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02-12 - S.I.O.e.Ch.CF.

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Contents<br />

Review article<br />

Headaches of otolaryngological interest: current status while awaiting revision of classification.<br />

Practical considerations and expectations<br />

La cefalea di interesse otorinolaringoiatrico: storia dell’arte, attuali linee guida in attesa della revisione classificativa.<br />

Considerazioni pratiche e nostre aspettative applicative<br />

A. Farri, A. Enrico, F. Farri .............................................................................................................................................................. pag. 77<br />

Head and neck<br />

<strong>Ch</strong>arcoal tattoo localization for differentiated thyroid cancer recurrence in the central compartment of the neck<br />

Utilizzo della marcatura con carbone vegetale nelle recidive linfonodali nel comparto centrale dei carcinomi tiroidei differenziati<br />

F. Soprani, F. Bondi, M. Puccetti, V. Armaroli ............................................................................................................................... » 87<br />

Hypopharynx reconstruction with pectoralis major myofascial flap: our experience in 45 cases<br />

Ricostruzione dell’ipofaringe con lembo miofasciale di gran pettorale: nostra esperienza in 45 casi<br />

G. Montemari, A. Rocco, S. Galla, V. Damiani, G. Bellocchi........................................................................................................ » 93<br />

Otology<br />

Hearing preservation surgery in acoustic neuroma: long-term results<br />

Risultati a lungo termine nella chirurgia di preservazione dell’udito nel neurinoma dell’acustico<br />

A. Mazzoni, E. Zanoletti, V. Calabrese............................................................................................................................................ » 98<br />

Antioxidant treatment with coenzyme Q-ter in prevention of gentamycin ototoxicity in an animal model<br />

Il trattamento antiossidante con coenzima Q-ter previene il danno ototossico da gentamicina nel modello animale<br />

A.R. Fetoni, S.L.M. Eramo, R. Rolesi, D. Troiani, G. Paludetti ..................................................................................................... » 103<br />

Rhinology<br />

Retrospective analysis of 697 septoplasty surgery cases: packing versus trans-septal suturing method<br />

Analisi retrospettiva di 697 casi sottoposti a settoplastica: tamponamento nasale versus sutura tran-settale<br />

I. Cukurova, E.A. Cetinkaya, G.C. Mercan, E. Demirhan, M. Gumussoy...................................................................................... » 111<br />

Phoniatry<br />

Posturographic analysis in patients with dysfunctional dysphonia before and after speech therapy/rehabilitation treatment<br />

Analisi posturografica in pazienti con disfonia disfunzionale prima e dopo trattamento logopedico riabilitativo<br />

A. Nacci, B. Fattori, V. Mancini, E. Panicucci, J. Matteucci, F. Ursino, S. Berrettini ................................................................... » 115<br />

Letter to the Editor<br />

WNT pathway in laryngeal squamous cell carcinoma and nasopharyngeal carcinoma<br />

Proteine WNT nel carcinoma squamocellulare della laringe e nel carcinoma del rinofaringe<br />

H. Galera-Ruiz, M.J. Ríos-Moreno, R. González-Cámpora, H. Galera-Davidson......................................................................... » <strong>12</strong>2<br />

Clinical techniques and technology<br />

Paediatric adenoidectomy: endoscopic coblation technique compared to cold curettage<br />

Adenoidectomia pediatrica: comparazione tra tecnica endoscopica coblator e curettage a lama fredda<br />

L. Di Rienzo Businco, A.M. Angelone, A. Mattei, L. Ventura, M. Lauriello ................................................................................ » <strong>12</strong>4<br />

Case series and report<br />

Inflammatory bowel disease: an increased risk factor for recurrent laryngeal nerve palsy in thyroid surgery<br />

Malattie infiammatorie intestinali: un fattore di rischio per la paralisi ricorrenziale nella chirurgia della tiroide<br />

G. Caruso, E. Benicchi, C. Ciuoli, F.M. Passali, D. Passali ............................................................................................................ » 130<br />

Cervical sympathetic chain schwannoma: a case report<br />

Schwannoma del simpatico cervicale: descrizione di un caso<br />

P. Iacconi, M. Faggioni, C. De Bartolomeis, C. Iacconi, C. Caldarelli........................................................................................... » 133<br />

Calendar of events - Italian and International Congresses and Courses................................................................................. » 137<br />

REVIEW ARTICLE


La cefalea di interesse otorinolaringoiatrico: storia dell’arte, attuali linee guida in attesa della revisione<br />

classificativa. Considerazioni pratiche e nostre aspettative applicative<br />

A. FARRI, A. ENRICO 1 , F. FARRI 2<br />

SCDU Otorinolaringiatria 1, Dipartimento di Fisiopatologia Clinica, Università di Torino; 1 SS ORL-Ospedale Materno Infantile<br />

“Regina Margherita S. Anna”, Torino; 2 SCDU Otorinolaringoiatria, AOU “Maggiore della Carità”, Novara, Italy<br />

RIASSUNTO<br />

Nel 1988 i criteri diagnostici delle cefalee sono stati stilati dalla International Headache Society (IHS) e strutturati nella “Classificazione delle<br />

cefalee, nevralgie craniche e dolori facciali”. La seconda edizione dell’IHC risale al 2004 e fornisce a tutt’oggi uno strumento dinamico e utile alla<br />

pratica clinica. Abbiamo esaminato l’attuale IHC, la quale comprende 14 gruppi. I primi 4 riguardano le cefalee primarie e tra le forme<br />

emicraniche, merita l’attenzione dell’otorinolaringoiatra la “vertigine parossistica dell’infanzia”. I gruppi dal 5 al <strong>12</strong> si riferiscono, invece, alle<br />

“cefalee secondarie” fra cui al punto 11 viene contemplata la “cefalea o dolori facciali attribuiti a disturbi di cranio, collo, occhi, orecchie, naso,<br />

seni paranasali, denti, bocca o altre strutture facciali o craniche”. Anche il gruppo 13 costituito dalle “nevralgie craniche e dolori facciali centrali”<br />

è di pertinenza ORL.. Tuttavia né l’attuale né la vecchia classificazione IHC prevede una collocazione dignitosa della vertigine correlata con<br />

l’emicrania: vertigine emicranica. Altro punto critico classificativo riguarda le algie cranio facciali, quali la nevralgia di Sluder, precedentemente<br />

inclusa nella classificazione del 1988 nella cefalea a grappolo, attualmente è inserita nel capitolo delle nevralgie craniche e dolori facciali di<br />

origine centrale e non è sufficientemente validata. Come abbiamo sottolineato nei nostri studi, tra la Sindrome di Sluder e la Cefalea a grappolo<br />

esistono notevoli similitudini: si potrebbe trattare di due varietà differenti della stessa entità clinica; principale fattore distintivo è l’andamento<br />

temporale a grappoli che si riscontra solo nella cefalea a grappolo, e la topografia del dolore, con maggior estrinsecazione a livello nasale nel caso<br />

della Sindrome di Sluder. In ogni caso riteniamo che sia assolutamente più soddisfacente e chiarificatore, soprattutto in base alla nostra esperienza<br />

clinica e ai nostri studi pubblicati, far rientrare questa entità nosologica ben definita dal punto di vista otorinolaringoiatrico, come una variante<br />

della cefalea a grappolo. Concordiamo con illustri autori, come Olesen e Nappi, che hanno contribuito alla stesura delle precedenti classificazioni,<br />

sulla necessità di una revisione classificativa soprattutto riguardo alle cefalee secondarie. Secondo l’attuale Comitato organizzativo delle cefalee, la<br />

nuova versione classificativa, in fase di studio, sarà presto pubblicata; a questo proposito ci auspichiamo che tale versione possa essere rivista e/o<br />

integrata secondo le nostre aspettative.<br />

PAROLE CHIAVE: Cefalea • Emicrania • Dolore facciale • Nevralgie craniche • Classificazione della Società Internazionale delle Cefalee •<br />

Nevralgia di Sluder • Nevralgia di <strong>Ch</strong>arlin • Emicrania vestibolare • Otorinolaringoiatria<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:77-86<br />

HEAD AND NECK<br />

Utilizzo della marcatura con carbone vegetale nelle recidive linfonodali nel comparto centrale dei<br />

carcinomi tiroidei differenziati<br />

F. SOPRANI, F. BONDI 1 , M. PUCCETTI 2 , V. ARMAROLI<br />

Department of Otolaryngology Head and Neck Surgery, Santa Maria delle Croci Hospital, Ravenna; 1 Department of<br />

Endocrinology, Santa Maria delle Croci Hospital, Ravenna; 2 Department of Pathology, Santa Maria delle Croci Hospital,<br />

Ravenna, Italy<br />

RIASSUNTO<br />

Le recidive linfonodali dei carcinomi tiroidei differenziati spesso richiedono ulteriori opzioni chirurgiche. I reinterventi sono caratterizzati da<br />

un numero più elevato di complicanze; inoltre, essendo i rapporti anatomici alterati esiste la possibilità di lasciare sul campo operatorio dei<br />

residui neoplastici. Al fine di ovviare, almeno parzialmente, a queste problematiche legate ai reinterventi per recidive linfonodali di carcinomi<br />

tiroidei differenziati, abbiamo introdotto nella nostra struttura ospedaliera la tecnica della marcatura pre-operatoria, ECO-guidata, con una<br />

soluzione di carbone vegetale al 4%, della lesione da rimuovere. Sotto guida ecografia, nello spazio adiacente la struttura linfatica, viene<br />

iniettata una quantità di circa 0,5-2 ml di soluzione di carbone; l’estrazione dell’ago è accompagnata da una iniezione a pressione costante di<br />

altra soluzione in modo da lasciare una traccia di colorante lungo il passaggio dell’ago fino alla cute. L’iniezione pre-operatoria è stata ben<br />

tollerata in tutti i casi. Negli ultimi 5 anni abbiamo rioperato 13 pazienti con sospetta recidiva linfonodale nel compartimento centrale (tutte<br />

derivanti da carcinomi papillari) utilizzando la tecnica della marcatura con carbone vegetale. L’esame istologico definitivo e gli esami<br />

ecografici post-operatori hanno confermato la rimozione delle lesioni sospette in tutti i pazienti; in un caso la lesione è risultata essere una cisti<br />

paratiroidea. Abbiamo registrato complicanze chirurgiche in 2 casi (15,4%); in un caso si è trattato di ipoparatiroidismo e nell’altro di paresi<br />

della corda vocale, entrambi transitori. Considerando la nostra esperienza possiamo affermare che la marcatura pre-operatoria con carbone<br />

vegetale è una tecnica sicura, di costo irrisorio ed estremamente utile al chirurgo durante i reinterventi poiché, agevolandone le manovre,<br />

permette una riduzione dei rischi di danni iatrogeni.<br />

PAROLE CHIAVE: Marcatura con carbone • Recidiva di carcinomi tiroidei differenziati • Comparto centrale • Complicanze chirurgiche


Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:87-92<br />

HEAD AND NECK<br />

Ricostruzione dell’ipofaringe con lembo miofasciale di gran pettorale: nostra esperienza in 45 casi<br />

G. MONTEMARI, A. ROCCO 1 , S. GALLA 1 , V. DAMIANI 1 , G. BELLOCCHI 1<br />

Department of Plastic Surgery, Azienda Ospedaliera “San Camillo-Forlanini”, Rome, Italy; 1 Department of Otorhinolaryngology,<br />

Azienda Ospedaliera “San Camillo-Forlanini”, Rome, Italy<br />

RIASSUNTO<br />

Il lembo mio-fasciale di gran pettorale (PMMF) è una semplice variante del classico lembo mio-cutaneo di gran pettorale (PMMC) che<br />

consente di evitare alcuni degli svantaggi della tecnica di Ariyan. È stata eseguita un’analisi retrospettiva di 45 ricostruzioni ipofaringee (40<br />

ricostruzioni immediate dopo faringolaringectomia subtotale e 5 ricostruzioni dopo chirurgia di revisione) condotte utilizzando il PMMF, tra il<br />

febbraio 1995 ed il febbraio 2008 presso l’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliera “San Camillo-Forlanini” di<br />

Roma, in collaborazione con l’Unità Operativa di <strong>Ch</strong>irurgia Plastica. Nella nostra casistica è stato registrato un tasso globale di complicanze<br />

post-operatorie, riconducibili a problematiche specifiche del lembo utilizzato, pari al 6.7%. Il tasso di complicanze maggiori che hanno<br />

richiesto una revisione chirurgica è stato del 2,2%. Sono state inoltre evidenziate 2 complicanze minori (una stenosi ipofaringea ed una fistola<br />

salivare) entrambe risolte senza necessità di chirurgia di revisione. Non sono state evidenziate necrosi totali o parziali del lembo in nessuno dei<br />

pazienti trattati. Quattro pazienti sono deceduti nel post-operatorio per cause non riconducibili a problematiche del lembo. In tutti gli altri casi,<br />

lo studio radiografico esofageo ha mostrato l’assenza di fistole ed un calibro adeguato del tratto ricostruito; l’alimentazione orale è stata<br />

ristabilita al massimo in X-XII giornata post-operatoria, senza problemi di deglutizione per i liquidi o per i solidi. Il trattamento radioterapico<br />

postoperatorio, a cui sono stati sottoposti 30 pazienti, è stato ben tollerato. In conclusione il PMMF rappresenta una procedura sicura con una<br />

bassa morbidità, particolarmente utile nelle ricostruzioni ipofaringee parziali, che consente, in un solo tempo chirurgico, di ottenere un alto<br />

tasso di successo funzionale in assenza delle limitazioni del PMMC e dei lembi liberi fascio-cutanei.<br />

PAROLE CHIAVE: Ricostruzione ipofaringe • Lembo mio-fasciale di gran pettorale • Complicanze<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:93-97<br />

OTOLOGY<br />

Risultati a lungo termine nella chirurgia di preservazione dell’udito nel neurinoma dell’acustico<br />

A. MAZZONI 1 , E. ZANOLETTI 2 , V. CALABRESE 3<br />

1 Neurosurgery Dept. Ospedali Riuniti, Bergamo, Italy; ENT Dept. Humanitas Milano-Rozzano, Italy; ENT-Otochirurgia Dept.,<br />

University of Padova, Italy; 2 ENT-Otochirurgia Dept., University of Padua, Italy; 3 ENT Dept. Ospedale degli Infermi, Rimini,<br />

Italy<br />

RIASSUNTO<br />

Oggetto dello studio è stata la valutazione dell’udito a lungo termine dopo rimozione di neurinoma del nervo stato-acustico con approccio retro<br />

sigmoideo con tecnica di preservazione della funzione uditiva, in riferimento a 200 casi operati negli anni 1976-2000. Sono stati studiati 91 dei<br />

94 casi con udito conservato e la durata del controllo è stata non inferiore a 6 anni (da 6 a 21 anni). Quali indicatori di funzionalità uditiva<br />

sono stati utilizzati la media tonale da 0,5 a 4 KHz (PTA) e la discriminazione vocale (SDS), riunite in classi secondo le indicazioni<br />

dell’American Academy of Otolaryngology and Head Neck Surgery Guidelines (AAOHNS). Il cambio o il mantenimento della classe a lungo<br />

rispetto a quella a breve termine è stato il principale indicatore di risultato, con particolare riferimento alla classe A-B. L’udito postoperatorio<br />

in classe A-B è rimasto entro i limiti della classe B a lungo termine nell’87% dei casi. Il 13% ha avuto un decadimento di classe a C o D. Una<br />

buona preservazione della funzione uditiva a breve e lungo termine è stata confermata in caso di piccole dimensioni del tumore e buon udito<br />

preoperatorio.<br />

PAROLE CHIAVE: <strong>Ch</strong>irurgia di preservazione dell’udito • <strong>Ch</strong>irurgia del neurinoma dell’acustico • Risultati uditivi a lungo termine<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:98-1<strong>02</strong><br />

OTOLOGY<br />

Il trattamento antiossidante con coenzima Q-ter previene il danno ototossico da gentamicina nel


modello animale<br />

A.R. FETONI, S.L.M. ERAMO 1 , R. ROLESI, D. TROIANI 1 , G. PALUDETTI<br />

Institute of Otolaryngology and 1 Human Physiology, Catholic University of Rome, Italy<br />

RIASSUNTO<br />

È ben noto che gli antibiotici aminoglicosidi, tra cui la gentamicina, hanno una spiccata ototossicità che si verifica attraverso il legame ferrogentamicina<br />

con l’attivazione di una cascata intracellulare e mitocondriale che porta alla produzione di radicali liberi. Gli antiossidanti come il<br />

Q-ter (forma idrosolubile del coenzima Q 10 ), potrebbero limitare o prevenire il danno ototossico. Questo studio ha come obiettivo quello di<br />

indagare il possibile ruolo protettivo del Q-ter sull’ototossicità indotta da gentamicina. Come modello sperimentale sono state impiegate cavie<br />

albine di peso compreso tra 250-300 g. Gli animali sono stati divisi in modo casuale in cinque gruppi: gruppo I (Sham, controllo), animali<br />

trattati con una dose di soluzione fisiologia 0,5 ml somministrata per via intraperitoneale (I.P.): gruppo II GM, animali trattati con gentamicina<br />

(GM) somministrata con una iniezione intramuscolare (IM) ad una dose di 100 mg/kg; gruppo III GM+Q-ter, animali trattati con gentamicina<br />

(IM100 mg/kg) + Coenzima Q 10 Terclatrato (Q-ter) ad una dose di 100 mg/kg I.P.; gruppo IV (controllo farmaco), animali trattati con<br />

gentamicina IM+ la soluzione fisiologia I.P.; gruppo V (controllo antiossidante), animali trattati con il solo Q-ter 100 mg/kg I.P. Tutti gli<br />

animali sono stati trattati per 14 giorni consecutivi. La funzione uditiva è stata valutata mediante la registrazione dei potenziali evocati uditivi<br />

del tronco dell’encefalo (ABR) a 15 e 30 giorni dall’inizio del trattamento. La tecnica di marcatura con Rodamina-Falloidina è stata impiegata<br />

per studiare le modificazioni morfologiche delle cellule. La gentamicina induce un innalzamento di soglia uditiva di circa 45-55 dB nel range<br />

delle alte frequenze che il trattamento con il Q-ter attenua di circa 20 dB. Inoltre, negli animali trattati con gentamicina si osserva, dopo 30<br />

giorni dal trattamento, una perdita di cellule ciliate esterne che procede dalla prima alla terza fila; la prevenzione farmacologica con Q-ter<br />

previene in modo significativo la morte cellulare nel giro mediobasale della coclea. Questo studio dimostra l’ipotesi secondo cui il Q-ter è in<br />

grado di prevenire la formazione di radicali liberi indotta da gentamicina proteggendo, in questo modo, le cellule ciliate esterne<br />

dall’ototossicità indotta da amminoglicosidici e riducendone così la perdita uditiva.<br />

PAROLE CHIAVE: Antibiotici amminolgicosidici • Gentamicina • Ototossicità • Terapia antiossidante • Coenzima Q 10 • Cellule ciliate esterne<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:103-110<br />

RHINOLOGY<br />

Analisi retrospettiva di 697 casi sottoposti a settoplastica: tamponamento nasale versus sutura<br />

tran-settale<br />

I. CUKUROVA, E.A. CETINKAYA 1 , G.C. MERCAN, E. DEMIRHAN, M. GUMUSSOY<br />

Department of ENT and Head & Neck Surgery, Izmir Tepecik Training and Research Hospital, Izmir, Turkey; 1 Department of<br />

ENT and Head & Neck Surgery, Ministry of Health Antalya Atatürk Hospital, Antalya, Turkey<br />

RIASSUNTO<br />

La sutura transettale è stata proposta nell’ambito della chirurgia del setto nasale quale alternativa al tamponamento. L’obiettivo di questo<br />

studio è stato confrontare i risultati nel post-operatorio della sutura trans-settale rispetto al tradizionale tamponamento nasale con Merocel ® .<br />

Sono stati studiati 697 pazienti sottoposti a settoplastica, i quali sono stati suddivisi in due gruppi, quelli in cui è stato effettuato un<br />

tamponamento tradizionale con merocel e quelli in cui è stata effettuata una sutura trans-settale. La significatività statica è stata assunta per<br />

valori di p < 0,05. Il dolore post-operatorio è stato monitorato attraverso scala analogica visiva. Nei due gruppi sono stati confrontati sintomi e<br />

complicanze, ed in particolare sono stati presi in considerazione dolore, sanguinamento, sinechie, ematomi e perforazioni del setto. Fra i due<br />

gruppi non è stata riscontrata una differenza statisticamente significativa riguardo le emorragie, gli ematomi, le sinechie e la perforazione<br />

(p > 0,05). Il livello di dolore, invece, riferito dai pazienti sottoposto a sutura trans-settale era significativamente inferiore rispetto ai pazienti<br />

sottoposti a tamponamento nasale (p < 0,05). Concludendo i pazienti sottoposti a tamponamento nasale dopo settoplastica riferivano una<br />

sintomatologia dolorosa significativamente maggiore, per cui la sutura tran-settale può essere considerata una valida alternativa allo stesso<br />

considerando l’alto livello di soddisfazione riferito dai pazienti.<br />

PAROLE CHIAVE: Settoplastica • Sutura trans settale • Tamponamento nasale<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:111-114<br />

PHONIATRY<br />

Analisi posturografica in pazienti con disfonia disfunzionale prima e dopo trattamento logopedico<br />

riabilitativo


A. NACCI, B. FATTORI, V. MANCINI, E. PANICUCCI 1 , J. MATTEUCCI, F. URSINO, S. BERRETTINI<br />

ENT Audiology Phoniatrics Unit, Department of Neurosciences, University of Pisa; 1 Department of Experimental Pathology,<br />

University of Pisa, Italy<br />

RIASSUNTO<br />

Negli ultimi anni sono state sottolineate le correlazioni tra controllo posturale e funzione vocale. Lo scopo di questo studio è quello di valutare<br />

le alterazioni posturali in soggetti con disfonia disfunzionale e di analizzare le variazioni posturali dopo il trattamento riabilitativo. Quaranta<br />

soggetti con disfonia disfunzionale ipocinetica sono stati sottoposti ad analisi posturografica a occhi aperti e chiusi. I pazienti sono stati invitati<br />

a stare in piedi e respirare normalmente in modo da poter studiare meglio il riflesso vestibolo-spinale. Le variabili considerate sono state:<br />

coordinate del centro di pressione sul piano frontale e sagittale e le deviazioni standard relative (SD), la lunghezza e la superficie del tracciato,<br />

velocità media delle oscillazioni e la relativa deviazione standard, l’analisi spettrale di frequenza delle oscillazioni, Statokinesigramma e<br />

Stabilogramma. In condizioni basali, i parametri più alterati sono stati la superficie e la SD della velocità. Tutti i parametri sono migliorati<br />

dopo il trattamento, in particolare SD (X) e SD (Y), la superficie, la velocità e la relativa deviazione standard; il centro di pressione si è<br />

spostato indietro in tutti i pazienti. I risultati del nostro studio confermano che nei soggetti con disfonia disfunzionale, la maggiore<br />

consapevolezza propriocettiva acquisita attraverso la terapia logopedica permette un miglioramento della loro performance posturale. La<br />

stabilometria statica è un test fondamentale per dimostrare alterazioni posturali in condizioni basali e per valutare il miglioramento dopo il<br />

trattamento riabilitativo.<br />

PAROLE CHIAVE: Postura • Posturografia • Stabilometria statica • Propriocezione, • Disfonie disfunzionali • Trattamento logopedico<br />

riabilitativo<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:115-<strong>12</strong>1<br />

LETTER TO THE EDITOR<br />

Proteine WNT nel carcinoma squamocellulare della laringe e nel carcinoma del rinofaringe<br />

H. GALERA-RUIZ 1 2 , M.J. RÍOS-MORENO 3 , R. GONZÁLEZ-CÁMPORA 3 4 , H. GALERA-DAVIDSON 3<br />

1 Department of Surgery, Faculty of Medicine, University of Seville, Spain; 2 Department of Otorhinolaryngology, Hospital<br />

Universitario Virgen Macarena Hospital, Seville, Spain; 3 Department of Cytology and Histology, Faculty of Medicine, University<br />

of Seville, Spain; 4 Department of Pathology, Hospital Universitario Virgen Macarena Hospital, Seville, Spain<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:<strong>12</strong>2-<strong>12</strong>3<br />

CLINICAL TECHNIQUES AND TECHNOLOGY<br />

Adenoidectomia pediatrica: comparazione tra tecnica endoscopica coblator e curettage a lama<br />

fredda<br />

L. DI RIENZO BUSINCO, A.M. ANGELONE 1 , A. MATTEI 1 , L. VENTURA 2 , M. LAURIELLO 3<br />

Department of Otorhinolaryngology, “S. Spirito” Hospital, Rome, Italy; 1 Department of Internal Medicine and Public Health,<br />

University of L’Aquila, Italy; 2 Department of Pathology, “S. Salvatore” Hospital, L’Aquila, Italy; 3 Department of Experimental<br />

Medicine, University of L’Aquila, Italy<br />

RIASSUNTO<br />

L’obiettivo del nostro studio è stato valutare l’efficacia e la sicurezza dell’adenoidectomia endoscopica coblator in comparazione con la tecnica<br />

di curettage a lama fredda, in una popolazione di pazienti pediatrici. Quaranta pazienti omogenei (4-16 anni) affetti da ipertrofia adenoidea<br />

sono stati suddivisi in due gruppi: pazienti sottoposti ad adenoidectomia con lama fredda (Gruppo A) o con coblator (Gruppo B). Dopo<br />

l’intervento chirurgico sono stati valutati: dolore, giorni con nausea, febbre, grading endoscopico adenoideo, sanguinamento intraoperatorio. A<br />

40 giorni dall’intervento sono state eseguite rinomanometria basale e dopo test di decongestione nasale. Il gruppo di pazienti operati con<br />

tecnica endoscopica coblator hanno riportato minor dolore in prima giornata postoperatoria, minor giorni di dolore, minor uso di<br />

antidolorifici, minor giorni di dieta liquida e minor assenza scolastica. Il gruppo di pazienti A trattati con curettage a lama fredda hanno<br />

riportato un maggior grado di persistenza adenoidea alla rinoendoscopia di controllo, con valori rinomanometrici di alte resistenze nasali<br />

anche dopo decongestione nasale. Questi dati corrispondono alla maggiore persistenza adenoidea dopo curettage a lama fredda, che permane<br />

anche dopo test di decongestione dei turbinati. Il sanguinamento intraoperatorio con coblator era significativamente minore rispetto al gruppo<br />

A. In conclusione l’adenoidectomia coblator ha migliorato significativamente il recupero postoperatorio dei pazienti. La tecnica di<br />

adenoidectomia endoscopica coblator si prefigge come principale endpoint la rimozione completa delle adenoidi, con assenza di residuo<br />

postoperatorio, una maggiore sicurezza in quanto eseguita sotto controllo endoscopico, ed una completa asportazione del tessuto sino alla sua


estensione craniale intranasale.<br />

PAROLE CHIAVE: Adenoidectomia • Coblation • Endoscopia • Radiofrequenze • Lama fredda<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:<strong>12</strong>4-<strong>12</strong>9<br />

CASE SERIES<br />

Malattie infiammatorie intestinali: un fattore di rischio per la paralisi ricorrenziale nella chirurgia<br />

della tiroide<br />

G. CARUSO, E. BENICCHI, C. CIUOLI 1 , F.M. PASSALI 2 , D. PASSALI<br />

ENT Unit, Siena University, Siena, Italy; 1 Endocrinologic Unit, Siena University, Siena, Italy; 2 ENT Unit University Tor<br />

Vergata, Rome, Italy<br />

RIASSUNTO<br />

La paralisi ricorrenziale transitoria o permanente è una possibile complicanza ben conosciuta della chirurgia tiroidea. I dati di Letteratura<br />

indicano un’incidenza variabile rispettivamente tra il 5-8% e l’1-3% 1 . La percentuale riportata di diplegia laringea è dello 0.4% 2 . Le malattie<br />

infiammatorie intestinali (IBD) rappresentano una causa importante di aumentata sensibilità nervosa periferica, in particolare del sistema<br />

nervoso autonomo, che potrebbe spiegare una paralisi transitoria o permanente di strutture nervose coinvolte durante le manovre chirurgiche.<br />

Numerosi meccanismi sono stati ipotizzati ma la reale fisiopatologia di tali disfunzioni resta al momento sconosciuta. In questo articolo sono<br />

riportati i casi clinici di due pazienti affetti da IBD che hanno presentato una paralisi ricorrenziale bilaterale transitoria dopo essere stati<br />

sottoposti a tiroidectomia totale. I nervi ricorrenti una volta identificati sono stati seguiti dalla loro emergenza mediastinica fino all’ingresso<br />

nello spazio crico-tiroideo, evitando accuratamente qualsiasi manovra traumatica e soprattutto ogni causticazione nelle immediate vicinanze<br />

delle strutture nervose.<br />

PAROLE CHIAVE: <strong>Ch</strong>irurgia della tiroide • Paralisi ricorrenziale • Malattie infiammatorie intestinali<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:130-132<br />

CASE REPORT<br />

Schwannoma del simpatico cervicale: descrizione di un caso<br />

P. IACCONI 1 , M. FAGGIONI 1 , C. DE BARTOLOMEIS 1 , C. IACCONI 2 , C. CALDARELLI 3<br />

1 Department of Surgery, 2 Department of Radiology, University of Pisa, Italy; 3 Department of Otorhynolaryngology and<br />

Maxillofacial Surgery, ASL TO2, Ospedale “San Giovanni Bosco”, Torino, Italy<br />

RIASSUNTO<br />

I tumori che originano dalle guaine mieliniche della catena del simpatico sono estremamente rari e rappresentano una sfida diagnostica.<br />

Riportiamo il caso di un uomo di 31 anni che si è presentato alla nostra osservazione con una tumefazione laterocervicale destra asintomatica.<br />

Dopo una accurata valutazione con ecotomografia, TC, RM ed angiografia, la lesione è stata asportata chirurgicamente e l’esame istologico ha<br />

dato il risultato di schwannoma. Vengono discussi diagnosi differenziale e trattamento di tali tipi di neoplasie.<br />

PAROLE CHIAVE: Simpatico cervicale • Schwannoma<br />

Acta Otorhinolaryngol Ital 20<strong>12</strong>;32:133-136

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