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RIVISTA 20 (dicembre 2011) - Santuario di Puianello

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assieme alle altre suin<strong>di</strong>cate, <strong>di</strong> collocare<br />

questo manoscritto in area Gaiato e<br />

Pavullo nel Frignano (MO) nei primi<br />

tre mesi del 1946.<br />

Il quinto manoscritto Dio mio<br />

e mio tutto! si colloca a Pontremoli<br />

nel 1946 nel periodo che segue la festa<br />

<strong>di</strong> S. Francesco; il titolo lo suggerisce,<br />

ma a pag. 55 Raffaele scrive un<br />

giorno preciso. Subito a pag. 8 abbiamo<br />

una in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> trasferimento:<br />

L’ubbi<strong>di</strong>enza mi ha portato altrove, in un<br />

mondo tutto nuovo. Poi entrato in convento,<br />

nel pieno e intimo mondo conventuale.<br />

Quattro mura, un lettuccio, un crocefisso,<br />

una scrivania. Misi a posto la mia robetta<br />

e pensavo: domani sta a me lavarmela<br />

e cucirmela. A pag. 9: Sono ammalato e<br />

debole. Alzata comune, cibo comune, lavoro<br />

comune. E a pag. 19 una in<strong>di</strong>cazione<br />

<strong>di</strong> età e <strong>di</strong> cammino spirituale: Dio,<br />

Maria, Gesù non sono l’unica realtà per<br />

cui io, nei miei 24 anni, sacrifico tutto Ci<br />

voleva questo isolamento per farmi fare il<br />

passo, senza compromessi e senza tergiversazioni.<br />

E’ la Mamma che, sapendo la debolezza<br />

del figlio, non lascia fare a lui, ma<br />

<strong>di</strong>rettamente fa lei, portandolo dove vuole.<br />

Grazie!<br />

Alle pagg. 14/15 una preziosa nota<br />

autobiografica: Il mio cuore, fin da quando<br />

si è schiuso, è stato sempre estremista e<br />

totalitario nell’amore. Ho amato tanto, ho<br />

amato con tutto il mio essere. Ricordo i primi<br />

affetti, a 5 anni. Crescendo negli anni il<br />

cuore si allargò e amai con più passione ciò<br />

che mi piaceva, ciò che secondo me era bello<br />

e amabile. Ma amavo da figlio <strong>di</strong> Adamo<br />

e, o prima o poi, l’amore della carne ebbe i<br />

suoi effetti e pur sempre più deludendomi e<br />

amareggiandomi sentii sempre più forte la<br />

sete a un amore forte, puro, illuminato e tenerissimo.<br />

A pag.16: Appena conobbi la Madonna<br />

intuii che il suo amore doveva essere tutto<br />

per me, che il suo amore non solo sarebbe<br />

stato il pegno più sicuro della mia santificazione,<br />

ma anche della mia felicità. Io sarei<br />

stato l’innamorato, lo sposo, l’apostolo, il<br />

cavaliere della più bella fra le donne, il cui<br />

amore è più dolce del miele e mi avrebbe per<br />

sempre beato!!!<br />

A pag. 22: ...ma c’era ancora il mio<br />

sentimento, il mio cuore era ancora legato<br />

a qualche cosa che mi faceva cercare altri<br />

sguar<strong>di</strong> e mi <strong>di</strong>stoglieva da quello <strong>di</strong> mamma.<br />

Ora no, ora solo solo nella pura mia<br />

fede, nauseato <strong>di</strong> tutto, assetato solo <strong>di</strong> un<br />

amore continuo che non finisca mai!<br />

A pag. 29: I dolori che ho sofferto finora<br />

mi hanno portato allo stato <strong>di</strong> morte,<br />

sì, morte per tutto ciò che non è l’amore,<br />

il solo, il grande amore; ora domando e cerco<br />

questo amore. Domani dovrò essere apostolo<br />

dell’amore, apostolo <strong>di</strong> Maria; accendere<br />

nelle anime il fuoco, la vita e poi trovarci<br />

tutti nell’Amore eterno!<br />

A pag. 30: Apostolo <strong>di</strong> Maria! erano<br />

le prime parole con le quali iniziavo il mio<br />

<strong>di</strong>ario del noviziato, 8 anni fa. E’ sempre<br />

stato il mio sogno. Per questo, con la grazia,<br />

ho sacrificato la passione allo stu<strong>di</strong>o,<br />

alle lettere; ho sacrificato anche il mio ascetismo<br />

personale, ho sacrificato il cuore. Sì,<br />

tutto. Mi sono privato <strong>di</strong> tutto, ho rinunciato<br />

a tutto. Ho la gioia <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo e <strong>di</strong> averlo<br />

provato alla Mamma, con la sua grazia!<br />

A pag. 31: E ora guardando al domani<br />

sento e comprendo che per sempre dovrò<br />

rinunciare ad ogni gioia terrena. Chiuso<br />

nel mio convento, nella mia cella, passerò la<br />

mia gioventù senza nessun affetto terreno,<br />

la mia virilità senza nessun orgoglio, la mia<br />

vecchiaia senza nessun vanto.<br />

A pag. 33: Ricordo che non riuscivo<br />

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