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«Ero andato a trovare un toporagno in giardino<br />
e tornando mi ero perso. Ho una bellissima<br />
tana nel battiscopa dello studio di tuo padre – o<br />
almeno l’avevo...»<br />
Il topo fece una pausa e si abbandonò a un altro<br />
piccolo sospiro prima di cambiare argomento.<br />
«Tu devi essere sua figlia», disse,<br />
guardando Agata. «La piccola De<br />
Gotici. Quella che va in giro con gli<br />
scarponi chiodati.»<br />
«Esatto, mi chiamo Agata», disse lei<br />
educatamente. «E tu?»<br />
«Chiamami Ismaele», disse il<br />
fantasma del topo. «Comunque,<br />
mi tenevo nell’ombra, a testa<br />
bassa, quando ho sentito<br />
un profumino delizioso<br />
che aleggiava lungo il<br />
corridoio e mi veniva<br />
incontro. Be’, non ho<br />
resistito. Le mie narici<br />
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