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Anno 29 / n. 8 - OTTOBRE 2005 - CAI Sezione di Carpi

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ADDIO VECCHIO UIAA,<br />

ARRIVA CE-EN<br />

Giro <strong>di</strong> vite sulle omologazioni dalla Commissione<br />

Centrale Materiali e Tecniche del<br />

<strong>CAI</strong>. Pare proprio <strong>di</strong> sì: il caro vecchio UIAA<br />

non sarà più riconosciuto, a favore del nuovo<br />

CE-EN. I kit da ferrata, ad esempio, ospiti<br />

d'onore sul numero <strong>di</strong> Aprile dello Scarpone,<br />

potranno essere considerati omologati<br />

solo se con marchio CE-EN e assemblati<br />

<strong>di</strong>rettamente dalla casa costruttrice. In questo<br />

modo, tutti i kit autocostruiti <strong>di</strong> largo<br />

uso fino a poco tempo fa, sono da considerarsi<br />

fuori certificazione anche quando i<br />

vari componenti risultano omologati. Ovviamente<br />

sono da ag- giungere alla lista caschi,<br />

imbraghi, moschettoni. Insomma tutti i materiali<br />

alpinistici con il label UIAA. Tutto<br />

questo comporta una linea <strong>di</strong> gestione ben<br />

precisa per corsi ed escursioni, a cui istruttori,<br />

aiuto istruttori, capi gita e organizzatori<br />

dovranno attenersi. Nei corsi, forse, i<br />

problemi potranno essere <strong>di</strong> minore entità,<br />

considerato che la quasi totalità dei corsisti<br />

deve acquistare tutto per la prima volta:<br />

quin<strong>di</strong> per loro è sufficiente una verifica<br />

dei materiali che dovranno avere il marchio<br />

CE-EN. Ma per istruttori e aiuto istruttori<br />

si prospettano spese non preventivate per<br />

materiali a volte utilizzati solo nei corsi.<br />

Ma è nel caso delle escursioni che viene<br />

fuori il bello, perché capi gita "sceriffi" dovranno<br />

controllare uno a uno tutti i materiali<br />

dei partecipanti senza tralasciare nulla,<br />

per essere in regola con la coscienza e con<br />

la copertura assicurativa. Per fare un esempio,<br />

riporto quanto scritto sullo Scarpone:<br />

"Un'idonea attrezzatura da ferrata dovrebbe<br />

comprendere un casco a norma EN,<br />

un'imbragatura a norma EN, un set <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione<br />

dell'energia <strong>di</strong> caduta a norma<br />

EN, un anello <strong>di</strong> fettuccia cucita a norma<br />

EN, due moschettoni (connettori) <strong>di</strong> tipo k<br />

(Klettersteig) a norma EN". Poveri sceriffi!<br />

Ma la cosa che mi lascia perplesso è il "dovrebbe<br />

comprendere": se è stata decisa una<br />

regola, allora un'idonea attrezzatura da ferrata<br />

"deve" comprendere, non offrire la possibilità<br />

<strong>di</strong> una libera interpretazione.<br />

Di dubbi e domande ne sorgono comunque.<br />

Ecco perché ho cercato <strong>di</strong> chiarirmi le idee<br />

rivolgendomi ad un mio amico (Avv. Perrucci<br />

Clau<strong>di</strong>o), che mi ha fornito parecchio<br />

materiale da consultare, in particolare alcune<br />

sentenze <strong>di</strong> tribunali e i 26 articoli della<br />

legge 2 gennaio 1989, n. 6 - Or<strong>di</strong>namento<br />

della professione <strong>di</strong> guida alpina. Da questo<br />

materiale si scopre innanzitutto che anche<br />

coloro che svolgono l'attività <strong>di</strong> accompagnatori<br />

a carattere non professionale, ovvero<br />

senza ricevere alcuna retribuzione, hanno<br />

responsabilità molto vicine a quelle <strong>di</strong><br />

una guida alpina, a cui è sempre richiesto<br />

uno standard <strong>di</strong> <strong>di</strong>ligenza che deve corrispondere<br />

a un qualificato livello <strong>di</strong> preparazione<br />

tecnica e <strong>di</strong> esperienza adeguate<br />

all'evoluzione dello stato dell'arte del momento.<br />

Un ulteriore contributo mi è stato offerto<br />

dall'articolo "Responsabilità civile e penale<br />

dell’accompagnatore volontario in montagna",<br />

pubblicato dalla sezione <strong>CAI</strong> <strong>di</strong> Gavardo<br />

(BS), <strong>di</strong> cui voglio riportare qualche<br />

stralcio. Premesso che un escursionista,<br />

nel partecipare ad un'escursione organizzata<br />

da una <strong>Sezione</strong> o da amici, <strong>di</strong> fatto si<br />

affida (questo è il concetto chiave) ad un<br />

altro escursionista più esperto, ovvero<br />

l'accompagnatore o capo gita, ecco che tale<br />

accompagnatore risulta soggetto a responsabilità<br />

civili e penali, a meno che non si<br />

verifichi un caso assolutamente non preve<strong>di</strong>bile,<br />

oppure chi si fa accompagnare non<br />

si sottragga alle regole da lui stabilite. Ma<br />

a questo proposito va necessariamente detto<br />

che esiste anche il caso <strong>di</strong> condotta<br />

omissiva dell' accompagnatore, "secondo<br />

cui non impe<strong>di</strong>re un evento che si ha<br />

l'obbligo giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re, equivale a<br />

cagionarlo". Non importa quin<strong>di</strong> che<br />

l'accompagnatore non sia un professionista,<br />

perché anche l'accompagnatore volontario<br />

(qualificato o non qualificato che sia, ovvero<br />

Istruttore <strong>CAI</strong>, o Accompagnatore con o<br />

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