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l'azulejo della sipsi: pietre miliari di un percorso - Doppio Sogno

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soluzioni architettoniche, mi sembrò naturale, nel momento in cui si parlava <strong>di</strong> come migliorare il<br />

giar<strong>di</strong>no, suggerire al Dr. Nesci <strong>di</strong> mettere anche <strong>un</strong> azulejo.<br />

Domanda: Perché <strong>un</strong> azulejo, e non <strong>un</strong> altro tipo <strong>di</strong> maiolica italiana, come ad esempio quelle<br />

<strong>di</strong> Amalfi<br />

Risposta: Mi ispirarono i colori <strong>della</strong> scuola, dove il blu, insieme all’arancione, che è il colore <strong>della</strong><br />

vita, è la tinta dominante. Il blu, secondo Luscher, è <strong>un</strong> colore accogliente, materno, sedativo.<br />

Mettere <strong>un</strong> azulejo <strong>di</strong> questo colore all’entrata <strong>della</strong> scuola è come dare <strong>un</strong> abbraccio <strong>di</strong> benvenuto<br />

agli studenti e ai docenti che vengono a lavorare con noi in <strong>un</strong> clima <strong>di</strong>steso, associativo, <strong>di</strong><br />

sospensione del giu<strong>di</strong>zio, come ama <strong>di</strong>re il Dr. Poliseno. Del resto, anche l’ingresso e l’aula grande,<br />

dove si svolgono le videoconferenze, hanno <strong>un</strong>a particolarissima moquette sui toni del blu (fig. 1).<br />

Forse <strong>un</strong> altro motivo che potrebbe avermi con<strong>di</strong>zionato nella proprosta dell’azulejo è il fatto che a<br />

Lisbona ogni palazzo era subito riconoscibile proprio per il suo azulejo: erano tutti <strong>di</strong>versi.<br />

Domanda: Quin<strong>di</strong>, mi corregga se sbaglio, mettere <strong>un</strong> azulejo è come esprimere, attraverso <strong>un</strong><br />

rivestimento, l’identità <strong>della</strong> scuola, che si <strong>di</strong>versifica da tutte le altre.<br />

Risposta: Certamente, anzi mi viene in mente che il rendere visibile imme<strong>di</strong>atamente, dall’esterno,<br />

l’identità <strong>della</strong> scuola, è anche <strong>un</strong> modo per com<strong>un</strong>icare <strong>un</strong>a nostra posizione psicoterapeutica...<br />

Domanda: Si spieghi meglio...<br />

Risposta: Beh, gli antichi psicoanalisti cercavano <strong>di</strong> non cambiare assolutamente nulla nella stanza<br />

d’analisi. A Londra si favoleggia ancora <strong>di</strong> <strong>un</strong> famoso Didatta, ormai scomparso, che ad<strong>di</strong>rittura<br />

aveva comprato tanti vestiti e tante scarpe uguali per indossarli in seduta e non alterare la costanza<br />

del setting quando lavorava con i suoi pazienti. Oggi invece si parla ad<strong>di</strong>rittura del self-<strong>di</strong>sclosure, e<br />

cioè del fatto che l’analista lascia vedere o com<strong>un</strong>ica <strong>di</strong>rettamente al paziente cose che lo<br />

riguardano e che parlano <strong>della</strong> sua identità reale. Come il Dr. Nesci ha inventato <strong>un</strong> lettino<br />

psicoanalitico trasparente e l’ha messo dentro l’aula delle videoconferenze per affermare la<br />

trsparenza dell’operazione psicoanalitica, così a me è venuto in mente che l’azueljo poteva<br />

com<strong>un</strong>icare, a livello inconscio, l’importanza <strong>della</strong> visibilità dell’identità <strong>della</strong> Scuola e degli<br />

psicoterapeuti che si formano in essa anche all’esterno, sul muro <strong>di</strong> <strong>un</strong> “giar<strong>di</strong>no” metaforico.<br />

Domanda: Il giar<strong>di</strong>no sarebbe allora <strong>un</strong>a specie <strong>di</strong> “Terra <strong>di</strong> Mezzo”… tra il fuori e il dentro<br />

del luogo <strong>della</strong> formazione… Ma cosa rappresenta l’azulejo <strong>della</strong> Scuola<br />

Risposta: Tre vedute <strong>della</strong> città <strong>di</strong> Siviglia. Io non l’ho ancora visto ma ho chiesto al Dr. Nesci <strong>di</strong><br />

descrivermelo e <strong>di</strong> spiegarmi il significato <strong>di</strong> questa sua scelta in modo che arrivassi più preparato a<br />

questa intervista. Tuo padre mi ha raccontato che è stato lì in vacanza con la tua famiglia e con la<br />

famiglia Piscicelli... Mi ha detto che ti sei <strong>di</strong>vertita molto e che parli lo Spagnolo quasi bene come<br />

l’inglese…<br />

Domanda: Magari! Per parlare bene <strong>un</strong>a lingua straniera ci vuole molto tempo e molta<br />

pratica… è <strong>un</strong> po’ come la psicoterapia… bisogna entrarci dentro… essere e <strong>di</strong>ventare<br />

pazienti… Ma che legame c’è tra la Scuola e i Piscicelli<br />

Risposta: Il Professor Umberto Piscicelli era il nostro Docente <strong>di</strong> Psicosomatica ma si è ammalato<br />

ed è morto prima <strong>di</strong> poterci fare lezione. La sua fama resta legata agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Psicoprofilassi<br />

Ostetrica. Il figlio Carlo è ginecologo, amico e collega <strong>di</strong> tua madre, la Dr.ssa Averna, ginecologa<br />

ecografista, nostra Docente <strong>di</strong> Psicologia <strong>della</strong> Gravidanza e <strong>della</strong> Vita Prenatale insieme alla Dr.ssa<br />

Rivista internazionale <strong>di</strong> psicoterapia e istituzioni – numero 2 – copyright©2006

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