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Renata Salvarani La cristianizzazione delle campagne: le pievi dell ...

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l'aspetto che interessa in questa sede - si hanno <strong>le</strong> prime attestazioni di<br />

interventi diretti organizzati nel<strong>le</strong> <strong>campagne</strong> da parte <strong>dell</strong>a Chiesa,<br />

rispettivamente per l'attività caritativa e evangelizzatrice.<br />

Gaudenzio, già membro del c<strong>le</strong>ro bresciano prima di essere consacrato<br />

vescovo e autore di ventuno omelie, descrisse la popolazione <strong>dell</strong>a sua<br />

diocesi divisa in quattro comunità: i pagani, gli ebrei, gli eretici, i cristiani18.<br />

I primi erano per lo più appartenenti ai ceti più alti e colti, vivevano nel lusso<br />

e continuavano a rappresentare una pericolosa attrattiva per i cristiani più<br />

facoltosi, recentemente convertiti, che con loro commerciavano e<br />

trafficavano. <strong>La</strong> comunità giudaica aveva una consistenza ta<strong>le</strong> da indurre la<br />

costruzione di una sinagoga e da dare luogo a conversioni19. Gli eretici<br />

erano preva<strong>le</strong>ntemente ariani, spesso protetti dalla corte imperia<strong>le</strong> residente a<br />

Milano. I cattolici, infine, erano per lo più concentrati in città e fra loro,<br />

probabilmente, la maggioranza era composta da poveri, miserabili e servi.<br />

Tuttavia non mancavano famiglie facoltose, al<strong>le</strong> quali si rivolgevano i<br />

rimproveri di Gaudenzio, che rinfacciava loro di vivere nel lusso trascurando<br />

i bisogni e<strong>le</strong>mentari dei contadini che vivevano sul<strong>le</strong> loro proprietà e che<br />

restavano ancora in gran parte pagani20. Proprio questo accenno getta luce<br />

sulla situazione degli insediamenti rurali, che, a quest'epoca apparivano<br />

ancora esclusi dal processo di organizzazione e strutturazione <strong>del<strong>le</strong></strong> Chiese<br />

diocesane, ma cominciavano ad essere oggetto di preoccupazioni pastorali<br />

specifiche e, con ogni probabilità, di un'azione missionaria programmata e<br />

avviata con decisione.<br />

Dalla città al<strong>le</strong> <strong>campagne</strong><br />

Per tutto il IV secolo, quindi, la diocesi coincise con la città; l'azione<br />

pastora<strong>le</strong> doveva essere ancora tutta polarizzata sul centro episcopa<strong>le</strong>: i<br />

vescovi sembrano permane collocati nella prospettiva pa<strong>le</strong>ocristiana indicata<br />

dal concilio di Sardica del 343: "episcopus est in omni et sola civitate".<br />

E' diffici<strong>le</strong> ricostruire riferimenti cronologici precisi, tuttavia questo<br />

stato <strong>del<strong>le</strong></strong> cose dovette protrarsi a lungo. Da una parte, la configurazione<br />

urbana <strong>dell</strong>a chiesa vescovi<strong>le</strong> comportava un notevo<strong>le</strong> accentramento<br />

organizzativo e amministrativo, che non dovette facilitare la diffusione del<br />

messaggio cristiano nel<strong>le</strong> aree periferiche e rurali. Dall'altra<br />

l'evangelizzazione <strong>del<strong>le</strong></strong> <strong>campagne</strong> si presentava particolarmente<br />

prob<strong>le</strong>matica, soprattutto nel<strong>le</strong> aree montuose e scarsamente col<strong>le</strong>gate con <strong>le</strong><br />

grandi vie di comunicazione. Il comp<strong>le</strong>tamento <strong>dell</strong>a <strong>cristianizzazione</strong> restò<br />

un obiettivo molto lontano per tutto il IV e il V secolo, tanto che la Passio<br />

Sancti Vigilii affidava al vescovo, poi venerato come martire confessore, un<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

Epistula 2, 2-3, PL 13, p. 553.<br />

CATTANEO 1963, pp. 350-355; GAUDENTII Tractatus, CSEL, 68, XIII, 28, p. 122.<br />

RUGGINI 1959, pp. 186-308.<br />

GAUDENTII Tractatus, CSEL, 68, XIII, 22-23, pp. 120-122.

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