pane per<br />

tutti, da realizzarsi con una municipalizzazione<br />

spinta dei forni e la contemporanea gestione<br />

con capitali privati, che doveva portare, nelle<br />

sue speranze, a garantire il pane a tutti coloro<br />

che non avessero le possibilità di acquistarlo.<br />

La sua azione non si limitò alle semplici parole,<br />

ma anche ai fatti: già nel 1903 aveva infatti<br />

messo a disposizione la propria casa natale di<br />

Massa Lombarda e un contributo di 15.000 Lire<br />

per la realizzazione della prima “Casa del<br />

Pane”, ispirata alle sue teorie.<br />

Aurelio Di Noi – le Case del Pane 1


Nel contempo, nei primi anni del XX<br />

secolo, la regina Margherita, fresca<br />

v<strong>ed</strong>ova del Re Umberto I, intensificò la<br />

sua adesione a varie iniziative di tipo<br />

benefico e caritatevole, anche<br />

attraverso la sua nuova autorevole<br />

posizione a Corte nel suo ruolo di<br />

Regina Madre. Ella si interessò<br />

all’iniziativa del Sangiorgi e ne associò<br />

volentieri il suo nome, assumendone il<br />

Patronato e stimolando la<br />

partecipazione attiva di finanziatori e<br />

benefattori, tra i quali Gabriele<br />

D’Annunzio <strong>ed</strong> Eleonora Duse.<br />

M<strong>ed</strong>iante la sua appartenenza alla<br />

massoneria e alle sue conoscenze nella<br />

nobiltà e nella politica romana (egli era<br />

peraltro titolare di una rinomata Casa di<br />

Antiquariato romana, la “Galleria<br />

Sangiorgi” di Palazzo Borghese) ottenne<br />

che anche a Roma, nel 1906, venisse progettata una Casa del Pane (che<br />

però rimase irrealizzata).<br />

L’entusiasmo iniziale per le Case del Pane si spense però nel giro di pochi<br />

anni, a causa della progressiva defezione dei finanziatori delle varie<br />

iniziative: essi erano tutt’altro che interessati ai meri aspetti benefici delle<br />

stesse <strong>ed</strong> una volta accertato che non vi erano ritorni economici di alcun<br />

tipo, preferivano senz’altro abbandonare. La Grande Guerra fece poi il<br />

resto.<br />

2. Le cartoline illustrate per le Case del Pane<br />

La sua amicizia con alcuni artisti dell’epoca fece sì che si realizzasse un<br />

altro progetto correlato alle iniziative per le Case del Pane: l’emissione di<br />

una serie di cartoline illustrate con scene del ciclo del pane, corr<strong>ed</strong>ate da un<br />

erinnofilo all’uopo autorizzato dal Ministero delle Poste e Telegrafi, del<br />

valore facciale di 5 centesimi, i cui introiti di vendita sarebbero andati<br />

all’iniziativa voluta dal Sangiorgi.<br />

Le prime emissioni<br />

Le prime emissioni (1906) delle cartoline illustrate rappresentavano, al recto,<br />

la Regina Madre (ma anche altri personaggi della Corte) e scene o figure<br />

legate alla fabbricazione del pane. Vennero coinvolti tre illustratori di quel<br />

Aurelio Di Noi – le Case del Pane 2


tempo: Domenico Baccarini, Alberto Bianchi (che già aveva illustrato il libro<br />

del Sangiorgi nel 1904) e Basilio Cascella. Per l’<strong>ed</strong>izione grafica fu<br />

coinvolta la Tipografia “Arti Grafiche Pilade Rocco & C. di Milano”. Erano<br />

vendute con l’erinnofilo già apposto al verso, in alto<br />

a sinistra.<br />

L’erinnofilo era stampato in fotolitografia, in diversi<br />

colori, avente il valore facciale di cinque centesimi:<br />

la vignetta consisteva in un cuore, al cui interno era<br />

rappresentata una donna a mezzo busto s<strong>ed</strong>uta in<br />

un campo di spighe e sullo sfondo il sole nascente.<br />

In centro la scritta “Casa del Pane”, sotto due cartigli<br />

con la parola “Auguri” in quello di sinistra e “ Cent. 5”<br />

in quello di destra.<br />

L’illustrazione delle cartoline<br />

fu eseguita da Domenico<br />

Baccarini, pittore faentino,<br />

che contribuì con sei scene<br />

della mietitura e della<br />

panificazione, che sono ora<br />

conservate nella Biblioteca di<br />

Forlì. Esse rappresentano “la<br />

tempera dei vomeri”, “l’urlo di<br />

gioia dopo la mietitura”, la<br />

“trebbiatura con i buoi”, la<br />

“trebbiatura coi cavalli”, “la<br />

croce sul campo seminato” e<br />

il “ritorno dalla mietitura”; da<br />

Alberto Bianchi, giovane<br />

illustratore riminese alle<br />

prime armi, che contribuì con<br />

sei scene relative al ciclo del<br />

pane (aratura, semina,<br />

mietitura, trebbiatura,<br />

molitura e panificazione) e<br />

da Basilio Cascella,<br />

pescarese, che realizzò una<br />

serie di dodici illustrazioni<br />

raffiguranti giovani mietitrici<br />

nei costumi regionali italiani.<br />

Aurelio Di Noi – le Case del Pane 3


Le emissioni successive<br />

Nel 1908 vennero emesse ulteriori cartoline, con otto illustrazioni d<strong>ed</strong>icate al<br />

folklore romanesco.<br />

Successivamente,<br />

elaborando delle<br />

immagini tratte da un<br />

pregevole breviario<br />

miniato (Fiandre,<br />

secondo decennio del<br />

XVI secolo) poss<strong>ed</strong>uto<br />

dal Cardinale Domenico<br />

Grimani (1461-1523)<br />

furono emesse altre<br />

dodici illustrazioni<br />

raffiguranti il calendario<br />

di ciascun mese di<br />

quell’anno. Anche su<br />

queste due emissioni l’erinnofilo era fornito già applicato al verso della<br />

cartolina.<br />

La stessa fonte fu<br />

utilizzata qualche tempo<br />

dopo per la realizzazione<br />

di una ulteriore serie di<br />

dodici cartoline d<strong>ed</strong>icata<br />

ai mesi dell’anno.<br />

Quest’ultima era fornita in<br />

cofanetti, anche senza<br />

l’erinnofilo, che poteva<br />

essere venduto a parte.<br />

L’<strong>ed</strong>izione grafica delle emissioni successive al<br />

1906 fu realizzata dalla Tipografia “E. Schreiber<br />

G.m.b.H. – Stoccarda”.<br />

L’erinnofilo, inizialmente stampato in fotolitografia,<br />

venne ora prodotto in calcografia, sempre in più<br />

colori, e di dimensioni e aspetto leggermente<br />

variato rispetto alla prima emissione.<br />

Aurelio Di Noi – le Case del Pane 4


Usi particolari e Curiosità<br />

Gli <strong>erinnofili</strong> utilizzati come chiudilettera o applicati su normale<br />

corrispondenza che non siano le specifiche cartoline benefiche non sono<br />

frequenti.<br />

Gli usi postali al di fuori del periodo di commercializzazione sono anch’essi<br />

interessanti. È raro infatti trovare corrispondenze posteriori al 1920, e<br />

ancora più eccezionale, una cartolina viaggiata addirittura negli anni ’60!<br />

Nota conclusiva<br />

Queste poche pagine sono il frutto di una domenica passata a riguardare i<br />

pezzi della mia collezione e fare delle ricerche sul web, con le inevitabili<br />

imperfezioni <strong>ed</strong> inesattezze. Sarà divertente perfezionarle nel tempo!<br />

Aurelio Di Noi – le Case del Pane 5

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