Le cedole di Mantova - Cartamoneta Italiana

·- •

JJ PiCCOlO, di gambe corte,
abbastanza muscoloso,
sanguigno e ancora
magro a tren~anni. Ha un corpo
resistente e sempre pronto,
una sensibilita e una resistenza
di nervi meravigliose, reazioni di
una pronteua fulminea, illimitata
capacita di lavoro; II sonno gli
viene a comando": cos; 10 storico
Georges Lefebvre descrive Napoleone
Bonaparte, che gioc6 un
ruolo di prima piano nell'assedio
di Mantova dei 1796- 1797, determinando,
anche se indirettamente, I'emissione di cedole in
sostituzione della moneta metallica.
1I denara e uno strumento indispensabile per la convivenza
sociale di ogni comunita umana. Anche la collettivita
che vive all'interno di una citta assediata ha bisogno dei
denara, per le sue funzioni insostituibili di moneta minuta,
i pagamenti di generi di prima necessita, altre che come
misura di valore e strumento di immagazzinamento della
ricchezza.
Nel corso di un assedio I'esigenza piu urgente, altre al reperimento
di riserve alimentari, e sempre quella di avere
denara per il pagamento delle truppe impiegate nella difesa.
La maggior parte dei circolante, prima deli'accerchiamenta,
e di solito impiegato per I'acquisto di derrate alimentari
(al fine di prolungare la resistenza), e il rimanente
viene tesauriuato come estrema riserva per un futura a dir
A . Napoleone Bonaparte nella
battaglia dei ponte di Areale dipinto
ad Antoine-Jean Gros (fante: web)
poco incerto. t quindi comprensibile
come la maggior parte delle
ciM assediate, avendo la necessita
di disporre di circolante, abbia
emesso "moneta ossidionale" (da
obsidionem, cioe "assedia").
Alla carenza di divisionale minuto
si sopperisce usando come moneta
spicciola battoni, tondelli di
metalla, monete di cartone ricavate
dalle copertine di bibbie 0 di libretti da messa, carta e
cartoncini di varia tipo. Questi oggetti, ai quaIi viene attribuita
temporaneamente una funzione e un valare monetale,
spesso tramite I'apposizione di una 0 piu timbrature e/o
delle firme dell'autorita emittente, diventavano dei buoni
(Ie cosiddette cedole) owero denara corrente. Nello specifico,
le cedole riportano in tutto 0 in parte le seguenti indicazioni:
il valore corrente, la data di emissione, il suggello
dei soggetta emittente, le firme di convalida e un esplicito
riferimento ai beni sopra i quali viene garantita la moneta
ossidionale. Le poche righe di stampa semplice e rozza e
10 stile grafico scarno ma essenziale, rendono le cedole dei
documenti monetali di grande suggestione e fortemente
evocativi.
Torniamo ora al contesto storico nel quale sono nate le
cedole oggetto di queste pagine e al personaggio chiave di
1796: Napoleone in Italia
,
•
I
•
I
di Stefano Poddi

questa vieenda: Napoleone Bonaparte, il condottiero nato
ad Ajaecio (Corsiea), il 15 agosto 1769. La Franeia rivoluzionaria,
nel 1792, diehiar6 guerra ad Austria e Prussia. 11
Direttorio individu6 come sua strategia due linee offensive
contemporanee: la prima nei territori bagnati dal
Reno, sferrata dai generali Jourdan e Moreau, e la
seconda sui territori italici comandata da Napoleone.
Proprio in seguito a questo inearico il Corso venne
nominato, il 27 marzo 1796, comandante supremo
deli'armata d'ltalia.
Solo due giorni dopo la nomina, Bonaparte era a Nizza
per arringare le sue truppe, allettandole con la promessa
di un lauto bottino: "Soldati, siete nudi [...] ma
io voglio condurvi nelle pianure piu fertili dei mondo.
Rieche provinee e grandi eitta saranno in vostro potere;
troverete onore, gloria e rieehezza. Soldati d'ltalia,
vi manea forse il coraggio e la costanza7". La strategia
di Napoleone era quella di contare piu sull'intelligenza
ehe sulla forza: "Egli si vanta di aver ripudiato I'ideologia;
non dimeno questi e rimasto un uomo dei
XVIII secolo, razionalista e philosophe. Lungi da fare
affidamento sull'intuizione, fa assegnamento sul sapere
e sullo sforzo metodico. [...] Nel corso deila sua
aseesa, ha fatto di volta in volta esperienza di tutte
le passioni umane e ha imparato ad awalersene: sa
come sfruttare I'interesse, la vanita, la gelosia e persino
la disonesta; ha visto ci6 ehe pu6 ottenere dagli
uomini eeeitando in loro il sentimento dell'onore ed
esaltandone I'immaginazione; ne ignora il terrore ehe
li rende servi". Dunque, Lefevbre mette in evidenza la
eapacita di Napoleone di usare le reazioni psicologiehe
degli uomini, sfruttandole a suo vantaggio.
Nella eampagna d'ltalia, Bonaparte gioc6 la earta della
sorpresa entrando in Italia attraverso il valico tra le Alpi e
l'Appennino ligure, a fine marzo dei 1796. Aveva 37.600
soldati raecoglitieei, impreparati e insofferenti alla diseiplina,
24 piecoli eannoni da montagna e 400 eavalli e viveri per
un solo mese (a mezza razione al giorno) oltre a 300.000
franehi per pagare i militari.
I1 2 aprile 1796 inizi6 la eampagna lampo contro il Piemonte:
Napoleone, dopo aver sbaragliato I'esereito austriaco a
-
LE CEDOLE OSSIDIONALI
DI MANTOVA I 1
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C- La battaglia dei ponte di Arcole in un dipinto otto(entesco
(fonte: web)
D - Editto dei (ommissario imperiale Filippo (ocastelli,
6 ottobre 1796
E- Awiso della Regia giunta di goyerno dopo i lalsi, 14 ottobre 1796
24
perehe molto vi resta ancora da fare [...] tutti, tomando
alle loro case, vorranno poter dire: ero nell'armata ehe ha
conquistato I'Italia". E non era solo la gloria a cui faeeva
nfenmento il Corso.
II Dlrettorio, oltre alla raecomandazione ehe I'arrnata vivesse
a spese dei paese conquistato (tramite I'imposizione
di fortissimi eontributi), aveva inviato direttive per il saeeheggio:
"Cittadino Generale, II Direttorio e convinto ehe
per voi la gloria delle belle arti e quella dell'armata ai vostri
ordlni siano inscindibili. [...] 11 Direttorio eseeutivo vi esorta
pertanto a eereare, riunire e far portare a Parigi tutti i piu
preziosi oggetti di questo genere, e a dare ordini precisi per
I'illuminata eseeuzione di tali disposizioni".
Napoleone, seguendo le direttive rieevute, si impadroni in
Piemonte di 400.000 lire trovate nel Tesoro pubblieo e
nelle zone ottenute con I'armistizio di Cherasco impose un
eontributo di 5 milioni.
Dopo il Piemonte, Bonaparte mirava alla conquista della
Lombardia e delle Venezie per seonfiggere l'lmpero d'Austria;
ma per fare questo doveva espugnare la piazzaforte
di Mantova, eapitale dell'omonimo Ducato. Lo scontro dei
ponte di Lodi dei 10 maggio non fu la battaglia decisiva
ehe poi venne deseritta, nelle lettere e nei bollettini inviati
al Direttono, sia da Napoleone ehe da Cristoforo Antonio
Salieeti, commissario civile dell'Armata
d'ltalia.
Anehe la propaganda sostenne
questa versione, faeendo stampare
a Genova (su Istruzioni di Guillaume-Charles
Faipoult) un'ineisione
destinata ad avere un'ampia diffusione.
~ineisione rappresentava Banaparte
In prima fila nella battaglia
di Lodi, con la bandiera in pugno.
La realta era un'altra: loscontra era
stato vinto di misura dai Franeesi e
I'armata austriaca, lungi da 11'essere
distrutta, si stava ritirando in perletto
ordine.
11 i 5 maggio dei 1796, dopo soli
einque giorni dalla battaglia di Lodi,
Napoleone entrö trionfalmente a
Milano, da dove il giorno 19 ema-
~.. _a...._ ...
b
~.-,._
11. Co_
FRANCISCUS 1/_
DoI ......_-....-
COCAS"II_LLI.
nö un decreto ehe fissava il eontributo della Lombardia in
20 milioni di lire. In attesa di Intascarli, vennero svuotate
le casse dei Monte di piet!l e quelle eedesiastiehe; tutto
venne confiscato: argento, oro e gioielli; inoltre vennero
requisiti viveri, cavalli e oggetti di prima neeessita. Dopo
la Lombardia anehe gli altri Stati italiani vennern costretli
a comprare la propria neutralita: il Duca di Parma dovette
pagare 2 milioni di lire, mentre il duca di Modena sborsö
10 milioni di lire, oltre ad una ventina di quadri.
Da una stima sommaria di fonte franeese dei dieembre
1796, il bottino legale era arrivato a 46 milioni di lire in denaro
e 12 milioni di lire in natura. Ma il saeeheggio non fini
qui, perehe anehe i componenti dell'armata, a comineiare
dai generali, si arrieehirono. Napoleone si appropriö di circa
3 milioni di lire, oltre ai regali e agli oggetti d'arte inviati alla
sua famiglia.
A Napoleone mancava Mantova per completare la conquista
franeese dei quadrilatero costituito dalle fortezze di
Pesehiera dei Garda, Legnago e Verona. La eitta dei Gonzaga
era I'unico possedimento austriaeo rimasto in territorio
italiano e, per espugnarla, Bonaparte la sottopose a ben
tre assedi.
PRIMO ASSEDIO
(3 GIUGNO 1796 - 31 LUGLIO 1796)
Per fronteggiare la situazione, nella ciM di Mantova venne
costituita una Giunta interinale di governo, diretta dal conte
Luigi Cocastelli, il quale prowide a costituire una notevole
seorta di derrate alimentari. Dopo un prima assalto, ehe
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V,II. P.,:.

venne respinto dagli Austriaci il 31 maggio 1796, le truppe
comandate dal generale Jean-Mathieu Philibert Serurier,
cinsero Mantova in assedio il 3 giugno 1796. Lo stesso
glomo venne conquistato il C3stello di san Giorgio, una
fortezza vieina alla cinta muraria di Mantova, il ehe poteva
far presagire un rapido epilogo dell'assedio. Ma eia non
awenne in quanta Napoleone era impegnato su altri due
fronti: quello dello Stato Pontifieio e quello dei Granducato
di Toscana.
I1 giorno 4 giugno Luigi Cocastelli fuggi da Mantova e,
da allora in poi, le "grida" egli "awisi" vennero firmati da
Cauzzi, nella sua qualita di vieepresidente deila Giunta interinale
di governo. 1I generale Serurier intanto sehierava
I'artiglieria: i suoi 49 eannoni insieme ai 130 ehe erano stati
prelevati dal Forte Urbano, nello Stato Pontificio: 179 bocehe
da fuoeo ehe erano puntate contro la eiM assediata.
Tutto era pronto ma, il 29 luglio, Bonaparte ordina a Serurier
una ritirata verso nord, in vista di un imminente contrattaeco
austriaeo. Dopo aver reso inservibili i suoi eannoni, il
generale si ritira verso Marcaria sull'Oglio, togliendo I'assedio
aMantova il 31 luglio 1976.
11 generale austriaco Dagobert Sigmund Würmser, sueeeduto
al generale Jean-Pierre Beaulieu, aveva radunato
a Trento circa 50.000 uomini per liberare Mantova
dall'assedio. 11 29 giugno le avanguardie dell'esereito
austriaco obbligarono il generale Andre Massena a
ritlfarsi oltre il Mineio e ad abbandonare Verona. Loffensiva
austriaca prosegui con il generale austriaeo
Vitus Peter Quosdanovieh ehe conquista Sala, venendo
tuttavia fermato dal generale franeese Pierre Francois
CharIes Augereau a Breseia il 1 0 agosto.
La sltuazione dell'armata franeese non era mai stata
cosi grave. Bonaparte taeeva, avendo abbandonato i
sUOI uomini per ragglungere, a Breseia, I'amatissima
(una creola di sei anni piü grande di lui), di eui si
era irrimediabilmente invaghito, tanto da sposarla il
3 ma rzo 1796.
Lavanzata austriaca verso Mantova riprese eon i generali
Würmser e Quosdanovieh ehe proeedettero
separatamente, fin quasi a riunirsi a sud dei jagD di
Garda. Würmser indugia alcuni giorni presso Valeggio
sul Mincio, in attesa di notizie eerte sull'effettiva
levata dell'assedio di Mantova. Questo lasso di tempo
permise a Napoleone di predisporre le proprie
forze e di seonfiggere separatamente i due generali
austriaei: Quosdanovieh venne battuto dal generale
Massena nella battaglia di Lonato e Würmser fu
sbaragliato da Augereau il 5 agosto a Castiglione delle
Stiviere.
SECONDO ASSEDIO
(7 AGOSTO 1796 - 12 SETIEMBRE 1796)
1I 7 agosto i Franeesi assediarono di nuovo Mantova, mentre
Würmser, dopo aver trovato un ricovero per i feriti e i
-
malati, si ritirava verso nord. 1I 1 0 settembre, mentre il grosso
della truppa era aneora a Trento, Würmser sferra una
ulteriore offensiva, ma grazie ai rinforzi giunti dalla Francia,
ora Bonaparte poteva disporre di 32.000 uomini.
Massena e Augereau seonfissero il generale austriaco Davidovieh
a Rovereto, quindi attaeearono, a Primolano e sueeessivamente
a Bassano, le retrovie di Würmser. Quest'ultimo
si rifugia aMantova il 12 settembre, quindi tenta di
uscime con la battaglia di San Giorgio dei 15 settembre,
nella quale venne sconfitto e costretto ad asserragliarsi di
nuovo nella ciM assediata.
Larrivo di Würmser e dei suoi soldati, pur portando a
23.000 il numero dei difensori della eiM, si rivela piu dannoso
ehe utile. Le riserve di viveri diminuirono infatti piü
rapidamente per eui, in breve tempo, gli assediati per sfamarsi
dovettero rieorre alla carne dei cavalli.
LE CEDOLE OSSIDIONALI
DI MANTOVA I 2
Cedol.a di NO v B L IR 8
Moner.a di Mölnlova spC'lldibile
came dfclli\'o danoaro in osni
d Casu, e d.. 0Glli persona a noT·
fl ma dcll'Ediuo di questo giorn.
6. Ottobre J7nO....ßli sei.
,SCORZA. ~
.I(,
Cc~ol& III ~;u~ Z; .
.O~.
, Moneta di Manrova SpclJdibile
:oe comc dfcui..-o d.naro in ogO!
d Cant, e da ogni persoo.t a nor·
~ m. deli' Ediuu d. queslo giomo
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t , ~f'.., ~; ~
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Cedot:a di ~...6,,, ,,..,
~
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Moneta di Mallrov3 sprndibiJc
(ome drelt: va d.llnuo in ogni
Ca~a, e da ognl persona. nor­
ma deli' Ediuo di qU(SfO siorra
et
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~~o,~~.n.. sei.
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R&~jr'o N.7r,;t#Od.
i. 9Jr~
R ~1J;s,.• N.
5 - (edola ossidionale mantovana da 9lire
6 - (edola ossidionale manlovana da 12 lire
7 - (edola ossidionale mantovana da 18 lire
8 - (edola ossidionale mantovana da 45 lire
f
--
25

TERZO ASSEDIO ECADUTA DELlA onA
(15 SEnEMBRE 1796 - 2 FEBBRAIO 1797)
11 15 settembre Mantova era stretta e isolata dal blocco;
a fine mese Würmser verso ai suoi soldati 330.803 fiorini
austriaci e in cassa ne rimasero solamente 18.000. 11
mese successivo la spesa per I'armata sarebbe ammontata
a 330.000 fiorini, quindi il 2 ottobre Würmser, in accordo
con la Giunta interinale di governo, promasse I'emissione
straordlnana di buoni d'emergenza, owero di cedole. 11 6
ottobre tale decisione venne convalidata da un editto dei
commissano Impenale LUigi Cocastelli. Per dare concreta
esecuZlone all'editto venne creata una Commissione di
zecca, alla CUI direzione venne preposto Baldassarre Scorza,
assessore e direttore della contabilita. Della commisslone
facevano parte I'assessore delle finanze Antonio Gobio,
I'awocato fiscale Trentl, il capa ragioniere Castlglioni, I'assessore
Tonni, i raglonieri Giuseppe Paroli, Giovan Battlsta
Noe, Gaetano Asti e 10 stesso Luigi Cocastelli.
Reperire dei denara aMantova era quanta mai difficile, per
cui la Commisslone incaricata di questo non trovo modo
mlgliore che mettere mano ai fondi della cosiddetta "rnanomorta".
Venne "ordinato" ai religiosi esistenti in citta e alla fiorente
Universita degli studi degli ebrei un "prestita" (in realta
si trattava di una requisizione) degli argenti, che non fossero
strettamente indispensabili per le necessita dei culto.
Allo Scorza, che era cremonese di nascita ma mantovano
UN PEZZO UNICO:
lA CEDOlA DA 135 LIRE
Cedola di LI R E
CBNTOTRENTACINOUE
Mallet.! di Maoluva spendibile
cam:: dfc:riva danara in agni
d Cassa, e

•
I
TunE LE CEDOLE OSSIDIONALI: CARAnERISTICHE TECNICHE
In data 6 ottobre 1796 la Commissione della Zecca de­
Iiber6 I'emissione di cedole di vano taglio: da 10 soldi
fino a 135 lire, per un totale di 1.500.000 lire mantovane
(equivalenti a 500.000 lire milanesi). 11 formate delle cedole
e di mm 72 x 80 circa ed e unico per tutti i valori; la
filigrana e assente e la carta usata e una vergatina, un tipo
di carta fatta a macehina mo~o resistente, attraversata in
trasparenza da righe contigue intercettate perpendicolarmente
da righe piu marcate distanziate di 2-3 centimetri.
Le prime cedole vennero compilate a mano, stampate
con un taglio variabile (fra quelli previsti) a seconda deila
necessIta; all'inlzio, il valore scritto nel teste riportato sulla
cedola e le firme vennero manoscritte.
Dal 22 ottobre 1796, costatato come fosse facile alterarne
il valore, la Commissione decise che, al fine di evitare
falsificazioni, le cedole emesse da quel giorno in poi
avrebbero riportato un valore prefissato (tra quelli previstil
nel testo e una firma, entrambi a stampa, mentre le
altre firme sarebbero state manoscritte e apposte solo
al momente dell'immissione in circolazione (entrambi
tipi di cedole menzionate riportano la stessa data, che e
quella dell'editto dei commissario Cocastelli, owero il 6
ottobre 1796).
Le cedole recano nella parte alta, posto sopra una parentesi
graffa stampata in orizzontale, il valore sempre
manoscritto della cedola stessa e due timbri a inchiostro
rosso con I'aquila bicipite coronata, caricata sul petto del­
10 stemma austriaco, uno in alto a destra e I'altro in alto
a sinistra a cavallo deila matrice.
II testo deila cedole e composto da sei righe ed e identico
per ogni cedola, aparte il taglio della cedola stessa:
"Cedola di (valore in lettere manoscritto 0 stampato) I
Moneta di Mantova spendibile I come effettivo danaro
in ogni I Cassa, e da ogni persona a nor [ ma dell'Editto
di questo giorno [6. ottobre 17novanta sei"; seguono le
firme (tutte e tre manoscritte 0, in alternativa, una stampata
e due manosaitte). Ad eccezione di quella di Cocastelli,
le firme di tutti i componenti della Commissione
di zecca, manoscritte 0 stampate, risultano apposta in
alternativa sulle cedole emesse.
In realta, di cedole ne vennero emesse 887.860 per
cornplessive lire mantovane 7.536.480 in nove valori:
6.000 lire in cedole da 10 soldi, 9.000 lire in cedole da
1 lira, 163.600 lire in cedole da 3 lire, 388.200 lire in
cedole da 6 lire, 146.580 lire in cedole da 9 lire, 89.820
lire in cedole da 12 lire, 62.840 lire in cedole da 18 lire,
19.660 lire in cedole da 45 lire, 2.160 lire in cedole da
135 lire. Di queste tra le 10.000 e le 12.000 cedole,
vennero in seguito "abbnugiate perche lacere, alterate 0
lorde", per un valore di circa 520.000 lire.
bandiera in pugno davanti ai suoi uomini (questa volta per
dawero) per incitarli al cornbattirnento; il suo gesto ebbe
grande presa sui combattenti e Arcole venne conquistata.
Tra i Francesi egli Austriaci, nel corso dei mese di novembre,
si apri una trattativa per trovare un accordo, sulla ripartizione
dei territori contesi e sulle competenze da esercitare,
che per6 non and6 a buon fine. Alvinczy, dopo la sconfitta
dei ponte di Arcole, era riuscito a raggnuppare di nuovo
34.000 uomini con cui tentare di sconfiggere i Francesi
aMantova. Dopo diversi scaramucce e attacchi di limitata
portata, i due eserciti si scontrarono a Rivoli Veronese dove,
ancora una volta, Napoleone ebbe ragione dei nemico.
11 15 gennaio il generale austriaco Provera e la sua truppa
arrivarono in vista di Mantova, dove trovarono i Francesi
assedianti agli ordinl di Senurier ma, quando alle loro spalle
si materializz6 Napoleone con le sue tnuppe, per il generale
divenne inevitabile dichiarare la resa. Würmser, senza piu
poter sperare nell'arrivo di rinforzi, il 2 febbraio 1797 sigl6
la resa di Mantova con il generale Serurier, che gli concesse
di abbandonare la citta con una scorta e I'onore delle armi.
"I Francesi trovarono la citta ridotta al piu cupo squallore
dalle sofferenze indicibili dell'assedio. [...J La difesa della
fortezza aveva costato piu di sei milioni di lire di Milano
prelevati a furia di requisizioni e di prestiti, contro il semplice
rilascio di vaglia 0 di cedole, pagabili ad assedio finito.
Sconfitta l'Austria, garante dell'emissione, ehi avrebbe
risarcito i creditori; come si sarebbe colmato il vuoto delle
casse pubbliche7". Cosi, 10 storico Alessandro Luzio descrive
Mantova ed esprime i suoi dubbi circa la restituzione
dei contante ai sottoscrittori di vaglia e cedole, emessi dagli
Austriaci, una volta entrati in citta i Francesi.
Dal 3 febbraio 1797, dopo la caduta di Mantova, si insedi6
in citta una Commissione amministrativa francese, gia operante
da ternpo a Bozzolo, ehe era costituita da tre membri
- Le Marois Duboscq, Gouin e Feyt - e da un segretario,
Rouher. La Commissione aveva il "compito di predisporre
le requisizioni in denare e generi indispensabili alle tnuppe
per la prosecuzione della guerra". La nuova arnministrazione
mantovana - Ja Congregazione municipale - dopo I'entrata
dei Francesi in citta, decise in accordo con Senurier,
tramite I'awiso dei 9 febbraio 1797 (21 piovoso anno VI),
di mettere fuori corso le cedole. 11 rimborso sarebbe awenuto
grazie all'erezione di un Monte di prestito, con conseguente
emissione di titoli fnuttiferi da 3.600, 1.800, 900,
600 e 300 lire, con un interesse dei 4% annuo.
Nello stesso awiso venne previsto il ritiro delle cedole
(circa 500.000 lire mantovane) per le quali veniva fissata
"I'immediata redenzione in effettivo contante di quelle di
77

F - Un raro esemplare in alla conservazione dei 20 soldi ossidionali
di Mantova. Ex asta Na( 47, 2008, n. 206
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Volonte L. 1963, La carta moneta in Italia, 8010gna.
soldi 10, e saldi 20 (1 lira mantovana) [...] ehe saranno
cambiate alla cassa dei Pubblico".
I saeeheggi franeesi non risparmiarono ne Roma ne Venezia:
I'armistizio seguito all'oeeupazione delle Legazioni,
awenuta fra il 18 e il 23 giugno 1797, costö allo Stato
Pontifieio 21 milioni di lire, 100 opere d'arte e 500 preziosi
manoseritti; la conquista della Serenissima rese inveee ai
Franeesi 3 milioni di lire, 5 navi, 20 quadri e 500 manoscritti.
La campagna d'ltalia si eoncluse il 18 ottobre 1797 eon
il Trattato di Campoformio: I'Austria ottenne, oltre a l'lstria
e alla Dalmazia (gii! eedute nel Trattato di Loeben dei 18
aprile 1797), Venezia e i territori di terraferma fino all'Adige
e Salisburgo. La Franeia conservö le Isole lonie e ottenne i
Paesi Bassi austriaei, i territori veneti in Albania e I'oeeupazione
deila riva sinistra dei Reno. La Repubbliea Cisalpina
ottenne, oltre al rieonoseimento formale da parte dall'Austria,
anehe le tre ex Legazioni pontificie di 8010gna, Ferrara
e la Romagna, oltre ai territori di Bergamo, Brescia e Crema.
Si puö ben eomprendere, in dfinitiva, eome I'awentura italiana
sia stata il crogiolo nel quale Napoleone 80naparte si
forgiö; mentre il Direttorio compiva, 0 laseiava ehe si compisse,
il passo deeisivo verso una guerra illimitata. 11 28 dieembre
1797 Napoleone, forte degli allori mietuti in Italia,
venne nominato al pasta di Lazare Carnot (povero e laborioso
eapitano dei Genio ed ex membra dei Direttorio), alla
direzione dell'lstituto di Francia, I'istituzione ehe raggruppava
le cinque piu autorevoli aecademie eulturali dei paese.
Probabilmente, gli intellettuali ispiratori della Rivoluzione
avevano intuito ehe quel giovane ufficiale sarebbe stato
in grado di concretizzare una perfetta, anehe se fuggevole,
amalgama di tutte le lore nostalgie e di ogni speranza: una
Rivoluzione purificata e pacificata, tale da mettere in pratica
i suoi prineipi fondatori in un'Europa egemonizzata dal
pensiero illuministico franeese. •
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