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profonde cicatrici sul viso e un lungo vestito lacero e sporco. È <strong>in</strong>cattivito,<br />

cerca clienti, attacca briga con tutti per il prezzo da pagare.<br />

Arriva il giovane spilungone che doveva passare da C<strong>in</strong>kansi<br />

a tutti i costi. Dice a un aiutante di caricare i suoi sacchi pesantissimi<br />

e parte per ulteriori acquisti. L’aiutante sta <strong>in</strong>zuppando di<br />

sudore la sua maglietta sporca di polvere. In piedi sul tetto del<br />

pulm<strong>in</strong>o, schiaccia i bagagli per farne stare di più. Ormai il pulm<strong>in</strong>o<br />

è pieno, ma niente lascia <strong>in</strong>tendere che stia per partire.<br />

Kaboré, l’autista, è vestito di bianco. Ha un’aria dolce, parla<br />

con una cadenza lenta. Ha l’aria di un uomo che sa sempre trovare<br />

una buona ragione per tutto.<br />

«E la parte del rospo» gli fa uno passando.<br />

«È sempre <strong>in</strong> basso» risponde Kaboré ridendo.<br />

«Un telefono A Bitou, appena dopo la frontiera, ce n’è uno.»<br />

La notizia mi mette di buon umore. «Roba c<strong>in</strong>ese», dice la donna<br />

accanto a me rigirando una lampada tra le mani, «non va mica<br />

bene. Dopo un po’ com<strong>in</strong>cia a fumare. Da qui, vedi Le cose dei<br />

c<strong>in</strong>esi non vanno mai bene». Mentre il pulm<strong>in</strong>o giace sf<strong>in</strong>ito sul<br />

piazzale i venditori ambulanti cont<strong>in</strong>uano a girare e a <strong>in</strong>filare la<br />

loro merce dai f<strong>in</strong>estr<strong>in</strong>i. Le donne cont<strong>in</strong>uano ad acquistare roba:<br />

una tuta, una padella, due foulard, un cappello di velluto. Il peul è<br />

seduto <strong>in</strong> fondo a chiede consiglio alla donna che odia le lampade<br />

c<strong>in</strong>esi.<br />

«Tu che te ne <strong>in</strong>tendi, prendimi un foulard per mia moglie.»<br />

«Com’è, nera nera o un po’ chiara»<br />

«Un po’ chiara.»<br />

«Allora sta bene con uno nero», e prova il foulard sul braccio<br />

della donna accanto, che allatta il bamb<strong>in</strong>o. La ghaneana sta nell’angolo<br />

<strong>in</strong> fondo. Silenziosa.<br />

Non ne posso più. Sono le undici. Cont<strong>in</strong>uo a chiedere al vieu<br />

quando si parte, ma lui si ost<strong>in</strong>a a dire: «Subito, subito». Poi si<br />

volta e scompare nella folla.<br />

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