lettera inviata al Questore - Africa Insieme di Pisa
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e spazi per la ven<strong>di</strong>ta. Si tratta <strong>di</strong> iniziative che utilizzano non gli strumenti della<br />
repressione, ma quelli dell’inclusione soci<strong>al</strong>e, in linea con quanto da tempo sostengono<br />
l’ANCI e la Regione Toscana, con le qu<strong>al</strong>i collaboriamo da sempre.<br />
Non ci nascon<strong>di</strong>amo, natur<strong>al</strong>mente, che è compito della Questura perseguire i reati:<br />
spetta ad <strong>al</strong>tri, investiti <strong>di</strong> compiti politici, giu<strong>di</strong>care la bontà e l’opportunità delle leggi in<br />
vigore. E anche se avremmo apprezzato una maggiore attenzione della Questura per gli<br />
aspetti “soci<strong>al</strong>i” del fenomeno, e per gli interventi che proprio sul versante soci<strong>al</strong>e sono<br />
stati attivati, per esempio, d<strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Pisa</strong> e d<strong>al</strong>la Regione Toscana, ci ren<strong>di</strong>amo conto<br />
che la repressione dell’immigrazione clandestina e dell’abusivismo commerci<strong>al</strong>e è un<br />
preciso compito della Polizia: ciò in ottemperanza a leggi che noi non con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo e che<br />
sono da tempo oggetto <strong>di</strong> critiche severe da parte <strong>di</strong> giuristi e <strong>di</strong> settori consistenti<br />
dell’opinione pubblica, ma che pure debbono essere applicate dagli organi competenti.<br />
Al contempo, però, non abbiamo visto, sulla stampa loc<strong>al</strong>e, un’an<strong>al</strong>oga visibilità <strong>di</strong><br />
iniziative tese a contrastare <strong>al</strong>tri fenomeni, anch’essi illeg<strong>al</strong>i e ugu<strong>al</strong>mente perseguibili per<br />
legge. Pensiamo <strong>al</strong>le <strong>di</strong>scriminazioni che impe<strong>di</strong>scono agli stranieri l’accesso <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>loggio, e<br />
che hanno creato una situazione drammatica <strong>di</strong> precarietà abitativa; ai datori <strong>di</strong> lavoro che<br />
assumono “<strong>al</strong> nero” lavoratori migranti (anche regolari), e che poi non corrispondono i<br />
dovuti versamenti contributivi; a coloro che si rifiutano <strong>di</strong> assumere stranieri in ragione<br />
della loro nazion<strong>al</strong>ità o della loro appartenenza etnica; o <strong>al</strong> comportamento <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune<br />
amministrazioni pubbliche che impe<strong>di</strong>sce il go<strong>di</strong>mento dei <strong>di</strong>ritti fondament<strong>al</strong>i, come ad<br />
esempio la mancata concessione <strong>di</strong> libretto sanitario ad uno straniero regolarmente<br />
soggiornante.<br />
Questi fenomeni pongono anch’essi problemi <strong>di</strong> “leg<strong>al</strong>ità”, e meritano un’an<strong>al</strong>oga<br />
attenzione e il medesimo impegno da parte delle forze dell’or<strong>di</strong>ne.<br />
Ci piacerebbe vedere la Questura non solo impegnata su tutti i fronti a <strong>di</strong>fesa della<br />
leg<strong>al</strong>ità – cosa che, siamo certi, già avviene -, ma anche attenta a comunicare questo<br />
impegno. Come ci piacerebbe vedere una Questura che <strong>di</strong><strong>al</strong>oga non solo con i<br />
commercianti, ma con tutte le categorie <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni che chiedono leg<strong>al</strong>ità e rispetto dei<br />
<strong>di</strong>ritti propri e <strong>al</strong>trui. Vorremmo perciò che anche le rappresentanze istituzion<strong>al</strong>i degli<br />
immigrati, le associazioni del volontariato, gli sportelli informativi per stranieri<br />
ricevessero ascolto e attenzione da parte del <strong>Questore</strong>.<br />
La lotta senza quartiere <strong>al</strong>l’illeg<strong>al</strong>ità, identificata esclusivamente con l’immigrazione<br />
clandestina e l’abusivismo commerci<strong>al</strong>e, comunica invece l’idea secondo cui il rispetto<br />
della legge è un interesse dei soli citta<strong>di</strong>ni it<strong>al</strong>iani a scapito degli stranieri. Così <strong>al</strong>meno<br />
l’hanno interpretata i giorn<strong>al</strong>i, attribuendo <strong>al</strong> <strong>Questore</strong> una frase che egli non può aver<br />
pronunciato. «Il dottor Della Rocca», si legge su «Il Tirreno» del 23 Marzo 2007, «si è<br />
soffermato su quelli che gli sono apparsi i temi più urgenti della città, problemi come<br />
l’immigrazione, l’or<strong>di</strong>ne pubblico, i furti, il mercato della droga». Secondo quanto riportato d<strong>al</strong><br />
cronista, dunque, il <strong>Questore</strong> avrebbe definito l’”immigrazione” come t<strong>al</strong>e un “problema”.<br />
L’or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co del nostro paese – quell’or<strong>di</strong>namento che il <strong>Questore</strong> è chiamato<br />
a rispettare e far rispettare – non definisce però l’immigrazione come “problema”. Al<br />
contrario, tutte le leggi che si sono succedute nel tempo – compresa la 189/2002, <strong>di</strong> cui da<br />
anni chie<strong>di</strong>amo l’abrogazione – sono improntate <strong>al</strong> principio per cui l’immigrazione, se<br />
governata, rappresenta una risorsa, economica, soci<strong>al</strong>e e cultur<strong>al</strong>e.