casa & ufficio gennaio
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verde informa<br />
assumendo l’aspetto di un frutto con la parte carnosa<br />
all’esterno. Inizialmente, comunque, il seme è libero<br />
e solo dopo la fecondazione viene racchiuso in un<br />
involucro. Sono piante di buone dimensioni che raggiungono<br />
i 40 metri e sviluppano una chioma che inizialmente<br />
è piramidale e col trascorrere degli anni si<br />
allarga progressivamente. Osservate la disposizione<br />
dei rami e vi renderete conto che le branche principali<br />
sono asimmetriche e che i rami secondari portano<br />
caratteristici rametti più corti, i brachiblasti, che già<br />
abbiamo avuto modo di notare nel Larix decidua (si<br />
veda Casa & Ufficio di novembre), nei quali si trovano<br />
sia le foglie sia le strutture fertili. Le foglie, decidue<br />
e con un lungo picciolo, hanno un colore verde chiaro<br />
ISTITUTO STATALE DI<br />
ISTRUZIONE SUPERIORE<br />
(ISIS) PAROLINI<br />
Bassano del Grappa (VI) - Via San Bortolo, 19<br />
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Ginkgo biloba<br />
a cura del Prof. Massimo Caneva<br />
Li notiamo soprattutto in autunno questi alberi bellissimi,<br />
quando le loro foglie assumono il colore dell’oro<br />
e si impongono alla vista come forse nessun’altra<br />
pianta. È il momento in cui se ne scoprono moltissimi<br />
che, prima confusi tra gli altri alberi, in ottobre-novembre<br />
rifulgono letteralmente in tutto il loro splendore.<br />
Il Ginkgo biloba (anche Ginkio e Ginco) è l’unica<br />
specie della famiglia delle Ginkoaceae, la cui presenza<br />
sulla terra risale a 250 milioni di anni fa, giunta<br />
fino a noi. Fu così battezzato nella seconda metà del<br />
Settecento da Carlo Linneo che tradusse un nome<br />
cinese che significava “albicocca d’argento” e, a determinarne<br />
la specie, vi aggiunse l’aggettivo biloba<br />
che derivò dalla forma delle foglie che ricordano un<br />
ventaglio diviso in due lobi (lat. bis e lobus). È anche<br />
vero che, secondo un’altra interpretazione etimologica<br />
di “ginkio”, il significato sarebbe albero con “foglie<br />
a piede di papera”. Sia come sia, siamo in presenza di<br />
una pianta davvero curiosa perché, pur avendo foglie<br />
larghe, non ricordando in nessun modo e non avendo<br />
apparentemente nulla in comune con pini, abeti,<br />
larici e cedri, appartiene come loro al gruppo di<br />
piante note come Gimnosperme, cioè a quei vegetali<br />
che presentano semi nudi, non protetti da un ovario.<br />
Rammentiamo, a beneficio di chi ha ricordi lacunosi,<br />
che i semi nelle Angiosperme (piante a fiori manifesti)<br />
si formano all’interno di un ovario, mentre nel caso<br />
delle Gimnosperme sono nudi e disposti nelle scaglie<br />
che hanno la forma di un cono (la pigna) più o meno<br />
grosso e allungato. Nel Ginkgo, così come nel Tasso<br />
(Taxus baccata), il cono si chiude avvolgendo il seme e<br />
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Ginkgo biloba a Porta Bassano di Marostica<br />
che in autunno assume una colorazione gialla assai<br />
decorativa. A un’osservazione attenta, ci si rende<br />
conto che la morfologia delle foglie varia col variare<br />
dell’età e della posizione. Si possono perciò avere<br />
foglie profondamente incise nelle giovani plantule,<br />
foglie bilobate nei rami principali o, sui brachiblasti,<br />
foglie ondulate. Sono piante che portano strutture<br />
maschili e femminili su esemplari diversi e come<br />
tutte le Gimnosperme affidano al vento l’impollinazione,<br />
che si verifica in primavera e in un modo del<br />
tutto particolare dato che la fecondazione avviene a<br />
terra alcuni mesi dopo che gli ovuli sono caduti dalla<br />
pianta e si sono già sviluppati raggiungendo quasi le<br />
dimensioni definitive. L’involucro carnoso che li riveste<br />
è di colore giallastro e quando è maturo emana