Scarica il PDF - Grande Oriente d'Italia
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attualità<br />
15 marzo 2010<br />
Ora che lo tsunami è sufficientemente<br />
lontano, ma terra e<br />
mare continuano a gonfiarsi e a<br />
scuotere alle radici città e paesi<br />
in varie i parti del mondo, vorremmo<br />
capire tante cose.<br />
Quando nello Sri Lanka e lungo<br />
le coste della Tha<strong>il</strong>andia la furia<br />
si placò, e la superficie del mare<br />
riprese <strong>il</strong> suo moto naturale, fu<br />
sufficiente una fotografia per<br />
darle un terrib<strong>il</strong>e senso: l’immagine<br />
dell’uomo che si salva<br />
mantenendosi a galla grazie a<br />
un cadavere cui si è aggrappato<br />
come a un legno di scialuppa o a<br />
un salvagente di gomma. Quella<br />
scena, in cui vita e morte si<br />
davano la mano senza lacrime,<br />
grida e sangue, coglieva la più<br />
solenne e laconica delle lezioni<br />
lasciate da una legge in cui stenti<br />
a vedere <strong>il</strong> dono della creazione.<br />
Poi è venuta un’altra tragedia,<br />
l’uragano Katrina, distruttore<br />
di New Orleans.<br />
Quindi l’Abruzzo, che pareva<br />
slittasse sui crostoni di roccia<br />
lasciando in un attimo macerie<br />
e vittime. Di seguito Haiti, che<br />
sta su una falda mob<strong>il</strong>e da secoli,<br />
poi <strong>il</strong> C<strong>il</strong>e e, dopo la Turchia,<br />
ancora <strong>il</strong> C<strong>il</strong>e. Ieri, <strong>il</strong> Giappone.<br />
▼<br />
L’ODORE DEL TEMPO Tsunami, uragani,<br />
terremoti: perché Dulbecco: “Sempre<br />
accaduto, oggi siamo solo più consapevoli”<br />
Il nostro posto è sulla Terra<br />
La Natura<br />
incute terrore<br />
Ma è un bagno<br />
d’umanità<br />
di Sergio Zavoli<br />
▲<br />
Abbiamo contato i morti ogni<br />
giorno. Si è partiti da qualche<br />
migliaio, oggi sappiamo che<br />
sono già centinaia di migliaia.<br />
E’ un dato che cresce continuamente,<br />
sollevando un gran numero<br />
di ipotesi: <strong>il</strong> colossale prelievo<br />
di petrolio, di gas e di acqua<br />
può avere creato, alla lunga,<br />
una sorta di crisi nella compattezza<br />
del nucleo terrestre<br />
In quale conto abbiamo tenuto<br />
gli impercettib<strong>il</strong>i, ma inesorab<strong>il</strong>i<br />
spostamenti di intere aree<br />
geografiche e i contrappesi generati,<br />
per esempio, dal movimento<br />
di immensi agglomerati<br />
glaciali Era lecito credere che<br />
un organismo vivo, inserito negli<br />
equ<strong>il</strong>ibri di un sistema cosmico,<br />
potesse restare indifferente<br />
alle esplosioni atomiche<br />
che squassarono l’oceano Pacifico<br />
e Indiano Quali furono i<br />
danni all’ecosistema Perché<br />
ci vengono ancora taciuti<br />
Ho chiesto a Renato Dulbecco:<br />
“Un tempo le grandi calamità<br />
venivano una alla volta, e a<br />
una certa distanza tra loro.<br />
Ora sono molto più vicine, per<br />
luogo e tempo, l’una all’altra.<br />
E’ un fenomeno biologicamente<br />
spiegab<strong>il</strong>e” “La vita dell’uomo<br />
ha sempre conosciuto,<br />
più o meno grande, la catastrofe.<br />
Oggi, sostanzialmente,<br />
non è cambiato nulla. E’ cambiato<br />
solo <strong>il</strong> nostro punto di vi-