clicca qui - Unità Pastorale Bevadoro-Campodoro-Poiana
clicca qui - Unità Pastorale Bevadoro-Campodoro-Poiana
clicca qui - Unità Pastorale Bevadoro-Campodoro-Poiana
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
35° anniversario dalla fondazione<br />
Con il contributo del Bando<br />
‘’libriamoci’’ del CSV<br />
padova www.csvpadova.it<br />
Introduzione<br />
In questa pubblicazione dove tanto spazio trova la storia<br />
dell’Avis della comunale di <strong>Campodoro</strong>, vogliamo prendere<br />
l’occasione per dare memoria storica di tutto il nostro territorio<br />
comunale attraverso i secoli.<br />
Grazie alla collaborazione già collaudata dell’Avis di <strong>Campodoro</strong><br />
e del Team “www.bevadoro.org” , le pagine che seguiranno sono<br />
dedicate al nostro passato, perché oggi “noi siamo” grazie a<br />
quello che “siamo stati”, perché la memoria delle nostre radici<br />
resti viva e parli anche alle generazioni future.<br />
Il saggio che segue è una raccolta delle informazioni e curiosità<br />
che riguardano la nostra storia, trovate durante le molte iniziative<br />
di riscoperta del territorio organizzate dal Team, e vuole essere<br />
un punto dipartenza per una ricerca approfondita che valorizzi<br />
ancora di più le nostre vere origini che tanto hanno appassionato<br />
alcuni di noi.<br />
Ci auguriamo che la nostra passione traspiri da questo nostro<br />
scritto, che la lettura diventi un piacevole momento di stupore<br />
per donare a tutti il desiderio di conoscenza che ci ha guidato<br />
durante il nostro percorso.<br />
Buona scoperta!<br />
1
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Il saluto del Presidente<br />
Amiche e Amici dell’AVIS,<br />
non senza emozione Vi porgo il mio saluto, e<br />
quello del Consiglio Direttivo, in occasione del trentacinquesimo<br />
anniversario di fondazione della sezione<br />
AVIS comunale di <strong>Campodoro</strong>.<br />
Grazie all’iniziativa di alcuni nostri giovani donatori che hanno<br />
curato questa pubblicazione, desidero rendere omaggio ed essere riconoscente<br />
a quanti in questi anni si sono dedicati alla vita associativa:<br />
Donatori, Collaboratori e Simpatizzanti che hanno dedicato parte<br />
del loro tempo impegnandosi nella vita associativa, consci di compiere<br />
un gesto Volontario, Anonimo e Gratuito.<br />
Questa pubblicazione, in particolare, rimanga ad omaggio e memoria<br />
dei Donatori che purtroppo non sono più tra noi.<br />
Essere Donatore significa credere nella solidarietà umana e<br />
nell’altruismo, significa donare una parte di se stessi a chi soffre, significa<br />
compiere un’azione sociale di generosità rivolta a tutti.<br />
Con queste semplici righe, colgo l’occasione per estendere il saluto<br />
anche agli amici dell’AIDO che celebrano il 25° anniversario della<br />
sezione e a tutti i concittadini del comune di <strong>Campodoro</strong>, con<br />
l’augurio e la speranza che la pubblicazione possa essere utile a comprendere<br />
quanto importante sia l’esistenza delle Associazioni di volontariato.<br />
Un particolare saluto rivolgo ai giovani, ai quali chiedo di mettere<br />
il proprio ardore ed entusiasmo, la loro voglia di novità, al servizio<br />
della comunità avvicinandosi con fiducia all’AVIS. Voi giovani, magari<br />
figli di donatori, siete il nostro futuro. Siete la forza per la continuità di<br />
2
35° anniversario dalla fondazione<br />
una corsa rivolta a portare speranza ai sofferenti, per un futuro migliore.<br />
In quest’occasione non posso dimenticare i presidenti che mi<br />
hanno preceduto nella carica, Ottorino Riello e Angelo Gastaldon che<br />
tuttora è punto di riferimento per tutti noi donatori della sezione di<br />
<strong>Campodoro</strong>.<br />
Un saluto ed un ringraziamento rivolgo all’Amministrazione Comunale<br />
che si è sempre dimostrata disponibile verso le nostre necessità<br />
associative.<br />
Questa ricorrenza diventi motivo per un nostro più forte impegno<br />
sociale d’altruismo e solidarietà, con l’auspicio che altre persone<br />
di buona volontà pensino di avvicinarsi alla nostra associazione, per<br />
sentirsi “sangue che pulsa nelle vene della nostra comunità”.<br />
Il Presidente<br />
Roberto Zaffin<br />
Il Labaro dell’AVIS<br />
<strong>Campodoro</strong><br />
3
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Il saluto del Sindaco<br />
Sono particolarmente grato al Presidente<br />
dell’Associazione AVIS di <strong>Campodoro</strong> per<br />
l’occasione che mi viene data in questo anniversario.<br />
Sono pienamente convinto del grande valore sociale<br />
del volontariato, valore che trascende lo stesso<br />
obiettivo che ciascuno di voi si propone.<br />
Il fatto di sapere che ci sono tante forze di volontariato che operano<br />
nel tessuto sociale in modo anonimo, gratuito, volontario e donano<br />
per salvare la vita del prossimo ci dice che siamo tutti in cammino<br />
verso un’umanità più consapevole.<br />
Madre Teresa, Don Mazzolari, Don Milani: persone che hanno<br />
vissuto a partire da una passione, da una sorgente d’energia interiore.<br />
Per questo erano vive; per questo i loro occhi si illuminavano e le loro<br />
parole riscaldavano e infuocavano. Cos’è che li spingeva ad osare, ad<br />
esporsi, vivere in prima fila “Ma chi te lo fa fare”. “Nessuno!”. E’ la<br />
passione, il fuoco, che ti spinge a vivere così.<br />
Sono convinto che un sempre maggior numero di persone saranno<br />
accanto a voi a fare opera di volontariato, perché il vostro e-<br />
sempio le stimola e perché c’è un grande bisogno di solidarietà.<br />
L’aspetto bello dell’umanità secondo me è questa passione per<br />
la vita che spinge ad impegnarsi, a dare per gli altri, bisogno che sentiamo<br />
sempre di più. L’aspetto bello di un paese: la società che avanza<br />
nel benessere e nell’agiatezza e rimane aperta, anzi si apre sempre di<br />
più e si adopera nel desiderio di donare anche agli altri.<br />
Concludo invitando i giovani ad aderire all’AVIS, superando piccole<br />
difficoltà, problemi personali e non; ci sono mille ragioni e richia-<br />
4
35° anniversario dalla fondazione<br />
mi esterni, per aiutare altre persone a guarire, e questo fa bene anche<br />
a noi stessi.<br />
Il nostro futuro, le nostre speranze sono riposti nei giovani.<br />
Crediamo in loro, nell’umanità, nel sogno di una società migliore<br />
che è posto come seme nei loro cuori, nella loro volontà di cambiamento,<br />
nel bisogno di un mondo migliore, nel bisogno di libertà di<br />
scegliere il bene, per loro stessi e per gli altri.<br />
Grazie e complimenti a tutti voi per quello che riuscite a fare.<br />
Il Sindaco<br />
Massimo Ramina<br />
5
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Storia dell’AVIS comunale di <strong>Campodoro</strong><br />
L'AVIS, Associazione Italiana Volontari Italiani del Sangue, e' la piu'<br />
antica e numerosa associazione di volontariato che si occupa<br />
direttamente della raccolta del sangue ed emoderivati nel nostro<br />
territorio nazionale. Persegue anche la cultura della donazione del<br />
s a n g u e i n m o d o d i s i n t e r e s s a t o e g r a t u i t o .<br />
E' tra le associazioni più longeve e attive nel territorio comunale e ha<br />
saputo, nel corso degli anni, meritarsi un posto di primo piano.<br />
L' AVIS Comunale di <strong>Campodoro</strong>, nasce nel 1975 per l'iniziativa<br />
di un gruppo di donatori e collaboratori che facevano riferimento alla<br />
sezione AVIS di Arlesega.<br />
Da quel giorno i fondatori hanno saputo dare impeto<br />
all'associazione con iniziative di vario genere senza dimenticare<br />
l'obbiettivo principale: la donazione di sangue. Prima di arrivare alla<br />
rosea situazione attuale, l'AVIS <strong>Campodoro</strong> ha saputo adattarsi e<br />
superare molti disagi. Fino al 2000 infatti la raccolta avveniva in locali<br />
improvvisati. Hanno infatti ospitato i donatori nelle domeniche di<br />
raccolta sangue: gli asili di <strong>Campodoro</strong> e <strong>Bevadoro</strong>, le scuole<br />
elementari di <strong>Campodoro</strong> (ora scuole medie di via Villafranca),<br />
<strong>Bevadoro</strong> e, negli ultimi anni, gli spogliatoi dei campi da tennis di<br />
<strong>Bevadoro</strong>. Dal 2000 finalmente l'ASL 15 ha creato un centro dedicato<br />
e attrezzato a Campo San Martino presso Villa Breda.<br />
La sede dell'AVIS <strong>Campodoro</strong> è stata ospitata presso presso il<br />
vecchio municipio, poi per molti anni nella casa delle famiglie Graziani<br />
vicino alla canonica, per poi ritrasferirsi prima nella sede municipale e<br />
attualmente presso le ex scuole elementari di <strong>Bevadoro</strong>.<br />
6
35° anniversario dalla fondazione<br />
Le iniziative che dalla sua fondazione l'AVIS ha intrapreso son<br />
state innumerevoli e, a parte le feste sociali AVIS, i volontari si sono<br />
inventati di tutto per promuovere la donazione e per raccogliere<br />
q u a l c h e f o ndo p e r f in a nziare l e i n i z iative.<br />
Gite sociali nelle località di montagna e nelle città del centro nord<br />
Italia, Svizzera, Slovenia.<br />
Per una decina di anni hanno gestito un posteggio per auto e cicli alla<br />
''Antica Fiera del Soco'' a Grisignano di Zocco e successivamente di<br />
uno stand di ristoro nell’are luna park della stessa.<br />
Dagli anni ‘80 ad oggi il giorno della vigilia di Natale consegna i regali<br />
ai bambini del paese con Babbo Natale AVIS .<br />
Dagli anni ‘90 nel periodo estivo organizza una serata per assistere<br />
all'opera lirica all'Arena di Verona.<br />
Dal 2004 attraverso l'Associazione Intercomunale Donatori a cui<br />
aderiscono anche le consorelle AVIS di Campo San Martino, Curtarolo,<br />
Piazzola sul Brenta si occupa del trasporto degli anziani presso i centri<br />
di cura della provincia. Attualmente il servizio è svolto in convenzione<br />
con i comuni di Curtarolo e Campo San Martino.<br />
Nel 2005 a seguito della variazione della normativa nazionale sulle<br />
associazioni tutte le AVIS a livello nazionale hanno adeguato i loro<br />
Statuti e sono diventate ONLUS.<br />
Nel 2009, a seguito del cambiamento della normativa della Regione<br />
del Veneto le AVIS hanno adeguato alcuni articoli dello statuto.<br />
L'AVIS Comunale di <strong>Campodoro</strong> è attualmente iscritta nel registro<br />
regionale delle associazioni di volontariato con numero ONLUS PD<br />
0184 ed è tra i soci del Centro Servizi Volontariato della Provincia di<br />
Padova.<br />
7
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Il desiderio di contribuire in modo concreto alla solidarietà verso<br />
coloro che ne avevano bisogno, ha fatto sì che alcuni volonterosi del<br />
nostro comune, che già donavano il sangue in modo occasionale,<br />
decidessero di associarsi costituendo, il 12 giugno 1972, il gruppo di<br />
zona dipendente dalla sezione Avis di Arlesega.<br />
Circa 3 anni dopo, il gruppo Avis di <strong>Campodoro</strong> era nelle<br />
condizioni di costituirsi in sezione con la storica assemblea costitutiva<br />
del 12 settembre 1975 alla presenza del Segretario e di un Consigliere<br />
Provinciale Avis, venne costituita la sezione Avis comunale di<br />
<strong>Campodoro</strong>.<br />
Alla presenza di 39 elettori, vengono nominati il primo Consiglio<br />
Direttivo ed i Collegi dei Sindaci e Probiviri.<br />
Nella riunione del 22 settembre 1975 il Consiglio Direttivo<br />
nomina il suo primo Presidente: il Signor Ottorino Riello.<br />
Nel corso dell'anno 1985, alcuni avisini diedero vita alla Sezione<br />
AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi) di <strong>Campodoro</strong>, che<br />
tutt'ora opera in una gestione autonoma.<br />
I Presidenti AVIS che si sono succeduti negli anni :<br />
- Ottorino Riello dal 1975 al 1979<br />
- Angelo Gastaldon dal 1979 al 1995<br />
- Roberto Zaffin dal 1996 ad oggi.<br />
8
35° anniversario dalla fondazione<br />
Dall’alto in basso:<br />
Ottorino Riello,<br />
Angelo Gastaldon,<br />
il sindaco<br />
Massimo Ramina con<br />
Roberto Zaffin<br />
9
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Atto costitutivo del 1975<br />
Verbale di assemblea costitutiva – A.V.I.S. COMUNALE DI<br />
CAMPODORO (Padova)<br />
Oggi 12 settembre 1975 alle 21,30 presso una sala del<br />
Municipio di <strong>Campodoro</strong>, sono presenti: il Sig. Marcato<br />
Luciano –Segretario Provinciale A.V.I.S – ed il Sig.<br />
Cavischi Dante –Consigliere Provinciale A.V.I.S. –<br />
incaricati di fungere da Presidente e Segretario<br />
dell’Assemblea costitutiva dell’A.V.I.S. Comunale di<br />
CAMPODORO (PD).<br />
Il presidente da atto:<br />
Che l’odierno Assemblea è stata convocata con lettera in<br />
data 1/9/75<br />
Che sono presenti i signori: (allegato elenco firmato)<br />
Che i termini e le modalità previsti dall’art.10 dello<br />
statuto e regolamento dell’A.V.I.S. sono rispettati.<br />
Dichiara <strong>qui</strong>ndi validamente costituita l’Assemblea e pone<br />
senz’altro in discussione il seguente ORDINE DEL GIORNO:<br />
-Costituzione dell’A.V.I.S. Comunale di CAMPODORO<br />
(Padova).<br />
Prende <strong>qui</strong>ndi la parola il Sig. Riello Ottorino che<br />
ricorda di essere stato incaricato da tutti i presenti di<br />
chiedere la costituzione dell’A.V.I.S. Comunale; conferma<br />
che i presenti hanno effettuato più di una donazione di<br />
sangue e che intendono continuare a farlo nell’ambito<br />
dell’A.V.I.S. uniformandosi alle norme associative della<br />
stessa.<br />
Ricorda che come gruppo di Zona, dipendente dall’A.V.I.S.<br />
di Arlesega, era sorto il 12/6/1972, ringrazia per la<br />
preziosa collaborazione avuta dal Sig. Gottardo Raffaele<br />
–presidente di Arlesega e dai Consiglieri tutti. Invita i<br />
presenti a manifestare la propria opinione: per alzata di<br />
mano, all’unanimità, i presenti danno il loro assenso su<br />
quanto esposto dal Sig. Riello Ottorino.<br />
Il presidente, preso atto della volontà manifestata<br />
dall’Assemblea, dichiara: costituita l’A.V.I.S. Comunale<br />
di CAMPODORO.<br />
Vista l’attività precendente come Gruppo di Zona, si<br />
delibera di proceder per la formazione del Consiglio<br />
Direttivo, del Collegio dei Sindaci e a quello dei<br />
10
35° anniversario dalla fondazione<br />
Probiviri, vengono proposti 20 candidati e si compone la<br />
lista. L’assemblea stabilisce che il consiglio sia<br />
composto da n°7 Consiglieri, tre Sindaci e tre Probiviri<br />
e relativi supplenti.<br />
Si procede <strong>qui</strong>ndi alla distribuzione delle schede che<br />
danno i seguanti risultati: Consiglieri- Riello Ottorino<br />
voti 23, Quartesan Rino 22, Millan Luigi 22, Garro Carlo<br />
18, Rampazzo Vittorio 11, Lago Fernando 10, Ferran<br />
Francesco 9, seguono Luison Roberto 7, Olivetto Giuseppe<br />
7, Quartesan Giuseppe 7, Lovison Gino 5, Saccuman Ottavio<br />
5.<br />
Per i Sindaci: Afroni Domenico 27, Furlan Bruno 17,<br />
Bortoli Renato 14, Borgato Mariano 8, Facci Mariano 8.<br />
Per i Probiviri: Boffo Armando 21, Muraro Mario 19,<br />
Marcon Guerrino 14, Cappello Giovanni 10, Mezzaro Armando<br />
8.<br />
Schede distribuite n°38-Voti Validi 37. Schede nulle 1.<br />
Gli eletti si riuniscono il 22/9/75 e procedono, a<br />
scrutinio segreto, alla distribuzione degli incarichi:<br />
Presidente: Riello Ottorino; Vice-presidenti: Lago<br />
Fernando e Millan Luigi; Segretario Garro Carlo;<br />
Amministratore Ferran Francesco.<br />
Per il collegio dei sindaci: Presidente- Afroni Domenico.<br />
Per il collegio dei Probiviri: Presidente- Boffo Armando.<br />
La sede provvisoria è presso un locale che<br />
l’Amministrazione Comunale ha messo a disposizione, il<br />
recapito postale è presso l’abitazione del sig. MILLAN<br />
LUIGI via municipio 2 –CAP 35010 CAMPODORO (PD).<br />
Esaurito l’Ordine del Giorno, il Presidente dichiara<br />
tolta la seduta alle ore 23ca.<br />
Il Segretario dell’assemblea<br />
Dante Cavischi<br />
Il Presidente dell’assemblea<br />
Luciano Marcato<br />
Il Presidende Provinciale<br />
11
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Elenco persone presenti e aderenti<br />
alla costituzione della sezione<br />
12
Il consiglio direttivo in carica<br />
2009 — 2012<br />
35° anniversario dalla fondazione<br />
Il 20 febbraio 2009 l'Assemblea dei soci, oltre all'approvazione del<br />
nuovo statuto, ha rinnovato il Consiglio Direttivo che a sua volta riunitosi<br />
in data 23 febbraio 2009 ha definito le cariche sociali:<br />
Presidente<br />
Roberto Zaffin<br />
Vice Presidente<br />
Lara Cantarello<br />
Segretario<br />
Loris Guerriero<br />
Tesoriere<br />
Angelo Gastaldon<br />
Consiglieri<br />
Andrea Marcolongo<br />
Andrea Pietro Luise<br />
Cinzia Caprini<br />
Luca Guerra<br />
Luca Marcon<br />
Alfiere<br />
Domenico Rensi<br />
Collegio revisori dei Conti<br />
Annarita Pastorani, Meneghini Odone,<br />
Marcolongo Mariano<br />
13
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Essere Avis Oggi<br />
'In questi anni di grandi cambiamenti sociali, che vedono il dilagare<br />
dell'egoismo personale, essere 'Donatore di sangue' significa credere<br />
nella solidarieta' umana e nell'altruismo, significa donare una parte di<br />
se stessi a chi soffre, compiere un'azione sociale di generosita' rivolta<br />
a tutti.<br />
L'Associazione Italiana Volontari del Sangue (AVIS) è una<br />
associazione apartitica, apolitica, aconfessionale che ha come fine la<br />
raccolta del sangue e dei suoi derivati e la diffusione della cultura<br />
della donazione di sangue.<br />
A livello nazionale AVIS e' l'associazione che conta in assoluto<br />
più donatori di sangue e sacche raccolte e, al contempo la più diffusa<br />
sul territorio nazionale. Le sua struttura e' articolata in gruppi<br />
comunali che a loro volta formano una unità provinciale, regionale,<br />
nazionale.<br />
Assieme alle altre associazioni che operano nello stesso settore<br />
(FIDAS e Croce Rossa Italiana) fa parte del FIODS (Federazione<br />
Internazionale delle Organizzazioni dei Donatori di Sangue)<br />
Nonostrante i progessi scientifici il sangue è non è riproducibile<br />
in laboratorio ed è indispensabile negli interventi chirurgici. Ogni<br />
intervento chirurgico di una certa entità in media consuma due - tre<br />
sacche (un donatore arriva mediamente a donare circa due sacche in<br />
un anno). Ecco perché non ci stancheremo mai di cercare nuovi<br />
donatori e di spronare i donatori a donare di più. Pochi minuti<br />
possono salvare una vita. Il sangue non si compra, <strong>qui</strong>ndi ognuno di<br />
noi è chiamato a fare la sua parte. Chi non può donare può impegnarsi<br />
comunque nell'organizzazione e nella diffusione di questi valori; chi<br />
invece ha paura di donare può provare a vincerla. Un tentativo che ne<br />
vale la pena. Non ci sono parole che descrivano la sensazione che si<br />
14
35° anniversario dalla fondazione<br />
prova dopo aver donato. Perche' non provarla in fondo non costa<br />
nulla, se non il dedicarvi un po' di tempo.<br />
Il donatore non viene abbandonato a se stesso, intraprende un<br />
cammino in cui il fondamento è la fiducia e lo scambio di esperienze. I<br />
medici dei centri trasfusionali seguono il donatore consapevoli<br />
dell'alto valore del gesto e si preoccupano della salute dello stesso.<br />
Le visite mediche e le analisi del sangue vengono svolte ogni volta che<br />
si dona, periodicamente si viene sottoposti ad elettrocardiogramma e<br />
raggi al torace. Inoltre, in caso di malesseri o problemi si trova sempre<br />
un medico pronto ad ascoltare e consigliare.<br />
Dal 2000 AVIS comunale di <strong>Campodoro</strong> si è impegnata con le<br />
comunali di Curtarolo, Campo San Martino e Piazzola sul Brenta a<br />
garantire l'affluenza dei donatori presso l'unita' trasfusionale di<br />
Campo San Martino gestita dall'ASL 15 di Cittadella, Camposampiero.<br />
La struttura oltre a garantire le basilari norme igienico sanitarie e il<br />
comfort dei donatori è certificata ISO 90001. I donatori hanno così la<br />
possibilità di scegliere di donare due domeniche per ogni mese (la<br />
seconda e la quarta domenica) in tutta libertà. Questa scelta<br />
gestionale oltre ad essere in linea con la recente normativa in materia<br />
di donazioni (garanzie igienico-sanitarie) è più flessibile e permette un<br />
più elevato indice donazionale pro capite. Da quando abbiamo<br />
adottato questo sistema non solo sono aumentate le donazioni in<br />
termini assoluti, ma è aumentato anche l'indice donazionale pro<br />
capite, cioè la media delle donazioni per ogni donatore in un anno. La<br />
nostra AVIS comunale infatti conta circa un centinaio di donatori con<br />
un indice di donazioni medie annue pro capite superiore a due.<br />
Oltre all'attività primaria dell'Associazione di raccolta del sangue, la<br />
comunale di <strong>Campodoro</strong> si impegna periodicamente ad organizzare<br />
eventi finalizzati alla diffusione della ‘'Mission'’ quali feste sociali, gite<br />
turistiche, eventi sportivi, mercatini di solidarietà, concerti e, in<br />
occasione del Natale, la consegna dei doni ai bambini con Babbo<br />
Natale.<br />
15
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Avis comunale di <strong>Campodoro</strong><br />
Le immagini raccontano<br />
Nelle successive pagine ci saranno solamente foto, l’intento è quello<br />
di pubblicare le foto raccolte nel corso degli anni e dei vari eventi che<br />
ha visto l’AVIS, con tutti i donatori, come protagonisti di una piccola<br />
parte della storia del nostro territorio. Mettere la data alle foto non è<br />
stato facile. Qualora vi fossero degli errori preghiamo i lettori di segnalarceli.<br />
Ritrovo conviviale nella prima sede di parte dei soci fondatori, anni ‘70<br />
16
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Bevadoro</strong>, anni<br />
‘80<br />
la donazione in<br />
asilo .<br />
Sotto <strong>Campodoro</strong><br />
anni ’90<br />
donazione in<br />
municipio<br />
17
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong>,<br />
anni ‘70<br />
Il Presidente<br />
Ottorino<br />
Riello davanti<br />
al monumento<br />
ai caduti<br />
18
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Bevadoro</strong>,<br />
anni ’70<br />
Cerimonia<br />
davanti al<br />
monumento<br />
ai caduti<br />
19
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong>,<br />
anni ’70<br />
corteo con<br />
banda<br />
musicale<br />
20
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Bevadoro</strong>,<br />
anni ’70<br />
corteo con<br />
banda<br />
musicale<br />
21
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong>, anni<br />
‘70. S. Messa e<br />
premiazione<br />
donatori<br />
22
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Bevadoro</strong>,<br />
anni ‘70<br />
premiazione<br />
donatori<br />
23
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
24
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Campodoro</strong>,<br />
anni ‘70<br />
una delle prime<br />
feste<br />
25
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Campodoro</strong>,<br />
anni ‘70<br />
una delle prime<br />
feste<br />
26
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Campodoro</strong>,<br />
anni ‘70<br />
una delle prime<br />
feste<br />
27
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Campodoro</strong>, anni 70<br />
28
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Campodoro</strong>, anni 70<br />
29
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Campodoro</strong>, anni ‘70 ‘80<br />
30
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Campodoro</strong>,<br />
anni ‘80<br />
31
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Campodoro</strong>, <strong>Bevadoro</strong> anni ‘80<br />
32
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Campodoro</strong>,<br />
anni ‘90<br />
33
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Campodoro</strong>, anni ‘90<br />
34
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Campodoro</strong><br />
anni ‘90. Don Antonio<br />
Grolli e il Sindaco Aldo<br />
Toffan<br />
35
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong> anni ‘90<br />
36
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Bevadoro</strong> anni ‘90<br />
37
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong> anni ‘90<br />
38
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Bevadoro</strong> anni ‘90<br />
39
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong> anni ‘90<br />
40
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Bevadoro</strong> anni ‘90<br />
41
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong>, aprile<br />
2007 il corteo<br />
con i labri<br />
42
35° anniversario dalla fondazione<br />
<strong>Bevadoro</strong>, aprile<br />
2007 cerimonia<br />
in chiesa<br />
43
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Babbo Natale e Befana<br />
AVIS anni 90<br />
44
35° anniversario dalla fondazione<br />
Alcuni momenti di ‘’convivialità<br />
45
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong>, <strong>Campodoro</strong> e la loro storia<br />
I PRIMI ABITANTI<br />
Le prime tracce dell'uomo di Neanderthal nel nostro territorio si sono<br />
trovate presso i colli Berici, nella Grotta del Brojon a Lumignano, nei<br />
pressi del lago di Fimon e nella grotta di S. Bernardino a Mossano:<br />
risalgono tra i 200.000 anni fa (paleolitico prima delle grandi<br />
glaciazioni) e i 40.000 anni fa (neolitico postglaciale). (12)<br />
Le prime popolazioni colonizzatrici del Veneto furono i Paleoveneti ,<br />
46
35° anniversario dalla fondazione<br />
indoeuropei provenienti dall’Illiria che nel 1100 a.c. arrivarono nel<br />
nostro territorio occupando dapprima le zone rialzate e collinari, per<br />
poi arrivare per spedizioni di caccia e pesca nella pianura che era per lo<br />
più coperta da boschi e paludi.<br />
Poi vi furono, all'incirca tra i secoli VI-III a.C., contatti con la vicina civiltà<br />
Etrusca, molto evoluta, dalla quale i Veneti trassero i caratteri<br />
alfabetici.<br />
Quindi la preponderante influenza militare e culturale romana, nel I<br />
secolo a.C., finì per assorbire l'originalità Veneta e farne la regione più<br />
ricca ed abitata dell'impero.<br />
Nell’89 a.c. il popolo Veneto ac<strong>qui</strong>sisce il diritto latino.<br />
Nel 49 a.c. Cesare concede ai Veneti la cittadinanza romana,<br />
distribuendo ai suoi legionari le terre pubbliche.<br />
Da quel momento cominciano le centuriazioni e la costruzione di vie<br />
principali, cardi (da nord a sud) e decumeni (da ovest a est).<br />
Probabilmente i primi insediamenti nel nostro comune sono avvenuti<br />
proprio durante la dominazione romana, lungo una via “decumano<br />
minore” tra Vicenza e Limena che passava proprio per <strong>Campodoro</strong>.<br />
Anche la vicina Camisano ha origini romane, il suo nome deriva infatti<br />
dal proprietario “Camius” con l’aggiunta di “anus” che significa fondo.<br />
(1)<br />
L’ALTO MEDIOEVO, IL MEDOACUS E LA ZONA PALUDOSA<br />
Nell’epoca romana, e fino all’alto medioevo, il Medeoacus (Il nome<br />
latino dell’attuale fiume Brenta) proseguiva dopo Bassano con due<br />
percorsi.<br />
Il ramo destro (Maior) transitava per Friola, Carmignano, Gazzo, Grossa<br />
di Gazzo, Malspinoso (località di Camisano/Piazzola sul Brenta),<br />
47
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
<strong>Bevadoro</strong> – <strong>Campodoro</strong> - <strong>Poiana</strong>, Lissaro, Mestrino, Rubano, Sarmeola<br />
(frazione di Rubano) ed entrava in Padova nella zona di Sant’Agostino.<br />
Il ramo sinistro (Minor) partiva sempre da Friola, Fontaniva, Carturo,<br />
Presina e Tremignon, frazioni di Piazzola sul Brenta, Curtarolo,<br />
Limena, Taggì, Ponterotto e Montà entrando nel centro di Padova<br />
presso gli Scalzi. Nel 589<br />
d.c. ci fu una terribile<br />
alluvione che sconvolse<br />
nel Veneto centrale gli<br />
alvei di ben quattro<br />
fiumi: l'Adige, il<br />
Bacchiglione, il Brenta, il<br />
C i s m o n . U n o<br />
sconvolgimento tale che<br />
il fiume Cismon cambiò<br />
addirittura il bacino<br />
fluviale passando da<br />
quello del Piave a quello<br />
del Brenta. L'alluvione<br />
spostò in quella<br />
occasione le acque del<br />
ramo destro del Brenta a Curtarolo per proseguire per Limena,<br />
Vigodarzere, Torre (frazione di Padova), Noventa Padovana,<br />
abbandonando così la città di Padova, per poi bifocarsi in due nuovi<br />
rami a Villatora (frazione di Saonara).<br />
Secondo gli storici questi alvei erano individuati come Medoacus<br />
Minor e Maior.<br />
Oggi del Medoacus Maior resta il Ceresone e un sua diramazione<br />
chiamata Ceresone Vecchio (Vanesà) , i fiumi che dividono il<br />
territorio di <strong>Campodoro</strong> da quello di <strong>Poiana</strong> (Grisignano di Zocco) e<br />
Camisano .<br />
48
35° anniversario dalla fondazione<br />
Altri fiumi di antica origine la Liminella che segna il confine (in latino<br />
“limen”) fra territorio Padovano e Vicentino. Ricordiamo che la nostra<br />
zona è rimasta zona paludosa per molto tempo, fino ai primi del 1900.<br />
LE VICISSITUDINI FRA PADOVA E VICENZA DAL BASSO MEDIOEVO ALLA<br />
DOMINAZIONE NAPOLEONICA<br />
L’acqua è stata una delle principali protagoniste del nostro territorio,<br />
in particolare iniziano nel 1145 le particolari vicissitudini belligeranti<br />
fra i Padovani e i Vicentini.<br />
I Comuni liberi di Padova e Vicenza sorgono nel 1140 e subito iniziano<br />
le rivendicazioni sul Bacchiglione, fiume che porta l’acqua a Padova:<br />
numerose volte i Vicentini chiudono il corso<br />
del fiume per attentare alla vita dei<br />
Padovani, per esempio nel 1145 ma anche<br />
successivamente nel 1188.<br />
Inizia successivamente la dinastia degli<br />
Ezzelini che cominciano nel territorio la loro<br />
dominazione che vede la costruzione di<br />
fortificazioni e castelli in punti strategici di<br />
controllo del territorio.<br />
Vicino a noi si ergevano i Castelli di<br />
Carmignano, di Montegalda, del Canfriolo<br />
(nell’attuale Grantorto) e molti furono i<br />
movimenti di cavalieri armati e le conseguenti battaglie.<br />
Il periodo senz’altro più difficoltoso fu con Ezzelino III° detto anche il<br />
Tiranno che dominò in particolare Treviso, Padova e Cittadella<br />
facendo ovunque prigioni di tortura e compiendo scempi sulle<br />
popolazioni che tanto lo odiarono da estirpare in maniera altrettanto<br />
violenta con una esecuzione esemplare l’ultima generazione di<br />
Ezzelini.<br />
49
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Alla morte dell’ultimo Ezzelino nel 1260, si<br />
succedono altre guerre che vedono nel 1266<br />
Padova Guelfa sottomettere Vicenza<br />
Ghibellina e la costruzione di ulteriori<br />
fortificazioni di difesa lungo il confine.<br />
Presumibilmente a questo periodo risale Torre<br />
Rossa, chiamata all’epoca Torre del Corso<br />
(Turris da Cursio / Cursi ab Alturis) perché sul<br />
limitare del fiume Ceresone : la costruzione<br />
senz’altro dimostra la prevalenza di<br />
avamposto perché messa proprio sul confine<br />
fra Padova e Vicenza e il camminamento nella<br />
parte superiore si sviluppa proprio con avvistamento verso Camisano,<br />
dimostrandone la costruzione Padovana, ulteriormente comprovata<br />
dal tipo di merlatura guelfa caratteristica dei Padovani.<br />
Uno stemma in particolare si trova ancora visibile<br />
sopra un camino e sembrerebbe essere della<br />
casata Ferroni Arosio di Padova (1). Attorno alla<br />
Torre si sono sviluppate molte leggende che<br />
vogliono romantici innamorati a subire terribili<br />
torture nella cella della goccia.<br />
Proprio in questo periodo abbiamo i primi accenni alla presenza di<br />
abitazioni nel nostro territorio, in particolare a <strong>Bevadoro</strong>, chiamato<br />
anticamente “Bibatorum” e successivamente “Bevadorio” e<br />
“Bevador” che derivano molto probabilmente dalla parola<br />
"abbeverare" essendo tutta la zona ricca di acque, un punto di sosta<br />
per pellegrini, carovane, soldatesche e genti transitanti tra Vicenza e<br />
Padova . (4)<br />
I primi doumenti che parlano del nostro territorio vengono citati dallo<br />
storico Gloria (2) che da alcuni Statuti del Comune di Padova :<br />
50
35° anniversario dalla fondazione<br />
Dettaglio di mappa veneziana del 1449<br />
<strong>Bevadoro</strong> viene citato per la prima volta nel 1231 mentre<br />
Campolongo (l’attuale <strong>Campodoro</strong>) viene citato nel 1234 , il cui nome<br />
deriverebbe da quello di una famiglia, Campolongo appunto. Nel 1275<br />
si parla ancora dei due paesi: nello statuto di Padova nr. 985<br />
Bevadurum e Campolongum devono manutere alla strada “usque<br />
Paduam versus Sarmedolam”; nello statuto nr. 1011 “Campus longus<br />
de Bevaduro e Bevadurum” devono contribuire con un carro per<br />
ciascuno all’onere del trasporto di milizie e viveri, e questo impegno<br />
di un carro è correlato dall’entità della popolazione (Villafranca<br />
contribuiva con 4, Limena con 7 …) (4) .<br />
Da notare che in questo ultimo statuto vi è già una prima<br />
connotazione di predominanza da parte di <strong>Bevadoro</strong> poiché<br />
Campolongo viene identificato come Campolongo di <strong>Bevadoro</strong>:<br />
questa priorità di <strong>Bevadoro</strong> su Campolongo si evince in diversi<br />
documenti lungo i secoli e finirà solo nel 1865 con la costituzione di<br />
Campolongo come parrocchia a sé stante.<br />
Ancora nel 1281 vengono per esempio indicati a <strong>Bevadoro</strong> nr. 28<br />
fuochi, cioè abitazioni, presenti nel territorio padovano del medio<br />
51
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Brenta, mentre Campolongo non viene nominato. (3).<br />
Ancora nel 1297 <strong>Bevadoro</strong> appare come contribuente dei contributi al<br />
Vaticano per l’ecclesia<br />
mentre di <strong>Bevadoro</strong> e<br />
Campolongo si parla ancora<br />
nel 1303 (4).<br />
Anticamente, nel nostro<br />
territorio sembra dominasse<br />
la famiglia Grumelli di<br />
Vicenza, feudataria investita<br />
dai Vescovi di Vicenza di<br />
alcuni possedimenti nei due<br />
v i l l a g g i ( 2 ) e<br />
successivamente la famiglia<br />
Lumicini di Padova.<br />
Proseguendo nelle vicissitudini storiche della nostra zona, un periodo<br />
di grandi scontri armati avvenne negli anni da 1311 al 1315 : nella<br />
vicina Camisano (divenuta dominio padovano nel 1266) si scontrano<br />
per la supremazia sul territorio i Padovani capeggiati dal nobile<br />
Martino Cane e i Vicentini, alleati con i Veronesi del famoso Can<br />
Grande della Scala. In una battaglia a<br />
Camisano si distinse anche il famoso<br />
letteraro padovano Albertino Mussato,<br />
che con Rolando da Piazzola fu una figura<br />
di riferimento per la podestà del comune<br />
di Padova in questo periodo di<br />
avvicendamenti di potere.<br />
Senza dubbio anche il nostro territorio<br />
così vicino a Camisano è stato coinvolto<br />
nella battaglia, se non altro come<br />
In questo periodo continueranno le singolari<br />
lotte per l’acqua del Bacchiglione: anche Dante<br />
in una terzina le ricorda nella sua Divina commedia:<br />
“Ma tosto fia che Padova al palude<br />
cangerà l’acqua che Vicenza Bagna,<br />
per essere al dover le genti crude”<br />
Dante si riferisce alla creazione della Brentella,<br />
un canale costruito dai Padovani nel 1311 quando<br />
nuovamente i Vicentini deviarono il corso del<br />
Bacchiglione.<br />
Curiosità:<br />
momenti di difficoltà sociale :<br />
(1)<br />
1477-1545 invasione cavallette<br />
;<br />
1576 peste;<br />
1588 invasione lupi;<br />
1630 peste;<br />
1758 145 giorni di pioggia;<br />
1760 epidemia;<br />
1790 vajolo;<br />
1779 alluvione.<br />
52
35° anniversario dalla fondazione<br />
passaggio e zona di rifugio delle guarnigioni. Il castello di Camisano e<br />
anche la Torre Rossa di <strong>Bevadoro</strong> vennero in un primo momento<br />
rafforzati contro gli attacchi dei con<strong>qui</strong>statori, ma finirono comunque<br />
per essere scena di battaglie, razzie e incendi.<br />
Curiosità:<br />
capitani di ventura veneziani passati nel nostro territorio:<br />
Nel Novembre 1372 Rinieri da Baschi parte da Venezia con 12000 cavalli e 3000 fanti; si<br />
muove in tutto il territorio padovano contro i Carraresi; soggiorna a Torre Del Corso dove<br />
coordina le sue truppe.<br />
Nel Luglio 1514 alcuni capitani di ventura Veneziani combattono contro Spagnoli con scontri<br />
nel territorio di Camisano. I capitani sono Cola Moro, Mercurio Bua, Giovanni Battista da<br />
Fano, Malatesta Baglioni e<br />
Marco da Zara. Usciti da Padova con 1000 fanti , passano per il territorio e attraversano il<br />
Brenta. Poi prendono alla sprovvista a Camisano gli Spagnoli forniti di 100 uomini d’arme,<br />
300 cavalli e 300 fanti : sconfiggeranno gran parte di loro, prenderanno prigionieri i rimanenti<br />
e ben 100 cavalli.<br />
Alla fine Cangrande sconfiggerà Martino Cane nel 1313 facendo<br />
tornare Camisano a Vicenza anche se altre trattative e battaglie ,<br />
addirittura con alcune incursioni armate anche a Padova nel 1318-<br />
1319, continueranno con i Padovani fino al 1320. A Padova nel 1337 la<br />
casata dei Carraresi prende in mano appieno il suo potere.<br />
In sostanza gli scontri di confine continueranno fino al 1387 quando<br />
Vicenza e Padova passeranno sotto la dominazione dei Visconti di<br />
Milano.<br />
Fra il 1404 e il 1405 tutto il territorio padovano e Vicentino fu invaso<br />
dalle truppe della Serenissima e così iniziò il lungo periodo di<br />
dominazione sotto la Serenissima Repubblica di Venezia.<br />
In questi anni la zona faceva capo alla podesteria di Cittadella che<br />
dava rapporto dei beni comunali del 1460: a <strong>Bevadoro</strong> con 14 teste e<br />
rendita di 5.055 lire mentre a <strong>Campodoro</strong> con 12 teste e 4.995 lire.<br />
53
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
(3). Ecco la grandezza con la quale <strong>Bevadoro</strong> e Campolongo si<br />
presentavano alla dominazione veneziana.<br />
Dal 1430 per Venezia ebbe inizio un periodo di grande espansione<br />
territoriale che si allargò ben oltre il Veneto, per esempio Istria, Cipro,<br />
Dalmazia ma anche città costiere in Puglia e in Emilia.<br />
Proprio queste ultime con<strong>qui</strong>ste causarono l’entrata in conflitto con il<br />
Papato, La Francia e la Spagna che formarono la famosa Lega di<br />
Cambrai per contrastare Venezia.<br />
Dal 1508 al 1509 ci furono gli scontri più duri fra Venezia e le armate<br />
della Lega di Cambrai che passarono anche nei nostri territori<br />
distruggendo castelli e fortificazioni.<br />
La Torre che era già una residenza privata dei nobili veneziani<br />
Malipiero, fu risparmiata da questa distruzione.<br />
Nel 1509 altri passaggio di eserciti austriaci con Massimiliano I<br />
d’Asburgo, nel 1511 di francesi e nel 1514 di spagnoli e tutti<br />
depredavano e terrorizzavano il nostro territorio: vuole la leggenda<br />
che la popolazione trovasse scampo nei sotterranei che partivano<br />
dalla Torre. Si dice che i sotterranei erano due: il primo da Torre<br />
Rossa a “La Colombara” (casa fortificata di Martino Cane) all’antico<br />
castello di Camisano (attualmente detta ‘Ca Alta) fino a Villa dei conti<br />
Capra a S. Maria.<br />
Il secondo da Torre Rossa all’antica Abbazia dei Benedettini (Via Badia<br />
Camisano) ai 4 torrioni di Rampazzo.<br />
Nei secoli del 1600 e 1700 altri nobili veneziani, i Cavalli, si stabilirono<br />
nel territorio e a Torre Rossa.<br />
Successivamente nel 1711 i fratelli Ludovico e Giovanni Widmann<br />
ac<strong>qui</strong>siscono una grande proprietà con casa dominicale e scuderie<br />
dove ora sorge Villa Tretti-Brazzale.<br />
54
35° anniversario dalla fondazione<br />
Frammenti tratti dal libro ‘’Inscriptiones agri patavini’ di Jacobi Salomonii del 1654<br />
Nel 1714 rimane unipropietario Ludovico e nel 1740 viene ac<strong>qui</strong>stata<br />
da Zuane Battista Rezzonico, nipote del papa Clemente XIII, e da <strong>qui</strong> la<br />
dinastia dei Rezzonico diventerà molto importante nel territorio,<br />
detenendo la proprietà anche Torre<br />
Rossa.<br />
Nel 1797<br />
N a p o l e o n e<br />
invade i<br />
territori veneti<br />
e l a<br />
Serenissima<br />
Repubblica di<br />
Stemma dei Rezzonico: le<br />
due torri alle quali viene<br />
aggiunta in seguito al papato<br />
di Clemete XIII<br />
l’a<strong>qui</strong>la a due teste simbo-<br />
55
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Venezia decade e soccombe alla Francia.<br />
<strong>Bevadoro</strong> è stato per molto tempo un comune autonomo, e in<br />
documenti del ‘700 è citato come Comune di Bevador (l’aggiunta della<br />
“o” finale è recente, forse per italianizzarne il nome). Un comune<br />
dell’epoca non aveva molto a che vedere con la realtà amministrativa<br />
che conosciamo oggi, ma ciò indica comunque che il villaggio godeva<br />
di una sua forma di autonomia, e poteva eleggere i suoi governanti.<br />
LA STORIA DELLA NOSTRA CHIESA SI LEGA ALLA VITA<br />
SOCIALE DEI NOSTRI AVI<br />
Nel 4° secolo si diffuse a Padova e a Vicenza la nuova religione<br />
cristiana, anche nelle zone di campagna : si può supporre che già<br />
verso il Mille dalla Pieve di S. Maria di Camisano si dipartissero dei<br />
preti che costruivano delle cappelle nei territori vicini per annunciare<br />
il Vangelo e celebrare i sacramenti. Prima della creazione delle<br />
parrocchie, e anche durante il loro primo sviluppo, la vita di fede si<br />
svolgeva per lo più attorno ai monasteri presenti nelle campagne, i cui<br />
monaci contribuirono molto a bonificare le zone paludose della<br />
pianura con la creazione di canali e fossi di scolo delle acque. Per<br />
esempio Don Olinto Revrena (in un opuscolo del 1960) sostiene che in<br />
San Leonardo, un eremita franco nato in Gallia nel 496 circa e vissuto probabilmente<br />
nelle foreste di Noblac, nella zona di Limoges. Di questo santo si sa poco, ma la<br />
tradizione afferma che abbia avuto dal re Clodoveo (assieme al vescovo di Reims, che lo<br />
aveva battezzato) il permesso di liberare<br />
quanti si trovassero in schiavitù. Per questo è<br />
riconosciuto come patrono dei carcerati.<br />
Anche il bassorilievo sopra il portale della<br />
chiesa parrocchiale ritrae San Leonardo<br />
nell’atto di rompere le catene a un<br />
prigioniero. Morto Il 6 novembre 559 .<br />
56
località Scalona anticamente esistesse un monastero.<br />
35° anniversario dalla fondazione<br />
Certo è che a <strong>Bevadoro</strong> esistevano ben due chiese, una dove ora si il<br />
cimitero dedicata a San Leonardo ( che era una cappella dipendente<br />
dalla Pieve di S. Maria ) e l'altra retta dall'ordine dei Cavalieri Templari<br />
dedicata a Santa Maria, successivamente retta dai Cavalieri di Malta e<br />
ridedicata a San Giovanni Battista.<br />
Della presenza dei Templari a <strong>Bevadoro</strong> si è certi grazie al<br />
ritrovamento dell’inventario dei beni della casa templare di <strong>Bevadoro</strong><br />
del 1309, quando l’ordine venne soppresso.<br />
L’antica chiesa di San Leonardo, culla della parrocchia, si trovava dove<br />
oggi è il cimitero. O meglio, come per tutte le chiese dell’epoca, era il<br />
cimitero a circondare la chiesa. L’usanza era infatti quella di seppellire<br />
i cristiani in terra sacra (da cui la parola “sagrato”), <strong>qui</strong>ndi attorno alla<br />
chiesa. La chiesa di <strong>Bevadoro</strong> comprendeva anche un ostello per i<br />
pellegrini che si dirigevano verso i luoghi santi. In questo ostello i<br />
viandanti potevano passare la notte al sicuro.<br />
A Campolongo, la chiesa di S.<br />
Margherita era chiesa parrocchiale a<br />
partire dalla fine del XII secolo e<br />
dipendeva inizialmente dalla diocesi di<br />
Padova. Nello stesso documento sopra<br />
menzionato dell’inventario dei beni<br />
della casa templare di <strong>Bevadoro</strong> del<br />
1309 si nomina la chiesa di Santa<br />
Margherita di Campolongo, diocesi di<br />
Padova retta da Prete Giacomo, per cui<br />
si evince che <strong>Campodoro</strong> aveva una sua<br />
identità presbiterale staccata da<br />
<strong>Bevadoro</strong>.<br />
Margherita d’Antiochia, nata nel<br />
275 , morta a soli 15 anni decapitata<br />
il 20 luglio 290, è venerata<br />
come santa, vergine e martire.<br />
Viene considerata patrona delle<br />
partorienti perché fu inghiottita<br />
dal demonio sotto forma di drago,<br />
dal quale lei usci vittoriosa squarciandogli<br />
il ventre.<br />
S:basilio Margherita d’Antiochia,<br />
nata nel 275 , morta a soli 15 anni<br />
decapitata il 20 luglio 290, è venerata<br />
come santa, vergine e martire.<br />
Viene considerata patrona<br />
delle partorienti perché fu inghiot-<br />
57
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Successivamente nei secoli XVI - XIX le due parrocchie conobbero una<br />
alternanza di momenti di fusione, probabilmente per motivi pratici<br />
legati alle vicissitudini storiche e alla vicinanza territoriali e di usi<br />
religiosi, e altri momenti di indipendenza delle due chiese.<br />
Fino al 1527 non abbiamo riferimenti dei parroci, proprio il 1527<br />
coincide con la prima visita pastorale del Vescovo di Vicenza a<br />
<strong>Bevadoro</strong> dove era parroco Pietro Albanese.<br />
Alle successive visite pastorali nel 1544 e 1561 le due chiese erano<br />
indipendenti: <strong>Bevadoro</strong> con 150 anime a comunione con parroco il<br />
veneziano Gausari , spesso assente così la reggeva un certo Luigi de<br />
Pirigallis; Campolongo con 180 anime a comunione aveva per parroco<br />
Giovanni Buccari. (4)<br />
Nel Concilio di Trento 1545-1563 vennero istituiti i Vicariati Foranei: a<br />
Vicenza nel 1566 venne stabilito quello di Camisano che comprendeva<br />
anche <strong>Bevadoro</strong> e Campolongo; dallo stesso concilio venne l’obbligo<br />
della tenuta dei registri dei sacramenti (nati, morti, matrimoni…).<br />
I legami con la chiesa di S. Maria prima e poi con Camisano sono stati<br />
stretti per molti secoli. Per esempio nel 1628 ci fu una lite fra Mons.<br />
G. Paganino, parroco <strong>Bevadoro</strong> ed economo della chiesa di S. Nicolò a<br />
Camisano, e il parroco di Camisano Mons. F. Brazzale per la poca<br />
chiarezza sui registri contabili. (1)<br />
Nel 1593 c’era a Campolongo pre’ Andrea Barilai con il titolo di pre’<br />
ovvero parroco. (4)<br />
Nel 1604, ad esempio, un certo padre Maffeo Costantini si occupava<br />
di entrambe le comunità, che <strong>qui</strong>ndi non avevano un parroco proprio.<br />
Ancora, nel 1676 moriva don Alessandro Valle, che aveva il titolo di<br />
“Parochus Campolungi et Bibatorii”. Il suo successore, don Lorenzo<br />
Lazari, morto nel 1710, ebbe il titolo di Arciprete di <strong>Bevadoro</strong> e<br />
Campolongo. E così l’avvicendarsi dei successori, che vivevano a volte<br />
58
in un paese e a volte nell’altro, aiutati da alcuni cappellani.<br />
1309 L’ULTIMO TEMPLARE A BEVADORO<br />
35° anniversario dalla fondazione<br />
L'origine di quest'ordine risale agli anni 1118-<br />
1120, successivi alla prima crociata (1096),<br />
quando la maggior parte dei cavalieri era<br />
tornata in Europa e le esigue milizie cristiane<br />
rimaste erano arroccate nei pochi centri abitati.<br />
Le strade della Terrasanta erano <strong>qui</strong>ndi<br />
infestate da predoni e Ugo di Payns, originario<br />
dell'omonima cittadina francese della<br />
Champagne, insieme al suo compagno d'armi Goffredo di Saint-Omer<br />
e ad alcuni altri cavalieri, fondarono il nucleo originario dei templari,<br />
dandosi il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini<br />
europei che visitavano Gerusalemme dopo la sua con<strong>qui</strong>sta. L'ordine<br />
venne ufficializzato il 29 marzo 1139 dalla bolla Omne Datum<br />
Optimum di Innocenzo II e definitivamente dissolto tra il 1312 e il<br />
1314 dopo un drammatico processo.<br />
Da Inventari e atti amministrativi di case templari nel Veneto -<br />
<strong>Bevadoro</strong>, 1309 – Giampaolo Cagnin<br />
Non sono note le origini della “Domus Templi de Beveduro” casa<br />
templare di <strong>Bevadoro</strong> in un territorio di frequenti scontri di confine<br />
tra Padova e Vicenza: comunque la nostra zona fin dai primi decenni<br />
del 1200 si era andata via via popolando grazie alla messa a coltura di<br />
molti ettari di terreno prima ricoperti da boschi e paludi.<br />
La prima vicissitudine che ricaviamo da questo documento avviene nel<br />
1285 quanto vi fu una controversia tra gli abitanti del comune rurale<br />
di <strong>Bevadoro</strong> e Frate Pagano da Piacenza precettore della casa<br />
Templare di <strong>Bevadoro</strong>. La soluzione del contenzioso fu affidata a un<br />
cittadino padovano e sebbene non se ne conosca l’esito, questo fatto<br />
attesta l’esistenza certa della precettoria di <strong>Bevadoro</strong> e il suo forte<br />
59
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
radicamento nel territorio. Nel 1294 l’episcocato Vicentino investirà lo<br />
stesso Frate Pagano dei diritti decimali sulle terre di <strong>Bevadoro</strong> .<br />
Nel 1309 Frate Francesco da San Severino, in<strong>qui</strong>sitore contro l’eresia<br />
per le diocesi di Padova e Vicenza, ordina a Frate Giacomino,<br />
precettore della magione templare di Santa Maria di <strong>Bevadoro</strong> di<br />
fargli avere l’inventario di tutti i beni e i diritti relativi alla precettoria<br />
a lui affidata.<br />
Il giorno 4 febbario 1309 Frate Giacomino consegna questo<br />
inventario: 9 fogli suddivisi in 6 sezioni che parlano dei nostri avi, delle<br />
terre di allora e dei prodotti del lavoro di allevamento e coltura.<br />
Innanzitutto vengono descritte le pertinenze della precettoria, cioè la<br />
Chiesa di Santa Maria che era “ad Croxariam” (all’incrocio delle vie da<br />
cui il nome via Crosara) : 11 campi complessivi dove erano situate la<br />
chiesa, fienile e stalle, cortile e orto e una chiusura e un mulino con<br />
ruota, probabilmente sul fiume<br />
Ceresone, dove la magione<br />
aveva anche una “navicula”<br />
barca.<br />
Si passa poi alla descrizione di<br />
17 unità poderali ognuna con<br />
una abitazione e un<br />
appezzamento di terra,<br />
distribuiti in tutto il territorio<br />
del villaggio per totali 392<br />
campi padovani (1 campo=3862<br />
m2).<br />
In tutto l’insieme delle<br />
proprietà era di 470 campi<br />
padovani (circa 182 ettari) .<br />
60
35° anniversario dalla fondazione<br />
Le unità ponderali erano concesse in affitto a breve termine con la<br />
corresponsione di canoni in prodotti (grano interzato di frumento,<br />
miglio e sorgo) in onoranze (galline, polli, oche, uova, spalle di maiale<br />
e focacce) e collette in denaro.<br />
Complessivamente la magione di Santa Maria di <strong>Bevadoro</strong> introitava<br />
una rendita annuale di 711 stari di grano (circa 20.000 litri) 59 polli, 34<br />
galline, 16 oche, 15 spalle di maiale, 16 focacce, 330 uova e una<br />
somma di denaro per circa 57 lire.<br />
Troviamo inoltre moltissimi riferimenti alla toponomastica locale:<br />
contrada de Mortisia , Flumen Cirixonis, Limenelam, Scalona,<br />
Trimignone, contrada Scanagambaro , Campo Scardeva… alcuni<br />
ancora usati .<br />
Infine ecco i nomi di alcuni abitanti: Odorico di Benedetto era il<br />
barcaiolo della navicula della magione, Vanetto di Vila il tuttofare,<br />
Zapetino di Sibilia lo stalliere, Ricolda la lavandaia, donna Umiltà era la<br />
pistoressa cioè la panettiera, e alcuni nomi di affittuari: Benedictus<br />
Florini, Nicolaus Valentis, Dominico Bertramis, Alberto Ricolde,<br />
Guillelmo Guidoti, Dominico Miri …<br />
Frate Giacomino rimase confinato nella stessa magione di <strong>Bevadoro</strong><br />
per un tempo non specificato finchè l’ordine su soppresso<br />
definitivamente in maniera piuttosto cruenta in tutta l’Europa e non<br />
sappiamo bene le sorti che spettarono al nostro ultimo templare di<br />
<strong>Bevadoro</strong>.<br />
In seguito alla distruzione dei templari, <strong>Bevadoro</strong> ebbe una magione<br />
Giovannita: nel 1334 frate Giovanni de Clarignano chiese l’investitura<br />
delle decime di <strong>Bevadoro</strong> e nel 1350 la ottenne poiché lo stesso feudo<br />
decimale produceva il privilegio dal 1294 per i suoi predecessori<br />
Templari.<br />
61
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
I PARROCI DI BEVADORO E CAMPODORO DAL 1500<br />
Non ci sono elenchi di parroci fino al 1527, epoca della prima visita<br />
pastorale operata dal Vescovo di Vicenza. In quella occasione il<br />
parroco si chiamava don Pietro Albanese.<br />
Dopo don Albanese, c'è un periodo di tempo del quale si conoscono<br />
solo alcuni nomi dei sacerdoti, in alternanza a Campolongo perché,<br />
come già specificato , le chiese di <strong>Bevadoro</strong> e <strong>Campodoro</strong> hanno<br />
conosciuto parroci indipendenti ma anche parroci unici per i due paesi<br />
assieme.<br />
Ricaviamo per esempio i nomi dei parroci verso il 1560 a <strong>Bevadoro</strong> il<br />
veneziano Gausari , spesso assente così la reggeva un certo Luigi de<br />
Pirigallis mentre a Campolongo parroco Giovanni Buccari. (GB)<br />
Nel 1628 Mons. G. Paganino, parroco <strong>Bevadoro</strong> era anche economo<br />
della chiesa di S. Nicolò a Camisano.<br />
Nel 1593 c’era a Campolongo pre’ Andrea Barilai con il titolo di pre’<br />
ovvero parroco (GB).<br />
Nel 1604, ad esempio, un certo padre Maffeo Costantini si occupava<br />
di entrambe le comunità, che <strong>qui</strong>ndi non avevano un parroco proprio.<br />
Il periodo non documentato si conclude nel 1670, con don Alessandro<br />
Valle, Parochus Campolungi e Bibatorii, fino al 1676.<br />
Dal 1676 al 1699 vi fu pre’ Lorenzo Nazari.<br />
Dal 1700 al 1733 vi fu pre' Pietro Marchezzolo, già curato di<br />
Campolongo.<br />
Dal 1733 al 1772 vi fu pre' Giobatta Tonini.<br />
Dal 1773 al 1795 fu parroco don Antonio Capparozzo.<br />
Dal 1795 al 1798: sede vacante. Durante i periodi di sede vacante la<br />
parrocchia era retta da un cappellano, al quale il vescovo affidava il<br />
62
35° anniversario dalla fondazione<br />
ruolo di “Vicario economo” o “Economo spirituale”. In questo periodo<br />
il vicario fu don Gian Battista Toniolo.<br />
Dal 1798 al 1823 fu parroco don Carlo Novello.<br />
LA CHIESA BEVADORO:<br />
A <strong>Bevadoro</strong> l’antica chiesa di San Giovanni venne demolita nel 1777 e<br />
successivamente ricostruita, e infine sconsacrata per diventare l’officina del<br />
fabbro. Oggi è del tutto scomparsa. Si trovava nel crocevia in centro del paese, da<br />
cui il nome di via Crosara.<br />
Negli anni 1824-1828, dato che la zona<br />
di maggior passaggio era proprio quella<br />
della “Crosera”, dove appunto prima<br />
c’era anche la chiesa di San Giovanni, i<br />
parrocchiani di allora decisero di<br />
costruire al di là della strada una chiesa<br />
nuova (quella attuale) abbandonando<br />
la vecchia San Leonardo (dove ora c’è il<br />
cimitero) che venne poi demolita.<br />
Giovanni Battista Arcaro, prete<br />
diocesano, Arciprete di <strong>Bevadoro</strong> dal<br />
1824 al 1860, progettò questa nuova<br />
chiesa di San Leonardo, che fu poi<br />
costruita nel 1828 e consacrata nel<br />
1832.<br />
Di quella chiesa rimane la pala d’altare<br />
restaurata pochi anni fa e collocata<br />
sopra il tabernacolo (raffigura la<br />
Madonna tra San Leonardo e<br />
Sant’Antonio, con Gesù Bambino e il<br />
piccolo Giovanni Battista). Anche gli altari oggi dedicati a San Giuseppe e alla<br />
Madonna del Rosario, che risalgono al ‘700, sono stati smontati dalla vecchia<br />
chiesa prima della demolizione e rimontati nella nuova, dove sono ora.<br />
Nel 1960 Don Olinto Revrena dedicò una monografia sulla Chiesa e sulla Parrocchia<br />
di <strong>Bevadoro</strong>. Egli è anche il promotore di un ulteriore rinnovamento della chiesa, in<br />
particolare della facciata che dopo 130 anni presentava segni di corrosione<br />
sebbene alcuni interventi di Don Zanini durante il Fascismo. L’ingegnere Paola<br />
Zaupa elaborò la nuova facciata e in poco tempo venne inaugurata la chiesa dal<br />
vescovo Mr. Carlo Zinato.<br />
Gli ultimi importanti interventi sono stati fatti recentemente grazie a Don Bruno<br />
Pernechele ma ultimati con gli attuali sacerdoti.<br />
63
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Dal 1824 al 1860 vi fu il più illustre dei parroci: don Giovanni Battista<br />
Arcaro, colui che costruì la chiesa attuale di <strong>Bevadoro</strong>.<br />
Dal 1861 al 1880 vi fu don Giacomo Aver, parroco nel periodo dello<br />
smembramento della parrocchia di <strong>Bevadoro</strong> e dell'erezione di quella<br />
di <strong>Campodoro</strong>.<br />
Dal 1880 al 1897 vi fu don Francesco Soave. Visse un periodo molto<br />
burrascoso per via delle lotte sociali che infestarono la vita civile, e<br />
dovette ritirarsi prima del tempo perché inviso a qualcuno. Fu<br />
sostituito da un vicario, il cappellano don Meneghello Pietro, fino al<br />
1901.<br />
Dal 1901 al 1942 la parrocchia di <strong>Bevadoro</strong> fu retta da don Luigi<br />
Zanini. Parroco nel periodo della prima Guerra Mondiale, abbellì la<br />
chiesa con altari, con l'organo e cantoria molto belli e più tardi<br />
abbattuti.<br />
Nel 1921 entrarono a <strong>Bevadoro</strong> le suore Salesie di Padova a reggere<br />
l'asilo per i bambini del paese, e nello stesso anno entra il nuovo<br />
cappellano on Gino Segato. Dal 1942 al 1953 entrò parroco a<br />
<strong>Bevadoro</strong> don Giovanni Brazzale Dal 1953 al 1974 fu parroco Don<br />
Olinto Revrena, il quale scrisse anche una monografia nel 1960 sulla<br />
chiesa e la parrocchia di <strong>Bevadoro</strong>.<br />
Dal 1974 al 1975 fu parroco a <strong>Bevadoro</strong> don Gaetano Ceola (morto il<br />
16 febbraio 2009 a Malo - VI).<br />
Dal 1975 al 1983 fu parroco a <strong>Bevadoro</strong> don Luciano Meneguzzi<br />
Dal 1983 al 1993 entrò parroco a <strong>Bevadoro</strong> don Attilio Manfron, che<br />
inizia i moderni gruppi di animazione ragazzi e giovani dell'Azione<br />
Cattolica.<br />
Dal 1992 al 2002 il parroco a <strong>Bevadoro</strong> è stato don Bruno Pernechele<br />
Dal 2002 comincia il servizio di don Gastone Pettenon in<br />
concomitanza con la parrocchia di <strong>Campodoro</strong>.<br />
64
35° anniversario dalla fondazione<br />
LA SCISSIONE DELLA PARROCCHIA DI CAMPODORO DA<br />
BEVADORO<br />
Nel 1860 nell’allora Campolongo c’era un sacerdote che non aveva il<br />
titolo di Parroco, pur avendone tutti gli incarichi e registrazioni di nati,<br />
morti, matrimoni, ecc., mentre nella vicina <strong>Bevadoro</strong> c’era un Parroco<br />
con il titolo di Arciprete.<br />
La diversità ecclesiastica, o meglio, l’inferiorità, del comune rispetto<br />
alla frazione portò alla formazione di un Comitato cittadino, che si<br />
prese la briga di organizzare una raccolta di firme, 50 sottoscrittori di<br />
cui 39 analfabeti e con firma la croce.<br />
In tale supplica i firmatari sostenevano che la Chiesa di Campolongo<br />
fosse matrice, e chiedevano che il Parroco-Arciprete di <strong>Bevadoro</strong><br />
cedesse anche 5 campi di terreno del suo beneficio che si trovavano<br />
nel territorio di Campolongo.<br />
Seguì la controffensiva del Parroco<br />
di <strong>Bevadoro</strong>, don Aver che<br />
raccolse a sua volta le firme di vari<br />
possidenti.<br />
Il 23 agosto 1860, su richiesta del<br />
Comitato di Campolongo, l’ing.<br />
Giuliano Giacomelli di Padova<br />
realizza un’analisi del territorio per<br />
valutare l’ammontare della<br />
rendita totale: risulta una stima<br />
che vede una rendita maggiore<br />
per i terreni di <strong>Bevadoro</strong> pari a<br />
fiorini austriaci 761,64 contro la<br />
rendita di <strong>Campodoro</strong> di fiorini<br />
austriaci 473,75.<br />
Petizione per da notare le croci al posto<br />
delle firme<br />
65
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Don Aver fa protesta formale su questa stima perché non demorde<br />
dal concedere parte del suo beneficio. Alla fine sarà un patto a<br />
chiudere la questione: don Aver avrebbe continuato a godere del suo<br />
beneficio fino alle sue dimissioni, solo il successivo parroco avrebbe<br />
ridotto, accettando con promessa scritta, il nuovo trattamento di<br />
remunerazione chiesto da Campolongo.<br />
Le pratiche sfociarono in due atti notarili, uno del 1864 e l’ultimo,<br />
decisivo, del 19 giugno 1865 firmato dal notaio Rossi Rinaldo, con<br />
l’inaugurazione della Parrocchia di Campolongo.<br />
Queste scaramucce fra i due paesi non finirono così ma continuarono<br />
per un'altra causa nell’anno 1873-1874: l’Archivio della Curia di<br />
Vicenza conserva importanti documenti che confermano la richiesta<br />
della Parrocchia di <strong>Campodoro</strong>, in particolare dei due Fabbriceri<br />
Serafino Schiavo e Antonio Ometto con l’ausilio dello stesso don<br />
Biondaro, per avere il titolo di Arciprete e non di solo parroco. La<br />
pratica tuttavia rimase ferma e la questione non fu mai risolta,<br />
cadendo, col passare del tempo nel dimenticatoio.<br />
L’accordo finale fra i due contendenti per i sopraccitati 5 campi già del<br />
Beneficio di <strong>Bevadoro</strong>, ceduto a Campolongo, avverrà nella Curia di<br />
Vicenza il 18 marzo 1881, tra don Francesco Soave, Arciprete di<br />
<strong>Bevadoro</strong>, e don Domenico Biondaro, primo Parroco di <strong>Campodoro</strong>.<br />
(4)<br />
Riassumendo, è solo nel 1865, anno in cui Campolongo diventa una<br />
parrocchia del tutto indipendente, che le due parrocchie iniziano a<br />
fare vita totalmente autonoma. Quindi neanche 150 anni fa.<br />
Dopo questa scissione delle parrocchie, la comunità di <strong>Campodoro</strong><br />
crebbe fino a superare quella di <strong>Bevadoro</strong>: per esempio nella visita<br />
pastorale successiva del 1901 del Vescovo Feruglio i paesi sono così<br />
composti: <strong>Bevadoro</strong> - abitanti 994 - anime a comunione 658 -<br />
inconfessi 7 ; <strong>Campodoro</strong> - abitanti 1006 – anime a comunione 621.<br />
66
35° anniversario dalla fondazione<br />
(6)<br />
Dal 2004 viene stabilita l'Unità <strong>Pastorale</strong> con <strong>Campodoro</strong> e <strong>Poiana</strong> di<br />
Granfion e i co-parroci sono don Gastone Pettenon e don Sergio<br />
Badin.<br />
I PARROCI DI CAMPODORO DAL 1865 AD OGGI<br />
Il primo parroco di <strong>Campodoro</strong> è don<br />
Domenico Biondaro, parroco per 20 anni, dal<br />
1865 al 1885. Nativo di Roncà, nel Veronese, è<br />
colui che ha ottenuto la scissione di<br />
<strong>Campodoro</strong> dalla soggezione ecclesiastica a<br />
<strong>Bevadoro</strong>, nel 1865, dopo una lunga “lotta”<br />
con il Vescovo, mons. Farina, durata 5 anni e<br />
conclusasi definitivamente nel 1881.<br />
Il secondo è don Luigi Longarato, parroco per<br />
19 anni, dal 1886 al 1905. Proveniva da<br />
Bertesina dov’era stato parroco per 9 anni. Amato e apprezzato dai<br />
suoi compaesani e dai suoi parrocchiani, ha il merito di aver innalzato<br />
il nuovo tempio a <strong>Campodoro</strong>.<br />
Il terzo è don Antonio Zanchetta, parroco per 14 anni, dal 1906 al<br />
1920. Era nativo di Breganze , ha lasciato un’orma indelebile in paese<br />
con lavori di migliorie alla chiesa appena eretta dal suo predecessore:<br />
è sua la facciata, il pavimento, il soffitto a cassettoni.<br />
Il quarto è don Lorenzo Gallo, parroco per 19 anni, dal 1920 al 1939.<br />
Nativo di Sossano. Di lui la Cronistoria conserva pochi appunti.<br />
Il <strong>qui</strong>nto don Polinesso Marchesin, parroco per 20 anni, dal 1939 al<br />
1959. Nativo di Bonaldo, frazione di Arcole (VR), fece costruire le<br />
porte nuove in noce massiccia, opera dell’artigiano locale Luigi<br />
67
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Tonietto. Si deve a lui anche la costruzione del salone che doveva<br />
essere il cinema di <strong>Campodoro</strong>, anche se l’obiettivo fu sbagliato:<br />
l’edificio divenne per molti anni la sede della Scuola Media, che<br />
sostituì, con molto più vantaggio, il cinema.<br />
Il sesto è don Francesco Marchesini, parroco per 10 anni, dal 1959 al<br />
1969. Era stato vicario cooperatore a Sovizzo, poi parroco a<br />
<strong>Campodoro</strong>. Nel suo decennio sistemò il tetto della navata della<br />
chiesa parrocchiale e sistemò adeguatamente l’organo.<br />
Il settimo è don Giovanni Bertozzo, parroco per 6 anni dal 1969 al<br />
1975, proveniente da Monticello di Lonigo. Si occupò di lavori di<br />
ordinaria amministrazione per la conservazione dei beni parrocchiali.<br />
L’ottavo è don Antonio Grolli, parroco dal 1975 al 1997. Nel 1986 ha<br />
ristrutturato e risanato la casa canonica, ricavando a pian terreno<br />
locali per il Centro parrocchiale giovanile.<br />
Il nono è don Gastone Pettenon, giunto a <strong>Campodoro</strong> il 30 settembre<br />
1997 e tuttora presente come parroco dell’Unità pastorale di<br />
<strong>Campodoro</strong>-<strong>Bevadoro</strong>-<strong>Poiana</strong> (formatasi nel 2004), assieme a don<br />
Sergio Badin.<br />
(Parti tratte da Germano Bevilacqua – <strong>Campodoro</strong>: storia e storie di uno dei 105<br />
comuni dell’Agro Padovano – 1988)<br />
68
35° anniversario dalla fondazione<br />
STORIA MODERNA<br />
Nel 1866, con l’annessione del Veneto all’Italia e la liberazione dal<br />
giogo austriaco, il nome originario del<br />
paese, Campolongo, divenne <strong>Campodoro</strong>,<br />
per mutuo accordo fra i due paesi di<br />
Campolongo e <strong>Bevadoro</strong>, che prestarono<br />
due sillabe ciascuno per formare il nuovo<br />
nome.<br />
Il primo censimento del nostro comune<br />
avvenne nel 1871 con 1413 abitanti e poi<br />
la popolazione aumentò per diminuire<br />
solo dopo il 1950.<br />
Sempre nel 1866 venne la necessità della<br />
costruzione della sede municipale e le prime reazioni furono di nuovo<br />
di contrasto fra le volontà dei due paesi.<br />
Censimenti<br />
1871: 1413 abitanti<br />
1881: 1592 abitanti<br />
1891: 1592 abitanti<br />
1901: 1975 abitanti<br />
1911: 2164 abitanti<br />
1921: 2419 abitanti<br />
1931: 2273 abitanti<br />
1936: 2284 abitanti<br />
1951: 2307 abitanti<br />
1961: 1881 abitanti<br />
1971: 1625 abitanti<br />
1981: 1704 abitanti<br />
1991: 1934 abitanti<br />
2001: 2170 abitanti<br />
Si indisse una gara di tiro alla fune dove<br />
donne e uomini si sarebbero sfidati per una<br />
ulteriore distinzione di importanza fra i due<br />
paesi. La sfida prese regolare inizio ma<br />
avvenne un fatto inaspettato: la fune<br />
formata da canapo si spezzò nel mezzo!<br />
E così venne presa anche la decisione<br />
salomonica di fissare la sede comunale a<br />
metà strada dei confini dei due paesi.<br />
Nella Gazzetta ufficiale del 1867 la Guardia<br />
Nazionale di Vicenza scrive: “Fu<br />
69
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
commovente quella rappresentanza di due municipi, ospite uno<br />
dell’altro che, a cancellare per sempre le dolorose memorie del medio<br />
evo in cui tante volte si lordarono di sangue fraterno per crudele<br />
libidine di mala signoria, convenivano a tale fraterna esultanza.” (4)<br />
Nell’ultimo periodo di proprietà della famiglia Rezzonico, il co.<br />
Abbondio aveva provveduto alla bonifica di diversi terreni, alla<br />
costruzione della roggia Rezzonica dove venne installato nel 1871 un<br />
mulino che divenne poi fondamentale per il paese.<br />
Nel 1874 arriva a <strong>Bevadoro</strong> la famiglia del comm. Orazio Tretti, di<br />
origini vicentine, che ac<strong>qui</strong>sta tutte le pertinenze della casa<br />
dominicale dei Widmann-Rezzonico e anche i loro cospicui<br />
possedimenti terrieri: Abbondio Widmann nel 1862 possedeva oltre<br />
600 pertiche di terreno.<br />
Grazie alla famiglia Tretti continua l’opera di bonifica iniziata<br />
sotto i precedenti proprietari. In particolare le abitazioni povere dove<br />
vivevano i contadine e mezzadri, ritenute malsane, vennero<br />
bonificate.<br />
Immobili per la lavorazione del tabacco 1930. <strong>Bevadoro</strong><br />
I ‘’casoni’’ tipiche<br />
abitazioni con<br />
tetto di paglia o<br />
canne e pareti di<br />
fascine vennero<br />
demoliti e<br />
sostituiti con<br />
delle case in<br />
mattoni che<br />
ancora oggi sono<br />
sparse per il<br />
70
35° anniversario dalla fondazione<br />
territorio.<br />
Per questa opera venne costruita in loco una fornace per i mattoni,<br />
‘’Fornace Tretti’’ che ora non c’è più e che si trovava il località<br />
Scalona, poco distante dall’attuale ‘’Barchessa’’ .<br />
Altre proprietà dei Tretti erano l’essiccatoio del tabacco e la fattoria<br />
antistante, situati vicino alla villa. L’essiccatoio era costituito da due<br />
fabbricati ampi che contenevano tutto il tabacco che si coltivava in<br />
paese e che veniva venduto alle manifatture tabacchi statali.<br />
Fra il 1908 e il 1914 la famiglia Tretti diede incarico all’architetto<br />
veneziano Giuseppe Torres di progettare la nuova Villa, che tutt’oggi<br />
esiste, in stile liberty: l’architetto la inserisce nel contesto degli edifici<br />
già esistenti della foresteria e del ricovero carrozze e inoltre ne<br />
progetta l’intero giardino con nella parte posteriore un insieme di<br />
giochi d’acqua. Anche la “neviera”, il frigorifero di una volta, viene<br />
71
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
rinnovata.<br />
La famiglia Tretti si distinse anche per alcune opere di beneficenza a<br />
favore delle comunità di <strong>Bevadoro</strong> e <strong>Campodoro</strong>: la torre campanaria<br />
che sovrastava il palazzo comunale con una campana in memoria<br />
caduti della prima guerra mondiale (Il Municipio venne poi demolito<br />
per far spazio a quello nuovo) e i due asili: quello di <strong>Bevadoro</strong><br />
intitolato al Dr. Orazio Tretti senior e quello di <strong>Campodoro</strong> intitolato<br />
dalla Sig.ra Lucia Rancan Tretti al figlio Orazio Tretti junior deceduto a<br />
33 anni, unico erede maschio morto giovane per cause ignote.<br />
A <strong>Bevadoro</strong> nel 1915 fu costruita anche la nuova scuola.<br />
Il 18 maggio 1918 si dice soggiornasse nella villa il Principe Ereditario<br />
di Inghilterra (forse il futuro Re Edoardo VIII ) ospite dei reali italiani.<br />
Nel 1921 per opera della famiglia Tretti arrivò a <strong>Bevadoro</strong> la luce<br />
L’asilo di <strong>Bevadoro</strong> nel 1927<br />
72
35° anniversario dalla fondazione<br />
elettrica, limitata per il momento alla villa, alla piazza e ad alcune<br />
abitazioni degli affittuali. Durante l’epoca fascista il dott. Orazio<br />
junior, l’allora Podestà, portò a <strong>Campodoro</strong> il telegrafo di cui si<br />
serviva per mantenere i contatti con Padova e Vicenza.<br />
Sempre nel 1921 cominciarono i collegamenti con Padova con una<br />
corriera che passava per i due paesi di <strong>Bevadoro</strong> e <strong>Campodoro</strong>.<br />
A <strong>Campodoro</strong> la luce elettrica arrivò grazie a un salto d’acqua sul<br />
Ceresone a <strong>Poiana</strong>: solo nel 1940 il territorio comunale venne del<br />
tutto coperto dalla fornitura elettrica grazie alla costruzione della<br />
nuova linea ferroviaria Ostiglia-Treviso.<br />
LA PRIMA GUERRA MONDIALE:<br />
IL FUTURISTA FILIPPO TOMMASO MARINETTI IN<br />
BARCHESSA A BEVADORO<br />
Esponente cd ''Futurismo'', movimento artistico letterario.<br />
Fu tra gli interventisti e per l'entrata in guerra dell'Italia nella prima<br />
guerra mondiale.<br />
Si arruolo' volontario e cambio' vari reparti. VCA, Alpini,<br />
Automitragliere corazzate.<br />
Quando venne a <strong>Bevadoro</strong> era stato appena trasferito dagli alpini a<br />
questo nuovo reparto appunto L'8° automitraglieri corazzati. Erano<br />
reparti nuovi per il regio esercito di allora. La sua permanenza a<br />
<strong>Bevadoro</strong> si prolungo' per circa tre mesi (27 luglio -14 ottobre 1918)<br />
poichè dovevano fare addestramento. Dovevano cioè integrare questi<br />
mezzi per condurre delle operazioni coordinate tra reparti diversi. In<br />
questi tre mesi fecero varie esercitazioni con la cavalleria, con gli<br />
73
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
arditi e con i bersaglieri. Marinetti era già noto come scrittore e poeta<br />
futurista ed era conosciuto nell'ambiente aristocratico. Il suo essere<br />
Tenente e <strong>qui</strong>ndi ufficiale gli permetteva di muoversi abbastanza<br />
tran<strong>qui</strong>llamente e liberamente. Spesso i vari comandanti dei reparti<br />
che stazionavano nelle nostre zone (cd retrovie) lo chiamavano e lo<br />
invitavano a pranzo o a cena per discutere con lui e per farsi<br />
declamare le sue opere futuriste.<br />
Poichè i comandanti (generali e colonnelli) erano sovente ospiti e<br />
alloggiavano presso casati aristocratici locali, Marinetti spesso<br />
descrive pranzi o cene in dimore<br />
aristocratiche.<br />
Nel suo manoscritto uscito postumo<br />
''Taccuini 1915 -1921'' *(11) fa una<br />
cronistoria della sua vita. Descrive le sue<br />
impressioni e sensazioni, ma anche la<br />
quotidianità della vita.<br />
Fulcro degli spostamenti verso Milano,<br />
Roma era comunque la stazione<br />
ferroviaria di <strong>Poiana</strong> di Granfion.<br />
Marinetti alloggiava in Barchessa dove<br />
Filippo Tommaso Marinetti<br />
(n. 1876 - m.1944)<br />
era accampato il suo reparto di<br />
Autoblindo. Essendo ufficiale alloggiava in<br />
una camera all'interno della fattoria dove vi era anche la mensa<br />
ufficiali. E' presumibile che la truppa fosse alloggiata all'esterno.<br />
molte esercitazioni furono condotte a Montegalda e Montegaldella,<br />
ma alcune anche a <strong>Bevadoro</strong> e sulla strada che va da Piazzola a<br />
Villafranca. E poi a sid di Padova a Mandriola.<br />
74
35° anniversario dalla fondazione<br />
Sicuramente in due occasioni fu invitato a pranzo in villa Tretti dal<br />
generale Filippini (29 agosto 1918). Ma fu ospite anche in villa<br />
Camerini a Piazzola sul Brenta, e anche a Vicenza, Monticello Conte<br />
Otto, nel castello di Montegalda.<br />
In questo periodo Marinetti va anche varie volte in licenza, in una di<br />
queste incontra anche Benito Mussolini suo caro amico.<br />
Marinetti fu poi uno dei fondatori del fascismo.<br />
Nel romanzo "L'alcova d'acciaio" del caposcuola del futurismo Filippo<br />
Tommaso Marinetti viene citato <strong>Bevadoro</strong>. Il romanzo narra, in<br />
prospettiva futurista, delle vicende dell'ultimo anno della Prima<br />
Guerra Mondiale, ovvero il 1918.<br />
Monotonia, monotonia del sole operaio che cuoce i germi delle viti,<br />
sguinzaglia i tafani sulle groppe dei buoi, accende pruriti nella carne<br />
di quella contadinella, arroventa il dinamismo giocondo dei tre cani e<br />
gonfia il mio petto d'un'ansia soffocante di amore e di guerra. Vita da<br />
cow-boy. La nostra fattoria di Barchessa immobile, sola come una<br />
nave sul mare infinito delle pianure. Tutto il giorno senza giubba, piedi<br />
nudi nei fossi pieni di lucci, anatre, oche. Lucertoliamo al sole.<br />
A schiena nuda sento ramificarsi sulla mia pelle il cervello di Fabre<br />
formicolante d'insetti attivissimi in guerra. Intorno, le pianure<br />
vastissime, aperte, senza alberi partono a grande velocità lontano<br />
verso le radici del Grappa che si copre talvolta di nuvole e ribolle di<br />
cannonate ovattate. Questo è certo un bombardamento più feroce di<br />
tutti i precedenti. Ogni sera il Grappa si incorona di vampe convulse.<br />
All'alba erro nell'immensa pianura semi-allagata.<br />
75
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
LA FERROVIA TREVISO OSTIGLIA<br />
La ferrovia Treviso-Ostiglia è stata una linea ferroviaria italiana di<br />
proprietà statale che collegava Ostiglia, città portuale sul Po in<br />
provincia di Mantova, a Treviso, attraversando trasversalmente tutto<br />
il Veneto. Era lunga circa 120 km.<br />
La sua costruzione fu ideata già nel 1908, a fini strategici, dall'Esercito<br />
italiano in modo di poter dislocare velocemente le truppe in caso di<br />
guerra contro l'Austria-Ungheria unendo Bologna al confine del<br />
Tarvisio, e che, oltre essere sfruttata anche per usi civili, potesse<br />
costituire una importante occasione di sviluppo per le zone<br />
attraversate.<br />
I progetti stabilirono che la nuova ferrovia dovesse collegare la<br />
stazione di Ostiglia, lungo la linea Bologna-Verona, con la stazione di<br />
Treviso Centrale, punto di scambio con la Mestre-Udine e la Treviso-<br />
Portogruaro. La linea sarebbe passata per:<br />
1) Legnago, punto di intersezione con le ferrovie Verona-Rovigo e<br />
Monselice-Mantova<br />
2) la Riviera Berica, la quale divide i Colli Berici dai Colli Euganei<br />
3) la stazione di Grisignano di Zocco, posta lungo la Milano-Venezia ;<br />
4) Camposampiero, punto di intersezione con la Bassano del Grappa-<br />
Padova e Padova-Calalzo.<br />
Il progetto fu sospeso dallo scoppio della prima guerra mondiale. Nel<br />
1920 si intrapresero i lavori per la costruzione della ferrovia che<br />
terminarono solo agli inizi degli anni quaranta, nell'imminenza del<br />
76
35° anniversario dalla fondazione<br />
secondo conflitto mondiale. La linea fu aperta per tratte: la prima<br />
sezione fu la Legnago-Cologna Veneta il 19 aprile 1925, seguita l'8<br />
Luglio 1928 dal prolungamento fino a Pojana di Granfion (Grisignano).<br />
All’inizio degli anni ’30 fu costruito anche il ponte sul Brenta, con una<br />
struttura in ferro di complessivi 107 metri in tre campate, appoggiata<br />
su due alti piloni. Negli anni trenta vennero ultimate tutte le<br />
infrastrutture accessorie, gli attraversamenti sulle strade e i cavalcavia<br />
sulle maggiori vie di percorrenza. Il terrapieno della ferrovia fu<br />
costruito con la ghiaia del Brenta utilizzando piccoli binari a<br />
scartamento ridotto.<br />
Si dovette attendere il settembre 1939 per vedere l’inizio del traffico<br />
ferroviario con una corsa passeggeri al giorno in entrambi i sensi.<br />
Infine, il 28 e il 29 Ottobre 1941, si attivarono le due sezioni rimanenti<br />
Grisignano di Zocco–Camposampiero - Treviso e Ostiglia – Legnago.<br />
Per allestire questi ultimi tronchi fu in parte utilizzato l'armamento di<br />
due ferrovie venete già esercite con il doppio binario e che furono allo<br />
scopo disarmate: la Camposampiero-Castelfranco e la Castelfranco-<br />
Montebelluna-Susegana.<br />
Dal 1941 iniziò un passaggio regolare di treni militari carichi di<br />
armamenti e, a partire dall’armistizio del 8 settembre 1943, si<br />
intensificarono i viaggi dei treni tedeschi che trasportavano verso la<br />
Germania materiali e attrezzature trafugate dalle fabbriche italiane<br />
del Nord Italia. A mano a mano che il fronte dei combattimenti si<br />
spostava dall’Italia meridionale a quella settentrionale, crebbe la<br />
tendenza dei comandi angloamericani a colpire con bombardamenti<br />
aerei sempre più massicci le infrastrutture che potessero essere utili<br />
al tedesco invasore. Anche la ferrovia Ostiglia-Treviso venne presa di<br />
mira in tutta la sua lunghezza.<br />
77
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Sicchè la ferrovia ebbe poca vita e infatti a causa dei bombardamenti<br />
che rase al suolo praticamente tutti i principali ponti e passaggi, già il<br />
16 Novembre 1944 i treni cessarono di correre tra Grisignano di Zocco<br />
e Treviso. Successivi bombardamenti interruppero la circolazione<br />
anche nelle restanti sezioni. Nel settembre del 1946 poco dopo la fine<br />
della seconda guerra mondiale, l'esercito degli Alleati riattivò la tratta<br />
tra Quinto di Treviso e Treviso. Sembrò a quel punto che i lavori di<br />
ripristino dovessero procedere velocemente anche nel resto della<br />
parte "alta" della linea, ma invece furono immediatamente sospesi,<br />
tanto che la breve tratta riaperta fu chiusa nel Dicembre 1947. La<br />
sezione tra Grisignano di Zocco e Quinto di Treviso non fu più<br />
riattivata, mentre sempre nel 1947 la linea fu riattivata tra Ostiglia,<br />
Legnago e Grisignano di Zocco, per essere poi chiusa all'esercizio tra<br />
Ostiglia e Legnago nel 1965 e tra Grisignano e Cologna nel 1967. Nel<br />
1985 cessò l'esercizio merci tra Cologna Veneta e Legnago e nel 1987<br />
anche questa sezione venne soppressa ma in via ufficiosa, in quanto il<br />
decreto ufficiale a norma di legge non fu mai emanato. Quest'ultima<br />
sezione è stata disarmata nel 1997.<br />
Ben presto i binari vennero tolti per recuperare il metallo e la ferrovia<br />
cadde in rovina. I caselli furono concessi in affitto e il terrapieno, con<br />
la massicciata in preziosa ghiaia del Brenta, venne coperta da una fitta<br />
vegetazione.<br />
Si tornò a parlare della linea Ostiglia nei primi anni ’80, quando la<br />
Regione promosse uno studio di fattibilità per la conversione del<br />
terrapieno ferroviario in strada camionabile. Ma l’idea venne ben<br />
presto scartata a favore della idea di realizzare una pista ciclabile in<br />
quello che era ormai divenuto un bene di carattere ambientale e<br />
naturalistico.<br />
78
35° anniversario dalla fondazione<br />
Nel nostro territorio rimangono dei bellissimi scorci del terrapieno<br />
dove la vegetazione naturale ha creato l’ambiente ideale per fauna e<br />
flora selvatica. Rimangono ancora alcuni ponti su fiumi e canali di<br />
scolo e il grande ponte in ferro sul Ceresone. Esiste ancora la stazione<br />
di <strong>Bevadoro</strong> che è attualmente abitata da una famiglia.<br />
Il Municipio e la scuola elementare intitolata ad ‘’Arnaldo Mussolini’’<br />
in epoca fascista.<br />
Saggio di ginnastica<br />
davanti al municipio.<br />
79
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Torre Rossa nel negli anni della guerra<br />
Cerimonia<br />
in chiesa<br />
anni ‘30<br />
80
35° anniversario dalla fondazione<br />
La trebbiatura negli anni ‘30<br />
La trebbiatura negli anni ‘40<br />
81
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
BOMBARDAMENTI AEREI DEGLI ALLEATI NEL VICENTINO 1943-1945<br />
di Giuseppe Versolato - Gino Rossato Editore<br />
Riassumiamo in breve i principali attacchi avvenuti nella nostra zona,<br />
che veniva comunque identificata come Grisignano di Zocco ma<br />
coinvolgeva anche la nostra piccola stazione e gli attraversamenti<br />
sulla via Barchessa vicino alla famiglia Salvò che ne ebbe anche<br />
vittima Maria Salvò.<br />
25 dicembre 1944 : Attacco alla stazione ferroviaria di Grisignano<br />
dove si avvistava un treno con 60 carri: il comandante D.E. Ballard<br />
ebbe dei problemi con il suo aeroplano e fece un atterraggio di<br />
fortuna a S.Maria di Camisano. Trovo rifugio da una partigiana Rosina<br />
de Marzi di Montegalda.<br />
27 dicembre 1944: attacco al ponte sul Brenta a Piazzola con 12<br />
morti.<br />
1 gennaio 1945 : 15 carri mitragliati a Grisignano.<br />
20 gennaio 1945 : il pilota statunitense J.A. Graham vittima di<br />
incidente di volo presso <strong>Poiana</strong> di Granfion, testimonianza di un<br />
compagno che ha visto l’aereo virare sopra una strada e schiantarsi in<br />
un campo.<br />
28 gennaio 1945 : Mitragliate a Grisignano.<br />
10 febbraio 1945 : Incursioni a Grisignano.<br />
17 febbraio 1945 : Su Grisignano 16 bombe da 500 libbre distruggono<br />
la linea in 4 punti e distruggono 2 carri. Foto bombardamento con<br />
piccola foto dello stabile di direzione fornace Tretti-Marotti.<br />
19 febbraio 1945 : Abbattuto Pippo nei pressi di S. Maria di Camisano.<br />
82
35° anniversario dalla fondazione<br />
23 febbraio 1945 : Bombardamento a Grisignano 3 morti e 1 ferito.<br />
11 marzo 1945 : Incursioni colpite le stazioni di Grisignano.<br />
12 marzo 1945 : Raid a Grisignano 2 feriti.<br />
16 marzo 1945 : Azioni a Grisignano.<br />
23/24 marzo 1945 : Pesante incursione notturna su Grisignano,<br />
dettagli su armamenti e obiettivi dei 4 aerei coinvolti, bombe a<br />
farfalla anche su Camisano con 8 feriti .<br />
TESTI TRATTI DA “LA NOTTE DELLE FARFALLE”<br />
DI SERGIO CAPOVILLA DI CAMISANO - 1998<br />
Dal racconto” Schiacciata come una zanzara”<br />
“I tedeschi avevano re<strong>qui</strong>sito villa Tretti di <strong>Bevadoro</strong>. Quasi tutti i<br />
giorni un reparto usciva con passo cadenzato, cantando e si recava<br />
per le esercitazioni lungo il Ceresone in via Cornoleo di Sotto. I soldati<br />
appoggiavanno all’argine una piastra di acciaio che simulava un carro<br />
armato nemico. Con una specie di bazooka, cioè il Panzerfaust,<br />
chiamato volgarmente “tubo di stufa”, dovevano colpire il bersaglio<br />
da varie distanze. Lo appoggiavano su una spalla, premevano una<br />
levetta, una lunga fiamma usciva dalla parte posteriore e partiva il<br />
colpo che investiva la piastra d’acciaio. Dopo le esercitazioni un<br />
giovane tenente dei carristi, alto, con i capelli rossicci, era solito<br />
partire da bevadoro con un carro armato leggero e veniva a Camisano<br />
a bere il caffè; le sigarette, lui le andava a prendere… in autoblindo.”<br />
(Il racconto prosegue descrivendo alcuni incidenti con carri e cavalli e<br />
purtroppo anche la morte di una giovane donna che finì stritolata dai<br />
cingoli di quel carro armato.)<br />
83
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Dal racconto” L’attacco e la distruzione di cinque cannoni tedeschi a<br />
<strong>Bevadoro</strong>” di Giuseppe Ferrari<br />
Nel pomeriggio del 28 aprile 1945 verso le 17 passò per Camisano un<br />
convoglio di cinque cannoni tedeschi di grosso calibro, dovevano<br />
essere calibro 120 o 140, trainati da altrettanti autocarri “Krupp”,<br />
carichi di munizioni e di soldati. Erano tutti coperti con teli mimetici e<br />
con abbondanti “frasche” per potersi nascondere da eventuali<br />
attacchi aerei.<br />
Io li avevo incontrati sulla strada di via Badia, all’altezza del cimitero.<br />
Mi fermai e vidi che giravano per via Torrossa. Mi avviai verso casa,<br />
con qualche difficoltà dovuta al fatto che c’erano molti tedeschi per<br />
strada. Qualcuno si interessò alla mia bicicletta, ma vedendo che era<br />
mal ridotta, senza parafanghi e senza sella, mi lasciarono andare...<br />
...Mezz’ora circa durò l’attacco contro i cannoni, con parecchi aerei.<br />
Cinque colonne di fumo si alzarono verso il cielo. Nel frattempo si<br />
mise anche a sparare una mitragliatrice antiaerea tedesca che doveva<br />
essere nei pressi della casa di Francesco Maccà. Per parecchie ore si<br />
sentirono gli scoppi delle granate tedesche e durante la notte si<br />
videro anche i bagliori degli scoppi.<br />
Al pomeriggio del giorno dopo, cioè il 29 aprile 1945, dopo che al<br />
mattino erano arrivati gli Americani a liberarci, andai con un mio<br />
cugino in bicicletta per vedere i resti della battaglia. Quasi davanti alla<br />
casa, che è sulla sinistra della strada per <strong>Bevadoro</strong>, prima della villa<br />
“Tretti”, abitata allora dalla famiglia Rizzo e ora Brotto, c’erano i resti<br />
ancora fumanti due cannoni con due camion che li trainavano. Ancora<br />
adesso si possono vedere i buchi lasciati dalle pallottole sparate dagli<br />
aerei sulla facciata di questa casa. Più avanti ce n’erano altri due ed il<br />
<strong>qui</strong>nto era davanti all’entrata della villa Tretti (sul pilastro si vedono<br />
84
35° anniversario dalla fondazione<br />
ancora i segni delle schegge), tutti nelle stesse condizioni...<br />
...Per tutta la vita mi ha accompagnato questo terribile ricordo ed ho<br />
sempre sperato che non capitasse più di vedere ancora simili cose.<br />
Il buon Dio mi ha accontentato.<br />
I cannoni<br />
distrutti 1945<br />
85
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Sopra: Camion distrutto<br />
dall’incursione aerea anglo<br />
americana.<br />
Sotto il pilastro danneggiatto<br />
e un dettaglio dello<br />
stesso<br />
86
35° anniversario dalla fondazione<br />
Sopra: cannonedistrutto dall’incursione aerea<br />
anglo americana.<br />
Per gentile concessione della Biblioteca comunale<br />
di <strong>Campodoro</strong>.<br />
87
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
88
35° anniversario dalla fondazione<br />
Bibliografia e fonti:<br />
TESTI<br />
(1) Giuseppe Rancan – Camisano Vicentino circoscrizione territoriale fra Brenta e<br />
Bacchiglione - 1993<br />
(2) Andrea Gloria - Il territorio padovano illustrato - Padova, Prosperini - 1862<br />
(3) Sante Bortolami – Grantorto : profilo storico di una comunità – 1997<br />
(4) Germano Bevilacqua – <strong>Campodoro</strong>: storia e storie di uno dei 105 comuni<br />
dell’Agro Padovano – 1988<br />
(5) Renato Martinello – Limena: un territorio e le vicende storiche dei suoi abitanti -<br />
1981<br />
(6) Angelo Gamasin - Parroci e contadini nel veneto alla fine dell’Ottocento – 1973<br />
(7) Giampaolo Cagnin - Da Inventari e atti amministrativi di case templari nel Veneto<br />
- <strong>Bevadoro</strong>, 1309<br />
(8) Filippo Tommaso Marinetti – L’alcova di acciaio e Taccuini<br />
(9) Giuseppe Versolato – Bombardamenti aerei degli alleati nel vicentino 1943-1945<br />
(10) Sergio Capovilla – La notte delle farfalle – Camisano 1998.<br />
11) F.T.Marinetti ''Taccuini 1915 - 1921'' a cura di Alberto Bertoni. Ed. Il mulino BO<br />
1987.<br />
SITI INTERNET<br />
(11) http://it.wikipedia.org<br />
(12) www.magicoveneto.it<br />
(13) www.condottieridiventura.it<br />
(14) www.biografiadiunabomba.it<br />
89
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
I numeri dell’AVIS comunale di <strong>Campodoro</strong><br />
Le donazioni dal 1975 al 31 dicembre 2009 hanno<br />
permesso la raccolta di 4932 sacche di sangue<br />
Anno<br />
Sacche<br />
1975 115<br />
1976 115<br />
1977 116<br />
1978 125<br />
1979 95<br />
1980 108<br />
1981 102<br />
1982 118<br />
1983 115<br />
1984 120<br />
1985 111<br />
1986 108<br />
1987 111<br />
1988 98<br />
1989 114<br />
1990 100<br />
1991 95<br />
1992 110<br />
1993 132<br />
1994 132<br />
1995 129<br />
1996 138<br />
1997 123<br />
1998 150<br />
1999 140<br />
2000 110<br />
2001 159<br />
2002 190<br />
2003 198<br />
2004 194<br />
2005 212<br />
2006 225<br />
2007 237<br />
2008 234<br />
2009 253<br />
300<br />
250<br />
200<br />
150<br />
Sacche raccolte<br />
100<br />
50<br />
0<br />
1975<br />
1976<br />
1977<br />
1978<br />
1979<br />
1980<br />
1981<br />
1982<br />
1983<br />
1984<br />
1985<br />
1986<br />
1987<br />
1988<br />
1989<br />
1990<br />
1991<br />
1992<br />
1993<br />
1994<br />
1995<br />
1996<br />
1997<br />
1998<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2009<br />
90
CHI PUO' DONARE<br />
Condizioni di base per il donatore :<br />
35° anniversario dalla fondazione<br />
Età : compresa tra 18 anni e i 60 anni (per candidarsi a diventare donatori<br />
di sangue intero) , 65 anni (età massima per proseguire l'attività<br />
di donazione per i donatori periodici), con deroghe a giudizio<br />
del medico.<br />
Peso: deve essere superiore ai 50 Kg.<br />
Battiti cardiaci: compresi tra 50-100 battiti al minuto (anche con<br />
frequenza inferiore per chi pratica attività sportive).<br />
Pressione arteriosa: tra 110 e 180 mm di mercurio (Sistolica o<br />
MASSIMA) tra 60 e 100 mm di mercurio (Diastolica o MINIMA).<br />
Stato di salute : Buono.<br />
Stile di vita: Nessun comportamento a rischio. Alcuni esempi: lavoro<br />
in ambienti a stretto contatto con persone ammalate o comunque<br />
con cui c'è elevato rischio di contrarre malattie (ospedali, e<br />
similari). Comportamento sessuale con frequenti variazioni di partner<br />
o rapporti sessuali occasionali. Tossicodipendenze e alcolismo.<br />
Cause di esclusione permanente dall'idoneità alla donazione:<br />
♦<br />
♦<br />
♦<br />
♦<br />
♦<br />
Diventare donatore di sangue<br />
assunzione di droghe;<br />
alcolismo;<br />
rapporti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive (es.<br />
occasionali, promiscui, etc.);<br />
epatite o ittero;<br />
malattie veneree;<br />
91
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
COME DIVENTARE DONATORE<br />
Chi vuole diventare donatore deve sottoporsi ad una visita medica di<br />
idoneità presso il centro trasfusionale dell’ospedale di Cittadella o<br />
Camposampiero (vedi orari nel paragrafo “Dove donare”) avendo<br />
l’accortezza di seguire le stesse indicazioni previste per i donatori<br />
(Vedi paragrafo “Prima di ogni donazione”) perché la prima donazione<br />
avviene contestualmente alla chiusura dell’iter delle visite e degli<br />
esami di idoneità, cioè nello stesso giorno.<br />
Adesione all’AVIS o altro ente mediante compilazione dei moduli<br />
appositi. (Non vengono accettati i donatori di sangue occasionali).<br />
Sottoscrizione della modulistica per la privacy dlgs 196 del 2003.<br />
Compilazione e sottoscrizione del questionario sanitario e<br />
comportamentale in cui le risposte devono essere vere e precise<br />
(Non ha senso dire le bugie per donare, si mette a rischio la<br />
propria salute e quella degli altri, cioè coloro che ricevono il sange)<br />
In caso di dubbi o qualora non si capisca il significato delle<br />
domande lasciare in bianco le risposte e chiedere al medico<br />
spiegazioni. Questo questionario dovrà essere compilato ogni<br />
volta che si fa una donazione. E’ il primo passo di ogni donazione.<br />
Visita medica di idoneità in cui viene compilata una cartella clinica<br />
contenente la storia sanitaria (anamnesi). Detta cartella verrà<br />
consultata contestualmente ad ogni donazione successiva e verrà<br />
aggiornata con gli esami periodici, le donazioni etc.<br />
Contestualmente alla visita medica verrà effettuato un piccolo<br />
prelievo di sangue per valutare alcuni parametri base<br />
(emoglobina, piastrine etc.) che verranno valutati dal medico in<br />
seno alla visita stessa.<br />
Elettrocardiogramma e raggi al torace nella stessa mattinata. Gli esiti<br />
vengono valutati dal medico del centro trasfusionale che decide se<br />
procedere alla prima donazione.<br />
Se il donatore è idoneo viene fatta la prima donazione di sangue. Sul<br />
sangue donato vengono fatti esami più approfonditi che vengono<br />
92
35° anniversario dalla fondazione<br />
inviati per posta al domicilio del donatore e inseriti in copia nella<br />
cartella clinica. Tra questi esami potrebbero esserci dei<br />
parametri alterati che potrebbero causare l’esclusione dalla<br />
donazione (cioè la dichiarazione che il donatore non può più<br />
donare) o la sospensione dalla donazione (cioè una non idoneità<br />
temporanea). Che può durare alcune settimane per arrivare<br />
anche ad un anno.<br />
Dopo la donazione o gli esami è vivamente consigliato consumare<br />
delle bevande e qualcosa di energetico possibilmente da seduti.<br />
E’ sconsigliato fare sforzi fisici intensi o prolungati subito dopo la<br />
donazione (vivamente consigliato di evitarli anche nell’arco dello<br />
stesso giorno). I centri di ristoro sono presenti presso ogni<br />
struttura. Le bibite, caffè e quant’altro è a disposizione di chi ha<br />
fatto donazione o esami ed è completamente gratuita.<br />
Una volta effettuato la prima donazione presso gli ospedali di<br />
Camposampiero o Cittadella il donatore potrà recarsi a donare in<br />
uno dei tre presidi incluso <strong>qui</strong>ndi anche il centro di Campo San<br />
Martino (a cui l’AVIS di <strong>Campodoro</strong> fa riferimento). Dal mese di<br />
febbraio 2010 tutti i centri trasfusionali della provincia di Padova<br />
sono collegati in rete alla medesima banca dati. Per cui<br />
teoricamente ogni donatore censito può donare in qualsiasi centro<br />
di raccolta della provincia di Padova.<br />
LE DONAZIONI SUCCESSIVE<br />
Bisogna recarsi al centro trasfusionale a digiuno da almeno 8 ore (Si<br />
può bere acqua, un caffe’o un tè non zuccherati) e compilare e<br />
sottoscrivere un questionario (link) in cui le risposte devono essere<br />
vere (Non ha senso dire le bugie per donare, si mette a rischi la<br />
propria salute e quella degli altri, cioè coloro che ricevono il sangue).<br />
In caso di dubbi o qualora non si capisca il significato delle domande<br />
lasciare in bianco le risposte e chiedere al medico spiegazioni.<br />
Compilare il modulo di rimborso spese di viaggio (Previsto solo nei<br />
centri trasfusionali di Cittadella, Camposampiero e per l’unità di<br />
Campo San Martino).<br />
93
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Effettuare il prelievo di controllo del sangue (emoglobina etc.).<br />
Effettuare la visita medica con contestuale verifica della pressione<br />
arteriosa, frequenza cardiaca, risposte date nel questionario, fatti<br />
rilevanti intercorsi dall’ultima donazione, verifica dello stato di salute<br />
generale del donatore.<br />
Donazione: Sangue o Plasma (NB la donazione di plasma va prenotata<br />
telefonicamente presso la struttura in cui viene effettuata. E’<br />
vivamente consigliato per chi dona plasma presentarsi all’orario<br />
convenuto durante la prenotazione).<br />
Ristoro. Dopo la donazione o gli esami è obbligatorio consumare<br />
delle bevande e qualcosa di energetico possibilmente da seduti. E’<br />
sconsigliato fare sforzi fisici intensi o prolungati subito dopo la<br />
donazione (vivamente consigliato di evitarli anche nell’arco dello<br />
stesso giorno). I centri di ristoro sono presenti presso ogni struttura.<br />
Le bibite, caffè e quant’altro è a disposizione di chi ha fatto<br />
donazione o esami ed è completamente gratuita.<br />
QUANTO E QUANDO DONARE<br />
L'intervallo minimo tra una donazione di sangue intero e l'altra è di 90<br />
giorni. Tra una donazione di sangue e una di plasma è di 20 giorni<br />
circa. Tra due donazioni di plasma 20 giorni circa.<br />
La frequenza annua delle donazioni è di circa 4 volte l'anno per gli<br />
uomini e 2 volte l'anno per le donne.<br />
Il donatore non è una macchina, il medico valuta le condizioni di<br />
salute e anche le condizioni fisiche del donatore (costituzione fisica<br />
etc). Per cui paradossalmente alcuni donatori possono donare anche<br />
più di 4 volte e altri meno. Queste condizioni possono anche variare<br />
nel corso del tempo per ogni singolo donatore. Ecco perché il medico<br />
visita il donatore prima di ogni donazione.<br />
Il prelievo di sangue intero è assolutamente innocuo per il donatore e<br />
ha una durata di circa 5-8 minuti. Il volume massimo di sangue<br />
prelevato, stabilito per legge, è uguale a 450 centimetri cubici.<br />
94
35° anniversario dalla fondazione<br />
Il prelievo di plasma dura invece all’incirca 40 minuti. Il volume<br />
prelevato di plasma è uguale a quello di sangue.<br />
Il tipo di donazione è scelto dal medico del centro trasfusionale.<br />
Quando ci si reca a donare non bisogna avere fretta. Tutta la<br />
procedura: compilazione moduli, esame preliminare del sangue,<br />
misurazione della pressione, collo<strong>qui</strong>o e visita medica, donazione,<br />
ristoro durano all’incirca tre o più ore. Quindi si perde all’incirca la<br />
mattinata, metterlo in preventivo quando si decide di andare a<br />
donare.<br />
E’ consigliabile evitare di arrivare agitati, con i minuti contati e di<br />
pretendere di fare direttamente la donazione e di andarsene subito.<br />
Se vi sono delle lagnanze da fare contattare il personale AVIS di<br />
riferimento del gruppo. Nulla è perfetto.<br />
Ad ogni donazione il donatore e il sangue prelevato vengono<br />
sottoposti ai seguenti esami:<br />
esame emocromocitometrico completo ;<br />
transaminasi ALT con metodo ottimizzato ;<br />
sierodiagnosi per la Lue ;<br />
HIVAb 1-2 (per l'AIDS);<br />
HBsAg (per l'epatite B );<br />
HCVAb e costituenti virali (per l'epatite C);<br />
Conferma del gruppo sanguigno (AB0) e del fattore Rh;<br />
A l l a p r i m a d o n a z i o n e v e n g o n o d e t e r m i n a t i :<br />
A B O , F e n o t i p o R H c o m p l e t o , K e l l .<br />
Ricerca anticorpi irregolari Anti-eritrociti<br />
I donatori referenti ai centri di Camposampiero, Cittadella e Campo<br />
San Martino ricevono a casa per posta gli esiti completi una volta<br />
all’anno (alla prima donazione utile nell’anno solare).<br />
Qualora vi fossero dei valori del sangue irregolari gli esami vengono<br />
inviati a casa del donatore per posta. In calce agli esiti il medico del<br />
centro trasfusionale annota le indicazioni del caso. In questi casi è<br />
consigliato recarsi dal proprio medico curante o, nei giorni di apertura<br />
dei centri trasfusionali recarsi a fare un collo<strong>qui</strong>o con il medico del<br />
95
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
centro. Qualora gli esami rilevassero delle patologie “importanti” il<br />
donatore viene contattato telefonicamente. Per questo è consigliato<br />
in fase di compilazione della cartella clinica (prima donazione) dare<br />
un numero di telefono che sia raggiungibile e che possibilmente non<br />
cambi nel corso degli anni. Se si cambia numero segnalarlo al<br />
personale quando si va al centro trasfusionale a donare.<br />
Gli esami effettuati dal centro trasfusionale sono completamente<br />
gratuiti. Nessun onere è a carico del donatore.<br />
PRIMA DI OGNI DONAZIONE<br />
Questo elenco non è tassativo né completo. E’ un’indicazione<br />
generale e di massima. E’ il medico che valuta di volta in volta la<br />
situazione clinica del paziente.<br />
Capita di vedere dei donatori che vogliono donare a tutti i costi o<br />
che riferiscono che in altri centri trasfusionali le regole sono diverse.<br />
Puo’ succedere. Ma lasciamo al medico svolgere la sua funzione:<br />
tutelare salute e riservatezza del donatore e del ricevente.<br />
Rimanere a digiuno per almeno 8 ore prima della donazione (si<br />
puo’ bere acqua, caffè o the non zuccherati);<br />
Non avere malattie di qualsiasi tipo in corso, incluso il raffreddore,<br />
mal di gola, la tosse, allergie. Bisogna essere in buona salute;<br />
Non aver assunto aspirina o similari negli ultimi tre giorni. In caso<br />
di dubbi, se si assumono farmaci, anche omeopatici, portarseli<br />
al seguito per farli vedere al medico.<br />
Non aver assunto negli ultimi 15 giorni: antibiotici, vaccinazioni<br />
antinfluenzali etc;<br />
Non aver effettuato nell’ ultima settimana, estrazioni dentarie ,<br />
interventi, installazione di apparecchi etc (48 ore invece per la<br />
semplice pulizia dal dentista);<br />
Non aver effettuato negli ultimi sei mesi tatuaggi, piercing,<br />
agopuntura.<br />
96
35° anniversario dalla fondazione<br />
Non aver subito interventi chirurgici (anche suture per ferite) negli<br />
ultimi tre - sei mesi. (valuta il medico);<br />
Non aver subito endoscopie negli ultimi tre -sei mesi (valuta il<br />
medico);<br />
Per le donne: almeno un anno dalla fine dell’allattamento.<br />
(assolutamente no durante la gravidanza);<br />
Per le donne: essere all’incirca metà del ciclo mestruale;<br />
Indicazioni generali: è consigliabile evitare nei giorni precedenti la<br />
donazione o nell’imminenza della stessa di effettuare pasti<br />
eccessivamente ricchi e bevute di alcolici altrettanto<br />
abbondanti.<br />
Questo elenco non è tassativo né completo. In caso di dubbi si può<br />
telefonare al centro trasfusionale e chiedere chiarimenti al medico.<br />
TIPI DI DONAZIONE<br />
Il tipo di donazione non viene scelto dal donatore ma dal medico che<br />
guarda i valori del sangue e lo stato di salute del donatore. A parte<br />
casi particolari le donazioni possono essere:<br />
Sangue intero<br />
Plasma.<br />
DOVE DONARE<br />
Ospedale di Camposampiero: da lunedì a sabato orario 7.30 - 9.30.<br />
Prima e terza domenica del mese ore 7.30 - 9.30; Telefono<br />
049.9324852, e-mail: trasfusionale_csp@ulss15.pd.it; http://<br />
www.ulss15.pd.it/pagina.phpid2=17&id=94&id3=94<br />
b) Ospedale di Cittadella: da lunedì a sabato orario 7.00 - 9.30.<br />
Seconda e quarta domenica del mese ore 7.00 - 9.30; Telefono<br />
049.9424877; e-mail: trasfusionale_cit@ulss15.pd.it ; http://<br />
www.ulss15.pd.it/pagina.phpid2=18&id=129&id3=129<br />
c) Punto raccolta di Campo San Martino, "Villa Breda" ex ospedale,<br />
via Forese n.57. Solo seconda e quarta domenica del mese ore<br />
97
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
7.30 - 9.30. Telefono 049.5590895 (solo le domeniche in cui c’è la<br />
raccolta)<br />
ALTRI ESAMI PERIODICI<br />
Periodicamente poi i donatori devono sottoposti<br />
all’elettrocardiogramma (ECG) e fare i raggi al torace.<br />
Elettrocardiogramma (ECG). Recarsi con la richiesta rilasciata dal<br />
medico del centro trasfusionale (un modulo in formato A4, in genere)<br />
direttamente presso gli ospedali di Camposampiero o Cittadella.<br />
Senza prenotare e consegnando il foglio al personale preposto del<br />
reparto. L’esito dell’esame viene inserito direttamente nella cartella<br />
clinica.<br />
Raggi al torace. Recarsi con la richiesta rilasciata dal medico del<br />
centro trasfusionale (un modulo in formato A4, in genere)<br />
direttamente presso gli ospedali di Camposampiero o Cittadella.<br />
Senza prenotare e consegnando il foglio al personale preposto del<br />
reparto. L’esito dell’esame viene inserito direttamente nella cartella<br />
clinica.<br />
Per i donatori maschi con piu’ di 50 anni L’AVIS, in accordo con L’ASL<br />
15 effettua gratuitamente l’esame del PSA (E’ un indicatore per<br />
rilevare l’eventuale presenza di patologie alla prostata). Detto esame<br />
viene fatto su richiesta del donatore una volta all’anno. L’esito<br />
dell’esame viene inviato per posta al domicilio del donatore.<br />
Gli esami periodici sono gratuiti.<br />
LEGGI A TUTELA DEI DONATORI<br />
I lavoratori dipendenti (pubblici e privati) hanno diritto ad un giorno di<br />
riposo pagato coincidente con il giorno stesso della donazione (se<br />
lavorativo). Bisogna chiedere contestualmente alla compilazione dei<br />
moduli il rilascio dell’attestazione da consegnare al datore di lavoro.<br />
98
Bibliografia:<br />
AVIS nazionale: www.avis.it<br />
Asl 15 Alta Padovana: www.ulss15.pd.it<br />
35° anniversario dalla fondazione<br />
Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia:<br />
www.transfusionmedicine.org<br />
99
AVIS <strong>Campodoro</strong> 1975-2010<br />
Ringraziamenti.<br />
Questo scritto non ha le pretese di essere un trattato di storia né di<br />
avere esposto delle verità assolute.<br />
Vuole essere solo un momento per incentivare la curiosità verso<br />
l’ambiente in cui viviamo con la sua storia e un ringraziamento a chi<br />
ha fatto della ‘’donazione’’ un esempio ed uno stile di vita.<br />
Se vi sono errori o se abbiamo involontariamente ‘’leso’’ la sensibilità<br />
di qualcuno ce ne scusiamo sin d’ora , anzi saremmo grati se voleste<br />
segnalar celio prontamente.<br />
Citare per nome tutti coloro che hanno collaborato alla stesura o che<br />
hanno fornito materiale per la redazione di queste ‘’memorie’’ è<br />
difficile.<br />
Un ringraziamento particolare però va agli amici del sito internet ‘’<br />
Team www.bevadoro.org’’ per l’impaginazione grafica , la<br />
digitalizzazione di parte delle foto e per la raccolta dei materiali.<br />
Chiunque volesse integrare i materiali che sono comunque a<br />
disposizione della comunità tutta può rivolgersi a :<br />
Luisella Guerriero, Francesco Meneghini, Catia Bortoli, Luca Marcon.<br />
Mail : info@bevadoro.org<br />
Un ringraziamento particolare al centro Servizi Volontariato di Padova<br />
che tanta sensibilità e competenza dimostra nei confronti del terzo<br />
settore e che ha finanziato con il bando ‘’ Libriamoci’’ questo scritto<br />
100