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Tycho Brahe (1546 - 1601) - S.I.O.e.Ch.CF.

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il 29 Dicembre 1566. Il duello avvenne all’arma bianca, nell’oscurità,<br />

alle 19 della sera. Manderup colpì <strong>Tycho</strong> con un fendente all’altezza<br />

del naso, provocandogli l’amputazione sub-totale della porzione<br />

fibro-cartilaginea della piramide nasale. All’epoca e con il temperamento<br />

di <strong>Tycho</strong> una cicatrice sul volto, quale esito di un duello,<br />

sarebbe stata portata e mostrata con una nota di orgoglio, quale marchio<br />

di un carattere risoluto e spavaldo. Ma l’esito dell’amputazione<br />

subita era realmente deturpante ed indusse <strong>Tycho</strong> a porvi rimedio.<br />

Anche nell’affrontare questa nuova ed emergente difficoltà egli<br />

mostrò la sua originalità ed il suo metodo scientifico nell’analisi e<br />

nella gestione dei problemi. <strong>Tycho</strong> decise che il suo aspetto andasse<br />

reintegrato con una protesi, o meglio con una epitesi. Quelle più diffuse<br />

dell’epoca erano realizzate in cera ed andavano mantenute in<br />

sede con sistemi di ritenzione comunque visibili, in genere uncini e<br />

cordoncini di seta. <strong>Tycho</strong> desiderava, invece, un dispositivo che si<br />

potesse camuffare quanto più possibile e, soprattutto, che rimanesse<br />

in sede, senza necessità di fissaggi esterni. Egli fece, pertanto,<br />

approntare un’epitesi metallica, realizzata con una lega d’oro e d’argento.<br />

<strong>Tycho</strong> divenne abilissimo nell’alloggiare la sua epitesi, che<br />

manteneva in sede con una sorta di pasta collante. Per il resto della<br />

sua vita egli non si separò mai da una piccola scatola, all’interno<br />

della quale conservava paste collanti e di pulizia per la sua epitesi<br />

nasale, con un corredo adatto di fazzoletti. <strong>Tycho</strong> non negò mai la sua<br />

amputazione nasale e la presenza dell’epitesi nasale, come vedremo<br />

nel paragrafo dell’iconografia, ma da quel 29 Dicembre 1566 gli interessi<br />

del nobiluomo danese divennero due: la conoscenza astronomica<br />

ed il modo come rendere meno evidente la sua menomazione.<br />

Nell’Aprile del 1567 <strong>Tycho</strong>, ventenne, tornò alla casa paterna già<br />

come the golden (o meglio silver/golden) nose-man. Il padre Otto si<br />

convinse sempre di più che quanto accaduto, il rango e la focosità di<br />

<strong>Tycho</strong> sconsigliassero ulteriori divagazioni all’estero, a favore di una<br />

dorata carriera politica nella patria danese. <strong>Tycho</strong> riuscì, però, a convincere<br />

il padre sull’opportunità di continuare gli studi all’estero e<br />

tornò dapprima a Rostock, per recarsi in seguito a Basilea, Freiburg<br />

ed Augsburg. A Rostock <strong>Tycho</strong> strinse legami con Levinus Battus, un<br />

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