curriculum vitae
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CURRICULUM VITAE<br />
Dr.Patrizia Ballarini<br />
Informazioni personali<br />
Luogo e data di nascita: Milano 02.02. 1953<br />
Indirizzo: Piazza della Vittoria, n°1 62032 Camerino<br />
Titolo professionale:<br />
Dottore in Scienze Naturali<br />
Posizione attuale:<br />
Ricercatore confermato in Biologia Applicata (BIO13)<br />
Attività Didattica:<br />
Corso di Biologia Cellulare (CL 27)<br />
Esercitazioni dimostrative sull’utilizzo del microscopio a scansione confocale a studenti provenienti<br />
da varie sedi scolastiche nell’ambito delle attività di “Orientamento Universitario” per i corsi<br />
dell’area bionaturalistica.<br />
Correlatrice di numerose tesi sperimentali del corso di laurea in Scienze Biologiche e Scienze<br />
Naturali<br />
Principali linee di ricerca<br />
Strategie adattative ad ambienti estremi e risposta delle cellule a stress<br />
ambientali<br />
Nell’ambito di una ricerca finanziata dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), ho<br />
indirizzato l’attenzione ad identificare le caratteristiche molecolari che permettono ai microtubuli di<br />
organismi antartici di polimerizzare e depolimerizzare a temperatura inferiore a 4°C alla quale queste<br />
strutture disassemblano. Le sperimentazioni sono state condotte utilizzando la tubulina estratta<br />
dall’organismo unicellulare antartico Euplotes focardii e il risultato conferma che la stabilità al<br />
freddo dei microtubuli è una proprietà intrinseca esclusiva dell’eterodimero tubulina., Questa attività<br />
di ricerca mi ha consentito di evidenziare in questo organismo un gene l’α-tubulina e quattro geni<br />
codificanti la β-tubulina. Queste sequenze predicono quattro diverse isoforme per la β-tubulina e<br />
diverse sono le sostituzioni aminoacidiche presenti rispetto alle sequenze della β-tubulina trovate in<br />
altri organismi. Sono evidenti anche potenziali siti coinvolti nelle modificazioni post-traduzionali,<br />
specificamente la poliglutamilazione e la fosforilazione. Mediante esperimenti di immunoblotting e<br />
di microscopia confocale, utilizzando anticorpi specifici per queste due modificazioni, ho osservato<br />
che solo l’α tubulina è poliglutamilata e si localizza pricipalmente negli assonemi e nei fasci<br />
longitudinali, mentre nella β-tubulina sono state osservate due isoforme in cui è presente la<br />
fosforilazione. Quest’ultima è una modificazione abbastanza rara e può essere interpretata come una<br />
strategia di adattamento al freddo dei microtubuli di E. focardii. Lo studio effettuato sulla regione<br />
carbossiterminale della β tubulina mi ha permesso di identificare 3 diversi isotipi. Dal confronto con<br />
la struttura tridimensionale della tubulina le sostituzioni risultano essere coinvolte nei contatti laterali<br />
e longitudinali tra gli eterodimeri e la maggior parte di queste aumenta l’idrofobicità del polipeptide<br />
per cui il processo di polimerizzazione risulta favorito a basse temperature. Per scoprire se i diversi<br />
isotipi di tubulina erano ugualmente e sempre espressi nella cellula ed avevano una diversa<br />
localizzazione cellulare sono stati sintetizzati 3 peptidi con i quali sono stati prodotti anticorpi. Questi<br />
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ultimi sono stati da me utilizzati sia in esperimenti di immunoriconoscimento mediante Western blot<br />
che in esperimenti di immunofluorescenza usando la microscopia confocale. Ho personalmente<br />
messo a punto una tecnica di fissazione che mi ha permesso di ottenere ottimi risultati conservando<br />
integre le strutture citoscheletriche della cellula mantenendo inalterati i rapporti volumetrici<br />
preservandone l’ immunogenicità. E’ stato così possibile determinare la distribuzione degli isotipi nei<br />
diversi sistemi tubulari di E. focardii. In particolare è stato dimostrato che l’isotipo β-t3 possiede una<br />
localizzazione esclusiva di una particolare struttura cellulare: i corpi basali delle strutture ciliari che<br />
funzionano da centri di organizzazione per i microtubuli. In un recente studio a cui partecipo, in E.<br />
focardii, è stata identificata la presenza di 2 geni codificanti la γ− tubulina che è un componente<br />
essenziale per la organizzazione e per la nucleazione dei microtubuli. Le prime evidenze determinate<br />
usando anticorpi anti-gamma tubulina ne hanno mostrato la localizzazione sui corpi basali e una<br />
parziale colocalizzazione con la β-tubulina.<br />
Un’altra ricerca nella quale sono coinvolta riguarda il controllo della risposta cellulare in condizioni<br />
di stress di varia natura. In particolare la ricerca riguarda il controllo dell’espressione del gene<br />
inducibile hsp70. Utilizzando linee cellulari di Tetrahymena trasformate con vettori contenenti le<br />
regioni regolative del gene hsp70 fuse al gene reporter (GFP) sono stati allestiti esperimenti<br />
visualizzati al microscopio a fluorescenza in cui è stato saggiato l’effetto di vari contaminanti<br />
ambientali sull’espressione del gene reporter.Questo test ecotossicologico ha dimostrato di essere<br />
particolarmente sensibile e di rilevare precocemente condizioni di stress cellulare.<br />
Nell’ambito di una collaborazione interna al mio dipartimento con il gruppo di biologia molecolare<br />
ho studiato le modificazioni dovute allo stress ossidativo, usando come modello i mitocondri degli<br />
eritrociti di trota. Mediante l’uso di sonde fluorescenti la microscopia confocale e l’analisi<br />
d’immagine è stato possibile determinare il potenziale di membrana e il livello dei radicali liberi<br />
presenti su singole cellule di 3 diverse sottopopolazioni di eritrociti: giovani, adulte , vecchie.<br />
Caratterizzazione di molecole segnale e di meccanismi di interazione cellulare<br />
I segnali chimici rappresentano un mezzo di comunicazione essenziale per tutti i tipi cellulari. Anche<br />
se la loro azione è apparentemente più evidente in cellule organizzate in tessuti o in linee cellulari di<br />
organismi complessi, anche gli organismi unicellulari dipendono da segnali per la loro proliferazione<br />
e interazione con altri membri della popolazione. In questo ambito mi sono interessata dello studio<br />
dell'espressione di geni che codificano per i feromoni, del ciliato E.raikovi. I feromoni e servono da<br />
segnale di riconoscimento intraspecifico. Infatti, nell’ambito della stessa specie, le cellule secernono<br />
diverse isoforme di feromone che identificano i diversi tipi cellulari. Ciascun tipo cellulare secerne<br />
un isoforma specifica di feromone che è in grado di interagire sia con il proprio recettore (forma<br />
autocrina) sia con i recettori di un altro tipo cellulare (forma paracrina) promuovendo 2 risposte<br />
diverse : la divisione cellulare o la coniugazione. Si sta cercando di dimostrare qual’è il meccanismo<br />
che porta un unico recettore a distinguere i segnali e a trasdurre all’interno della cellula informazioni<br />
che ne regolano il comportamento.<br />
Mediante tecniche di immunofluorescenza visualizzate con la microscopia confocale ho verificato<br />
che il recettore, nell’interazione autocrina, viene internalizzato in seguito ad interazione con il suo<br />
ligando. In particolare ho messo a punto una tecnica mediante la quale sono riuscita a legare un<br />
fluorocromo alla porzione aminoterminale del feromone. In tal modo è stato possibile seguire il<br />
ligando durante il processo di internalizzazione del recettore. La microscopia confocale mi è stata di<br />
grande aiuto per stabilire l’esatta localizzazione subcellulare delle due molecole e quindi a seguire<br />
l’intero processo di endocitosi.<br />
Responsabilità tecnica di alto livello<br />
Dal 1994 a tutt'oggi, per decisione della Giunta del Dipartimento di Biologia M.C.A. mi é stata<br />
affidata la responsabilità per l'utilizzo del microscopio confocale. Questo incarico, oltre alle ricerche<br />
sopracitate, in cui sono direttamente coinvolta e in cui l'utilizzo del microscopio confocale si é<br />
dimostrato determinante, mi ha consentito di collaborare con diversi gruppi di ricerca di più<br />
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Dipartimenti e con docenti provenienti da diverse Università italiane. Il mio impegno in questo<br />
ambito è stato quello di attuare (talora svolgere consulenza) le strategie migliori per l'osservazione<br />
dei preparati: dalle possibili fissazioni all'uso di fluorofori appropriati da legare ad anticorpi o<br />
direttamente al substrato da seguire "in vivo". L'aggiornamento costante circa la disponibilità in<br />
commercio di "probes" fluorescenti idonei per le osservazioni mi permette di informare e consigliare<br />
chi ne ha fa richiesta. La mia collaborazione si esplica inoltre nell’elaborazione delle immagini,<br />
ottenute dall’osservazione di preparati biologici al microscopio confocale, usando software<br />
appropriati con i quali è possibile determinare rapporti raziometrici, migliorare la qualità<br />
dell’immagine o determinare misure quantitative delle stesse.<br />
Elenco delle 5 pubblicazioni richieste:<br />
1) Miceli C., Ballarini P., Di Giuseppe G., Valbonesi A. and Luporini P. (1994). Identification of<br />
the tubulin gene family and sequence determination of one β-tubulin gene in a cold poikilotherm<br />
protozoan, the antarctic ciliate Euplotes focardii. J.Euk. Microbiol. 41:420-427.<br />
2) Pucciarelli S, Ballarini P, and Miceli C (1997) Cold adapted microtubules characterization of<br />
tubulin posttranslational modifications in the antarctic ciliate Euplotes focardii Cell Motil and<br />
Cytoskeleton 38: 329-340.<br />
3) Tiano L.,Ballarini P.,Santoni G.,Wozmiak M., Falcioni G.(2000). Morphological and functional<br />
changes of mitochondria from density seperated trout erythrocytes.Biochimica et Biophisica<br />
Acta.1457:118-128<br />
4) Vallesi A., Ballarini P, Di Pretoro B., Alimenti C., Miceli C and Luporini P (2005).<br />
Autocrine, mitogenic pheromone receptor loop of the ciliate Euplotes raikovi pheromoneinduced<br />
receptor internalization. Eukaryotic Cell 4 (7) : 1221-27<br />
5) Quaglia W, Santoni G, Pigini M, Piergentili A, Gentili F, Buccioni M, Mosca M, Lucciarini R,<br />
Amantini C, Nabissi MI, Ballarini P, Poggesi E, Leonardi A, Giannella M.(2005)<br />
Structure-activity relationship in 1,4-benzodioxan-related compounds. 8. 1 {2-[2-(4-Chlorobenzyloxy)-phenoxy]-ethyl}-[2-(2,6-dimethoxy-phenoxy)-ethyl]-amine<br />
(Clopenphendioxan) as a<br />
Tool to Highlight the Involvement of α1D- and α1B-Adrenoreceptor Subtypes in the Regulation of<br />
Human PC-3 Prostate Cancer Cell Apoptosis and Proliferation. J Med Chem: 48, 7750-7763.<br />
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