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sui pedali - Amici della Bicicletta di Verona

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acconti <strong>di</strong> viaggio<br />

Per Amore <strong>della</strong> Terra,<br />

per Amore<br />

dell’Uomo<br />

CICLOVIAGGIO IN SOLITARIA ALLA RICERCA DI UN RAPPORTO<br />

PIÙ GENUINO CON GLI UOMINI E LA NATURA<br />

<strong>di</strong> Paolo Merlin<br />

Do<strong>di</strong>ci giorni, quin<strong>di</strong>ci tappe, oltre mille<br />

km <strong>di</strong> bici nel tentativo <strong>di</strong> recuperare il<br />

mio rapporto con la Terra Madre. Un’avventura<br />

spinta da almeno tre motivi.<br />

Da tempo avvertivo come l’attuale sistema<br />

<strong>di</strong> vivere si anteponga alla nostra stessa<br />

natura creando una barriera che ci allontana<br />

da essa. In nome <strong>della</strong> como<strong>di</strong>tà<br />

si calpesta l’equilibrio <strong>della</strong> Terra Madre,<br />

ferendola, e degli uomini, sfruttandoli e<br />

<strong>di</strong>menticando che Natura e Uomo sono<br />

parti <strong>di</strong> un’unica realtà.<br />

Questa consapevolezza mi è derivata dal<br />

mondo <strong>della</strong> cooperazione sociale, dove<br />

si recupera la <strong>di</strong>gnità delle persone, dal<br />

lavoro e dal Commercio Equo che dà il<br />

giusto riconoscimento a chi lavora nel silenzio<br />

con sacrificio.<br />

Ecco l’idea: raggiungere le Case Famiglia<br />

dell’Associazione “APG23” con un mezzo<br />

ecologico e rispettoso degli equilibri naturali,<br />

vivendo giornate in estrema semplicità<br />

e portando, in cambio <strong>della</strong> loro<br />

ospitalità, prodotti ottenuti da agricoltura<br />

biologica e del Mercato Equo.<br />

Inizialmente volevamo essere in due,<br />

ma in questo torrido pomeriggio del 24<br />

maggio sono da solo, con la bicicletta caricata<br />

all’inverosimile ed un caldo afoso<br />

insopportabile. Ma pedalo sereno e con<br />

calma consapevole delle fatiche che mi<br />

attendono.<br />

Primi 40 km e rischio un colpo <strong>di</strong> calore,<br />

ma una provvidenziale signora, m’in<strong>di</strong>ca<br />

una fontana. Mentre mi <strong>di</strong>sseto, uno sciame<br />

<strong>di</strong> api per nulla infasti<strong>di</strong>to <strong>della</strong> mia<br />

presenza, con<strong>di</strong>vide con me la frescura<br />

dell’acqua. Sento questo incontro come<br />

il primo segnale del mio riavvicinamento<br />

alla Natura.<br />

Raggiungo Guastalla accolto con entusiasmo<br />

e curiosità. Davanti ad una pizza<br />

squisita, con<strong>di</strong>vido idee, esperienze e domande<br />

fino a tar<strong>di</strong>. Così sarà in ogni incontro.<br />

Lascio i prodotti previsti per ogni<br />

18<br />

famiglia, compresa tutta la cioccolata,<br />

fusa dal caldo.<br />

L’indomani riparto con una scorta <strong>di</strong> viveri.<br />

Il semaforo verde <strong>della</strong> via è <strong>di</strong> buon<br />

auspicio per questa tappa, rivelatasi la<br />

fatica ciclistica più intensa e dura <strong>di</strong> tutta<br />

la mia vita. La bici pesa ancora 54 kg.<br />

Ho davanti 124 km e il Passo <strong>della</strong> Cisa<br />

a 1.043 metri d’altitu<strong>di</strong>ne. Ma a complicare<br />

il tutto sarà il caldo eccezionale. Nei<br />

momenti più critici in salita, più volte incontro<br />

la Provvidenza: dopo quattro ore<br />

sotto il sole ho bisogno <strong>di</strong> stendermi ed<br />

ecco che una panchina si materializza tra<br />

due piante e mi consente un breve riposo.

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