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Il Guatemala e le condizioni di vita dei piccoli coltivatori ... - ActionAid

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GUATEMALA:<br />

ACCESSO ALLA TERRA E<br />

PICCOLI COLTIVATORI DI CAFFE’<br />

Intervista con Laura Hurtado<br />

Coor<strong>di</strong>natrice della Campagna per il <strong>di</strong>ritto al cibo<br />

<strong>ActionAid</strong> <strong>Guatemala</strong><br />

Questo è un momento critico per il capitalismo globa<strong>le</strong> che,<br />

per continuare a crescere ha bisogno <strong>di</strong> consumare risorse<br />

e lo fa attingendo a quel<strong>le</strong> <strong>dei</strong> paesi più poveri. Anche in<br />

<strong>Guatemala</strong> in questo momento c’è un prob<strong>le</strong>ma <strong>di</strong> sfruttamento<br />

del<strong>le</strong> risorse naturali da parte del<strong>le</strong> multinazionali<br />

che si aggiunge a quello annoso della <strong>di</strong>stribuzione alla terra.<br />

Nonostante la questione della terra sia stata affrontata a<br />

più riprese nel nostro paese, ancora non c’è una ripartizione<br />

equa del<strong>le</strong> ricchezze naturali del paese.<br />

Già nel 1944 e nel ‘54 c’erano stati <strong>dei</strong> tentativi in questo<br />

senso ma con la controrivoluzione del ‘54, la questione era<br />

stata abbandonata. Durante i primi anni ‘80 i campesinos<br />

avevano tentato <strong>di</strong> organizzarsi in sindacato per riven<strong>di</strong>care<br />

i propri <strong>di</strong>ritti, ma essendo l’epoca della guerra civi<strong>le</strong> (1960<br />

-1996) c’era subito stata una dura repressione da parte <strong>dei</strong><br />

militari nei loro confronti, per paura che questi gruppi organizzati<br />

sostenessero la guerriglia. Dopo gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> pace<br />

del ’96, l’attenzione era tutta sul processo <strong>di</strong> pacificazione<br />

interna e ancora una volta il prob<strong>le</strong>ma della terra era tornato<br />

in secondo piano.<br />

Finalmente una convergenza <strong>di</strong> iniziative da parte <strong>dei</strong> campesinos,<br />

<strong>dei</strong> movimenti ecologisti e della società civi<strong>le</strong> ha<br />

fatto in modo che nel 2000 si arrivasse a promulgare la<br />

Ley de desarrollo rural, la <strong>le</strong>gge <strong>di</strong> sviluppo rura<strong>le</strong>, un primo<br />

tentativo <strong>di</strong> riforma agraria che mettesse al centro l’economia<br />

campesina nella questione più ampia del processo <strong>di</strong><br />

sviluppo naziona<strong>le</strong>.<br />

La prima fase della riforma prevedeva che lo stato ricomprasse<br />

la terra dai latifon<strong>di</strong>sti e poi la ri<strong>di</strong>stribuisse, o meglio<br />

la rivendesse a prezzi sociali, ai conta<strong>di</strong>ni. Ma vista la<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> estrema povertà <strong>dei</strong> conta<strong>di</strong>ni, solo pochissimi<br />

potevano accedere a forme <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to per acquistare la terra,<br />

e quelli che riuscivano a farlo, non avevano comunque<br />

risorse per investire nella coltivazione, per l’istruzione <strong>dei</strong><br />

figli, per <strong>le</strong> cure sanitarie, e venivano pertanto sospinti verso<br />

una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> povertà ancora maggiore.<br />

Negli anni successivi la Ley del desarrollo rural è <strong>di</strong>ventata<br />

Ley de desarrollo rural integral includendo anche <strong>le</strong><br />

questioni della sicurezza alimentare, del <strong>di</strong>ritto alla salute,<br />

all’istruzione, allo sviluppo socia<strong>le</strong> <strong>dei</strong> conta<strong>di</strong>ni. Ma se la<br />

<strong>le</strong>gge adesso affronta più aspetti, è “integra<strong>le</strong>”, rimane il<br />

prob<strong>le</strong>ma della sua imp<strong>le</strong>mentazione che è ancora piuttosto<br />

lacunosa.<br />

La situazione è peggiorata in questi anni <strong>di</strong> crisi <strong>dei</strong> prezzi.<br />

I conta<strong>di</strong>ni, che sono in preva<strong>le</strong>nza nativi maya, soffono <strong>di</strong><br />

quella che si definisce “fame struttura<strong>le</strong>”, ovvero una fame<br />

che <strong>di</strong>pende dalla <strong>con<strong>di</strong>zioni</strong> <strong>di</strong> povertà nella quali si trovano<br />

da secoli, dovuta a una <strong>di</strong>stribuzione non equa del<strong>le</strong> risorse.<br />

Esiste poi una “fame congiuntura<strong>le</strong>” dovuta all’aumento <strong>dei</strong><br />

prezzi e ai mutamenti climatici degli ultimi anni, che hanno<br />

creato fenomeni atmosferici che hanno danneggiato il raccolto<br />

(scarse piogge, ciclone Stan).<br />

In una situazione così <strong>di</strong>ffici<strong>le</strong> per i campesinos si aggiungono<br />

<strong>le</strong> forti pressioni che ricevono dal<strong>le</strong> multinazionali per<br />

vendere <strong>le</strong> proprie terre. Se sono poco produttive o ancora<br />

gravate <strong>dei</strong> debiti contratti per acquistar<strong>le</strong>, non è <strong>di</strong>ffici<strong>le</strong><br />

convincere i conta<strong>di</strong>ni a ceder<strong>le</strong>.<br />

E così <strong>le</strong> multinazionali si appropriano <strong>di</strong> terreni enormi che<br />

riconvertono a monocolture, creando prob<strong>le</strong>mi non solo a<br />

livello <strong>di</strong> singo<strong>le</strong> famiglie o <strong>di</strong> picco<strong>le</strong> comunità, ma anche<br />

a livello macro. Fino a <strong>di</strong>eci anni fa il <strong>Guatemala</strong> era autosufficiente<br />

per produzione <strong>di</strong> mais, principa<strong>le</strong> ingre<strong>di</strong>ente<br />

dell’alimentazione, oggi il 38% del mais è importato, principalmente<br />

a causa della riconversione del<strong>le</strong> terre per la<br />

produzione <strong>di</strong> agrocombustibi<strong>le</strong>. Inoltre, sia la monocoltura<br />

che i progetti <strong>di</strong> industria estrattiva o per la produzione<br />

<strong>di</strong> energia idroe<strong>le</strong>ttrica hanno portato ad una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

controllo della terra. Intere comunità sono state costrette a<br />

spostarsi perché <strong>dei</strong> corsi d’acqua erano stati prosciugati

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