sui pedali - Amici della Bicicletta di Verona
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il punto<br />
Imparare dalla crisi<br />
LA GERMANIA LO INSEGNA:<br />
SVILUPPO ECONOMICO E<br />
MOBILITÀ SOSTENIBILE<br />
NON SONO IN ANTITESI.<br />
A scuola in bici... in Germania<br />
<strong>di</strong> Paolo Fabbri<br />
Si fatica a parlare <strong>di</strong> bicicletta con tutto<br />
quello che sta succedendo al nostro paese.<br />
Eppure “la crisi - <strong>di</strong>ce Sofri, Repubblica<br />
30.9.11 - è la migliore, forse la sola,<br />
occasione per proporsi seriamente una<br />
conversione del modo <strong>di</strong> produrre e <strong>di</strong><br />
consumare, dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere”. La crisi,<br />
sostiene fra l’altro, ci fa guardare con altri<br />
occhi “le automobili ferme che abitano le<br />
città e ne sfrattano gli umani”.<br />
Certo, <strong>di</strong>ce ancora nel suo articolo che<br />
non parla solo <strong>di</strong> mobilità, “occorre coraggio<br />
per affrontare dentro la crisi l’idea<br />
<strong>di</strong> un altro modo <strong>di</strong> muoversi, <strong>di</strong> abitare…”<br />
Si avvicinano le elezioni. Forse non<br />
solo quelle amministrative. Speriamo che<br />
questo coraggio qualcuno lo <strong>di</strong>mostri e<br />
ce lo chieda.<br />
Se rivedere il nostro modo <strong>di</strong> produrre e<br />
<strong>di</strong> consumare - prima che <strong>di</strong> muoverci -<br />
presuppone una rivoluzione copernicana,<br />
chi va in Germania tocca con mano<br />
che un altro modo <strong>di</strong> crescere è comunque<br />
possibile. Infatti, se è vero che il PIL<br />
tedesco è quello che nel 2011 crescerà<br />
<strong>di</strong> più, è altrettanto vero che la Germania<br />
è il paese europeo che più <strong>di</strong> ogni altro<br />
si sta impegnando per la protezione<br />
dell’ambiente e del clima.<br />
Molte le prove: dalla rinuncia al nucleare,<br />
al rispetto <strong>della</strong> tabella <strong>di</strong> marcia dell’accordo<br />
“20/20/20” (entro il 2020 riduzione<br />
del 20% delle emissioni dei gas-serra;<br />
crescita al 20% del risparmio energetico<br />
e del 20% del consumo da fonti rinnovabili).<br />
In quel paese anche le politiche <strong>di</strong> mobilità<br />
vanno nella stessa <strong>di</strong>rezione. Emblematico<br />
il fatto che, patria <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
fabbriche <strong>di</strong> automobili, la Germania<br />
(dati Euromobility 2009) sia l’unico paese<br />
europeo ad aver <strong>di</strong>minuito, fra il 2003<br />
e il 2008, l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> motorizzazione (il<br />
numero <strong>di</strong> automobili per 100 abitanti):<br />
i tedeschi nel 2008 ne avevano 52 ogni<br />
100 abitanti, noi italiani (i peggiori in<br />
Europa) 62.<br />
Particolarmente significativo anche<br />
l’impegno assunto dalla Merkel (Ansa<br />
30.05.08) <strong>di</strong> portare al 20% gli spostamenti<br />
in bicicletta in tutta la Germania<br />
entro il 2012.<br />
Queste scelte - anche queste sulla mobilità<br />
- hanno inevitabili ricadute anche sulla<br />
qualità <strong>della</strong> vita delle persone.<br />
A Berlino ho fotografato le biciclette dei<br />
bambini parcheggiate nelle rastrelliere<br />
accanto all’entrata <strong>di</strong> una scuola materna:<br />
i genitori ogni mattina accompagnano in<br />
bicicletta i loro piccolissimi. Poi proseguono,<br />
in bicicletta, per andare al lavoro<br />
… a Berlino! dove i ciclisti sono un’infinità<br />
e dove è normale incontrare, mentre<br />
girano da soli e sempre in bicicletta, anche<br />
ragazzini <strong>di</strong> sette o otto anni!<br />
3<br />
Possono i nostri amministratori raccontarci<br />
che da noi tutto questo non è possibile<br />
per ragioni culturali. O magari<br />
sostenere, sfrontatamente, che ingorghi,<br />
inquinamento e sedentarietà sono il prezzo<br />
<strong>della</strong> modernità?<br />
Queste scelte non hanno ricadute solo<br />
sulla qualità <strong>della</strong> vita dei citta<strong>di</strong>ni, ma<br />
anche sul loro red<strong>di</strong>to. L’arretratezza<br />
“automobile centrica” <strong>di</strong> chi ci governa<br />
ad ogni livello e l’incre<strong>di</strong>bile successione<br />
<strong>di</strong> tagli che hanno colpito il trasporto<br />
pubblico locale e il trasporto ferroviario<br />
si traducono in una vera e propria tassa<br />
pesantissima sulla nostra stupi<strong>di</strong>tà. La<br />
crisi la renderà ancora più pesante e ingiustificata.<br />
A livello locale poco si può fare per contrastare<br />
i tagli delle varie finanziarie. Ma<br />
ci si può impegnare efficacemente per la<br />
mobilità sostenibile - “sostenibile” anche<br />
sotto il profilo economico - definendo<br />
una rete <strong>di</strong> corsie preferenziali che rendano<br />
più competitivo il trasporto pubblico.<br />
Progettando interventi seri a favore <strong>della</strong><br />
bicicletta e dei pedoni. Soluzioni queste<br />
tutte a basso costo e ad alto ren<strong>di</strong>mento.<br />
La crisi dovrebbe aiutarci e <strong>di</strong>ventare,<br />
come <strong>di</strong>ce Sofri, opportunità.<br />
Le elezioni sono vicine. Riusciremo ad<br />
ottenere impegni precisi da tutti i can<strong>di</strong>dati?<br />
Basterà?